Comunicato stampa Fp-CgilMedici
8 marzo. In sanità pubblica 10mila donne medico in più in 10 anni, solo 14% tra i primari
Roma, 7 marzo 2013
In occasione dell’8 marzo la Fp-Cgil Medici ha effettuato un’analisi degli ultimi dati ufficiali del Conto Annuale della Ragioneria Generale dello Stato, evidenziando come dal 2002 al 2012 le donne medico nel Servizio Sanitario Nazionale siano aumentate di oltre 10mila unità, da 34.550 a 44.911.
Inversamente proporzionale il trend dei medici maschi che passano da 80.112 a 69.802, con una diminuzione di oltre 10.000 unità.
Seppure gli ultimi dati indichino la presenza di una percentuale di donne nel Servizio Sanitario Nazionale del 39,15%, è significativo di un trend ormai progressivo il dato del sorpasso delle donne medico sui maschi nella fascia di età tra i 30 e i 39 anni (8.540 donne medico rispetto a 5.376 medici maschi).
Una discriminazione nella carriera è invece ancora ben presente con solo il 14,6% di donne direttrici di struttura complessa (ex primari), 1.242 rispetto ai 7.262 uomini.
“L’aumento delle donne medico è un fattore positivo per una medicina più umana e più sensibile alla persona – secondo Massimo Cozza, Segretario della Fp-Cgil Medici – ma anche più attenta alle differenze di genere che possono influenzare l’esito delle cure. In un sistema in cui tanto la ricerca quanto la farmacologia sono basate su un modello dominante maschile, l’aumento della presenza femminile è un fattore determinante di arricchimento per una sempre più appropriata diversificazione delle cure, la cosiddetta medicina di genere. La stessa cura infatti non può sempre andar bene per un uomo come per una donna, viste le differenti caratteristiche fisiologiche e psicologiche”.
“E’ tempo di ripensare anche l’organizzazione dei servizi” ha concluso Cozza “superando le penalizzazioni che ancora oggi colpiscono le donne medico, a partire dei tempi di lavoro”.
Dopo la manifestazione FP CGIL e SILP CGIL del 26 Febbraio u.s. a Montecitorio in Roma, trasmettiamo la lettera concordata con tutte le OO.SS. del Comparto Sicurezza per una richiesta di incontro ai Capi Gruppo parlamentari del Senato concernente i temi già sollevati nell’ambito della manifestazione.
Alleghiamo la nota sindacale FP CGIL CFS del 02/03/2014, con la quale sollecitiamo l’Amministrazione a definire la pianta organica per ogni Servizio e Divisione dell’Ispettorato Generale del CFS.
Alleghiamo il comunicato sindacale FP CGIL CFS relativo alle problematiche, tuttora irrisolte, del Servizio CITES del Corpo forestale dello Stato
Alleghiamo la nota sindacale FP CGIL – CFS del 04/03/2014, inviata al Capo del CFS e all’Ufficio Relazioni Sindacali, con la quale sollecitiamo la VERBALIZZAZIONE degli incontri sindacali nazionali di qualsiasi natura.
Il DAP chiede al Provveditore dell’Abruzzo di riferire sul comportamento del Direttore della C.C. di Teramo.
Comunicato stampa
Roma, 6 marzo –
“La Cgil è convinta da tempo della necessità di una riforma della Croce Rossa italiana che migliori l’efficienza del servizio, impedisca sprechi e distorsioni gestionali, ma la legge 178/2012 sta chiaramente fallendo l’obiettivo. Per due motivi fondamentali: non si riescono a trasferire i servizi sanitari e socio sanitari dalla Cri al servizio sanitario nazionale; oltre 3000 lavoratrici e lavoratori necessari per portare avanti i servizi, di cui 1500 precari, subiranno una pesante riduzione del salario o perderanno il posto di lavoro”. Con queste parole Vera Lamonica e Rossana Dettori, Segretaria Nazionale Cgil e Segretaria Generale Fp-Cgil nazionale, lanciano l’allarme in merito alla riorganizzazione della Croce Rossa Italiana.
“La riduzione del trattamento economico, per i lavoratori che accetteranno il nuovo contratto dell’associazione Croce Rossa privatizzata, sarà infatti del 30 per cento. Un caso simile a quello Electrolux, ma questa volta nel settore pubblico. Il personale di ruolo – continuano le due sindacaliste – se non dovesse accettare il nuovo contratto, avrebbe davanti due possibilità: un difficile se non impossibile percorso di mobilità verso altre amministrazioni o, dopo due anni, il licenziamento. Nessuna certezza per il personale precario, in alcuni casi in organico da decenni e necessario alla stessa sussistenza dei servizi”.
“Un disastro realizzato in nome di una competitività nel servizio di emergenza e urgenza, fondato sulle convenzioni realizzate con gara d’appalto al massimo ribasso, che mal si concilia con la funzione della Croce Rossa. In questo modo – aggiungono Lamonica e Dettori – non si realizza una riforma ma soltanto un ricatto drammatico sulle persone che lavorano: perdere il lavoro o diritti e retribuzione. Col sistema delle convenzioni e degli accreditamenti non si produce un servizio sanitario migliore e più economico. Le Regioni – conclude la nota unitaria – dovrebbero essere aiutate a internalizzare i servizi per produrre risparmio ed efficienza. Il Ministero dell’Economia dovrebbe avere un ruolo attivo e i Ministeri vigilanti, Salute e Difesa, per quanto riguarda il corpo militare, esaurita la fase del commissariamento, dovrebbero sostenere la Croce Rossa nel ritorno alle sue finalità originarie. Se si vuol fare un passo avanti è necessario che ognuno faccia la sua parte”.
06.03.2014 – Bari: Nota unitaria sul dispositivo di soccorso provinciale.
06.03.2014 – Bozza di riordino del Corpo Nazionale VV.F. – Nota al Sottosegretario.
Roma, 19 febbraio 2014
Enrique Fossoul
Segretario Generale FSC-CCOO
Antonio Cabrera
Segretario Generale FSS-CCOO
Julio Lacuerda
Segretario Generale FSP-UGT
Leggiamo con sempre maggiore apprensione e preoccupazione della scelta “agghiacciante” che il Governo spagnolo intende imporre al vostro Paese.
La proposta di legge del governo Rajoy sulla libertà di scelta della donna è un passo indietro, nelle leggi e nei valori, un attacco frontale contro la libertà, la dignità e la integrità delle donne e degli uomini, non solo in Spagna, ma anche in Italia e in tutta Europa.
L’unica via è respingere questa proposta di legge, senza se e senza ma, difendendo il diritto inalienabile delle donne a decidere liberamente sulla propria maternità e sul proprio corpo.
L’idea di considerare l’aborto come un delitto, considerare le donne come incapaci a decidere, e per questo bisognose di un aiuto per poter decidere giustamente, è il ritorno ad un passato che l’Europa pensava come oramai dimenticato.
Un ritorno ideologico ed integralista, che riguarda tutte le donne, e tutti gli uomini, d’Europa.
Il principio etico del rispetto della autonomia e della capacità di giudizio delle donne, di prendere la migliore decisione sulla maternità è un passo decisivo di un diritto che ha sconfitto la pratica, omicida ed ipocrita, degli aborti clandestini ed ha difeso le persone più vulnerabili.
Ora si vuole tornare a queste pratiche, ai tempi dei viaggi all’estero in cerca di legislazioni più umane. Una mobilità dell’orrore che come Europa non possiamo accettare.
Una minoranza ideologica ed integralista vuole imporre alla grande maggioranza delle donne e degli uomini in Spagna la propria decisione, vuole condannare migliaia di donne alla pratiche clandestine, vuole portare in Europa lo spirito delle forze integraliste d’oltreoceano, per ridurre sempre più i diritti delle persone.
La regressione è già avviata, quando persino la libertà di coscienza, che in queste materie è d’obbligo per i parlamentari, è fatta oggetto di pressioni e ricatti, politici e religiosi.
Il sindacato italiano, la CGIL, la Funzione pubblica, le donne italiane, le lavoratrici sono a fianco delle donne spagnole, delle donne nei sindacati, delle lavoratrici per difendere il loro diritto all’autodeterminazione.
Il 1° febbraio è stato solo un piccolo inizio. Noi, l’Italia, l’Europa lotteremo assieme a voi per fermare questo scempio.
La segretaria Generale Fp Cgil
Rossana Dettori |
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