20.01.2014 – Tutela della salute e sicurezza del personale aeronavigante
20.01.2014 – Straordinari per carenza personale qualificato e addestramento S.A.F.
Nei giorni 3 e 4 dicembre 2013 si è tenuta la riunione del Comitato Esecutivo della CES. Molti i dossier che sono stati trattati nel corso della riunione.
In primo luogo è stata approvata una dichiarazione sulla situazione esplosiva in Ucraina, in cui si condanna la violenta repressione che ha avuto luogo nel corso della manifestazione di Kiev. L’Ucraina si trova in una situazione difficile dal punto di vista economico, sociale e politico, resa ancora più complicata da pressioni esterne, tra cui sanzioni commerciali, e dai tentativi dell’UE di imporre al Paese politiche di austerità. La dichiarazione chiede un dialogo inclusivo, che possa permettere alla popolazione di decidere del proprio futuro senza interferenze esterne.
Si è poi discusso di come dare seguito al Piano CES per gli investimenti, la crescita sostenibile e lavori di qualità, approvato all’unanimità nel corso dell’Esecutivo del 7 novembre.
Si sono proposte una serie di iniziative, nell’ambito della Campagna CES, che si concluderà con le elezioni del Parlamento Europeo del 25 maggio 2014. E’ stato previsto un poster, adattabile alle necessità dei singoli Paesi, con il logo della CES e delle organizzazioni sindacali nazionali, che si focalizzerà su tre richieste principali: lavoro di qualità, crescita sostenibile ed investimenti solidi. Un logo ad hoc sarà previsto per la campagna e saranno predisposti volantini sul Piano di investimenti e sul Manifesto per le elezioni europee.
Tutte le riunioni della CES, delle organizzazioni sindacali nazionali, dei Partiti politici e delle istituzioni europee saranno utilizzate per presentare e diffondere la campagna. Inoltre nell’ambito del Consiglio UE di marzo 2014 (20-21 marzo), la CES organizzerà un Vertice sociale parallelo, con la presenza dei Segretari Generali delle organizzazioni sindacali affiliate alla CES.
Tutte le mobilitazioni nazionali da qui a maggio 2014, dovranno includere il riferimento alla campagna CES e al Piano di investimenti. Si è deciso inoltre che la CES organizzerà il 4 aprile 2014, grazie al sostegno dei sindacati belgi, una grande manifestazione europea, in cui tutte le organizzazioni sindacali saranno impegnate a portare il proprio contributo per la buona riuscita della stessa. E’ ovvio che, viste le difficoltà finanziarie cui versano molti sindacati, specie del Sud dell’Europa, si potranno anche prevedere iniziative a livello nazionale da coordinare nello stesso giorno.
Tutte queste iniziative dovranno servire a diffondere il messaggio del sindacato europeo sulla necessità di un cambio di marcia nelle politiche europee e che esista un’alternativa che consenta di stabilizzare la situazione economica e di creare lavori di qualità in un’Europa sociale. L’opportunità di far sentire la voce del sindacato è data dalle elezioni europee del 2014. I cittadini e i lavoratori dovranno votare per quei candidati che si impegneranno a cambiare il corso dell’Europa dell’austerità ed arrestare le tendenze antieuropeiste, nazionaliste, populiste che rischiano di bloccare qualsiasi avanzamento verso un’Europa più unita e sociale e di portare ad una composizione parlamentare ancora più conservatrice e liberista. Il dibattito elettorale dovrà quindi includere il Piano CES, e sarà necessario, a tal proposito, interpellare i candidati nei vari Stati membri per sondare la loro intenzione a sostenerlo.
Il Piano CES dovrà così diventare la nostra piattaforma sindacale rivendicativa, da promuovere a tutti i livelli, a partire dai luoghi di lavoro, facendo crescere la sensibilizzazione sul tema a livello nazionale, arrivando fino al momento culminante rappresentato dalla manifestazione europea.
Un altro punto di rilievo della riunione è stata la discussione sulla Comunicazione della Commissione “Adeguatezza ed efficacia della regolamentazione” (REFIT: regulatory fitness and performance: results and next steps” del 2 ottobre 2013) che rappresenta un’ulteriore avanzamento del processo di deregolamentazione e smantellamento della legislazione di protezione dei diritti dei lavoratori e di indebolimento del dialogo sociale. Si tratta di una semplificazione che vuole prendere in considerazione le richieste delle imprese, ed in particolare delle PMI, per “individuare eventuali misure incoerenti, inutili o inefficaci e le possibilità di semplificarle, e per verificare se sia possibile ridurre le formalità burocratiche”.
La realtà è, invece, che con questo esercizio della Commissione, si minano gravemente diritti dei lavoratori, quali quelli all’informazione e alla consultazione, alla salute e sicurezza, che sono riconosciuti come diritti fondamentali nella Carta di Nizza, allegata al Trattato UE. I diritti riconosciuti attraverso il recepimento nazionale di queste Direttive, vengono considerati non più come diritti minimi, ma come soglia massima, costituendo, di fatto, una violazione del principio di non regresso stabilita nella legislazione europea e nel Trattato UE.
La CES intende dare battaglia su questa tema, e per questa ragione ha approvato una Risoluzione, (in allegato in inglese) e le organizzazioni sindacali a livello nazionale stanno predisponendo delle lettere di protesta per i rispettivi Governi, per spiegare in concreto l’azione della Commissione e le conseguenze di tale “semplificazione” sui diritti dei lavoratori. E’ chiaro che tale azione della Commissione trova una sponda in molti Paesi europei del Consiglio: si pensi soltanto al Regno Unito, che sta facendo pressione per un’ulteriore deregolamentazione.
Infine, la CES continua la sua pressione sulla Commissione e il Consiglio, affinché la decisione sulla Proposta di Direttiva di applicazione sul distacco dei lavoratori, metta fine al dumping sociale e rispetti i diritti dei lavoratori. L’attuale compromesso raggiunto va, invece, in tutt’altra direzione.
Fausto Durante – Giulia Barbucci (Segretariato Europa CES)
Roma, 17 gennaio 2014
Al Sottosegretario di Stato
On. Berretta
Le scriventi OO.SS. tornano a segnalare la grave situazione delle relazioni sindacali creatasi con la Dirigenza Amministrativa dell’organizzazione giudiziaria.
Ad oggi non sono state date risposte alle nostre molteplici note né le informative dovute sulle questioni inerenti la mobilità e altre che incidono sulla vita dei lavoratori.
Pertanto chiediamo formalmente di aprire un tavolo, urgente, con la S.V., per analizzare le questioni pendenti in quanto la Dirigenza Amministrativa non risulta più essere interlocutrice con i rappresentanti dei lavoratori, avendo sino ad oggi, la stessa, ignorato oltre che le nostre richieste, anche quelle legittime di singoli lavoratori, perseverando in un atteggiamento di totale autoreferenzialità.
Restiamo in attesa di un sollecito riscontro.
FP CGIL
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CISL FP
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UIL PA
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Grieco
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Marra
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Amoroso
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Roma, 17 gennaio 2014
Al Ministro dell’Interno
Dott. Angelino Alfano
Signor Ministro,
le recenti problematiche che si sono registrate negli ultimi tempi nelle gestione dei Centri di Identificazione ed Espulsione necessitano, a nostro avviso, di una valutazione attenta e scrupolosa in ordine alla questione degli organismi umanitari che operano nel settore.
Noi riteniamo che i CIE non rappresentino una soluzione ma anzi un problema, essi dal nostro punto di vista andrebbero chiusi e riconvertiti in centri di accoglienza con personale qualificato di conseguenza. Riteniamo, comunque, importante rappresentare la tematiche della gestione dei CIE e chiarirne alcuni aspetti.
Assistiamo sempre più spesso ad aggiudicazioni di appalti per la gestione dei centri sulla base di gare al massimo ribasso, con un costo pro-capite di circa 30,00 euro per ospite, che non garantiscono, come abbiamo potuto drammaticamente constatare, un’assistenza efficace agli interessati.
Risulta che presso il Centro di Milano la convenzione con la C.R.I. sia scaduta e non sia stata rinnovata, sulla base di una gara che ha visto l’assegnazione ad un organismo francese che, con il sistema del massimo ribasso, ha potuto aggiudicarsi la convenzione in considerazione dei criteri di spesa previsti nella gara, circa 40,00 euro.
Riteniamo, anche allo scopo di tutelare tutti i posti di lavoro a rischio, necessario convertire il CIE di Milano in un centro di accoglienza, rivedere il sistema delle gare, rispettando in primo luogo il dettato della legge e garantendo un livello qualitativo e professionale atto a rispettare anche la dignità delle persone ospitate nel centro.
Distinti saluti.
FP CGILSegreteria Nazionale
Concetta Basile Salvatore Chiaramonte |
CGILSegreteria Nazionale
Vera Lamonica |
Non basta semplificare al massimo l’accordo sul FESI 2013, i Dirigenti devono sempre trovare il modo di penalizzare i poliziotti penitenziari, soprattutto quelli che mandano avanti gli istituti penitenziari. La FP CGIL protesta col Capo del DAP.
17.01.2014 – Convocazione incontro – Misure di tutela del personale dal rischio di contaminazione negli scenari d’intervento
Le nuove norme UE in materia di appalti pubblici e concessioni approvate mercoledì dal Parlamento garantiranno una qualità e un rapporto qualità-prezzo migliori quando le autorità pubbliche acquisteranno o affitteranno forniture, opere o servizi. Sarà inoltre più facile per le piccole e medie imprese presentare offerte e le nuove regole includono disposizioni più severe in materia di subappalto.
La nuova normativa, già concordata con il Consiglio nel giugno 2013, modifica le norme attuali sugli appalti pubblici comunitari. Per la prima volta, sono stabilite norme comuni UE in materia di contratti di concessione, per promuovere una concorrenza leale e garantire il miglior rapporto qualità-prezzo, introducendo nuovi criteri di aggiudicazione che pongono maggiormente l’accento su considerazioni ambientali, aspetti sociali e innovazione.
Le autorità pubbliche spendono circa il 18% del PIL per appalti di forniture, opere o servizi, rendendo l’appalto una leva decisiva per il raggiungimento di obiettivi sociali specifici. “Le nuove regole inviano un segnale forte ai cittadini, che hanno il diritto di vedere il denaro pubblico utilizzato in modo efficace “, ha dichiarato il relatore del Parlamento in materia di appalti, Marc Tarabella (S&D, BE).
“Anche le nuove norme in materia di contratti di concessione rappresentano un importante segnale in favore di un rafforzamento del mercato interno. Esse creano un ambiente economico sano, dal quale tutti gli attori, compresi le autorità pubbliche, gli operatori economici e, in ultima analisi, i cittadini dell’UE, potranno trarre beneficio. Adesso, le regole del gioco saranno rese note a tutti “, ha aggiunto Philippe Juvin (PPE, FR), relatore per i contratti di concessione.
Migliore rapporto qualità-prezzo
Grazie al nuovo criterio di “offerta economicamente più vantaggiosa” (MEAT) nella procedura di aggiudicazione, le autorità pubbliche saranno in grado di mettere più enfasi su qualità, considerazioni ambientali, aspetti sociali o innovazione, pur tenendo conto del prezzo e dei costi del ciclo di vita dei prodotti o dei servizi. “I nuovi criteri porranno fine alla dittatura del prezzo più basso e, ancora una volta, la qualità sarà il punto focale”, ha spiegato il relatore Tarabella.
Più soluzioni innovative
I deputati si sono battuti con successo per l’introduzione di una procedura del tutto nuova, volta a rafforzare soluzioni innovative negli appalti pubblici. I nuovi “partenariati per l’innovazione ” consentiranno alle autorità pubbliche di indire bandi di gara per risolvere un problema specifico, senza pregiudicarne la soluzione, lasciando così spazio alle autorità pubbliche e all’offerente per trovare insieme soluzioni innovative.
Meno burocrazia per gli offerenti e accesso più facile per le piccole imprese
La procedura di gara per le imprese sarà più semplice, grazie a un “documento unico europeo di gara” standard, basato sull’autocertificazione. Solo il vincitore dovrà fornire la documentazione originale. La Commissione stima che l’onere amministrativo per le imprese sarà ridotto di oltre l’80%. Per facilitare l’accesso delle piccole e medie imprese agli appalti pubblici, le nuove norme incoraggiano anche la suddivisione dei contratti in lotti.
Regole più severe in materia di subappalto
Per combattere il dumping sociale e garantire che i diritti dei lavoratori siano rispettati, le nuove leggi comprenderanno norme per il subappalto e disposizioni più severe sulle ” offerte anormalmente basse”. I contraenti che non rispettano la normativa UE sul lavoro possono essere esclusi dalla presentazione di offerte.
Nessuna accelerazione per privatizzare i servizi pubblici
L’accordo sulle nuove norme UE per le concessioni ricorda che gli Stati membri restano liberi di decidere come desiderino siano eseguiti i lavori pubblici o erogati i servizi. – in-house o esternalizzandoli a società private. La nuova direttiva ” non impone la privatizzazione delle imprese pubbliche che forniscono servizi al pubblico”, aggiunge il testo. Inoltre, i deputati hanno riconosciuto la particolare natura dell’acqua come un bene pubblico, accettandone l’esclusione dal campo di applicazione delle nuove regole.
Le prossime tappe
Le direttive entreranno in vigore 20 giorni dopo la loro pubblicazione nella Gazzetta ufficiale dell’Unione europea. A partire da tale data, gli Stati membri avranno 24 mesi per trasporre le disposizioni delle nuove norme nel diritto nazionale .
Procedura: codecisione, prima lettura (accordo con il Consiglio) RIF. : 20140110IPR32386 Aggiornato il: 15-01-2014 – 13:54
A pochi giorni dall’entrata in vigore delle disposizioni di servizio che uniformeranno l’orario di apertura al pubblico negli Uffici romani dell’Agenzia delle Entrate, è andata in onda l’ennesima messinscena, una delle tante dall’inizio della vicenda , fin dall’agosto 2011.
A seguito di una mobilitazione organizzata da una sigla sindacale, la stessa che insieme ad altre tre OO.SS. era stata ad un passo dalla firma di un nuovo accordo in Dp I nella giornata del 24 settembre u.s, il Direttore Regionale, chiamato in causa quale “arbitro” in grado di far “ravvedere” i tre Direttori Provinciali, aveva promesso nuove riunioni, una volta finito il periodo festivo.
E’ così è stato: prima di Natale, puntuali, sono arrivate le tre convocazioni per i giorni 7, 8 e 9 gennaio 2014, anche se leggendo gli ordini del giorno si intuiva già che l’amministrazione non aveva nessuna intenzione di tornare sui propri passi: infatti le tre riunioni, quasi “gemelle” per il loro svolgimento, dovevano assolvere solo ad un momento di ascolto per le osservazioni di RSU e OO.SS., senza nessuna possibilità di nuova trattativa.
All’interno di queste riunioni-farsa si sono poi consumate delle vere e proprie sceneggiate, ma cominciamo con ordine.
In primis i Direttori Provinciali che pur dichiarandosi manager hanno dimostrato di avere meno autonomia di un serbatoio in riserva fissa e proprio grazie a questo atteggiamento, ottengono gratifiche: notoriamente la DP I di Roma è diventata il trampolino di lancio per direttori provinciali che aspirano ad assumere la conduzione di ambiti regionali (due in meno di un anno e di importanza maggiore/minore in relazione ai risultati ottenuti), lasciando così spesso la più grande Direzione Provinciale d’Italia senza continuità nella guida.
Parliamo poi delle sigle firmatarie dei protocolli nazionali riguardanti il prolungamento dell’orario di apertura al pubblico e dell’accordo “sperimentale” ancora vigente in DP I. Nonostante quanto accaduto, nemmeno per un istante hanno pensato di attuare l’unica mossa che potrebbe ancora cambiare le sorti dei front–office romani: il ritiro della firma da quei protocolli e da quell’accordo, segnale fortissimo di indipendenza e dissenso dall’operato dell’Amministrazione che sempre più cieca prosegue nello svuotamento delle funzioni dell’Agenzia delle Entrate, mistificando agli occhi dell’opinione pubblica una maggiore offerta di servizi. Hanno invece pensato bene di occupare la scena delle pseudo-riunioni di inizio anno chi minacciando denunce (e presentando documenti che potrebbero spaccare i lavoratori su compensi economici e professionalità), chi asserendo che tali denunce sono solo parole e chi dichiarandosi ancora, nonostante tutto, disponibile a firmare accordi, purché siano 4 OO.SS. a siglarli.
Anche chi, al pari della Cgil, non ha firmato protocolli nazionali e accordo DP I, non ha rinunciato al palcoscenico, usando mezzi e misure diverse a seconda del luogo dove si svolgevano gli incontri, ma senza mai dare il giusto spazio alle RSU, dimenticando ogni regola di democrazia nel voler avere a disposizione più interventi degli altri e soprattutto arrogandosi il diritto di scrivere falsità sullo svolgimento della riunione avvenuta in DP II, cioè che le altre sigle sindacali unitamente alla direzione hanno impedito alla loro delegazione di parlare, dichiarando chiusa la riunione nel momento in cui la stessa delegazione era rientrata nella sala abbandonata in precedenza.
Tutto questo non sarebbe possibile se le riunioni venissero effettuate in collegamento streaming, permettendo a tutti i lavoratori interessati di osservare ed ascoltare in diretta tutti gli interventi e vanificando così quei resoconti che rappresentano una diversa realtà dei fatti. Anche l’Amministrazione, nella maggior parte dei casi, glissa alla nostra richiesta di pubblicare i verbali delle riunioni (tutte), e questa chiusura gioca a favore di chi si vuole mostrare quale non è. Sarebbe infatti difficile portare i lavoratori in piazza se si sapesse che chi ora si erge a paladino dei front–office di DP II e DP III, poco ha fatto per evitare tutto ciò, anzi illudendo l’amministrazione (il 24 settembre scorso) con una dichiarata disponibilità a firmare un nuovo accordo in DP I in quanto le uniche esigenze di questa sigla erano l’allargamento della flessibilità in entrata fino alle 9 e la fissazione di 11 turni mensili allo sportello (poco rilevando se l’apertura al pubblico era anche di 60 ore settimanali!!), disponibilità ritirata solo in seguito alla veemente protesta del loro unico rappresentante all’interno della RSU di quella direzione provinciale. Qualcuno dice che era solo un bluff…
Difficile pensare a questa espressione rapportata alla vita dei lavoratori, soprattutto quando una trattativa è ad un punto cruciale, al momento in cui si contano le adesioni per una firma e tanto più che dopo quel giorno il Direttore Regionale si è prodigato in tutti i modi per fare opera di convincimento con quella sigla e portare a casa un bel risultato così come era avvenuto in precedenza per un suo (fortunato) omologo!
Non è nostro costume parlare in questi termini, dobbiamo però difenderci da calunnie insopportabili e non più tollerabili, che non giovano alla causa di chi rappresentiamo.
Solitamente ci occupiamo dei lavoratori, di come difendere i loro diritti e in questa vicenda, nata male e proseguita malissimo, attraverso i nostri comunicati abbiamo esplicitato fin dall’agosto 2011 cosa prevedevamo sarebbe successo, cioè la pericolosità di assecondare l’amministrazione in un’operazione nobilissima negli intenti ma impossibile da realizzare per l’ambizione complessiva del progetto, rispetto alle risorse e al personale messo in campo.
Anche in questo caso saremo vicini ai lavoratori, vigilando perché nell’applicazione di queste disposizioni di servizio non vengano negati diritti elementari quali la fine certa del turno dopo le 4 ore, la pausa pranzo in orari decenti, carichi di lavoro di back–office che tengano conto anche della presenza allo sportello, la tutela di coloro che hanno diritto ad una flessibilità ampliata, la formazione e tutto ciò che ruota intorno ad un impegno allo sportello. In particolare invitiamo tutti i lavoratori a non permettere che vengano superati gli 11 turni mensili allo sportello; un’amministrazione così ottusa e chiusa alle richieste legittime dei lavoratori non merita collaborazione più di quanto il dovere ci imponga, questa volta non ci si lasci abbagliare né da “facili” guadagni (2,50 € lorde per ogni ora di sportello davvero non fanno la felicità) né da richiami al dovere, perché il nostro dovere lo svolgiamo anche lavorando pratiche in back–office.
Roma, 13 gennaio 2014
Coordinamento regionale AG Entrate Roma e Lazio Segreteria Fp Cgil Roma e Lazio
Stefania Sbocchia Fiorella Puglia