COMUNICATO AI LAVORATORI DELLA DIFESA – 9 gennaio 2014

L’incontro con la Sottoregretaria di Stato sen. Pinotti allo scopo di fornire informazione aggiornata, dopo i pareri delle Commissioni Difesa di Camera e Senato sui decreti legislativi attuativi della legge delega per la revisione dello strumento militare, è stato spostato alle 17 di oggi 9 gennaio. In sede di riunione sarà prioritario chiedere il testo dei decreti che il Ministro porterà all’approvazione del consiglio dei ministri, ritenendo possa esserci ancora qualche margine per eventuali ritocchi al testo, considerando che i pareri di Camera e Senato sono obbligatori ma non vincolanti. In allegato trovate i pareri delle commissioni. 
 
 
                                  FPCGIL DIFESA
                                   Noemi Manca


 

news

CC Viterbo: Dap convoca OO.SS.

ICE acqua: in Italia 65.223 le firme valide

ICE

Oltre un milione e seicentomila firme valide in 28 paesi

“Abbiamo ricevuto i certificati delle autorità dei 28 Stati membri che hanno verificato le nostre firme , confermando che abbiamo raggiunto il numero di 1.676.790 firme valide.”  Così ha comunicato ufficialmente il Comitato dei cittadini della ICE sull’acqua – “Abbiamo informato la Commissione europea di questo. Consegneremo questi certificati al Commissario europeo per le  Relazioni interistituzionali e amministrazione, lo slovacco Maroš Šefčovič, come primo successo della Iniziativa dei cittadini europei.

In Italia sono state certificate 65.223 firme valide (pari al 96,44% delle firme presentate all’Autorità nazionale).

La soglia minima è stata raccolta in 13 paesi ( il limite era 7): Germania (1.236.455 firme); Italia (65.223), Spagna (58.051), Austria (57.643), Belgio (40.549), Grecia (33.220), Paesi Bassi (21.469), Slovacchia (20.988), Ungheria (18.245), Slovenia (17.546), Finlandia (14.598), Lituania (13.252), Lussemburgo (5.566)

“Ci aspettiamo di avere una audizione al Parlamento europeo nel mese di febbraio (il 17 o il 20), in cui potremo spiegare le nostre richieste, per ottenere una risposta dalla Commissione nel mese marzo. Questo significa che aspetteremo con impazienza la Giornata mondiale dell’acqua: 22 Marzo 2014 . Speriamo che la Commissione europea utilizzi questa data per annunciare che l’Unione europea attuerà il diritto umano all’acqua e ai servizi igienico-sanitari nella legislazione europea. Ci auguriamo inoltre che l’ UE adotti molti dei nostri suggerimenti per realizzare il diritto umano all’acqua e ai servizi igienico-sanitari per tutti gli abitanti in Europa e per fare di questo diritto una realtà per molte, molte più persone in tutto il mondo !”

 


Logo dei Vigili del Fuoco

Concorsi a CS e CR: le idee della FP CGIL VVF e la coerenza

 

CONCORSI A CS E CR:
LE IDEE DELLA FP CGIL VVF E LA COERENZA

 

I fatti confermano ciò che abbiamo sempre sostenuto:

la riforma del Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco è l’esatto contrario di ciò che le LAVORATRICI ed i LAVORATORI del CNVVF hanno bisogno.

Per un sistema concorsuale più rapido e flessibile 1°Aprile2008 avevamo chiesto:

 
  • L’APPLICAZIONE DEL VECCHIO CONTRATTO INTEGRATIVO PER IL 2006-07-08
  • ATTRIBUZIONE DI POSTI CON LE MODALITÀ PREVISTE PER LA QUOTA 60%
  • RICONOSCIMENTO DELLA DECORRENZA ECONOMICA
 
 

Ebbene, a distanza di due anni l’amministrazione, condividendo i contenuti e gli obiettivi della proposta presentata e sostenuta unitariamente da CGIL, CISL e UIL,  ha ripreso in maniera integrale la nostra idea di moratoria dell’art.12 del D.Lgs. 217/05 per avviare un iter normativo veloce e funzionale concernente i passaggi di qualifica con decorrenza 2009/2012 per i CS e 2007/2012 per i CR, utilizzando per tutti i posti messi a concorso la procedura prevista per il 60%, ovvero tenendo conto esclusivamente dell’anzianità e dei titoli professionali.

 
 

IL PROSSIMO OBIETTIVO:
DECORRENZA ECONOMICA = DECORRENZA GIURIDICA

 
 

PER DIFENDERE IL LAVORO ED I DIRITTI DEI VIGILI DEL FUOCO SOSTIENI LA FPCGIL VVF

 

 

Di seguito, in allegato, pubblichiamo i documenti che testimoniano la verità dei fatti: 

 

Mobilità S.A.T.I. – Integrazione

08.01.2014 – Mobilità S.A.T.I. – Integrazione

 

 

Presentata la Guida sindacale all'uso delle Linee Guida Ocse sulle Multinazionali.

Sindacato e internazionalizzazione delle imprese

Con un’iniziativa unitaria presso la sede della UIL, lo scorso 13 dicembre, è stata presentata alle categorie e alle strutture territoriali la “Guida sindacale all’uso delle Linee Guida OCSE sulle Multinazionali”.

Dopo l’introduzione del segretario confederale UIL, Lamberto Santini, è stata la stessa Kirstine Drew, della segreteria del TUAC (Comitato Consultivo Sindacale presso l’OCSE), responsabile per le politiche sugli investimenti e le multinazionali e autrice della Guida, a illustrarla ai presenti.

La Guida sindacale (allegata) è suddivisa in 5 parti: Guida Rapida; Capire la responsabilità delle imprese multinazionali; Usare le Linee Guida Ocse; Usare il meccanismo per i reclami; Risorse.

Drew ha, prima di tutto, confermato come i principi contenuti nelle Linee Guida siano vincolanti per i 45 governi sottoscrittori (34 paesi dell’OCSE, più 11 che hanno aderito alle LG) e impegnative per le imprese di questi paesi operanti all’estero, in qualsiasi altro paese esse operino.

I governi aderenti hanno l’obbligo di promuoverle presso le rispettive imprese e di vigilarne sull’attuazione attraverso i Punti di Contatto Nazionali (PCN), presso i quali possono essere presentate istanze contro le violazioni delle LG stesse, con una procedura di istruttoria e di promozione di una mediazione al fine di rimediare concretamente alla violazione, se accertata.

La Guida sindacale si riferisce all’aggiornamento 2011 delle “Linee Guida OCSE per le imprese multinazionali. Condotta responsabile delle imprese nel contesto globale”, frutto di un lungo processo di consultazione tra i governi dell’OCSE e i comitati consultivi degli imprenditori (BIAC), dei sindacati (TUAC) e della società civile (OECD Watch).

La Guida sindacale mette in rilievo i nuovi elementi positivi contenuti nelle Linee Guida, tra cui il capitolo sui diritti umani, l’applicazione univoca delle Linee Guida per i fornitori e per gli altri rapporti commerciali, l’ampliamento della sfera di applicazione del capitolo sull’occupazione, norme più forti che disciplinano il funzionamento dei Punti di Contatto Nazionali e il rafforzamento del ruolo dell’OCSE nella loro attuazione.

Tra le novità più rilevanti delle Linee Guida, Drew ha sottolineato l’inserimento tra i principi cui devono attenersi le imprese dei punti seguenti: mettere in atto una due diligenge basata sul rischio, ad esempio integrandola nei sistemi di gestione del rischio d’impresa, al fine di identificare, prevenire e mitigare l’impatto negativo, potenziale o effettivo delle loro attività e rendere conto di come tale impatto viene affrontato; evitare di provocare o contribuire con le proprie attività all’impatto negativo nelle materie trattate dalle Linee Guida e prendere le misure opportune quando tale impatto si verifichi; cercare di prevenire o minimizzare un impatto negativo quando, pur non avendo contribuito a provocarlo, tale impatto sia tuttavia legato alle loro attività, ai loro prodotti o ai loro servizi in virtù di un rapporto commerciale; oltre a contrastare l’impatto negativo sulle materie trattate dalle Linee guida, incoraggiare, per quanto possibile, i propri partner commerciali, compresi fornitori e subcontraenti, ad applicare principi di comportamento imprenditoriale responsabile conformi alle le Linee guida.

La Guida sindacale fornisce gli strumenti pratici per i sindacati, i rappresentanti sindacali delle aziende, organizzazioni della società civile, comunità locali per presentare istanze al Punto di Contatto Nazionale.

Le Linee Guida – ha spiegato Drew – stabiliscono principi chiari cui i governi e i PCN si devono attenere, ma lascia anche ai singoli governi la responsabilità di organizzare il proprio Punto di Contatto Nazionale. Questo fa sì che ci siano molte differenze nella struttura e nel funzionamento dei diversi PCN, che sono sottoposti, comunque, a un confronto e una “revisione” continua, anche grazie agli incontri annuali, alla consultazione con le parti sociali e alla partecipazione – paese per paese – delle parti e della società civile al loro funzionamento.

La Guida sindacale contiene anche un quadro riassuntivo dei casi presentati ai diversi PCN dai sindacati – nazionali o Global Unions, molto spesso in collaborazione tra loro; delle loro motivazioni e dei loro esiti.

All’incontro era presente anche la dott.ssa Benedetta Francesconi, responsabile del PCN italiano, istituito presso il Ministero dello Sviluppo Economico (MISE), che ne ha presentato la struttura, le modalità di lavoro, l’attività fin qui realizzata.

Il segretario generale del Tuac, John Evans – nel corso di una tavola rotonda con la stessa Francesconi e Francesco Lauria della Cisl – ha inquadrato il ruolo delle Linee Guida Ocse e del loro utilizzo da parte dei sindacati nel più vasto contesto degli strumenti normativi internazionali a tutela dei diritti sociali e del lavoro, a partire dalle Convenzioni dell’Organizzazione Internazionale del Lavoro. Evans ha anche ripercorso la storia delle stesse Linee Guida, nate nel 1976, in parallelo alla Dichiarazione Tripartita dell’OIL sulle Multinazionali, e passate per due importanti revisioni, come quella del 2000 e quella del 2011, cui si riferisce la versione odierna, intrecciata con la definizione, da parte del Comitato Onu per i Diritti Umani, del Principi Guida su Imprese e Diritti Umani.

Nelle sue conclusioni, il segretario confederale della CGIL, Danilo Barbi, ha a sua volta sottolineato l’utilità di strumenti come le Linee Guida Ocse nel contesto di un’azione sindacale, nazionale e globale, che miri in qualche modo a “civilizzare” e regolare un capitalismo neoliberista altrimenti “selvaggio”.

In questo senso, le LG sono uno strumento utile, ma il loro utilizzo va inquadrato nella più generale battaglia sindacale per modificare radicalmente il paradigma dell’attuale globalizzazione, superando un libero mercato che – avendo negli ultimi trent’anni completamente liberalizzato e messo in concorrenza natura, lavoro, moneta – è giunto ad una situazione di totale insostenibilità.

In altre parole, la crisi di questa globalizzazione richiede non solo un’azione puntuale sul piano contrattuale e di contrasto alle violazioni dei diritti da parte delle imprese, ma un’iniziativa e proposta politica alternativa del movimento sindacale internazionale capace di rendere effettivo il principio base dello “spirito di Filadelfia”: “il lavoro non è una merce”. (13/12/2013)

Leopoldo Tartaglia (CGIL politiche globali)

 
 

OCSE: maggiore attenzione all'uguaglianza

 TUAC

Il sindacato: passare dalle parole ai fatti

Si è svolta a Parigi, lo scorso 10 dicembre, l’assemblea plenaria del TUAC, il Comitato Consultivo Sindacale presso l’OCSE, organismo che riunisce 59 sindacati dei 34 paesi aderenti all’organizzazione.
L’assemblea – che si riunisce due volte l’anno – ha fatto il punto sulle molteplici attività di interlocuzione -pressione verso il segretariato dell’OCSE e i governi dei paesi membri: dal quadro e dalle raccomandazioni sulla situazione economica globale e dei paesi più sviluppati in particolare alle politiche sull’istruzione, la formazione e l’occupazione; dal progetto sui Nuovi Approcci alle Sfide Economiche (NAEC) alle politiche fiscali e al progetto BEPS per contrastare l’erosione della base fiscale e lo slittamento dei profitti verso i “paradisi fiscali” da parte delle imprese multinazionali; dalle politiche di controllo del mercato finanziario e degli investimenti dei fondi pensione alla promozione delle Linee Guida sulla “condotta responsabile” delle imprese multinazionali e internazionalizzate – solo per citare i temi principali del vasto spettro di attività dell’OCSE, su cui il TUAC esercita un controllo e una pressione costanti.

Il TUAC è anche alla testa dell’iniziativa della Confederazione Internazionale dei Sindacati (ITUC-CSI) verso il G20. Il raggruppamento sindacale L20 (ITUC, TUAC, Global Unions, sindacati dei paesi G20) è impegnato ora nel garantire che la presidenza di turno australiana (proprio negli stessi giorni il governo australiano ha lanciato a Camberra i temi dell’agenda per il 2014) confermi e rafforzi il ruolo dei sindacati, promuova anche quest’anno – dopo la prima esperienza in Russia – una consultazione tra le parti sociali e il vertice congiunto di Ministri del Lavoro e Ministri delle Finanze, dia continuità e sostanza ai lavori della Task Force sull’occupazione, avviata con il G20 a presidenza francese, nel 2011.

Tra i tanti temi in discussione (inclusa l’approvazione dei bilanci consuntivo e preventivo e del piano di lavoro 2014) sono state affrontate anche le situazioni specifiche di due paesi, la Corea e la Colombia, dove sono palesi e gravissime le violazioni dei diritti sindacali. Si tratta di due paesi molto diversi, naturalmente, anche nella loro relazione con l’OCSE. La Corea del Sud è stata ammessa nell’organizzazione 17 anni fa, a condizione di un lungo processo di monitoraggio sull’adeguamento delle sue leggi sul lavoro ai principi di rispetto della libertà di organizzazione e contrattazione collettiva, sanciti dalle Convenzioni OIL e acquisiti dai paesi OCSE. Per la Colombia, il processo di adesione è in corso e il TUAC insiste con forza a condizionarlo ad un radicale cambiamento, di legge e di fatto, della situazione nel paese, tragicamente caratterizzata dalla continua aggressione e violenza contro i sindacalisti, con oltre duemila omicidi negli ultimi 15 anni, senza che mai i colpevoli fossero individuati e condannati. Anche se in Corea la situazione non è così tragica, la recente decisione del governo di mettere fuori legge sindacati rappresentativi degli insegnanti e dei dipendenti pubblici segnala la necessità di strumenti adeguati, da parte dell’organizzazione, per garantire, prima e dopo l’adesione, il reale rispetto dei diritti sindacali e del lavoro nei paesi membri.

All’indomani della plenaria TUAC, si è tenuto l’annuale incontro di consultazione con il Comitato di Collegamento dell’OCSE, l’organismo ufficiale del segretariato e dei paesi membri che, appunto, si confronta periodicamente con i sindacati e gli altri soggetti ammessi all’OCSE, gli imprenditori, organizzati nel BIAC, e la società civile, organizzata in OECD Watch.

La riunione è stata presieduta dal Segretario Generale dell’OCSE, il messicano Angel Gurria, con la presenza dei dirigenti dei diversi dipartimenti dell’organizzazione e di 18 ambasciatori permanenti dei paesi membri (tra cui quello italiano, Carlo Maria Oliva).

Il TUAC, avendo deciso di concentrare il confronto sul lavoro di analisi che l’OCSE sta svolgendo sul tema delle diseguaglianze e del loro peso come causa della crisi globale, ha illustrato il suo documento “Crescita più equa: un’agenda politica per ridurre le diseguaglianze e promuovere la crescita inclusiva” (vedi allegato).

Gli interventi del TUAC si sono concentrati, in particolare, sulla crescita delle diseguaglianze nella maggior parte dei paesi OCSE nel trentennio precedente lo scoppio della crisi economico-finanziaria globale; l’accentuarsi delle diseguaglianze, durante la crisi (in particolare, con la crescita del reddito, negli Usa, a quasi esclusivo vantaggio dell’1% più ricco); l’importanza del sindacato e della contrattazione collettiva nei paesi – come quelli nordeuropei – dove si registra contemporaneamente un maggior livello di crescita e un minor livello di diseguaglianza; la necessità di modificare le politiche fiscali, restituendo progressività al sistema impositivo, portando a tassazione i redditi da capitale come quelli da lavoro, mettendo in pratica il piano d’azione già elaborato e proposto al G20 per combattere la “doppia non imposizione” delle multinazionali che utilizzando la pianificazione fiscale, lo spostamento dei profitti tra le consociate e “accorte” modalità di trasferimento dei prezzi interni tra di esse pagano di fatto tasse irrisorie se paragonate alla media delle imprese piccole e medie incardinate in un singolo paese.

In una seconda sessione del confronto, il TUAC ha proposto, come possibile esempio di politiche che hanno contribuito alla riduzione delle diseguaglianze, alla riduzione della povertà e ad una crescita più inclusiva, il recente percorso del Brasile, governato dal PT di Lula. Qui, oltre alle politiche contro l’esclusione sociale, come il noto programma Bolsa Familia, il TUAC ha sottolineato il ruolo dell’intervento pubblico nella programmazione e attuazione diretta di politiche economiche e gestione di settori produttivi strategici, da un lato, e, dall’altro, il continuo aumento dei salari minimi e dello spazio della contrattazione collettiva, con il risultato che il 95% dei lavoratori brasiliani hanno visto aumentare i loro salari e questo si è tradotto in una migliore distribuzione dei redditi e in un aumento della domanda interna.

Le analisi e proposte del TUAC sono state, sostanzialmente, condivise e ulteriormente suffragate dalle valutazioni di Stefano Scarpetta (direttore del dipartimento Occupazione, Lavoro e Affari Sociali – ELS), Martine Durand (direttrice dell’Ufficio Statistiche – STD), Pascal Saint-Amans (direttore del Centro per le Politiche Fiscali – CTP), Sergio Atzeni (direttore del dipartimento PMI – CFE) e Mario Pezzini (direttore del Centro per lo Sviluppo – DEV).

Sostanzialmente positive anche le reazioni degli ambasciatori di Austria, Turchia, Giappone (che ha anche illustrato i temi della presidenza del prossimo Forum Ocse), Olanda, Francia, Gran Bretagna, Portogallo e Stati Uniti.

Lo stesso Segretario Generale, Gurria, ha confermato che la questione dell’uguaglianza economica rimarrà al centro del lavoro dell’OCSE, che intende promuovere una crescita più inclusiva, “senza lasciare indietro nessuno”.

Nel suo intervento conclusivo, il segretario generale del TUAC, John Evans, ha apprezzato l’avanzamento del dibattito e la capacità di entrare nel merito di valutazioni più concrete di politica economica. Ma ha ancora una volta sottolineato la necessità di colmare rapidamente la distanza tra analisi, studi, raccomandazioni di “nuovi approcci alle sfide economiche” e la realtà delle politiche messe in campo dai governi, ancora improntate all’austerità e all’attacco allo stato sociale e ai diritti dei lavoratori. (10/12/2013)

Leopoldo Tartaglia (CGIL Politiche globali)

 
 

Corsi per Istruttori di patenti terrestri

08.01.2014 – Corsi per Istruttori di patenti terrestri

 

 

Ricognizione aspiranti Istruttori ginnici – Bozza circolare

08.01.2014 – Ricognizione aspiranti Istruttori ginnici – Bozza circolare

 

 

NEWS

La FPCGIL Medici su La Repubblica. Spariti mille primari: "Ospedali senza guida".

 
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Rimini: Lettera al Comandante

07.01.2014 – Lettera al Comandante

 

 

 
 
Schema di Codice di Comportamento del personale amministrativo – Osservazioni

 
 Roma, 02/01/2014     
 

All’Avvocato Ruggero Di Martino
Segretario Generale Avvocatura dello Stato
SEDE
 

Oggetto: Schema di Codice di Comportamento del personale amministrativo dell’Avvocatura dello Stato.
 
   
  La scrivente O.S. ha già inviato le proprie osservazioni sullo “Schema di codice di comportamento del personale amministrativo dell’Avvocatura dello Stato”, utilizzando l’apposito modello predisposto dall’Amministrazione ed inviandolo all’indirizzo mail dedicato.
  Tuttavia, in considerazione della delicatezza della materia, riteniamo opportuno riportare direttamente anche al Segretario Generale le nostre valutazioni e – soprattutto – le nostre richieste.
  Lo schema proposto, in quanto contiene svariati richiami a tematiche sulle quali è aperto il confronto con le OO.SS. (sistema della performance, disciplina delle posizioni organizzative) e ad altre non ancora rese note (piano triennale di prevenzione della corruzione), non consente di elaborare una valutazione compiuta ed esauriente.
  D’altronde, la previsione di un percorso partecipativo preliminare all’adozione del Codice, avvalora a nostro avviso la necessità di un confronto diretto con le OO.SS. rappresentative del personale amministrativo.
Pertanto ribadiamo la richiesta di un rinvio dell’entrata in vigore del Codice successivamente alla definizione delle tematiche attualmente pendenti come sopra indicate, ed in ogni caso non prima di aver convocato le OO.SS. per la disamina congiunta dello schema di Codice.
Evidenziamo infine che la normativa vigente in materia prevede che l’Amministrazione organizzi attività formative del personale per la conoscenza e la corretta applicazione del Codice.

LA DELEGAZIONE TRATTANTE NAZIONALE FP CGIL
           AVVOCATURA DELLO STATO
            
           


 
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