Comunicato stampa Fp-Cgil Cisl-Fp Uil-Fpl Uil-Pa
Un progetto organico di riordino istituzionale e degli assetti territoriali. E una nuova architettura delle amministrazioni pubbliche per realizzare una vera rete territoriale dei servizi pubblici, con un nuovo ruolo per le Amministrazioni centrali e per Regioni, Province, Comuni e Città metropolitane. E’ questo il contenuto del documento “Linee guida per un riordino partecipato del territorio e delle sue istituzioni” messo a punto dalle federazioni del pubblico impiego di Cgil, Cisl e Uil e presentato oggi a Roma al vertice degli organismi nazionali e regionali delle quattro sigle.
Dai segretari generali Rossana Dettori (Fp-Cgil), Giovanni Faverin (Cisl-Fp), Giovanni Torluccio (Uil-Fpl) e Benedetto Attili (Uil-Pa), è partita una proposta concreta di riordino delle amministrazioni pubbliche, che “con la sola applicazione del sistema dei costi e fabbisogni standard – calcolano i sindacati estendendo le proiezioni della Copaff a tutto il settore pubblico – potrebbe portare ad un risparmio di spesa di almeno 50 miliardi di euro in un decennio. Vale a dire quei 5-6 miliardi all’anno da destinare al miglioramento dei servizi e al riconoscimento economico e professionale dei lavoratori, tanto di quelli a tempo indeterminato quanto di quelli precari, che garantiscono il mantenimento di servizi essenziali per i cittadini”.
Al centro del piano la riduzione dei livelli amministrativi, l’eliminazione della duplicazione delle funzioni e un intervento forte su società partecipate, enti intermedi e organismi di consulenza responsabili della moltiplicazione dei costi e della complicazione sortita dalla riforma del titolo V della Costituzione: “Soluzioni draconiane come la soppressione delle Province rischiano di creare toppe peggiori del buco. Bisogna intervenire su tutti i livelli con un disegno organico. A partire dalle amministrazioni centrali le cui strutture periferiche devono diventare poli unificati di servizi al cittadino”. Dalle Regioni “che devono assumere un ruolo di programmazione e coordinamento e farsi carico di una vera responsabilità sulla spesa, anche attraverso la previsione di forme avanzate di autonomia impositiva”. E per finire con gli enti locali: “Valorizzare il decentramento amministrativo, renderlo effettivo e meno gravoso, vuol dire ridisegnare la rete dei servizi pubblici sul territorio. Attraverso la ridefinizione delle funzioni attribuite agli enti locali; l’incentivo alla fusione di comuni e alla gestione associata di obiettivi, mezzi, professionalità e risorse; la creazione di ambiti di area vasta, che includano quelli derivanti dall’istituzione delle Città metropolitane, sui quali ridisegnare il ruolo delle Province”.
Solo così, concludono i segretari di Fp-Cgil, Cisl-Fp, Uil-Fpl e Uil-Pa, “si potrà uscire dalle secche di assetti istituzionali e amministrativi complicati e costosi. E investire nelle professionalità di quei 3 milioni di lavoratori che aspettano un rinnovo di contratto dal 2009”.
Roma , 10 ottobre 2013
Croce Rossa Italiana, domani Cgil Cisl Uil e Cisal in piazza
“Sulla riforma serve più tempo. E garanzie per tutti i lavoratori”
Roma, 16 ottobre 2013
Le federazioni di categoria di Cgil Cisl Uil e Cisal scendono in piazza per chiedere garanzie a tutela dei 4.000 lavoratori della Croce Rossa Italiana. E proseguono la mobilitazione che domani vedrà un presidio nazionale a Montecitorio, davanti alla Camera dei Deputati, a partire dalle ore 10.30.
Al centro della protesta, il modo con la quale si sta procedendo al riordino della Cri, trasformata da ente pubblico in associazione di diritto privato, con tutte le incertezze sul piano della tenuta occupazionale e retributiva. Vale a dire il rischio di un netto ridimensionamento dell’ente e di una grave emorragia di posti di lavoro. Rischio che danneggerebbe non solo gli operatori della Croce rossa, ma anche i cittadini che dalla Croce rossa ogni giorno ricevono assistenza e supporto.
Con la mobilitazione, Fp-Cgil, Cisl-Fp, Uil-Pa e Fialp-Cisal ribadiranno con forza la richiesta di un anno di proroga all’applicazione della riforma. Il tempo necessario per una riorganizzazione seria della Cri e per la definizione condivisa di punti essenziali: livelli dei servizi, fabbisogni di personale, tutela dei lavoratori precari (quasi la metà dell’intero organico).
Ma non solo. La proroga servirebbe infatti anche per permettere al Governo di utilizzare la delega legislativa contenuta nel ddl Lorenzin presentato a luglio. E mettere a punto quei correttivi alla riforma necessari per mantenere la qualità delle prestazioni all’utenza e i livelli occupazionali.
Comunicato Stampa di Cecilia Taranto, Segretaria Nazionale Fp-Cgil e Massimo cozza, Segretario Nazionale Fp-Cgil Medici
Roma, 14 ottobre 2013
“Auspichiamo che il Governo Letta smentisca con i fatti la riduzione del finanziamento al sistema sanitario nazionale. Un taglio dall’attuale spesa, dal 7,1% del pil al 6,7% nel 2017, sarebbe devastante per la tenuta dei servizi ai cittadini e per la qualità del lavoro di medici e operatori sanitari. Siamo all’allarme rosso, al limite della sussistenza”. Con queste parole Cecilia Taranto, Segretaria Nazionale Fp-Cgil, e Massimo cozza, Segretario Nazionale Fp-Cgil Medici, lanciano l’allarme in merito ai possibili tagli al sistema sanitario nazionale e chiedono, come già fatto la scorsa settimana dalla segretaria nazionale della Cgil Vera Lamonica, di “scongiurare ulteriori pesanti riduzioni dei livelli essenziali di assistenza, a partire dalla cancellazione dell’aumento dei ticket, che si tradurrebbero in altri 2 miliardi di tagli alla salute”.
“Sarebbe una scelta scellerata – aggiungono i due sindacalisti – visto che il nostro è uno dei sistemi pubblici più sostenibili dell’area Ocse, meno costoso di quello tedesco (8,4% del pil), francese (8,7%) e olandese (9,5%), e persino del tanto citato esempio statunitense (8,3%), che registra il livello più alto di spesa sanitaria complessiva, pari al 17,7% del Pil tra spesa pubblica e privata, contro il nostro virtuosissimo 9,2%”.
“Medici e operatori sono allo stremo. Mentre le strutture sanitarie sono state ‘asciugate’ con la riduzione dei posti letto e dei finanziamenti, nulla si è fatto sui servizi di prossimità. Invece di portare la sanità tra i cittadini, con presidi territoriali, in questo modo la si ridimensionerebbe in modo drammatico. Con il taglio degli sprechi si giustifichi un insopportabile colpo all’universalità del nostro sistema. La spesa va semmai efficientata – concludono Taranto e Cozza – ma vista la sua entità non può ulteriormente essere ridotta”.
“Apprendiamo che non ci sarebbe in previsione la proroga dei lavoratori precari delle province prevalentemente concentrati nei centri per l’impiego. E in attesa di riorganizzare il sistema non si può depotenziare la rete di servizi per il lavoro esistente.” Lo affermano Serena Sorrentino, segretario nazionale Cgil, e Federico Bozzanca, segretario nazionale Fp Cgil.
“Gli addetti ai centri per l’impiego sono circa 6.800 in tutta Italia, di questi, secondo le ultime stime, circa 1500 sono quelli temporanei ai quali andrebbe intanto prorogato il contratto in scadenza al 31 dicembre di quest’anno”. Sottolineano i due dirigenti sindacali.
“Da tempo – proseguono Sorrentino e Bozzanca – chiediamo al ministro del Lavoro di riprendere la delega sulle politiche attive e la riorganizzazione dei servizi per il lavoro unitamente alle Regioni.
Nelle more che questo accada e con i tempi che ci vorranno per mettere a regime un nuovo impianto, in attesa di determinare l’attribuzione precisa delle competenze vista l’incertezza sul destino delle province, da gennaio deve partire la Garanzia Giovani e l’integrazione tra politiche passive e quelle attive”.
“Per questo – aggiungono i due sindacalisti della Cgil -, onde evitare che ci si accorga all’ultimo minuto che bisogna correre ai ripari perché il sistema non regge, occorre prorogare i contratti dei precari che oggi operano presso i centri per l’impiego, garantendo un servizio che va certamente potenziato e qualificato ma che comunque deve essere effettuato”.
“Auspichiamo che governo, commissioni parlamentari e ministero vadano nella stessa direzione, cioè quella di non indebolire ulteriormente i centri per l’impiego ma di approvare una misura che garantisca i lavoratori precari e riapra la discussione sul sistema di politiche attive”: concludono Sorrentino e Bozzanca.
Roma, 10 ottobre 2013
16.10.2013 – Corsi per Responsabili del Servizio Prevenzione e Protezione – Ricognizione
E’ vertenza quella che FP CGIL, CISL FP e UIL PA hanno aperto con l’Agenzia delle Entrate per la sua latitanza nel presentare alle OO.SS. il piano industriale che invece sta continuando a modificare l’organizzazione dell’Agenzia attraverso la chiusura di sedi territoriali.
Le risposte che il Capo del personale ha fornito ieri, in merito alle motivazioni della chiusura delle sedi e ai criteri relativi alla loro individuazione, sono state anch’esse il frutto di un continuo trincerarsi dietro apriorismi tecnicistici, peraltro, non supportati dalla fornitura degli adeguati dati e modelli che il Sindacato chiede da mesi.
L’Amministrazione ha comunicato, infatti, che su 374 Uffici presenti al momento dell’attivazione del piano circa 216 ( la quasi totalità) sarebbero potuti ricadere nella tipologia degli uffici da chiudere sulla base dell’interpretazione che l’Agenzia ha fatto delle norme relative alla “spending review”. Tra i 216 uffici così individuati, bontà loro, ne sarebbero stati selezionati solo 58 ( per ora?) per la chiusura e cioè: quelli con più bassa presenza di personale, con carico di lavoro inferiore al 50% della media nazionale, con determinate e particolari situazioni logistiche.
CGIL, CISL e UIL, hanno rigettato questo approccio ermetico ed hanno avviato una vertenza a tutela del ruolo dell’Agenzia nel paese e dei suoi lavoratori, partendo dalla richiesta di avvio di tavoli specifici dove è indispensabile partire dalla presentazione di un progetto organizzativo per poi avviare un tavolo di confronto per “snocciolare” il piano in atto di organizzazione dell’Agenzia e di contemporanea sospensione della chiusura delle sedi.
L’Amministrazione, che si è resa disponibile per un immediato avvio dei tavoli suddetti, anche nella considerazione che solo ciò consentirebbe di poter affrontare, attraverso un percorso condiviso anche il successivo passo organizzativo verso l’eventuale integrazione delle funzioni “core” dell’Agenzia del Territorio, non è stata altrettanto rassicurante rispetto alla richiesta di sospendere la chiusura di ulteriori sedi.
Le scriventi OO.SS., qualora, nelle more dei suddetti incontri relativi al confronto sul piano industriale, l’Agenzia dovesse procedere alla chiusura di ulteriori sedi, inaspriranno la vertenza a partire dall’avvio di apposite iniziative sindacali e mobilitazioni locali.
Roma, 11 ottobre 2013
FP CGIL CISL FP UIL PA
Luciano Boldorini Paolo Bonomo Sandro Colombi
No alla chiusura degli Uffici di Piedimonte Matese
e Santa Maria Capua Vetere
Nei giorni scorsi l’Agenzia delle Entrate ha comunicato il piano di chiusura di 41 Uffici in tutta Italia.
La Provincia di Caserta è pesantemente interessata, ancora una volta, da quest’ulteriore progetto di abbandono dei Presidi dello Stato.
Dopo la chiusura delle Sezioni Staccate del Tribunale di Santa Maria Capua Vetere, si scaricheranno ancora, sui cittadini e sui lavoratori, gli ulteriori costi di una politica contraddittoria di tagli indiscriminati.
La soppressione dei due Uffici dell’Agenzia delle Entrate rappresenta, nel nostro Territorio, una pesante riduzione dei servizi essenziali ed un inevitabile allentamento dell’azione di contrasto all’evasione fiscale.
I cittadini dell’area pedemontana saranno costretti a percorrere decine e decine di chilometri, su strade tutt’altro che scorrevoli, per chiedere un codice fiscale, per avere un chiarimento su una cartella esattoriale o su un avviso bonario. I 20 dipendenti dell’Ufficio di Piedimonte, a loro volta, saranno condannati al disagio di un pendolarismo che li impegnerà per almeno due ore al giorno.
Tutto questo mentre l’Amministrazione Comunale ha già dichiarato la disponibilità gratuita di locali adeguati ad ospitare l’Ufficio.
Sotto altri aspetti, la soppressione dell’Ufficio di Santa Maria Capua Vetere appare altrettanto grave. Quest’Ufficio nel 2012 ha attribuito oltre 6.500 codici fiscali, ha registrato e liquidato oltre 12.000 atti, ha eseguito quasi 2.000 controlli, gestendo un carico di lavoro pari al 21% del carico di lavoro complessivo della Provincia. Un esempio di funzionalità che si vuole smantellare, a tutto danno dei cittadini.
Un’ultima, importante considerazione va fatta sui locali della Direzione Provinciale di Caserta, che dovrebbero accogliere i dipendenti dei due Uffici da sopprimere: nella sede di Caserta è fisicamente impossibile collocare i 52 dipendenti interessati ed attrezzare le necessarie postazioni di lavoro. A meno che non li si voglia far rimanere in piedi e senza la possibilità di lavorare.
Per evitare queste scelte illogiche, la FP CGIL assumerà tutte le possibili iniziative contro l’ennesima ritirata dello Stato dai suoi doveri nei confronti dei Cittadini e dei Lavoratori della Provincia di Caserta.
Lorenzin, no aumento 2 mld ticket da 2014, copertura c’e’
(ANSA) – ROMA, 15 OTT – ”I due miliardi di ticket sono
coperti”. Lo ha assicurato il ministro della Salute Beatrice
Lorenzin intervenendo a Rainews24 in risposta ai dubbi espressi
dal segretario della Cgil Medici Massimo Cozza, a proposito
dell’aumento previsto dalla manovra del 2011 e che sarebbe
dovuto scattare a gennaio 2014. (ANSA)
Il segretario Nazionale della FPCGIL Medici Massimo Cozza intervistato in studio a RAI NEWS oltre ad esprimere soddisfazione per lo stop ad ulteriori tagli, con dubbi rispetto alla copertura dei 2 mld di ticket, ha comunque denunciato che nella Legge di Stabilità si colpiscono di nuovo medici ed operatori sanitari con il blocco della contrattazione anche per il 2014, con la mancanza di risorse per i precari, con il taglio degli straordinari e degli anni delle scuole di specializzazione.
A seguito dei solleciti della FP CGIL arriva la convocazione sul FESI 2013.
15.10.2013 – Convocazione riunione 29 ottobre 2013.
15.10.2013 – Scelta sedi Vigili del Fuoco 72° Corso
15.10.2013 – Scelta sedi concorso CS 2009 – Nuclei Sommozzatori