INL Protocollo e Circolare – Le Nostre Proposte al Tavolo

Nel corso
dell’incontro del 31 gennaio abbiamo anzitutto sollevato una serie di
questioni sul testo del protocollo di intesa presentato dall’amministrazione.

A nostro parere, è
essenziale l’inserimento di una premessa
politico-strategica relativa agli obiettivi che si intende perseguire. Se
l’INL nasce, nelle intenzioni del legislatore, per migliorare il contrasto alle
illegalità sul mercato del lavoro, è necessario inserire quest’obiettivo nel protocollo,
perché da esso discendono conseguenze non secondarie: l’organizzazione – del lavoro e degli uffici – più flessibile, come strumento per rendere più efficiente
l’attività; la formazione continua
di tutto il personale, quale elemento per garantire un aggiornamento
professionale in linea con l’evoluzione normativa; l’omogeneizzazione retributiva, con tempi e percorsi certi, al fine
di gratificare tutto il personale.

Il secondo tema su
cui abbiamo chiesto al tavolo un immediato intervento dell’amministrazione
riguarda la circolare 2/2017. Essa contiene, secondo noi, delle parti immediatamente applicabili – ad
esempio quelle sul superamento della procedimentalizzazione e sullo svolgimento
delle giornate di servizio esterno – e altre
non immediatamente applicabili, come quella relativa all’inserimento degli
ispettori del lavoro nell’area di vigilanza previdenziale e assicurativa. In
particolare, su quest’ultimo aspetto rimarchiamo, come abbiamo già detto al
tavolo, che senza adeguata e preventiva formazione degli ispettori del
lavoro tale inserimento non deve essere possibile.

Pertanto, al fine di
evitare che ogni ufficio si muova per conto proprio ribadiamo
all’Amministrazione l’urgenza di dare simili indicazioni al territorio.

 

Roma, 6 febbraio 2017

Il coordinatore nazionale
FP CGIL INPS, INL e ANPAL

Matteo Ariano

Circolari

       
In allegato le disposizioni organizzative di adeguamento Uffici Centrali territoriali dell’Amministrazione al DM 2.3.2016 (nota 0040229) e la successiva nota di Chiarimento (0040233) del 3 febbraio 2017.

FP CGIL Nazionale 
Massimiliano Prestini 

 

Rieti: Stato di agitazione

06.02.2017 – Proclamazione dello stato di agitazione provinciale presso il Comando Provinciale Vigili del Fuoco di Rieti – richiesta di avvio procedura di conciliazione amministrativa ai sensi dell’art. 2, comma 2, della Legge 146/90 e ss.mm.ii.

Campania: modifiche 139 e 217 – comunicato

 

06.02.2017 – Comunicato stampa per le modifiche 139 e 217

Dipendenti ex militari transitati nei ruoli civili della difesa

Roma, 3 Febbraio 2017

 

Al Ministero Economia e Finanze

 

Al Ministero della Difesa

Sottosegretario di Stato alla Difesa

 

Al vice capo Gabinetto civile del
Ministro

 

All’ Ufficio generale del centro di

responsabilità amministrativa Marina Militare

 

Al Direttore della

Direzione generale del personale civile
Al Direttore della

Direzione generale del personale militare

 

R o m a

 

 

           

OGGETTO: Dipendenti militari
transitati nei ruoli del personale civile difesa – Richiesta fruizione o monetizzazione
delle ferie non godute.

 

 

           

Continuano a pervenire alla scrivente
O.S. reiterate doglianze rappresentate dagli ex dipendenti militari transitati
per motivi di salute nei ruoli civili della difesa che, cambiando il proprio
status da militare a civile senza fare rientro dalla malattia, non hanno potuto
godere delle ferie e dei permessi spettanti, anche se il loro mancato utilizzo
è dipeso essenzialmente da eventi indipendenti sia dalla volontà del
lavoratore, sia dalla capacità organizzativa del datore di lavoro, ma invero
determinati dalla cessazione di servizio disposta a seguito della malattia.

           
Nella
nota M_D MDAMMTA0001025 del 16 Gennaio u.s., Maridiram TA afferma che il
transito nei ruoli civili “non determina
l’estinzione del rapporto di lavoro col Dicastero Difesa, ma lo modifica
unicamente in termini di novazione soggettiva”  e, pertanto, ritiene che il dipendente, ex
militare, ai sensi del d.l. n. 95/2012 art. 5 comma 8, non possa vedersi
riconoscere la monetizzazione delle ferie non godute ma debba fruire, come
dipendente civile, delle ferie maturate nel precedente rapporto di lavoro.
Viene inoltre specificato che la violazione di tale disposizione “oltre a comportare il recupero delle somme
indebitamente erogate, …”(omissis)…       

           
La
direzione generale del personale civile del Ministero della difesa però, in un
parere di merito su un caso simile, afferma che a proposito della “nota M_D MSTAT
0052333 del 03.08.2016…(omissis) ritiene di non poter aderire all’interpretazione
fatta propria dall’Ufficio Centrale per le ispezioni amministrative….
(omissis). Il rapporto di lavoro che consegue al transito – pur non originato
da un nuovo atto di assunzione – subisce, tuttavia, una novazione nella quale
il dipendente viene ad assumere un diverso status giuridico sia per la fonte
normativa che per gli istituti che vi ineriscono.Trattasi infatti di posizioni
di stato (quella “militare” e quella “civile”) disciplinate da normative del
tutto eterogenee …(omissis). Pertanto, eventuali richieste di ferie maturate,
in ragione del pregresso rapporto di … alle dipendenze dell’Amministrazione
militare e non fruite all’atto del transito stesso, dovranno essere fatte
valere esclusivamente nei confronti di quest’ultima” (cioè di Persomil , ndr).

           
E’ appena il caso di ricordare, in proposito, che proprio
questa variazione di status fa sì che l’anzianità di servizio acquisita in qualità di militare NON venga considerata utile nella partecipazione a concorsi, o
domande di trasferimento e quant’altro, perché
estranea al rapporto di lavoro “contrattualizzato” .

            Alla luce di quanto testé rappresentato, e considerato
che le ferie sono un diritto irrinunciabile, che la giurisprudenza comunitaria
(Corte di giustizia, Grande sez. sent. 20 gennaio 2009, n. 350/2006, sent. 20
gennaio 2009 , n. 520/2009, Corte di giustizia, 3 maggio 2012, n. 337), e
quella italiana (Cass. 9 luglio 2012, n. 11462; Cass. Sez. unite, 17 aprile
2009, n. 9146; Cons. di Stato, sez. VI, 9 maggio 2011, n. 2737; Cons. di stato,
sez. VI, 9 maggio 2011, n. 2736; Cons. di Stato, sez. VI, 18 novembre 2010, n.
8100; Cons. di Stato, sez. VI, 8 ottobre 2010, n. 7363; Cons. di Stato, sez.
VI, 7 maggio 2010, n. 2663), hanno in più occasioni espresso un orientamento
volto ad assicurare il diritto alla monetizzazione di quegli istituti in caso
di malattia dei lavoratori, si invitano le autorità e gli uffici in indirizzo
ad intervenire ognuno per la parte di propria responsabilità al fine di
garantire la salvaguardia del diritto di quei dipendenti a vedersi riconosciuta
la liquidazione delle ferie e/o permessi non goduti per interruzione del
servizio reso in qualità di militare di seguito alla infermità accertata.

 

           
Si resta in attesa di cortese cenno di riscontro      

                Il
Coordinatore Nazionale FP CGIL

           
                            Ministero
della Difesa

       
                               Francesco Quinti

          
                                                                                                 

Proposta Unitaria del 1° febbraio su Progressioni Economiche

AGENZIA DELLE ENTRATE

Incontro nazionale e tra le OO.SS. e l’Agenzia delle Entrate

Proposta Unitaria su Progressioni Economiche 2017 e 2018 allegata al verbale
ufficiale della riunione.

FP CGIL, CISL
FP, UIL PA e CONFSAL/SALFI ritenendo necessario perseguire l’obiettivo di
valorizzazione di tutti i lavoratori del fisco, vero motore del funzionamento
della macchina fiscale,
  presentano
la seguente
proposta unitaria relativa a nuove procedure di progressioni economiche.
Le scriventi
prima di entrare nel merito della proposta, in considerazione della oggettiva
circostanza che le risorse (certe e stabili) presenti sul Fondo sono in fase
di pressoché definitivo esaurimento con la conseguenza della completa
paralisi del sistema di incentivazione del personale,

 

chiedono
ai vertici
dell’Amministrazione, qui rappresentati dal Capo del Personale, di intervenire
con forza presso l’autorità politica affinché possano essere riconosciuti
ulteriori, costanti ed adeguati finanziamenti del sistema incentivante in
coerenza con le elevate aspettative (in termini qualitativi e quantitativi)
che lo stesso Governo pone annualmente all’Agenzia quali obiettivi e mission.
                                      PROPOSTA UNITARIA
 Premessa. Sulla base degli impegni
assunti con l’intesa del 14 dicembre u.s. e dei principi del vigente
Contratto di Comparto in materia di progressioni economiche, FP CGIL, CISL
FP, UIL PA e CONFSAL/SALFI propongono al tavolo di contrattazione la
progettualità di definire oggi due accordi relativi a progressioni per l’anno
2017 e 2018
. Ciò potrà avvenire utilizzando le risorse già stanziate
per il 2017 (17 milioni di euro per 11.1229 passaggi)
integrandole
con quelle che si renderanno disponibili/definibili (nel corso del 2017) per
ulteriore progressione nel 2018.

Le
procedure dovranno avere identici criteri di selezione.
                                                   ***

 

Requisito ai fini
dell’ammissione alla procedura:


2 (due) anni di permanenza nell’attuale fascia economica al 31 dicembre


2016 (al 31.12.2017 peer la procedura 2018)
. Ciò determinerebbe, oltre al rispetto pieno del
principio stabilito dal Contratto di Agenzia, l’opportunità di dare a tutti
i lavoratori continuità e chance di partecipazione alle suddette prossime
procedure.

 

Criteri
per la formazione delle graduatorie

 Confermare il principio
contrattuale
che la valorizzazione dei titoli di studio/professionali e
della esperienza professionale vanno combinati tra loro, in modo tale da
evitare la prevalenza (nel suo valore massimo) dell’uno sull’altro (es.: Max
punti 30 per anni di servizio – Max punti 30 per titoli). In particolare:
     *        Valorizzazione esperienza
professionale:
Prevedere un’adeguata valorizzazione degli anni di servizio
nell’attuale fascia economica comunque salvaguardando la professionalità in
precedenza acquisita.
     *        Valorizzazione dei titoli di studio e
professionali:
In coerenza con i principi già consolidati nelle precedenti
progressioni economiche, proporzionati rispetto all’area di appartenenza.

 

 Graduatorie:

Prevedere graduatorie nazionali al fine di consentire, per singola fascia
economica, la progressione economica a chi effettivamente ha il punteggio
maggiore senza creare discrasie tra lavoratori di regioni diverse.

 Queste OO.SS. si riservano
la possibilità di ogni utile integrazione e/o modifica alla proposta
presentata.
                                                 ***
 In considerazione del fatto che la presente
proposta, così come sopra articolata, viene presentata dalle sottoscritte
OO.SS. successivamente alla proposta formulata dalla parte pubblica ad avvio di
contrattazione;
 in assenza di altra proposta
presentata al tavolo di contrattazione,

preme evidenziare, con
riferimento all’ipotesi e alla tipologia di valutazione formulata sempre da
codesta parte pubblica, che essa è inaccettabile così come non sono accettabili
i precedenti superati modelli di valutazione previsti in precedenti
progressioni.

In tal senso, queste
OO.SS. rinviano, peraltro, a quanto previsto nell’Intesa con il Governo del 30
novembre u.s. in materia di rinnovo contrattuale che al più configura forme di
valutazione riferibili alle strutture nel loro complesso e non a valutazione
individuale.
 Pertanto pongono al
presente tavolo di contrattazione tali dirimenti considerazioni.
Roma,1 febbraio 2017

FP CGIL
Boldorini
Di Leo
CISL FP
Silveri

UIL PA
Cavallaro
CONFSAL/SALFI
Sempreboni
Sparacino

 

Il Ministro deve intervenire – La CGIL insiste nel dire NO al progetto di Decreto

 
 

03.02.2017 – Questo silenzio non ci tranquillizza.  

Il
Ministro deve intervenire per i Vigili del Fuoco

Continuiamo
a chiedere un intervento

La
CGIL insiste nel dire NO al progetto di Decreto

A pochi giorni dalla
presentazione del progetto di riordino dei compiti, delle funzioni e
dell’ordinamento del Corpo Nazionale VV.F. in attuazione della delega
della legge 13 agosto 2015, n. 124 voluto dal Sottosegretario On.
Bocci e dal Capo Dipartimento Dott. Frattasi, la Fp Cgil non ha
ancora ufficialmente ricevuto alcuna risposta da parte del Governo.

La
richiesta inviata al Ministro Minniti, dove chiedevamo un Suo
autorevole intervento affinché ponesse fine a questa ingiusta
modalità di trattamento dei Vigili del Fuoco, ad oggi, non ha avuto
riscontri concreti nè aperture. Per questo non possiamo abbassare la
guardia.

La
Cgil intende insistere; il Governo deve fare in modo che l’intero
impianto venga rimesso in discussione, sgombrando il tavolo dalla
vergognosa proposta fatta dal Dipartimento, sospendendo l’incontro
dell’8 febbraio p.v., ritirando le bozze e riportando la discussione
all’interno di una modalità democratica e condivisa con tutte le
Organizzazioni Sindacali di categoria.

Continuiamo a sostenere con
forza la nostra contrarietà alla prefettizzazione del Corpo
Nazionale dei Vigili del Fuoco, rivendicando la nostra autonomia ed
il rispetto per il lavoro che quotidianamente svolgiamo al servizio
della cittadinanza.

In
questo momento, senza sosta, dal lontano 24 agosto, i Vigili del
Fuoco stanno operando in favore delle popolazioni duramente colpite
dai continui eventi sismici e dallo straordinario maltempo che ha
imperversato su una vasta area del centro Italia.

Qualcun altro, incurante del
sacrificio, del disagio, della professionalità e della competenza
dimostrata, sta lavorando per far tornare indietro di decenni i
pompieri italiani, offendendo e mortificando quelle lavoratrici e
quei lavoratori che quotidianamente assicurano il soccorso tecnico
urgente.

Siamo
disponibili a discutere nel merito, pronti a portare a termine quanto
stabilito nella delega ma non siamo disponibili ad essere trattati
come manovalanza subalterna ai Perfetti.

Invitiamo,
nuovamente, le forze politiche ed i mass media a farsi interpreti
della nostra protesta.

Il
Ministro intervenga, l’alternativa, altrimenti, non potrà che essere
la mobilitazione.

Coordinatore
Nazionale

FP
CGIL VVF

Danilo
ZULIANI

 

 

Richiesta incontro urgente FP CGILCISL FPUIL FPL al Ministro della Salute Beatrice Lorenzin

Roma, 3 Febbraio 2017

Alla C.A. Ministro della Salute

On. Beatrice Lorenzin

Oggetto: Richiesta Incontro

Gentile Ministro,

i dati recentemente pubblicati dal
Conto Annuale della Ragioneria Generale dello Stato

evidenziano, anche nel settore della
Sanità, il perdurare di una diminuzione dei dipendenti del

Servizio Sanitario Nazionale, un
importante incremento in molte Regioni di ricorso all’utilizzo di

lavoratrici e lavoratori non stabili
e il progressivo aumento dell’età anagrafica degli operatori.

La lettura di questi dati ci induce
ad una forte preoccupazione per la tenuta del SSN, la

garanzia dell’attuazione dei nuovi
LEA e le tutele dei cittadini e dei lavoratori per il diritto universale

alla salute e il rispetto dei
diritti contrattuali.

La discussione già in atto sul tema
del fabbisogno del personale necessita di un

coinvolgimento diretto delle
rappresentanze sindacali, al fine di determinare la reale possibilità di

costruire organici adeguati ai
bisogni dei cittadini non basati esclusivamente sulle risorse oggi

disponibili.

E’ necessario, inoltre, aprire un
confronto – sulla base di quanto già definito con l’accordo

del 30 novembre scorso tra Governo e
OO.SS – a garanzia delle risorse necessarie all’avvio delle

trattative per il rinnovo del CCNL
del Comparto Sanità.

Per quanto sopra rappresentato, le
chiediamo un urgente incontro.

In attesa di riscontro, cordiali
saluti.

FP CGIL

Serena Sorrentino

Cecilia Taranto

CISL FP

Maurizio Petriccioli

UIL FPL

Michelangelo Librandi

Maria
Vittoria Gobbo

Ministero Difesa: Lettera Fp Cgil – Uil Pa a Petriccioli Cisl Fp


A lungo
avevamo tentato nei giorni scorsi di costruire una posizione unitaria forte e
incisiva, per produrre un salto di qualità nella vertenza con la Ministra della
Difesa, su questioni di grande rilievo per le lavoratrici e i lavoratori civili
del Ministero.

Nelle ultime
ore abbiamo prodotto una bozza di lettera unitaria alla Ministra Pinotti su cui
abbiamo, con ripetuti passaggi e molta disponibilità, tentato di sostanziare
una condivisione unitaria. Le richieste di coerenza, in più occasioni rivolte
alla Ministra, rispetto a impegni assunti formalmente in risposta ad annose
questioni riguardanti l’organizzazione dei servizi e i diritti del personale
civile, non avevano finora prodotto alcun esito, determinando perciò
l’orientamento che speravamo condiviso anche dalla CISL FP a proclamare lo
stato di agitazione del personale e la programmazione di manifestazioni in
tutto il Paese.

Sappiamo
adesso che la CISL FP non solo non ha condiviso questi orientamenti, da tempo
auspicati dalle lavoratrici e dai lavoratori, ma che ha anche utilizzato per
esternare la propria decisione di abbandonare l’ambito unitario, un metodo che
ci sconcerta e che ci appare sommamente scorretto: utilizzando il testo da noi
prodotto, intervenendo con poche ma decisive modifiche – plagiandolo e al tempo
stesso stravolgendone il senso – e pubblicando il nuovo testo, determinando
così nel personale civile del Ministero della Difesa incomprensione, confusione
e sconcerto.

Adesso
vorremmo sommessamente porgerti, caro Maurizio, due semplici domande: la scelta
adottata in questo caso e con quelle biasimevoli modalità corrisponde a una
precisa strategia della CISL FP, determinata da esigenze estranee in questo
caso al merito della vertenza? Oppure si tratta di un “incidente di
percorso” e, quindi, ci sono ancora margini per una ripresa del metodo
unitario?

Noi
naturalmente confidiamo in una risposta positiva al secondo quesito,
confermando tutta la nostra disponibilità al recupero della CISL FP al metodo
unitario, fino a ieri praticato in tutte le vertenze e i confronti sindacali di
tutti i comparti della P.A.

 

Funzione Pubblica
CGIL

Salvatore
Chiaramonte

UIL Pubblica
Amministrazione

Sandro Colombi

 

Richiesta incontro Direttiva AG

         Roma, 3 febbraio 2017

Al Segretario Generale
dell’Avvocatura dello Stato
Avv. Ruggero Di Martino
– ROMA

A seguito della direttiva generale
per l’azione amministrativa, emanata con DAG n. 4/2017, la scrivente O.S.
chiede l’apertura di un tavolo di confronto che abbia ad oggetto:
 -Gestione delle
risorse umane.
 L’inadeguatezza della
attuale dotazione organica, risalente al 2005, è senz’altro una criticità
dell’Istituto. Riteniamo che la programmazione di procedure di reclutamento,
obiettivo che condividiamo, debba opportunamente essere preceduta
dall’individuazione delle professionalità necessarie a garantire la
funzionalità degli uffici, anche valutando l’incidenza dei processi di
informatizzazione sui diversi settori di attività, e su questo percorso
chiediamo di partecipare.

 

-Obiettivi strategici di
prevenzione della corruzione e di trasparenza.
 Occorre premettere che il PNA
prevede che la mappatura dei processi ed annessa indicazione dei rischi si
svolga attraverso la consultazione ed il confronto con i soggetti coinvolti;
riteniamo che le OO.SS. possano e debbano essere incluse in tale categoria. In
questo senso rivendichiamo il ruolo sindacale quando si affronta la mappatura
dei processi di lavoro e dei procedimenti amministrativi, finalizzata all’adozione
di modelli efficienti ed omogenei,…che favoriscano il miglioramento della
performance degli uffici.

Si resta in attesa di riscontro.

FP CGIL – FUNZIONI
CENTRALI
Nicoletta Grieco

 

Beni Culturali: Fp Cgil, Mibact condannato per comportamento antisindacale

Ogni vittoria per la democrazia nei luoghi di lavoro è una vittoria per la democrazia di tutti

Roma,
30 gennaio – “La sentenza del Giudice del lavoro di Cuneo, che condanna
il Mibact per comportamento antisindacale, riporta al centro
dell’attenzione il tema del Codice di Comportamento del dipendente
pubblico e del suo rapporto con uno dei due punti più controversi,
ovvero l’esercizio delle libertà sindacali e le eventuali
incompatibilità da questo derivanti rispetto alle attività di gestione
del personale”. È quanto si legge in una nota della Fp Cgil Nazionale.

Questo
tema, spiega la Funzione Pubblica Cgil, “unitamente ai limiti imposti
all’esercizio delle libertà di espressione in relazione al rapporto con i
media e più in generale all’esercizio del diritto di critica e di
opinione sugli atti gestionali e le attività del Ministero, rappresenta
una modalità tipica con cui oggi si interviene non solo al Mibact per
regolamentare i comportamenti dei propri dipendenti. Tramite una
interpretazione, per così dire, estensiva della regolamentazione
prevista dalla legislazione primaria, al punto da trasformare uno
strumento finalizzato a definire corretti parametri di etica
comportamentale in una forma di compressione di diritti fondamentali che
i dipendenti pubblici esercitano in quanto lavoratori e cittadini”.

Da
questo punto di vista, precisa il sindacato, “la sentenza di Cuneo è
particolarmente importante perché è il primo pronunciamento di un
giudice che interviene direttamente su un  Codice di Comportamento e ne
evidenzia il carattere fortemente discriminatorio in materia di
esercizio delle libertà sindacali. Intervenendo su un caso concreto:
quello di una lavoratrice Assistente alla Vigilanza con funzioni di
caposervizio, ovvero mansioni di coordinamento nell’organizzazione delle
turnazioni  degli addetti alla vigilanza. Mansioni da cui la
lavoratrice viene sollevata a causa della sua funzione di rappresentante
sindacale territoriale della Fp Cgil”.

La Funzione Pubblica
Cgil piemontese “ha deciso allora di ricorrere al Giudice del Lavoro
ritenendo questa disposizione antisindacale in quanto la legge che
disciplina questo tipo di incompatibilità la limita esclusivamente ai
compiti di direzione diretta di strutture deputate alle gestione del
personale. La rilevanza del tema per l’esercizio delle prerogative
sindacali nei luoghi di lavoro è profonda: se avesse prevalso una
valutazione di legittimità di quell’articolo del Codice intere categorie
di lavoratori, ad esempio gli impiegati amministrativi, i gestori dei
dati, chiunque avesse incarichi di coordinamento di personale sarebbe
stato escluso dal diritto a poter essere eletto nelle Rappresentanze
sindacali unitarie, in sostanza dal processo democratico primario per i
lavoratori”.

Il Giudice di Cuneo, aggiunge la Fp Cgil, “con una
sentenza mirabile da punto di vista della visione giuridica, ha invece
accolto in toto le tesi del Sindacato, sostenendo la piena illegittimità
di questa disposizione in quanto fuori dai perimetri previsti dalla
norma e pertanto fortemente lesiva del diritto di rappresentanza
sindacale.  E questa è soprattutto una vittoria dei nostri delegati di
luogo di lavoro che hanno subito sulla propria pelle una grave
discriminazione e non si sono piegati”.

Ma, sottolinea ancora la
nota del sindacato, “c’è un Codice di Comportamento che ancora va
cambiato e va  ripristinata la libertà di opinione dei lavoratori,
l’altro fattore di compressione della democrazia nel Ministero dei Beni
Culturali. Una sentenza  non basta, ma può aiutare a far crescere  la
consapevolezza che  la posta in palio è alta e tocca la concezione
stessa di fondamentali diritti costituzionali reinterpretati ad uso e
consumo  di processi di riorganizzazione  che vorrebbero imporre,
tramite i media compiacenti, una immagine di efficientismo manageriale
minacciata dall’esercizio di prerogative democratiche come la libertà di
opinione o di sciopero, il diritto alla buona occupazione, la difesa
del principio di tutela del patrimonio culturale. Un giudice a Cuneo ci
ha dimostrato invece che è possibile smontare questo canovaccio, che non
necessariamente siamo destinati ad una deriva autoritaria”, conclude la
Fp Cgil.

CES: L'accordo con la Libia sui migranti è un grave errore

migranti in Libia

per il segretario generale Luca Visentini

Commentando il vertice UE che si terrà aggi a Valletta (Malta) il segretario generale della CES Luca Visentini ha affermato: L’Unione Europea non dovrebbe esternalizzare la gestione della crisi dei rifugiati umanitari alla Libia, e dovrebbe riconoscere come l’elevata disoccupazione, la povertà e la disuguaglianza crescente siano la principale minaccia alla stabilità della UE nella sua discussione sul futuro dell’Europa.
“E’ già abbastanza grave che l’Unione europea stia pagando la Turchia per mantenere i rifugiati fuori dall’Europa, si dovrebbe evitare di fare lo stesso con la Libia – ha dichiarato Luca Visentini – Le condizioni per i rifugiati in Libia sarebbero di molto peggiori che in Turchia, obbligandoli a rimanere in Libia. Questo sarebbe in violazione degli obblighi internazionali e dei doveri umanitari. Fare l’outsourcing della gestione della crisi dei rifugiati umanitari non è certo la risposta. La chiusura del percorso Mediterraneo semplicemente sposterà il peso della responsabilità ancora più sull’Africa, e non si farà fa nulla per affrontare le cause alla radice. Esorto l’Unione europea a non farlo.””Sono profondamente deluso – ha continuato Luca Visentini – dal fatto che il presidente Tusk non riconosca come l’elevata disoccupazione, la povertà e la disuguaglianza crescente siano una minaccia per la stabilità della UE. Il malcontento popolare verso l’Europa e l’aumento dei politici apertamente razzisti potrebbero essere bloccati se i popoli avessero buone prospettive per lavori di qualità, salari dignitosi e servizi pubblici essenziali di qualità come l’alloggio, la sanità e istruzione, per sé e per i propri figli. Magari le élite possono pensare che la crisi sia passata mentre nel mondo reale sta ancora colpendo duramente i cittadini e la vita quotidiana di milioni di persone.” (3 febbraio 2017)

 
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