Onaosi. Bando 2012. Contributo economico una tantum a favore di nuclei familiari numerosi disagiati e contribuenti in condizioni di comprovato disagio economico, sociale e professionale. Scadenza domanda 30 settembre 2012.
Comunicato stampa Fp-Cgil Medici
Roma, 4 settembre 2012
A fronte di una proposta ministeriale sul Decreto Sanità, fumosa sull’assistenza della medicina generale h24 e con una sanatoria della libera professione del medico pubblico nello studio privato, le richieste delle Regioni appaiono anch’esse confuse ed evanescenti, soprattutto per quel che riguarda l’assistenza territoriale. Queste proposte, secondo l’Fp-Cgil Medici, consegnerebbero ancor di più la professionalità dei medici e la salute dei cittadini in mano ai partiti, con una frantumazione regionale che va oltre i limiti costituzionali.
“Rischiamo la schizofrenia istituzionale – ha dichiarato Massimo Cozza, segretario nazionale Fp Cgil medici – visto che ciascuno persegue i propri interessi particolari e cerca di stiracchiare a proprio vantaggio le norme di un decreto raffazzonato, che rischia di lasciare, soprattutto dopo i tagli, brandelli del tessuto sanitario nazionale e di colpire il lavoro pubblico dei medici.”
“A questo punto il rinvio del decreto, già auspicato dalla Cgil – ha continuato Cozza – diventa un atto di buonsenso per arrivare ad un testo che sia frutto di un dialogo tra le istituzioni e che coinvolga anche le forze sociali, a partire da tutti i sindacati medici maggiormente rappresentativi“.
“Se le Regioni e Balduzzi – ha affermato Nicola Preiti, Coordinatore nazionale Fp-Cgil Medici convenzionati – guardassero alla sostenibilità del sistema e alla salute dei cittadini, per le cure primarie basterebbe introdurre a livello nazionale tre cambiamenti: centri h24 per l’assistenza territoriale e per rispondere alle urgenze, abolizione della figura anacronistica del medico di guardia medica e sistema dell’emergenza garantito solo da medici dipendenti”.
Sembra un vero e proprio contagio quello che sta colpendo il Ministro Patroni Griffi. Dopo aver provato a resistere alla pressione della sua collega Fornero, che non mancava occasione per ricordargli come la sua “controriforma” fosse stata da lei pensata per licenziare anche nel pubblico, oggi il Ministro della pubblica amministrazione si è arreso.
Non parla più di lavoro pubblico come elemento di garanzia dei diritti dei cittadini, non riflette più su come rendere efficiente il sistema dei servizi e parte attiva dei processi di miglioramento le professionalità pubbliche. Si disinteressa ormai completamente delle condizioni materiali in cui versano le lavoratrici ed i lavoratori dei servizi pubblici i cui salari sono ormai bloccati da quattro/cinque ed in alcuni casi anche da sei anni. Non si interroga sugli insostenibili carichi di lavoro ai quali, causa blocco del turn over, sono sottoposti gli operatori e se ne frega anche degli impegni che lui stesso ha sottoscritto con le parti sociali ed il sistema delle autonomie non più di tre mesi fa.
La sua preoccupazione ormai è come licenziare: collettivamente, per ragioni economiche o per via disciplinare queste sono le strade che il Governo ha definito e che il Ministro sembra intenzionato a percorrere con formule anche abbastanza singolari, come quella che negherebbe sia il reintegro, sia l’indennizzo nei casi di licenziamenti illeggittimi: nemmeno al Ministero del Lavoro avrebbero sperato tanto.
Ciò che il Ministro fa finta di non sapere è che su quella strada troverà il sindacato, la Fp Cgil che, insieme alle categorie pubbliche della Uil, si opporrà con forza e determinazione a questa operazione devastatrice del lavoro pubblico.
Lo sciopero generale del prossimo 28 settembre sarà il primo vero atto di forza delle lavoratrici e dei lavoratori dei servizi pubblici contro le politiche del Governo Monti. Quelle stesse politiche che in nemmeno un anno di governo del Paese per loro hanno significato solo impoverimento, ulteriore frustrazione e ora disoccupazione, nuova povertà, nuove ingiustizie.
Roma 13 agosto 2012
La Ministra della Giustizia ieri si è recata in visita al carcere di Regina Coeli a Roma, commuovendosi per gli applausi dei detenuti. Una commozione comprensibile, visto lo stato di abbandono del nostro sistema, che però mal si concilia con il suo operato.
A pesare sul sovraffollamento, oltre alla carenza di strutture e finanziamenti, è infatti l’inadeguatezza degli organici. Se è nota la scarsità di agenti, visti gli oltre 7000 uomini e donne in divisa mancanti, meno nota, ma non meno allarmante, è quella dell’organico “civile”, che conta circa 5.200 unità: appena 1.050 assistenti sociali e 1.100 educatori per 65.000 detenuti. Un educatore per quasi 60 detenuti, un rapporto ancora maggiore per quanto riguarda gli assistenti sociali.
La spending review del Governo Monti peggiora la situazione. Prolunga il blocco del turn over, impedendo adeguate assunzioni, e lo estende ai poliziotti penitenziari. Taglia ulteriormente le dotazioni, del 10% su assistenti sociali, educatori e amministrativi, e del 20% sui dirigenti. Se a questo si aggiunge il fatto che sulla scrivania della Ministra giace la bozza del decreto “taglia organici”, derivante dal cosiddetto decreto ‘Tremonti’, che dichiara un esubero di circa 350 unità – 100 fra assistenti sociali, educatori e contabili, 250 fra assistenti e collaboratori amministrativi – il quadro diventa davvero disastroso e giustifica la commozione, ma non certo da parte della Ministra. Combinando gli effetti di questi due provvedimenti, spending review e decreto “Tremonti”, per i soli educatori si raggiungerà quota 880, con un rapporto che va ben oltre l’1 a 70.
L’impressione che la Ministra Severino intenda fare della questione un uso mediatico trova sempre maggiori conferme nell’incoerenza tra le sue dichiarazioni e i provvedimenti del Governo: la sua proposta di legge delega sulle misure alternative al carcere, che al contrario dei tagli difficilmente vedrà la luce entro la fine della legislatura, è la conferma di un approccio ipocritamente inconcludente.
Il Governo dovrebbe prendere in considerazione le proposte dell’associazione Antigone su un provvedimento di amnistia che decongestioni le carceri, lavorare alla abrogazione delle leggi criminogene su droghe e immigrati, scongiurare ogni taglio alle risorse umane e materiali. L’uso della decretazione d’urgenza, lungi dall’occuparsi delle emergenze, è però orientato ai soli tagli lineari alla spesa pubblica.
Roma, 9 agosto 2012
“Con quello di oggi siamo arrivati a 34 decreti legge approvati con voto di fiducia. Di fatto un ricatto, un prendere o lasciare, operato sbandierando il rischio di risposte negative da parte dei mercati. Siamo alla mortificazione della nostra democrazia parlamentare. La cosiddetta spending review del Governo Monti oggi si mostra per quello che è: un’operazione di bilancio fatta di tagli lineari che colpiscono i servizi ai cittadini e i lavoratori che li offrono, che non tocca né sprechi né privilegi”, con queste parole Rossana Dettori, Segretaria Generale dell’Fp-Cgil Nazionale, commenta l’approvazione definitiva del Dl 95 avvenuta oggi alla Camera dei Deputati con voto di fiducia.
“Il 28 settembre sciopereremo insieme alla Uil per chiedere al Governo e soprattutto al Parlamento di modificare queste misure con la prossima legge di stabilità, perché impoveriscono irrimediabilmente il welfare, la sanità, il sistema giudiziario e i nostri enti locali, le articolazioni dello Stato più vicine ai cittadini, quelle che garantiscono direttamente i loro diritti. Per la prima volta in questi mesi siamo d’accordo con le valutazioni del Sottosegretario Gianfranco Polillo, che ha definito la spending review una manovra dettata dalla fretta. In effetti siamo di fronte a una serie di tagli lineari insensati che – conclude la sindacalista – non distingue tra sprechi e virtuosismi, tra buona e cattiva pubblica amministrazione”.
Roma, 7 agosto 2012
Il rinvio della presentazione del decreto Balduzzi sulla sanità, e la discussione che si è aperta nel governo e con le regioni, può essere utile se si scelgono le priorità per dare più forza al Servizio Sanitario Nazionale, duramente provato dai tagli delle ultime manovre e della spending review. In particolare, occorre assumere precisi impegni per avere davvero h24 cure primarie e servizi socio sanitari diffusi nel territorio: questa è la vera “riforma” per rispondere in modo appropriato alla domanda di cure e di salute prodotta dai cambiamenti demografici (invecchiamento) ed epidemiologici (cronicità); ed è necessaria per prevenire ricoveri inutili e sovraccarico dei pronto soccorso. Mentre un Piano sulla Non Autosufficienza, altro grande assente del welfare italiano, va discusso e presentato entro il 2012 e, per essere credibile, deve essere adeguatamente finanziato. Infine bisogna riconoscere il valore del lavoro nel SSN ed escludere sanatorie per lo svolgimento della libera professione intramoenia in studi privati. Ma il decreto non è l’unica risposta. Governo e Regioni aprano finalmente un confronto e coinvolgano Sindacato e Associazioni, per sostenere, riorganizzare e riqualificare il welfare socio sanitario pubblico e universale, a garanzia del diritto alla salute e all’assistenza dei cittadini e come fattore di crescita, economica e dell’occupazione, decisivo per superare la stessa crisi.
p. CGIL nazionale
Vera Lamonica Stefano Cecconi
Segretaria confederale Responsabile Politiche della Salute
Allo scopo di economizzare i costi di gestione delle proprie strutture territoriali, e in linea con le previsioni di riduzione degli assetti organizzativi contenute nel decreto-legge 27 giugno 2102, n. 87, l’Agenzia intende sopprimere gli uffici territoriali con carichi di lavoro esigui per i quali non si giustificano gli oneri connessi al loro funzionamento. Verranno pertanto chiusi gli uffici territoriali di Augusta, Gallipoli, Gemona del Friuli, Larino, Lonato, Lucera, Luino, Menaggio, Mercato San Severino, Mistretta, Pietrasanta, Portomaggiore, Rivarolo Canavese, Soresina, Tirano, Valenza e Zogno, tutti di livello non dirigenziale. Tale decisione permetterà un consistente risparmio annuo sui costi di gestione.
La soppressione degli uffici di Zogno e Rivarolo Canavese è prevista per il prossimo 3 settembre, mentre quella degli altri uffici è prevista, in linea di massima, tra la fine del 2012 e l’inizio del 2013, fatta eccezione per l’ufficio di Gemona del Friuli, la cui chiusura è prevista a luglio del 2013, per ragioni di ordine logistico.
Tenendo conto delle esigenze locali e della disponibilità delle amministrazioni comunali a condividere i relativi oneri, verrà valutata la possibilità di attivare in quelle località dei punti di assistenza fiscale dedicati all’erogazione di specifici servizi di front–office, con orario di apertura e numero di postazioni calibrati sull’effettiva richiesta di servizi da parte dell’utenza.
UFFICIO RELAZIONI SINDACALI
30.08.2012 – Toscana – Bilancio della stagione estiva