Roma, 18 luglio 2012
Il Dl 95 sulla spending review prevede il taglio di almeno il 50% delle spese per le autovetture delle pubbliche amministrazioni escludendo soltanto quelle utilizzate da vigili del fuoco, forze di sicurezza ed esercito. Tra queste figurano, in base ai dati pubblicati stamane dal Formez, le 18mila utilizzate dalle asl, il 31% del totale. Solo 169 le cosiddette auto blu, mentre le altre sono in gran parte necessarie a garantire le prestazioni sociali e sanitarie relative ai livelli essenziali di assistenza. È a rischio quindi l’attività della guardia medica, dell’assistenza domiciliare integrata, della salute mentale, della prevenzione nei luoghi di lavoro, della veterinaria e di tutti i servizi che necessitano di spostamenti da parte dei medici e degli operatori sanitari. Resta il pericolo che possano essere incluse anche le autovetture utilizzate per il trasporto sangue e, con una interpretazione strumentale, le stesse autoambulanze.
“Invece di tagliare dove serve e di spendere dove occorre – ha affermato Cecilia Taranto, segretaria nazionale Fp-Cgil – si taglia nel settore in cui già si spende di meno rispetto alla media degli altri paesi europei, l’unico che ha già autonomamente affrontato la sua spending review e per tempo. Facciamo un appello al Parlamento affinché non scompaiano oltre 9mila auto di servizio utili per la salute dei cittadini. Vengano invece azzerate le vere auto blu, tutte quelle che non servono a garantire i livelli essenziali di assistenza”.
“La pesante riduzione delle risorse per le autovetture in sanità – aggiunge Massimo Cozza, segretario nazionale Fp-Cgil Medici – paradossalmente colpirebbe le attività territoriali invece che potenziarle a fronte del taglio dei posti letto e della riduzione del tasso di ospedalizzazione. É inaccettabile che all’ultimo momento siano stati esclusi dal provvedimento anche i militari, mentre vengono lasciati ‘a piedi’ medici e infermieri”.
Il Dl 95 sulla spending review prevede il taglio di almeno il 50% delle spese per le autovetture delle pubbliche amministrazioni escludendo soltanto quelle utilizzate da vigili del fuoco, forze di sicurezza ed esercito. Tra queste figurano, in base ai dati pubblicati stamane dal Formez, le 18mila utilizzate dalle asl, il 31% del totale. Solo 169 le cosiddette auto blu, mentre le altre sono in gran parte necessarie a garantire le prestazioni sociali e sanitarie relative ai livelli essenziali di assistenza. È a rischio quindi l’attività della guardia medica, dell’assistenza domiciliare integrata, della salute mentale, della prevenzione nei luoghi di lavoro, della veterinaria e di tutti i servizi che necessitano di spostamenti da parte dei medici e degli operatori sanitari. Resta il pericolo che possano essere incluse anche le autovetture utilizzate per il trasporto sangue e, con una interpretazione strumentale, le stesse autoambulanze.
“Invece di tagliare dove serve e di spendere dove occorre – ha affermato Cecilia Taranto, segretaria nazionale Fp-Cgil – si taglia nel settore in cui già si spende di meno rispetto alla media degli altri paesi europei, l’unico che ha già autonomamente affrontato la sua spending review e per tempo. Facciamo un appello al Parlamento affinché non scompaiano oltre 9mila auto di servizio utili per la salute dei cittadini. Vengano invece azzerate le vere auto blu, tutte quelle che non servono a garantire i livelli essenziali di assistenza”.
“La pesante riduzione delle risorse per le autovetture in sanità – aggiunge Massimo Cozza, segretario nazionale Fp-Cgil Medici – paradossalmente colpirebbe le attività territoriali invece che potenziarle a fronte del taglio dei posti letto e della riduzione del tasso di ospedalizzazione. É inaccettabile che all’ultimo momento siano stati esclusi dal provvedimento anche i militari, mentre vengono lasciati ‘a piedi’ medici e infermieri”.
Roma, 18 luglio 2012
La scelta della FP CGIL di non presenziare alla trattativa del 16 /07 e di chiedere un immediato incontro con il Ministro Severino per discutere dei reali problemi del Corpo di Polizia Penitenziaria – la spending rewiev impedirà l’assunzione del personale necessario a garantire un minimo di turn over – ha dato isuoi frutti.
17.07.2012 – Il Senato ha approvato, in prima lettura e con modificazioni, il ddl n. 3365 di conversione in legge del decreto-legge 20 giugno 2012, n. 79, recante misure urgenti per garantire la sicurezza dei cittadini, per assicurare la funzionalità del Corpo nazionale dei vigili del fuoco e di altre strutture dell’Amministrazione dell’interno, nonché in materia di fondo nazionale per il servizio civile.
Il ddl è stato esaminato insieme ai connessi ddl nn. 410 e 1644 vertenti sulla stessa materia.
In sede di dichiarazioni di voto finali, il sen. Pardi (IdV) ha motivato il voto contrario individuando nel testo il difetto della frammentazione, sempre più presente nella legislazione nazionale. Favorevole invece il voto dichiarato dal sen. Saia (CN:GS-SI-PI-IB-FI) che ha apprezzato la prudenza del Governo nel comprendere la necessità di sopprimere l’articolo 1 del decreto recante disposizioni in materia di armi, con particolare riferimento al Banco nazionale di prova.
Il sen. Russo (Terzo Polo:API-FLI), pur annunciando il voto favorevole del Gruppo, ha evidenziato le incongruenze e le contraddizioni che hanno caratterizzato l’iter del provvedimento. Favorevole anche il voto espresso dal sen. Serra (UDC-SVP-Aut:UV-MAIE-VN-MRE-PLI-PSI), ad avviso del quale il decreto, rafforzando la funzionalità di diverse strutture operative dell’amministrazione dell’interno, incrementa la sicurezza dei cittadini. Anche il sen. Divina (LNP) ha dichiarato il voto favorevole del Gruppo, esprimendo soddisfazione in particolare per la soppressione dell’articolo 1 che avrebbe messo in crisi il comparto della produzione delle armi.
La sen. Incostante (PD) ha rivendicato alla sua parte politica, che voterà a favore di un provvedimento oggettivamente urgente e necessario, il merito di avere migliorato la parte del testo relativa alle problematiche attinenti al Corpo nazionale dei Vigili del fuoco.
Infine, il sen. Saltamartini (PdL) ha enumerato le numerose misure positive contenute nel decreto-legge, tutte meritevoli del voto favorevole del Gruppo.
In dissenso dai rispettivi Gruppi di appartenenza, la sen. Poretti (Radiclai nel PD) ha annunciato voto di astensione mentre la sen. Baio (Terzo Polo:API-FLI) ha motivato il suo voto contrario.
Alla Commissione Giustizia
Del Senato della Repubblica
OSSERVAZIONI ALL’ATTO DEL GOVERNO N. 494 (REVISIONE DELLE CIRCOSCRIZIONI GIUDIZIARIE)
In vista dell’audizione del prossimo 19 luglio la scrivente O.S. formula le seguenti osservazioni sul provvedimento in discussione.
La FPCGIL ha partecipato durante il corrente anno a tre ‘tavoli tecnici’ con l’Amministrazione durante i quali ha potuto conoscere il lavoro della Commissione Tecnica Ministeriale in base al quale è stato emesso il provvedimento; i criteri in base ai quali sono stati elaborati i cosiddetti modelli di ufficio ‘efficiente’ non sono stati sostanziati né durante le riunioni né nel lavoro della Commissione da argomentazioni valide e oggettive; a conferma di ciò il fatto che alcuni Tribunali compresi nell’elenco dei sopprimendi risultano invece tra i più efficienti di Italia per tempi di definizione dei procedimenti; alcuni dei criteri utilizzati sono stati elaborati in base a dati obsoleti, ci riferiamo ad esempio al dato relativo al bacino d’utenza che, per stessa ammissione della Amministrazione, è stato elaborato sui dati ISTAT del 2001 e questo basterebbe ad inficiare l’intero lavoro della Commissione; inoltre il lavoro della Commissione tradisce la stessa 148 del 2011 poiché, come palesemente ammesso durante i tavoli tecnici, la Commissione Tecnica ha lavorato solo in base ai 3 parametri che si è data ovvero il bacino d’utenza, il numero di giudici e il numero di affari senza tenere conto di quanto stabilito nel 148 all’art. 1, comma 2 lettera b) ovvero la “specificità territoriale del bacino di utenza, anche con riguardo alla situazione infrastrutturale, e del tasso d’impatto della criminalità organizzata, nonché della necessità di razionalizzare il servizio giustizia nelle grandi aree metropolitane”. L’elenco scaturito dal lavoro della Commissione tecnica di fatto non tiene conto dei fattori summenzionati previsti dalla legge 148.
Pertanto si esprime in via preliminare parere negativo sul lavoro della Commissione tecnica, in quanto si tratta di un lavoro incompleto, superficiale e inefficace ad individuare l’efficienza degli uffici giudiziari e a ridisegnare una geografia adeguata al mandato costituzionale.
La scrivente O.S. esprime inoltre parere negativo sui criteri stabiliti dalla Legge 148/11 relativi alla regola dei 3 Tribunali per distretto di Corte di Appello; si tratta infatti anche in questo caso di una regola del tutto astratta che non tiene conto delle realtà territoriali e crea una patente disparità nell’ambito delle regioni in relazione al numero degli uffici di Tribunale che rimarrebbero dopo il perfezionamento del provvedimento in esame.
Nel complesso non si condivide in alcun modo la geografia giudiziaria che scaturisce da questo provvedimento in quanto non risponde a criteri di razionalizzazione e non soddisfa il bisogno di revisione delle circoscrizioni, che sarebbe invece auspicabile, ma si configura in alcuni casi come un vero e proprio arretramento dello stato dal territorio con conseguente diminuzione del servizio alla cittadinanza e diminuzione della tutela della legalità. In alcuni casi si cancellano uffici giudiziari a distanza anche di 90/100 km dalla sede accorpante, situati in località prive di mezzi di trasporto e infrastrutture e spesso in zone ad alto tasso di criminalità.
Inoltre si esprimono dubbi in relazione ai dichiarati risparmi, che peraltro negli ultimi mesi hanno subito un vero e proprio balletto di cifre fino ad arrivare alla dichiarata somma di circa 50.000.000 in più anni. Tali somme non sono affatto accertate in quanto, come peraltro risulta da alcune dichiarazioni della stessa Ministra, nell’immediato l’operazione potrebbe comportare nuovi costi, e ciò è in contrasto con l’art 1, comma 2) lett. q) della legge 148/11 sull’invarianza di spesa.
Infatti ci risulta che la Commissione Tecnica non abbia affatto proceduto a un rilevamento della capacità di accoglienza delle sedi accorpanti e dunque è più che probabile che nell’immediato si dovranno affrontare nuovi costi di locazione. Ciò è dimostrato anche dalle contraddittorie dichiarazioni della Ministra che in un primo momento ha dichiarato che la riforma rispondeva a esigenze di risparmio per poi correggersi e dichiarare che la riforma aveva invece come finalità non il risparmio ma la migliore efficienza del servizio. Peraltro quest’ultima dichiarazione non è suffragata da alcun progetto di riorganizzazione degli uffici che sarebbe invece condizione necessaria per migliorare il funzionamento della giustizia e dunque il servizio offerto alla cittadinanza; segnaliamo la assoluta mancanza di confronto tra la Ministra e le parti sociali su questioni relative a progetti di riorganizzazione volti al miglioramento dell’efficienza del servizio.
Per quanto attiene dunque la riforma e gli effetti sul servizio alla cittadinanza la FPCGIL esprime un parere fortemente negativo sull’insieme del provvedimento e chiede alla Commissione ed alle parti politiche di procedere ad una completa revisione dello stesso, annullando il lavoro della Commissione tecnica e partendo da un confronto tra operatori e istituzioni territoriali che porti ad una seria revisione delle circoscrizioni giudiziarie nell’ottica di un effettivo miglioramento del servizio.
Per quanto concerne le singole situazioni territoriali la FPCGIL rimanda ai documenti già inviati ufficialmente alla Commissione dalle strutture territoriali della FPCGIL.
Per quanto attiene il personale amministrativo come già richiesto tramite lettera formalmente inviata ad entrambe le Commissioni Giustizia di Camera e Senato, si chiede che la procedura relativa al trasferimento del personale delle sede sopprimende venga stralciata dal provvedimento e che la mobilità sia riservata interamente alla contrattazione nazionale e decentrata distrettuale come peraltro stabilito dai contratti. In particolare si richiede che lo Schema di decreto legislativo recante «Nuova organizzazione dei tribunali ordinari e degli uffici del pubblico ministero, in attuazione dell’articolo 1, comma 2, della legge 14 settembre 2011, n. 148» venga modificato all’art. 4 comma 5 come segue “La mobilità del personale amministrativo già assegnato agli uffici giudiziari soppressi è riservata alla contrattazione nazionale e decentrata distrettuale ai sensi degli accordi vigenti.”
Si rammenta alla Commissione che le lavoratrici ed i lavoratori della giustizia fanno parte di un comparto che ha il contratto e la retribuzione bloccati da anni, sono gli unici del comparto a non avere ottenuto la riqualificazione professionale e dispongono di un salario accessorio irrisorio a causa dei provvedimenti sbagliati dell’Amministrazione; gli innegabili disagi che potrebbero subire conseguentemente al provvedimento in esame rischiano di ridurre ancora di più il loro salario e peggiorare gravemente le loro condizioni di vita, considerando che già operano in grave emergenza e che tale situazione è conosciuta e condivisa al punto che il Governo ha ritenuto che questi lavoratori non dovessero essere compresi dai tagli della cosiddetta ‘spending review’.
La FPCGIL chiede che questo documento venga acquisito ufficialmente agli atti della Commissione.
Distinti saluti,
Roma, 17 luglio 2012
Per FPCGIL Funzioni Centrali
Nicoletta Grieco
17.07.2012 – in allegato circolare su fondo di Amministrazione 2010
Comunicato stampa Fp Cgil Medici
Roma, 17 luglio 2012
La sintesi delle proposte di riforma della FP CGIL Medici, riguardanti cure primarie ed assistenza territoriale, è stata inviata al Ministro Balduzzi. Era stato lo stesso Ministro a sollecitare le OO.SS. nell’incontro del 9 luglio, a produrre contributi finalizzati ad un intervento normativo sul settore da inserire nel decreto di fine luglio. Un intervento sulle cure primarie era necessario da tempo, ma oggi alla luce della “Spending Review” diventa obbligato.
La manovra produce (tra l’altro) deospedalizzazione senza un corrispondente intervento volto allo sviluppo del territorio. In tal modo la contrazione del livello assistenziale ai cittadini diventa ineludibile, in particolare nelle regioni dove il territorio è rimasto sempre la cenerentola dell’assistenza sanitaria.
“Un intervento normativo efficace deve introdurre pochi elementi ma sostanziali” ha dichiarato Nicola Preiti – Responsabile nazionale Medicina convenzionata FP CGIL Medici.
“Per cambiare i servizi – ha proseguito Preiti – è necessario cambiare l’organizzazione, i compiti, ruolo e funzioni dei medici convenzionati: il sistema non cambia se ognuno continua a fare sempre le stesse cose allo stesso modo“.
“Bisogna andare avanti nel solco del documento tecnico sul Riordino delle cure primarie e integrazione ospedale territorio – ha affermato Preiti – e convergere con le proposte regionali definite nell’ipotesi di Patto della Salute: tre dei cinque punti del Patto riguardano infatti cure primarie e assistenza territoriale”.
“Premessa indispensabile per un buon risultato – ha concluso Preiti – è l’adeguamento delle modifiche della 502 (Art. 8) al Titolo V, e la piena condivisione con le Regioni delle modifiche, per chiarire i livelli di responsabilità e di intervento. E per rendere rapidamente esecutivi i cambiamenti”.