Mentre stamane di fronte alle corti d’appello di tutta Italia e in Via Arenula a Roma i lavoratori della Giustizia manifestavano contro il rischio di tagli senza precedenti al sistema giudiziario, il Governo Monti ha approvava il decreto sulla cosiddetta spending review, provvedimento che taglia 37 tribunali, 38 procure e 220 sezioni distaccate, oltre ai tagli già previsti ai Giudici di Pace.
“Per risparmiare appena 54 milioni di euro, il Governo effettua un taglio lineare alla giustizia – afferma Salvatore Chiaramonte, Segretario Nazionale Fp-Cgil – che travolge il buonsenso. Nello stesso calderone finiranno tanto gli uffici inutili quanto quelli indispensabili. Affermare, come fa la Ministra Severino, che i piccoli tribunali sono inefficienti per definizione, comprendendo in questo taglio forsennato gli stessi territori di mafia, vuol dire non conoscere il sistema giudiziario e il delicato equilibrio tra lotta alle illegalità e presenza sul territorio”.
“Quanto poi al fatto che i risparmi arriveranno dopo un iniziale costo operativo, ci domandiamo se non sarebbe più utile affrontare una riforma delle circoscrizioni più ragionata, che tenga conto delle peculiarità territoriali e che non indebolisca la presenza dello Stato, migliorando efficienza ed efficacia del sistema e producendo risparmi più sostanziosi. Nel confermare la mobilitazione di categoria, poniamo una domanda Governo: abbandonare i territori di mafia quanto farà risparmiare ai cittadini italiani?”.
Roma, 6 Luglio 2012
“Una manovra d’emergenza priva di progettualità, una mannaia per i servizi pubblici resi ai cittadini e per i lavoratori che li offrono”. Questo il primo commento di Rossana Dettori, Domenico Pantaleo, Giovanni Torluccio, Benedetto Attili e Alberto Civica, rispettivamente Segretari Generali di Fp-Cgil,Flc-Cgil, Uil-Fpl, Uil-pa e Uil-Rua, al decreto sulla spending review approvato dal Governo Monti.
“Per fare cassa si è preferita una scorciatoia, negando ogni confronto nonostante la disponibilità mostrata appena un mese fa dalle organizzazioni sindacali con la sottoscrizione di un’intesa unitaria frutto di una vera mediazione. Una disponibilità che avrebbe permesso una riforma e una revisione di spesa incisive. Siamo invece giunti alla confusa sommatoria di tagli lineari: al personale, alla spesa sanitaria, al sistema formativo, alla ricerca, alla presenza dello Stato sul territorio. Una mannaia che, dal taglio degli organici a quello ai buoni pasto, passando per un’irrazionale riorganizzazione del sistema giudiziario e un’insopportabile colpo alle autonomie locali, si abbatterà ancora una volta sulla qualità dei servizi. Una riduzione del reddito immateriale delle persone in carne ed ossa che si aggiungerà al pesante aumento della pressione fiscale. Quanto ai lavoratori pubblici – aggiungono Dettori, Pantaleo, Torluccio, Attili e Civica – siamo di fronte alla solita operazione mediatica che punta all’odio sociale e alla riduzione dello spazio pubblico”.
“Ci si accanisce su lavoratori già penalizzati dalle manovre economiche degli ultimi cinque anni e che hanno subito pesanti perdite del proprio potere d’acquisto a causa del blocco della contrattazione. Manca invece il coraggio per colpire i poteri forti, i costi della politica, la giungla di consulenze e clientele, il sistema degli appalti e delle forniture. Le misure adottate ieri dimostrano l’inaffidabilità di un Governo che da una parte sottoscrive gli accordi con le parti sociali e dall’altra li cancella con un colpo di spugna: avvieremo un percorso di mobilitazione che dai singoli posti di lavoro giunga fino a Palazzo Vidoni per chiedere il rispetto dell’accordo sul lavoro pubblico raggiunto il 3 maggio, senza escludere – concludono i cinque Segretari generali – l’indizione di uno sciopero generale di categoria per il mese di settembre.”
Roma, 6 Luglio 2012
Nella mattinata di oggi, presso la sala riunioni del Viminale, si è svolto l’incontro presieduto dal Direttore Centrale per la Prevenzione e la Sicurezza Tecnica, Ing. Fabio DATTILO, sulla disciplina dei servizi a pagamento relativamente all’attività di prevenzione incendi.
In apertura di riunione, l’Ing. Marco CAVRIANI ha brevemente illustrato il nuovo impianto organizzativo che si intende realizzare per la gestione di tale attività sul territorio.
La delegazione trattante CGIL ha espresso, in premessa, tutti i propri dubbi soprattutto in relazione al metodo utilizzato per affrontare una discussione che interessa numerosi aspetti politici, organizzativi, tecnici ed economici previsti dalle norme contrattuali vigenti.
Nel merito, inoltre, abbiamo rammentato all’Amministrazione che le problematiche legate alla prevenzione incendi hanno causato una grave ferita al CNVVF che, senza un concreto intervento politico volto a ripristinare la procedura antecedente, difficilmente potrà essere rimarginata.
Infatti, l’introduzione della SCIA (segnalazione certificata di inizio attività) ha determinato un forte innalzamento del rischio d’incidenza dell’incendio per la popolazione, per gli stessi operatori del soccorso che intervengono in caso di incidente e per l’azienda responsabile dell’avvio della nuova attività senza una verifica delle previste misure di sicurezza.
Per quanto concerne la bozza della circolare proposta, prima di entrare nello specifico dell’articolato, abbiamo chiesto di eliminare, dalla parte inserita nel preambolo, tutti i riferimenti soggettivi in merito alla valutazione del personale tecnico, operativo e amministrativo da parte del Dirigente, in particolare il contributo prestato in termini di comportamento.
Poiché tali argomenti sono strettamente connessi con l’organizzazione del lavoro dei Comandi Provinciali, ai fini del proseguimento del confronto, abbiamo ritenuto dirimente l’inserimento degli istituti previsti dalla contrattazione integrativa, ovvero dell’informazione, della consultazione e della concertazione con le OO.SS. di riferimento, per tutti gli aspetti relativi al riconoscimento economico, al coinvolgimento del personale nell’espletamento dei servizi e ai carichi di lavoro attribuiti dai Dirigenti.
Sulla ripartizione della quota incentivante, infine, ci siamo riservati di intervenire all’interno della discussione complessiva sui risparmi di gestione dei Fondi di Produttività e di Amministrazione, dopo aver ricevuto i chiarimenti sollecitati in merito al calcolo degli indici utilizzati per il raggiungimento della soglia minima delle prestazioni da effettuare in orario di servizio o di straordinario.
Come sempre, vi terremo puntualmente informati sugli sviluppi dei prossimi incontri.
Mario Mozzetta
Al via la raccolta di firme a sostegno dell’appello “Per il diritto alla Salute: colpire gli sprechi, spendere meglio, ma fermare i Tagli!”– promosso dai rappresentanti di associazioni impegnate nel welfare socio sanitario – in relazione ai tagli lineari contenuti nel decreto sulla Spending Review. Un appello dove si sottolinea come “la spesa pubblica per il welfare è un investimento per accrescere il benessere, la coesione sociale, l’occupazione, lo stesso PIL, indispensabile in tempo di crisi e necessario per la ripresa economica”. Perciò la spending review, come sostengono i promotori dell’appello, “deve e può servire a garantire il diritto alla salute e all’assistenza socio sanitaria, se riqualifica la spesa pubblica. Mentre le manovre finanziarie degli ultimi anni, e il decreto appena approvato dal Governo, tagliano in modo lineare il finanziamento per la sanità e l’assistenza”.
Di fronte al “momento difficilissimo”, i promotori si dichiarano disponibili a contribuire al risanamento e alla ripresa. Ma, avvertono: “Se l’emergenza in cui ci troviamo impone scelte difficili, queste non possono e non devono compromettere il modello universale del nostro Servizio Sanitario Nazionale, impedire ancora l’esistenza dei livelli essenziali per l’assistenza sociale e colpire ancora una volta le persone più deboli”. Per questo, ritengono che la discussione parlamentare sul decreto vada accompagnata da una grande “mobilitazione”. Infine, concludono chiedendo a Ministro della Salute, Conferenza delle Regioni, ANCI e Parlamento di aprire subito un confronto con le Associazioni e con il Sindacato, per scongiurare la logica dei tagli lineari, e assumere precisi impegni per riqualificare il Servizio Socio Sanitario pubblico e universale, a garanzia dei diritti di cittadinanza sanciti dalla Costituzione.
Le prima autorevoli firme che promuovono l’appello “Per il diritto alla Salute: colpire gli sprechi, spendere meglio, ma fermare i Tagli !” sono di Pietro Barbieri Presidente FISH Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap, Giorgio Bignami Presidente Forum Droghe, Don Luigi Ciotti Presidente Gruppo Abele, Giovanna Del Giudice Portavoce Forum Salute Mentale, Nerina Dirindin SOS Sanità, Antonio Gaudioso Segretario generale Cittadinanzattiva, Maria Grazia Giannichedda Presidente Fondazione Basaglia, Patrizio Gonnella Presidente Antigone, Gavino Maciocco Coordinatore SaluteInternazionale.info, Michele Mangano Presidente Auser, Paola Menetti presidente Legacoopsociali, Don Giovanni Nervo Presidente onorario Fondazione Zancan, già Fondatore e primo presidente Caritas Italiana, Franco Rotelli Presidente Conferenza mondiale per la salute mentale “F. Basaglia”, Gisella Trincas Presidente Unasam (Unione Nazionale Associazioni per la Salute Mentale), Tiziano Vecchiato Direttore Fondazione Zancan, Don Armando Zappolini Presidente CNCA (Coordinamento Nazionale Comunità di Accoglienza)
Per firmare l’appello:
12.07.2012 – Emergenza Costa Concordia – Maggiorazione indennità di turno e rimborso forfettario per vitto e alloggio
12.07.2012 – in allegato Agrigento vile attacco ai pompieri.
Nonostante le dichiarazioni preventive del Presidente Monti, quella che il Governo ha illustrato oggi è una vera e propria manovra economica. Una manovra, l’ennesima in due anni, che, sia nel metodo che nel merito, non si discosta affatto dalle impostazioni di quelle precedenti. Le uniche cifre certe dichiarate oggi dal Governo sono quelle relative al taglio lineare delle dotazioni organiche di dirigenti e personale (20% e 10%); poco su una credibile lotta agli sprechi, sulle auto blu e su quella enorme quantità di spesa pubblica aggredibile immediatamente, come quella rappresentata dalle migliaia di società pubbliche.
L’esempio lampante è dato dai preannunciati interventi sulle consulenze: un obiettivo, quello del Governo, non solo fumoso ed indeterminato, ma anche minimale negli effetti concreti.
Oggi, ciò che è emerso chiaramente è solo il rischio concreto di abbassare, attraverso la messa in mobilità e l’eventuale licenziamento di lavoratrici elavoratori pubblici, precari e a tempo indeterminato, i livelli diwelfare, di protezione sociale e dei servizi ai cittadini: ulterioriproblemi per le persone, sempre meno garantite nei loro diritti dicittadinanza, ulteriore disoccupazione e mobilità.
Il Governo, con la conferma di un metodo che pensavamo ormai tramontato, quello della semplice comunicazione dei provvedimenti e non della concertazione, viene meno agli impegni presi e non rispetta l’intesa sul lavoro pubblico sottoscritta un mese fa con le parti sociali.
Così facendo, il decreto legge che il Governo ha dichiarato di voler varare a breve avrà come unica conseguenza l’accentuarsi delle ragioni di dissenso su scelte che intendiamo contrastare con forza, ritenendole inaccettabili.
Serve un confronto vero per una riorganizzazione della Pa che coinvolga i lavoratori pubblici. In assenza di questo decideremo le mobilitazioni più opportune.
Rossana Dettori (Fp Cgil) GiovanniFaverin (Cisl Fp) Giovanni Torluccio (UilFpl) Benedetto Attili (Uil Pa) Mimmo Pantaleo (Flc Cgil) Francesco Scrima (CislScuola) Massimo Di Menna (Uil Scuola)
Roma 3 Luglio 2012
Presidi in tutta Italia per contestare le scelte del Governo e della Ministra della Giustizia Severino sulla cosiddetta spending review e per chiedere l’apertura del confronto mancato fino ad oggi, un confronto che sappia misurarsi anche con le proposte del sindacato e dei lavoratori. É l’iniziativa unitaria messa in campo da Fp-Cgil, Fp-Cisl e Uil-Pa, che domattina manifesteranno a Roma in Via Arenula e in tutta Italia di fronte alle Corti di Appello contro la cosiddetta riforma della geografia giudiziaria. Un vero colpo al sistema giudiziario, un conto salatissimo per i cittadini italiani, che pagheranno l’indebolimento del servizio giustizia, e per professionisti e aziende, che continueranno a scontrarsi con l’arretratezza di un sistema inverosimilmente lento e inefficiente.
Sono varie migliaia le lavoratrici e i lavoratori potenzialmente coinvolti nell’annunciato provvedimento di riordino, che sopprimerà tribunali, sezioni distaccate e giudici di pace. Lavoratori che già operano in condizioni di emergenza e in assenza di rinnovi contrattuali, bloccati fino data da destinarsi, e che ora potrebbero vedersi trasferiti anche a centinaia di chilometri di distanza dall’attuale posto di lavoro, affrontando di propria tasca le spese. In alcuni casi sarebbero addirittura impossibilitati a raggiungere la nuova sede di servizio per mancanza di mezzi di trasporto.
La riforma, a fronte dei disagi e dei disservizi, non riuscirà a produrre che una limatura di spesa di poche decine di milioni di euro. E senza tenere conto delle ragioni dei lavoratori e di quelle dei cittadini, di fattori ambientali e specificità come l’orografia e il tasso di criminalità dei territori interessati: in sostanza rappresenterà l’ennesimo, inutile taglio lineare.
Roma, 5 Luglio 2012
11.07.2012 – In allegato circolare su avvio concorsi Capo Reparto.