Comunicato stampa Fp-Cgil Medici
Roma, 11 Luglio 2012
La Fp-Cgil Medici ha inviato oggi un messaggio di solidarietà ai medici portoghesi, e in particolare ai due maggiori sindacati Fnam (Federação Nacional dos Médicos) e Sim (Sindicato Independente dos Médicos) in sciopero per due giorni, che in queste ore stanno manifestando a Lisbona davanti al Ministero della Salute contro lo smantellamento del sistema sanitario pubblico portato avanti dalle politiche del Governo conservatore di Pedro Passos Coelho. Lo sciopero ha trovato sostegno anche da parte del movimento degli utenti dei servizi pubblici. Tra le ragioni della protesta la volontà del Ministro della Salute Paulo Macedo di utilizzare le società di intermediazione per i contratti dei giovani medici, un sistema di appalti che sembra ricordare il capolarato, e le nuove retribuzioni orarie.
“La vostra battaglia – ha scritto nel messaggio Massimo Cozza, segretario nazionale Fp-Cgil Medici – è comune alle nostre contro i tagli al servizio pubblico che con la spending review arrivano complessivamente 22 miliardi. Una cifra insostenibile per mantenere un servizio sanitario che garantisca i livelli essenziali di assistenza ai cittadini. Il profondo disagio dei medici italiani è comune al vostro, con circa 10mila precari spesso sottopagati e senza diritti, con sempre minori risorse sia ospedaliere che territoriali per dare una risposta ai bisogni di salute”.
“Come voi oggi siete in piazza a Lisbona, noi lo saremo, con tutti i sindacati medici confederali ed autonomi, dipendenti e convenzionati, precari e specializzandi, il 27 ottobre per le strade di Roma – conclude il Segretario Nazionale dell’Fp-Cgil Medici – a difesa dell’universalità del diritto alla salute”.
Al Ministro della Giustizia
Avv. Prof. Paola Severino
Al Capo Dipartimento
dell’Amministrazione Penitenziaria
Dr. Giovanni Tamburino
Al Capo Dipartimento
della Giustizia Minorile
Dr.ssa Caterina Chinnici
Le misure varate dal governo nell’ambito della cosiddetta spending review avranno un impatto drammatico sul funzionamento del sistema dell’esecuzione penale.
I tagli del 10%, se applicati alle Amministrazioni del D.A.P. e della Giustizia Minorile, potrebbero produrre esuberi in figure professionali le cui funzioni sono necessarie a garantire il mandato istituzionale e mal si concilierebbero con l’impegno manifestato dal Ministro dopo il suo insediamento e le sue dichiarazioni sul sistema dell’esecuzione penale; vi rammentiamo che già oggi il personale penitenziario e della giustizia minorile è del tutto insufficiente e lavora in condizioni di emergenza.
Siamo inoltre preoccupati delle gravi conseguenze che la prevista riduzione dei ruoli dirigenziali, non inferiore al 20%, determinerà nel contesto penitenziario/minorile fortemente provato dalla endemica carenza di tali professionalità; in particolare i dirigenti penitenziari, in alcune situazioni, hanno contemporaneamente la responsabilità di due carceri, tre o quattro UEPE (uffici di esecuzione penale esterna) proprio a causa delle carenze di organico della loro figura professionale. A tal proposito, esprimiamo perplessità rispetto all’applicabilità di tali riduzioni, previste dal recente decreto legge, al personale afferente al ruolo di Dirigente penitenziario che, privo di contratto, in regime transitorio da sette anni, fruisce del trattamento giuridico ed economico del comparto sicurezza di fatto escluso dai tagli del decreto legge 95.
Nel chiedervi un incontro urgente auspichiamo un impegno fattivo per scongiurare la gravissima situazione che i tagli, conseguenti alla spending review, potrebbero comportare, ovvero una vera e propria alla paralisi del sistema
Roma, 11 luglio 2012
Il Segretario Nazionale FPCGIL
Salvatore Chiaramonte
La pubblicazione in Gazzetta Ufficiale del Decreto legge sulle Agenzie Fiscali e del Territorio è un duro colpo al sistema di controllo di legalità, una battuta d’arresto sul fronte della lotta all’evasione fiscale.
Gli interventi contenuti nel decreto legge, mai illustrato dal Governo, incideranno negativamente sulla lotta all’evasione fiscale e sulla generale capacità del sistema di accertamento e controllo dei fenomeni evasivi ed elusivi. Chiudere le Agenzie del territorio, accorpare alle Agenzie fiscali, enti e strutture che nulla hanno a che vedere con la loro funzione principale, altro non produrrà che disorientamento fra le lavoratrici ed i lavoratori, nelle organizzazioni del lavoro, nelle mission degli enti.
Un indebolimento organizzativo e operativo che rischia di avere drammatici effetti sulle entrate, a fronte di un non meglio precisato e fortemente dubbio risparmio, tutto da verificare.
Questa scelta miope e contraddittoria del Governo è resa ancor più evidente dalla scelta di legiferare con lo strumento del decreto d’urgenza sulla soppressione di alcuni presidi territoriali e rimandare le scelte operative e concrete su organici, funzioni e risparmi ad un termine di 90 giorni a partire dalla data di conversione del decreto in legge, vale a dire a fine anno.
Lasciare per circa 6 mesi uffici, lavoratrici e lavoratori, procedure e attività nel limbo della indeterminatezza è la scelta concreta che il Governo ha voluto assumere con questo decreto.
Una bella operazione di motivazione e di difesa delle professionalità interne, non c’è che dire. Quelle stesse professionalità, quelle stesse lavoratrici e lavoratori per i quali, ad ogni episodio di pressione sociale, di vandalismo o minacce si declama il valore e l’importanza del ruolo sociale.
Nel confronto con il Presidente Monti che inizierà la prossima settimana sulla spending review i contenuti di questo decreto, fino ad oggi sconosciuto nell’articolato, saranno oggetto di una prima discussione e di richieste di modifiche, comprese quelle che riguardano i tagli lineari agli organici ed alle sedi del Ministero Economia e Finanza, sempre contenuti nel decreto stesso.
FP CGIL Rossana Dettori – CISL FP Giovanni Faverin – UIL PA Benedetto Attili
Roma, 28 giugno 2012
Dopo gli ultimi episodi di violenza contro le donne Se non ora quando, Lorella Zanardo de il corpo delle donne, Loredana Lipperini e moltissimi altri, donne e uomini, chiedono un intervento forte per fermare la barbarie.Nell’appello si legge tra l’altro:
«E’ tempo che i media cambino il segno dei racconti e restituiscano tutti interi i volti, le parole e le storie di queste donne e soprattutto la responsabilità di chi le uccide perché incapace di accettare la loro libertà. E ancora una volta come abbiamo già fatto un anno fa, il 13 febbraio, chiediamo agli uomini di camminare e mobilitarsi con noi, per cercare insieme forme e parole nuove capaci di porre fine a quest’orrore. Le ragazze sulla rete scrivono: con il sorriso di Vanessa viene meno un pezzo d’Italia. Un paese che consente la morte delle donne è un paese che si allontana dall’Europa e dalla civiltà. Vogliamo che l’Italia si distingua per come sceglie di combattere la violenza contro le donne e non per l’inerzia con la quale, tacendo, sceglie di assecondarla.Una legge parlamentare contro i femminicidi».
All’appello hanno aderito tra gli altri, Susanna Camusso, Pier Luigi Bersani, Nicola Zingaretti, Bebbe Vacca, il direttore de l’Unità, Claudio Sardo, e molti altri ancora.
La FPCGIL Medici ha deciso ora di rilanciarlo anche sul suo sito e diffonderlo attraverso la sua rete per chiedere agli iscritti al sindacato, ai simpatizzanti e a tutti i cittadini di sottoscriverlo, così come già fatto dalla CGIL.
11.07.2012 – in allegato nota al Direttore Regionale sul mancato rispetto delle relazioni sindacali.
Comunicato stampa Fp-Cgil Medici
Roma, 10 luglio 2012
“Per una spending review vera e non fatta di soli tagli, il recepimento della direttiva europea per la prevenzione dal rischio di infezione per ferite provocate dall’uso di aghi o di altri strumenti come il bisturi è un atto dovuto, per la salute dei medici e degli operatori sanitari e per abbattere i costi. Serve un completo recepimento in tempi brevi anche in Italia (previsto dall’Europa entro maggio 2013), sanzioni effettive e proporzionate, e il coinvolgimento dei sindacati”. Questo il sunto dell’intervento di Massimo Cozza, segretario nazionale Fp-Cgil Medici, questa mattina al Senato al Convegno nazionale su “Analisi e riflessioni sul recepimento della Direttiva 2010/32/UE in materia di prevenzione delle ferite da taglio o da punta”, che ha recepito l’intesa del 2009 tra la Federazione sindacale europea dei servizi pubblici FSESP (della quale fa parte la Fp-Cgil) e l’Associazione datori di lavoro del settore ospedaliero e sanitario HOSPEEM (della quale fa parte l’Aran).
I dati presentati questa mattina nell’ambito del Convegno promosso dall’Associazione Parlamentare per la Tutela e la Promozione del Diritto alla salute sono molto significativi. In Italia si stimano circa 100mila esposizioni percutanee/anno con un costo diretto di gestione stimabile in circa 72 mln di euro. Con il 41% di incidenza rappresentano l’infortunio occupazionale più frequentemente segnalato tra gli operatori sanitari (seguito dai traumi al 30%).
“C’è anche da valutare – ha affermato infine Cozza – che il blocco del turn over e il taglio delle risorse sta portando i medici e gli infermieri a turni sempre più frequenti e lunghi con maggiore stress e maggiori probabilità di distrazioni e di ferite, in particolare a fine turno”.
Al Ministro dell’Interno
Dott.ssa Anna Maria CANCELLIERI
e,p.c.: Sottosegretario di Stato all’Interno
Dott. Giovanni FERRARA
Capo Dipartimento Vigili del Fuoco,
Soccorso Pubblico e Difesa Civile
Dott. Francesco Paolo TRONCA
Capo del CNVVF
Dott. Ing. Alfio PINI
Ufficio Garanzie e Diritti Sindacali
Dott. Giuseppe CERRONE
Oggetto: Disposizioni urgenti per la revisione della spesa pubblica – Assunzioni Vigili del Fuoco.
Gentilissima Ministro Cancellieri,
dopo una verifica del testo relativo alla norma sulle disposizioni urgenti per la revisione della spesa pubblica, di cui al DL n. 95 del 6 luglio 2012, siamo costretti a rilevare un nuovo intervento che penalizza gli organici del Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco.
Pur avendo apprezzato l’esclusione dalle riduzioni delle dotazioni organiche, di cui al comma 7, art. 2 del succitato testo, siamo fortemente preoccupati per la previsione della drastica limitazione posta alle assunzioni, così come viene esplicitamente prevista dal comma 2 dell’art. 14 che lascia presagire la chiusura di numerose sedi di servizio, a discapito della sicurezza dei cittadini, di cui non si può non tener conto.
Pertanto con la presente intendiamo stigmatizzare l’atteggiamento contradditorio del Governo che, da un lato ritiene giustamente di non prevedere la riduzione delle dotazioni organiche dei Vigili del Fuoco in ragione delle continue esigenze del Paese in tema di soccorso alle popolazioni, dall’altro non consente il totale recupero del turn-over, autorizzando le assunzioni a tempo indeterminato nel limite di un contingente di personale corrispondente ad una spesa, per il triennio 2012-14, pari al 20% di quella relativa al personale collocato a riposo nell’anno precedente e al 50% nell’anno 2015.
Ciò premesso, poiché il tema delle carenze di organico del CNVVF è di estrema importanza, sia per le aspettative di tutto il personale, sia per la tutela della popolazione italiana, le Scriventi OO.SS. chiedono la modifica dell’articolo relativo alle riduzioni delle spese di personale, già inserite nelle disposizioni urgenti per la revisione della spesa pubblica, senza la quale saremo costretti a ricorrere alle opportune iniziative sindacali e, se necessaria,anche alla proclamazione dello Sciopero della categoria.
In attesa di urgente riscontro porgiamo distinti saluti.
F.P. CGIL NAZIONALE VVF FED. NAZ. SICUREZZA CISL UIL NAZ. VVF
A.Sgrò -M.Mozzetta Pompeo Mannone Alessandro Lupo
inviata stamane alla Ministra della Giustizia Paola Severino, la Segretaria Generale dell’Fp-Cgil Rossana Dettori e il Presidente dell’Associazione Antigone (per i diritti e le garanzie dei detenuti) Patrizio Gonnella chiedono la convocazione in autunno di una Conferenza Nazionale sull’esecuzione penale in cui “amministrazione penitenziaria, rappresentanze del personale, associazioni e detenuti possano condividere le tappe di un percorso di rinascita del sistema penitenziario italiano”.
Una richiesta in linea con la pratica diffusa in molte democrazie, aggiungono Dettori e Gonnella, dove ciò “avviene regolarmente ogni anno. Il sistema penitenziario, che risponde direttamente alle finalità definite dalla nostra Costituzione, vive oggi un momento di profonda crisi a causa di una legislazione che ha prodotto un grave sovraffollamento, dell’assenza di risorse necessarie ad assicurare i diritti fondamentali delle persone detenute, delle dure condizioni di lavoro per tutto il personale, frutto di decennali politiche di tagli”.
“Con l’ultimo decreto sulla spending review, che taglia del 10% il personale penitenziario e della giustizia minorile – continuano la segretaria generale dell’Fp-Cgil e il presidente di Antigone rivolgendosi alla Ministra – si dà il colpo di grazia. Nonostante il personale sia insufficiente, si giunge al paradosso degli esuberi per figure centrali quali educatori e assistenti sociali e ciò rende di difficile attuazione la politica sul carcere prospettata subito dopo il suo insediamento. È però questo anche un momento di più diffusa consapevolezza, le parole del Presidente della Repubblica hanno prodotto una maggiore attenzione e contribuito a rendere più informata l’opinione pubblica, meno opaco il sistema”.
“Affinché, però, si possano raggiungere gli obiettivi di un sistema detentivo improntato al rispetto dei diritti umani e al recupero sociale, tutti gli attori devono diventare protagonisti del progetto di riforma e avere maggiore gratificazione sociale, per ridurre le asprezze tra chi svolge un ruolo di custodia e chi invece è detenuto. Ma soprattutto – concludono Dettori e Gonnella – il settore non può essere ulteriormente sottoposto a una politica miope di tagli lineari e di riduzione dei costi”.
Roma, 10 luglio 2012