Circolare personale volontario

14.05.2012 – Inallegato pubblichiamo la Circolare sul personale volontario

P.A.: dal Governo dei tecnici ci saremmo aspettati ben altro. Basta con la logica dei tagli. Reinvestire sul lavoro e sui servizi. Comunicato stampa di Rossana Dettori, Segretaria Generale Fp-Cgil Nazionale

 
Siamo convinti da tempo che il lavoro pubblico e le pubbliche amministrazioni possono e debbono rappresentare un veicolo per la crescita sociale ed economica del nostro Paese e per questo non condividiamo nè la logica dei tagli lineari nè questo accanimento nei confronti di amministrazioni pubbliche ormai finanziariamente stremate. Occorre rilanciare il lavoro pubblico e i servizi pubblici. Ridurli, depotenziarli o farli apparire come entità astratte dalle quali continuare ad attingere indiscriminatamente risorse, significa indebolire socialmente ed economicamente le persone, i cittadini e il Paese. Per questo, al di là delle ennesime trovate dal sapore vagamente brunettiano sulle denunce di sprechi da parte dei cittadini, consideriamo importantissimo l’incontro di oggi con il Ministro Patroni Griffi.

La Fp-Cgil auspica sia possibile raggiungere un’intesa che, in netta controtendenza con quanto accaduto con il precedente Governo, provi ad affrontare alcuni nodi rilevanti offrendo le giuste soluzioni: il ritorno dei contratti collettivi nazionali di lavoro e della contrattazione a strumenti di regolamentazione del rapporto di lavoro e di autoritá salariale, il superamento del precariato, un nuovo modello di relazioni sindacali che, valorizzando la contrattazione integrativa nei posti di lavoro, superi gli odiosi limiti previsti dal dlvo 150, sia per ciò che attiene ai sistemi di valutazione, sia per quanto riguarda il ruolo delle rsu e del sindacato sull’organizzazione del lavoro. Ed infine una verifica partecipata e condivisa sui reali fabbisogni delle singole amministrazioni.
Con questo spirito ci accingiamo alla trattativa, auspicando si possa finalmente tracciare quella evidente linea di demarcazione con le pratiche passate di cui ha bisogno il lavoro pubblico.
 
Roma, 3 maggio 2012

Spending Review: No a tagli lineari e arretramento servizi – Dichiarazione Stampa di Rossana Dettori ad Adnkronos/Labitalia

Pubblichiamo il testo di un’intervista di Adnkronos/Labitalia a Rossana Dettori, Segretaria generale FP CGIL

SPENDING REVIEW: DETTORI (FP CGIL), NO A TAGLI LINEARI E ARRETRAMENTO SERVIZI

      Roma, 2 mag. (Adnkronos/Labitalia) – “Se non vogliamo continuare con la logica dei tagli lineari, sbagliata, praticata dal precedente governo, ci sono altre strade per realizzare dei risparmi. Non permetteremo l’arretramento dei servizi pubblici, gia’ colpiti duramente nei mesi scorsi. Ci aspettavamo un cambio di rotta da parte del governo che pero’ non c’e’ stato”. Cosi’ Rossana Dettori, segretario generale della Fp Cgil, che con LABITALIA commenta il piano di spending review a cui sta lavorando l’esecutivo.

      Giudizio negativo da Dettori anche sulla nomina di Enrico Bondi a commissario straordinario per la razionalizzazione della spesa per acquisti di beni e servizi. “Sul fatto che un governo -sottolinea Dettori- di tecnici nomini un commissario straordinario per la spesa pubblica devo dire che sono rimasta senza parole. Non credo che ci fosse bisogno di ulteriori tecnici per aiutare i tecnici”.

 Diversi gli interventi da mettere in campo, secondo il sindacato. “A cominciare -sottolinea- da un giro divite sulle consulenze che pesano tantissimo, per centinaia e centinaia di migliaia di euro, sulla pubblica amministrazione. E poi, secondo noi, vanno accorpate le centrali di acquisto, per garantire piu’ trasparenza e legalita’, ed evitare che ad esempio una siringa che nel Lazio costa 1 euro in Campania ne costi 3. E poi lavorare-aggiunge- sulla informatizzazione degli uffici pubblici, in modo da permettere che lavorino tra loro”.

      E secondo il leader della Fp Cgil la scelta del governo di permettere ai cittadini di segnalare sprechi attraverso il sito della presidenza del Consiglio dei ministri: “E’ populistica, cio’ che ilcittadino puo’ percepire e’ solo se c’e’ o meno la prestazione da parte dell’ente pubblico, e se e’ fatta bene”. Per il sindacato invece c’e’ da “operare sulle esternalizzazioni che sono costate molto e non hanno portato nulla in termini di qualita’, anzi”.

(Lab/Opr/Adnkronos)
02-MAG-12 16:31

 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 

Giustizia Minorile: Mancata corresponsione indennità accessorie e quota parte FESI 2011.

A seguito dell’intervento della FP CGIL l’amministrazione centrale ha dato direttive per il pagamento del saldo FESI 2011.

 

Convocazione sede nazionale

 

 
E’ convocato per il giorno 15 maggio p.v. presso la Sala del primo piano – sindacato scuola, via leopoldo serra 31, Roma, alle ore 10,00, la riunione del coordinamento in oggetto, sul seguente o.d.g.:
– assetto organizzativo interno;
– situazione enti.

Data l’importanza degli argomenti vi raccomandiamo la massima partecipazione.

Cordiali saluti

Il Segretario Nazionale Fp Cgil
         Funzioni Centrali
   Salvatore Chiaramonte

 

Teleconferenza con le sedi regionali

 

CORTE DEI CONTI
11 MAGGIO 2012
 
“Pensare agli altri oltre che a se stessi, al futuro oltre che al presente”
 
 
COORDINAMENTO NAZIONALE
 
SOMMARIO:  – premessa
                    Le elezioni Rsu
                    Il lavoro sindacale
                    Il lavoro svolto per il CUG
                    L’attualità normativa riguardante la Corte
                    Ultimi accadimenti e “progetto-Corte”
 
 

 

convocazione Senato 16 maggio – revisione dello strumento militare

 

   

 

LA PROPOSTA DI "GIORNATA NAZIONALE PER LA CORTE DEI CONTI"

 

 
Il “progetto-Corte” e la nostra proposta di “Giornata Nazionale” per un “Patto per la Corte dei conti”
 

            Partiamo dalla contestualizzazione dell’ iniziativa.
 
            Alcune considerazioni poste in maniera schematica, per esigenze di chiarezza.
 
La prima e abbastanza ovvia considerazione, è relativa al fatto che qualsiasi “patto” presuppone un buon livello di confronto e di condivisione che porti a capire su che cosa è possibile procedere concretamente ad un’ intesa.
Pertanto, dobbiamo innanzitutto valutare che tipo d’ interlocuzione si può avere col personale di magistratura.

Sotto questo aspetto, è interessante notare che, negli ultimi mesi s’è aperto un dibattito nell’ ANM Corte dei conti su un’ ipotesi di modifica dell’ art. 11 della L. 15/2009 che miri a ristabilire almeno in parte la situazione precedente, ciò anche in considerazione del diverso quadro politico (si veda il verbale del consiglio direttivo del 27/02/2012 pubblicato sulla intranet).
La Presidenza della Corte sembra più incline a “soluzioni interne” che ad un impegno diretto per il cambiamento della norma: ne sono testimonianza sia il nuovo regolamento del Consiglio di Presidenza (deliberato nell’ adunanza del 24-25 gennaio 2012) dove si cercano di attenuare alcuni aspetti maggiormente “presidenzialistici” del citato articolo della “Brunetta”, sia l’ “incidente” verificatosi all’ inaugurazione dell’ anno giudiziario della Sezione Giurisdizionale per il Lazio (il prof. Caravita che ha abbandonato l’ aula al momento in cui il rappresentante dell’ ANM ha toccato proprio il punto della modifica dell’ art. 11).
Più volte abbiamo espresso  la nostra posizione critica sulla disposizione in commento, ora si tratta di capire fino a che punto l’ ANM è capace di spingere sui vertici istituzionali per una modifica e se (e in che modo) si possono valutare autonome forme di appoggio alla stessa.

E’ chiaro che un eventuale appoggio  sulla modifica dell’ art. 11 può essere un terreno comune d’ iniziativa, che serva ad avviare un proficuo confronto con l’ ANM sui punti di dissenso culturale e di prospettiva.

Se ne cita qualcuno a livello esemplificativo:
a) l’ opposizione a vere forme di valorizzazione delle professionalità amministrative che vengono accettate strumentalmente soltanto quando servano a non riformare il “corpo” magistratuale.
Si pensi ai funzionari di area III laureati in economia cui si fa riferimento per evitare che ci siano anche magistrati laureati in economia[1] come, invece, accade nelle Corte dei conti di altri paesi europei. – Questa posizione, è particolarmente miope e oltre a generare il dubbio che, in alcuni casi, soprattutto al controllo, i nostri altrettanto validi colleghi laureati in giurisprudenza siano da “rottamare”, rende particolarmente debole l’ Istituto di fronte alla prevista Authority che si annuncia fortemente caratterizzata proprio da professionalità di tipo economico-statistico. – Se, in questi anni, si fosse pensato a reclutare non soltanto funzionari laureati in economia ma anche magistrati, oggi la “partita” sul recepimento della direttiva europea n. 85/2011[2]  e su quella di attuazione della disposizione della legge costituzionale di riforma dell’ art. 81 sarebbe sicuramente diversa perché le frecce all’ arco della Corte sarebbero state maggiori. – Insomma, il reclutamento di funzionari laureati in economia e scienze statististiche è un fatto importante e positivo, ma non è sufficiente;
 
b) la separazione tra Corte – Amministrazione e Corte – Istituzione pesa come un macigno non soltanto sulla corretta definizione del ciclo di gestione della performance, soprattutto di quella organizzativa, ma è un oggettivo ostacolo alla valorizzazione di cui sopra. – Su questo punto, sinora, non abbiamo mai sentito posizioni contrarie dall’ ANM e, non a caso, è uno dei punti che affrontiamo nella nostra “lettera aperta” da “SINDACATO A SINDACATO”;
 
c) non è chiaro se rispetto alla “Commissione Giampaolino” ci sia prevalentemente una critica per non essere stati informati preventivamente  o se ci siano anche contenuti culturalmente diversi, ad es., dalle “linee direttive” di cui all’ intervento del professor Caravita di Toritto (vice-presidente della Commissione).
 
Quest’ ultimo punto, ci dà la possibilità di passare al secondo gruppo di considerazioni.

Stante l’ attuale quadro politico-istituzionale, come delineatosi in seguito alla riforma del titolo V parte II della Costituzione, è da ritenere che ci siano dei “dubbi di costituzionalità” nello spingersi fino a delineare apertamente il superamento di quanto previsto dalla nota sentenza n. 29/1995 della Corte Costituzionale.
Questo profilo, tra i vari su cui abbiamo da formulare critiche  alle citate “linee direttive” del professore Caravita di Toritto, sembra preliminare rispetto a tutti gli altri.

Infatti, non soltanto l’ art. 3 della legge 20/94 (oggetto della citata sentenza della Corte Costituzionale) è stato “salvato” per la natura “collaborativa” del controllo sulla gestione, ma anche il controllo di regolarità contabile di cui alla finanziaria 2006 è stato “salvato” con la medesima motivazione (sentenza n. 179/2007).

Certo, all’interno della Corte ci sono degli “ultras” che già ora mandano deliberazioni delle Sezioni Regionali di controllo alle nostre Procure, pertanto, sotto quest’ aspetto, il riferimento contenuto nella relazione di Caravita ad un collegamento della funzione di controllo con quella giurisdizionale bypassando le Procure Regionali sembra addirittura moderato (si veda la pag. 5 del citato intervento).
In realtà, anche la proposta di istituire “Sezioni Centrali Consultive”, togliendo dette funzioni alle Sezioni Regionali,  da un lato,  sembra “copiare” il modello Consiglio di Stato (configuratosi in un contesto storico ed istituzionale ben diverso) dall’ altro, più che ad assicurare maggiormente la “funzione nomofilattica” sembra anch’ essa rivolta a meglio trasformare le Sezioni Regionali in “watchdog”  degli EE.LL. togliendo ad esse la più tipica delle funzioni collaborative svolte dalla Corte e molto apprezzata dagli Enti visto il progressivo incremento della stessa.

Per noi, la critica ad una riorganizzazione centralistica e da “controllo sanzionatorio” della Corte non è soltanto rispetto all’ ormai annosa questione del rapporto tra controllo e giurisdizione, in realtà, oggi significa anche criticare il “centralismo liberista” che ispira la legge costituzionale n. 1/2012 la cui attuazione s’ intreccia con la citata direttiva europea – la n. 2011/85 –  che prevede il citato nuovo organismo e facente parte dell’ elenco di quelle che dovranno essere recepite nel nostro ordinamento con la prossima “legge comunitaria”, l’ A.C. n. 4925, il cui esame parlamentare è iniziato nello scorso mese di aprile.

Naturalmente, l’ augurio è che qualche “spiffero” del “vento francese” giunga nelle aule parlamentari.

Tuttavia, è da notare che la citata legge costituzionale n. 1/2012 prevede anche l’ approvazione, entro la fine di febbraio 2013, di una “legge rinforzata”  che disciplinerà la nuova Authority che sarà la prima ad avere una rilevanza costituzionale.
Ciò, si sposa col vecchio vizio italico di creare nuovi organismi, invece di riformare quelli esistenti, come, per l’ appunto, la nostra Corte dei conti.

Quindi, un altro importante punto di convergenza potrebbe essere quello di delimitare al massimo il nuovo organismo sia sul piano dell’ apparato che di quello delle funzioni.
Sul piano organizzativo, sarebbe assurdo che in una fase di accorpamenti, tagli e soppressioni si può pensare soltanto ad un organismo “leggero” che nasca da una ristrutturazione/unificazione dei servizi studi e bilancio delle Camere già dotati di personale qualificato che svolgerebbe, se proprio necessario, il ruolo di “cane da guardia” dei conti pubblici.
Pertanto, la “resistenza istituzionale” da parte di settori della magistratura contabile, dovrebbe basarsi sul recupero  del modello di controllo collaborativo.
Quindi, si tratta di contrastare con proposte unificanti quella centralizzazione delle politiche di bilancio che, tra l’ altro, ha comportato il passaggio della materia dell’ “armonizzazione dei bilanci” dalla legislazione concorrente tra Stato e Regione a quella di legislazione esclusiva dello Stato separandola dalla materia del “coordinamento della finanza pubblica” che, invece, resta, opportunamente, di legislazione concorrente.
Infatti, la modifica dell’ art. 117 della Costituzione è anche di difficile comprensione logica all’ interno di una governance politico-istituzionale che, comunque, resta “multilivello” e, nello specifico, sembra molto contraddittoria visto l’ inscindibile nesso che c’è tra le materie dell’ “armonizzazione dei bilanci” e del “coordinamento della finanza pubblica”.

In realtà, la  rigida sovradeterminazione a livello europeo delle strategie di pianificazione della politica di bilancio porta ad un aumento degli aspetti “top down” del processo pianificatorio a scapito di quelli “bottom-up”  contravvenendo al concreto svilupparsi della strategia che, data la complessità delle situazioni che bisogna fronteggiare, è sempre più basata su quella metodologia che da anni gli studiosi hanno definito di “incrementalismo logico”[3] basata su piccoli e continui aggiustamenti che portano ad un riorientamento complessivo presupponendo, quindi, flessibilità invece di irrigidimenti addirittura di tipo costituzionale.

Insomma, sembra paradossale ma, facendo una facile battuta, centralizzazione delle politiche di bilancio e ciclo brunettiano della performance sono le classiche “due facce della stessa medaglia” costituite  dall’ enfasi e dal mito della “pianificazione razionale” (dalla pianificazione sovranazionale a quella dei singoli sottosettori della P.A. o, per dirla alla Brunetta, dal “piano della performance” alla direttiva annuale, alla “relazione sulla performance”).
Il riferimento è al tipico percorso “a cascata” (ripreso anche da deliberazioni CIVIT) degno dei piani quinquennali stile Comitato Centrale del PCUS in epoca staliniana.
Un simile meccanismo non poteva reggere, è andato in crisi nei singoli Paesi e sta per essere messo in discussione a livello europeo.
In questo senso, l’ accordo di Palazzo Vidoni è positivo se è il primo passo per mettere in discussione il “dirigismo liberista” e il modello di controllo ad esso legato.
Nello specifico, la Corte potrebbe sfruttare il fatto che, come al solito, ha un certo ritardo nei documenti di pianificazione e, pertanto, non ha ancora aggiornato il documento programmatico triennale restato al 2011-2013;
in quella sede potrebbe avere una posizione più “elastica” e costruire un qualche nesso tra performance organizzativa e individuale, allo stato mancante e che ha costituito una delle maggiori critiche sia delle nostre osservazioni al D.P. n. 53/2011 che nel parere n. 1/2012 del CUG;
naturalmente, il nuovo sistema di valutazione dovrà delinearsi all’ interno di una ripresa del confronto con le OO.SS. aspettando anche i principi scaturenti dalla nuova legge-delega. 
 
PER CONCLUDERE,  pensiamo che occorra fissare la data della “GIORNATA NAZIONALE PER LA CORTE” prima della conclusione dei lavori della “Commissione Giampaolino” e, comunque, entro il mese di giugno.
Roma, 11 maggio 2012 

DELEGAZIONE NAZIONALE TRATTANTE                                         F.P.-CGIL
F.P.-CGIL CORTE DEI CONTI                                                 FUNZIONI CENTRALI
 
_____________________________________________________________________
 
[1] L’ opposizione all’ inserimento di laureati in economia all’ interno della magistratura ha già portato nel passato, com’è noto, al boicottaggio della disposizione sulla riserva del 20% della dotazione organica a tale tipo di laureati: – Purtroppo, spesso, ci si basa su un raffronto non opportuno con la magistratura ordinaria che per esigenze specialistiche ha i “consulenti” e, quindi, in analogia ci si affida soltanto (o prevalentemente) al personale di supporto laureato in economia. – Questa concezione, nel corso degli anni, ha già provocato danni in quanto contribuisce a far concepire la Corte come una magistratura non sufficientemente specializzata;
altri, per giustificare la propria contrarietà all’ inserimento di laureati in economia nella dotazione organica richiedono un “uso mirato” dei consiglieri di nomina governativa, tuttavia, sappiamo che, storicamente, la nomina di questo tipo di consiglieri spesso serve a finalità non sempre confessate apertamente (ad es., a “piazzare” alti burocrati, ufficiali, ecc. che non trovano più adeguate collocazioni) e, inoltre, l’ aliquota sarebbe, comunque, numericamente insufficiente.

[2] La direttiva 2011/85/UE dell’ 8 novembre 2011 relativa ai requisiti per i quadri di bilancio degli Stati membri, si inserisce in un pacchetto di sei provvedimenti legislativi comunitari (“six pack”) volti all’ istituzionalizzazione, a livello europeo, del sistema di governance economica liberista.
La suddetta direttiva, sia nelle premesse che nei successivi articoli, prevede l’ istituzione dell’ organismo indipendente per controllare il rispetto delle regole di bilancio;
in particolare, al punto 16 delle premesse, si osserva: “Tali regole dovrebbero basarsi su un’ analisi affidabile e indipendente, eseguita da organismi indipendenti od organismi dotati di autonomia funzionale rispetto alle autorità di bilancio degli Stati membri”.
E ancora, all’ art. 6, co.1, lett. b) “il controllo effettivo e tempestivo dell’ osservanza delle regole, basato su un’ analisi affidabile e indipendente, eseguita da organismi indipendenti o dotati di autonomia funzionale rispetto alle autorità di bilancio degli Stati membri”.
 
[3] Così Quagliani-Robotti Ed. Franco Angeli pagg. 40-42

 

Dirigenza penitenziaria – richiesta di incontro

 

 
Roma, 14 maggio 2012
 
Al Capo del DAP
Pres. G.Tamburino
 
Al Vice Capo DAP
Dssa S. Matone
 
Al Direttore Generale
del Personale e della Formazione
Dott. R.Turrini Vita
 
e, p.c.
All’Ufficio per le Relazioni Sindacali
Dssa P. Conte
 

Oggetto: Dirigenza penitenziaria – Richiesta di incontro
 

Nel corso dell’incontro del 22 marzo u.s.  la Fp Cgil  sollecitò i vertici di codesta Amministrazione alla necessaria ed urgente ripresa del confronto e delle trattative finalizzate alla predisposizione e definizione del primo contratto di lavoro della dirigenza penitenziaria (Dirigenti di Istituto penitenziario e di Esecuzione penale esterna), unica categoria professionale del pubblico impiego che,  a circa sette  anni dalla sua istituzione ne risulta ad oggi privo.
Rappresentammo, ancora una volta, quanto  questo vuoto pattizio rappresentasse un grave vulnus  per l’organizzazione penitenziaria  e per le  pesanti ricadute che ciò rischia di comportare sul versante professionale dei lavoratori interessati che giustamente rivendicano status giuridico, dignità professionale, diritti e garanzie .
In quella sede il Direttore Generale del Personale e della Formazione Dott. Turrini Vita comunicò che sulla questione  erano in corso contatti  con il Ministero dell’economia e delle finanze  e con il Ministero della funzione pubblica  e si impegnò di  informare a breve le OO.SS.  
A tutt’oggi,  siamo ancora  in attesa delle informazioni annunciate e riscontriamo non solo una evidente elusione di quelle che sono le prassi che regolano le normali relazioni sindacali, ma che sulla questione l’Amministrazione continua a tenere  un atteggiamento di totale, inspiegabile, quanto  imbarazzante  disinteresse che riteniamo non possa trovare alcuna comprensibile ragione.
La Fp Cgil, pertanto, chiede con urgenza la convocazione di un tavolo di confronto relativa alla problematica in questione.
Cordiali saluti
 

La coordinatrice nazionale DAP
Lina Lamonica

 

LETTERA APERTA AL MINISTRO DELL'INTERNO, PREFETTO ANNAMARIA CANCELLIERI

 

 


Sig. Ministro, 

abbiamo ascoltato le sue dichiarazioni relative ad una possibile escalation di atti violenti nel nostro Paese.
Riteniamo che lei, nella sua qualità di Ministro dell’interno e di Autorità nazionale di pubblica sicurezza, abbia in suo possesso quegli elementi utili ad una valutazione degli eventuali rischi.
Quello che ci lascia perplessi delle sue dichiarazioni è che mentre si procede ad una riduzione delle presenza del Ministero dell’interno sul territorio alla luce dei risparmi di spesa in atto, si prospetta di nuovo l’impiego dell’Esercito nella vigilanza del territorio e degli obiettivi sensibili, lamentando le  limitate risorse economiche e umane per garantire la sicurezza interna.
Ci permetta dissentire da codeste considerazioni e da queste scelte.
In queste ultime giornate stiamo assistendo all’avvio di un processo di revisione della spesa che investe direttamente il Ministero dell’interno, in particolare nelle sue articolazioni territoriali, che prevede una consistente riduzione dei costi con il conseguente arretramento dello Stato con l’accorpamento di alcune Prefetture sulla base del calcolo costo/abitante e non su un’analisi dei costi/benefici in relazione ai servizi erogati.
A nostro avviso l’uso dell’Esercito comporterebbe un ulteriore aumento della spesa per la sicurezza, un costo che al pari di quello per altri servizi, non è sopprimibile.
Un aggravio di spesa difficilmente conciliabile con l’impegno del Governo di tagliare la spesa pubblica che dimostra la miopia degli interventi che si intendono mettere in campo per contenere la spesa pubblica.
Noi, invece, in relazione alle rilevanti missioni istituzionali del Ministero dell’interno, in primo luogo la sicurezza, riteniamo possibile avviare un processo di ottimizzazione delle risorse a disposizione sia umane che finanziarie.
Per garantire la sicurezza lei ha, tra gli altri, in suo possesso un utile strumento che è la piena applicazione dell’art. 36 della legge 121/81.
Recuperare al servizio operativo migliaia di operatori della Polizia di Stato che attualmente sono impiegati in attività non d’istituto come quelle amministrative e contabili che la legge affida al personale civile del Ministero dell’interno.
Tale operazione comporterebbe un miglior utilizzo delle risorse economiche, in un momento difficile per il Paese, tenendo conto che ogni operatore della Polizia di Stato costa, a parità di lavoro amministrativo, almeno il doppio di un lavoratore civile; inoltre sarebbe possibile recuperare all’attività investigativa e al controllo del territorio le risorse umane delle forze dell’ordine necessarie. Situazione, questa, più volte rappresentata dalla Corte dei Conti nelle sue relazioni annuali.
Noi siamo convinti che garantire sicurezza significhi anche garantire i diritti dei cittadini ed è per questo che i lavoratori civili del Ministero dell’interno intendono, come sempre, fare la loro parte acquisendo interamente tutte quelle funzioni che la legge 121/81 assegna loro, liberando gli operatori della Polizia di Stato da compiti non istituzionali.
Adottando, tra gli altri, anche questo criterio nel progetto di revisione della spesa si potrebbe avere la sorpresa che invece di tagliare occorrerebbe investire nelle strutture periferiche del Ministero.
 
Roma, 14 maggio 2012
 
                                                       Il coordinatore nazionale FPCGIL
                                                               del Ministero dell’interno
                                                                    Fabrizio Spinetti

Agenzie Fiscali – FISCO. CAMUSSO: NON SI PUÒ ESSERE INDULGENTI CON CHI EVADE TASSE,NON PRENDERSELA CON LAVORATORI EQUITALIA

(DIRE) Roma, 12 mag. – “Vorrei spendere una parola per tutti quei lavoratori che stanno all’agenzia delle entrate o ad Equitalia. Fanno un lavoro che e’ imposto loro dalle leggi. Prendersela con loro significa prendersela con delle persone che invece cercano di fare una cosa importante in questo Paese: combattere l’evasione. Una delle grandi ragioni della nostra difficolta’ e’ anche che tanta parte dell’evasione e della corruzione rappresentano tutte risorse che poi non determinano di fare politiche di crescita”. Lo dice il segretario generale della Cgil, Susanna Camusso, in un’intervista rilasciata ai microfoni di Tgcom24. “Invece di prendersela con quei lavoratori- prosegue-sarebbe piu’ utile individuare delle modalita’ che evitino di determinare un cortocircuito che e’ quello che, di fronte alla situazione di crisi e di difficolta’, non ci sono delle norme che permettano di aiutare le singole persone. Nella trasparenza, bisogna aiutare chi, in ragione della crisi e dell’assenza di credito, non ce la fa ma non si puo’ essere indulgenti con chi, per colpa della crisi, ha sempre cercato di evadere le tasse”.

banner 10 maggio 2012 giornata contro la precarietà

10 maggio: la CGIL in piazza contro la precarietà

Presidi, cortei sono previsti in tutta Italia in occasione della giornata nazionale contro la precarietà. Al Governo e al Parlamento la CGIL chiede innanzitutto la cancellazione dei contratti truffa, l’estensione degli ammortizzatori sociali, un equo compenso, investimenti e innovazione per combattere la disoccupazione. A Roma, il Segretario Generale della CGIL, Susanna Camusso, parteciperà al presidio che si terrà a partire dalle ore 17 in Piazza del Pantheon

 
 
 
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