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La risposta della FPCGIL Medici alla polemica della FIMMG sulla guardia medica

 
 

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Cure primarie, documento tavolo tecnico al Ministero della Salute un passo in avanti

Comunicato stampa di Nicola Preiti,
Coordinatore nazionale Medicina Convenzionata FPCGIL Medici

L’odierno documento conclusivo del tavolo tecnico sulle cure primarie sindacati-Ministero della Salute contiene dei principi importanti che costituiscono un passo positivo ma da realizzare con atti concreti coerenti.
Finalmente si sancisce la necessita del ruolo e dell’accesso unico di tutti i medici convenzionati.
Non siamo ancora al medico di cure primarie da noi proposto, ma è un passo avanti in questa direzione.
Purtroppo non siamo riusciti a rendere esplicito, per responsabilità di chi vuole il mantenimento di inveterati privilegi di una parte minoritaria della categoria, la nostra proposta di superamento della figura del medico di guardia medica per farli diventare a tutti gli effetti medici di medicina generale.
Eppure hanno gli stessi titoli dei medici di assistenza primaria.
Insisteremo su questo punto. È necessario per implementare il processo integrativo, e per liberare questa ‘riserva indiana’ disfunzionale per il sistema. Cosi si libererebbero risorse per le attività territoriali di tutta la categoria.
Si sancisce il distretto come sede territoriale di riferimento per il coordinamento della gestione delle cure territoriali. E anche questa è una sottolineatura non indifferente che abbiamo ricercato attivamente.
Per i medici di Emergenza sanitaria 118 si va finalmente verso una univocità del ruolo con la necessità di muoversi verso un rapporto di dipendenza per tutti i medici del settore.
Si rimarca infine, come da noi richiesto, che l’ ICT (information and comunicazione tecnologa) rappresenta uno strumento irrinunciabile per arrivare all’integrazione funzionale delle cure primarie per il loro coordinamento, la gestione ed il governo clinico.
Un buon lavoro che si deve indirizzare verso la concretizzazione degli obiettivi.

 

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Nota della Segreteria Nazionale della CGIL sulla riforma del mercato del lavoro

Dato l’ingiustificato ritardo con cui il Ministero del Lavoro ha reso pubblico il testo ufficiale del Ddl sul Mercato del Lavoro, la Segreteria Nazionale della CGIL esprime prime valutazioni di ordine generale, rinviando le osservazioni specifiche a un futuro più compiuto esame dell’articolato in essere.
La riconquista dello strumento del “reintegro” nel caso di licenziamenti economici insussistenti è un risultato positivo che ripristina un principio di civiltà giuridica.Ciò insieme alla velocizzazione dell’iter di giudizio, il permanere dell’onere della prova sull’impresa, al ruolo del sindacato nella conciliazione ricostituiscono il potere di deterrenza dell’art. 18 e scongiurano la pratica dei licenziamenti facili a indennizzo economico che Governo e Confindustria intendevano introdurre;
Il Governo aveva chiuso la consultazione con le parti sociali imponendo un testo che escludeva il reintegro per i licenziamenti economici. Ora è dovuto tornare indietro: si tratta di un importante risultato della CGIL, della mobilitazione unitaria dei lavoratori, del consenso che si è sviluppato nel Paese sul tema della dignità del lavoro, a cui  hanno prestato ascolto le forze politiche progressiste più sensibili alle tematiche sociali;
Il Ddl pomposamente definito “Riforma del Lavoro in una prospettiva di crescita” contiene forse la Riforma ma non la prospettiva di crescita.Sul tema della precarietà la distanza tra il testo presentato rispetto agli annunci propagandistici del Governo sono evidenti e rischiano di arretrare i risultati ottenuti nel confronto con le Organizzazioni Sindacali.
Sul tema degli ammortizzatori, l’articolazione dei fondi allontana l’idea di universalità, così come non c’è risposta inclusiva per i lavoratori discontinui.In ragione di questo giudizio, dei risultati raggiunti e delle tante questioni aperte la CGIL conferma la necessità di una forte iniziativa, che proporrà anche a CISL e UIL, con al centro:
presidiare la discussione sul Ddl al fine di migliorarlo a partire da precarietà e ammortizzatori;
ridurre la pressione fiscale sul lavoro dipendente e i pensionati;
ottenere provvedimenti per la crescita economica e la creazione di posti di lavoro.Sulla base di queste priorità il prossimo Direttivo della CGIL definirà il calendario e le modalità della prosecuzione della mobilitazione.
 
Intanto le strutture della CGIL sono impegnate nella preparazione della manifestazione del 13 aprile a contrasto degli effetti della riforma pensionistica.

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Casse dei professionisti come tutti gli enti pubblici

 
(Articolo di Roberto Sandri su Italia Oggi del 27 aprile 2012) Niente autonomia per le Casse di previdenza dei liberi professionisti rispetto ai provvedimenti della finanza pubblica. La previsione (anticipata da ItaliaOggi del 13 aprile) è contenuta nell’articolo 7 del decreto legge sulle semplificazioni in materia tributaria convertito con il ddl 3184-B martedì 24 aprile. In sostanza, il testo certifica l’obbligo degli Enti di previdenza privati di rispettare le regole della finanza pubblica, causa la loro presenza nell’elenco Istat, seppur più volte contestata. Si conferma che «per amministrazioni pubbliche si intendono gli enti e i soggetti individuati a fini statistici nell’elenco» pubblicato dall’Istat e le Casse di previdenza private sono là dentro. Ma non solo: questo principio non vale tanto e solo per il 2011 – come sancito nel testo del decreto legge n. 16/2012 ma per tutti i «successivi aggiornamenti», senza necessità, quindi, di dover richiamare i provvedimenti che l’Istat emanerà in futuro. Gli enti di previdenza privati, anche se Fondazioni di diritto privato e obbligate a rispettare gran parte della normativa più onerosa propria delle persone giuridiche private, sono dunque sottoposte alle regole per la stabilità pubblica. Cioè alle leggi finanziarie annuali.Il meccanismo giuridico. L’elenco Istat indica i gioielli di famiglia della ricchezza nazionale: gli enti i cui bilanci appartengono al conto economico consolidato dello Stato il quale a sua volta esprime la stabilità del nostro Paese nella sede di Bruxelles. Il testo del 3184-B chiarisce che a tutti i componenti della lista si applicano le regole proprie della finanza pubblica, secondo quanto indicato dalle leggi finanziarie dei vari governi. Per tanto tempo l’Adepp – l’associazione che raccoglie le Casse di previdenza private ha sostenuto l’estraneità a quella lista: non percependo denaro pubblico in alcuna forma, le Casse non dovevano far parte di quell’elenco o, pur partecipandovi, non dovevano essere trattate come amministrazioni pubbliche. Insomma, niente indiscriminata applicazione delle leggi che disciplinano gli enti pubblici e niente ingiustificate generalizzazioni dei vincoli imposti dalle varie finanziarie, e quant’altro. Le carte da bollo si sono sprecate intorno a questo nodo e, proprio nel 2012, prima a gennaio il Tar del Lazio aveva dato loro ragione, poi a marzo il Consiglio di stato aveva sospeso la sentenza Tar. Ora siamo davanti ad un testo di legge, salutato dal premier Monti in occasione della prima fiducia del 4 aprile, come un provvedimento che contrasta «la lente del particolarismo».
Le conseguenze. Non è semplice capire la mossa del governo. Secondo i falchi, il Ministero dell’economia sta seguendo «l’odore dei soldi» e intende acquisire i patrimoni delle gestioni private all’interno di un neonato SuperInps, anche se più volte il presidente dell’Istituto nazionale Antonio Mastrapasqua ha negato decisamente.
Secondo le colombe, invece, l’intento di Monti è quello di preservare i patrimoni delle Casse, perché oggi ogni euro in più nelle loro riserve fornisce lustro al conto consolidato dello Stato. Poiché l’Italia ha bisogno di stabilità, sottoporre la previdenza professionale ai principi della Finanziaria di per sé non permette di acquisire un euro, ma preserva l’esistente.
Una cosa però è certa: tutti i provvedimenti di contenimento della spesa, dei costi istituzionali e degli investimenti ora non saranno più da considerare solo consigli per il comportamento futuro ma rappresenteranno vincoli giuridici.

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Abrogare nuova tassa per i medici specializzandi, stato di agitazione e il 17 aprile a Montecitorio

FEDERSPECIALIZZANDI – CIMO-ASMD – AAROI-EMAC – FP CGIL MEDICI –
FASSID – CISL MEDICI – FESMED – ANPO-ASCOTI-FIALS MEDICI –
UIL FPL MEDICI – UDU 
 

Nel decreto “Cresci Italia” al Senato è stato aggiunto un comma che equipara le borse di studio superiori agli 11.500 euro annui ai redditi da lavoro dipendente, con conseguente imposizione IRPEF. Ciò ridurrebbe di circa 200-300 euro mensili il compenso economico del medico in formazione specialistica, rendendo la borsa al netto delle spese di poco di superiore ai 1000 euro.
Non basta che siano i medici in formazione meno retribuiti dell’Unione Europea, che debbano pagarsi le spese professionali con la propria borsa di studio come acquisto di libri, iscrizioni a congressi, stage all’estero, quelle universitarie (2000 euro di tasse annue in media), l’iscrizione all’ordine dei medici, la quota previdenziale all’ENPAM, l’assicurazione contro la colpa grave.
Non basta che, continuando comunque ad essere considerati dalla legge come studenti, con la loro attività permettano lo svolgimento della gran parte delle attività dei Policlinici Universitari FederSpecializzandi, associazione più rappresentativa di categoria, e le Organizzazioni Sindacali CIMO-ASMD – AAROI-EMAC – FP CGIL MEDICI – FASSID – CISL MEDICI – FESMED – ANPO-ASCOTI-FIALS MEDICI – UIL FPL MEDICI – UdU hanno inviato oggi ai ministri competenti una richiesta di appoggio nell’abrogazione del comma approvato al Senato, non ritenendo accettabile l’applicazione dell’IRPEF a chi è destinatario di una borsa di studio.
FederSpecializzandi, con il sostegno dei sindacati CIMO-ASMD – AAROI-EMAC – FP CGIL MEDICI – FASSID – CISL MEDICI – FESMED – ANPO-ASCOTI-FIALS MEDICI – UIL FPL MEDICI – UdU, proclama uno stato di agitazione con sospensione dell’attività nei Policlinici, pur nel dispiacere dei disagi che verranno creati alla popolazione, da lunedì prossimo ed una manifestazione nazionale in Piazza Montecitorio per martedì 17 alle ore 11.

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Le cure salvavita non sono uno spreco.

 Si pubblica il NOI&VOI di Guglielmo Pepe uscito oggi su La Repubblica “Le cure salvavita non sono uno spreco.”, che condividiamo.
 

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Dagli Ospedali Psichiatrici Giudiziari ai manicomi privati ?

La notizia è pubblica (il sole 24 ore sanità): l’ultima bozza di decreto per applicare la nuova legge (9/2012) sugli Ospedali Psichiatrici Giudiziari stabilisce che le strutture residenziali in cui ricoverare gli attuali internati negli OPG potranno essere realizzate e gestite dalle Aziende sanitarie, tramite i dipartimenti di salute mentale (DSM), o dal privato sociale e imprenditoriale.
Di male in peggio: avevamo già criticato la nuova legge sugli OPG (uno specifico articolo del decreto “svuota carceri”), perché invece di privilegiare la presa in carico degli internati da parte dei Dipartimenti di Salute Mentale con Progetti Terapeutico Riabilitativi Individuali, così da permettere l’effettiva costruzione di percorsi alternativi agli OPG, rischia di concentrare tutto sulla creazione di “miniOPG” in ciascuna regione, perpetuando la logica manicomiale, con il tragico binomio cura/custodia.
Ora rischiamo addirittura il business, alimentato obbligatoriamente dalla spesa pubblica (dato che il ricovero è disposto dalla magistratura) e a pagare saranno le Asl (e lo Stato qualora sia prevista la vigilanza esterna). Mentre è inquietante l’idea che potrebbero essere soggetti privati a realizzare e gestire strutture detentive.
Un disastro, uno stravolgimento di quello che doveva essere il processo di superamento degli OPG: chiediamo al Ministro della Salute la convocazione urgente dell’incontro, che pure aveva convocato e poi rinviato. Al Presidente della Conferenza delle Regioni, che abbiamo già incontrato, chiediamo un immediato intervento. Come auspichiamo una decisa azione del Ministro della Giustizia contro la privatizzazione della giustizia e delle carceri.

Insistiamo, perché si proceda subito a finanziare, non ancora strutture manicomiali, ma i Progetti Terapeutico Riabilitativi Individuali, in modo da “svuotare” gli attuali OPG, destinando i finanziamenti previsti dalla legge 9/2012 (intanto i 93 milioni nel biennio per l’assistenza sanitaria) ai Dipartimenti di Salute Mentale. L’ordine del giorno (9/4909/31) approvato alla Camera, in occasione del voto sulla legge per l’emergenza carceri, impegna il Governo proprio in questa direzione
Finché non cambierà finalmente la legge sull’imputabilità del “folle reo” e sulla “pericolosità sociale”, senza una vera presa in carico dei Dipartimenti di Salute Mentale per offrire percorsi individuali di assistenza come prevedono sentenze della Corte Costituzionale, tutti (o quasi) gli internati saranno inevitabilmente trasferiti nelle nuove strutture manicomiali (ora perfino private !), dove la Magistratura continuerà a disporre l’esecuzione della misura di sicurezza.
L’urgenza è certo quella di dare sollievo agli uomini e alle donne oggi internati negli attuali OPG, realtà indegne di un paese civile, ma bisogna farlo restituendo dignità e diritti di cittadinanza, non alimentando business o nuovi manicomi, che per loro natura impediscono la cura e la riabilitazione di persone malate.  

p. COMITATO stopOPG Stefano Cecconi, Fabrizio Rossetti

ll Comitato nazionale STOP OPG è formato da:
§  Forum Salute Mentale
§  Forum per il diritto alla Salute in Carcere
§  CGIL nazionale
§  FP CGIL nazionale
§  Antigone
§  Centro Basaglia (AR)
§  Conferenza permanente per la salute mentale nel mondo F. Basaglia
§  Coordinamento Garanti territoriali diritti dei detenuti
§  Fondazione Franco e Franca Basaglia
§  Forum Droghe
§  Psichiatria Democratica
§  Società della Ragione
§  Associazione Casa di Solidarietà e Accoglienza Barcellona PG

    UNASAM
§  Associazione “A buon diritto”
§  SOS Sanità
§  Cittadinanzattiva
§  Gruppo Abele
§  Gruppo Solidarietà
§  CNCA Coordinamento nazionale Comunità Accoglienza
§  Fondazione Zancan
§  Conferenza nazionale Volontariato Giustizia
§  Itaca Italia
§  CNND Coordinamento nazionale nuove droghe
§  ARCI
§  AUSER

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Pubblico può essere bello. Intervento della FPCGIL Medici al Forum Sanità di Sel

 

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Specializzandi, adesso fermare la nuova supertassa Inps nascosta nel Ddl Lavoro. La FPCGIL Medici a Montecitorio

La straordinaria mobilitazione della Federspecializzandi, alla quale ha dato pieno sostegno la FP CGIL Medici che oggi era in piazza Montecitorio con una delegazione, ha ottenuto un importante successo con la cancellazione in Commissione Finanze alla Camera della decurtazione Irpef maldestramente introdotta nel decreto sulla semplificazione fiscale.

Ma un’altra nuova supertassa per gli specializzandi” ha dichiarato Massimo Cozza, segretario nazionale FPCGIL Medici oggi intervenuto in piazza Montecitorio “è nascosta nell’articolato del Disegno di Legge sul Mercato di Lavoro“.

La Consulta delle Professioni della Cgil ha infatti scovato nell’articolo 36 un aumento progressivo dell’aliquota ridotta della gestione separata INPS oggi al 18%, che gli specializzandi versano in quanto già assoggettati ad altro Ente previdenziale (Enpam).
L’aliquota, se la norma non verrà cambiata, passerà anche per gli specializzandi al 19% nel 2013, al 20% nel 2014, al 21% nel 2015, al 22% nel 2016, al 23% nel 2017 e al 24 per cento a decorrere dall’anno 2018. Una decurtazione della borsa di studio di circa 100 euro al mese.

Si tratterebbe di una beffa” ha concluso Massimo Cozzacontro la quale continueremo il nostro impegno per tutelare  oltre 25mila specializzandi che già hanno il trattamento economico più basso in Europa”.

Il segretario nazionale FCGIL Medici Massimo Cozza e il segretario regionale FPCGIL Medici Roma e Lazio Stefano Mele oggi in piazza Montecitorio con gli specializzandi

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Intersindacale scrive a Balduzzi ed Errani su tavoli tecnici, lpia e profili professionali

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Combattere il dolore, promuovere la dignità del fine vita. Intervento della FPCGIL Medici al Convegno PD

 
 

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Enti imprevidenti

 
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