News

 
 
 

Roma 4 maggio 2012 
 
 
Capo Dipartimento dei VVF, S.P. e D.C.
Dott.  Francesco Paolo Tronca 
 
Capo del Corpo Nazionale VVF
Dott. Ing. Alfio Pini 
 

Ufficio Garanzie e Diritti Sindacali CNVVF
Dott. Giuseppe Cerrone 
 

 
 

Vertenza F.T.A.V. – VVF di Piemonte e Lombardia. Iniziative di protesta personale volontario VVF di Torino. Richiesta d’incontro urgente. 
 
Egregi,
sulla questione relativa alla vertenza dei F.T.A.V-VVF citata in oggetto, ricorderete come le Scriventi con alcune note, anche recenti,  abbiano ripetutamente richiesto e sollecitato,  l’apertura di un tavolo di conciliazione nazionale,  anche successivamente al  tentativo di raffreddamento della vertenza locale avvenuto presso la Direzione Regionale della Lombardia a cui ha partecipato quale delegato del Capo del Corpo il Direttore Centrale per l’Emergenza del CNVVF.
 
Proprio in questa riunione, a seguito della mancata ricomposizione della vertenza, le parti sindacali, avevano chiesto che la discussione fosse ricondotta per le gravi e importanti implicazioni che aveva assunto nella gestione del servizio, sul  tavolo dipartimentale con l’intervento delle strutture sindacali nazionali di categoria.
 
Ad oggi e con profondo disappunto,  verifichiamo come ancora non sia stato calendarizzato nessun incontro e come la problematica ancora aperta continui a generare conflitti anche di tipo istituzionale tra la componente permanente e volontaria dei Vigili del Fuoco.
 
Inoltre, anche in considerazione delle pesanti situazioni di difficoltà che stanno emergendo nella componente volontaria del C.N.VV.F. riteniamo opportuno avviare un confronto tra le parti per discutere anche di una reale modifica al DPR 76/2004 “Reclutamento del personale volontario” al fine di  rimodulare, nel miglior modo possibile, l’attività del personale volontario nell’assetto attuale del CNVVF. 
 
Per quanto sopra e stante il permanere della condizione di conflittualità tra la componente permanente e volontaria per le scelte effettuate da quest’ultima e al fine di ricondurre entro i corretti alvei istituzionali le iniziative intraprese dal personale volontario VV.F. si chiede un urgente incontro.
 
In attesa di un cenno di riscontro si porgono i più cordiali saluti.
 

F.P. CGIL NAZIONALE VVF
Mario Mozzetta
FED. NAZ. SICUREZZA CISL
Pompeo Mannone
UIL NAZ. VVF
Alessandro Lupo

 

MIBAC: Giornata di mobilitazione nazionale – 23 maggio 2012

 

I BENI CULTURALI SALVANO L’ITALIA
SALVIAMO I BENI CULTURALI!
 

Giornata di mobilitazione nazionale in difesa del salario e dei diritti dei lavoratori che assicurano la fruizione del nostro patrimonio culturale

 
 

CGIL, CISL UIL ritengono il presente appello unitario necessario per riflettere come, in modo particolare negli ultimi quindici anni, i lavoratori del MIBAC abbiano contribuito, in modo determinante, alla crescita esponenziale della fruizione del patrimonio culturale del Paese.
Tale risultato è stato raggiunto soprattutto garantendo agli utenti un’offerta sempre più ampia
di servizi culturali e aumentando, in termini di spazio e di tempo, la possibilità di fruire del patrimonio storico ed artistico atteso che viene universalmente considerato unico nel suo genere e di inestimabile valore. 
L’aumento della presenza dei turisti nel nostro Paese, soprattutto nell’attuale fase di crisi economica, è stato garantito proprio dalla politica perseguita dalle OO.SS. tesa a favorire un’offerta sempre maggiore e qualificata di servizi agli utenti.
Il MiBAC, proprio in virtù di tale politica voluta dal sindacato confederale che – fin dal 2001 – ha sottoscritto con l’Amministrazione accordi, ha vincolato l’erogazione del salario accessorio dei dipendenti al raggiungimento di una maggiore produttività ed efficienza dei servizi offerti agli utenti.
Tale scelta, spesso avversata proprio da coloro che di tali obiettivi hanno fatto le proprie fortune politiche, ha determinato un aumento considerevole del numero di coloro che visitando il nostro Paese hanno avuto più opportunità di fruire del nostro patrimonio culturale, storico artistico, con indubbie ricadute economiche positive sull’indotto.
La risorsa del nostro patrimonio culturale ha determinato effetti, anche economici, positivi ed ha rappresentato un volano concreto.
Il risultato è stato quello di assistere ad una sensibile costante crescita dei visitatori, soprattutto stranieri, con ricadute economiche positive sul sistema produttivo.
Ciò non ha riguardato solo il settore legato al turismo, bensì ha aiutato l’economia del Paese, soprattutto in questa fase difficile di recessione, nella quale nessuno sembrerebbe avere la “ricetta” che indichi e rilanci i settori occupazionali.
CGIL, CISL, UIL, hanno dato il loro contributo indicando, anche nel caso dei beni culturali, un settore in cui è possibile offrire occasioni occupazionali e di sviluppo.
 
Indubbiamente lo sviluppo economico e culturale di un paese dovrebbe rappresentare sempre e costantemente l’impegno primario di un Governo soprattutto nei periodo di crisi tale compito diventa ineludibile per chi ha l’onore di guidare il Paese.
 
L’ampliamento degli orari di apertura dei siti culturali, unitamente alla politica di progetti “ad hoc” che prevedono aperture straordinarie dei musei, attività di tutela del patrimonio ambientale, il restauro dei nostri monumenti, la tutela e la valorizzazione della memoria conservata negli archivi e nelle biblioteche, sono le funzioni che vengono faticosamente ancora assicurate dai lavoratori dei Beni Culturali, malgrado le “politiche” perseguite in quest’ultimo decennio che si sono concretizzate quasi esclusivamente con  tagli lineari ai bilanci del MiBAC.
In questi anni, tale politica ha drasticamente, “forse sarebbe opportuno dire mortalmente”, ridotto le risorse economiche e umane a disposizione del MiBAC.
La politica fin qui sostenuta dal sindacato Confederale, soprattutto in quest’ultimo decennio, è stata comunque quella di garantire una sempre maggiore produttività ed efficienza dei servizi culturali resi agli utenti.
 

Quanto appena ricordato  è stato mantenuto malgrado i pesanti tagli orizzontali ai capitoli di spesa che, in maniera indiscriminata e acritica, hanno drammaticamente  ridotto risorse, sia in termini economici che umane, le cui conseguenze sulla operatività delle strutture ministeriali risultano di una gravità evidente, addirittura, sulla stessa tenuta dei servizi che il MIBAC è tenuto ad assicurare anche in termini di tutela. 
 
La “politica” di tutti coloro che nell’ultimo decennio hanno avuto la responsabilità di guidare il MiBAC, è stata quella di determinare sempre situazioni di crisi.
Caso emblematico è quella che all’attualità riguarda i ritardi, ingiustificabili, che i lavoratori del MiBAC registrano nel regolare erogazione, tramite il cedolino unico, del salario accessorio.
L’istituzione del cedolino unico, anziché garantire il puntuale pagamento del  salario accessorio, ha determinato ritardi colpevoli e questo ha riguardato le somme necessarie per assicurare le turnazioni del personale.
E’ opportuno sottolineare che le turnazioni devono essere effettuate dal personale soprattutto per garantire le aperture ordinarie degli Istituti centrali e periferici in cui il MiBAC si  articola. In maniera unilaterale l’Amministrazione del MiBAC ha sospeso i pagamenti proprio di quelle somme necessarie per assicurare la realizzazione di progetti nazionali di produttività.
Solo un atteggiamento responsabile dei lavoratori e delle loro rappresentanze sindacali confederali ha permesso di continuare a garantire l’ampliamento dell’orario di servizio che è la base su cui poggia la politica della maggiore offerta culturale del MIBAC alla propria utenza.
Il rischio concreto che il miope comportamento fin qui tenuto da chi ha la responsabilità della conduzione del MiBAC è di vanificare le scelte strategiche fin qui operate da CGIL, CISLUIL.
Il presente appello del sindacato confederale scaturisce dal fatto che temiamo un progetto di chi vuole dimostrare l’inefficienza del servizio reso all’utenza dalle pubbliche amministrazioni. CGIL, CISLUIL ritengono che siano puntualmente vanificate le politiche sindacali tese ad una maggiore produttività degli Istituti del MiBAC proprio da coloro che hanno la responsabilità politica della conduzione del dicastero, e non solo di quella squisitamente politica.
Costoro, incidendo negativamente su tutte le attività che dovrebbero costituire il fulcro della tanto decantata produttività, stanno creando i presupposti per impedire già il normale funzionamento del MiBAC.
Eppure taluni “economisti” continuano, pressoché quotidianamente, a sbandierare il proprio impegno per garantire una pubblica amministrazione sempre più efficiente e, soprattutto in questi ultimi anni alcuni hanno utilizzato tale obiettivo con l’unico risultato positivo di aver realizzato la personale visibilità politica.
 
I ritardi fin qui registrati nei pagamenti delle competenze accessorie sono a parere di CGIL, CISL  UIL dovuti ad incomprensibili rilievi burocratici sugli accordi che le parti hanno sottoscritto in materia di produttività.
Il risultato raggiunto da tale “politica” è che oggi i lavoratori non percepiscono le quote di salario accessorio maturate per i servizi resi all’Amministrazione, addirittura, per quelli relativi agli anni 2010 e  2011.
I rilievi burocratici hanno determinato la sospensione di importanti iniziative di valorizzazione  come quelle che a Torino accompagnavano la chiusura delle manifestazioni programmate per il 150° anniversario dell’Unità d’Italia e malgrado le stesse fossero già state finanziate mediante uno specifico accordo di produttività. 
 
La mancata certezza del rispetto dei tempi di retribuzione dei compensi accessori, il dispregio dimostrato dall’Amministrazione nel disdettare unilateralmente accordi sottoscritti con le OO.SS., è particolarmente grave in una fase in cui i lavoratori del Mibac, come tutti i lavoratori, registrano un sensibile aumento delle tasse, dirette ed indirette, che hanno determinato un insostenibile aumento del costo della vita particolarmente grave in quanto ingenera una situazione di precarietà economica difficile e nel caso in esame ingiustificata.
 
Per questi motivi FP CGIL, CISL FP, UILBAC, indicono per il giorno 23 maggio 2012  una giornata di mobilitazione nazionale in difesa del lavoro, soprattutto nel settore strategico della cultura, da attuarsi negli Istituti del MIBAC, tramite l’indizione contestuale di assemblee. Il sindacato confederale, a sostegno della vertenza, avvierà ogni opportuna Iniziativa per sensibilizzare la comunità, i cittadini e l’opinione pubblica, sui temi della cultura ed il valore, anche economico ed occupazionale, del patrimonio storico ed artistico italiano.
Le OO.SS. CGIL CISL  UIL,  dalle ore 10.00 alle ore 13.30 del 23 maggio 2012, insieme convocano un sit in dei lavoratori del MiBAC davanti alla sede centrale del Ministero dell’Economia per sostenere con maggiore forza la richiesta dello sblocco immediato delle risorse necessarie per la puntuale corresponsione del salario accessorio anche attraverso il cedolino unico e per favorire una maggiore attenzione nei confronti delle politiche indispensabili per la cultura e il patrimonio italiano.
 
CGIL CISL  UIL, IN DIFESA DEI DIRITTI DEI LAVORATORI E PER DIFENDERE LA CULTURA, INDICONO PER IL 23 MAGGIO UNA GIORNATA DI MOBILITAZIONE NAZIONALE! 
 
Roma, 4 maggio 2012
 

FP CGIL BAC                    FP CISL BAC                          UILPA BAC
  C. Meloni                         C. Calcara                            E. Feliciani

 
 
L'ennesimo episodio di aggressione a dipendenti pubblici

 
Colleghi sequestrati 
 

Ieri nell’Agenzia delle Entrate di Romano alcuni colleghi sono stati sequestrati da un contribuente esasperato. Uno dei tanti episodi, sempre più frequenti, di aggressione a dipendenti pubblici, grazie anche al contributo di forze politiche, che non hanno risparmiato negli ultimi anni attacchi pesanti ai lavoratori pubblici e che per fortuna grazie alla professionalità dei colleghi e alle capacità di mediazione delle forze dell’ordine non ha avuto gravi conseguenze.
 
La gravissima crisi che sta interessando l’Italia sta provocando un’escalation di situazioni assolutamente negative come quella di ieri o l’aumento dei suicidi per motivi economici.
Per molto tempo molti hanno sottovalutato come l’accanimento contro il lavoro pubblico porti a considerare quel lavoro come una causa dei mali che vive questo Paese. Il binomio sprechi/pubblica amministrazione oggetto in questi giorni del lavoro del Governo ha ulteriormente inasprito quel clima. 
 
La disperazione che ha colto quell’utente dell’Agenzia delle Entrate si e’ ribaltata contro dei lavoratori che stavano solamente svolgendo il proprio lavoro (con stipendi bloccati e insufficienti a mantenere inalterato il potere d’acquisto) con la responsabilità di dare risposte corrette che molto spesso non vanno nella direzione delle aspettative degli utenti e che sono essi stessi vittime della crisi economica in atto.
 
A quelle lavoratrici e a quei lavoratori va tutta la nostra solidarietà e assieme a loro rivolgiamo ai nostri dirigenti la richiesta di lavorare in condizioni di sicurezza. La sicurezza non deve passare attraverso la “militarizzazione” delle nostre strutture ma attraverso un profondo cambiamento culturale che torni a riconoscere valore e professionalità al lavoro pubblico.  Misure economiche che non puntino alla crescita ma impostate unicamente ai tagli di spesa, come e’ stato fatto fino ad ora, non contribuiranno sicuramente a diminuire il profondo disagio che vivono ampi strati di popolazione: ribaltare questa situazione e’ il migliore contributo alla sicurezza del nostro lavoro.
 
Bologna, 4 maggio 2012
 
 
                                 FP CGIL – Coord. Agenzia Entrate Bologna     
 

 

Comunicato stampa Reggio Emilia

 

Giustizia: la Ministra Severino parla solo di risparmi e non di qualità del sistema. basta con la revisione di spesa fai da te – Comunicato stampa di Salvatore Chiaramonte, Segretario Nazionale Fp-Cgil

“La Ministra Severino parla di risparmi e tagli al sistema giudiziario, ma sembra non essere interessata alla qualità del servizio e alla sua modernizzazione” con queste parole Salvatore Chiaramonte, Segretario Nazionale dell’Fp-Cgil, commenta l’intervista della Ministra della giustizia pubblicata oggi dal quotidiano “la Repubblica”.

“È davvero paradossale che, con un sistema giudiziario al collasso come il nostro, la Ministra Severino non abbia nulla da dire sulla necessità di migliorare i tempi dei processi e di modernizzare la macchina amministrativa, che non abbia mai risposto alle richieste di ascolto del personale e alle proposte del sindacato, mentre procede come un treno sui binari della “riforma della geografia giudiziaria”, varata dal Ministro Palma ed elaborata in base a dati obsoleti, quelli Istat 2001. Una riforma che non porterà miglioramenti, sancendo un ritiro progressivo dello Stato dal territorio”.

“La Ministra mortifica se stessa – continua il sindacalista – visto che all’inaugurazione dell’anno giudiziario aveva dichiarato che la giustizia italiana è in uno stato drammatico. Evidentemente non riesce a produrre altro che estemporanee proposte come i Tribunali delle Imprese e della Famiglia che, privi delle risorse necessarie e di un progetto di riorganizzazione, rimangono solo intenzioni, peraltro discutibili”.

“Quanto a questa forma di revisione fai da te, con i singoli Ministri impegnati a vantare risparmi nei singoli enti, rinnoviamo il nostro appello al Ministro Patroni Griffi affinché si riesca ad operare una riforma complessiva che tenga conto della complessità della pubblica amministrazione. È impensabile che questa grande operazione di revisione, la tanto citata spending review, avvenga casualmente e con arbitrarietà – conclude Chiaramonte – senza un coordinamento e un progetto complessivo”.

Roma, 24 Aprile 2012

 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 

Amnistia: la Fp-Cgil aderisce alla marcia del 25 aprile – affrontare l'emergenza umanitaria delle carceri, velocizzare la giustizia. Comunicato stampa Fp-Cgil Nazionale

 
La Fp-Cgil Nazionale ha aderito alla “Seconda Marcia per l’Amnistia” e parteciperà al corteo  che si terrà domani a Roma. Una scelta che parte dalla convinzione che “nessuna riforma della Giustizia possa prescindere dalla soluzione della questione del sovraffollamento delle carceri – si legge nella nota di adesione – né dalla adeguata dotazione a disposizione dell’esecuzione della pena e del trattamento, indirizzato al recupero e all’integrazione della persona detenuta”.

“Un’iniziativa utile a riportare il tema della Giustizia al centro dell’agenda politica. L’amnistia – afferma Salvatore Chiaramonte, Segretario Nazionale Fp-Cgil con delega alla Giustizia – è un’estrema ratio ed è necessaria perché la situazione è divenuta esplosiva. Il sistema è impoverito, ingessato da cattive leggi che allungano i tempi dei processi e ridotto a un’obsolescenza che non permette prestazioni ottimali. Si faccia l’amnistia, la si accompagni con una riforma incisiva a tutela dei diritti dei cittadini, ma soprattutto si lascino fuori i reati socialmente più dannosi, penso a quelli di mafia o contro la pubblica amministrazione”.

“Il sistema penitenziario è al collasso – secondo Fabrizio Fratini, Segretario Nazionale Fp-Cgil con delega alla Polizia Penitenziaria – decongestionarlo può essere utile a lanciare una fase di riforma. Il sistema sta scivolando fuori dall’alveo democratico e costringe a una qualità del lavoro e della vita in carcere che umilia tanto i detenuti quanto i poliziotti e gli educatori. Servono risorse, personale e mezzi. Va risolto il problema delle migliaia di detenuti in attesa di giudizio, spesso dichiarati innocenti a fine processo, e abbandonata questa forma di reclusione del disagio che, dalla legge sulle droghe Fini-Giovanardi a quella sull’immigrazione Bossi-Fini, ha riportato indietro di decenni le lancette della storia, negando l’articolo 27 della Costituzione e la legge Gozzini. Vista la povertà delle iniziative del Governo, abbiamo inviato alla Ministra della Giustizia Severino il documento contenente le proposte sul sistema penitenziario dell’Epsu, il sindacato europeo dei servizi pubblici, che verrà recapitato anche a tutti i suoi colleghi d’Europa. Potrebbe aiutarla a trovare qualche soluzione”.

Roma, 24 aprile 2012

 

Fp-Cgil, Flc-Cgil. Lavoro Pubblico: 23 aprile presidio a Piazza Vidoni con Susanna Camusso

 
23 aprile presidio per il lavoro pubblico, per i diritti dei cittadini. Dalle ore 9,00 in Piazza Vidoni i lavoratori pubblici e della conoscenza. Comunicato stampa congiunto Fp-Cgil ed Flc-Cgil

“Se licenziano il lavoro pubblico, licenziano i diritti dei cittadini”, questo lo slogan del presidio indetto da Fp-Cgil e Flc-Cgil per il 23 aprile prossimo a Palazzo Vidoni, sede del Ministero della Funzione Pubblica. Al presidio nazionale, che inizierà alle ore 9:00, interverranno lavoratori pubblici e della conoscenza, i Segretari generali di Fp ed Flc, Rossana Dettori e Domenico Pantaleo, e la Segretaria generale della Cgil Susanna Camusso.

Le due categorie del lavoro pubblico della Cgil chiederanno il rinnovo dei contratti, il rilancio della contrattazione integrativa, il ripristino di un sistema di relazioni sindacali democratico e partecipato, lo sblocco delle assunzioni, la fine del precariato attraverso la stabilizzazione dei rapporti di lavoro, l’abrogazione della legge Brunetta, la definizione di regole condivise sulla mobilità, la modifica del nuovo sistema pensionistico.

Dopo anni di tagli pesantissimi ai servizi pubblici e ai settori della conoscenza, i provvedimenti del Governo Monti su pensioni, liberalizzazioni, mercato del lavoro e fisco non hanno affrontato la crisi dei settori pubblici. Se il Governo pensa di introdurre ulteriori forme di flessibilità in uscita nelle pubbliche amministrazioni, la reazione sarà durissima.

Al Paese servono servizi pubblici efficienti, in grado di sostenere i più deboli, i giovani, i pensionati, le famiglie, un sistema pubblico di formazione e ricerca in grado di competere e sostenere prospettive di sviluppo. Bisogna tornare a parlare di sviluppo per tornare a crescere.
 
Roma, 19 Aprile 2012

 

banner presidio nazionale

Presidio il 23 Aprile a Palazzo Vidoni – Nota di Rossana Dettori, Segretaria generale FP CGIL Nazionale

“Se licenziano il lavoro pubblico licenziano i diritti dei cittadini” è lo slogan della
manifestazione-presidio che abbiamo indetto, insieme alla FLC, per lunedì prossimo davanti al Ministero della Funzione Pubblica; uno slogan che prova a riassumere, sinteticamente come d’uso, il senso profondo della nostra mobilitazione.

La strettoia entro la quale, ancora una volta, qualcuno vuole far passare il lavoro pubblico è fra le più complicate degli ultimi tempi: da una parte l’agenda politica del governo Monti, fatta di iniquità, di pseudoriforme che riducono i diritti del lavoro e quelli di cittadinanza, di una ormai insostenibile pressione fiscale, tutta scaricata su lavoro dipendente e pensioni e, dall’altra, il permanere di un quadro già devastato da anni di leggi finanziarie sbagliate, di blocco delle retribuzioni e dei contratti di lavoro, di precariato, di riduzione dei finanziamenti per le pubbliche amministrazioni, di abbassamento dei sistemi di welfare, di controriforme.

Si può scegliere in che modo provare ad attraversare questa strettoia: ci si può provare, come qualcuno ha fatto in passato, continuando ad orientare la propria azione ad una semplice riduzione del danno, comunque a scapito dei diritti delle lavoratrici e dei lavoratori, dei loro salari, della loro condizione materiale già duramente colpita, oppure si può confermare, rilanciare, perseguire, rappresentare il bisogno di aprire immediatamente una nuova fase nella quale si:

 
  • rimetta al centro del confronto il Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro quale elemento di valorizzazione del lavoro pubblico, rafforzando la contrattazione integrativa
  • aumentino le retribuzioni provando a recuperare il potere d’acquisto perso in questi anni
  • riformi davvero la pubblica amministrazione cancellando le leggi Brunetta e rilanciando il ruolo dei servizi pubblici
  • dispieghi un piano di seri investimenti finalizzati all’estensione dei diritti di cittadinanza
  • superi il precariato e si stabiliscano forme di lavoro stabili e funzioni certe
  • si sblocchi il turn over e si proceda al rilancio del lavoro pubblico attraverso un piano occupazionale credibile

Insomma si può scegliere.

Il buon senso ci dice che dalla crisi, da questa crisi, si esce realizzando azioni di equità e di giustizia sociale rafforzando il sistema pubblico e quello di protezione sociale, rilanciando il lavoro pubblico ed il sistema dei diritti ad esso legato.

Questo il (buon) senso della nostra manifestazione/presidio del 23 Aprile.

Non si può licenziare il lavoro pubblico perché così si licenzia l’idea democratica di un Paese che non intende rassegnarsi ad una politica di accordi (magari separati) tesi alla…..mera  riduzione del danno.

La Segretaria Generale Fp Cgil
Rossana Dettori

Roma, 17 aprile 2012

 

Strani metodi per la revisione di spesa al Ministero dell'interno si annunciano tagli e chiusure di uffici. Comunicato stampa di Salvatore Chiaramonte, Segretario Nazionale Fp-Cgil

Solo pochi giorni fa abbiamo sottolineato al Ministro Patroni Griffi la fuga in avanti di alcuni Ministri sulla contrattazione di secondo livello. Oggi registriamo la corsa del Ministro dell’interno sulla revisione della spesa con l’annuncio di tagli al personale civile dell’amministrazione dell’interno, accorpamento delle prefetture e dei dipartimenti, ridimensionamento di alcune questure a commissariati.

Ci colpisce che una riforma dello Stato e del Ministero dell’interno venga annunciata sui mezzi d’informazione e non discussa con i soggetti destinatari della stessa.

L’impressione è che si voglia creare preventivamente un consenso nell’opinione pubblica su un mero intervento di taglio ai servizi.
Nel merito dell’intervista rilasciata dal Ministro al Corriere della Sera ci permettiamo di fare alcune osservazioni.
Viene lanciata l’ipotesi di una riduzione del 10% del personale civile “grazie a uno scivolo, un pensionamento anticipato”. Il Ministro Cancellieri ci dovrebbe spiegare come tale ipotesi si concilia con la riforma del sistema pensionistico voluto dalla sua collega Fornero.
La riforma delle pensioni non ha risolto nel settore privato il problema degli “esodati”. Ora nel settore pubblico si vogliono creare gli “esodanti”?

L’accorpamento di alcune prefetture e l’individuazione di funzioni comuni con altri settori dello Stato centrale sul territorio, ricomprendendo le rappresentanze in unica sede, sarebbe sicuramente un risparmio. Ma come garantire la funzionalità di alcuni servizi di prossimità sul territorio, i servizi all’immigrazione, la cittadinanza, la depenalizzazione, i presidi di legalità e sicurezza senza individuare prima una organica riorganizzazione sul territorio delle amministrazioni pubbliche?

Non siamo pregiudizialmente contro una ipotesi di riforma dello Stato, semplicemente diciamo che qualsiasi riforma deve essere condivisa, per funzionare. Per riformare la presenza dello Stato sul territorio occorre prima partire dai servizi e da chi questi servizi e diritti deve garantire e quindi attuare un’amministrazione pubblica più efficiente e non partire dai tagli delle risorse.

Questo modo di intendere il servizio pubblico è solo una riduzione dei diritti dei cittadini.

Roma, 23 Aprile 2012

 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 

Rifiuti-Consorzi di Bacino: a Benevento le istituzioni abbandonano 124 lavoratori nessuna soluzione per gli operatori, si intervenga – Comunicato stampa Fp-Cgil Nazionale

 
Dopo due anni di sospensione dal lavoro gli operatori dei consorzi di bacino Beneventani si trovano oggi senza alcuna garanzia occupazionale, senza salario ed esposti al rischio della cancellazione del loro posto di lavoro. Il lavoratori dei consorzi rischiano così di non veder mantenuta la promessa di un loro reinserimento nel sistema di gestione dei rifiuti campano, in particolare della raccolta differenziata.

“Le istituzioni Campane – afferma Adriano Sgrò, Segretario Nazionale dell’Fp-Cgil – non possono abbandonare gli operatori dei consorzi. A loro era stata promessa continuità occupazionale. In una Regione così colpita dall’emergenza rifiuti, 124 lavoratori non possono essere lasciati ai margini e per giunta senza stipendio”.

“Nel settore dei rifiuti, e a maggior ragione in territori che vivono una forte infiltrazione delle mafie, c’è bisogno di imporre trasparenza e legalità. Ma per farlo bisogna partire dal mantenimento dei patti e delle promesse fatte ai lavoratori, dal loro coinvolgimento e da quello delle organizzazioni sindacali che li rappresentano. In assenza di garanzie – conclude il sindacalista – oltre a continuare a sostenere la mobilitazione dei lavoratori, chiederemo formalmente l’apertura di un tavolo regionale e l’interessamento dello stesso Ministro dell’Ambiente”.

Roma, 23 Aprile 2012

 

FP CGIL: Comunicato Stampa su aggressione poliziotti.

DAP: 165° Corso di formazione per allievi Agenti Polizia Penitenziaria.

DAP: Commissione art.26, comma 1 – lett. a,b,c,d DPR 395_95.

Convocazione 28.5.2012 ore 11.00

« Pagina precedentePagina successiva »
X
Questo sito usa i cookie per offrirti la migliore esperienza possibile. Procedendo con la navigazione sul sito o scrollando la pagina, accetti implicitamente l'utilizzo dei cookie sul tuo dispositivo. Informativa sull'utilizzo dei cookie Accetto