Pubblichiamo la nota unitaria delle Strutture territoriali Fp Cgil VVF, Fns Cisl, Uil Pa VVF riguardo la mobilità interna
Lo scorso 30 ottobre si è tenuto l’incontro tra l’Amministrazione e le organizzazioni sindacali dell’Area Funzioni Centrali in merito alle due informative trasmesse, concernenti le sperimentazioni in tema di Smart Friday e Lavoro da Remoto.
In apertura abbiamo ribadito la posizione della FP CGIL, già espressa a livello di comparto col comunicato del 26 ottobre. La revisione della policy dell’Istituto in materia di lavoro agile non può e non deve trasformarsi in un referendum sullo strumento dello smart working: l’ambizione che abbiamo è migliorare l’esistente, non irrigidire il lavoro a distanza sino a snaturarlo.
Abbiamo chiesto nuovamente, unici al tavolo, l’attivazione di un confronto per il riconoscimento del buono pasto in smart: quella sì rappresenterebbe una vera rivoluzione.
Con riferimento ai testi delle informative, abbiamo espresso la nostra perplessità anche in riferimento alla possibilità, solo ipotizzata, che parte dei risparmi vengano destinati alla integrazione dei fondi per la contrattazione integrativa: servono stime e proiezioni. Abbiamo, quindi, evidenziato la particolarità dei riflessi sull’attività dei medici e dei professionisti dell’Istituto:
quanto ai primi, la mancanza di dettagli in merito ai contorni dell’iniziativa rende evidentemente impossibile ipotizzarne, allo stato, una partecipazione al progetto e in particolare la chiusura per un giorno a settimana dei centri medico legali;
quanto ai secondi, la chiusura delle strutture durante la settimana lavorativa impone, tra l’altro, che l’Amministrazione adotti ogni possibile cautela a garanzia della funzionalità dei mezzi a disposizione dei professionisti.
L’attività legale, e lo stesso è a dirsi per le attività dei tecnici, ormai viene svolta quasi esclusivamente in modalità telematica ed è soggetta a termini previsti a pena di decadenza: ciò impone il potenziamento non solo della strumentazione affidata ai professionisti, ma anche di un servizio dedicato di assistenza informatica, che garantisca il personale dalle conseguenze di eventuali “blocchi”, non ovviabili tramite l’accesso alle strutture di appartenenza.
Con riferimento ai medici, sono state affrontate nel corso della riunione anche le annose questioni legate alle autorizzazioni per la libera professione e al regime lavorativo in intra o extra moenia. Per ciò che riguarda il primo argomento, come FP CGIL abbiamo stigmatizzato il comportamento di alcune Direzioni Regionali che ostacolano la libera professione ricorrendo ad argomentazione pretestuose. L’Amministrazione si è dimostrata sensibile al problema, condividendo le idee emerse dal tavolo quali l’informatizzazione della procedura e la richiesta annuale.
Attendiamo, quindi, in tempi brevi un regolamento chiarificatore, che sia valido su tutto il territorio nazionale, eliminando strozzature e interpretazioni creative.
Riguardo l’attività intramoenia e l’indennità di esclusività, riteniamo il tema non più rinviabile. I medici che operano in INPS sono rimasti gli unici medici pubblici a non averla regolamentata.
L’istituto ha il compito di trovare i fondi necessari per il finanziamento, attenuando – almeno parzialmente – il grave disagio economico subito dalle colleghe e dai colleghi con il crollo della retribuzione di risultato. Le nuove attività lavorative che incombono sul personale medico sono sempre di più. Quale occasione migliore per abbattere l’arretrato che grava in ambito di invalidità civile?
Riteniamo si possa ragionare, inoltre, sul ricorso all’attività intramoenia anche per attivare nuove commissioni mediche, pagate a gettone o a orario come fatto da anni presso le ASL. Le possibilità sul tappeto sono tante: è ora che l’Amministrazione dia un segnale di vicinanza e di attenzione ai medici dell’Istituto. Non servono diktat, ma un buon accordo tra le parti: nel rispetto delle colleghe e dei colleghi che pongono sempre l’interesse dei cittadini quale stella polare della loro azione.
FP CGIL INPS
Giuseppe Lombardo
Giuseppe Cipriani
Fabrizio Ottavi
Francesco Reali
Pubblichiamo la nota del Dipartimento in merito il protocollo d’intesa con l’INAIL
Nel rispetto della salute e sucurezza delle lavoratrici e dei lavoratori pubblichiamo la nota del Coordinamento Provinciale Fp Cgil VVF riguardo la richiesta di lavori fi manutenzione presso la sede centrale
Pubblichiamo il protocollo d’intesa in tema di servizi sanitari tra il Dipartimento VVF e il Dipartimento di pubblica sicurezza
Care colleghe e cari colleghi,
il Ministro Urso ci ha invitati per giovedì al “salone degli Arazzi” per ringraziarci dopo un anno dall’ inizio del suo mandato.
Noi non ci saremo, per varie ragioni.
La prima è che diversi mesi fa avevamo incontrato il ministro sottoponendogli problematiche che da troppo tempo non trovano una soluzione in questo Dicastero e che speravamo avrebbero visto l’avvio di un percorso volto al loro superamento.
Tuttavia, la dettagliata esposizione di tutte quelle situazioni a quel tavolo, non ha prodotto grandi risultati.
Siamo sempre in una situazione di grave carenza di organico e a rilento procedono gli scorrimenti e le procedure per i concorsi che, in ogni caso, non saranno sufficienti a coprire, soprattutto negli ispettorati, anzi, come saranno chiamate ora: “case del made in Italy”. Parliamo di esigenze minime per poter operare in efficienza.
In questo Dicastero, poi, si continua a usare esternalizzazioni. Senza nulla volere alle colleghe e i colleghi delle varie società Invitalia, Infratel, ecc. ma stanno diventando l’unica realtà cui affidare inopportunamente la gestione ordinaria delle attività di questo Ministero, con dispendio economico crescente per i contribuenti.
Oltretutto si ignora un problema enorme: l’emorragia di personale verso altre amministrazioni e un numero eccezionale di rinunce.
Forse perché non siamo minimamente appetibili?
Forse perché i nostri stipendi non sono minimamente paragonabili a standard europei?
Forse perché non esiste un welfare lavorativo ancora degno di nota?
Forse perché continuiamo oltre che ad assumere tramite società in house, anche a conferire incarichi ad esterni svilendo il personale interno che da anni svolge il proprio lavoro con serietà senza il giusto riconoscimento per la propria professionalità e la propria abnegazione?
Il motto del Ministro è: “Lavora nel mondo vivi in Italia!”: ma quale lavoro? E con quale immagine?
La realtà ci fa vedere un Ministero da troppo tempo non più al passo coi tempi, con attrezzature non più adeguate a disposizione delle nostre colleghe e dei nostri colleghi (a partire da computer obsoleti e reti lente), con la mancanza di innovazione e aggiornamento e un approccio non funzionale ad una moderna organizzazione lavorativa: si veda la resistenza ad utilizzare a nuove forme di lavoro come lo smart working, con interpretazioni bizzarre del regolamento, imponendo alle nostre colleghe e ai nostri colleghi anche meno giovani di imbarcarsi ogni giorno su mezzi pubblici al collasso o incolonnarsi in auto in mezzo ad un traffico insostenibile , anche per colleghe in stato interessante o in periodo di allattamento. E tutto questo contribuendo a portare l’inquinamento alle stelle, per svolgere le medesime mansioni che potrebbero svolgere da casa.
La realtà è che per essere certi di arrivare al lavoro non possiamo stare a meno di dieci chilometri di distanza.
Negli Ispettorati, le colleghe e i colleghi si approcciano al pubblico con tesserino del Ministero delle infrastrutture, pettorine del Ministero dello sviluppo economico, dichiarandosi dipendenti del Ministero delle imprese e del made in Italy, trovandosi a fare una ispezione di bordo senza nemmeno avere una stampante funzionante.
Senza parlare delle condizioni strutturali delle varie sedi, a partire dal viale America, passando per l’abbandono di viale Boston, fino alle sedi degli ispettorati, che, come quella di Napoli versano in uno stato critico.
L’ Onorevole Ministro evidentemente non ha chiaro il vero volto del suo Dicastero.
Inutile dire che l’ennesima riorganizzazione non era certo quello che ci serviva: la quarta, in sei anni.
Una riorganizzazione per la quale, come Organizzazioni sindacali avremmo dovuto e voluto, come da CCNL, essere “sentiti”, perché sappiamo bene tutte le caratteristiche e tutte le problematiche di questo Ministero conoscendo a fondo l’organizzazione del lavoro e scontrandoci tutti i giorni con la realtà quotidiana che a molti può apparire sconosciuta.
Invece “sentite le organizzazioni sindacali” è stato solo scritto e quando siamo andati a chiedere spiegazioni siamo stati convocati dal gentilissimo Capo di Gabinetto, alla quale avremmo voluto chiedere lumi su tutte le situazioni che ritenevamo preoccupanti, a partire dallo spacchettamento delle telecomunicazioni e di altre materie strategiche come l’Aerospazio.
Avremmo voluto dire che nessun progetto ambizioso o meno che sia, può avvenire senza un piano di assunzioni e un management degno di nota.
Avremmo voluto parlare del nostro Museo, che è chiuso da più di un anno e che, vista la non risposta del Ministro temiamo finisca nelle mani di qualche Fondazione pseudo-esperta, notando con molta sorpresa che, per incanto, 500.000 euro, soldi sempre negati in passato, sono destinate a quel progetto di esternalizzazione.
Avremmo voluto dire tutto ciò all’incontro col Capo di Gabinetto che molto gentilmente ci aveva invitato, ma non si è presentato e nessuno ci ha più dato alcun riscontro.
Sul fronte delle relazioni sindacali riusciamo a sottoscrivere accordi a stento dopo innumerevoli pressioni e proteste per far riconoscere alle nostre colleghe e colleghi ciò che è loro dovuto.
Si parla di rendere “vivibile” la terrazza di via Molise, ma la realtà è che non esiste nemmeno un bar interno ed è persino complicato trovare acqua da bere, gratuitamente.
Come se non bastasse, le preliminari notizie rispetto a questa legge di bilancio del Governo, non sono per niente positive e abbiamo ampiamente ragione di temere che proprio il nostro settore sarà quello più colpito.
Infatti, non è previsto un capitolo per i nostri rinnovi contrattuali e questa temiamo sia la risposta ai leciti dubbi posti al Governo che confusamente allude a successivi decreti per garantire la copertura finanziaria.
Quindi l’Onorevole Ministro, sì! Fa bene a ringraziarci, ma noi non ci sentiamo francamente in animo di ricambiare perché ad oggi non abbiamo avuto nessun riscontro positivo o migliorativo rispetto al passato, e anzi la nostra condizione lavorativa è enormemente peggiorata e onestamente non ce la sentiamo davvero di unirci ad una circostanza i cui intenti sono ben lontani da quelli che sarebbero i reali riconoscimenti cui avremmo diritto.
Luca Giovinazzo
COORDINATORE NAZIONALE CGIL FP
Dai primi dati in nostro possesso l’adesione media nazionale allo sciopero dell’INL è molto buona, ben oltre il 60% del personale, con punte di oltre il 90%.
Una straordinaria giornata di mobilitazione in tutta Italia, con presidi dinanzi alle Prefetture e incontri coi Prefetti in moltissime città italiane, così da rappresentare la situazione di sofferenza che – nonostante ampie rassicurazioni – si vive dappertutto.
La massiccia adesione al terzo sciopero proclamato in un anno e mezzo è la prova che lavoratrici e lavoratori dell’Ispettorato Nazionale del Lavoro hanno ribadito, per l’ennesima volta, l’urgenza di far funzionare questo Ente e le sue attività, sia risolvendo definitivamente le questioni ancora sospese – riconoscimento degli arretrati della perequazione per il triennio 20-22– sia rendendo INL un Ente finalmente dignitoso e appetibile a chi si accinge a farne parte –aumentando il salario accessorio del personale– sia con strumentazione adeguata –cellulari e schede di servizio, accesso pieno alle banche dati pubbliche e private, software funzionali e funzionanti-.
Alle lavoratrici e ai lavoratori dell’INL vogliamo rivolgere il nostro grazie più sincero per questo ennesimo sforzo fatto. Proseguiamo nella mobilitazione unitaria con coraggio e fiducia, forti di questo importante risultato.
Adesso è il momento di passare ai fatti concreti!
E’ tempo di affrontare e risolvere le criticità presenti (non solo gli arretrati della perequazione) e di ottenere con i necessari investimenti la valorizzazione professionale dell’intero personale dell’INL, impegnato ogni giorno ad assicurare servizi essenziali, combattere l’illegalità e garantire tutela ai diritti dei lavoratori.
Roma, 30 ottobre 2023
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FP CGIL |
CISL FP |
UILPA |
FLP |
CONFINTESA FP |
CONFSAL-UNSA |
USB P.I. |
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M.ARIANO |
M. CAVO |
I. CASALI |
A. PICCOLI |
N. MORGIA |
V. DI BIASI |
G. DELL’ERBA / V. SANTURELLI |
Pubblichiamo la nota di convocazione del Dipartimento riguardo gli accordi di mobilità per il personale del ruolo Ispettore e Capo Squadra e Capo Reparto
“Ora servono risposte, la vertenza va avanti”
Roma, 30 ott – “Nonostante i tentativi di boicottare lo sciopero dell’Ispettorato nazionale del Lavoro, i primi dati dimostrano una straordinaria partecipazione dei lavoratori, con un’adesione media nazionale allo sciopero superiore al 60%, con picchi dell’80-90%. È la migliore risposta a chi ha provato fino all’ultimo momento di rassicurare che tutto fosse in via di risoluzione”.
E’ quanto si legge in una nota di Funzione pubblica Cgil.
“Le lavoratrici e i lavoratori dell’INL hanno fatto capire, con la loro adesione al terzo sciopero proclamato in un anno e mezzo, che vogliono fatti e sono stanchi di impegni e promesse. Si chiede di risolvere non solo l’annosa questione degli arretrati della perequazione, ma anche garantire che un rapporto più equo tra competenze e salario con un aumento del salario accessorio, così da bloccare l’emorragia di personale, e anche fornendo tutto il personale di strumentazione adeguata. Non è accettabile, ad esempio, che il personale dell’INL non abbia pieno accesso alle banche dati pubbliche e private e che non disponga ancora di software per l’elaborazione delle buste paga. Ci aspettiamo ora – prosegue la nota – che il vertice dell’INL e del Ministero forniscano in tempi rapidi le risposte che da troppo tempo il personale sta chiedendo. Nel frattempo, la vertenza dell’INL va avanti”, conclude Fp Cgil.
Il giorno 27 ottobre le parti hanno convenuto di prorogare al 31 gennaio 2024 l’accordo sindacale sottoscritto l’11 maggio 2022, già prorogato al 31 ottobre 2023 dall’accordo sottoscritto il 28 giugno 2023. Pubblichiamo il verbale d’accordo.
p.la FP CGIL Nazionale
Francesco Quinti
Pubblichiamo il report dell’incontro del Comitato Dialogo Sociale Amministrazioni Centrali tenutosi il 20 ottobre 2023.
All’Agenzia delle Entrate Direzione Regionale e DD.PP. del Lazio,
all’UPT ed al SAM di Roma
p.c. al Coordinamento Nazionale FpCgil Agenzia Entrate
Oggetto: inadeguato funzionamento degli strumenti di lavoro e impatto sulla qualità delle attività.
Da tempo la FpCgil chiede maggiori risorse umane ed economiche, ma i problemi che i dipendenti dell’Agenzia delle Entrate subiscono quotidianamente sono anche dovuti al continuo malfunzionamento degli applicativi, alla carenza e inadeguatezza di strumenti informatici ed hardware che rendono concretamente difficoltoso affrontare la sfida delle innovazioni tecnologiche, soprattutto quelle relative all’organizzazione ed erogazione dei servizi. Non è la prima volta che denunciamo queste carenze, ma purtroppo non si vedono significativi miglioramenti né si conosce che interventi l’Amministrazione stia attuando, nonostante si occupi egregiamente di pubblicizzare il nuovo approccio telematico senza però provvedere alla risoluzione dei problemi di funzionamento. L’Agenzia dovrebbe sapere che tutti i dipendenti hanno affrontato con immensa fatica, responsabilità e senso civico nei confronti della collettività il periodo COVID, senza mai chiudere gli uffici, senza interrompere il flusso di servizi ed accogliendo con buona volontà il nuovo approccio con il contribuente. Tuttavia, benché sia passata l’emergenza che poteva giustificare le iniziali difficoltà organizzative, sbalordisce il persistere dell’inefficienza degli strumenti di lavoro: applicativi che funzionano a singhiozzo, pc d’ufficio vetusti e molto lenti, scarsissima dotazione di pc portatili, di cuffie, di webcam, di accesso ad internet, di telefoni abilitati alle telefonate esterne e cellulari, cui si aggiunge una formazione superficiale e non programmata per tempo e una organizzazione spesso estemporanea, alle volte persino confusa e incerta. Tali evidenti lacune rallentano la produzione, creano arretrato, complicano la stessa organizzazione, aumentano lo stress da lavoro, restituiscono alla cittadinanza un servizio imperfetto e insufficiente e tuttavia persistono, come se l’Agenzia delle Entrate non fosse in grado di rimediare e di migliorarsi, se non facendo leva sulla buona volontà o sull’immaginazione di chi, pur di restituire i risultati attesi, si adopera per tamponare la falla che di volta in volta si crea nella singola realtà locale, anche seguendo prassi difformi da quelle indicate dalla stessa Amministrazione. Tutto ciò ricade sul personale inficiando il raggiungimento degli obiettivi di ogni ufficio, penalizzando l’operato dei dipendenti e questo gap organizzativo finisce per incidere anche sulla loro valutazione. I lavoratori e le lavoratrici svolgono con professionalità e serietà il loro lavoro ma pretendono di essere messi nelle migliori condizioni e di farlo con strumenti e applicativi funzionanti, che siano di supporto e non di intralcio e non è ciò a cui assistono. Chiediamo pertanto che l’Amministrazione dia risposte all’altezza dei servizi e dell’immagine che pubblicizza e che lo faccia rapidamente, così come chiede che i suoi dipendenti raggiungano tempestivamente gli obiettivi assegnati.
FpCgil Roma e Lazio
Il Coordinamento Regionale Agenzia delle Entrate