“Le condizioni di lavoro del Corpo di Polizia penitenziaria sono oggi semplicemente inaccettabili. Le nostre istituzioni sembrano sorde alle grida di aiuto di uomini e donne che quotidianamente affrontano aggressioni, offese e umiliazioni, spesso nell’indifferenza generale”.
E’ quanto si legge in una lettera aperta inviata al Sottosegretario alla Giustizia Andrea Delmastro Delle Vedove dal coordinatore nazionale della Polizia penitenziaria Fp Cgil, Donato Nolè.
“Negli ultimi due anni la situazione è peggiorata in modo esponenziale. Onorevole Delmastro – si legge ancora – il Suo ruolo istituzionale comporta l’obbligo morale e politico di garantire non solo la sicurezza all’interno degli istituti penitenziari, ma anche i diritti e la dignità dei poliziotti penitenziari. Ci aspettiamo quindi un cambio di passo del Governo su questioni molto concrete. Ecco alcune delle criticità più urgenti: è inaccettabile che in istituti che ospitano detenuti sottoposti al regime del 41-bis dopo le ore 20:00 la gestione sia affidata unicamente agli Agenti, a causa della mancanza di Ispettori e Sovrintendenti. Inoltre, le 60 ore mensili di straordinario mediamente svolte dal personale, spesso non retribuite, rappresentano una condizione insostenibile e ingiusta, che influisce negativamente sia sulla salute fisica che mentale degli operatori”.
“La Polizia penitenziaria non chiede privilegi, ma il rispetto dei diritti fondamentali per svolgere con dignità e sicurezza il proprio lavoro. È urgente che si passi dalle promesse ai fatti concreti, perché ogni giorno che passa senza interventi peggiora una situazione già al limite e non può essere, per quanto utile, l’avere a disposizione un mezzo blindato la soluzione del disastro. Da ultimo e non per ultimo ritengo che le sue ultime affermazioni non fanno altro che esporre i colleghi poliziotti ad inutili e immeritati rischi”, conclude Nolè.
“Il Governo chiarisca la posizione che intende assumere sull’indennità di specificità dei professionisti sanitari”: lo dichiarano le sigle sindacali AAROI-EMAC, FASSID, FP CGIL Medici e Dirigenti SSN, FVM e UIL FPL Medici e Veterinari che compongono l’intersindacale dei Dirigenti Medici, Veterinari e Sanitari.
“Sulla questione stiamo assistendo ad un rimpallo tra maggioranza e Governo che al momento crea solo disorientamento tra i professionisti e preoccupazione tra le organizzazioni sindacali di categoria. Da una parte è chiara la posizione assunta dal Governo nella bozza della Legge di bilancio che finanzia in modo diretto l’aumento dell’indennità di specificità, che per noi, come rappresentato ripetutamente anche al Ministro Schillaci, è la strada corretta per valorizzare economicamente le specificità professionali. A questo proposito abbiamo già chiaramente segnalato che le risorse devono essere anticipate già dal 2025 e devono essere distribuite equamente tra tutti i Dirigenti medici, veterinari e sanitari. Dall’altra, al contrario, è stato presentato un emendamento di maggioranza che, invece, va nella direzione diametralmente opposta, quella di defiscalizzare la stessa indennità, prospettiva che rigettiamo con fermezza perché crea sperequazioni tra i professionisti, perché non aumenta la massa salariale e quindi incide negativamente sulla dinamica retributiva degli aumenti del contratto collettivo nazionale”, precisano le Organizzazioni sindacali.
“Sono posizioni tra loro inconciliabili che mostrano la contraddizione di intenti tra la maggioranza ed il Governo”. “Ci rivolgiamo nuovamente al Ministro Schillaci perché garantisca, con il Governo, che va mantenuto il finanziamento sulla voce contrattuale affinché valorizzi dal 2025, aumentandole equamente, le buste paga di tutti i Dirigenti del Servizio Sanitario Nazionale. Non accetteremo ribaltoni che vanno nella direzione opposta”. “La defiscalizzazione delle voci contrattuali è uno specchietto per le allodole per i professionisti e sarebbe autolesionismo sindacale perseguirla”.
“Un appello all’unità per difendere il Servizio Sanitario Nazionale a fronte di una Legge di bilancio inadeguata perché non contiene le risorse necessarie per le assunzioni, i contratti, la formazione, i servizi di prevenzione, diagnosi, cura e riabilitazione essenziali per i cittadini”. È la richiesta che viene dalla Conferenza Unitaria degli esecutivi nazionali e regionali dell’Intersindacale dei Dirigenti medici, veterinari e sanitari, composta da AAROI-EMAC, FASSID, FP CGIL Medici e Dirigenti SSN, FVM e UIL FPL Medici e Veterinari che si è tenuta oggi a Roma. “Oggi – hanno detto riuniti in Piazza Monte Citorio a Roma – medici, veterinari, farmacisti, psicologi, biologi, fisici e chimici e dirigenti delle professioni sanitarie, chiedono al Governo e al Parlamento risorse vincolate all’assunzione di personale senza il quale la sanità collassa; risorse per valorizzare il lavoro dei professionisti e dei lavoratori della sanità pubblica; maggiori risorse per i Contratti nazionali e per la formazione specialistica di tutti i medici, veterinari e dirigenti sanitari; adeguate risorse extracontrattuali per l’aumento della Indennità di specificità medica, veterinaria e sanitaria”. “La crisi della sanità pubblica è sotto gli occhi di tutti. È fondamentale e urgente intervenire con più risorse vincolate alla sanità pubblica, per salvare l’unico presidio per garantire universalità ed equità come fondamento della struttura sociale del paese. Il diritto alla salute è sancito dalla Costituzione ed è compito della politica garantirne l’attuazione”. L’intersindacale avvia oggi un percorso unitario di aggregazione di tutte le forze sindacali e sociali della sanità per una mobilitazione che supererà anche il momento della Legge di bilancio, data la
complessità dei problemi del Ssn, la cui soluzione è da concertare con Governo e Regioni. Per dare consapevolezza e forza al movimento le Organizzazioni Sindacali si attiveranno anche attraverso Assemblee sindacali in tutte le Aziende sanitarie e ospedaliere.
“Oggi non potevamo che essere nella piazza del Campidoglio, non solo per testimoniare solidarietà a Daniele che combatte ancora in ospedale e con le due colleghe intervenute per i rilievi di un incidente l’altra sera e che sono state tragicamente coinvolte in questa assurda tragedia, ma un atto concreto di impegno sindacale. La nostra non è una solidarietà formale, di fronte allo sciopero di Fp Cgil, Uil Fpl e Cisl Fp per il settore della polizia locale di Roma Capitale, di fronte quindi ad un momento di lotta, il dovere di ognuno di noi era essere in piazza a sostenere le rivendicazioni della polizia locale”.
Lo scrive in una nota la Segretaria generale Fp Cgil, Serena Sorrentino, presente in piazza al fianco della FP CGIL di Roma e Lazio insieme a tutta la Segreteria Nazionale.
“Il nostro impegno – ha detto – sarà innanzitutto far rientrare al lavoro Daniele nella polizia locale. Ma siamo impegnati anche per sollecitare governo e parlamento a portare a compimento la riforma della polizia locale, l’equiparazione del trattamento previdenziale con le altre forze di polizia, più tutele sul fronte della sicurezza e delle cause di servizio, un contratto dignitoso che aumenti il salario, le indennità e riconosca la giusta carriera”.
“Ho stretto Sandra e tante altre colleghe e colleghi di Daniele, tutti hanno dentro una grande rabbia, un grande dolore ma anche la ferma determinazione di andare avanti nella mobilitazione per dare risposte concrete alle lavoratrici e lavoratori della polizia locale e delle funzioni locali. Come Fp Cgil non molleremo di un millimetro la battaglia su sicurezza, salario, assunzioni”, ha concluso Sorrentino.
L’Intersindacale dei Dirigenti Medici, Veterinari e Sanitari mercoledì 13 novembre dalle 10.30 alle 13.30 presso la Sala Capranichetta – piazza di Monte Citorio 125, Roma – ha organizzato una Conferenza unitaria degli Esecutivi Nazionali e Regionali.
Invitiamo i giornalisti a partecipare all’intervento di apertura dei Presidenti e Segretari Nazionali AAROI-EMAC, FASSID, FP CGIL Medici e Dirigenti SSN, FVM e UIL FPL Medici e Veterinari per raccogliere le motivazioni della mobilitazione nazionale ed ascoltare il malcontento dei sanitari, il disagio dei lavoratori e le inefficienze denunciate dai livelli sindacali nazionali e territoriali di tutte le Regioni d’Italia.
“Notiamo un po’ di nervosismo, ma per chiarezza segnaliamo che alla trattativa abbiamo partecipato da remoto e l’epilogo che si è determinato rappresenta una forzatura di Aran. Una trattativa partita in maniera ordinaria e, a fronte della nostra richiesta di discutere nel merito di alcuni articoli, non ci è stata data neanche risposta rispetto alle richieste di riformulazione o modifica”. È quanto affermano Serena Sorrentino e Sandro Colombi, Segretari generali di Fp Cgil e Uil Pa, in risposta alle dichiarazioni del Presidente dell’Aran.
“La dichiarazione congiunta l’abbiamo vista e non è quella che cambia il fatto che il Presidente al tavolo ha ribadito più volte che le risorse non sarebbero cambiate. Dopodiché, seguendo il ragionamento del Presidente, ci chiediamo a questo punto: perché non dare la possibilità a Governo e Parlamento di accogliere le richieste del sindacato e fare una forzatura oggi? Il testo firmato oggi dalle altre sigle accetta di accontentarsi di un terzo di recupero salariale dell’inflazione, non dà risposte sulle carriere e accetta di assecondare il permanere del blocco al salario accessorio. Su questi ed altri punti si basa il nostro giudizio di merito. Visto che è ancora presente uno spazio democratico esercitabile, nessuno dovrebbe avere paura di dare la parola alle lavoratrici e lavoratori.
“Noi non facciamo confusione, attribuiamo al Presidente il cambio di registro nelle relazioni sindacali, ne prendiamo atto e registriamo che nelle scorse tornate contrattuali prima della chiusura di una trattativa, per corrette relazioni sindacali, si dava indicazione che il successivo incontro sarebbe stato l’ultimo. Spiegheremo le nostre ragioni di merito e continueremo a lavorare per migliorare i contratti, come abbiamo fatto fino a qualche ora fa, come lo stesso Presidente ha riconosciuto ai Segretari nazionali capo delegazione di CGIL e UIL che erano presenti al tavolo”, concludono Sorrentino e Colombi.
“Oggi il Governo e Aran si prendono la responsabilità di scegliere la via della rottura di una trattativa ancora in corso, quella del rinnovo del contratto Funzioni Centrali, che lasciava ancora margini per migliorare un testo che non dà risposte adeguate alle lavoratrici e ai lavoratori del comparto. Alla luce anche della convocazione del Presidente del Consiglio dei Ministri con i segretari generali confederali, tra i cui temi c’è anche la vertenza dei settori pubblici, questa forzatura è indice che la parte datoriale, il Presidente Naddeo, giudica inutile il confronto ed è un inedito assoluto, compreso il fatto che la convocazione di oggi non era sulla chiusura del confronto ma sulla “ prosecuzione della trattativa”. Queste le dichiarazioni di Serena Sorrentino e Sandro Colombi, segretari generali di Fp Cgil e Uil Pa a margine della trattativa che si è conclusa con la sottoscrizione della pre-intesa del nuovo contratto Funzioni Centrali, nonostante il mancato accordo con Cgil e Uil.
“Non comprendiamo perché, nonostante la discussione sulla Legge di Bilancio e sulle risorse da destinare al lavoro pubblico sia ancora in corso, si sia sentita la necessità di accelerare i tempi della trattativa, fino allo strappo con due delle organizzazioni sindacali più rappresentative. Nelle prossime continueremo le assemblee per spiegare le ragioni della nostra valutazione alle lavoratrici e ai lavoratori del comparto in tutto il Paese e sarà l’occasione per ribadire le motivazioni che ci portano allo sciopero del prossimo 29 novembre. Lavoratrici e lavoratori dei settori pubblici, che svolgono funzioni essenziali, meritano risposte su salari adeguati e non di subire la pesante ingiustiziadi vedere riconosciuto solo un terzo dell’inflazione record registrata nel 22/24. Servono risposte sul diritto alla carriera, che data l’assenza di risorse rimarrà al palo, e alla valorizzazione professionale con la soppressione dei tetti di spesa al salario accessorio per la contrattazione integrativa”.
“Al Governo e al Parlamento diciamo che ci sono le condizioni per trovare aggiustamenti economici e normativi che consentano di dare giuste risposte. Chiederemo alle amministrazioni e alle altre sigle sindacali di procedere all’indizione di un referendum perché la parola per noi deve essere restituita alle lavoratrici e lavoratori e di certo non siamo noi ad aver paura della democrazia”, concludono Sorrentino e Colombi.
CGIL e Uil proclamano 8 ore di sciopero generale, con manifestazioni territoriali, per la giornata di venerdì 29 novembre.
Lo hanno reso noto questa mattina nel corso di una conferenza stampa i segretari generali di CGIL e Uil Maurizio Landini e Pierpaolo Bombardieri.
La mobilitazione è stata indetta per chiedere di cambiare la manovra di bilancio, considerata del tutto inadeguata a risolvere i problemi del paese, e per rivendicare l’aumento del potere d’acquisto di salari e pensioni e il finanziamento di sanità, istruzione, servizi pubblici e politiche industriali.
“Medici Dirigenti e Convenzionati della Medicina Generale, Specialisti ambulatoriali, Veterinari Psicologi, Biologi, Chimici, Fisici, Farmacisti e Dirigenti delle Professioni Sanitarie parteciperanno allo sciopero Generale del 29 Novembre contro la peggiore legge di bilancio degli ultimi 30 anni, che taglia risorse a personale e servizi per lasciare il campo libero al profitto ed al privato”. Lo dichiarano Andrea Filippi, Segretario Nazionale Fp Cgil Medici, Veterinari e Dirigenti SSN e Roberto Bonfili, Coordinatore Nazionale Uil Medici e Veterinari.
“La tutela della salute delle persone non è solo un problema della categoria e non può trasformarsi in una difesa corporativa, riguarda tutte e tutti, cittadine e cittadini, operatori, professionisti, politica e istituzioni. È un problema di carattere generale che non può essere ridotto alla prestazione medica o assistenziale”, affermano i sindacalisti. “La salute – proseguono – si costruisce insieme, nella struttura sociale del Paese, garantendo i servizi dove la gente vive, studia, ricerca, lavora, socializza. Investire su scuola, enti locali, ambiente, intervenire sulla sanità territoriale dei distretti, dei consultori, delle case di comunità è il fondamento per garantire la salute, per prevenire la malattia e abbattere le liste di attesa ed il sovraffollamento degli ospedali. E invece questa legge di bilancio taglia i servizi fondamentali, disgrega le comunità, abbandona gli anziani a casa, smantella i servizi sociali e lascia i giovani da soli nella ricerca, spesso disperata, di una realizzazione personale e professionale, per favorire il disagio precoce, la malattia e la sua mercificazione. Lo sanno tutti che le lunghe liste d’attesa sono in realtà un affare per il privato e infatti la legge di bilancio investe quasi esclusivamente sullo sblocco del tetto di spesa per le prestazioni private convenzionate”.
“I Medici, i Veterinari, i Dirigenti sanitari e delle professioni sanitarie scioperano convintamente il 29 Novembre – prosegue la nota dei sindacati – perché vogliono tutelare la salute di tutte e tutti, perché vogliono fare prevenzione, intercettare i bisogni di cura prima che compaia la malattia, perché è necessario investire sui servizi pubblici, sulla riforma del SSN a partire dalle cure primarie con il passaggio al ruolo della Dirigenza anche dei MMG, perché è necessario un piano straordinario di assunzioni e invece in questa legge non c’è neanche un euro per le assunzioni. È necessario investire sulla valorizzazione anche economica dei professionisti aumentando i salari e invece questa legge di bilancio definanzia i contratti e prevede pochi spicci, circa 17 euro dal 2025, sulla specificità professionale rimandando tutto, forse, al 2026. Non accetteremo poi che si intervenga con il trucchetto delle diverse aliquote sull’indennità di specificità come annunciato dal Ministro Schillaci con una mirabolante giravolta per nascondere la mancanza di investimento, perché la tassazione diversificata crea disparità di trattamento tra i professionisti, e perché di fatto non aumenta le buste paga e la massa salariale”. Secondo Filippi e Bonfili, “è necessario investire sulla formazione e la ricercae invece questa legge di bilancio non risolve il problema delle specializzazioni non retribuite. Oggi è più che mai necessario costruire una massa critica in una mobilitazione generale che unisca cittadine e cittadini, lavoratrici e lavoratori a partire dallo sciopero del 29 Novembre”.
“Le retribuzioni dei dipendenti pubblici sono ferme al palo perché il Governo non ha stanziato le risorse adeguate per tutelare il potere d’acquisto delle lavoratrici e dei lavoratori della pubblica amministrazione”.
Così Fp Cgil in una nota.
“La stessa ARAN, inoltre, certifica quanto noi andiamo dicendo ormai da mesi: con le precedenti tornate contrattuali abbiamo più che recuperato quanto perso a causa dell’inflazione, +3,48% nel triennio 2016-2018 a fronte di un’inflazione nello stesso periodo dell’1,8%; nel triennio 2019-2021 +4,07% a fronte di un’inflazione nello stesso periodo del 2,2%. Il Governo invece – si legge ancora nella nota – ha deciso che le lavoratrici e i lavoratori pubblici devono rimanere fermi al palo, con un incremento delle retribuzioni pari al 5,78% a fronte di un’inflazione del 16,5% nel 2022-2024. Ben 10 punti di distanza in negativo. Tra l’altro con la decisione unilaterale di anticipare la metà del valore del contratto in un’unica soluzione a dicembre 2023, determinando quella riduzione durante il 2024 evidenziata nel rapporto semestrale di Aran e che ha comportato inoltre per molti una restituzione nel corso del 2024 delle somme percepite a dicembre 2023 a causa dell’aumento correlato delle tasse”.
“Per queste ragioni la FP CGIL continua a chiedere che il Governo anticipi le risorse che ha previsto per i prossimi rinnovi contrattuali per favorire la chiusura dei contratti 2022-2024, finanziando il nuovo ordinamento professionale con incarichi e progressioni, superando definitivamente il tetto ai fondi per la contrattazione decentrata, rivalutando gli importi dei buoni pasto e dando finalmente risposte adeguate alle lavoratrici e ai lavoratori pubblici”.
Resoconto incontro ARAN – OOSS Trattativa CCNL Funzioni Locali 29-10-2024
È stato convocato per oggi 29.10.2024 il sesto incontro con l’ARAN per la trattativa del CCNL Funzioni Locali 2022-2024.
Non sono state date risposte soddisfacenti alle questioni già poste sia sul sistema di relazioni sindacali, sia per il trattamento economico delle ferie, aspetto su cui si è già pronunciata anche la Corte di giustizia europea.
La ricerca da parte della controparte di modalità, marginali e fantasiose, per incrementare il fondo dello straordinario con risorse etero finanziate (ad esempio tramite risorse comunitarie) o il fondo per le elevate qualificazioni a discapito delle risorse per le stabilizzazioni o del budget per le progressioni tra aree che si sommano al blocco del turn over previsto nel disegno di legge di Biancio 2025. Non è per noi la giusta risposta alla carenza di personale e alla valorizzazione delle professionalità delle elevate qualificazioni che per noi continua a passare anche per l’istituzione della quarta Area, come negli altri comparti pubblici, con il riconoscimento di un trattamento tabellare non solo con un trattamento accessorio, liberando peraltro spazio per la contrattazione decentrata.
Abbiamo ritenuto insufficiente la proposta di proroga dell’istituto delle progressioni tra aree in deroga fino al 30.06.2026 per sanare i ritardi delle Amministrazioni che per quella data non riusciranno neanche a programmare i posti e realizzare i bandi, ma soprattutto quello che determina una contrazione della possibilità di crescita professionale è l’assenza del rifinanziamento di quello 0,55% del Monte salari che nel triennio precedente ha permesso, negli enti più grandi, qualche opportunità.
Qualora venga approvata la legge di bilancio 2025 nel testo del disegno di legge proposto, verranno ulteriormente ridotte le possibilità per effetto della riduzione del turn over al 75%.
Abbiamo inoltre ribadito che l’attrattività del lavoro nel comparto delle Funzioni Locali come anche la fidelizzazione del personale presente passa per uno stipendio adeguato a sostenere il costo della vita e adeguati livelli occupazionali e, per quanto utili, non sono sufficienti solo strumenti di maggiore flessibilità tramite la promozione di modalità di lavoro a distanza o di impieghi a tempo parziale da fame.
Per agevolare il trasferimento delle competenze, fortemente limitato dalle scarse capacità assunzionali, si dovrebbe chiedere a coloro che già, con difficoltà, portano avanti gli enti, di trasferire le competenze a chi verrà, forse, assunto l’anno successivo alle cessazioni.
Anche le semplici richieste di patrocinio legale non hanno avuto risposte positive.
Riteniamo che finché le controparti non comprenderanno che le leve per il lavoro pubblico passano per un salario adeguato e un Piano straordinario di assunzioni, non ci sono e non cisaranno le condizioni per sottoscrivere un contrattoche sia degno di dare risposte al lavoro in termini di valorizzazione delle responsabilità e delle professionalità delle lavoratrici e dei lavoratori delle funzioni locali.
Ci siamo riservati di porre ulteriori osservazioni sull’ultimo testo proposto dall’Aran e il tavolo si è aggiornato tra circa due settimane.
Questo sito usa i cookie per offrirti la migliore esperienza possibile.
Procedendo con la navigazione sul sito o scrollando la pagina, accetti implicitamente l'utilizzo dei cookie sul tuo dispositivo. Informativa sull'utilizzo dei cookieAccetto