Pubblichiamo la circolare di ricognizione emanata dalla Direzione Centrale per le Risorse Umane riguardo la  mobilità per il  personale delle Specialità nel ruolo Ispettore

Pubblichiamo la nota del Dipartimento in merito la raccolta fondi per la famiglia del VC Antonio Ferrara prematuramente scomparso

Pubblichiamo il Decreto emanato dalla Direzione Centrale per l’Amministrazione Generale riguardo l’approvazione della graduatoria finale della procedura concorsuale interna per la qualifica di capo squadra, con decorrenza 1° gennaio 2022.

Pubblichiamo la nota di convocazione della Direzione Centrale per l’Emergenza il Soccorso tecnico e l’Antincendio Boschivo in merito l’organizzazione e disciplina degli uffici per le competenze specifiche CT e VCT e ricognizione per l’attribuzione dell’incarico

Orlando Scocca, FP CGIL Campania per la Polizia Penitenziaria: “Nonostante i reiterati incontri con la Direttrice del carcere casertano di Santa Maria Capua Vetere e gli impegni presi dalla stessa, perdurano le insopportabili condizioni di lavoro del personale di Polizia Penitenziaria, costretto a lavorare con turni che spesso raggiungono le 20 ore consecutive e senza che si sia arrivati ad un piano ferie concordato, pertanto il personale di Polizia è costretto a non avere nemmeno certezza del proprio periodo di ferie estive”.

“Questa situazione di incertezza ed approssimazione che si protrae da mesi – continua il sindacalista – sta pregiudicando la gestione della sicurezza interna del carcere con l’impossibilità di poter organizzare il servizio in base al regolamento previsto. Nei mesi scorsi, era stato proclamato lo stato di agitazione sindacale, poi sospeso in occasione delle risposte pervenute dalla Direzione del carcere. Promesse poi totalmente disattese”.

Mirko Manna della FP CGIL Nazionale: “Il carcere di Santa Maria Capua Vetere, già pesantemente destabilizzato dalle vicende giudiziarie ancora in corso e che hanno visto già il proscioglimento delle posizioni di parecchi Poliziotti, sembra destinatario di un accanimento del tutto particolare. Il personale di Polizia Penitenziaria viene messo in ogni modo in difficoltà dall’immobilismo e dalla scarsa chiarezza di intenti dell’Amministrazione penitenziaria. Sottoporremo all’attenzione degli organi centrali questa situazione che va avanti da mesi e che sta minando la salute psico-fisica del personale di Polizia Penitenziaria in servizio nel carcere di Santa Maria Capua Vetere”.

Santa Maria Capua Vetere, 07 agosto 2023

Pubblichiamo la nota del Coordinamento provinciale Fp Cgil VVF in merito la richiesta di chiarimenti sui  tempi di recupero per il personale autista inviato in emergenza nazionale

Pubblichiamo la nota del Coordinamento Territoriale Fp Cgil VVF con il quale porre il quesito in merito i tempi di recupero spettanti  per il personale autista chiamato a intervenire dopo centinaia di Km.

“Questa mattina, nel carcere di Roma Rebibbia intitolato a “Raffaele Cinotti”, un detenuto italiano è riuscito ad eludere la sorveglianza e dal Reparto G11 è riuscito a scavalcare la rete dei passeggi salendo su una gru alta circa 30 metri dove stanno facendo i lavori per la ristrutturazione del reparto G10. L’intervento dei Vigili del Fuoco ha evitato che il detenuto riuscisse pure a farsi del male”.

Lo comunica il Coordinatore regionale Ciro Di Domenico della FP CGIL Polizia Penitenziaria: “Ignote le motivazioni della protesta, ma quel che è evidente è la falla nel sistema di sicurezza in un carcere come quello di Rebibbia Nuovo Complesso che ospita oltre 1.500 detenuti su una capienza attuale di poco più di mille posti disponibili. Oltre 150 in meno, invece, i Poliziotti penitenziari in servizio nel carcere di Rebibbia su tutti i turni giornalieri rispetto agli 850 previsti”.

Mirko Manna, Nazionale FP CGIL Polizia Penitenziaria: “In occasione della sua prima uscita pubblica da Ministro della Giustizia durante la presentazione del calendario 2023 della Polizia Penitenziaria, Carlo Nordio lo scorso anno si prodigò a tessere le lodi dei Poliziotti penitenziari, del loro ruolo e del loro servizio al Paese e di quanto lui avrebbe tenuto a cuore tutti i problemi delle carceri. A distanza di quasi un anno, registriamo che quella sua prima uscita ed interesse per la Polizia Penitenziaria e per il sistema penitenziario in generale, fu poco più di un siparietto, forse dettato dall’euforia della sua allora recente nomina a Ministro della Repubblica. Poi il nulla. Ci rivolgiamo al Presidente del Consiglio: le carceri stanno implodendo e anche l’apparentemente banale evento di questa mattina, deve far riflettere sulla vulnerabilità di un carcere complesso ed importante come quello di Rebibbia”.

Roma, 6 agosto 2023

La Costituzione italiana – nata dalla Resistenza – delinea un modello di democrazia e di società che pone alla base della Repubblica il lavoro, l’uguaglianza di tutte le persone, i diritti civili e sociali fondamentali che lo Stato, nella sua articolazione istituzionale unitaria, ha il dovere primario di promuovere attivamente rimuovendo “gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l’eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l’effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all’organizzazione politica, economica e sociale del Paese”.

Per questo rivendichiamo che i diritti fondamentali sanciti dalla Costituzione tornino ad essere pienamente riconosciuti e siano resi concretamente esigibili ad ogni latitudine del Paese (da nord a sud, dalle grandi città alle periferie, dai centri urbani alle aree interne), a partire da:

► il diritto al lavoro stabile, libero, di qualità – fulcro di un modello di sviluppo sostenibile fondato su nuove politiche industriali– superando la precarietà dilagante, contrastando il lavoro povero e sfruttato, aumentando i salari, col rinnovo dei contratti, e le pensioni oltre al superamento della Legge Fornero. È il momento di introdurre il salario minimo, dare valore generale ai contratti, approvare la legge sulla rappresentanza, strumenti essenziali per contrastare i contratti pirata.
► il diritto alla salute e un Servizio Sanitario Nazionale e un sistema socio sanitario pubblico, solidale e universale, a cui garantire le necessarie risorse economiche, umane e organizzative, per contrastare il continuo indebolimento della sanità pubblica, recuperare i divari nell’assistenza effettivamente erogata, a partire da quella territoriale, e valorizzare il lavoro di cura; investimento sul personale con un piano straordinario pluriennale di assunzioni che vada oltre le stabilizzazioni e il turnover, superi la precarietà e valorizzi le professionalità; sostegno alle persone non autosufficienti; tutela della salute e sicurezza sul lavoro, rilanciando il ruolo della prevenzione. Solo così si garantisce la piena applicazione dell’articolo 32 della Costituzione.
► il diritto all’istruzione, dall’infanzia ai più alti gradi, e alla formazione permanente e continua, perché il diritto all’apprendimento sia garantito a tutti e tutte e per tutto l’arco della vita.
► il contrasto a povertà e diseguaglianze e la promozione della giustizia sociale, garantendo il diritto all’abitare e un reddito per una vita dignitosa. Il governo va in altra direzione e cancella il Reddito di cittadinanza lasciando tante persone senza alcun sostegno.
► il diritto a un ambiente sano e sicuro in cui vengono tutelati acqua, suolo, biodiversità ed ecosistemi. Per questo è grave aver tolto dal PNRR le risorse sul dissesto idrogeologico, tanto più a fronte delle alluvioni che hanno colpito alcune regioni del Paese e di una crisi climatica che va affrontata con una transizione ecologica fondata sulla difesa e valorizzazione del lavoro e di un’economia rinnovata e sostenibile.
► una politica di pace intesa come ripudio della guerra e con la costruzione di un sistema di difesa integrato con la dimensione civile e nonviolenta.

Questi diritti possono essere riaffermati e rafforzati solo attraverso una redistribuzione delle risorse e della ricchezza che chieda di più a chi ha di più per garantire a tutti e a tutte un sistema di welfare pubblico e universalistico che protegga e liberi dai bisogni, a cominciare da una riforma fiscale basata sui principi di equità, generalità e progressività che sono oggi negati tanto da interventi regressivi – come, ad esempio, la flat tax – quanto da una evasione fiscale sempre più insostenibile. Inoltre, giustizia sociale e giustizia ambientale e climatica devono andare di pari passo nella costruzione di un modello sociale che sia “nell’interesse delle future generazioni”, come recita l’art. 9 della nostra Costituzione.

Questo modello sociale – fondato su uguaglianza, solidarietà, accoglienza, e partecipazione – costituisce l’antitesi del modello che vuole realizzare l’attuale maggioranza di Governo con le prime scelte che ha già compiuto e, soprattutto, con le misure che si appresta a varare, a partire da quelle che – se non fermate – sono destinate a scardinare le fondamenta stesse dell’impianto della Repubblica, come:
► l’autonomia differenziata, rilanciata con il DDL Calderoli, che porterà alla definitiva disarticolazione di un sistema unitario di diritti e di politiche pubbliche volte a promuovere lo sviluppo di tutti i territori;
► il superamento del modello di Repubblica parlamentare attraverso l’elezione diretta del capo dell’esecutivo (presidenzialismo, semi-presidenzialismo o premierato che sia) che ridurrà ulteriormente gli spazi di democrazia, partecipazione e mediazione istituzionale, politica e sociale, rompendo irrimediabilmente l’equilibrio tra rappresentanza e governabilità.

La Costituzione antifascista nata dalla Resistenza – nel riconoscere il lavoro come elemento fondativo, la sovranità del popolo, la responsabilità delle istituzioni pubbliche di garantire l’uguaglianza sostanziale delle persone, i diritti delle donne, il dovere della solidarietà, la centralità della tutela dell’ambiente e degli ecosistemi, il ripudio della guerra come strumento di risoluzione delle controversie internazionali – ha delineato un assetto istituzionale che, attraverso la centralità del Parlamento, fosse il più idoneo ad assicurare questi principi costitutivi e a realizzare un rapporto tra cittadini/e e istituzioni che non si esaurisce nel solo esercizio periodico del voto ma si sviluppa quotidianamente nella dialettica democratica e nella costante partecipazione collettiva della rappresentanza in tutte le sue declinazioni politiche, sociali e civili.
Per contrastare la deriva in corso e riaffermare la necessità di un modello sociale e di sviluppo che riparta dall’attuazione della Costituzione, non dal suo stravolgimento, ci impegniamo in un percorso di confronto, iniziativa e mobilitazione comune che – a partire dai territori e nel pieno rispetto delle prerogative di ciascuno – rimetta al centro la necessità di garantire a tutte le persone e in tutto il Paese i diritti fondamentali e di salvaguardare la centralità del Parlamento contro ogni deriva di natura plebiscitaria fondata sull’uomo o sulla donna soli al comando.


PER QUESTE RAGIONI E A SOSTEGNO DELL’INSIEME DELLE PROPOSTE INDICATE,
CI IMPEGNIAMO A REALIZZARE:

Il 7 OTTOBRE una grande manifestazione nazionale a Roma per il lavoro, contro la precarietà, per la difesa e l’attuazione della Costituzione, contro l’autonomia differenziata e lo stravolgimento della nostra Repubblica parlamentare.

“Un detenuto magrebino ieri pomeriggio nel carcere di Viterbo, ha ferito un Poliziotto penitenziario ad un braccio utilizzando una lametta da barba. Il detenuto aveva già commesso altre aggressioni sia pure più lievi di quella in questione, ma quel che preoccupa sono le aggressioni quotidiane ai danni degli operatori di Polizia Penitenziaria e che fino ad ora non solo non hanno trovato alcuna soluzione, ma che aumentano di mese in mese”.

Lo comunica il Coordinatore regionale Ciro Di Domenico della FP CGIL Polizia Penitenziaria: “Il pronto soccorso dell’ospedale ha refertato il collega con cinque giorni di prognosi e lo ha sottoposto ad analisi del sangue da ripetersi nelle prossime settimane perché pare che il detenuto soffra di malattie trasmissibili”.

Mirko Manna, Nazionale FP CGIL Polizia Penitenziaria: “Il carcere di Viterbo ha un affollamento reale di oltre il 150% rispetto ai detenuti presenti, dei quali il 35% sono stranieri. Il personale di Polizia Penitenziaria invece soffre di una grave carenza organica rispetto alla forza lavoro prevista. C’è urgente bisogno di una rimodulazione delle modalità di lavoro in carcere. Serve più personale di Polizia Penitenziaria. Se il Ministro non è in grado di rappresentare questa necessità al Governo è fondamentale ripensare al lavoro che devono svolgere i lavoratori del comparto sicurezza in carcere. Non è possibile che un servitore dello Stato debba essere minacciato e subisca ferite ogni giorno”.

Viterbo, 5 agosto 2023

Pubblichiamo in attesa di convocazione l’ipotesi di accordo integrativo nazionale concernente la distribuzione delle risorse costituite dalle economie di gestione del fondo di produttività per l’anno 2020 inviato dal Dipartimento .

Pubblichiamo in allegato, l’Ipotesi di Accordo sugli Screening di prevenzione sanitaria, sottoscritto dalla FP CGIL.

L’Accordo prevede, una volta l’anno, per un pacchetto, lo screening di prevenzione sanitaria, da richiedere per il tramite del medico di base o il medico competente, come da elenco riportato di seguito:

– Check-up uomo;

– Check-up donna;

– Tumore del polmone;

– Tumore del colon-retto;

– Rischio cardiovascolare;

– Tumore della prostata;

– Tumore della mammella;

– Tumore cervice uterina.

Il personale in servizio presso le sedi centrali dovrà effettuare gli esami di screening esclusivamente presso il Poliambulatorio “Montezemolo”. Il personale in servizio presso le sedi territoriali potrà effettuare le prestazioni presso le strutture convenzionate, ove presenti, o, in mancanza, privatamente presso centri specializzati o presso il SSN. In questo caso il dipendente dovrà effettuare il pagamento delle prestazioni personalmente e successivamente richiedere il rimborso all’Amministrazione. Il contributo previsto a favore del Personale per l’effettuazione dei pacchetti di screening di prevenzione per il Personale delle sedi territoriali è stabilito nella misura massima di 500,00 euro per dipendente e viene concesso nei limiti delle disponibilità finanziarie assegnate nel bilancio d’Istituto. Su quest’ultima disposizione la FP CGIL ha espresso il suo parere contrario, in quanto il Personale delle sedi territoriali già avrà l’onere di anticipare l’importo, senza esclusione che lo stesso possa essere maggiore dello stanziamento pro-capite. Infatti, a questo proposito, la FP CGIL proposto che nell’eventualità che tale importo possa essere superato, la differenza tra possa annoverarsi in una nuova tipologia di sussidio, affinché la somma residuale sostenuta possa essere a carico dell’Amministrazione.

p.la FP CGIL Nazionale

Susanna Di Folco

 

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