La Legge sull’autonomia differenziata va abrogata perché spaccherà l’Italia in tante piccole patrie, aumenterà i divari territoriali e peggiorerà le già insopportabili diseguaglianze sociali, a danno di tutta la collettività e, in particolare, di lavoratrici e lavoratori, pensionate e pensionati, giovani e donne.

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Personale più che dimezzato, enti allo stremo dopo anni di tagli lineari. Rischio caos per lavoratori e cittadini
Roma, 26 lug – “Mentre la maggioranza si divide ancora una volta tra disegni di legge e rinvii al Testo Unico sugli Enti Locali sulla questione che riguarda il ritorno all’elezione diretta degli organi delle Province nessuno chiarisce un punto fondamentale, cioè il nodo risorse. Senza stanziamenti adeguati, senza assunzioni straordinarie questi provvedimenti annunciati sono solo propaganda”.
E’ quanto si legge in una nota di Fp Cgil.
“Al rinnovato interesse per il destino di Province e Città Metropolitane, dopo anni di abbandono di questi enti fondamentali per la coesione e lo sviluppo del Paese, non bastano più annunci vuoti di sostanza. Oggi abbiamo la sola certezza che il Governo ha approvato l’autonomia differenziata. Un provvedimento che produrrà accentramento di competenze e funzioni sulle Regioni e che rende ancora più strategici gli enti di area vasta – scrive ancora Fp Cgil – del cui funzionamento non si occupa nessuno, con un effetto caos per lavoratrici e lavoratori, e per le persone nell’accesso ai servizi pubblici. Non una parola abbiamo sentito sulla necessità di stanziare risorse per assicurare stabilità economico-finanziaria a questi enti dopo decenni di tagli lineari. Non una parola sulla necessità di adottare un piano straordinario per l’occupazione per incrementare le dotazioni organiche dopo che in questi anni il personale di Province e Città Metropolitane è passato da circa 50.000 a meno di 25.000 lavoratrici e lavoratori, con un taglio di oltre il 50% del personale occupato”.
Secondo il sindacato “è necessario restituire centralità alle Province e alle Città Metropolitane che, per la loro natura di istituzioni di prossimità, devono tornare a svolgere il loro fondamentale ruolo di coordinamento in un Paese costituito da piccoli comuni. Se non camminerà in un provvedimento di spesa l’elezione degli organi delle Province, riavremo legittimazione democratica di enti svuotati di funzioni e personale. Anche per questa ragione continueremo la nostra battaglia su assunzioni e decentramento amministrativo coerente con l’attuale Costituzione e contro ogni ipotesi di sfascismo dell’amministrazione pubblica e dell’unità del Paese”.

Appuntamento in Piazza Capranica alle ore 10

Nonostante le continue proteste degli ultimi mesi da parte di FP CGIL e SILP CGIL e le critiche sollevate anche dai sindacati dei militari, il Governo continua a mostrare un totale immobilismo nel rinnovo del contratto per le forze di polizia e le forze armate. Gli incontri sinora svolti non hanno portato a alcun progresso tangibile. È evidente che l’attuale Esecutivo, nonostante i proclami e le promesse, non ha la volontà di rispondere concretamente alle legittime richieste dei lavoratori nel settore della sicurezza e della difesa.

Il Sindacato di Polizia SILP CGIL e FP CGIL chiedono con forza al Governo:
– garanzie di risorse economiche per un contratto dignitoso che permetta il recupero del potere d’acquisto per le donne e gli uomini in divisa;
– un piano straordinario di assunzioni per aumentare gli organici del personale operante nei molteplici servizi di sicurezza svolti dalle forze di polizia e militari;
– miglioramento delle condizioni di lavoro e di vita per contrastare il preoccupante fenomeno dei suicidi tra i lavoratori;
– garanzia di una pensione dignitosa e attivazione della previdenza complementare per garantire un futuro sicuro ai lavoratori.
Il Governo, pur vantandosi di essere vicino alle forze dell’ordine e alle forze armate, dimostra di essere sordo alle legittime richieste avanzate dai lavoratori: salario equo, diritti tutelati, previdenza protetta, tutela della salute e della sicurezza sul lavoro per la dignità di ogni operatore.
Per questo motivo, il Sindacato di Polizia SILP CGIL e FP CGIL annunciano che sarà organizzata una manifestazione presso piazza Capranica a Roma il 31 luglio 2024 dalle ore 10.00 alla presenza del segretario generale Cgil Maurizio Landini. Contemporaneamente in molte città italiane si svolgeranno presidi e volantinaggi.
È giunto il momento di alzare la voce e far sentire le legittime rivendicazioni dei lavoratori del comparto sicurezza e difesa.

“Continuano le decisioni unilaterali di un governo che dice di non avere più risorse da mettere a disposizione dei rinnovi contrattuali dei lavoratori pubblici e poi con un emendamento al decreto legge giustizia e ordinamento penitenziario passato in sordina elargisce, bontà sua, una nuova ‘indennità di specificità organizzativa’ per il personale del comparto delle Funzioni Centrali in servizio presso i Dipartimenti dell’amministrazione penitenziaria e della giustizia minorile e di comunità. Per questa nuova indennità la generosità arriva a fissare in 200, 150 e 100 euro mensili lordi per 13 mensilità per i lavoratori inquadrati rispettivamente nell’Area dei Funzionari, degli Assistenti e degli Operatori. Si pensi che per il rinnovo contrattuale del comparto Funzioni Centrali le più rosee stime fatte da ARAN nella trattativa in corso non vanno oltre i 150 euro medi lordi per un funzionario. Come sindacato non possiamo certo essere contrari a più risorse sui salari ma valga per tutti altrimenti è un’altra operazione e si mettono lavoratori contro lavoratori”.

Lo scrive in una nota Florindo Oliverio, segretario nazionale Fp Cgil.
“Aumentare le retribuzioni dei dipendenti pubblici è la nostra richiesta dall’inizio delle trattative in corso, sia al Ministero della Giustizia dove la responsabilità del Ministro è di non dare impulso per la definizione del Contratto integrativo e per il definitivo passaggio dal vecchio al nuovo ordinamento, sia per tutto il Comparto delle Funzioni Centrali – osserva -. Ma il governo, con questo ulteriore atto unilaterale dopo gli anticipi di dicembre, conferma la volontà di mettere in discussione lo strumento del contratto collettivo nazionale di lavoro come autorità salariale e nella disciplina del rapporto di lavoro dei dipendenti pubblici e conferma che il problema vero che abbiamo di fronte non è far parte o meno del comparto delle Funzioni Centrali o rientrare nel regime di diritto pubblico ma avere a che fare con un governo, ministri e sottosegretari che hanno una visione proprietaria dello Stato e gestiscono le risorse pubbliche in maniera clientelare dividendo le sorti delle lavoratrici e dei lavoratori fino al livello del singolo posto di lavoro quando non addirittura erogando somme ad personam. É ora di dire basta e che tutte le organizzazioni di rappresentanza delle lavoratrici e dei lavoratori pubblici tengano la schiena dritta di fronte a questi abusi. I lavoratori pubblici chiedono di avere dignità e non di andare dal potente di turno con il cappello in mano”, conclude.
Roma, 24 lug – “Mentre donne e uomini in divisa continuano anche sotto questo caldo infernale ad assicurare servizi ed impieghi per garantire la sicurezza dei cittadini, il governo attraverso il Dipartimento della funzione pubblica continua stancamente a convocare inutili riunioni nei comodi scranni di Palazzo Vidoni. Riunioni inutili perché per il rinnovo del contratto di lavoro non si registrano passi avanti concreti e di aumento delle scarse risorse messe a disposizione non si parla minimamente”.
Lo dichiarano in una nota Pietro Colapietro, Segretario generale Silp Cgil e Florindo Oliverio, Segretario nazionale Fp Cgil.
“Si continua a rispondere picche alla nostra incessante richiesta di allocare il cento per cento delle poche risorse disponibili su stipendio e indennità pensionabile, con la contestuale necessità di reperire nuovi appostamenti per le indennità accessorie. Crediamo – proseguono – che la nostra categoria, già in stato di agitazione da tempo, non possa che intraprendere a breve la via della mobilitazione perché il governo fa finta di non sentire le giuste rivendicazioni che vengono dai tavoli di contrattazione su salari, diritti, previdenza, salute e sicurezza sul lavoro e i canali di comunicazione e confronto con la delegazione trattante di parte pubblica, in mancanza di decisioni utili del governo non portano da nessuna parte”, concludono.

Il sindacato: “nessuna abolizione del tetto alle assunzioni, aumento dell’orario di lavoro, Sud preso in giro, risorse che non ci sono”

Roma, 24 lug – “Le dichiarazioni del Ministro Schillaci che sono seguite all’approvazione definitiva del decreto liste di attesa suonano come la stanca e rituale ripetizione di un ritornello che abbiamo già sentito innumerevoli volte. Con un’amnesia gigantesca che riguarda il tema, sollevato con forza anche dall’unanimitá delle Regioni, che riguarda le risorse. Che non ci sono”.
Lo scrive in una nota il segretario nazionale di Fp Cgil, Michele Vannini.
“In secondo luogo – osserva – il ministro continua a descrivere una realtà che non esiste quando annuncia, per la millesima volta nel corso degli ultimi due anni, di aver eliminato il tetto di spesa alle assunzioni. Che domani sarà ancora lì, e la cui presunta eliminazione si rinvia al prossimo anno subordinandola all’approvazione di indicatori di cui nessuno, neppure le Regioni, ha notizia. Quindi una misura che si candida ad essere l’ennesimo annuncio vuoto”.
“L’idea, poi, di ridurre le liste d’attesa innalzando l’orario di lavoro del personale sanitario (perché a questo corrispondono le prestazioni aggiuntive) – prosegue Vannini – suona come un insulto a un personale stremato che chiede, invece, di avere un adeguato riconoscimento con un contratto dignitoso. Il presunto sostegno, infine, che il ministro sostiene di aver messo in campo a favore delle Regioni del Sud con ‘interventi di adeguamento tecnologico e formazione di personale per potenziare l’assistenza sociosanitaria’, risulta a tutti gli effetti una presa in giro, se dichiarato dal membro di un governo che attraverso l’autonomia differenziata produrrà, fra l’altro, il definitivo affossamento del servizio sanitario nazionale quale erogatore di salute universale e pubblico così come previsto dalla Costituzione. Un Ssn che è in enorme difficoltà come denunciamo da tempo. Un’ennesima conferma viene anche oggi dai dati del Rapporto di Cittadinanzattiva”.
“Anche per fermare questo disegno siamo in campo per raccogliere le firme per il referendum abrogativo sulla legge Calderoli sull’autonomia differenziata”, conclude Vannini.

“Nell’incontro odierno sulle trattative per il rinnovo del Ccnl funzioni centrali 22-24 ARAN ha presentato alcune proposte di modifica dei testi precedentemente illustrati su lavoro a distanza e sistema di relazioni sindacali. In particolare, accogliendo alcune proposte anche da noi avanzate negli incontri precedenti, si è aggiunto alle materie oggetto della contrattazione integrativa l’individuazione delle casistiche di lavoratori che possono accedere al lavoro agile per un numero di giorni superiore a quello del restante personale. Va però ribadito che già il CCNL 2019/2021 non comprende alcun concetto di prevalenza delle prestazioni in presenza rispetto a quelle erogate a distanza”.
Lo scrive in una nota Fp Cgil.

“ARAN – si prosegue – ha poi proposto la proroga della vigenza dell’articolo 18 del CCNL 2019/2021 fino al 30 giugno 2025, relativo alle progressioni tra le aree in deroga per effetto del passaggio dal vecchio al nuovo ordinamento professionale. E’ per noi una proposta ancora inadeguata perché non fa i conti con gli effetti di riorganizzazione anche a valle dei progetti del PNRR e per questo abbiamo ribadito la proposta di una proroga fino al 31 dicembre 2026. Infine, é stata presentata una prima tabella relativa agli incrementi contrattuali. Secondo la stessa l’incremento a regime per i Funzionari sarebbe pari a 141 euro lordi, 116 per gli Assistenti e 110 per gli Operatori, comprensivi delle indennità di vacanza contrattuale e degli anticipi erogati unilateralmente a dicembre. Dai conti presentati da ARAN quindi concretamente ai Funzionari entrerebbero nelle tasche circa 70 euro lordi, 60 per gli assistenti e 57 per gli operatori”.

“I numeri danno sempre il giusto valore alle opinioni. E anche oggi – si legge ancora nella nota di Fp Cgil – non si smentisce quanto da tempo stiamo sostenendo: non solo gli incrementi non reggono il confronto con la perdita di potere d’acquisto delle retribuzioni sotto l’inflazione, ma quanto fisicamente entrerà in più nelle tasche dei lavoratori rispetto ad oggi sarà al di sotto delle aspettative. Per questo, abbiamo confermato la nostra posizione relativamente alla inadeguatezza delle risorse e alla necessità di provvedimenti legislativi a sostegno di una partita contrattuale che continua a essere lontana dal concludersi. Servono risorse finalizzate ad allineare le retribuzioni medie tra ex ministeri e altri settori del comparto; servono risorse per proseguire il percorso solo avviato con la contrattazione sulle famiglie professionali e le progressioni tra le aree in deroga; servono risorse per alimentare fondi risorse decentrate e far partire il nuovo sistema degli incarichi per le aree Assistenti e Funzionari. E serve l’abrogazione della norma che impone i tetti ai fondi della contrattazione integrativa per liberare le risorse che pure sono presenti in diverse amministrazioni”.

Per Fp Cgil, “per ottenere le condizioni utili a garantire il giusto rinnovo contrattuale ai 193mila addetti del comparto delle Funzioni Centrali bisogna che il governo faccia fino in fondo la sua parte e metta ulteriori risorse nella prossima legge di bilancio. E per questo obiettivo continuiamo la mobilitazione”.

Siamo oggi all’ospedale San Filippo Neri, a Roma, in occasione del via alla raccolta firme per il referendum abrogativo della legge Calderoli sull’autonomia differenziata.

“L’Italia deve essere unita, libera e giusta. Firma contro l’Autonomia differenziata” lo slogan della campagna.
In particolare, diciamo NO all’attacco al Servizio Sanitario Nazionale e al diritto alla salute. L’autonomia differenziata si scaricherà su lavoratori e lavoratrici dei settori pubblici, restringerà il perimetro pubblico, aumenterà le diseguaglianze e ridurrà la cittadinanza.

La campagna di raccolta firme verrà promossa lungo le spiagge e le vie montane delle vacanze, nelle piazze, nelle strade e nei parchi pubblici delle città.
#cisiamo

Roma, 15 luglio – “Al termine del lungo iter di controllo e certificazione, abbiamo sottoscritto definitivamente, presso l’Aran, il nuovo CCNL dell’Area dirigenziale delle Funzioni Locali per il triennio 2019-2021”.

Lo comunicano, in una nota stampa, le segreterie di Fp Cgil, Cisl Fp e Uil Fpl, riferendosi all’avvenuta sottoscrizione definitiva del contratto collettivo di lavoro dei dirigenti degli Enti locali e delle Regioni, Dirigenti amministrativi tecnici e professionali del ruolo non sanitario delle aziende del S.S.N. e ai Segretari Comunali e Provinciali.

“Con il Contratto – si legge nella nota – continua l’opera di rafforzamento delle tutele economiche e normative avviata con il CCNL 2016-2018. Il testo del nuovo contratto stipulato oggi adegua tabellari e retribuzioni e migliora gli istituti della partecipazione sindacale, attraverso l’ampliamento delle materie oggetto di confronto ed estendendo l’obbligo di istituzione dell’OPI presso gli enti, ivi comprese le Unioni di Comuni, con almeno 6 unità di personale dirigente. Viene, inoltre, individuata una tempistica certa per l’avvio della contrattazione integrativa. Così come per il contratto del personale del comparto viene prevista anche per il personale dirigente e i segretari comunali e provinciali la possibilità di esecuzione del rapporto di lavoro in modalità agile”.

“Il Ccnl – proseguono – adegua anche gli istituti relativi alle assenze e alla tutela dei diritti civili (transizione di genere) già introdotti con il CCNL del personale del comparto e prevede importanti novità in materia di patrocinio legale. Relativamente a questo punto le amministrazioni non potranno opporre sistematicamente la presenza di un conflitto di interesse nella concessione del patrocinio, ma dovranno dimostrarlo; inoltre, vengono previste anticipazioni dei rimborsi, anche a fronte di sentenze non definitive. Vengono, inoltre, ampliate le coperture assicurative in caso di utilizzo dei veicoli per i rischi di danni o lesioni al dirigente stesso”.

Per quanto riguarda le sezioni specifiche “va menzionato l’adeguamento dei Fondi risorse decentrate per l’incremento delle retribuzioni di posizione e risultato dei dirigenti degli enti locali; l’aumento delle indennità di struttura complessa e indennità di pronta disponibilità per i dirigenti PTA; l’incremento della retribuzione di posizione fissa dei dirigenti PTA. Per i Segretari comunali e provinciali viene superato il contratto collettivo integrativo nazionale, con la disciplina nel CCNL della struttura retributiva e dei criteri e parametri per la definizione del trattamento accessorio; viene, così, individuata una nuova forchetta per la retribuzione di posizione minima e massima, migliorata l’indennità di reggenza o supplenza, il premio di risultato e la disciplina degli incarichi ad interim”.

“Gli effetti del contratto decorrono da domani, mentre da oggi decorrono i trenta giorni entro i quali le amministrazioni dovranno applicare gli istituti a contenuto economico e normativo con carattere vincolato ed automatico e, quindi, gli aumenti contrattuali”, concludono Fp Cgil, Cisl Fp e Uil Fpl.

Roma, 16 lug – “Il presidente dell’Aran Antonio Naddeo e il Ministro della Pubblica amministrazione Paolo Zangrillo fanno affermazioni che sanno essere non vere: in queste ore, infatti, si affannano a sostenere che gli aumenti contrattuali per il triennio 22/24 sono di 150 euro medi e che vogliono chiudere i contratti in fretta e con le maggioranze possibili. Sugli stipendi: gli aumenti non sono di 150 euro medi, quello caso mai è il valore procapite delle risorse contrattuali ripartite per gli addetti. Ma quanto andrà in busta paga ai lavoratori pubblici? Molto meno, come ha ammesso ai tavoli lo stesso Naddeo”.
Lo scrive in una nota la Segretaria Generale Fp Cgil Serena Sorrentino.
“Infatti – prosegue la Segretaria – da quelle risorse vanno detratti l’indennità di vacanza contrattuale che il Governo ha deciso di anticipare unilateralmente, e i costi delle modifiche contrattuali, ad esempio se il contratto aumenta il valore degli incarichi o rivede le indennità o altri istituti contrattuali a partire dai differenziali stipendiali. Quindi non parliamo più di 150 euro, ma di molto meno. Dunque anticipo ivc, costi contrattuali e assurdi vincoli che Zangrillo vuole imporre con una logica punitiva sulla performance mettono a rischio il valore di cifre che già così sono insufficienti”.

“Lo abbiamo detto da subito e lo ribadiamo – continua la Segretaria della Funzione pubblica Cgil -, il Governo è l’unico datore di lavoro che a fronte di un ipca (indice dei prezzi al consumo armonizzato) che si attesta a circa il 16% nel triennio di riferimento, riconosce aumenti pari a 1/3 (5,78%) vincendo il titolo di peggior datore di lavoro e questo vale per i lavoratori dello Stato e vincola sanità ed enti locali, tutti settori che svolgono funzioni essenziali. Sulla chiusura delle trattative invece la minaccia di forzare i tavoli provocando una rottura ad excludendum è un atto ostile nei confronti di chi vuole rinnovare un buon contratto e non il contratto imposto dal datore di lavoro – prosegue Sorrentino-. Se le maggioranze escludono oltretutto alcuni tra i sindacati più rappresentativi è evidente che l’operazione è tutt’altro che democratica ma autoritaria e piegata alla volontà di escludere chi difende l’interesse dei dipendenti pubblici a non essere trattati come lavoratori di serie b”.

“Il privato – prosegue – rinnova i contratti al doppio del pubblico, e perché dovremmo rassegnarci alla scelta del Governo Meloni di impoverire sempre di più il lavoro pubblico? Faremo la mobilitazione per cambiare questa condizione, come Fp Cgil lo abbiamo sempre detto: la priorità è quella salariale e di garanzia di valorizzazione professionale, l’Aran deve fare i conti con le risorse stanziate nelle leggi di bilancio ma il Governo ha la responsabilità politica della scelta di svalutare il lavoro pubblico”.

“Oggi abbiamo sottoscritto il CCNL 19/21 per i dirigenti delle funzioni locali, con ben tre anni di ritardo! Quando gli stipendi non recuperano l’inflazione e sui precedenti si accumulano questi ritardi non c’è somma che faccia il totale, ci verrebbe da dire al presidente Naddeo”, conclude la Segretaria Generale della Fp Cgil.

“Questa sera a Palazzo Vidoni é andato in scena lo stesso copione già visto con le trattative per il comparto sicurezza e difesa qualche settimana fa. Nelle parole dei ministri si parla di attenzione particolare riservata dal governo al personale del Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco ma saranno i prospetti con le cifre che ci saranno fornite in un prossimo incontro a dimostrare e confermare quanto ormai sosteniamo: le risorse messe a disposizione sono assolutamente insufficienti a garantire la difesa del potere d’acquisto a fronte di un’inflazione complessivamente registrata nel triennio superiore al 17 per cento mentre le risorse disponibili sono stimate nel 5,8 per cento”.
Lo scrive in una nota Fp Cgil.
“A ció aggiungiamo che nel contratto precedente ci fu l’impegno a dare vita finalmente alla previdenza complementare e alla copertura assicurativa pubblica per prevenire e tutelare i vigili del fuoco da malattie professionali per le quali ancora oggi non c’è alcuna copertura. Per non dire della necessità di armonizzare i trattamenti dei Vigili del Fuoco alle forze di polizia proprio in ragione della specificità, riconosciuta dal ministro, di essere l’unico soggetto deputato alla sicurezza e alla protezione civile. Vedremo dunque nei prossimi incontri la concretezza delle volontà. Noi faremo la nostra parte stando contemporaneamente ai tavoli di trattativa e muovendo la mobilitazione per ottenere ulteriori risorse nella prossima legge di bilancio”, conclude la nota.

Roma, 11 lug – “Oggi abbiamo ribadito che il 5,78% di aumento è totalmente insufficiente a garantire il riconoscimento dell’aumento del costo della vita dei dipendenti delle funzioni locali che sono, tra i dipendenti pubblici, quelli che percepiscono il salario più basso”.
Lo ha affermato la segretaria nazionale Fp Cgil Tatiana Cazzaniga, commentando l’incontro all’Aran sul rinnovo del CCNL Funzioni locali.
“Le risorse economiche stanziate e in buona parte già erogate – ha osservato – dovrebbero coprire anche indennità, produttività, incentivi, progetti, oltre al nuovo sistema di classificazione previsto nello scorso contratto e, visti gli scarsi finanziamenti, poco utilizzato. Se vogliamo rendere attrattivo lavorare in un Ente Locale bisogna investire: il Contratto è una gamba, l’altra è un Piano straordinario di assunzioni. Se la legge di bilancio non dovesse rispondere alle richieste di risorse per il Contratto siamo pronti alla mobilitazione”, ha concluso.

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