Nella giornata di ieri, 22.04.2024, si è tenuto l’incontro con l’Amministrazione avente ad oggetto diversi temi di seguito esplicitati.
Occorre comunicare, anzitutto, che è stato sottoscritto l’accordo stralcio relativo alle procedure delle progressioni economiche per integrare le risorse già stanziate a valere sul fondo risorse decentrate 2023 al fine di consentire anche ai colleghi in posizioni di ex equo di vedere riconosciuto il diritto alla progressione economica. È stata inoltre avviata la discussione sull’accordo relativo alle risorse del Fondo risorse decentrate 2023 su cui la contrattazione proseguirà nelle prossime riunioni. In merito, abbiamo chiesto all’Amministrazione di provvedere con urgenza all’implementazione del fondo per rendere più giusta la remunerazione della produttività dei dipendenti di questa Amministrazione e siamo stati informati della imminente presentazione di una proposta di norma che intende ampliare il fondo di un importo considerevole. Ci auguriamo sia davvero la volta buona, sono numerose le richieste che questa Organizzazione Sindacale ha fatto in tal senso nel tempo senza vedere ad oggi risultati utili che possano consentire a questa Amministrazione di divenire davvero attrattiva per il personale che vi si affaccia per la prima volta e per i dipendenti che da troppi anni non vedono riconosciuti, a differenza di colleghi di altri Enti del Comparto, un FRD che sia all’altezza degli sforzi profusi.
L’amministrazione ci ha inoltre comunicato che a valere sul fondo così come possibilmente incrementato, parte delle risorse potrebbe essere utilizzata per le provvidenze a favore del personale anche nella forma di assicurazioni. Su questo tema ci riserviamo di valutare nei futuri confronti le proposte che l’Amministrazione vorrà fornire, ponendo sinora l’attenzione sulla necessità che misure di welfare non possano intendersi sostitutive di servizi pubblici essenziali nel cui valore crediamo fermamente.
Per quanto riguarda le progressioni verticali in deroga, al tavolo è proseguita la discussione che terminerà presumibilmente entrò metà maggio con la sottoscrizione dell’accordo definitivo.
In merito all’erogazione dei sussidi per i colleghi che ne abbiano fatto richiesta, ci è stato comunicato che sono in chiusura i lavori istruttori, pertanto, seguiranno aggiornamenti sulla chiusura delle procedure.
In riferimento al lavoro agile, lavoro da remoto e co-working, abbiamo chiesto all’Amministrazione di convocare con urgenza l’organismo paritetico deputato alla contrattazione in materia. L’Amministrazione ha comunicato al tavolo sindacale che il nuovo regolamento dopo esser passato in conferenza dei Direttori generali, è al vaglio dei Capi Dipartimento. Successivamente si passerà all’invio del regolamento alle Organizzazioni sindacali e seguirà la discussione nelle sedi deputate.
L’Amministrazione ci ha infine comunicato che sono pronti gli Avvisi relativi alla stabilizzazione del personale afferente all’Unità di missione del Pnrr e del personale assunto a tempo determinato tramite il concorso Coesione che abbiano maturato i requisiti previsti; sono in atto degli accertamenti per procedere con un’unica procedura di stabilizzazione che coinvolga anche i colleghi del Ministero proveniente da Anpal.
Coordinatrice nazionale FP CGIL Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali |
FP CGIL Nazionale |
Alessandra Pone |
Matteo Ariano |
Al Direttore dell’Ispettorato Nazionale del Lavoro
Dott. Paolo Pennesi
Al Direttore Centrale vigilanza e sicurezza del lavoro
Dott. Aniello Pisanti
OGGETTO: OBIETTIVI VIGILANZA 2024
Si fa seguito ai comunicati precedenti con i quali abbiamo rappresentato le criticità riscontrate nella formulazione dei piani di lavoro individuali del personale ispettivo, non risolte nella riunione del 17 aprile u.s., per ribadire con forza la necessità di un intervento urgente dell’INL.
Partendo dal presupposto che l’assegnazione degli obiettivi agli Uffici dalla Direttiva di secondo livello non può risolversi nella divisione matematica degli stessi in capo al personale ispettivo, si riafferma che:
L’obiettivo quantitativo nei termini stabiliti e qualitativo, come previsto dalla Direttiva di secondo livello, non può essere richiesto al singolo ispettore, non dipendendo dallo stesso ma dalla programmazione dell’Ufficio.
In particolare, l’obiettivo qualitativo dovrebbe essere eliminato dai piani individuali o rimodulato ricomprendendo tutte le irregolarità constatate dal personale ispettivo, nella percentuale del 50 per cento valida per il raggiungimento dello stesso obiettivo. E’ necessario, inoltre, intervenire con i direttori di sede al fine specifico di evitare l’assegnazione agli ispettori di un numero predeterminato di fascicoli da aprire come obiettivo individuale, senza effettuare alcuna pesatura qualitativa della vigilanza ordinaria e tecnica e senza dare il giusto peso alle difficoltà e/o la complessità di un accertamento.
Inoltre, il piano individuale deve prendere in considerazione, al fine del raggiungimento dell’obiettivo numerico, tutte le attività effettivamente svolte dal singolo ispettore, non potendosi limitare solo alla vigilanza in senso stretto, ma dovendo ricomprendere anche gli altri accertamenti, quali ad es. le verifiche sugli enti di patronato e genericamente le verifiche amministrativo contabili, unitamente alle iniziative di informazione, prevenzione e promozione della legalità del lavoro, rientrando anch’essi fra gli obiettivi assegnati all’ufficio, oltre agli ulteriori adempimenti richiesti per ovviare alla drammatica carenza di personale negli altri settori.
Ciò anche al fine di evitare incomprensibili disparità di trattamento tra il personale.
Invitiamo le RSU e le OO.SS. territoriali a formalizzare le criticità riscontrate nei singoli uffici, mediante la convocazione di assemblee da tenere il prima possibile e la redazione di documenti da inviare alle organizzazioni sindacali nazionali e territoriali, al dirigente della sede, alla Direzione interregionale di riferimento, alla competente Direzione Centrale e al vertice dell’INL.
Si resta in attesa di gentile e urgente riscontro rispetto alle problematiche sollevate.
FP CGIL |
CISL FP |
UILPA |
FLP |
CONFINTESA FP |
CONFSAL-UNSA |
USB P.I. |
M.ARIANO |
M. CAVO |
I. CASALI |
A. PICCOLI |
N. MORGIA |
V. DI BIASI |
G. DELL’ERBA / V. SANTURELLI |
La funzione dei dirigenti dell’I.N.L. è diventata negli ultimi tempi argomento di discussione da parte di alcune sigle sindacali del comparto ed anche dei vertici dell’Amministrazione.
Che il ruolo della dirigenza di II fascia in I.N.L. debba essere chiarito è certamente necessario, proprio al fine di non scaricare su di essa responsabilità che non le appartengono.
Ma procediamo per gradi: deve essere subito sottolineato che non è in uso presso l’I.N.L. chiamare i dirigenti di II fascia, soprattutto degli Ispettorati Territoriali o dei “neonati” I.A.M., ad esprimere idee o suggerimenti, quando si tratta, ad esempio, di elaborare la direttiva di II° livello.
Pertanto i dirigenti degli Uffici Territoriali vengano portati a conoscenza delle decisioni assunte anche in sede di direttiva di II° livello solo quando sono stati già state adottate.
La conseguenza è la seguente: gli stessi obiettivi sono attribuiti ad ogni Ufficio Territoriale in maniera indifferenziata su tutto il territorio, senza tener conto delle differenti realtà socioeconomiche in cui operano i singoli I.A.M. o I.T.L., a loro volta molto diversi anche per dimensioni e dotazione di personale.
Questo comporta, a cascata, ingiustificate sperequazioni a livello di misurazione della performance, dato che le realtà singole non vengono prese in considerazione.
È impensabile, infatti, che il lavoro nero sia diffuso allo stesso modo nelle aree metropolitane ed in province con minore densità di popolazione ed a minore impatto di terziario, o che il tema della prevenzione degli infortuni sul lavoro possa essere affrontato allo stesso modo in contesti fra loro molto diversi.
Sarebbe così auspicabile che, a fronte di tanta disomogeneità di ambiti territoriali, prima di decidere cosa fare, si avviasse un confronto con la dirigenza dei singoli Uffici, cosi da poter valorizzare fino in fondo sia la capacità di analisi dei fenomeni e di proposta di ogni singolo dirigente sia lo stesso ruolo della D.I.L.
Non deve stupire che senza coinvolgimento dei/lle dirigenti di II fascia degli ITL nella definizione degli obiettivi di direttiva di II livello, diventi poi complicato calarli sulle singole realtà territoriali.
Ma il tema della gestione degli obiettivi della direttiva di secondo livello non è l’unico a tenere banco in questo periodo.
Dai vertici dell’Amministrazione, in più occasioni, non si è mancato di sottolineare una certa “debolezza” della dirigenza sotto il profilo squisitamente tecnico giuridico/operativo.
Dato per scontato il fatto che nelle moderne organizzazioni del lavoro, di carattere pubblico e privato, è impensabile che i dirigenti possano conoscere una sola realtà lavorativa nella loro vita, poiché la crescita professionale è legata anche all’ avere maturato differenti percorsi, non si può che convenire con la richiesta di avere dirigenti in grado di rappresentare un punto di riferimento anche tecnico per il personale che dirigono.
Per ottenere questo obiettivo occorre però che l’organizzazione del lavoro permetta loro di dedicare molto più tempo ai servizi erogati all’ utenza (contrasto del sommerso, tutela della salute e della sicurezza di chi lavora, attività conciliativa ecc).
E’ sotto questo aspetto si attendono le risposte dell’Amministrazione, se davvero si desidera un I.N.L. maggiormente improntato all’operatività esterna.
Riscontri in tale senso ne avrebbe dovuti fornire la recente riorganizzazione dell’I.N.L. con l’attribuzione alle D.I.L. di funzioni meramente amministrative (quale ad esempio la gestione delle forniture di beni e servizi necessarie al funzionamento di ogni singolo ufficio del territorio).
Trascorsi alcuni mesi dall’adozione del nuovo assetto organizzativo, siamo purtroppo ad un punto fermo.
Infatti permangono in capo agli I.A.M ed agli ITL (in maniera del tutto uguale), le competenze in materia di fornitura di beni e servizi, che, a partire dal 1° gennaio 2024, si sono terribilmente complicate per quanto disposto dal M.E.F.
La sussistenza in capo al direttore dell’ITL di responsabilità di RUP e di datore di lavoro anche per la salute e sicurezza dei lavoratori (che non hanno i colleghi dell’INPS e dell’INAIL benché notoriamente molto meglio retribuiti) complicano di molto la sua gestione “multitasking”.
Dal momento che l’utilizzo dello SPID personale del/la dirigente di I.A.M o I.T.L. è indispensabile, per procedere nel senso sopra descritto, se ne deduce che in caso di sua assenza, anche per ferie, malattia ecc, le forniture di beni e servizi non possano andare incontro a buon esito. Ma questo valeva e continua a valere anche per ogni adempimento legato alla gestione della cd Agenda.
Come se non bastasse nelle scorse settimane sono pervenute a dirigenti degli I.T.L., comunicazioni da parte degli uffici periferici della Ragioneria dello Stato, relative al loro inserimento in “sessioni di informazione operativa, consistenti in incontri ai quali si dovrà partecipare via teams , riguardanti I termini di sospensione delle fatture, la gestione delle note di credito, la scadenze di pagamento e l’applicazione di normativa specifica di contabilità pubblica.”
Si tratta di adempimenti legati anche al monitoraggio del debito della singole stazioni appaltanti, nei confronti degli operatori economici, che dal 1° gennaio 2024 da annuali sono diventati trimestrali.
Come tutto questo si possa conciliare con la legittima richiesta del vertice dell’ Amministrazione, di avere una dirigenza sempre più presente sul “pezzo tecnico”, è davvero difficile
comprenderlo.
La situazione, già di per sé complicata, in alcune realtà rischia di essere paradossale, con i dirigenti di fatto tramutati in “smanettoni” proiettati ad apprendere ogni singolo trucco legato all’utilizzo dei diversi applicativi in uso.
L’assenza di effetti positivi nell’assunzione di personale amministrativo che si è registrata in diversi Uffici, soprattutto del Nord Italia, non ha lasciato alternative ai dirigenti che di assumere compiti
che non rientrerebbero nel loro ruolo.
Se a tutto questo si accompagna il fatto che, ad oltre tre anni dalla sua entrata in vigore, rimane lettera morta quanto avrebbe permesso il c.d. decreto semplificazione (dl 76/2020), vale a dire l’individuazione, attraverso un decreto direttoriale di “ulteriori provvedimenti autorizzativi di competenza dell’I.N.L. da intendersi rilasciati decorsi quindici giorni dalla relativa istanza, il quadro si fa ancora più cupo.
Il ricorso alla cd sussidiarietà, più volte invocato, soluzione che consentirebbe la redistribuzione di quel lavoro che può essere svolto a distanza verso quelle sedi dove il personale è più numeroso, non sembra essere all’ordine del giorno.
Nel contesto sopra descritto diventa pertanto fondamentale chiedere all’ Amministrazione quale tipo di impegno si chieda alla dirigenza e soprattutto cosa si intenda fare affinché i “desiderata” diventino realtà.
Non si può allora che rappresentare l’esigenza di dare corso quanto più celermente possibile a quanto previsto dallo stesso ultimo decreto di riorganizzazione in materia di trasferimento alle DIL delle procedure di fornitura di beni e servizi ed auspicare che il decreto semplificazione “varato” nell’estate 2020 inizia finalmente a produrre qualche effetto .
Ma questi passaggi, per quanto importanti, da soli potrebbe non essere sufficienti.
Occorre infatti far finalmente decollare l’Organismo Paritetico per l’Innovazione, (il cd O.P.I.) previsto dal Contratto Nazionale di Lavoro.
Anche attraverso la valorizzazione di questo “strumento” si potrà mettere finalmente mano ai processi produttivi, rendendoli quanto più semplici e funzionali possibili.
Questo al fine di indirizzare il massimo delle risorse a disposizione al soddisfacimento delle richieste provenienti dal mondo del lavoro, centrando in questo modo anche gli obiettivi richiesti in sede di P.N.R.R..
È su questi temi che le OO.SS firmatarie del presente documento chiedono all’ Amministrazione di avviare un percorso in tempi rapidi, anche per rendere l’ INL maggiormente efficace nel fornire le risposte che il mondo del lavoro attende, prima a fra tutte quelle relative a servizi più efficienti in grado di fornire risposte concrete al contrasto al lavoro sommerso ed alla tutela della salute e della sicurezza.
FP CGIL CIDA
Alberto Gardina Francesco Gattola
La Fp Cgil Polizia Penitenziaria ha effettuato ieri una visita sui luoghi di lavoro presso il carcere di Avellino Bellizzi Irpino intitolato al collega Antimo Graziano, ucciso dalla criminalità organizzata 42 anni fa, e ha poi incontrato la Direzione dell’istituto per discutere delle criticità operative riscontrate e per migliorare la gestione del personale di Polizia, determinante per garantire la sicurezza e l’efficienza dell’istituto. La delegazione era composta dal Coordinatore nazionale Mirko Manna, dal Coordinatore regionale Orlando Scocca, Enrico D’Ambola, Daniele Giacomaniello, Antonio Capezzuto.
Durante l’incontro è emersa una significativa carenza di Poliziotti in servizio anche se apparentemente, i dati forniti dall’amministrazione non indicano gravi lacune nell’organico impiegato. Sono circa 290 i Poliziotti assegnati al carcere di Avellino sui quasi 300 previsti, ma a quelli dichiarati vanno tolti i 30 impiegati nel Nucleo Traduzioni e Piantonamenti, 6 dei cinofili e i 32 in servizio presso l’ICAM di Lauro. Sono circa 80, quindi, i Poliziotti penitenziari che mancano per la gestione del carcere di Avellino: un dato che comporta una carenza nell’organico di quasi il 30% del personale utile per una gestione dell’istituto avellinese. Per quanto riguarda le persone ristrette sono circa 620 i detenuti presenti, oltre il 20% in più di quelli previsti e la presenza di una sezione detentiva di detenuti in Alta Sicurezza (AS3), comporta per gli agenti un lavoro che non ammette disattenzioni. Il sovraffollamento, unito alla carenza di organico dei Poliziotti, compromette la sicurezza dell’istituto. La delegazione della Fp Cgil ha riconosciuto che i problemi riscontrati non sono imputabili alla gestione del nuovo direttore, ma alle inefficienze da parte del Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria (DAP). Nonostante le pregresse richieste della Fp Cgil, il DAP ha negato la necessità di aumentare il personale permanente, nonostante in passato il DAP abbia disposto l’invio temporaneo di circa 20 unità del Gruppo Operativo Mobile (GOM) che vengono dispiegati solo in situazioni di estrema urgenza.
Inoltre, la visita è stata segnata dalla scarsa presenza e partecipazione del Comandante dell’istituto, il quale non ha partecipato al confronto delle questioni sollevate dalla Fp Cgil e si è defilato per ragioni non comunicate.
È urgente che il carcere di Avellino incrementi l’organico di almeno 20 unità, attraverso lo scorrimento della graduatoria degli interpelli, per garantire la gestione di un piano ferie estivo adeguato, attualmente compromesso dalla mancanza di personale.
La FPCGL continuerà a monitorare la situazione e a richiedere interventi urgenti per garantire la sicurezza e l’efficienza del carcere, indispensabili per il benessere del personale e per il recupero sociale dei detenuti.
Avellino, 23 aprile 2024
A seguito delle convocazioni per la discussione in merito il settore Cinofilo e il disciplina degli RLS pubblichiamo i resoconti due due incontri
Pubblichiamo la nota del dipartimento in merito il riconoscimento delle sedi disagiate
MUR – FINALMENTE SI RIPARTE!
FRD 2022 – PROGRESSIONI TRA LE AREE – EP e altro ancora
Nella tarda mattinata del 19 aprile 2024 si è svolto l’incontro tra l’amministrazione, le OO.SS e la RSU del MUR con all’ordine del giorno diversi temi quali:
l’informativa sull’atto di costituzione dell’Organismo di garanzia delle procedure di conciliazione previsto nel SMVP;
la presentazione del PIAO del MUR triennio 2024-2026;
l’apertura del confronto sui criteri per i passaggi tra le Aree;
il FRD 2022;
il differenziale stipendiale (progressioni economiche orizzontali);
le elevate professionalità (EP)
In merito al punto 1 l’amministrazione ci ha informato sull’atto del Ministero con il quale è stato costituito l’Organismo di garanzia delle procedure di conciliazione che è previsto dal Sistema di misurazione e valutazione della performance.
In merito al punto 2 il Prof. Enrico Deidda, in qualità di coordinatore scientifico incaricato dal MUR, ha illustrato l’impianto del PIAO 2024-2026 soffermandosi sulla sua struttura, funzioni e missioni. Come FPCGIL abbiamo apprezzato il lavoro che è stato svolto di concerto con le strutture del dicastero e abbiamo altresì evidenziato che l’informativa preventiva avrebbe consentito alle OO.SS di fornire eventuali riflessioni, nonché proposte specialmente in ambito di assunzioni e programmazione anche rispetto alla previsione del numero delle progressioni tra le aree da mettere a bando. Abbiamo chiesto che nel futuro tale informativa sia data nei tempi giusti al fine di diventare parte attiva nel processo di elaborazione del Piano stesso.
Relativamente al punto 3, abbiamo apprezzato che l’amministrazione abbia ampliato il numero dei passaggi precedentemente autorizzati che sono passati da 4 a 12 per le progressioni verticali dall’area degli operatori verso l’area degli assistenti, e da 9 a 14 i passaggi tra l’area degli assistenti verso l’area dei funzionari. In merito al testo dei criteri, che ricordiamo è oggetto di confronto con le parti sindacali, abbiamo sollevato una serie di riflessioni sia di carattere normativo, sia di carattere contrattuale, nonché puntualizzato che il futuro bando debba essere fatto in ordine alle famiglie professionali. Al riguardo, abbiamo fatto presente che i criteri da adottare per il bando delle progressioni di area debbano essere in primo luogo di natura comparativa e non valutativa, così come prevede il CCNL in vigore, e quindi chiarito che debbano essere espunti tutti quegli aspetti legati alle valutazioni soggettive come ad esempio la valutazione derivante dal colloquio e dall’analisi del CV; infine abbiamo evidenziato che il CCNL fa riferimento alle competenze oggettive, acquisite e quindi certificate.
Fermo restando che per i passaggi dall’area degli operatori non vi sono problemi, sembrerebbe infatti che tutti i lavoratori dell’area avranno la possibilità di passare all’area successiva, per la progressione di area degli assistenti verso quella dei funzionari, abbiamo evidenziato con determinazione che deve essere dato un peso maggiore al criterio relativo all’esperienza professionale (leggasi anzianità di servizio) in quanto la deroga al titolo di studio stabilita dal contratto, decadrà a partire dal 1-1-2025 e l’utilizzo dei fondi previsti dal contratto e la relativa deroga prevista, rappresenta l’unica occasione che hanno i lavoratori di
poter avanzare di area anche in assenza del titolo di studio accademico, a meno che non venga indicata nuovamente nel rinnovo del contratto valevole per gli anni 2022-2024.
Abbiamo rammentato il principio che sottende l’articolo 18 del CCNL 2019-2021: la deroga al titolo di studio di accesso all’area, è stata appositamente introdotta al fine di sanare l’annoso fenomeno del “mansionismo” e permetterà che sia – finalmente diremmo – riconosciuta la giusta retribuzione a coloro che da anni svolgono mansioni superiori all’area di appartenenza. Considerato il numero ridotto di progressioni previste rispetto alla platea degli assistenti (circa 76 persone in organico), abbiamo chiesto che l’amministrazione si attivi in tal senso anche negli anni a venire, ciò al fine di ridurre il numero di personale che da oltre 20 anni si trova “bloccato” nonostante sia in possesso del titolo accademico di accesso e di fatto svolga mansioni superiori dovute soprattutto alla carenza organica di personale.
Abbiamo inoltre fatto presente che in termini di competenze acquisite, sia variato il range rispetto alle valutazioni della performance del triennio 2021-2022-2023 e che dovranno rimanere tre fasce di valutazione; da 81 a 100 (con valutazione massima), da 51 a 80 e da 20 a 50.
In merito al punto 4, ossia per il FRD 2022 saremo convocati a breve, l’amministrazione ha garantito che la costituzione di detto fondo è stata particolarmente accurata visto i nuovi emolumenti contrattuali previsti.
In merito al punto 5, l’amministrazione ha espresso l’intenzione di emettere il bando – per l’anno 2024 – riferibile alle progressioni economiche all’interno delle aree, inoltre ha comunicato che il pagamento relativamente al FRD 2021 avverrà nel mese di aprile 2024 mentre la retribuzione di risultato per i dirigenti sarà erogato nel prossimo mese di maggio 2024
In merito al punto 6, alla previsione di un contingentamento dell’area delle EP, abbiamo dichiarato che l’eventuale finanziamento sia ricercato non attraverso un adeguamento delle attuali piante organiche, ma attraverso fondi ex novo stanziati a bilancio, in quanto i costi per una elevata professionalità cubano il costo lordo di 3 unità di personale afferente all’area dei funzionari e 6 unità di area assistenti.
Esauriti gli argomenti all’ordine del giorno, in merito al lavoro agile ed altre forme di lavoro a distanza, abbiamo chiesto che sia dia corso ad un confronto sul tema che renda strutturale e stabile in via contrattuale questa nuova modalità di svolgimento delle attività lavorative.
A valle degli argomenti all’ordine del giorno, il Direttore Generale, dott. Emanuele Fidora, al quale diamo nuovamente il benvenuto al dicastero, ha comunicato che a breve dovranno prendere servizio 9 unità appartenenti alle categorie protette, e altre unità di personale per effetto dello scorrimento della graduatoria RIPAM. In merito agli spazi, il dott. Fidora, ha rassicurato che gli stessi verranno razionalizzati al fine di poter collocare il nuovo personale.
La riunione è terminata con l’impegno da parte del dott. Fidora, di presentarci un nuovo documento dei criteri per le progressioni tra le aree. Auspichiamo che quanto proposto sia stato recepito.
Il coordinatore nazionale FPCGIL MUR RSU -MUR Delegazione nazionale trattante
Vincenzo Malatesta Carmen Di Santo – Nadia Pistoia Roberta Sorace
“E’ bastata una piastrella leggermente scostata all’interno di un locale adibito a cucina nel carcere di Santa Maria Capua Vetere e i Poliziotti penitenziari hanno trovato e sequestrato 4 telefoni, 10 caricabatterie e 2 micro batterie per microcellulari.”
Lo comunica Orlando Scocca, FP CGIL Campania per la Polizia Penitenziaria: “Il ritrovamento è stato effettuato venerdì presso il reparto detentivo ‘Volturno’, dal personale di Polizia Penitenziaria del carcere di Santa Maria Capua Vetere. Nei mesi scorsi, in un altro reparto, i cinofili della Polizia Penitenziaria avevano anche sequestrato una notevole quantità di sostanza stupefacente nascosta nei quadri elettrici”.
Mirko Manna, Nazionale FP CGIL Polizia Penitenziaria: ““La Polizia Penitenziaria è impegnata quotidianamente per la prevenzione e repressione dell’ingresso di telefoni e sostanze stupefacenti nelle carceri italiane. L’utilizzo dei telefoni va ben al di là della supposta esigenza della popolazione detenuta di rimanere in contatto con i propri familiari, ma è uno strumento di controllo di traffici esterni fino ad arrivare al mantenimento delle gerarchie criminali anche dal carcere”.
“Nella tarda serata di ieri 19 aprile, all’interno della Casa di Reclusione Milano Opera, una lite tra due detenuti è sfociata in un omicidio. Secondo quanto emerso dalle prime informazioni, il motivo scatenante sarebbe una discussione per motivi banali tra due detenuti italiani riguardante la condivisione degli spazi detentivi. L’autorità giudiziaria è al lavoro per condurre approfondite indagini sull’omicidio”.
Lo comunica Calogero Lo Presti, coordinatore regionale per la Fp Cgil Polizia Penitenziaria della Lombardia: “Ogni giorno la Polizia Penitenziaria deve confrontarsi con i gravi problemi che affliggono il sistema penitenziario italiano. Il sovraffollamento, unito alla carenza di personale di Polizia Penitenziaria, personale medico, educatori ed assistenti sociali, hanno determinato un ambiente estremamente difficile e pericoloso per tutte le persone detenute e per il personale che vi lavora. E’ urgente che l’amministrazione penitenziaria e il Governo prendano seri provvedimenti per affrontare e risolvere queste criticità”.
Mirko Manna, coordinatore nazionale Fp Cgil Polizia Penitenziaria: “Dall’inizio dell’anno ci sono stati 32 suicidi di detenuti nelle carceri italiane, 4 suicidi tra gli appartenenti al Corpo di Polizia Penitenziaria e ora un omicidio all’interno del carcere di Milano Opera. Sono tragedie che segnalano una crisi inequivocabile dell’intero sistema penitenziario italiano. Le misure prospettate fino ad ora dall’amministrazione penitenziaria e dal Governo sono del tutto inadeguate. E’ vero che tutto il sistema penitenziario eredita decenni di scelte sbagliate ed insufficienti, per questo però, ora è ancora più urgente agire con maggiore determinazione per migliorare le condizioni detentive e lavorative delle carceri italiane.
“La Fp Cgil Polizia Penitenziaria – conclude Manna – chiede un confronto aperto e costruttivo su questi temi e sollecita il DAP a rivedere le sue politiche per assicurare i diritti della popolazione detenuta e condizioni di lavoro sicure e dignitose per gli appartenenti al Corpo di Polizia Penitenziaria”.
Mirko Manna, Coordinatore Nazionale per la Polizia Penitenziaria FP CGIL, denuncia “la recente iniziativa di Giovanni Russo, capo del Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria (DAP), in merito alla richiesta da lui formulata al Coordinamento delle Forze di Polizia per innalzare di due anni l’età pensionabile della Polizia Penitenziaria su base volontaria, motivando la proposta con la mancanza di posti nelle Scuole dell’amministrazione che sta aggravando ancora di più il deficit di Poliziotti in servizio rispetto a quelli necessari per garantire il funzionamento delle carceri nei prossimi anni: attualmente mancano oltre 8.000 Poliziotti penitenziari rispetto a quelli previsti. Questa è una chiara ammissione di inadeguatezza nella gestione del personale e nella pianificazione nell’arruolamento dei Poliziotti penitenziari, una carenza più volte denunciata dalla FP CGIL e prevista da anni. Se il signor Russo non è nemmeno in grado di garantire una gestione efficiente degli arruolamenti del personale di Polizia Penitenziaria che costituisce oltre il 90% del personale dell’amministrazione delle carceri, dovrebbe considerare seriamente la possibilità di fare un passo indietro”.
“Esattamente 40 anni fa – prosegue Manna – sono stati arruolati migliaia di Poliziotti penitenziari ormai arrivati all’età per la pensione obbligatoria. Era quindi ampiamente prevedibile che in questi anni si sarebbe arrivati alla situazione attuale dove non si riesce ad assumere abbastanza Poliziotti almeno per colmare le carenze dovute ai pensionamenti obbligatori, per non parlare di quelli su base volontaria da parte di Poliziotti che non hanno più la minima intenzione di continuare ad esere oggetto di decine di migliaia di aggressioni l’anno da parte di una popolazione detenuta esasperata dall’inefficienza della gestione del sistema penitenziario italiano”. Manna ha inoltre collegato la gestione del personale da parte del DAP con la crescente crisi all’interno delle istituzioni penitenziarie, citando “quattro suicidi tra i poliziotti penitenziari dall’inizio dell’anno e trentadue tra i detenuti: il peggior dato degli ultimi venti anni”.
In aggiunta, Manna ha sollevato preoccupazioni anche riguardo una precedente proposta emersa durante una riunione con il DAP, in cui si proponeva di ridurre la durata dei corsi di formazione da sei a tre mesi. “Tale misura è stata considerata al fine di compensare la mancanza di copertura del turnover. Secondo dati forniti dal DAP, si prevede che nel 2024 andranno in pensione 2.400 unità, mentre i corsi attuali, se mantenuti alla durata standard, permetterebbero di immettere in servizio solo 2.000 agenti, lasciando un deficit di 400 unità rispetto alle esigenze che andranno ad aggravare ancora di più la carenza di organico attuale”.
Il Coordinatore Nazionale Fp Cgil Polizia Penitenziaria ha anche criticato lo scollegamento tra le dichiarazioni di sostegno alle forze dell’ordine fatte dal governo e le azioni pratiche che seguono. “La Presidente Meloni esalta pubblicamente la sua vicinanza alle forze dell’ordine, ma le direttive ai dirigenti generali sembrano contraddire il diritto alla pensione, un diritto fondamentale per i nostri uomini e donne in divisa”.
“La Fp Cgil Polizia Penitenziaria – conclude Manna – chiede un confronto aperto e costruttivo sul tema e sollecita il DAP a rivedere le sue politiche per assicurare il benessere e i diritti degli appartenenti al Corpo di Polizia Penitenziaria”.
Roma, 20 aprile 2024
Pubblichiamo la nota del Dipartimento in merito gli ingressi agevolati per i dipendenti VF in siti di interesse culturale nella città di Napoli.
Pubblichiamo la nota del Coordinamento territoriale Fp Cgil VVF in merito la ricognizione per carenza organico nucleo nautico Sede Porto Messina