Pubblichiamo il comunicato delle strutture regionali Fp Cgil VVF, Fns Cisl e Uil Pa VVF

Pubblichiamo la nota del Dipartimento Decreto interministeriale 12 agosto 2021, n. 148: “Regolamento recante modalità di digitalizzazione delle procedure dei contratti pubblici, da adottare ai sensi dell’articolo 44 del decreto legislativo 18 aprile 2016, n.50”

Roma, 26 ottobre 2021

Al Direttore Generale
del Personale e delle Risorse
Dott. Massimo PARISI
ROMA

Al Dipartimento Amm.ne Penitenziaria
Ufficio IV Relazioni Sindacali
Dott.ssa Ida DEL GROSSO
ROMA

OGGETTO:individuazione del personale in servizio presso gli istituti d’Istruzione di Sulmona.

Gentilissimo, la presente per chiedere chiarimenti in merito alle modalità adottate per l’individuazione del personale assegnato presso gli Istituti di Istruzione per implementare l’organico del Corpo di polizia penitenziaria al momento dell’inizio del nuovo corso di formazione per Allievi agenti. Nello specifico, sembrerebbe che siano stati inviati presso l’istituto di Istruzione di Sulmona, personale con la qualifica di agente, con poca anzianità di servizio e soprattutto senza che siano ben chiare le procedure e i requisiti per l’assegnazione. Pur comprendendo l’urgenza dei provvedimenti, comunque crediamo che nel rispetto del principio di trasparenza ed equità si debba disporre il rientro delle unità distaccate su menzionate e di procedere, in breve tempo, anche attraverso un interpello straordinario all’assegnazione di nuove unità attraverso i criteri di selezione già concordati o data l’urgenza che si avvalga almeno dell’anzianità di servizio.
Restando in attesa di cortese quanto celere riscontro, si porgono distinti saluti.

Per il Coordinamento Nazionale
FP CGIL Polizia Penitenziaria
BRANCHI / MANNA

Il motivo per cui il nostro progetto non si fermerà mai è che siamo sicuri di servire una causa giusta, vera, importante per la vita e la salute dei lavoratori. Non aggiungeremo altro a questa rubrica numero 25. La più bella di tutte. La più passionale e significativa. Grazie Marco

CCNI 2020/2021 P.T.F.P 2021/2013 LAVORO AGILE

Esito della procedura di certificazione del CCNI 2020/2021 per il personale delle Aree A, B e C, nulla-osta del Ministero del Lavoro al Piano Triennale dei Fabbisogni del Personale 2020/2021 e Linee guida sul lavoro agile sono stati gli argomenti discussi nel corso della giornata di ieri al Tavolo nazionale di contrattazione/confronto tra organizzazioni sindacali e Amministrazione.

Sul primo tema abbiamo ribadito il nostro assenso alla sottoscrizione definitiva del contratto integrativo (vedi nostro comunicato dettagliato sui contenuti del CCNI 2020/2021 del 23 ottobre u.s.) ed abbiamo invitato l’Amministrazione a stringere i tempi legati all’applicazione di tutti gli istituti normo-economici disciplinati (saldo incentivi ordinario e speciale 2020, TEP per gli assunti del 2019, aggiornamento del sistema indennitario dei profili specialistici, avvio delle progressioni economiche orizzontali a decorrere dalle aree A e B solo per ricordare alcuni degli adempimenti legati alla piena esigibilità del contratto).

Sul Piano Triennale dei Fabbisogni di Personale 2021/2023, approvato dal Ministero del Lavoro, pur riconoscendo la rilevanza dei numeri in termini di reclutamento (5.214 assunzioni nel 2021, 2.374 nel 2022 e 1.486 nel 2023) non abbiamo potuto fare a meno di ribadire le critiche già formulate a suo tempo, aprile 2021, alla presenza del Presidente Tridico, sulla scelta di non prevedere l’assunzione di personale in possesso del diploma di scuola secondaria di secondo grado da collocare in area B.

Infatti, mentre altri (nel caso specifico USB) oggi si cospargono la testa di cenere riconoscendo nei loro comunicati l’improvvido avallo dato alla scelta dell’Amministrazione di non assumere diplomati dall’esterno (un messaggio a nostro avviso pericoloso che l’INPS lancia all’opinione pubblica in quanto di fatto chiude le porte dell’Istituto a ragazzi privi del titolo di studio della laurea mentre altre pubbliche amministrazioni assumono anche diplomati), 267 nostri colleghi, presenti nella graduatoria delle progressioni verticali da A a B, possono mettersi l’anima in pace in quanto, grazie a quella scelta e grazie a chi l’ha sostenuta, non potranno (salvo riscrittura dell’ordinamento professionale ad opera del CCNL) accedere all’area superiore per difetto di assunzioni nella seconda area. Un vero capolavoro di cui il Presidente ed USB, che ironizza sulla irrilevanza altrui ammettendo, implicitamente, quella corrispondenza di amorosi sensi, da veri antagonisti in cachemire, con i vertici INPS, portano la piena responsabilità.

Per fortuna analogo discorso non è trasferibile, grazie alle assunzioni dall’esterno in area C, alla graduatoria delle progressioni verticali da B a C in quanto i numeri, 413 progressioni nel 2021 e 532 nel 2022, sono tali da coprire ampiamente non solo gli “idonei” del 2021 ma anche quei colleghi che avessero medio tempore conseguito il titolo di studio della laurea: l’operazione “scorrimento” (usiamo impropriamente il termine scorrimento) si realizzerà, previo D.P.C.M. autorizzatorio, essendo una progressione verticale, attraverso uno specifico bando che non prevederà l’espletamento di prove, ma una procedura comparativa basata sulla valutazione di una serie di parametri così come è scritto nel nuovo articolo 52, comma 1-bis, del Testo Unico del Pubblico Impiego (comma integralmente riscritto dal DL n.80/2021 convertito in legge con la L. n.113 del 6 agosto 2021).

Nel corso della discussione l’Amministrazione ha preannunciato la prossima pubblicazione del bando per il reclutamento in comando di 63 infermieri (figli di un Dio minore ai quali l’Amministrazione, non si sa per quale recondita ragione, non applica lo smart working!) e 78 geometri per i quali è prevedibile una successiva immissione in ruolo entro il 2023 mediante procedura di mobilità considerata la cronica carenza in quei profili e la previsione nel P.T.F.P. 2021/2023 di una spesa relativa al personale in comando che crolla da € 3.613.214,53 del 2022 a € 820.550,50 del 2023!

Sul terzo argomento, il lavoro agile, tema di cui una certa stampa, puntualmente smentita dai fatti, aveva preannunciato la rimozione nel panorama pubblico impiego a decorrere dal 15 ottobre, abbiamo invitato l’Amministrazione a non essere “precipitosa” nella regolazione della materia in ragione del confronto avviato lo scorso 22 ottobre dal Governo con le Organizzazioni sindacali confederali e di categoria sulle Linee guida in materia che rappresentano un importante atto di indirizzo, in attesa di quella che sarà la vera disciplina dettata con il CCNL delle Funzioni Centrali 2019/2021 in discussione presso l’ARAN.

Con l’occasione abbiamo sollecitato la controparte, anche in considerazione delle affermazioni di parte datoriale secondo cui i limiti dei 2 giorni a settimana e di 8 giorni al mese di smart working “non sono limiti invalicabili”, a derogare a questi vincoli visto che il criterio guida nell’accesso al lavoro agile è la garanzia dell’operatività e funzionalità degli uffici: ci riferiamo ai colleghi che assistono soggetti fragili ed al personale interessato dall’applicazione dell’art.42bis del d.lgs.n.151/2001 o della Legge n.104/1992 che da tempo chiede l’assegnazione temporanea presso altra sede, scontrandosi con il muro di gomma di direttori regionali poco sensibili su tali tematiche (è il colmo per un istituto come l’INPS) e con un’Amministrazione che mesi fa, nella persona del suo Presidente, aveva assunto impegni puntualmente disattesi.

Roma, 27 ottobre 2021

FP CGIL
Matteo Ariano
Antonella Trevisani

CISL FP
Paolo Scilinguo

UIL PA
Sergio Cervo

Pubblichiamo la nota del coordinamento territoriale in merito l’emergenza maltempo che ha visto coinvolto la sede di Letojanni

Un estratto dell’articolo di Serena Sorrentino su Left

In un’epoca di revisionismo e di pensieri deboli le parole della politica si svuotano del loro senso più intrinsecamente storico, prospettico e sociale.
Sabato a Roma c’erano centinaia di migliaia di persone, molte sono rimaste bloccate nelle stazioni della metropolitana non riuscendo ad arrivare, migliaia hanno invaso le strade limitrofe alla Piazza, con quella forza e determinazione che necessitava la brutalità e la violazione della Casa dei lavoratori quale emblema di libertà e riscatto. A tanti che affollavano le stazioni della metropolitana, sperando di poter arrivare per sostenere le ragioni dell’antifascismo, curiosamente sono stati chiesti i documenti, la provenienza e a rispondere a domande del tipo: come mai siete venuti a Roma? Eppure le bandiere rosse erano una matrice abbastanza evidente, ma si sa le matrici sono difficili da determinare di questi tempi, per chi sa che agitare il vessillo del nazionalismo, del securitarismo, della xenofobia e dell’intolleranza verso le moltitudini di identità di genere, culturali, geografiche, sociali. Come se nel mondo globalizzato vi fosse un idealtipo di persona, società e forma istituzionale che possa prevalere sulle altre, salvo poi dover gestire l’incompatibilità tra questi orientamenti e la democrazia costituzionale.
Una piazza sindacale perché all’appello di Cgil, Cisl e Uil hanno risposto lavoratrici e lavoratori, studentesse e studenti, pensionate e pensionati. Una piazza del lavoro e per i diritti.
Una piazza democratica perché di molti: antifascista è chiunque si riconosca nella Costituzione le cui radici si ritrovano nella Democrazia fondata sul lavoro.
Proprio alla Costituzione ci richiamiamo nella rivendicazione di agire con determinazione istituzionale nel volere dare attuazione alla XII disposizione transitoria e finale della Costituzione Italiana che vieta la riorganizzazione del partito fascista: «È vietata la riorganizzazione, sotto qualsiasi forma, del disciolto partito fascista».
Abbiamo appoggiato con forza l’iniziativa del Comune di Sant’Anna di Stazzema, siamo iscritti all’anagrafe antifascista e sosteniamo la legge di iniziativa popolare che intende disciplinare pene e sanzioni verso coloro che attuano propaganda fascista e nazista con ogni mezzo. Vale giusto la pena ricordare che la legge Scelba del ’52 all’art.1 stabilisce così: «Si ha riorganizzazione del disciolto partito fascista quando una associazione o un movimento persegue finalità antidemocratiche proprie del partito fascista, esaltando, minacciando o usando la violenza quale metodo di lotta politico o propugnando la soppressione delle libertà garantite dalla Costituzione o denigrando la democrazia, le sue istituzioni e i valori della Resistenza o svolgendo propaganda razzista, ovvero rivolge la sua attività alla esaltazione di …

L’articolo prosegue su Left del 22-28 ottobre 2021
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Pubblichiamo la nota unitaria delle strutture Fp Cgil VVF Fns Cisl e Confsal VVF riguardo le funzioni DOS previste nella Conversione in legge del decreto legge 8 settembre 2021, disposizioni per il contrasto degli incendi boschivi e altre misure urgenti di Protezione Civile.

Pubblichiamo la nota e gli allegati emanati dalla Direzione Centrale per le Risorse Umane in merito la mobilità del personale del ruolo Operatore, Assistente, Ispettore Logistico Gestionale e Ispettore Informatico

Prosegue il confronto con l’Aran, il nostro resoconto insieme al comunicato unitario

Con l’incontro di oggi l’Aran ha avanzato un metodo di lavoro per definire una proposta economica a completamento di quella presentata negli incontri precedenti per un nuovo meccanismo di progressioni economiche nell’ambito delle aree di inquadramento giuridico del prossimo sistema di classificazione del personale delle Funzioni Centrali.

Con il comunicato unitario abbiamo già evidenziato, condividendole con CISL e UIL, le criticità di una proposta che, pur rappresentando un buon punto di avanzamento nel confronto negoziale tra Aran e organizzazioni sindacali per il rinnovo contrattuale 2019/2021, necessita di alcuni chiarimenti e ulteriori perfezionamenti.

Sicuramente apprezziamo la condivisione da parte di Aran dell’obiettivo di assicurare a tutte le lavoratrici e i lavoratori l’acquisizione dei nuovi differenziali stipendiali, in sostituzione delle vecchie fasce economiche, durante tutta la vita lavorativa. Già nella nostra piattaforma contrattuale abbiamo chiesto di impedire il permanere delle tante differenze applicative che presentano oggi amministrazioni in cui i dipendenti hanno visto riconosciute più progressioni economiche ed altre in cui, al contrario, il personale rimane ancorato alla posizione di inquadramento iniziale a pochi anni ormai dal pensionamento.

Poi abbiamo chiesto di realizzare un nuovo meccanismo in grado di garantire da un lato il mantenimento di quanto maturato come fascia economica trasformandolo nella somma di retribuzione di inquadramento giuridico più differenziale stipendiale personale (ovviamente confermando che è tutto stipendio tabellare) in modo di permettere anche al personale cosiddetto “apicale” di area di poter accedere a nuove progressioni economiche chiamate appunto differenziali stipendiali.

Aran ha proposto quindi di ragionare sul numero di differenziali disponibili in ciascuna area giuridica per ciascun lavoratore lungo tutta la vita lavorativa – attualmente abbiamo situazioni differenti tra i vecchi ex comparti (ad esempio in terza area abbiamo 7 fasce nei ministeri, 6 nelle agenzie fiscali, 5 negli enti pubblici non economici, eccetera) – e sulla previsione di un valore economico unico nelle singole aree per ciascun differenziale.

Se l’impianto della proposta può essere condivisibile, abbiamo manifestato però la necessità di prevedere un numero di differenziali non distante da quello massimo oggi presente nel nuovo comparto (7) e con un valore economico, comunque, prossimo alla differenza retributiva oggi esistente nel passaggio da una fascia economica all’altra. In più abbiamo chiesto di tenere conto degli effetti che finora hanno le progressioni economiche orizzontali anche sui valori delle indennità di amministrazione.

Infine, ci siamo riservati una valutazione più ragionata quando l’intero quadro retributivo sarà definito (comprensivo di valori tabellari di area, valori dei differenziali, indennità di amministrazione) e quando saranno rese note le effettive disponibilità economiche che il governo si è impegnato a destinare al finanziamento del nuovo ordinamento con la prossima legge di bilancio. Quelle risorse, impegno sottoscritto nel Patto per il lavoro pubblico del 10 marzo scorso con CGIL CISL UIL dal presidente del consiglio e dal ministro della PA, dovranno permettere anche il riconoscimento di nuovi inquadramenti, legati alle competenze già oggi presenti nelle amministrazioni e non ancora riconosciute, attraverso passaggi tra le aree (svuotamento prime aree, in primis).
Il negoziato va avanti.

Il Segretario nazionale
Florindo Oliverio

Al Direttore Generale ENAC
Dott. Alessio Quaranta
SEDE

e,p.c.
Al Direttore Centrale Sviluppo Organizzativo
Dott. Mauro Campana
SEDE

Oggetto: smart working.

Egr. Direttore,
l’Amministrazione prende tempo, nelle stanze dove esercita la propria discrezionalità per
valutare quali lavoratrici e quali lavoratori, siano meritevoli di tutela per accedere alla
modalità del lavoro agile per esigenze particolari. Nell’attesa di questa valutazione i
dipendenti dell’Ente interessati sono costretti a trovare soluzioni onerose che col lavoro agile
sarebbero più sostenibili.
Tutto il mondo della P.A. considera in modo determinante che siamo ancora in uno stato di
emergenza epidemiologica e riferendosi già alle stesse linee guida del Ministro competente,
adotta tuttora, ove non esistano motivi ostativi concreti, il lavoro agile come strumento
significativo sia per l’azione amministrativa sia per la tutela dal contagio.
Diffusione del contagio che è ben lungi dall’arrestarsi, come indicano gli ultimi dati diffusi
dall’Istituto Superiore di Sanità.
In Enac, invece, in piena controtendenza, l’adozione di una soluzione sbrigativa e
semplicistica, quella dei 4 giorni in presenza e 1 in smart working (adottata per tutti i
dipendenti dell’Ente indistintamente), appiattisce e mortifica tutti i ruoli, tutte le competenze,
tutte le attività, tutti i processi e l’intera azione amministrativa.
Le scriventi OO.SS., chiedono l’apertura urgente di un tavolo, come peraltro già richiesto
per:
• individuare criteri oggettivi utili alla definizione inequivocabile di quelle che sono
le condizioni da tutelare per salvaguardare quelle lavoratrici e quei lavoratori che
necessitano di erogare la propria prestazione lavorativa tramite il lavoro agile, ove
possibile. Deve essere scongiurato anche il minimo sospetto che il dipendente
2possa trovarsi a elemosinare al cospetto del datore di lavoro, sperando nella
sua benevolenza per ottenere un miglioramento della propria condizione
lavorativa, se ne esistono le possibilità.
• rivedere, in virtù delle linee guida appena suggerite dal Ministro della PA, come
integrare il lavoro agile nell’attività produttiva dell’ENAC per minimizzare il più
possibile il rischio di contagio, ancora alto, vista l’emergenza sanitaria tuttora vigente.
Le scriventi ritengono, inoltre, che l’immediatezza del tavolo sia necessaria perché non si
può restare ulteriormente in attesa di quanto disporrà il legislatore.

Roma, 26-10-2021

Cordiali saluti

F.to                            F.to                            F.to                F.to                F.to                F.to
FP-CGIL            FIT-CISL/CISL-FP      UIL-PA    UIL-Trasporti        USB-PI          CIDA –FLP
Billi                         Ingrassia             Conti           Giametta             Del Villano      Concilio

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