“Non vogliamo lo scontro. Al contrario: vogliamo sanare la frattura”. Così la segretaria generale della Fp Cgil, Serena Sorrentino, nel corso del suo intervento all’iniziativa, promossa dalla categoria insieme allo Spi Cgil, ‘L’assistenza si costruisce insieme. I protagonisti del SSSN dialogano’, replica alle parole del ministro della Salute, Roberto Speranza, che oggi, al 78esimo Congresso nazionale della Federazione italiana medici di famiglia, è intervenuto sull’ipotesi di un passaggio alla dipendenza per i medici di famiglia, sostenendo che ‘chi oggi pone il tema della dipendenza lo fa per alimentare lo scontro’.

“La divisione – ha aggiunto – è quella che c’è oggi tra convenzionati e dipendenti, noi al contrario lavoriamo per l’integrazione. Andiamo in direzione completamente opposta, noi vogliamo sanare la frattura che si è determinata. Perché è solo una delle tante: convenzionati sono i medici di medicina generale ma lo sono anche gli specialisti ambulatoriali. Quindi se casa della comunità significa prossimità della salute nel territorio, multiprofessionalità e multidisciplinarietà, dobbiamo mettere al centro una discussione seria sui tanti regimi che compongono il sistema salute e che oggi, contrapponendo interessi professionali, rompono la catena del valore della cura tra convenzionati e strutturati. Ci sono tanti modi per poter integrare la medicina generale nelle case di comunità e noi siamo pronti a discutere”, ha concluso Sorrentino.

Rivedi in basso l’intervento integrale di Serena Sorrentino

“È necessario un cambiamento radicale dell’organizzazione del lavoro del Servizio socio sanitario nazionale e servono soprattutto finanziamenti per il personale che, al contrario, non si intravedono né nel Pnrr né nella Nadef, la quale invece registra un forte taglio del fondo sanitario, pari a 6 miliardi nei prossimi due anni”. Ad affermarlo è il segretario nazionale della Fp Cgil Medici e Dirigenti Ssn, Andrea Filippi, nel corso del suo intervento all’iniziativa, promossa dalla categoria insieme allo Spi Cgil, ‘L’assistenza si costruisce insieme. I protagonisti del SSSN dialogano’.

Per il dirigente sindacale, “abbiamo innanzitutto un problema di risorse che, nonostante la pandemia, non registrano un avanzamento ma anzi una netta diminuzione, ma soprattutto abbiamo un problema di organizzazione dei servizi e del lavoro. Organizzazione che oggi ha bisogno di essere più flessibile per essere costruita intorno al cittadino. Serve un modello flessibile che preveda una maggiore trasversalità fra le diverse competenze e una maggiore contaminazione di queste ultime, superando i modelli rigidi basati sul singolo riferimento professionale e quelli basati sul rapporto duale, peraltro asimmetrico. Vanno individuati invece dei servizi multiprofessionali – aggiunge – che possono offrire ai cittadini la flessibilità necessaria per adeguarsi alle loro esigenze di vita e salute. Per fare questo serve un cambiamento profondo, a partire da quello che rappresenta non solo l’avamposto primario della presa in carico dei cittadini, e cioè la medicina generale, ma che è soprattutto il vero punto debole della assistenza territoriale. Il sistema oggi congegnato del medico single practice di medicina generale è vecchio e inadeguato, e impedisce qualsiasi possibilità di cambiamento”.

“Non abbiamo ricette facili – prosegue Filippi -, le soluzioni vanno trovate nel dialogo coi cittadini, ai quali le istituzioni dovrebbero dare ascolto. La prospettiva organizzativa che dobbiamo intercettare è che nella riorganizzazione del lavoro tutti i professionisti abbiano un solo datore di lavoro e possibilmente lo stesso tipo di rapporto contrattuale. Altrimenti il sistema è ingovernabile. Un rapporto contrattuale che deve garantire tutele e diritti, come nel contratto della dirigenza sanitaria, superando quello libero professionale. Ai circa 48 mila medici di medicina generale, ai quali ne andrebbero aggiunti almeno altri 20 mila, serve una diversa organizzazione che li integri nel sistema”, conclude.

A seguito della richiesta unitaria Fp Cgil VF, Fns Cisl e Confsal VVF pubblichiamo  la convocazione audizione parlamentare su atto Governo n. 310

“Anche se in modo molto generico, oggi la parte pubblica ha dato alcune indicazioni su come propone di ripartire le risorse nella parte economica del contratto, ma risulta difficile fare una valutazione della proposta senza tener conto della quantificazione dei costi della parte normativa, che avevamo chiesto ma ancora non è stata fatta”. Lo afferma la Fp Cgil al termine della riunione di oggi sul rinnovo del contratto del personale del comparto Sicurezza e Difesa.

“L’aumento medio lordo per il personale della Polizia Penitenziaria – prosegue il sindacato – è di 129.27 euro e la parte pubblica propone di ripartire le risorse, mettendo l’80% per cento sulla parte fissa e continuativa del salario, dividendolo circa a metà tra parte parametrale e indennità pensionabile, e il 20% sul salario accessorio. Considerato però che con questo rinnovo contrattuale dobbiamo completare il percorso avviato con il precedente, non possiamo esimerci dal quantificare i costi della parte normativa, prima di decidere quante risorse utilizziamo per modificare il sistema indennitario e quante ne destiniamo al fondo di efficienza per i servizi istituzionali. Continuiamo a registrare un ritardo dell’amministrazione su queste procedure, che non consente di agevolare il confronto”

Infine, aggiunge, “registriamo qualche timido passo avanti rispetto alle proposte che abbiamo avanzato sulla nostra piattaforma, ma ancora c’è molto da fare su temi come le ferie solidali, il congedo per le donne vittime di violenza e il trattamento economico di trasferimento”, conclude la Fp Cgil.

Pubblichiamo lo schema del regolamento e le relative modifiche, apportate dalla Direzione Centrale per gli Affari Generali per il concorso Vice Direttore Tecnico Scientifico.

Pubblichiamo la nota della Direzione Centrale per la Formazione con  la quale definisce il programma didattico del corso Capo Squadra decorrenza 2020

Pubblichiamo la nota unitaria Fp Cgil VVF, Fns Cisl e Confsal VVF in merito gli aggiornamenti  pervenuti riguardo i corsi in ingresso per la qualifica di Vigile del Fuoco

Nella giornata del 5 ottobre 2021, dopo l’ultimo incontro tenutosi nel mese di luglio u.s., presso la sede Nazionale di Anaste a Roma si è tenuto un nuovo confronto con la delegazione trattante coordinata dall’attuale Presidente dell’ “Associazione nazionale strutture territoriali e per la terza età”, dott. Sebastiano Capurso, per proseguire la discussione in merito alla possibilità di giungere alla sottoscrizione di un nuovo CCNL con le Organizzazioni sindacali confederali.

Il Presidente di Anaste, nell’introdurre i lavori, ha rappresentato le difficoltà che interessano molte delle strutture associate, con particolare riferimento a quelle di piccole e medie dimensioni, per via degli effetti dei mancati adeguamenti delle tariffe da parte delle Regioni.

FP Cgil, Cisl FP, UIL FPL, Fisascat CISL e UILTucs, pur riconoscendo le difficolta che la pandemia ha procurato soprattutto alle RSA, hanno ribadito la necessità di giungere alla sottoscrizione di un nuovo CCNL Anaste, che stia dentro il perimetro dei contenuti già sottoscritti in altri contratti del terzo settore, riconoscendo alle lavoratrici e ai lavoratori i giusti riconoscimenti in relazione a professionalità e qualità dei servizi erogati.

La delegazione trattante di Anaste si è mostrata disponibile ad accogliere la proposta avanzata dalle OO.SS, riconfermando la volontà di voler sottoscrivere un nuovo CCNL con le Organizzazioni sindacali confederali, in discontinuità con quanto avvenuto nel recente passato. Pertanto le parti hanno stabilito di fissare un calendario di incontri utili per entrare nel merito dei contenuti del CCNL con la finalità di giungere ad un’ipotesi condivisa del nuovo contratto.

Il prossimo incontro si terrà in data 19 ottobre p.v.

FP CGIL
Michele Vannini
CISL FP
Franco Berardi
FISASCAT CISL
Fabrizio Ferrari
UIL FPL
Bartolomeo Perna
UILTuCS
Paolo Proietti

Al Direttore Generale ENAC
Dott. Alessio Quaranta
SEDE

Egregio Direttore Generale,
è emerso che, su indicazioni dei vertici dell’Ente, più Direttori di Linea stiano richiamando il
personale dipendente affinché, per essere considerato rispettoso in modo esatto e uniforme delle
disposizioni contenute nella nota adottata da Lei il 13 ottobre 2020, prot. n. 98981, in materia di
lavoro agile, torni a lavorare in presenza per almeno tre giorni a settimana.
A noi risulta che le cose stiano diversamente, tanto è vero che nel disposto da Lei adottato si legge
quanto segue:
“La modalità di svolgimento del lavoro agile, in questo periodo di emergenza epidemiologica, limita
la presenza in ufficio del personale ad almeno un giorno alla settimana, salvo diverse e
comprovate esigenze lavorative ovvero a disposizioni delle competenti autorità che dispongano
limitazioni più stringenti.”
Relativamente ai tre giorni da lavorare in presenza richiesti al personale ordinario non dirigente,
non ci risulta che ciò sia disciplinato in nessuna parte della Sua nota.
Se però nella novella interpretazione della suddetta nota (visto che per un anno la si è interpretata
diversamente) ci si riferisce a quanto segue:
“I Direttori Centrali, sulla base delle esigenze lavorative, possono concordare con i rispettivi
direttori di linea modalità di lavoro agile su base settimanale con una frequenza in presenza di
almeno tre giornata alla settimana, tali da garantire comunque lo svolgimento dei processi
assegnati alla singola direzione. Resta inteso che qualora esigenze particolari richiedano la
presenza del dirigente presso la rispettiva sede di lavoro questi è tenuto a garantirla.”, riteniamo
che qui si parli inequivocabilmente del rapporto che esiste tra Direttori Centrali e Direttori di Linea,
e delle indicazioni sulla presenza in loco dei dirigenti che il Direttore Centrale concorda con gli
stessi.
Ora, se per assurdo entrambi i passaggi della nota qui riportati mirano a disciplinare le modalità
di lavoro agile della stessa tipologia di personale, visto che nel caso sarebbero palesemente in
contraddizione tra loro, ci chiediamo: Il personale deve garantire almeno un giorno in presenza
salve fatte diverse e comprovate esigenze lavorative o deve concordare coi Direttori Centrali la
modalità di lavoro in presenza nella misura di almeno tre giorni a settimana, salvo l’esigenza di
presenziare ulteriormente?
Vogliamo sottolineare il fatto che, qualora fosse vera l’ultima parte, ne deriverebbe un conflitto con
quanto disposto dal Dlgs 165/2001 sul potere decisionale e l’autonomia di giudizio dei dirigenti di
linea.
Per quanto esposto finora, Egregio Direttore Generale, siamo qui a chiederLe un’interpretazione
autentica, perché in questi ultimi giorni la nuova interpretazione della Sua nota, come viene data
da alcuni dirigenti, stravolge completamente quella che è stata a tutti gli effetti efficace nell’ultimo
anno .
Confidando in un chiarimento che aiuti a far luce, riteniamo che i lavoratori dell’Ente che hanno
osservato la precedente interpretazione siano stati completamente adempienti e rispettosi in modo
esatto e uniforme rispetto a quanto disposto da Lei il 13 ottobre 2020.
Cordiali saluti.

F.to                        F.to                        F.to                      F.to                     F.to
FP-CGIL      FIT-CISL/CISL-FP       UIL-PA             FLP/CIDA       USB-PI
E. Billi           S. Ingrassia              C. Conti               R. Concilio      C. Del Villano

Pubblichiamo la nota unitaria Fp Cgil VVF, Fns Cisl e Confsal VVF riguardo la richiesta di immediata attuazione delle procedure per merito comparativo
previste dal D.lgs n.217/2005 per la copertura dei 7 posti da primo dirigente
logistico gestionale, informatico e per la comunicazione in emergenza

In diretta streaming sulla pagina Facebook @fpcgil dalle ore 15 alle ore 17.30

“Tra pandemia e futuro: il servizio sociosanitario nazionale al bivio del Pnrr”. È l’iniziativa promossa dalla Fp Cgil in programma lunedì 11 ottobre dalle ore 15 alle ore 17.30 in diretta streaming sulla pagina Facebook @fpcgil. Alla tavola rotonda, coordinata dal giornalista del Quotidiano Sanità, Luciano Fassari, interverranno: Paola Boldrini, vicepresidente della commissione Sanità del Senato; Elena Carnevali, Commissione Affari Sociali della Camera; Rossana Dettori, segretaria confederale Cgil; Raffaele Donini, coordinatore commissione Salute conferenza delle Regioni; Vasco Errani, vicepresidente della commissione Bilancio del Senato; Stefano Lorusso, capo segreteria Tecnica del Ministro della Salute; e Serena Sorrentino, segretaria generale Fp Cgil.

Il video integrale della tavola rotonda

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