Pubblichiamo la nota unitaria delle Organizzazioni Sindacali Fp Cgil VVF, Fns Cisl e Uil PA VVF con la quale attenziona al Prefetto di Trapani l’incresciosa situazione in cui versano le sedi adibite al soccorso sull’isola di Pantelleria,  che di fatto non garantiscono un adeguato stato di sicurezza e tutela per il personale e per la cittadinanza

Al Gabinetto del Ministro della Difesa

e,p.c.

Stato Maggiore Difesa
Segredifesa
Direzione Gen. Personale Civile

Si è avuto modo di approfondire la lettura della nota M_D E24476 REG20210016732 25-03-2021 emessa dal Comando Militare della Capitale – che ad ogni buon fine si allega in copia -, con la quale si avvia una campagna di sensibilizzazione alla vaccinazione mediante la somministrazione ai propri dipendenti di una “DICHIARAZIONE DI RICEVUTA INFORMAZIONE PER LA CAMPAGNA DI
VACCINAZIONE ANTI-SARS-CoV-2/COVID-19”.
In proposito, pur ritenendo di massima apprezzabile l’intento posto a fondamento della campagna avviata, ciò che desta forti perplessità in seno alle scriventi è l’obbligo di comunicazione imposto ai dipendenti su taluni punti inclusi nella pretesa dichiarazione.
Difatti, come sarà certamente noto a codesto Ufficio, sul trattamento dei dati relativi alla vaccinazione anti Covid-19 nel contesto lavorativo, il Garante per la protezione dei dati personali si è già espresso, chiarendo che il datore di lavoro non può chiedere ai dipendenti di fornire informazioni sul proprio stato vaccinale o copia di documenti che comprovino l‘avvenuta vaccinazione anti Covid-19. Ciò non è consentito dalle disposizioni dell’emergenza e dalla disciplina in materia di tutela della salute e sicurezza nei luoghi di lavoro. Il datore di lavoro non può considerare lecito il trattamento dei dati relativi alla vaccinazione sulla base del consenso dei dipendenti, non potendo il consenso costituire in tal caso una valida condizione di liceità in ragione dello squilibrio del rapporto tra titolare e interessato nel contesto lavorativo.
Peraltro, il Protocollo nazionale per la realizzazione dei piani aziendali finalizzati all’attivazione di punti straordinari di vaccinazione anti SARS-CoV-2/Covid-19 nei luoghi di lavoro, sottoscritto il 6 aprile scorso, recita al punto 8 “Le procedure finalizzate alla raccolta delle adesioni dei lavoratori interessati alla somministrazione del vaccino dovranno essere realizzate e gestite nel pieno rispetto della scelta volontaria rimessa esclusivamente alla singola lavoratrice e al singolo lavoratore, delle disposizioni in materia di tutela della riservatezza, della sicurezza delle informazioni raccolte evitando, altresì, ogni forma di discriminazione delle lavoratrici e dei lavoratori coinvolti”.
Pertanto, quanto disposto dal Comando Militare della Capitale nell’occasione, analogamente ad altre simili iniziative assunte da alcuni datori di lavoro, va immediatamente ricondotto negli ambiti previsti dalla legge e dai Protocolli in vigore.
Più in generale, riteniamo invece necessaria una decisa accelerazione sulle procedure di vaccinazione e la messa a disposizione dei relativi farmaci ai soggetti fragili o con patologie e controindicazioni preesistenti – sia quelli già conosciuti dai medici competenti dei vari enti, sia quelli che si manifestano durante l’anamnesi e la compilazione del consenso informato che precede l’inoculazione -, che rischiano di divenire gli ultimi ad essere vaccinati, anziché i primi.
Così come si ritiene necessario che, nel precipuo rispetto del punto 15 del citato Protocollo, vengano diramate le necessarie disposizioni su come devono essere considerati i lavoratori assenti dal servizio a causa della somministrazione del vaccino.
Difatti, se in ragione della corretta applicazione di quanto sopra appare finanche scontato sostenere che quei lavoratori devono essere considerati in servizio a tutti gli effetti, in realtà continuano a pervenire alle scriventi ripetute segnalazioni su imputazioni ingiustificate riferite a quella tipologia di assenze, talvolta espresse anche in maniera a dir poco fantasiose.
Si resta in attesa di cortese riscontro.
Cordialità

FP CGIL                        CISL FP                              UIL PA
Quinti                            Ferri                                       Cilento
De Cesaris                     Volpi

Anticipazioni buoni pasto

Prendiamo atto delle numerose comunicazioni inviate dall’Amministrazione sul tema dei buoni
pasto (ne alleghiamo una per una migliore comprensione della questione). Esprimiamo
perplessità sulle procedure poste in essere da Consip che non allineano la scadenza delle
convenzioni con una nuova gara.
In ogni caso, riteniamo apprezzabile il comportamento dell’Amministrazione, a tutela degli intessi
del personale, che evita, come già successo in passato, il problema della mancata erogazione dei
buoni pasto.

La Coordinatrice Fp Cgil MIMS                p. la Fp Cgil Nazionale
Carmen Sabbatella                                    Paolo Camardella

Bari 7.04.21

AL CAPO DEL DAP
Pres. B. Petralia

AL DIRETTORE GENERALE
DEL PERSONALE E DELLE RISORSE
Dr. M.Parisi
R O MA

AL PROVVEDITORATO REGIONALE
Puglia e Basilicata
B A R I

Oggetto: situazione istituti Puglia e Basilicata – stato di agitazione

Ancora una volta ci vediamo costretti a marcare la grave situazione di carenza di organico degli istituti insistenti nel Provveditorato di Bari. Un distretto che con la Legge Madia, la quale ricordiamo prevedeva un decurtamento del 10% degli organici delle Forze di Polizia, ha visto decurtare da parte del DAP, a “tavolino” senza una verifica sul campo ed in modo scellerato il 28% l’organico del personale a differenza di altri Provveditorati che hanno visto una decurtazione minima e taluni addirittura forti incrementi.
Un provvedimento che ha messo in ginocchio l’intero circuito Penitenziario distrettuale, costringendo i lavoratori di Polizia Penitenziaria a turni massacranti che oramai vedono stabilmente le 8 ore di lavoro, con situazioni frequenti di 12 ed anche 16 ore, pressoché in tutti gli istituti, dal più grande e ancor più al più piccolo.
Malgrado una situazione già al limite, negli ultimi mesi e come se non bastasse, sono state aperti ben tre reparti di nuova costruzione, della capienza ottimale ognuno di 200 detenuti, uno a Lecce che ospitava già oltre i 1000 detenuti, uno a Taranto che ne ospitava circa 600 e uno a Trani che né ospitava già oltre 300, sostanzialmente senza reali incrementi, con il solo invio di una manciata di unità che non colmano nemmeno le vacanze per i pensionamenti e ancor meno dell’esiguo organico scaturito dalla decurtazione della legge Madia, a fronte di una necessità di
almeno 50 agenti per ogni reparto, è il caso di dire “TUTTO SULLE NOSTRE SPALLE”.
Ancora una volta assistiamo ad un ampliamento delle strutture penitenziare, senza prevedere il conseguente incremento di organico del Corpo e del Personale amministrativo ed in particolare educativo, necessario per farle funzionare, una prassi inaccettabile che vede da una parte l’aumento del circuito penitenziario e dall’altre il riparto delle stesse unità di personale su un maggior numero di strutture.
Un cane che si morde la coda e che pensiamo debba essere risolto all’origine, ovvero nel momento in cui si autorizza la costruzione di un nuovo istituto penitenziario o dei nuovi reparti, la cui norma autorizzativa e di impegno di spesa deve contemplare sia le nuove costruzioni che un automatico aumento di organico del Corpo di Polizia Penitenziaria e del personale amministrativo per il loro futuro funzionamento.
A una simile situazione si aggiunge, un tessuto criminale della Regione che vede ben 5 mafie autoctone agguerrite, da quella Garganica e quella Foggiana/Cerignolana nel Nord a quella Barese e della SCU nel Leccese, senza dimenticare le mafie minori oltre a quelle storiche Napoletane e Calabresi presenti in particolare negli istituti della Basilicata.
Un quadro, aggiunto all’assenza di nomina in alcuni istituti di Direttori titolari Lucera e Brindisi e comandanti stabili tra cui Foggia e Melfi, desolante e di vero e proprio abbandono, che porta il Provveditorato di Bari ad essere uno dei più affollati d’Italia, su cui abbiamo più volte sottolineato di rivedere urgentemente l’organico di Polizia Penitenziaria e di tutti gli istituti del Provveditorato, non solo sulla base del numero dei detenuti, ma anche sulla base della tipologia di struttura, tenendo conto delle nuove strutture aperte, sulla criminalità insistente sul territorio e non da ultimo sulla conformazione fisica del distretto che vede distanze enormi da percorrere da parte delle scorte per raggiungere le sedi giudiziarie e gli istituti distanze che vanno fino a 350 Km come nel caso di Lucera-Lecce o Melfi-Lecce istituti posti ai due estremi del Distretto.
Per questi motivi riteniamo indispensabile rivedere gli organici illogici e già insufficienti determinati nel 2017 a seguito della Legge Madia, riallineando urgentemente i sacrifici richiesti tra i Provveditorati con un atto interno al Dap di facile definizione e quanto prima un auspicabile e indispensabile incremento di Organico del Corpo di Polizia Penitenziaria che nei fatti è sempre più insufficiente sia per i nuovi compiti assegnati e sia per i nuovi reparti ed istituti che vengono implementati.

Il Coordinatore Regionale                                         Il Coordinatore Regionale
Polizia Penitenziaria CGIL-FP Puglia         Polizia Penitenziaria CGIL-FP Basilicata
Gennaro RICCI                                                            Roberta ANTOGNONI

Pubblichiamo la nota unitaria Fp Cgil VVF, Fns Cisl e Confsal VVF nella quale sollecitano l’Amministrazione a sottoporre alle Organizzazioni Sindacali, il progetto organizzativo e formativo per i corsi delle qualifiche Ispettore Antincendio e Ispettore Antincendio AIB

Pubblichiamo la nota della struttura territoriale Fp Cgil VVF in merito il sollecito sulla carenza del personale qualificato

CCNI 2020/2021: L’AMMINISTRAZIONE ACCETTA LA NOSTRA PROPOSTA!

Riunione interlocutoria, ma foriera di possibili sviluppi positivi per la contrattazione integrativa e per la definizione di altre problematiche di stretta attualità all’interno dell’Istituto quella che si è svolta ieri tra le organizzazioni sindacali e la delegazione di parte datoriale alla presenza del Presidente e del Direttore generale.
Andiamo per gradi.
L’Amministrazione accetta la nostra proposta (vedi comunicato dell’8 marzo 2021 che si allega) di discutere un contratto integrativo di Ente biennale 2020/2021. La proposta, come scrivemmo un mese addietro, permette non solo di allineare la contrattazione integrativa all’anno corrente, mettendoci al riparo da eventuali rilievi, sempre in agguato all’interno dell’Inps e nei Ministeri vigilanti, circa l’erogazione dei trattamenti economici incentivanti, ma consentirebbe anche al Tavolo nazionale, una volta definita l’ipotesi di CCNI 2020/2021, di affrontare, nel secondo semestre dell’anno, liberi dalla “spada di Damocle” di un contratto integrativo 2021 da inseguire a fine anno dopo la certificazione del CCNI 2020, una serie di temi di primaria importanza per il personale dell’Istituto (es. confronto sul Piano Triennale dei Fabbisogni di Personale 2021/2023, rivisitazione del regolamento sui prestiti al personale, intesa sull’utilizzo dei risparmi maturati nel 2020 non negoziabili con il CCNI 2020, ma solo con forme negoziali di competenza del 2021 come recita l’art.1, comma 870, della Legge n.178/2020, utilizzo delle graduatorie relative alle recenti progressioni verticali). Il CCNI 2020/2021 offrirebbe la possibilità, inoltre, di attivare nell’anno corrente le procedure per le progressioni orizzontali all’interno delle aree che, al contrario, non potrebbero trovare spazio in un CCNI 2020 considerato che l’anno di riferimento del contratto, ossia il 2020, è già trascorso e si rischierebbe di saltare anche il 2021 visto che un CCNI 2021 scisso dal CCNI 2020, realisticamente, potrebbe essere discusso solo dopo la certificazione dello stesso CCNI 2020.
Alla luce di tali considerazioni diventano del tutto incomprensibili, se non si vuole accedere a forme di autolesionismo, le argomentazioni di chi, Confintesa ed Flp, nel corso della discussione si è opposto ad una proposta dettata da semplici ragioni di convenienza generale, di opportunità e di buon senso.
Nel corso della riunione, considerata la presenza del Presidente e del Direttore generale, abbiamo posto all’attenzione dell’Amministrazione una serie di argomenti non inseriti all’ordine del giorno:
• allineamento verso il massimo, una richiesta più che giustificata dall’enorme sforzo produttivo fatto dall’Istituto nel suo complesso nel corso dello scorso anno, di tutte le sedi territoriali, comprese le tre sedi a 90 sull’incentivo speciale e le sei sedi a 100 sull’incentivo ordinario;
• accordo stralcio sull’erogazione del TEP per chi ha maturato il requisito di accesso nel corso del 2020;
• accordo sulla destinazione dei risparmi, sono circa 11 milioni di euro, derivanti dalle risorse finalizzate a remunerare le prestazioni di lavoro straordinario e non
utilizzate nel corso del 2020;
• definizione delle domande di assegnazione provvisoria, sia di quelle giacenti senza provvedimento sia di quelle prossime alla scadenza e suscettibili di proroga, presentate ai sensi dell’art.3 della Legge n.104/1992 oppure ai sensi dell’art.42 bis del D.lgs. n.151/2001 (sul punto il Presidente ha preannunciato una riunione con i direttori regionali delle sedi coinvolte al fine di individuare, come noi auspichiamo, una soluzione normativamente orientata verso il rispetto di quei principi di tutela della disabilità e della genitorialità proclamati dal legislatore);
• accordo per la rivisitazione del regolamento sui prestiti al personale così come convenuto nella dichiarazione congiunta inserita nel verbale di intesa del 2020 (ricordiamo che la nostra richiesta era e resta quella di portare da 120 a 180 rate il piano di ammortamento in modo da incrementare sensibilmente il capitale mutuabile parametrato sul quinto cedibile).
In chiusura di riunione il Presidente ha preannunciato l’inserimento nel Piano Triennale dei Fabbisogni di Personale 2021/2023 di un programma assunzionale di circa 5.000 dipendenti nell’arco del triennio di riferimento e l’imminente sblocco del DM che il Governo avrebbe dovuto emanare entro marzo 2020 (sic!) per la riapertura dei termini di adesione alla Gestione unitaria delle prestazioni creditizie e sociali (meglio nota come Fondo dello 0,35%).
I lavori del Tavolo nazionale sono stati aggiornati a martedì 13 aprile per la prosecuzione del confronto su una nuova bozza di CCNI che, a questo punto, contemplerà le due annualità 2020 e 2021.

Roma, 08 aprile 2021

FP CGIL
Matteo Ariano
Antonella Trevisani

CISL FP
Paolo Scilinguo

UIL PA
Sergio Cervo

CONFSAL/UNSA
Francesco Viola

Pubblichiamo la richiesta unitaria Fp Cgil Fns Cisl e Confsal VVF riguardo la pianificazione didattica dei corsi in ingresso per Allievi Vigili del Fuoco e la reale mancanza di organici del Corpo

Pubblichiamo la nota unitaria Fp Cgil VVF, Fns Cisl e Confsal in merito la richiesta di emanazione di bandi di concorso interni ed esterni per le qualifiche di Ispettore Logistico Gestionale e Informatico, si richiede inoltre l’avvio di valutazione di merito comparativo per i 7 posti di Dirigente Logistico  Gestionale e Informatico.

A seguito dell’incontro tenutosi con l’Amministrazione in merito la discussione sul rinnovo contrattuale triennio 2019-21 pubblichiamo il resoconto unitario Fp Cgil VVF, Fns Cisl e Confsal VVF

Appuntamento alle ore 17 @fpcgilsanita

Covid19, salute e sicurezza per chi lavora in sanità. In diretta le risposte alle tue domande. Riparte da questo tema ‘La Cura dei Diritti’, il servizio di domande e risposte promosso dalla Fp Cgil attraverso dirette Facebook e dedicato alle lavoratrici e ai lavoratori della sanità. Appuntamento lunedì 12 aprile a partire dalle ore 17 sulla pagina Facebook della Fp Cgil Sanità (fb.me/fpcgilsanita). È possibile inviare le domande commentando sotto il post di annuncio della diretta qui, inviando sempre alla pagina dei messaggi privati oppure scrivendo a sanita@fpcgil.it.

Un appuntamento rivolto agli operatori sanitari per accendere un faro sul tema Covid-19 e le misure previste per tutelare salute e sicurezza: dal ruolo delle aziende ai protocolli sottoscritti, passando per il contributo del sindacato e degli Rls. Sarà Marco Vitelli, della Fp Cgil Sanità, ad occuparsi di fornire le risposte alle domande raccolte prima e durante la diretta. L’iniziativa sarà aperta dalla segretaria nazionale, Barbara Francavilla, a chiudere invece il segretario nazionale, Michele Vannini.

SPASMODICHE ATTESE E MANCATE SOLUZIONI: LA STORIA INFINITA CHE DEVE FINIRE

Tutte le lavoratrici e i lavoratori dell’INL conoscono bene l’annosa vicenda relativa alle progressioni economiche, partita con il bando del 2010 del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali. Finalmente, dopo dieci anni dall’ultimo bando di progressioni, si è faticosamente riusciti a sottoscrivere un accordo – prima parzialmente modificato dal Dipartimento della Funzione Pubblica, poi nuovamente sottoscritto – che ha inteso dare risposta anzitutto a coloro che da anni aspettavano almeno uno “scatto” economico.
Si è partiti, quindi, con una procedura informatica che avrebbe dovuto garantire celerità e, invece, mesi fa ci è stato detto che circa trecento domande non risultavano validata: si tratta di trecento “smemorati” che hanno dimenticato di confermare la propria domanda o di trecento sfortunati a cui il sistema non ha consentito di farlo? Nel dubbio, si è deciso di evitare che questi trecento lavoratori venissero esclusi dalla procedura, per scongiurare l’altissimo rischio di ricorsi rinviando ad un momento successivo le opportune verifiche. Tuttavia, questo ulteriore blocco ha fatto slittare la decorrenza delle progressioni di un anno.
Nel corso degli ultimi incontri, l’Amministrazione ci ha sempre garantito che entro il mese di marzo le progressioni si sarebbero chiuse con pubblicazione delle graduatorie. Non avendo precisato l’anno di riferimento, non vorremmo ci si riferisca a marzo 2022!
Infatti, ad oggi, 7 aprile 2021, non abbiamo nessun riscontro sulla chiusura dell’intera procedura, né sull’imminente pubblicazione delle graduatorie.
Ovviamente non possiamo tralasciare che è in corso anche la procedura delle progressioni “verticali”, che interessa quei colleghi, ancorché in numero non molto elevato per i noti condizionamenti normativi, che comunque da quasi 18 anni aspettano una possibilità di riqualificazione professionale. Anche per questo ripetutamente, su nostra sollecitazione abbiamo chiesto tempi certi e ristretti di conclusione, con anche una chiara indicazione sugli argomenti che saranno oggetto del vastissimo programma di cui al bando. Non vorremmo che si attuino percorsi di esami rigidi ed estremamente selettivi per questi colleghi, molti dei quali già svolgono mansioni ascrivibili al profilo professionale di terza area, quando si sono fatte assunzioni fin troppo semplificate attingendo da graduatorie esterne, e con un percorso di poco più di una settimana addirittura si è proceduto al cambio di profilo professionale. L’Amministrazione si è sempre dichiarata concorde, ad oggi comunque nessun riscontro. Questi colleghi sarebbero di sollievo alla grave carenza in organico di personale amministrativo che si accentuerà ancor di più entro la fine del 2021 per l’uscita di alto numero di colleghi già chiara ed evidente da tempo.
Ancora, avevamo chiesto un confronto sulle ferie residue 2020 (su cui ovviamente ogni Ufficio continua ad andare per conto suo) e sul buono pasto in regime di smart-working problemi ancora irrisolti. Nessun riscontro.
Abbiamo da poco ricevuto convocazione per il 15 aprile, per avere una “informativa sull’iter delle procedure relative alla progressioni orizzontali e verticali”.
In quella data, sia chiaro, non ci accontenteremo di ulteriori vaghe promesse o generiche informative. Pretendiamo di avere, quel giorno, una data precisa di pubblicazione delle graduatorie, senza la quale ci riserviamo ogni azione a tutela dei lavoratori per smuovere l’Amministrazione da questa irrazionale immobilità, anche con la ricerca di altri tavoli negoziali sin da ora.
I lavoratori di questa disastrata Amministrazione, già fortemente demotivati, non meritano ulteriori interminabili attese.

Roma, 7 aprile 2021

FP CGIL
Matteo Ariano

CISL FP
Michele Cavo

UIL PA
Bruno Di Cuia

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