Pubblichiamo la nota unitaria Fp Cgil VVF, Fns Cisl e Confsal VVF in merito la richiesti per la mobilità del personale del ruolo Vigile del Fuoco
Fumata nera nel corso del tentativo di conciliazione dopo lo stato di agitazione nazionale dei Vigili del Fuoco proclamato da Fp Cgil Vvf, Fns Cisl e Confsal Vvf. A darne notizia sono le stesse organizzazione sindacali sostenendo che: “Preso atto della posizione assunta dall’Amministrazione, ogni possibile spiraglio al dialogo è stato negato”. I sindacati hanno infatti promosso lo stato di agitazione perché sul decreto interministeriale che disciplina le posizioni organizzative da conferire al personale del corpo, “l’Amministrazione non ha colto le legittime osservazioni da noi presentate, a seguito delle ripetute richieste di intervento ricevute dai lavoratori direttivi e dirigenti”.
Nel corso del tentativo di conciliazione, fanno sapere Mauro Giulianella (Fp Cgil Vvf), Massimo Vespia (Fns Cisl) e Franco Giancarlo (Confsal Vvf), “si è favorito il carattere di una presunta urgenza e blindare il decreto del principio di funzionalità dello stesso. Per queste ragioni riteniamo direttamente responsabile l’Amministrazione degli effetti negativi che, inevitabilmente, ricadranno sulle lavoratrici e sui lavoratori Direttivi e Dirigenti nel corso del rinnovo contrattuale 2019/2021. La totale chiusura dimostrata dal tavolo rappresentata dal sottosegretario, dal capo Dipartimento e dal capo del Corpo, disattenti a rimettere al centro la funzionalità del Corpo e la sua organizzazione attraverso un ulteriore passaggio di modifica e integrazione, va contro ogni principio dettato dal Patto sottoscritto dalle Confederazioni Sindacali”.
Cgil, Cisl e Confsal dei Vigili del Fuoco, le organizzazioni sindacali “maggiormente rappresentative in tutti e due i comparti di contrattazione, hanno quindi deciso di non procedere con il raffreddamento: un’altra dimostrazione di come l’Amministrazione intenda continuare a distribuire le risorse soggette a negoziazione e accordo immaginando di imporre il suo modello organizzativo ed economico. Questo, sia chiaro, non sarà più permesso. Così come deve essere chiaro che la ‘premura’ manifestata dall’Amministrazione nei confronti degli obblighi di legge che hanno imposto la blindatura del decreto, a partire da questo momento, sarà da noi pretesa per i ritardi accumulati dal Dipartimento in moltissime tematiche che riguardano la salute e la sicurezza del personale”, concludono Giulianella, Vespia e Giancarlo.
Sottoscrizione dell’Accordo definitivo sul Sussidio per la Polizza Sanitaria Integrativa
Le scriventi OO.SS. hanno sottoscritto l’Accordo definitivo che consentirà al personale di ricevere un contributo per la spesa sostenuta per l’adesione alla Polizza sanitaria integrativa, secondo le fasce Isee.
A tal riguardo, ricordiamo che la Polizza sanitaria integrativa consente di ottenere il rimborso della spesa sostenuta per le prestazioni sanitarie aggiuntive rispetto alla Polizza base per il dipendente e i familiari fiscalmente a carico, secondo quanto previsto dal piano assicurativo.
Contestualmente, nell’ambito dell’incontro del 26 marzo 2021, CGIL – CISL – UIL hanno fortemente stigmatizzato il comportamento dell’Amministrazione per aver interrotto da oltre quattro mesi la contrattazione per la ripartizione del Fondo risorse decentrate 2019. Un silenzio assordante e ingiustificato, a discapito delle
lavoratrici e dei lavoratori della Corte, ancora in attesa della liquidazione delle competenze accessorie relative alle attività svolte nel 2019.
Inoltre, in linea con quanto scaturito dall’Assemblea Unitaria Generale del Personale del 16 marzo u.s., le scriventi OO.SS. hanno rappresentato la messa in atto dello Stato di Agitazione del Personale della Corte dei conti, qualora l’Amministrazione non avesse: indicato una data certa per la ripresa della
contrattazione; dato risposte concrete per il completamento delle procedure delle Progressioni Economiche 2020, la liquidazione dei Sussidi 2019/2020 e dei residui del FRD 2018; avviato un reale confronto sulle criticità riguardanti i nuovi Trattamenti economici e sul sistema della Sicurezza in tempo di pandemia.
A seguito di ciò, l’Amministrazione si è impegnata a convocare le OO.SS. prima delle festività pasquali.
Si allega il Testo dell’Accordo definitivo sulla Polizza sanitaria integrativa.
NON C’E’ PIU’ TEMPO DA PERDERE, SERVONO RISPOSTE CONCRETE AI LAVORATORI E IL RISPETTO DELLE RELAZIONI SINDACALI
Roma, 29 Marzo 2021
Susanna Di Folco Alessandro Guarente Fernanda Amidani
La crisi pandemica non accenna ad allentare la presa con i suoi drammatici effetti che da oltre un anno ricadono sulla salute delle persone, sul lavoro e sulle relazioni. Questa difficile situazione richiede il massimo dell’attenzione e iniziative che, tutte insieme, aiutino a frenare i contagi e ad uscire dalla pandemia.
Vaccini, sanità pubblica, ricerca, occupazione, scuola, assistenza: sono solo alcuni dei punti toccati dall’ordine del giorno approvato la scorsa settimana dal comitato direttivo della Cgil, punti sui quali la Cgil si impegna e su cui è necessario lavorare insieme per uscire dalla pandemia e rilanciare il Paese.
Prima di tutto è necessario accelerare la campagna nazionale di vaccinazione, oggi ancora troppo lenta e diversificata di regione in regione. Ad oggi infatti appena il 4,98% della popolazione è vaccinata (parliamo di meno di 3 milioni di persone). Se guardiamo solo alla somministrazione della prima dose, sono meno di 6 milioni e mezzo gli italiani che l’hanno ricevuta (il 10,81% della popolazione).
Al tempo stesso i diversi Paesi dell’Europa, uniti, dovrebbero mettere in campo un’iniziativa convincente per contrastare questi clamorosi ritardi nelle forniture delle Multinazionali produttrici. E continuare a fare pressione affinché sia accolta la nostra richiesta di sospendere i brevetti dei vaccini in una fase così drammatica che ha pesantissimi effetti sul mondo, ancora di più nei Paesi più poveri. Non si può fare profitto sulla vita delle persone.
I vaccini, però, non possono essere il solo strumento di contrasto del virus. Bisogna scardinare la cattiva abitudine di agire in emergenza e imparare ad investire per migliorare i nostri servizi e, di conseguenza, la qualità della nostra vita.
In questo anno di pandemia è stato sotto gli occhi di tutti il mastodontico sforzo della sanità pubblica, una sanità che se negli anni avesse ricevuto i giusti investimenti sarebbe stata senz’altro più pronta a rispondere alla minaccia del Covid.
Per questo è necessario, da una parte, continuare a rafforzare e qualificare la sanità pubblica, colonna portante per il bene del Paese. Un passo decisivo non solo per contrastare la diffusione della pandemia, ma anche per evitare di sovraccaricare gli ospedali, già in grave affanno. Dall’altra è altrettanto importante investire costantemente nella ricerca.
Il nuovo DL Sostegni ha introdotto alcune misure necessarie, come ad esempio la proroga del blocco dei licenziamenti fino a ottobre per tutte quelle categorie di lavoratori che non possono usufruire degli ammortizzatori ordinari. Al tempo stesso, però, da luglio sarà concesso alle imprese del settore industriale di ricorrere ai licenziamenti. Una scelta che rischia di dividere il Paese e i lavoratori, e che è in contraddizione con l’impegno del Governo di arrivare in autunno per una seria riforma degli ammortizzatori sociali.
Un’altra grande criticità è stata la decisione di inserire un nuovo condono fiscale in un momento drammatico del Paese. È una misura che nulla c’entra con le esigenze di trasparenza del bilancio pubblico, e che umilia chi le tasse le ha sempre pagate, per sostenere i servizi del nostro Paese, a partire proprio dalla sanità pubblica e dall’istruzione.
Una scelta in netta contraddizione con il richiamo ad una dimensione Europea, più volte decantata dall’attuale Presidente del Consiglio, Mario Draghi. Una scelta che viaggia nella direzione opposta alla volontà di avviare una riforma del sistema fiscale fondata sulla lotta all’evasione.
Quello che abbiamo di fronte è un quadro di grande difficoltà e dobbiamo avere la consapevolezza che nei prossimi mesi e nei prossimi anni si giocherà il futuro dell’Italia e dell’Europa.
Per questo è importante incalzare il Governo per avviare un confronto su temi centrali per il nostro futuro: un piano straordinario di occupazione, rivolto soprattutto ai giovani, alle donne e al Sud Italia, una riforma del sistema fiscale, le pensioni, gli ammortizzatori sociali, la scuola e la formazione, a fronte dell’impatto che le nuove misure di contrasto alla diffusione della pandemia possono avere sulla conclusione dell’anno scolastico e sull’avvio del prossimo.
È un lavoro complesso, in una condizione di difficoltà inedita, ma decisivo per il futuro del Paese e delle persone che rappresentiamo.
FIRMA CCI PARTE NORMATIVA 2019-2021 E PARTE ECONOMICA 2019
E ACCORDO PER I CRITERI DI CONFERIMENTO PER INCARICHI DI POSIZIONE
ORGANIZZATIVA UFFICI TERRITORIALI
In data 17 marzo 2021 con la firma è stata siglata l’Ipotesi di Contratto Integrativo Normativo triennale 2019 /2021 e l’Ipotesi di CCI parte economica 2019 .
I rilievi del Mef in ordine alla costituzione del fondo non avevano reso possibile, infatti, definire prima l’ipotesi di contratto.
Siglare l’ipotesi di contratto a due anni di distanza dall’anno di riferimento, ha determinato che per molti istituti non si è potuto fare altro che confermare quanto aveva già trovato applicazione. Ricordiamo, infatti, che sia le indennità che la Performance organizzativa (produttività) sono state già pagate.
Non è stato , quindi , possibile inserire alcune modiche, come ad esempio una revisione della scala parametrica per la quale è stato comunque firmato un impegno alla revisione per il triennio successivo.
Per le progressioni economiche il risultato della valutazione individuale è stato inserito come uno dei criteri utili per la selezione per il triennio 2019- 2021. Anche in questo caso abbiamo dovuto semplicemente ratificare quanto già fatto precedentemente. Come sapete a causa dell’emergenza COVID eccezionalmente per le selezioni dell’anno 2020 è stato
utilizzato come criterio il risultato della valutazione individuale.
Non era infatti possibile fare i test data l’impossibilità di far accedere tutto il personale agli uffici . Per non far perdere le progressioni tutte le OO.SS hanno convenuto su questo sistema. Nell’accordo per le progressioni il sistema è stato ripreso per il 2021 data l’incertezza della situazione epidemiologica e considerato che diviene indifferente dal momento che sono state stanziate risorse sufficienti a garantire il passaggio a tutti quelli che hanno i titoli per partecipare. Con riguardo a questo, per evitare che diventi una regola comunque valevole anche per le selezioni dei prossimi anni , è previsto in ogni caso per il triennio successivo l’impegno a modificare i criteri di selezione ,tenendo conto che bisognerà vedere anche le novità che interverranno in materia a seguito della prevista modifica di tutto l’ordinamento professionale.
Per quanto riguarda il contratto parte economica 2019 il FONDO 2019 è pari a 28.763.601,00 euro .
In applicazione dell’art.76 comma 4 LETT A CCNL Funzioni Centrali 2018/2021 è stato possibile integrare il fondo di un importo pari a 3.179.882 derivante dai ricavi relativi alle convenzioni tasse automobilistiche stipulate con le Regioni .
Con una quota parte (373.053,00 euro) è stato incrementato il Fondo del Progetto nazionale che da 900.000,00 euro passa a 1.274.442 euro.
Il progetto nazionale per il 2019 è rimasto la CUSTOMER SATISFACTION per la Sede Centrale e Direzioni Compartimentali mentre per le Sedi Territoriali è costituito esclusivamente dai “Servizi a domicilio”.
L’Amministrazione ha già comunicato che tutte le strutture risultano aver raggiunto gli obiettivi per i progetti. Come sapete questa quota di fondo è diviso tra tutti i dipendenti a parametro unico. Una quota sarà suddivisa fra TUTTO il personale su base nazionale in base alla forza in ruolo al 1 gennaio 2019 ( quota individuale pari a circa 740euro ).
Evidenziamo che in questa quota confluiranno anche tutti i residui del Fondo.
La quota rimanente pari a 2.806.829 è destinata al Progetto di digitalizzazione, miglioramento efficienza organizzativa e impegno professionale nell’anno 2019.
Una quota sarà suddivisa fra TUTTO il personale su base nazionale in base alla forza in ruolo al 1 gennaio 2019 ( quota individuale pari a circa 758 euro ).
Come negli anni passati è previsto un compenso differenziato pari a 300 euro in più per il personale appartenente a determinate strutture per la partecipazione a particolari progetti.
Per il 2019 il compenso è previsto per il personale ( pari a circa il 90% della forza in ruolo) delle seguenti strutture:
Tutti gli uffici Territoriali- Direzioni territoriali- Aree Metropolitane
Direzione Centrale Attività Associative e Gestione Sviluppo Reti
Direzione Centrale Educazione Stradale, Mobilità , Turismo
Servizio Gestione Pra
Servizio Gestione Tasse
DSSI
Servizio patrimonio
Ufficio Amministrazione e Bilancio
Una quota pari ad ulteriori 300 euro è prevista per il personale delle Aree A E B .
Nessuna modifica è stata apportata rispetto al CCI 2018 per quanto riguarda le quote di Fondo per la Performance organizzativa pari a euro 5.091.522,04 e per la Performance individuale che rimane pari 1.280.691,22.
E’ stato migliorato il sistema di pagamento per la performance individuale. Per il pagamento si terrà conto dei risultati delle schede di valutazione dei comportamenti individuali previsti dal Sistema di Misurazione e valutazione del Personale adottato dall’ente che prevede una valutazione finale che va da 1 a 16.
La quota di fondo viene ripartita in proporzione al punteggio effettivamente conseguito .
Al valore di 1 viene attribuito un importo di 120 euro .
Come stabilito dal CCNL Funzioni centrali ad una quota limitata di dipendenti deve essere riconosciuto un differenziale rispetto alla media.
I dipendenti destinatari di questa maggiorazione sono coloro che nella valutazione hanno ricevuto la valutazione massima di 16. Nella divisione del fondo sarà calcolato per queste persone un coefficiente di maggiorazione pari a 1,8 ( pari a circa 250 euro in più ) Come sapete il contratto prima della firma definitiva dovrà essere approvato dai ministeri vigilanti.
Con la firma definitiva si potrà procedere al pagamento delle somme ancora da erogare (progetto nazionale, progetto digitalizzazione, performance individuale ). Un totale di circa 5.361.962,00 euro con una media pro capite 2.000 euro ancora da percepire.
E’ stato, inoltre, firmato nei giorni precedenti un nuovo protocollo per l’attribuzione degli incarichi di posizione organizzativa per gli uffici territoriali.
Innanzitutto il nuovo protocollo prevede una procedura selettiva uguale per Responsabili UT e Vicari eliminando così una non ragionevole differenziazione.
Si sono introdotti criteri più trasparenti per la valutazione del colloquio, individuando anche con più precisione le materie sulle quali deve avvenire il colloquio.
E’ stata introdotta una valutazione anche dei titoli all’interno della quale è stata valorizzata l’esperienza svolta nel ruolo.
La durata dell’incarico può essere sempre di 1 o due anni ma alla scadenza è possibile, qualora non ci siano state criticità, una conferma nell’incarico per ulteriori due anni ( non 1 come in precedenza).
E’ stata prevista la possibilità per i Responsabili di Struttura di candidarsi anche per avere incarichi ad interim negli uffici nei quali non si riesce a coprire la posizione organizzativa. Per questi eventuali incarichi ad interim è previsto il pagamento della indennità di funzione in aggiunta a quella percepita.
Nei prossimi giorni sarà inoltre sottoscritto anche l’accordo che prevederà la corresponsione di una indennità per l’interim per i Responsabili di A.C.
Cordiali saluti a tutti.
Al D.G.P.R. – D.A.P.
dott. Massimo PARISI
Roma
Alla Direttrice U.R.S. – D.A.P.
dott.ssa Ida DEL GROSSO
Roma
E, p.c. Al Vice Capo DAP
dott. Roberto TARTAGLIA
Roma
Oggetto: bozza P.C.D. sulla mobilità interna del personale del Corpo di Polizia Penitenziaria. OSSERVAZIONI FP CGIL
Egregio Direttore Generale,
in riferimento al prossimo incontro calendarizzato con le Parti Sociali, rispetto alla materia
indicata in oggetto, questo Coordinamento Nazionale ritiene doveroso ed opportuno evidenziarLe alcune giuste e partecipate osservazioni che pervengono anche dal personale interessato.
Nella fattispecie, sarebbe necessario rivisitare l’articolo 9 comma 1 (servizio prestato in sedi disagiate), dell’impianto de quo, con valutazione di incremento punteggio per tutti quegli Istituti non ubicati sulla terraferma, in considerazione del cospicuo disagio geografico,
organizzativo e logistico che inevitabilmente interessa i lavoratori e le lavoratrici, specie nella stagione invernale, pur apprezzabilmente tenendo conto della già differenziazione che utilmente definisce l’Istituto di Gorgona.
Fiducioso in un Suo sensibile interessamento che vorrà accordare alla presente, si inviano distinti saluti.
Coordinatore Nazionale FP CGIL
Polizia Penitenziaria
Stefano BRANCHI
Dal mese di settembre 2020, in piena pandemia, a tutti i dipendenti dell’Inps, impegnati nel lavoro agile, forma definibile più come home-working che smart-working considerate le modalità “forzate” di applicazione del lavoro agile in assenza, per espressa previsione legislativa, di un accordo individuale tra lavoratore e datore di lavoro, non è stata riconosciuta la maturazione del buono pasto. Tutto ciò avviene anche per le iniziative del Collegio dei Sindaci, senza che vi sia un’indicazione vincolante da parte del Ministero della Funzione Pubblica.
La Legge di Bilancio 2021, Legge n.178/2020, art.1, comma 870, invece, ha previsto che i risparmi derivanti dalla mancata fruizione dei buoni pasto e dal mancato utilizzo degli straordinari possano essere restituiti al personale sotto forma di finanziamento dei trattamenti economici accessori o degli istituti del welfare integrativo.
Ebbene il Collegio dei Sindaci nell’ultima seduta non ha certificato l’ammontare degli importi oggetto del risparmio conseguito, per un piccolo errore nel calcolo ( invece che far correggere la relazione hanno preferito respingerla per farsela ripresentare), tutto ciò sempre a danno dei lavoratori che hanno sostenuto e continuano incessantemente a sostenere il Paese.
Per ultimo interviene l’Avvocatura Generale dello Stato, che precisa nella nota del 12.03.2021 che “per le peculiarità del relativo regime, il lavoro agile nel corrente periodo di emergenza sanitaria assume caratteri di ordinarietà … tali da legittimare il buono
pasto”. In pratica quello che le scriventi OO.SS. sostengono da sempre.
A questo punto chiediamo all’Amministrazione di erogare i buoni pasto da settembre 2020 e fino alla fine della pandemia. In merito all’utilizzo dei risparmi di spesa previsti dalla Legge di Bilancio 2021, ricordiamo, senza tema di esser smentiti, che il valore dei buoni pasto non è soggetto a prelievo Irpef: lo sottolineiamo qualora l’amministrazione optasse per altra soluzione, una soluzione certo non pro-lavoratori.
SMETTIAMOLA CON IL RIMPALLO.
FP CGIL
Matteo Ariano
Antonella Trevisani
CISL FP
Paolo Scilinguo
UIL PA
Sergio Cervo
CONFSAL/UNSA
Francesco Viola
Un impegno sindacale preso e raggiunto !!
Adelaide Benvenuto
Fp Cgil Ministero Interno
Pubblichiamo la nota unitaria delle organizzazioni Sindacali Nazionale Fp cgil VVF, Fns Cisl e Confsal VVF, in merito alla richiesta di attivazione da parte dell’Amministrazione sulla mancata applicazione dell’indennità di volo art. 59 e maggiorazione di volo art. 20 DPR 1092/73 del personale aeronavigante VVF in quiescenza.
Aumentano i contagi da Covid-19 tra gli agenti di Polizia Penitenziaria mentre vanno a rilento le vaccinazioni. A denunciarlo è la Fp Cgil, che osserva: “Come se non bastasse la grave carenza in organico, a rendere ancor più gravoso il lavoro del Poliziotto Penitenziario arriva la notizia che i contagi da Covid-19 tra il personale aumentano e di conseguenza aumenta ulteriormente il carico di lavoro. Due settimane fa erano 655 i poliziotti contagiati, oggi sono 780 e purtroppo si registrano anche alcuni decessi”.
“Non vogliamo creare allarmismi – aggiunge la Fp Cgil – ma se oltre a questi dati, già sufficientemente preoccupanti, consideriamo che la vaccinazione del personale delle carceri, che ricordiamo doveva essere una priorità, procede a rilento rispetto a quella di altre Forze di Polizia, la nostra preoccupazione cresce. Sono, infatti, solo 12.267 su 36.653 i poliziotti penitenziari vaccinati ad oggi, molti dei quali solo con la prima dose. Se si considera che una settimana fa erano 10.205, si capisce che la campagna vaccinale procede a rilento anche nelle carceri, dove il pericolo di contagio è più elevato ”.
Nel dettaglio, fa sapere il sindacato, “solo in alcune regioni, come Lombardia, Sicilia e Abruzzo, si sta vaccinando con un minimo di costanza, per il resto del paese la strada è ancora lunga e soprattutto in salita. Unica notizia positiva è che, dopo le nostre ripetute richieste, la ministra della Giustizia Cartabia ha convocato i sindacati della Polizia Penitenziaria per mercoledì 31 marzo. Indicheremo alla ministra quali sono le priorità da affrontare con urgenza, con la speranza di poter registrare un cambio di passo da parte del Governo sull’emergenza carcere”, conclude la Fp Cgil.
Pubblichiamo la nota unitaria Fp Cgil VVF, Fns Cisl e Confsal VVF a seguito della nota della Direzione centrale per le Risorse Umane 16556 del 24-03-2021 sulla mobilità del personale del ruolo Vigile del Fuoco