Al Direttore Generale del personale e delle risorse del Dap
Dott. Massimo Parisi
Abbiamo letto il documento congiunto redatto dai dipartimenti del Ministero della Giustizia DOG ,
DAP , DGMC ed Archivi Notarili ed abbiamo partecipato all’ incontro informativo organizzato , su
richiesta delle OOSS con la parte pubblica .
Nel condividere tutte le osservazioni e commenti già comunicati in un documento unitario di questa
OS con CISL e UIL si desiderano aggiungere alcune considerazioni che in ragione di quanto si sta
decidendo presso la Funzione Pubblica e presso la Presidenza del Consiglio ( è di poche ore fa la
comunicazione della sottoscrizione di un “Patto per il lavoro pubblico e per la Coesione Sociale” del
presidente del consiglio del ministro della funzione pubblica e delle organizzazione sindacali CGIL
CISL e UIL) risultano opportune al fine di mantenere alta l’attenzione sul tema della riforma del lavoro
nella PA e quindi anche nel Ministero della Giustizia e conseguentemente nel Dipartimento
dell’Amministrazione penitenziaria.
L’ emergenza sanitaria ha di fatto costretto il Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria in
una con le sue articolazioni regionali e locali a ripensarsi. Scelte obbligate, legate al rischio contagio
hanno consentito la “concessione” dello svolgimento dell’attività lavorativa in modalità “agile”.
La fotografia delle attività c.d. smartabili , che ci viene fornita in allegato al documento di “indirizzo”, pur potendo essere migliorata mostra già in questa forma “embrionale” un elevato numero di attività lavorative che molti dei nostri funzionari possono svolgere da remoto anche se sono in servizio presso gli istituti penitenziari.
Pertanto il piano del DAP deve potere concretamente prevedere e programmare questa modalità
di svolgimento della prestazione lavorativa e deve prevederlo per tutti coloro i quali non sono impegnati nei servizi operativi di istituto come già sta avvenendo dal marzo 2020.
Il processo di ammodernamento della PA da decenni annunciato sembra oggi potere essere concretamente avviato anche con il sostegno del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) che
prevede un finanziamento ad hoc da investire sul processo di ammodernamento della PA.
Un percorso di ripensamento della prestazione del lavoratore pubblico che, dalla prestazione lavorativa valutata sull’ indicatore della presenza , deve, da oggi in poi essere verificata sulla base del
perseguimento di obiettivi assegnati, definiti e misurabili.
Tra gli obiettivi previsti dal PNRR viene indicato il lavoro agile quale nuova forma di organizzazione
del lavoro e strumento per conciliare la vita lavorativa con quella personale dei dipendenti e per
riconsiderare l’idoneo utilizzo degli spazi/ uffici e le attività lavorative ( coworking e smart working) anche al fine di decongestionare i centri urbani e contribuire così ai processi di transizione green.
Questo percorso coinvolge anche il Dipartimento dell’Amministrazione penitenziaria e tutte le sue
articolazioni regionali e locali e un ruolo chiave deve essere affidato ai dirigenti penitenziari direttori
degli uffici del Dipartimento, dei PRAP e degli istituti penitenziari.
Si auspica pertanto che il documento POLA venga condiviso a cura della Direzione Generale del
Personale e delle risorse, con tutta la dirigenza penitenziaria che al centro e presso le articolazioni
decentrate venga incaricata di discuterne in spazi e tempi dedicati insieme agli altri colleghi al fine di produrre qualificati contributi per rendere operative quelle linee d’ indirizzo che allo stato sono teoriche ed astratte nella loro definizione.
Il cambiamento passa attraverso percorsi di apprendimento e presa di coscienza dei propri saperi.
Assegnare il ruolo attivo, pivotal, alla Dirigenza penitenziaria significa vedere assicurato un esito positivo al recepimento e messa a sistema della modalità lavorativa in lavoro agile per tutto il personale di questa Amministrazione a vantaggio di tutti gli attori interessati e per aderire agli obiettivi del PNRR.
La coordinatrice nazionale Fp Cgil
Carla Ciavarella
L’11 marzo del 2020 l’Organizzazione Mondiale della Sanità dichiarava la pandemia globale di COVID-19. A un anno da quel giorno emergono amplificati i punti di forza e di debolezza delle nostre società. In Europa la pandemia ha messo a nudo la fragilità dei sistemi sanitari pubblici e la totale mancanza di capacità di rispondere a un tale shock socio-sanitario ed economico.
Come sindacati dei servizi pubblici europei da tempo protestiamo per la carenza di personale, il sottofinanziamento e le risorse inadeguate, da molto prima dello scoppio della pandemia. Quando la prima ondata ha colpito, perciò, non ci ha meravigliato che i sistemi sanitari e le case di cura ne fossero completamente sopraffatti.
È triste ammettere, riflettendo sulle politiche neoliberiste, che ci voglia un momento di svolta come una pandemia globale per riconoscere la necessità di servizi pubblici ben finanziati e il riconoscimento dei lavoratori che li erogano.
La pandemia ha reso chiari gli svantaggi della privatizzazione e dei tagli di bilancio: la priorità è quella di rafforzare la salute pubblica e i sistemi di assistenza, attraverso politiche fiscali più eque ed inclusive, affinché chi ha di più contribuisca maggiormente al finanziamento del welfare nazionale.
È un dovere verso i nostri operatori sanitari e assistenziali, molti dei quali sono in cura per stress post-traumatico.
Ci sono stati più di 100 scioperi nei settori della sanità e dell’assistenza in Europa poco prima dello scoppio della pandemia, per rivendicare aumenti salariali, migliori condizioni di lavoro, più assunzioni e servizi di supporto.
Insieme alla sanità e al settore dell’assistenza sociale anche altri servizi pubblici sono stati in prima linea nella crisi. Dai settori dei rifiuti, dell’acqua e dell’energia, alla sicurezza sociale e ai servizi per l’impiego, le lavoratrici e i lavoratori dei servizi pubblici sono stati cruciali per far funzionare la società e per affrontare le ricadute socioeconomiche delle misure di lockdown.
Il loro ruolo diventerà ancora più cruciale per la ripresa economica: maggiori investimenti per garantire la disponibilità e la qualità dei servizi, per assicurare l’accesso al welfare, agli alloggi, all’acqua, all’energia e all’istruzione, così come il finanziamento degli enti locali.
Il settore pubblico ha un ruolo unico da svolgere nella ricostruzione di società più resilienti per promuovere un’economia circolare ai sistemi di trasporto verdi e alle infrastrutture pubbliche “pulite”. I fondi nazionali ed europei destinati alla ripresa dovrebbero essere usati per questo, rinunciando a quei miopi processi di privatizzazione dei servizi pubblici che penalizzano i cittadini.
Questa crisi sanitaria senza precedenti dimostra che l’UE deve pensare a riacquisire alcuni settori che garantiscono la sicurezza dei cittadini europei, come la farmaceutica o la produzione di dispositivi di protezione individuale, con un maggior coordinamento per la campagna vaccinale ed un’autonomia produttiva, garantendo così copertura a tutti i cittadini ed evitando speculazioni sulla salute.
Le carenze rilevate durante questa crisi sottolineano che gran parte del fondo di ripresa dell’UE deve essere destinato all’investimento nei servizi pubblici, che rappresentano i valori universali alla base della stessa Europa.
Come segretari generali dei sindacati del servizi pubblici, lotteremo con molti altri per l’uguaglianza del mercato del lavoro, per migliori condizioni di lavoro e più investimenti pubblici. Insieme a un movimento in crescita, ci battiamo per la giustizia fiscale, per garantire che le aziende paghino la loro giusta quota e per invertire la crescente disuguaglianza. È fondamentale che nella ripresa da quella che si prospetta come la peggiore crisi economica di sempre, le lavoratrici e i lavoratori, le comunità e il nostro pianeta abbiano la priorità sui profitti di pochi.
Jan Willem Goudriaan, segretario generale Epsu
Mette Nord, presidente di Epsu
Serena Sorrentino, segretaria generale Fp Cgil
Maurizio Petriccioli, segretario generale Cisl Fp
Michelangelo Librandi, segretario generale Uil Fpl
Sandro Colombi, segretario generale Uil Pa
Comunicato
E’ stata sottoscritta in data odierna la pre-intesa, che verrà trasmessa agli Organi competenti per la certificazione, finalizzata alla liquidazione dei compensi per l’annualità 2019 all’incentivazione del personale del Ministero dell’Economia e delle Finanze correlati alle attività di cui all’articolo 3, comma 165 della Legge 165/2003. La FP CGIL ha sottoscritto il testo per consentire l’attivazione in tempi rapidi dell’iter che porterà alla liquidazione delle spettanze evidenziando la necessità di rivedere, a partire dal 2020, la circolare ministeriale con la definizione dell’apporto partecipativo individuale includendo, a titolo esemplificativo, i permessi da Legge 104/92, i ricoveri ospedalieri e i periodi assimilati. L’Amministrazione ha confermato la disponibilità a confrontarsi nel merito di questa richiesta. In coda alla riunione è stata confermata la liquidazione, con la mensilità di marzo, delle risorse FRD 2019, delle indennità sicurezza 2018, delle indennità relative al IV trimestre 2020 e straordinari 2020. Coerentemente al disposto dell’articolo 1, comma 870 della legge 178/2020 l’Amministrazione ha comunicato di aver quantificato e certificato i risparmi 2020 conseguiti attraverso il minor numero di buoni pasto erogati e al minor ricorso al lavoro straordinario a favore dei Fondi incentivanti. La Delegazione ministeriale, al momento, non ha esplicitato nessun orientamento rispetto alla modalità di erogazione di questo recupero di risorse a valere sul salario accessorio e non poteva essere altrimenti: sarà infatti la contrattazione a dover individuare la più equa modalità di liquidazione. A tal proposito, come FP CGIL, auspichiamo che tutti i risparmi di gestione legati alla modalità di lavoro agile siano resi disponibili alla contrattazione integrativa consapevoli che, per questa ragione, sarà necessario intervenire per via legislativa superando il limite imposto dall’art. 23, comma 2 del dl 75/2017 (tetti di spesa FRD) e nelle more della definizione dei prossimi CCNL in sede Aran. In ultima, ma non per importanza, la delegazione ministeriale ha informato – senza un reale impegno – che nel mese di marzo saranno concluse le attività relative alla stabilizzazione dei comandati. Riportiamo la notizia così come socializzata al Tavolo negoziale, consci che da mesi dette operazioni sono risultate più complesse e laboriose di quanto preventivato. Siamo comunque certi che le Strutture -quindi le colleghe e i colleghi- impegnati in questa operazione abbiano fatto il possibile, con i limiti delle condizioni date, per concludere le attività limitando il più possibile i disagi per il protrarsi di questa situazione.
FP CGIL Nazionale -MEF
Daniele Gamberini
Pubblichiamo la tanto attesa informativa relativa all’inquadramento del personale SAF 2B nel ruolo degli elisoccorritori
Pubblichiamo la nota del coordinamento Provinciale Fp Cgil VVF in merito alla mancata pagamento delle spettanze accessorie 2020 e gli arretrati dei buoni pasto
Pubblichiamo copia della lettera inviata al Ministro ed al Direttore Generale dei Musei e relativa alla grave vicenda dei licenziamenti avviati dalla società Nova Apulia a causa di problemi burocratici. Ribadiamo la nostra fattiva solidarietà ai lavoratori, e saremo al loro fianco domani alla manifestazione presidio che la Filcams CGIL ha indetto per protestare contro i licenziamenti. E ribadiamo la nostra ferma contrarietà ai licenziamenti dei lavoratori che operano a qualunque titolo nelle filiere connesse ai cicli dei beni culturali.
Claudio Meloni
FP CGIL Nazionale MIC
Roma, 11 marzo 2021
Al On. Roberto SPERANZA Ministro della Salute
Al presidente della Conferenza Stato Regioni
Stefano Bonaccini
e.p.c.
Ass. Luigi Icardi
Coordinatore Commissione Salute
OGGETTO: richiesta incontro verifica applicazione CCNL Aris-Aiop .
Gent.mi,
rileviamo con grande preoccupazione che nonostante il lungo percorso che ci ha visto condividere e sostenere con fatica e tenacia l’iter per giungere in quell’ 8 ottobre 2020, alla sottoscrizione del Ccnl Sanità privata Aris Aiop a garanzia, tutela e riconoscimento delle tante lavoratrici e lavoratori coinvolti, non ha ancora avuto seguito nel suo contenuto economico e normativo in tutto il territorio nazionale, fotografando ciò che assolutamente non volevamo e non vogliamo, il venir meno di un principio erga omnes per noi fondamentale ed imprescindibile requisito di un contratto nazionale.
Ad oggi su 20 Regioni, decorsi di 6 mesi dalla ratifica definitiva del contratto, solo 8 regioni hanno provveduto ad approvare delibere talvolta poco chiare, molto diverse tra loro e in alcuni casi anche omettendo tipologie di strutture che sono comprese nel succitato contratto, creando alibi alle strutture per cambiare contratto e pagare meno i lavoratori.
Vale la pena richiamare che l’obiettivo perseguito in maniera condivisa da tutte le parti sociali ed istituzionali era il superamento del limite ad oggi imposto dal DL 95 del 2012 che cristallizzava i budget delle Regioni oltre il 2% del valore iscritto ai bilanci del consuntivo 2011.
Vi chiediamo pertanto un intervento affinché le regioni provvedano a completare o dove necessario rivedere le delibere che garantiscano la copertura degli impegni derivanti dal rinnovo contrattuale così come previsto dalle intese istituzionali sottoscritte.
Segnale per noi, atteso, doveroso e necessario, perché si possa davvero dare applicazione ad un impegno e vincolo preso non solo con le tante lavoratrici e lavoratori coinvolti, ma con l’intero paese per migliorare la sanità italiana che ha evidenziato in un momento così delicato come tutti i lavoratori della filiera sanitaria siano indispensabili nel contrasto alla pandemia e dare inizio ad una stagione nuova di investimenti, partendo dal riconoscimento della persona e del personale.
Assistiamo inoltre a un copioso lavoro, che ha visto l’istituzione di una Commissione ad doc per la rivisitazione e riforma del sistema di assistenza domiciliare e delle rsa.
Tale processo di riforma non può prescindere dal doveroso rinnovo del contratto del personale delle rsa ad oggi scaduto da 8 anni e sul quale attendiamo risposte dalle parti datoriali Aris Aiop.
Stante la delicatezza e la difficoltà del momento si confida in un positivo e celere riscontro alla presente.
Cordiali saluti.
FP CGIL CISL FP UIL FPL
Serena Sorrentino Maurizio Petriccioli Michelangelo Librandi
Al Dr. Giuseppe Celotto
Direttore generale del Personale
dell’Organizzazione e del Bilancio
e, p.c Al Presidente Goffredo Zaccardi
Capo di Gabinetto del Ministro
della Salute
Al Dr. Giuseppe Ruocco
Segretario Generale Ministero della Salute
All’Ufficio Relazioni sindacali
Oggetto : Convocazione per presentazione Piano dei fabbisogni del personale per il
triennio 2021-2023 (aggiornamento del Piano 2020-2022).
Giovedì 11 marzo 2021, ore 11.00
Queste OO.SS. dall’inizio del 2021 hanno scritto a codesta amministrazione
ben 8 volte ricevendo un solo parziale riscontro a quanto evidenziato :
– 5 gennaio 2021 – nota per piano vaccinale strutture SASN e Uffici
– 7 gennaio 2021 – nota comma 870, art. 1, legge n. 178/2020, recupero
somme straordinari e buoni pasto
– 27 gennaio 2021 – osservazioni su schema D.M. modifica Uffici Ministero
– 28 gennaio 2021 – nota chiarimenti su riscontro recupero straordinari
– 10 febbraio 2021 – nota richiesta proroga ferie 2021
– 11 febbraio 2021 – nota per ACN personale sanitario SASN
– 15 febbraio 2021 – nota su mancata iscrizione agli elenchi speciali ad
esaurimento del Personale USMAF SASN e PIF
– 8 marzo 2021 – nota si piano azioni positive .
Inoltre, appare opportuno evidenziare che dallo scorso anno che non viene convocata una riunione per una trattativa per il FDR 2019 e per l’articolo 7 2019 .
Va sottolineato, infine che si sarebbero dovuti tenere i previsti incontri per la definizione del P.O.L.A. fin dal mese di gennaio u.s.
Orbene, con una mail inviata ieri 9 marzo 2021, ore 18.03, le scriventi OO.SS. sono state convocate per partecipare domani 11 marzo, ore 11.00, alla presentazione del Piano dei fabbisogni del personale per il triennio 2021-2023 (aggiornamento del Piano 2020-2022) .
Come si può facilmente rilevare le relazioni sindacali in questa amministrazione non esistono più da tempo.
Le OO.SS. vengono convocate soltanto al bisogno dell’amministrazione per celebrare una inutile liturgia finalizzata a scrivere sul provvedimento di turno la fatidica frase “sentite le organizzazioni sindacali”.
Tutto ciò premesso, si informa codesta amministrazione che le scriventi OO.SS. non parteciperanno alla riunione convocata per domani 11 marzo per presentazione del Piano dei fabbisogni del personale per il triennio 2021-2023, non volendosi più prestare alle convocazioni di comodo su tematiche già decise .
Si informa, inoltre, che non parteciperanno ad altre iniziative analoghe fino a quando non verranno convocate le riunioni per le trattative per il FDR e l’articolo 7 2019 e fino a quando non verranno riscontrate tutte le note scritte per sollevare problematiche che codesta amministrazione puntualmente ignora a danno dei lavoratori del Ministero della Salute .
Cordiali saluti
FP CGIL Ministero Salute CISL FP Ministero Salute UILPA Ministero Salute
Fabio Lupi Fabrizio Garroni Massimo Ausanio
Allo Stato Maggiore Aeronautica
e, p.c.
Allo Stato Maggiore Difesa
Al Gabinetto del Ministro della Difesa
Al Direttore della Direzione generale del personale civile
Dr.ssa Gabriella Montemagno
OGGETTO: Mappatura tabella di comparazione TOO 2014/2016 personale in servizio al
31.12.2020 Comando Aeroporto di Cameri.
Risulta alla scrivente O.S. che nel corso del mese di novembre 2020 sia stata richiesta
dai Comandi superiori al Comando Aeroporto di Cameri una mappatura del personale militare
in forza, con annesse nuove proposte d’impiego e i relativi riepiloghi per l’attivazione delle nuove
articolazioni.
Nell’inviare la documentazione richiesta, il Comando Aeroporto riteneva di trasmettere –
sebbene non richiesta – la consistenza numerica del personale civile in servizio al 31.12.2020,
compiendo però evidenti errori, a giudizio della scrivente, nella produzione documentale trasmessa.
Venuta a conoscenza dei contenuti dei documenti trasmessi, la RSU del Comando Aeroporto
chiedeva un incontro al Comandante, al fine di ottenere spiegazioni circa la soppressione
di posizioni organiche unilateralmente operata nell’ambito delle vigenti tabelle ordinative organiche,
e dell’organigramma dell’Ente.
L’incontro si è tenuto lo scorso 23 febbraio, e il Comandante ha consegnato ai presenti
lo stralcio delle predette tabelle inviate agli organi superiori, comunicando alla RSU che “per
quanto riguarda la tabella del Personale Civile questa non è stata oggetto di alcuna variazione
rispetto alle dotazioni organiche attuali”.
Alla luce di quanto testé comunicato, sia la rappresentante RSU che il delegato della
scrivente O.S., avendo rilevato diversi errori, hanno invitato il predetto Comandante a compiere
i necessari approfondimenti e controlli circa la compilazione delle predette tabelle inviate
agli Enti superiori, dalle quali tra l’altro è risultato che:
– al Gruppo STO non sono stati inseriti due dipendenti;
– al servizio Amministrativo sono stati previsti dipendenti con profilo professionale non
corretto, e contestualmente eliminati i profili professionali necessari;
– nel riepilogo non sono stati inseriti 2 assistenti alla vigilanza;
– sono stati inseriti 2 profili professionali non più presenti/necessari;
– nel conteggio del riepilogo totale delle too sono stati previsti 84 lavoratori civili anziché
83;
– non è stata consegnata alla RSU e alle OO.SS. la scheda della dipendente che è in
forza presso l’Infermeria del Corpo.
Sulla questione, stando a quanto risulta, sembra che dopo i rilievi avanzati dagli organismi
sindacali locali il predetto Comando abbia chiesto delucidazioni allo SMA, e che lo stesso abbia riferito che le posizioni contenute nella tabella sono state ormai corrette così come comunicate,
sostenendo che il numero delle unità lavorative contenute nella nuova tabella organica
ordinativa sono ora da ritenersi complessivamente 73, anziché 83 come erano state fino
ad oggi. In altre parole, e se non abbiamo male interpretato la risposta, voi avete fatto lo sbaglio
e ora vi pigliate anche le conseguenze.
Ebbene, al netto dell’evidente errore compiuto, e tenuto conto che al Comando Aeroporto
erano state previste 103 unità lavorative, che causa i pensionamenti intervenuti lo SMA
aveva già ridotto ad 83, non v’è chi non veda nella conclusione della vicenda così come appresa
l’evidente tentativo di promuovere l’ennesimo irrazionale e insostenibile taglio occupazionale
della componente civile della Difesa. Che pesa enormemente sull’Ente di Cameri, già posto a
supporto di numerosi Enti e Reparti, e che fa venir meno la possibilità di predeterminare
l’ingresso di nuove giovani e qualificate professionalità tecniche in grado di raccogliere l’enorme
know how maturato dagli attuali – ancora per non molto, purtroppo – lavoratori occupati.
Conoscenza che andrebbe così inevitabilmente persa, a ulteriore detrimento delle importanti
attività istituzionali affidate all’Ente, come pure in prospettiva la stessa presenza di
quella qualificata forza lavoro, che non può mai essere sostituita con il personale militare.
Una situazione che, peraltro, obbligherà i lavoratori civili attualmente presenti a permanere
in incarichi e funzioni dai quali non potranno più spostarsi, vedendosi impossibilitati
a conseguire – quando ricorreranno le condizioni stabilite dagli istituti regolamentari vigenti –
il trasferimento in altra sede, il miglioramento delle proprie carriere professionali, pure in altri
ambiti specialistici, o cambiare compito anche solo per assecondare ragioni personali, di salute
ecc.
Premesso quanto sopra, e in considerazione di quanto avvenuto e rilevato, la scrivente
O.S. chiede che venga rispristinato ovvero corretto il numero dei posti di lavoro della componente
civile che opera presso quel comando, già previsto e stabilito nella precedente tabella organica,
che consisteva in 83 posizioni, se del caso facendo tenere al predetto Comando la dovuta
integrazione documentale.
Con l’occasione, avuto riguardo alla possibile insorgenza di analogo problema, si
chiede di sapere se al 1RMV – considerato che è stata esperita la medesima procedura per i
militari – sia stata trasmessa a codesto SMA documentazione riguardante il personale civile
presente.
Si resta in attesa di cortese urgente riscontro.
Con viva cordialità
p. la FP CGIL nazionale
Francesco Quinti
Roberto De Cesaris
Dott. Alessandro Leopizzi
Direttore Generale del personale e della formazione
Dott. Massimo Parisi
Direttore Generale del personale e delle risorse
Dott. Giuseppe Cacciapuoti
Direttore Generale del personale, delle risorse
e per l’attuazione dei provvedimenti del giudice minorile
Dott. Renato Romano
Direttore Generale degli Archivi Notarili
Oggetto: Pola Giustizia – osservazioni CGIL CISL UIL
I documenti predisposti dal DOG, dal DAP e dal DGMC in sostanza non rispondono ai requisiti richiesti dalle Linee Guida licenziate dal Ministero FP in molti aspetti, e per tanti versi le mancate risposte non forniscono ad un interlocutore esterno parametri certi di valutazione sia in riferimento all’attuale condizione dello sviluppo delle tecnologie digitali ed alla loro incidenza rispetto alla diffusione del lavoro agile che rispetto alla programmazione. Una genericità certamente voluta e poco interessata alle funzioni di coordinamento che Funzione Pubblica vorrebbe esercitare che si assomma ad una identificazione prevalentemente burocratica di questo passaggio, analogamente a quanto visto fare in altre amministrazioni.
Dipartimento Organizzazione Giudiziaria
Nella struttura del documento vengono affrontati i punti contenuti nelle linee guida senza i dovuti approfondimenti rispetto ai chiarimenti richiesti. La valutazione della salute organizzativa e digitale si limita ad una esposizione degli applicativi adottati ma non rispetto alla reale incidenza sui cicli lavorativi, ad esempio rispetto alla percentuale di personale che ha lavorato in presenza nella fasi della pandemia successiva alla prima. Ma anche rispetto all’incidenza che tale diffusione ha avuto sui cicli tradizionalmente più refrattari, per motivi anche legati alla sicurezza nella trasmissione dei dati, alla remotizzazione delle procedure. Così come non viene esplicitato il livello di diffusione degli strumenti che l’amministrazione mette a disposizione dei lavoratori per lo smart. Il raffronto tra i livelli medi di presenza negli Uffici dei lavoratori nelle fasi pandemiche, non riportato nel documento, se non nella prima fase di lockdown, dove erano intervenuti provvedimenti normativi di rinvio di determinate scadenze giudiziarie, potrebbe essere un utile indicatore rispetto al grado di diffusione reale del lavoro agile rapportato alla concreta disponibilità di strumenti che vengono ritenuti indispensabili per alcune categorie dei lavoratori, ad esempio i cancellieri. Così come non appare una valutazione dell’incidenza dello smart emergenziale nei diversi settori, civile, penali e del sistema notificatorio in rapporto alla evoluzione specifica dei processi di informatizzazione, certamente più avanzati nel settore civile.
L’elenco degli applicativi in uso agli uffici, contenuto nel documento, non include alcuni programmi
comunemente utilizzati e precisamente: GE.CO (Gestione e controllo dei beni mobili) in uso ai Consegnatari; SIAMM automezzi (per l’inserimento dei documenti, fogli di servizio, fatture relative alle autovetture di Stato), utilizzati spesso dai contabili, ma anche da cancellieri e autisti; NOIPA (Applicativo del Ministero del Tesoro per la gestione dei compensi accessori e l’emissione dei certificati dei compensi accessori utili ai dipendenti in procinto di pensione); MEPA (Mercato Elettronico utilizzato per acquisti della PA); SIGEC (Sistema Informativo Gestione Edifici Giudiziari – utilizzato tra l’altro per inserire determine di acquisto da parte dei RUP). Inoltre il SI.CO.GE. già inserito nell’elenco, oltre a visualizzare le fatture, prevede la funzione, ben più importante dell’emissione dei titoli di spesa (ovvero in gergo i pagamenti) sia delle fatture che delle ritenute ed imposte.
Inoltre non è immaginabile e accettabile che a tutt’oggi alcune categorie (ausiliari, assistenti, conducenti autovetture, ufficiali giudiziari ecc.) siano escluse a priori dall’accesso al lavoro agile poiché a seguito della nota del dog. del 23/10/2020 si manifesta l’esclusione di coloro che sono addetti, per la totalità delle competenze loro attribuite, a mansioni che richiedono ineludibilmente la presenza in sede o fuori sede.
Il documento DOG, a differenza del documento DAP, individua nei dirigenti i meri promotori dell’innovazione dei sistemi organizzativi ma non li contempla come fruitori dello smart working. Tale circostanza contrasta con quanto previsto dalla normativa vigente, con le stesse linee guida predisposte dalla Funzione Pubblica e con quanto disposto presso altre pubbliche amministrazioni.
Completamente ignorati sono gli ufficiali giudiziari i quali, in ragione della specificità delle mansioni svolte (attività sul territorio), hanno pagato un tributo altissimo in termini di contagi da Covid-19. Per gli stessi il sindacato confederale, al fine di rendere fruibile il lavoro agile anche in questo importante e delicato settore, ha chiesto l’inserimento degli Unep nel PCT per la trasmissione ed il deposito degli atti Unep-cancellerie; la ricezione e la restituzione telematica degli atti di notificazione e di esecuzione con pagamento telematico dei diritti e degli emolumenti; l’attuazione progetto tablet; i collegamenti telematici per le ricerche patrimoniali disposte dal 492 bis CPC; l’attivazione nel GSU del programma contabilità.
Con questo non si intende certo sottovalutare lo sforzo operato per affrontare una terribile fase emergenziale in un contesto organizzativo che non aveva mai sperimentato in precedenza forme di remotizzazione del lavoro, e di cui è nota l’obsolescenza delle prassi organizzative. Perlomeno non intendiamo farlo noi, ma riteniamo che una analisi non edulcorata della realtà organizzativa negli Uffici dell’Amministrazione Giudiziaria possa essere utile a tutti per comprendere la radicalità delle scelte organizzative che comporterà l’avanzamento del processo di digitalizzazione, i riflessi che questo potrà comportare in una amministrazione dalle caratteristiche molto specifiche come quella giudiziaria.
Nelle linee guida governative, rispetto alla programmazione funzionale allo sviluppo ed alla implementazione del lavoro agile, viene richiesta una analisi quantitativa e qualitativa della programmazione di bilancio e nel documento DOG non viene citato alcun riferimento quantitativo alla disponibilità di risorse, che vengono genericamente indicate come sufficienti, ne è possibile desumere come verranno destinate se non con riferimenti generici alle attività da implementare. Anche in questo caso non possiamo non evidenziare una certa ritrosia dell’amministrazione a fornire valutazioni più stringenti, indicatori certi dello sforzo finanziario che l’amministrazione sta sostenendo nella programmazione delle risorse di bilancio e esplicitazione di scelte organizzative dove indirizzare i finanziamenti.
Per quanto riguarda la gestione del rapporto di lavoro il documento si sofferma su alcuni aspetti e diffusamente sul rapporto tra il sistema di performance in uso al ministero e la modalità di articolazione del lavoro agile. Noi riteniamo che la modalità di lavoro agile imponga una revisione profonda delle prassi valutative sinora adottate, di cui sarebbe bene evidenziarne le criticità concrete nel suo svolgimento al fine di individuare le eventuali modifiche adattabili alle diverse forme di prestazione lavorativa. In particolare su tre punti che riteniamo fondamentali: la riconoscibilità e la quantificazione degli obiettivi assegnabili a ciascun dipendente, il rapporto tra performance individuale e performance organizzativa e l’incidenza nel processo valutativo dei comportamenti organizzativi. Sono i punti nei quali il sistema adottato ha rivelato le sue gravi criticità e ci sentiamo di confutare le affermazioni contenute nel documento circa la funzionalità del sistema adottato rispetto alle sue concrete ricadute sul rapporto di lavoro. Questo riguarda la riconoscibilità degli obiettivi di produzione, dove il sistema a cascata si ferma spesso ai dirigenti, la pervasività della valutazione sui comportamenti organizzativi che elevano il carattere discrezionale della valutazione e la definizione di carichi
di lavoro esponenziali in rapporto alla capacità produttiva del singolo lavoratore.
Strettamente connesso è il tema della formazione che riguarda sia la definizione del ruolo dei dirigenti che l’aggiornamento professionale dei lavoratori in funzione del lavoro agile. Anche su questo punto il documento DOG si limita a registrare l’esigenza di una revisione dei fabbisogni formativi senza però elencarne le priorità e senza definire il livello qualiquantitativo degli investimenti previsti.
Infine la questione che riguarda le relazioni sindacali: siamo consapevoli di trovarci in presenza di un atto unilaterale e che tale atto è stato emanato in assenza di un quadro generale di regolamentazione dei diritti contrattuali. Ma poiché le Linee guida prevedono un sistema di partecipazione secondo quanto previsto dal vigente Contratto Nazionale ci si chiede il motivo del mancato coinvolgimento dell’Organismo Paritetico per l’Innovazione, previsto all’art. 6 del CCNL, le cui materie di competenza ricomprendono tutto il processo di organizzazione del lavoro agile, così come non risulta coinvolto il CUG, ancorché richiamato nelle Linee Guida.
Dipartimento Amministrazione Penitenziaria
Il progetto presentato espone in modo generico alcune questioni che nelle linee guida emanate dal Dipartimento della Funzione Pubblica dovevano fornire un quadro della stato di attuazione del lavoro agile ad oggi e un programma di sviluppo dello stesso per il futuro.
Dopo aver fornito un quadro delle attività svolte dal dipartimento, delle carenze di organico registrate tra il personale e del piano di assunzioni future, fornendo dati precisi, si espone lo stato di digitalizzazione dei servizi in cui vengono citati i sistemi e gli applicativi adottati, ma la verifica della disponibilità della strumentazione tecnologica viene effettuata semplicemente citando la mancanza di strumenti hardware e software adeguati, la difficoltà di accedere alle banche dati, la non disponibilità della carta multiservizi giustizia pur avendo delegato i PRAP per il rilascio (Cmg). Nel documento non si evince una descrizione chiara della strumentazione in dotazione ma solo di quella necessaria per l’attuazione del lavoro agile in futuro, disegnando un quadro preoccupante alimentato dalle ammissioni sulla attuale mancanza di strumentazione adeguata. Preoccupazioni che non possono essere superate dall’esposizione generica di una serie di buoni intenti elencati per il futuro, dicendo che si dovrà attivare la fornitura di hardware, si dovrà aumentare la disponibilità di banche dati da remoto e si dovrà aumentare la consegna di card multiservizi.
Viene effettuata la mappatura delle competenze del personale e la rilevazione dei bisogni formativi in maniera molto più ampia rispetto al passato anche in virtù del contributo fornito dalle organizzazioni sindacali in occasione del confronto sul lavoro agile emergenziale e in virtù dell’apporto della commissione appositamente costituita. Tuttavia non vengono specificati i percorsi che si intende mettere in campo per la formazione futura dello stesso personale. Su questo tema ci si limita a dire che andranno implementati gli interventi formativi in materia di alfabetizzazione informatica e promosse iniziative di formazione in materia di sicurezza informatica.
Rispetto all’analisi quantitativa e qualitativa della programmazione di bilancio mancano i riferimenti che consentano di individuare la disponibilità di risorse. Unico riferimento sul tema è che le risorse iscritte a bilancio per il triennio 2021-2023 dovrebbero risultare sufficienti a sostenere l’impatto che le misure organizzative, formative e di sviluppo della digitalizzazione dei processi imporranno.
Rispetto alla misurazione della performance organizzativa e individuale, nell’ambito della prestazione lavorativa resa con modalità agile, non si evincono linee programmatiche su come superare il tradizionale schema di controllo sulla prestazione lavorativa per puntare essenzialmente sugli obiettivi e sul risultato prodotto.
In sintesi il quadro che viene fornito evidenzia una serie di carenze che rendono difficile l’attuazione nell’immediato del lavoro agile. Sono presenti solo una serie di buone intenzioni per il futuro con un programma dettagliato sulle cose che si possono domani. Sembra come se si voglia rinviare al 2021 la rilevazione di una serie di dati e agli anni successivi la pianificazione del progetto, fornendo come unica rassicurazione quella che le risorse finanziarie a disposizione dovrebbero essere sufficienti, con un utilizzo del condizionale che desta forte preoccupazione. Rappresenta comunque un passo in avanti, ma certamente non sufficiente, la indicazioni fornita solo dall’amministrazione penitenziaria di collocare in lavoro agile per un giorno a settimana, modificabile a richiesta dell’interessato, i lavoratori che svolgono attività smartabili. Inoltre
rappresenta un ulteriore passo in avanti l’espressa previsione del diritto alla disconnessione del lavoratore agile.
Dipartimento per la giustizia minorile e di comunità.
Come evidenziato per gli altri dipartimenti, anche il piano presentato per la giustizia minorile e di comunità è caratterizzato da una scarsa precisione nel descrivere lo stato di attuazione del lavoro agile nel presente e i programmi di sviluppo per il futuro, anche se si registra un tentativo di fornire qualche dato in più rispetto a quanto concordato in occasione della stipula dell’accordo sul lavoro agile emergenziale.
Anche in questo caso il documento si apre con una descrizione dettagliata della struttura e delle attività svolte dal dipartimento, degli organici presenti e delle future assunzioni di personale dirigente e del comparto delle funzioni centrali, per poi passare allo stato di digitalizzazione dei servizi e alle prospettive di sviluppo che risultano difficili da quantificare. Infatti vengono citati i sistemi e gli applicativi adottati, ma la verifica della disponibilità della strumentazione tecnologica viene effettuata soltanto registrando un generico incremento dell’utilizzo della strumentazione informatica e tecnologica durante il periodo dell’emergenza epidemiologica e significative iniziative volte ad ampliare l’informatizzazione delle procedure e degli archivi nel periodo antecedente all’emergenza, ammettendo inoltre che senza una innovazione tecnologica che preceda e accompagni i tempi post covid-19 non è pensabile una riorganizzazione del lavoro. Apprezzabile l’obiettivo di dotare il personale di una scrivania tecnologica portatile, utilizzabile in ufficio e fuori dall’ufficio. Anche in questo documento non si evince un quadro chiaro della strumentazione in dotazione e di quella necessaria per l’attuazione del lavoro agile nei prossimi anni.
Si evidenzia un’adesione al lavoro agile più alta rispetto agli altri dipartimenti e l’utilizzo di strumenti di rotazione che hanno consentito un ampio coinvolgimento del personale. Anche se sono evidenti le difficoltà incontrate per la mancata distribuzione della carta multiservizi.
Ancora carente è la mappatura delle competenze del personale e la rilevazione dei bisogni formativi. Si evidenzia solo l’intenzione di aderire nei prossimi mesi ad iniziative specifiche per i dirigenti sull’adozione di stili manageriali e sulla capacità di lavorare e far lavorare per obiettivi e la volontà di promuovere iniziative di formazione in materia di sicurezza e alfabetizzazione informatica.
Anche in questo caso nell’analisi della programmazione di bilancio non è possibile individuare la disponibilità di risorse. Unico riferimento sul tema resta quello in cui si afferma che le risorse iscritte a bilancio per il triennio 2021-2023 risultano sufficienti a sostenere l’impatto che le misure organizzative, formative e di sviluppo della digitalizzazione dei processi imporranno nel futuro.
Sulla performance organizzativa e individuale ci si sofferma sul sistema di valutazione in uso e rispetto alla modalità lavorativa agile ci si limita a dichiarare che andrà implementata l’individuazione di obiettivi da fissare per tale modalità lavorativa.
Nel piano di sviluppo si fissa l’obiettivo di acquisire 24 apparati per il rilascio delle tessere CMG attraverso altrettanti sportelli territoriali, di chiedere genericamente di implementare l’attività di fornitura degli hardware e di assumere iniziative per aumentare la disponibilità di banche dati e sistemi da consultare da remoto.
Relativamente al piano assunzionale del DGMC, fermo restando la nostra perplessità circa l’utilizzo del POLA quale strumento di programmazione/informazione sulle previsioni di reclutamento, esorbitando quindi dalla natura dello stesso stabilito dalla norma di legge, occorre qui rimarcare e chiedere di rettificare la parte finale del paragrafo “1.4.2 Assunzioni di personale dirigente e del comparto funzioni centrali”, laddove recita: “In data 18 gennaio 2021 è stato stipulato tra questo Dipartimento ed il Comune di Acerra un accordo per l’utilizzo delle graduatorie degli idonei ai concorsi pubblici per esami, per la copertura di n. 13 posti per Funzionario contabile, area III F1, e n. 6 posti di Funzionario tecnico, area III F1, a tempo indeterminato, autorizzati con Legge n. 145 del 30 dicembre 2018 e con Legge n. 145 del 30 dicembre 2020”.
Comprendiamo e apprezziamo lo spirito di una iniziativa chiaramente finalizzata a reperire con urgenza nuovo personale evitando i tempi lunghi di un nuovo bando di concorso e le relative procedure. Tuttavia le scriventi fanno presente che sussiste il diritto dei lavoratori già in servizio, in possesso dei requisiti di legge, a concorrere ex art 15 del D.L. vo 75/2017 alla copertura di quota parte dei posti scoperti attraverso una procedura
concorsuale riservata ai soli interni. In considerazione di quanto sopra si chiede quindi di attivare le predette procedere a tutela dei lavoratori interni.
In conclusione l’attuazione del lavoro agile è più avanti rispetto agli altri dipartimenti del ministero della giustizia, ma anche in questo caso non viene fornita una descrizione precisa della situazione attuale e una programmazione dettagliata su quello che si intende fare in futuro. Sembra anche qui che si voglia rinviare al 2021 la rilevazione di una serie di dati e agli anni successivi la pianificazione del progetto.
Archivi Notarili
In merito ai contenuti del Piano Organizzativo relativo all’amministrazione degli Archivi Notarili le scriventi organizzazioni sindacali si riportano integralmente ai contenuti della nota del 25 gennaio scorso, che, ad ogni buon conto, si allega in copia, non senza sottolineare con favore la rettifica tempestivamente operata dall’Ufficio Centrale in merito alla prospettata chiusura degli uffici (il nuovo documento opportunamente precisa che trattasi della chiusura degli archivi sussidiari e non di quelli distrettuali) e stigmatizzare ancora una volta l’assenza, tra le attività che devono essere svolte necessariamente on site, della indicazione dell’attività ispettiva svolta dagli archivi notarili.
Roma, 10 marzo 2021
FP CGIL CISL FP UIL PA
Meloni / Prestini Marra Amoroso
Alla c.a.
Ministro della Cultura
On. Dario Franceschini
Ministro per gli Affari Regionali e le Autonomie
On. Mariastella Gelmini
E, p.c. Capo di Gabinetto del MiC
Prof. Lorenzo Casini
Segretario Generale del MiC
Dott. Salvatore Nastasi
Consigliere del Ministro della Cultura
Prof. Giampaolo D’Andrea
Direttore Generale Organizzazione
Dott.ssa Marina Giuseppone
Dirigente Servizio Relazioni Sindacali
Dott.ssa Sara Conversano
OGGETTO: Piano vaccinale per il personale del Ministero della Cultura.
On. Sig.ri Ministri,
con la presente siamo a rinnovare quanto precedentemente segnalato in merito alla
necessità che, tra le categorie di personale riconducibili ai servizi essenziali oggetto di
progressiva vaccinazione, venga ricompreso, sempre assicurando la forma volontaria
garantita dalle norme, anche il personale del Ministero della Cultura ed il personale
esterno che a vario titolo lavora nei nostri istituti e luoghi della cultura.
Il piano vaccinale per il Covid-19 predisposto dal Ministero della Salute prevede, dopo la
vaccinazione del personale sanitario e delle categorie più a rischio, la progressiva
vaccinazione delle altre categorie di popolazioni, fra le quali quelle appartenenti ai servizi
essenziali. La regionalizzazione di questo processo però rischia di creare differenze
importanti sul territorio, anche in vista della progressiva riapertura nei fine settimana dei
luoghi della cultura a partire dalla fine del mese di marzo.
È quanto mai opportuno un Vostro favorevole e fattivo interessamento, affinché al nostro
personale venga garantita questa possibilità.
Cordiali saluti.
FP CGIL CISL FP UIL PA FLP CONFSAL UNSA
Meloni Nolè Trastulli Satolli Urbino
Di Stefano