Al Dott. Marcello Minenna
Direttore dell’Agenzia
delle Dogane e dei Monopoli

OGGETTO: Richiesta di inserimento del personale dell’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli nel Piano strategico per la vaccinazione anti Sars-Cov2-Covid 19 quale categoria a rischio.

Le scriventi, in adesione alle numerose iniziative territoriali unitarie rivolte alle istituzioni regionali per l’inserimento del personale dell’Agenzia nel piano vaccinale in quanto categoria a maggior rischio, con la presente sono a richiederLe di voler assumere ogni iniziativa utile, anche verso il Ministero della Salute, affinché per i dipendenti si possa procedere alla somministrazione del vaccino in oggetto su base volontaria.

Tale necessità si sostanzia non solo per l’attività e le funzioni tipiche delle lavoratrici e dei lavoratori dell’Agenzia, ma anche per i possibili ulteriori rischi – come accaduto negli ultimi giorni in particolare presso porti ed aeroporti – correlati a varianti del virus, in ultimo quella cosiddetta “sudafricana”.
In attesa di un Suo riscontro porgono distinti saluti

Roma 1 marzo 2021

FPCGIL                         CISLFP                       UILPA
Iervolino               De Caro – Fanfani            Procopio

Pubblichiamo la risposta della Direzione Centrale per le Risorse Finanziarie in merito al quesito sulla liquidazione banca ore per periodi antecedenti al 31.12.2019

In allegato la nota unitaria, firmata dai segretari Generali di FPCGIL, CISL FP, UILPA e UIL FPL, inviata oggi al Ministro dell’Economia sull’approvazione del country-by-country reporting pubblico, cioè l’obbligo per le multinazionali di rendicontare pubblicamente, e non solo a beneficio delle autorità, le proprie attività Paese per Paese. Con il dettaglio su dove realizzano i profitti e dove pagano le tasse.

Buon lavoro.

Nicoletta Grieco

Head of International Department FPCGIL

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Roma, 1 marzo 2021

Al Ministro dell’Economia e
delle Finanze
Dott. Daniele Franco

Oggetto: Riunione COMPET del 25 febbraio e rendicontazione pubblica Paese-per-Paese (CBCR)

Egregio Ministro,

il 25 febbraio il Consiglio Competitività dell’UE (COMPET) ha discusso l’annosa proposta di direttiva sulla rendicontazione pubblica Paese per-Paese (CBCR). Questa importante misura di trasparenza obbligherebbe le imprese multinazionali a riferire pubblicamente sulle loro attività nelle giurisdizioni in cui operano. A nome di FP CGIL, CISL FP, UIL FPL, UIL PA, membri della Federazione europea dei sindacati dei servizi pubblici (EPSU), sosteniamo pienamente il principio della trasparenza pubblica delle imprese. Siamo lieti che il Governo italiano sostenga il provvedimento e che abbia votato a favore della CBCR pubblica nella riunione del COMPET.

Per il movimento sindacale la CBCR pubblica fornirebbe informazioni inestimabili, permettendoci di negoziare con i datori di lavoro in modo più efficace, di proteggere i salari e gli standard di vita dei lavoratori e di salvaguardare il finanziamento dei nostri servizi pubblici. Tuttavia, l’attuale progetto di proposta è una misura relativamente modesta. Per essere veramente efficace diverse scappatoie devono essere eliminate dalla proposta pubblica CBCR attualmente all’esame del Consiglio.

In primo luogo, le multinazionali devono riferire per tutti i Paesi in cui operano. Altrimenti i dati saranno di uso limitato e, paradossalmente, le aziende potrebbero essere incentivate a rafforzare il loro comportamento di evasione fiscale in quei Paesi per i quali non devono fare rapporto. Questo è un aspetto critico anche per i Paesi in cui le amministrazioni fiscali hanno ancora meno risorse materiali e umane di quelle dell’UE.

In secondo luogo, i piani per permettere alle aziende di ritardare o omettere dati specifici o giurisdizioni specifiche devono essere abbandonati (questi includono le scappatoie per i dati “commercialmente sensibili” e la clausola comply-or-explain). Questo vanificherebbe lo scopo di stabilire un campo di gioco uniforme nell’UE e oltre.

In terzo luogo, il Consiglio dovrebbe richiedere che le regole pubbliche CBCR si applichino a tutte le aziende che si qualificano come una “grande impresa” secondo la direttiva contabile dell’UE, invece di introdurre un’altra definizione nella legge UE relativa alla misura arbitraria di 750.000.000 euro di fatturato medio annuo per due anni. Basarsi su un’unica definizione di “grande impresa” sarebbe anche in linea con il principio della buona amministrazione e del legiferare.

I nostri iscritti sono in prima linea in questa crisi economico-sanitaria senza precedenti causata dal Covid19. Ogni giorno fanno enormi sacrifici fisici, psicologici e finanziari per mantenere la nostra società al sicuro. Tutto quello che chiediamo è che anche le multinazionali facciano la loro parte, pagando la loro parte e non approfittando della crisi.

Se l’UE non agisce ora, rischiamo di rimanere indietro. Fino ad oggi lo stallo in Consiglio ha impedito all’UE di progredire su importanti riforme della trasparenza come la CBCR pubblica, ma il suo valore nel rafforzare la trasparenza aziendale ha portato a sviluppi significativi in altre regioni. Il Congresso degli Stati Uniti sta considerando una proposta legislativa per introdurre la rendicontazione pubblica paese per paese, una mossa che probabilmente guadagnerà slancio sotto la nuova amministrazione.

Inoltre, anche le comunità degli affari e degli investitori hanno offerto il loro sostegno alla CBCR pubblica, con molte grandi aziende che pubblicano volontariamente queste informazioni e gli investitori istituzionali con circa 90.000 miliardi di dollari in attività che sostengono la CBCR pubblica come un passo importante verso una maggiore parità di condizioni, una maggiore trasparenza e un migliore sostegno pubblico. Il settore dei servizi finanziari è già tenuto a rendere pubbliche le informazioni Paese-per-Paese, e con un numero crescente di aziende che adottano la misura volontariamente, gli argomenti per renderla un requisito legale per tutte le aziende sono più forti che mai.

I nostri iscritti del Ministero Economia e Finanze credono che il loro lavoro sarebbe facilitato, non ostacolato, da una CBCR pubblica. Dare ai giornalisti, ai sindacati e alla società civile l’accesso a questi dati garantirebbe che le scappatoie e gli abusi nel nostro sistema fiscale siano affrontati in modo più rapido ed efficiente. Aumenterebbe anche la fiducia del pubblico nel nostro sistema fiscale e costruirebbe un sostegno politico per il lavoro della nostra amministrazione fiscale.

È raro che il movimento sindacale e le ONG di giustizia sociale e fiscale, gli investitori e alcune multinazionali siano d’accordo su una proposta legislativa concreta e ben avanzata come questa. L’ampiezza del sostegno testimonia l’urgenza di introdurre la CBCR pubblica. Con lo slancio dietro la proposta, sarebbe un errore sprecare l’opportunità e non spingere per la direttiva più efficace e completa possibile.

Con una maggioranza qualificata ora a sostegno della CBCR pubblica, speriamo che Lei colga l’opportunità di considerare la sua posizione sulle suddette disposizioni della direttiva. Solo un reporting pubblico Paese-perPaese per tutte le multinazionali, che comprenda tutte le giurisdizioni in cui operano, senza clausole di uscita, sarà all’altezza dell’urgenza della crisi attuale.

Distinti saluti

Il Segretario Generale          Il Segretario Generale         Il Segretario Generale         Il Segretario Generale
FP CGIL                                   CISL FP                                      UIL FPL                                  UIL PA
Serena Sorrentino                  Maurizio Petriccioli             Michelangelo Librandi             Sandro Colombi

Pubblichiamo la bozza di circolare TAS che sarà trattata durante l’incontro al Tavolo per la Formazione,il 04 marzo 2021

Pubblichiamo il bollettino ufficiale di riferimento il bando  di concorso interno, per titoli ed esami per la copertura di n. 313 posti per l’accesso alla qualifica di Ispettore antincendi e di n. 6 posti per l’accesso alla qualifica di Ispettore Antincendi AIB e relativo manuale utente.

Corona virus

A seguito della richiesta unitaria Fp Cgil VVF, Fns Cisl e Confsal VVF, di chiarimenti sulla gestione della campagna vaccinale per il personale della Direzione Centrale per la Formazione, pubblichiamo la nota di risposta della stessa

Pubblichiamo la nota unitaria delle strutture Regionali Fp Cgil VVF, Fns Cisl e Uil PA VVF, con la quale richiedono  la modifica dell’orario di lavoro in h 24, visto il perdurare dell’ emergenza sanitaria in atto

Corona virus

Pubblichiamo l’informativa della Direzione Centrale per le Risorse Umane in merito al congedo straordinario per i genitori in caso di sospensione attività didattica in presenza nelle scuole secondarie di primo grado

Corona virus

Pubblichiamo la nota di chiarimento della Direzione centrale per l’Emergenza, il soccorso Tecnico e l’Antincendio Boschivo in merito all’utilizzo delle ore straordinarie concesse per l’emergenza sanitaria in atto

Pubblichiamo la nota n. GDAP 0076352.U del 26/2/2021 di cui all’oggetto.

“Basta demagogia sulle spalle dei lavoratori del Ssn. Non c’è bisogno, infatti, di ‘spezzare’ alcun vincolo di esclusività del personale sanitario pubblico, come leggiamo attraverso stampa e campagne social, per poter esercitare volontariamente la somministrazione di vaccini. Già da gennaio di quest’anno la legge di Bilancio ha messo a disposizione delle Regioni 100 milioni di euro a favore di medici, infermieri e assistenti sanitari del Ssn che si dovessero rendere disponibili per la somministrazione dei vaccini anche se, come sindacato, riteniamo indispensabile individuare una indennità di esclusività a favore delle professioni sanitarie del comparto, come indicato anche nella piattaforma per il rinnovo contrattuale”. Ad affermarlo è la Fp Cgil Nazionale.

Infatti, sottolinea il sindacato, “il comma 464 dell’art.1 della legge di Bilancio sancisce che, qualora il numero dei professionisti sanitari non risulti sufficiente a soddisfare le esigenze di somministrazione dei vaccini contro il SARS-CoV-2 in tutto il territorio nazionale, le aziende e gli enti del Servizio sanitario nazionale, anche in deroga ai vincoli previsti dalla legislazione vigente in materia di spesa del personale e fino alla concorrenza dell’importo massimo complessivo di 100 milioni di euro, possono acquistare prestazioni dal personale medico, infermieristico e dagli assistenti sanitari. Si tratta ad oggi di almeno 600 medici e 2.000 tra infermieri e assistenti sanitari in più a disposizione per 6 mesi”.

“Come Fp Cgil – precisa – non abbiamo mai favorito lo svolgimento di orario aggiuntivo da parte dei lavoratori, privilegiando in tal senso sicurezza e assunzioni ma, a fronte della emergenza sanitaria in atto, crediamo sia giunto il momento che le Regioni comincino ad usare quelle risorse disponibili già da subito, anche se, in questo momento, il problema non sembra essere il reclutamento del personale per la somministrazione ma l’approvvigionamento degli stessi vaccini”, conclude.

Nuovi ingressi stabili non più rinviabili, ne discuteremo il 5 marzo in un convegno ‘Rinnovamento delle Pa e nuovo reclutamento’

I dati che descrivono lo stato di salute della Pubblica amministrazione dimostrano, ancor di più in questa lunga fase di emergenza pandemica, la necessità non più rinviabile di un piano straordinario di nuova occupazione nei servizi pubblici, che garantisca i diritti dei cittadini e dei lavoratori. Da tempo sosteniamo, attraverso la nostra campagna ‘Assunzioni Subito’, che l’emorragia di dipendenti pubblici nel nostro paese è tale da far cadere progressivamente a pezzi l’intero sistema pubblico. Una tendenza che si aggrava ogni anno e che va invertita assicurando l’inserimento stabile nelle pubbliche amministrazioni di almeno 500 mila persone nei prossimi tre anni, per poter garantire un’adeguata offerta di servizi ai cittadini.

La Pubblica amministrazione, infatti, come dimostrano i dati del Conto annuale dello Stato, così come rielaborati da FPA, potrebbe già nel corso di questo anno avere più pensionati che dipendenti, per effetto del continuo calo del personale e un equilibrio fra ingressi e uscite che, nonostante lo sblocco del turnover, non è ancora stato raggiunto. A fronte di 3,2 milioni di impiegati pubblici italiani (in termini assoluti il 59% di quelli francesi, il 65% di quelli inglese, il 70% di quelli tedeschi) i pensionati pubblici sono già 3 milioni.

Un numero in crescita costante e destinato a salire perché i “pensionabili” oggi sono molti. Da una nostra elaborazione sui dati dell’ultimo Conto annuale disponibile (2018), escluso il comparto Istruzione e Ricerca, le lavoratrici e i lavoratori nella fascia d’età dai 55 agli oltre 68 anni sono più di 600 mila (al netto delle assunzioni Covid e delle stabilizzazioni non contemplate nel Conto annuale 2018). Di questi poco più di 395 mila maturano i requisiti per la pensione nei prossimi due anni, determinando quindi – insieme alla restante parte probabilmente già in congedo – una voragine occupazionale.

Il risultato di questa traiettoria non viene scalfita dalle 112 mila nuove assunzioni registrate dal 2018 a oggi e alla stabilizzazione di 1.700 stabilizzazioni nel solo 2018. C’è sì lo sblocco del turnover, ma le procedure sono lente e la media dei tempi tra emersione del bisogno e effettiva assunzione dei vincitori dei concorsi è di oltre 4 anni. E così, con in più il blocco imposto dal Covid-19, da settembre del 2019 ad oggi sono state messe a concorso meno di 22 mila posizioni lavorative: di questo passo ci vorrebbero oltre dieci anni a recuperare i posti persi.

Per riflettere sull’esigenza di invertire il trend che vede una Pa sempre più anziana – in cui l’età media del personale è di 50,7 anni, con il 16,9% di dipendenti over 60 e appena il 2,9% under 30 – con la Rivista giuridica del Lavoro e della Previdenza sociale abbiamo promosso per venerdì 5 marzo un convegno online (sulle pagine Facebook della Fp Cgil e di Collettiva) dietro le parole ‘Rinnovamento delle Pa e nuovo reclutamento’ per discutere, con il contributo di autorevoli esperti, di nuove assunzioni e diverse procedure, ma anche di rilancio della formazione. I dati, su questo punto, dimostrano che gli investimenti in formazione, necessari per aggiornare competenze e conoscenze, si sono quasi dimezzati in dieci anni, passando dai 262 milioni di euro del 2008 ai 154 milioni del 2018: 48 euro per dipendente, che consentono di offrire in media un solo giorno di formazione l’anno a persona.

Da tempo lo denunciamo, ma ora siamo alle soglie di un punto di non ritorno. Senza un piano straordinario di nuove assunzioni stabili, senza porre un freno al precariato cresciuto anche nel corso di questo anno per effetto della pandemia, il perimetro di intervento dei servizi pubblici continuerà ad arretrare, ci saranno meno servizi per i cittadini e il sistema finirà al collasso, a vantaggio delle privatizzazione dell’aumento delle disuguaglianze. Da qui la nostra rivendicazione, per tutte e tutti: un piano straordinario di nuova occupazione nei servizi pubblici che garantisca i diritti dei cittadini e dei lavoratori.

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