COVID-19 – Ognun per sé…
Al lavoro sì ma non così!

Non più di un mese fa, il Direttore della DC BOSL annunciava, assieme all’imminente avvio ell’esecuzione del test rapido su convenzione a tutti i dipendenti dell’Istituto chiamati in presenza, su base volontaria, anche la mirabile iniziativa centralizzata rivolta alla segnalazione al Ministero della
Salute per la vaccinazione prioritaria di quanti, tra medici ed infermieri dell’Istituto, fossero in prima linea nella macchina delle visite mediche e delle invalidità.

La pandemia ci ha insegnato quanto sia importante la tempestività dell’azione e l’urgenza di effettuare uno screening delle popolazioni per isolare i portatori, soprattutto se asintomatici, del temibile virus.
Bene, mentre dei tamponi rapidi si è persa ogni traccia sui radar, apprendiamo dell’invio di una PEI alle sedi perché provvedano, ognuna per sé, a segnalare alle ASL competenti per territorio il personale medico e infermieristico maggiormente esposto perché sia inserito nelle liste prioritarie di vaccinazione.

Se allora chiedemmo di vaccinare non solo medici ed infermieri ma anche tutto il personale che lo desiderasse per garantire il rientro in sicurezza a tutela dei lavoratori ma anche dell’utenza (specialmente quella debole) che si continua a far afferire in sede, oggi dobbiamo registrare il sostanziale fallimento di tutti gli annunci dell’amministrazione anche limitatamente ai soli intenti annunciati.

Siamo certi che il personale in prima linea non meriti tanta disattenzione così come, in altri ambiti, non sia lecito parlare di performance individuale a senso unico.
Al lavoro sì ma non così!

FP CGIL
Matteo Ariano
Antonella Trevisani

CISL FP
Paolo Scilinguo

UIL PA
Sergio Cervo

CONFSAL/UNSA
Francesco Viola

Pubblichiamo la nota della Direzione Centrale per l’Emergenza, il Soccorso Tecnico e l’Antincendio Boschivo ad integrazione del modello operativo del Servizio Sommozzatori di cui alla Circolare 8
EM/2015 del CNVVF in riferimento l’assetto “SCUBA” Alto Fondale

Serve incontro su criticità e ripresa negoziato contrattuale

Stato di agitazione delle lavoratrici e dei lavoratori delle Misericordie proclamato da Fp Cgil, Cisl Fp e Uil Fpl. Lo scorso 22 ottobre le organizzazioni sindacali, fanno sapere, “hanno ripreso dopo un lungo stop la trattativa per il rinnovo del Ccnl Misericordie attualmente fermo al triennio 2010-2012. La discussione è apparsa sin da subito in salita a causa della rigida posizione della delegazione Misericordie che di fatto ha proposto un rinnovo a ‘iso-risorse’ e con numerose penalizzazioni per le lavoratrici e per i lavoratori”.

Di fronte a tale posizione le organizzazioni sindacali “hanno ribadito la necessità di procedere verso la strada del rinnovo contrattuale, soprattutto per dare risposte a tutti quei lavoratori che hanno continuato ad erogare servizi ai cittadini durante la pandemia formalizzando una contro-proposta con il consenso dei lavoratori. Lavoratori che versano nella più ampia inquietudine e incertezza anche alla luce di quanto appreso dagli organi stampa secondo i quali vi sarebbero state le dimissioni dei vertici della Confederazione Nazionale delle Misericordie per problematiche legate al bilancio e dissensi interni”.

Pertanto, “in considerazione dello stallo della trattativa e per l’assenza di una formale comunicazione dei cambiamenti ai vertici della Confederazione delle Misericordie, le organizzazioni sindacali Fp Cgil, Cisl Fp e Uil Fpl “hanno proclamato lo stato di agitazione riservandosi di attuare tutte le azioni e le iniziative utili a tutela del personale auspicando la convocazione di un incontro con la parte datoriale per fare chiarezza sulle criticità apprese dagli organi di stampa e per riprendere il negoziato contrattuale”, concludono.

Pubblichiamo il resoconto dell’incontro del Tavolo Tecnico per la Formazione tenutosi in data 18 gennaio 2021,  riguardo la convocazione per la discussione dell’Albo Formatori, estensione ADR e modulo formativo CFBT

Corona virus

Pubblichiamo l’aggiornamento sull’ emergenza sanitaria in atto, in merito all’estensione dal lavoro

Pubblichiamo la nota di sollecito alle richieste di incontro inviate all’Amministrazione, dalle Strutture nazionale Fp Cgil VVF, Fns Cisl e Confsal VVF, alle quali ancora non è stata data alcuna risposta

Pubblichiamo la nota unitaria territoriale di Fp Cgil VVF e Uil Pa VVF, nella quale chiedono la rimodulazione dell’orario di lavoro in 24/72 visto il perdurare dell’emergenza sanitaria in atto

Corona virus

A seguito della richiesta unitaria Fp Cgil VVF, Fns Cisl e Confsal VVF in merito alla richiesta di un piano organizzativo sull’emergenza sanitario in atto pubblichiamo la risposta dell’Amministrazione

Al Presidente dell’INPS
Prof. Pasquale Tridico

Al Direttore Generale
Dott.ssa Gabriella Di Michele

Al Direttore Centrale Risorse Umane
Dott.ssa Maria Grazia Sampietro

per il tramite del Dott. Aldo Falzone
Dirigente Area Relazioni Sindacali

Oggetto: telelavoro e progressioni verticali.

Come abbiamo ricordato all’Amministrazione in occasione dell’ultima riunione del Tavolo nazionale sulla definizione del Piano Organizzativo sul Lavoro Agile (P.O.L.A.), ci giungono segnalazioni dai territori in ordine all’esclusione dall’accesso al telelavoro del personale non appartenente al profilo amministrativo ed informatico, esclusione motivata attraverso un’interpretazione restrittiva dell’Accordo nazionale sul telelavoro domiciliare e Progetto sperimentale di telelavoro satellitare del 15 ottobre 2014. Poiché registriamo comportamenti asimmetrici da parte delle Direzioni regionali/Direzioni di coordinamento metropolitano con interpretazioni restrittive da un lato ed estensive dall’altro, queste ultime correttamente orientate ad una contestualizzazione dell’accordo del 2014 quando ancora non esistevano profili successivamente assimilati a quello amministrativo dallo stesso Istituto (vedasi disciplina sul conferimento delle posizioni organizzative e accordo sui cambi di profilo), chiediamo, così come previsto dallo stesso accordo del 15 ottobre 2014 (l’art.36, richiamando l’art.4 del CCNI 2002/2005, prevede l’attivazione della procedura di interpretazione autentica della clausole controverse) la convocazione del Tavolo nazionale per accedere ad un’interpretazione omogenea, per noi estensiva, degli articoli 1 e 20 della disciplina sul telelavoro.
Con l’occasione si chiede all’Amministrazione di voler informare le OO. SS. sullo stato dell’arte dell’iter relativo alle progressioni verticali e sulle possibili estensioni dei numeri, estensione già contemplata nel Piano Triennale dei Fabbisogni del Personale 2020/2022, visto che da fonti ministeriali ci giungono notizie circa un possibile via libera, interlocuzione MEF – Funzione Pubblica, all’operazione in tempi brevi “bypassando” la necessità di un apposito DPCM con una procedura ex art.3, comma 4, della Legge n.56/2019.
Roma, 19 gennaio 2021

FP CGIL
Matteo Ariano Antonella Trevisani

CISL FP
Paolo Scilinguo

UIL PA
Sergio CERVO

CONFSAL/UNSA
Francesco Viola

                           Ancora sul ricorso all’indennità di rischio

Poiché continuano a pervenirci richieste di chiarimento circa la nostra posizione e le nostre iniziative
sulla vertenza, attivata da altre OO.SS., per il riconoscimento dell’indennità di rischio agli assistenti alla vigilanza, riteniamo utile fornire alcuni chiarimenti ed alcune indicazioni ai nostri territori.
Dobbiamo precisare preliminarmente che a nostro avviso non è mai consigliabile fare vertenze al buio e per tale motivo, nelle more di una approfondita lettura della sentenza, abbiamo consigliato ai lavoratori per il momento di fare semplice istanza per l’interruzione dei termini di prescrizione. In questo caso siamo in presenza di una unica sentenza favorevole di primo grado, sulla quale ci risulta l’intenzione dell’amministrazione di proporre appello, e non è detto che la stessa ottenga un risultato favorevole nel secondo grado di giudizio. Ed in questo caso il rischio concreto è quello, in caso di rigetto, di essere condannati al pagamento delle spese di giudizio. Per questo noi riteniamo doveroso e serio valutare la percorribilità di una vertenza prima di consigliare le conseguenti iniziative ai lavoratori.
In ogni caso, considerate le richieste che ci sono pervenute, ed anche il fatto che alcuni territori sono
partiti nella richiesta di adesione, riteniamo utile ricordare che la responsabilità dell’assistenza legale individuale è sempre di pertinenza delle strutture territoriali, per il tramite dei rispettivi uffici vertenze e legali confederali o secondo forme che dette strutture, nella loro autonomia, si sono date.
Per tale motivo, possiamo solo suggerire alle Segreterie in indirizzo di attivarsi, ove lo riterranno e nel
rapporto con i singoli lavoratori interessati, con gli uffici legali di riferimento confermando, per quanto riguarda eventuali necessità di approfondimenti tecnico giuridici, la nostra disponibilità a fornire ai vostri legali, il dovuto supporto.
Vogliamo infine rassicurare di nuovo i lavoratori: non è nostra intenzione tralasciare nulla di tutto ciò
che può portare dei benefici ma non bisogna nemmeno sottovalutare eventuali rischi che possono derivare da un esito non favorevole.

 

FP CGIL Nazionale Mibact
Claudio Meloni

“Mentre tornano alla ribalta della cronaca i tragici eventi che si sono verificati in carcere durante la prima ondata di contagi da Covid-19, sui quali sono in corso indagini che sapranno chiarire cosa è realmente accaduto, nessuno si preoccupa di tutelare la salute di lavoratori e detenuti avviando una massiccia campagna di vaccinazioni in tutto il settore dell’esecuzione penale”. Ad affermarlo è la Fp Cgil che sul tema chiede interventi urgenti.

I dati forniti dalle amministrazioni, osserva la Fp Cgil, “ci dicono che i contagi stanno aumentando e, alle soglie di una possibile terza ondata, non si può perdere tempo ulteriormente e farsi trovare impreparati come accaduto nel mese di marzo. Da anni denunciamo che esiste un problema nella tutela della salute in carcere, così come che esiste il problema di tutelare la sicurezza sui luoghi di lavoro di coloro che operano nell’esecuzione penale, nella polizia penitenziaria, nelle funzioni centrali e nella dirigenza penitenziaria, costretti a lavorare in luoghi malsani e fatiscenti, dove aumentano le aggressioni e i casi di suicidio, ma le nostre denunce sono rimaste inascoltate”.

Su questi temi, prosegue il sindacato, “non vediamo risposte adeguate neanche nella legge di stabilità appena approvata, come non vediamo investimenti adeguati sul tema delle assunzioni e del rinnovo del contratto di lavoro. In materia di sovraffollamento delle carceri riteniamo che la via maestra sia quella di potenziare il sistema dell’esecuzione penale esterna e non di costruire nuove carceri, progetto che in passato ha già dimostrato di essere fallimentare, ma anche su questo tema le nostre proposte sono rimaste inascoltate e la politica continua a dimostrare di non avere un progetto concreto”, conclude la Fp Cgil.

POSIZIONI ORGANIZZATIVE: IL NOSTRO PENSIERO

Nei giorni scorsi abbiamo firmato l’accordo sulle indennità da riconoscere ai responsabili di Processo e di team, evidenziando in una nota le svariate criticità che abbiamo constatato sul punto (in allegato l’accordo con la nota).
Riteniamo tale firma coerente con la posizione che da anni portiamo avanti. Infatti, come FP CGIL eravamo convinti della necessità di superare il sistema totalmente fiduciario ereditato dal Ministero del Lavoro, che produceva una discrezionalità tale nell’assegnazione di questi incarichi da sfociare troppo spesso in arbitrio insindacabile.

Con il regolamento approvato dall’Amministrazione, anche grazie alle nostre richieste, si sono finalmente introdotti principi fino ad allora sconosciuti come, ad esempio: selettività, sulla base di criteri esplicitati; fissazione di una durata all’incarico e l’inserimento del principio di rotazione; pubblicità dei colloqui, nonostante la pandemia; possibilità di accesso a tutte le PO, nell’ottica di una crescita professionale e maggiore osmosi tra le professionalità.
Su questo non intendiamo tornare indietro e non vorremmo che qualcuno, invece, ceda all’insana tentazione di ripristinare il sistema fiduciario, magari con qualche correzione di facciata … Noi non ci saremo.

Nel corso dell’espletamento delle selezioni sono emerse, è vero, diverse criticità, tra cui: – mancanza di un coordinamento dal centro, così che ogni IIL si sia organizzato a suo modo; – approccio ancora troppo spesso accademico/teorico nelle selezioni, più incentrato sul “cosa si sa” che sul “cosa si sa fare”; – diverse “disattenzioni” sul rispetto del principio di rotazione. Su questo, chiediamo nuovamente un incontro specifico, per ragionare sulle azioni da intraprendere.
Riguardo agli importi riconosciuti ai titolari di PO, come CGIL non avevamo mai nascosto che ad oggi non saremmo stati in grado di riconoscere importi maggiori in quanto, allo stato attuale, tali risorse sono attinte dall’esiguo FRD dell’INL e quindi sottratte alla generalità dei lavoratori (gli importi previsti nell’accordo vincolano poco più di 1 milione di euro annui, rispetto a un FRD di circa 13 milioni). Questa, però, è una delle tante conseguenze del “costo zero”, contro cui ci siamo battuti sin dalla nascita dell’INL e che vorremmo sia superato con appositi finanziamenti, per poter dare riconoscimenti più adeguati a tutti i lavoratori.

Tale criticità è aggravata dall’eccessiva graduazione delle PO e dal numero eccessivo di teams. La graduazione delle PO su quattro fasce non ci vede affatto d’accordo, in quanto si limita a ripetere stancamente la graduazione prevista per le fasce dirigenziali e rischia di non essere capita dai lavoratori. La nostra proposta era, invece, di prevedere due sole fasce retributive: Processi e Team. Su questo, l’Amministrazione, se volesse, potrebbe tornare sui propri passi. Il numero dei team sta diventando eccessivo, considerato l’elevato numero di pensionamenti; questo potrà determinare conseguenze per noi inaccettabili, come avere più coordinatori che coordinati, pesando sempre sul FRD. Chiediamo quindi l’apertura di un confronto sui criteri che presiedono alla costituzione dei team.

Last but not least, ciò che è urgente fare e che si sarebbe dovuto già fare è dare ruolo e sostanza a questo tipo di organizzazione, stabilendo finalmente cosa comporti lavorare in un team, cosa significhi lavorare per processi, quali siano i compiti di un Responsabile di processo o di team, quali gli strumenti che gli si affidano, quali le responsabilità, evidenziando le peculiarità organizzative che una Agenzia veramente degna di questo nome dovrebbe avere.

Roma, 18 gennaio 2021

Il Coordinatore nazionale FP CGIL INL
Matteo Ariano

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