RIORGANIZZAZIONE MINISTERO

GLI ESITI DEL CONFRONTO CON LE ORGANIZZAZIONI SINDACALI

Si è svolto il 23 dicembre scorso l’incontro tra rappresentanze sindacali e amministrazione in ordine alla riorganizzazione del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali. Per l’amministrazione erano presenti il Capo di Gabinetto, il Segretario generale e il Direttore generale del personale.

La discussione si è incentrata sulla bozza di schema di DPCM precedentemente inviata in visione alle organizzazioni sindacali. Nella stessa oltre al trasferimento di talune funzioni da una direzione generale all’altra, si prevede la istituzione di due nuove direzioni generali ed un deciso incremento delle competenze dell’attuale Direzione generale dei sistemi informativi che prenderà il nome di Direzione generale dell’innovazione tecnologica, delle risorse strumentali e della comunicazione.

Secondo la bozza di schema di DPCM verrà quindi introdotta una Direzione generale per la salute e la sicurezza nei luoghi di lavoro e una Direzione generale delle politiche attive.

La prima avrà competenze in tema di monitoraggio e attuazione della legislazione vigente in materia di salute e sicurezza sui luoghi di lavoro, sulle materie infortunistiche, sulle malattie professionali. Sarà promotrice delle buone prassi in materia di informazione e comunicazione per la prevenzione degli infortuni e delle malattie professionali. Si occuperà della gestione delle risorse finanziarie da destinare all’INAIL, assicurerà il supporto tecnico amministrativo per la gestione del Fondo speciale infortuni e del Fondo vittime gravi infortuni sul lavoro.

La seconda sarà di supporto al Ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali nell’esercizio delle funzioni di indirizzo della rete nazionale dei servizi per le politiche del lavoro e per l’Agenzia Nazionale per le Politiche Attive, curerà la gestione delle risorse del Bilancio dello stato da destinare ai centri per l’impiego, avrà la gestione del Fondo per il diritto al lavoro dei disabili, coordinerà la materia degli incentivi all’occupazione. In materia di formazione dovrà vigilare controllare gli enti nazionali di formazione professionale, avrà altresì un ruolo di coordinamento in tema di aiuti di Stato alla formazione.

Sempre secondo la bozza di schema di DPCM illustrata la ridenominata Direzione generale dell’innovazione tecnologica, delle risorse strumentali e della comunicazione assorbirà numerose funzioni attualmente esercitate in altre direzioni fra le quali: la cura e la logistica delle sedi nonché la gestione delle relative spese di locazione, la programmazione degli acquisti di beni e servizi anche non informatici per tutti gli uffici dell’amministrazione attuando altresì le relative procedure, la gestione dell’ufficio del consegnatario, la gestione dell’attività contrattuale e la gestione delle spese di carattere strumentale per il funzionamento dell’amministrazione. La stessa direzione dovrà svolgere altresì i compiti attribuiti al responsabile per la transizione digitale che viene individuato nella figura del direttore generale della medesima direzione, assicurerà i servizi generali per il funzionamento dell’amministrazione e curerà la logistica delle sedi.

La direzione generale del personale, spogliata forse un po’ troppo frettolosamente della gestione del bilancio e delle risorse economiche, assorbirà invece l’ufficio del Responsabile della prevenzione alla corruzione e della trasparenza e con esso svolgerà attività di audit interno orientate al miglioramento della gestione e al contenimento del rischio di corruzione oltre ovviamente alla predisposizione e alla verifica del piano triennale per la prevenzione della corruzione.

CGIL CISL e UIL nei loro interventi hanno manifestato diverse perplessità circa la portata innovativa della esposta riorganizzazione poiché eccezion fatta per la introduzione delle due nuove direzioni generali il resto delle modifiche che andranno a ridefinire l’organizzazione interna di questo importante dicastero, rischiano di apparire come un inutile maquillage da realizzarsi attraverso un balletto di funzioni che si spostano da una direzione ad un’altra.

CGIL CISL e UIL hanno inoltre manifestato tutte le loro perplessità anche sulle possibili ricadute sul personale che d’un tratto potrebbe, in conseguenza del citato balletto, ritrovarsi a doversi spostare repentinamente da un ufficio ad un altro, da un plesso ad un altro. Sul punto CGIL CISL e UIL hanno già anticipato all’amministrazione che in tal caso occorre avviare sin da subito il confronto con le organizzazioni sindacali.

Nel corso dell’incontro che, come detto in premessa è avvenuto il 23 dicembre scorso, quindi prima della definitiva approvazione della legge di bilancio, l’amministrazione ha anche informato le oo.ss. circa l’impegno profuso dal Ministro al fine di ottenere in legge di bilancio l’aumento delle dotazioni organiche con conseguente autorizzazione alle assunzioni, il riallineamento perequativo dell’indennità di amministrazione e l’incremento delle risorse da destinare al Fondo per le risorse decentrate (ex FUA).

Come è noto la legge di bilancio è stata definitivamente approvata il 30 dicembre 2020 (Legge n. 178 del 30/12/2020, pubblicata sulla GU n. 322 del 30 dicembre 2020) e dei tre punti, tutti importanti per la comunità dei lavoratori del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, è “passato” solo quello delle assunzioni e delle dotazioni organiche che autorizza l’amministrazione nell’anno 2021 e 2022 , a bandire procedure concorsuali pubbliche e, conseguentemente, ad assumere con contratto di lavoro a tempo indeterminato, con corrispondente incremento della vigente dotazione organica, 1 unità di livello dirigenziale non generale, 18 unità di personale non dirigenziale da inquadrare nell’Area III, posizione economica F1, e 9 unità di personale non dirigenziale da inquadrare nell’Area II, posizione economica F2.

CGIL CISL e UIL prendono atto per il risultato ottenuto in tema di dotazioni organiche e di assunzioni, ma non possono non stigmatizzare la circostanza che nella stessa norma non v’è traccia di alcun incremento del Fondo per le risorse decentrate e non v’è traccia di alcun intervento teso a perequare l’indennità di amministrazione. Sul punto va detto che sia nella precedente legge di bilancio che in quest’ultima, sono state diverse le amministrazioni che hanno potuto ottenere assunzioni in deroga, incrementi del fondo ed aumenti dell’indennità di amministrazione.

Su questo ultimo punto CGIL CISL e UIL insisteranno ancora, ponendo in essere ogni utile iniziativa, affinché anche il Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociale, non meno importante di altri dicasteri, possa ottenere gli incrementi salariali dovuti.

Cordiali saluti a tutti.

Roma, 13 gennaio 2021

FP CGIL
Giuseppe Palumbo
Francesca Valentini

CISL FP
Michele Cavo
Marco Sozzi

UIL PA
Bruno Di Cuia
Orlando Grimaldi

SISTEMA DI MISURAZIONE E VALUTAZIONE DELLA PERFORMANCE: NON CI SIAMO

Si è svolta ieri, in prosecuzione del precedente incontro del 10 dicembre 2020, la riunione del Tavolo nazionale con all’ordine del giorno il confronto sul tema della performance organizzativa ed individuale per le aree A, B e C. Il documento consegnato dall’Amministrazione, estremamente sintetico, ripropone nella sostanza, al di là di qualche modifica formale di redazione e di copia/incolla, i medesimi contenuti della documentazione già inoltrata precedentemente.

Nel merito abbiamo contestato la bozza del Sistema di Valutazione della Performance Individuale nella parte in cui chiama in causa il contributo individuale ed i comportamenti organizzativi e professionali quali parametri di valutazione della performance individuale in aggiunta agli obiettivi di gruppo intesi, questi ultimi, come obiettivi della struttura organizzativa di appartenenza dei lavoratori. Il nuovo sistema si sbilancia enormemente verso la valutazione discrezionale da parte della dirigenza sui comportamenti del singolo dipendente rispetto all’attività della struttura di appartenenza, generando, in questo modo, una prevalenza dei comportamenti individuali rispetto alla produzione effettiva che dovrebbe costituire, a nostro avviso, il parametro di riferimento in quanto misura della capacità dell’Istituto di corrispondere all’interesse pubblico cui è votata l’azione dell’INPS come di ogni altra Pubblica Amministrazione.

Ciliegina sulla torta, nella parte finale del documento si crea un pericoloso collegamento tra il TEP e la performance individuale: una posizione che abbiamo rispedito al mittente in quanto demolisce la storia contrattuale del TEP nato in passato come assegno di garanzia che remunera e riconosce la professionalità acquisita nel tempo dai colleghi, una voce retributiva già legata ad un coefficiente di merito (CCNI 2014) rispetto alla quale non si comprende la volontà dell’Amministrazione di connetterla alla performance individuale che ne metterebbe a rischio la percezione da parte dei colleghi. L’impatto del sistema di valutazione prospettato dall’Amministrazione si ripercuoterebbe non solo sull’erogazione del Fondo per il salario accessorio, ma, attraverso l’accesso a “percorsi selettivi di alta formazione”, anche sulle future progressioni di carriera. Altro che “impatto contenuto in termini di cambiamento rispetto all’attuale contesto di valutazione”, principio ispiratore del nuovo sistema indicato dall’Amministrazione nella premessa del documento!

In attesa di una revisione e di una caratterizzazione più precisa e puntuale, da noi fortemente richieste, abbiamo manifestato la nostra assoluta indisponibilità all’accoglimento del sistema proposto, tanto più di fronte al palese “ricatto” dell’Amministrazione che l’accettazione di tale meccanismo sia pregiudiziale per la redazione del Piano Organizzativo del Lavoro Agile (P.O.L.A.), una modalità di esecuzione della prestazione lavorativa che ha generato nel corso del 2020 10,5 milioni di euro di risparmi (dato fornito dallo stesso Istituto) ai quali andranno aggiunti le economie derivanti dalla ridefinizione degli spazi logistici delle sedi quale conseguenza dello sviluppo del lavoro in remoto.

Rispediamo al mittente lo scambio lavoro agile con il nuovo sistema di misurazione e valutazione della performance: la retribuzione dei lavoratori, il salario accessorio è retribuzione, non può essere resa aleatoria per corrispondere ai desiderata del Ministero della Funzione Pubblica!

Roma, 15 gennaio 2021

FP CGIL
Matteo Ariano Antonella Trevisani

CISL FP
Paolo Scilinguo

UIL PA
Sergio Cervo

CONFSAL/UNSA
Francesco Viola

On. Vittorio Ferraresi
Sottosegretario alla Giustizia

Dott. Raffaele Piccirillo
Capo di Gabinetto

Dott.ssa Barbara Fabbrini
Capo Dipartimento dell’organizzazione Giudiziaria

Dott.ssa Gemma Tuccillo
Capo Dipartimento per la Giustizia Minorile e di Comunità

Dott. Renato Romano
Direttore Generale degli Archivi Notarili

e per conoscenza
Dott. Bernardo Petralia
Capo Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria

Con circolare del 13 gennaio scorso, inviata a tutte le strutture periferiche, l’amministrazione penitenziaria, in vista dell’attuazione della campagna vaccinale anti Covid-19 del personale, ha avviato un censimento diretto a conoscere la volontà di adesione alla predetta campagna da parte di ciascun operatore penitenziario (allegato 1).
L’iniziativa dell’amministrazione penitenziaria, che è lodevole, impone alle scriventi organizzazioni sindacali di segnalare la necessità, in ossequio all’obbligo di sicurezza che grava sul datore di lavoro, anche pubblico, che tutte le altre articolazioni ministeriali si attivino per avviare con modalità analoghe la campagna vaccinale anti-Covid su base volontaria per tutti gli altri lavoratori della Giustizia.
Giova precisare che le attività del Ministero della Giustizia, a causa della pandemia, solo in minima parte hanno subito una contrazione in ragione della loro natura di servizio pubblico essenziale: gli uffici giudiziari, soprattutto a partire dal mese di giugno, le strutture penitenziarie, anche minorili e dell’esecuzione penale esterna, e gli archivi notarili non hanno mai smesso di erogare servizi all’utenza e ciò grazie all’apporto dei lavoratori che sono stati chiamati ad effettuare la loro prestazione lavorativa in massima parte on site. La conseguenza di tale abnegazione è sotto gli occhi di tutti: non si contano i casi di contagio (e purtroppo di decesso) tra i lavoratori della Giustizia soprattutto tra quelli che, in ragione della specificità delle mansioni
svolte, hanno operato sul territorio, a diretto contatto con i cittadini, come gli ufficiali giudiziari e gli assistenti sociali, tra quelli che sono stati chiamati a spostarsi perché applicati in altri uffici, perché in missione o perché impegnati in attività ispettive e tra quelli che hanno lavorato in stretto contatto con l’utenza perché impegnati nelle attività di sportello e nelle udienze penali e civili.
Per quanto sopra esposto appare necessario, a parere delle scriventi, che la fase propedeutica alla campagna vaccinale definisca, oltre alla mera ricognizione rispetto alla volontà di adesione da parte dei lavoratori, le necessarie priorità, riferite alle specifiche condizioni di esposizione al rischio in ambito lavorativo, coerenti con quelle definite nel Piano Nazionale predisposto dalle Autorità competenti in relazione ai lavoratori addetti ai servizi essenziali, in particolare nella individuazione delle tempistiche previste per tali specificità.
Per i motivi sopra esposti FPCGIL CISL FP e UIL PA chiedono che ciascun Dipartimento ponga in essere quanto necessario al fine di garantire l’efficacia del processo a tutela della salute e sicurezza dei lavoratori maggiormente esposti ai rischi di contagio.
Confidando in un positivo riscontro, si porgono distinti saluti

Roma, 14 gennaio 2021

FP CGIL                          CISL FP                    UIL PA
Meloni / Prestini            Marra                         Amoroso

Pubblichiamo la nota di risposta della Direzione Centrale per le Risorse Umane in merito alla richiesta unitaria di chiarimenti per la trasferimenti temporanei per esigenze di servizio ex art. 42 DPR 64/2012

COMUNICATO

In data 8 gennaio 2021 la segreteria nazionale della FP CGIL ha chiesto un incontro al Ministro della Giustizia e ai Capi Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria e della Giustizia Minorile e di Comunità per discutere della bozza di revisione delle piante organiche del Corpo di Polizia Penitenziaria relative al “personale appartenente alla carriera dei funzionari “e dei documenti allegati alla stessa.

Tale richiesta nasceva dalla necessità di ribadire, ancora una volta, le proposte avanzate in tutti i tavoli di confronto sul tema, tese ad evitare che gli argomenti trattati possano ingenerare confusioni di ruolo nella filiera di comando delle amministrazioni interessate o possano inficiare le giuste aspirazioni di progressione in carriera di tutto il personale che opera nell’esecuzione penale.

A seguito della suddetta richiesta abbiamo registrato la disponibilità del Capo del Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria, Pres. Petralia e del Direttore generale del personale e delle risorse, dott. Parisi che in data odierna abbiamo incontrato. Nel corso dell’incontro abbiamo ribadito la necessità di una riforma complessiva dell’organizzazione del sistema dell’esecuzione penale che, oltre a tenere fede al mandato conferito dalla Costituzione, consenta a tutto il personale delle funzioni centrali e della Polizia Penitenziaria di poter ambire ad adeguate e concrete progressioni in carriera, tenendo conto della complessità e della specificità delle funzioni che devono essere assolte da ciascuno degli attori chiamati in causa. Una riforma che dovrà consentire a tutti i responsabili delle diverse aree organizzative del sistema penitenziario, di poter acquisire il ruolo di “direttore dell’area” e quindi di poter avere un possibile sbocco professionale in una dirigenza penitenziaria unica in grado di assicurare la funzione di sintesi e di governo delle complessità del sistema.

A tale riguardo il Capo del Dipartimento ci ha comunicato la ferma intenzione di aprire un confronto di merito sullo schema di decreto con le rappresentanze sindacali di tutte le componenti (dirigenza penitenziaria e funzioni centrali) al fine di raccogliere e pareri e proposte di modifica.

Abbiamo altresì rappresentato la nostra contrarietà al disegno di legge che prevede l’istituzione dei ruoli tecnici della polizia penitenziaria per i funzionari giuridico pedagogici, ribadendo che adotteremo ogni utile iniziativa nelle sedi politiche ed amministrative per evitare che venga svilita la funzione altamente professionale che sino ad oggi i funzionari giuridico pedagogici hanno assolto in ossequio al mandato costituzionale.

L’unitarietà e la coerenza della funzione rieducativa della pena resta l’obiettivo che questo sindacato intende continuare ad affermare tutelando tutte le professionalità e la dignità dei ruoli.

Con l’impegno di tenervi costantemente aggiornati.

 

Il Segretario nazionale
Florindo Oliverio

On.le Vittorio Ferraresi
Sottosegretario alla Giustizia

e per conoscenza

Dott. Raffaele Piccirillo
Capo di Gabinetto

Dott.ssa Barbara Fabbrini
Capo Dipartimento dell’organizzazione Giudiziaria

Dott. Bernardo Petralia
Capo Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria

Dott.ssa Gemma Tuccillo
Capo Dipartimento per la Giustizia Minorile e di Comunità

Dott. Renato Romano
Direttore Generale degli Archivi Notarili

Oggetto: art. 1, comma 868, legge 30 dicembre 2020 n. 178 (Legge Stabilità 2021)

La norma indicata in oggetto prevede un incremento delle risorse da assegnare al Fondo Risorse Decentrate (già Fondo Unico di Amministrazione) pari a 6 milioni di euro per il 2021, 8,6 milioni di euro per il 2022 e 10 milioni di euro a decorrere dal 2023. Poichè tale norma per la prima volta inverte l’annosa tendenza al ridimensionamento del Fondo destinato al salario accessorio dei lavoratori, CGIL CISL e UIL auspicano che tale incremento costituisca solo un primo passo verso la definizione di un montante accessorio adeguato alle prestazioni effettivamente richieste ai lavoratori della Giustizia.
Purtroppo CGIL CISL e UIL devono anche rilevare che, ad onta delle proprie richieste, rimaste tutte inevase, l’incremento in questione, per espressa previsione normativa, riguarda il Fondo Risorse Decentrate dell’Organizzazione Giudiziaria, dell’Amministrazione Penitenziaria e per Giustizia minorile e di comunità ma non il Fondo Risorse Decentrate degli Archivi Notarili. Il Fondo di tale amministrazione, infatti, è autonomo rispetto a quello degli altri dipartimenti della Giustizia in ragione dell’autonomia finanziaria degli Archivi Notarli ed allo stato non beneficerà di alcun rifinanziamento con grave e discriminante pregiudizio per i lavoratori di questa amministrazione.
Ciò posto, considerata la circostanza che le iniziative poste in essere da codesto Ministero sono risultate del tutto carenti rispetto alle reali esigenze della Giustizia, siccome prospettate anche dalla Comunità Europea, nonché il grave ritardo con cui viene pagato il salario accessorio e vengono definite le progressioni economiche, per responsabilità esclusiva dell’amministrazione che si sottrae al dovere di concludere le relative intese nei tempi indicati dalla vigente normativa, è urgente sottoscrivere definitivamente l’accordo relativo all’anno 2019 nonché avviare la discussione sui contenuti dell’accordo per l’anno 2020 e la ricognizione delle risorse utili a costituire il FRD 2021, con particolare riferimento alla individuazione delle risorse da destinare alle progressioni economiche del personale ed al finanziamento degli istituti contrattuali previsti dal vigente CCNL.
Per tale motivo CGIL CISL e UIL chiedono la convocazione con urgenza del tavolo negoziale su tali materie.

Nel restare in attesa di formale e positivo riscontro, si porgono distinti saluti.

 

FP CGIL                      CISL FP                      UILPA
Meloni / Prestini       Marra                       Amoroso

INCONTRO SU P.O.L.A. E RISPARMI DI BILANCIO

Il 13 gennaio si è ripartiti con gli incontri negoziali, dopo la pausa natalizia. La discussione ha
riguardato due temi: i contenuti di quello che sarà il (P.O.L.A.) Piano Organizzativo del Lavoro
Agile e i risparmi collegati alla mancata erogazione dei buoni pasto e degli straordinari.
Premesso che la materia del lavoro agile, come da noi sempre sostenuto, deve essere ricondotta
nell’alveo della contrattazione tra le parti sociali e sottratta al livello del mero confronto in
quanto argomento che attiene al rapporto di lavoro la cui fonte regolatrice fondamentale è il
contratto collettivo, l’Amministrazione ha precisato di non avere elaborato ancora un documento
definito e che l’incontro mira semplicemente ad illustrare l’orientamento su come dovrebbe
essere strutturato il lavoro agile nella dimensione ordinaria:

– tutte le attività svolte in INPS sono considerate lavorabili da remoto (anche quelle
teoricamente da svolgere in presenza fisica presentano “segmenti lavorativi” che le rendono
lavorabili in remoto), per cui l’accesso allo smart working sarà garantito a tutti i dipendenti, su
base volontaria;

– come previsto dalla normativa, una volta adottato il P.O.L.A., lo smart-working sarà garantito
ad almeno il 60% del personale, calcolato in rapporto al personale delle singole strutture, e non
a livello nazionale;

– per garantire una gestione delle attività, si ipotizza un’alternanza fra giornate in presenza e
altre in smart-working;

– si mira al superamento del paradigma dell’orario di lavoro,in quanto l’attività potrà essere
effettuata negli orari più consoni al dipendente, mirando sugli obiettivi assegnati e sul
monitoraggio periodico che sarà effettuato;

– lo smart-working potrà essere svolto in qualunque luogo prescelto dal lavoratore, anche
diverso dalla residenza/domicilio;

– sarà previsto, come da noi richiesto sin dal febbraio 2019, lo smart-working frazionato, ossia la
possibilità, oggi non contemplata, di svolgere, nella stessa giornata, una parte della propria
attività lavorativa in ufficio e poi da remoto;

Riguardo al riconoscimento di lavoro straordinario e buoni pasto, l’amministrazione ha fatto
presente che al momento le norme non ne consentirebbero l’erogazione (punto da noi
contestato alla luce degli stessi atti di indirizzo del Dipartimento della Funzione Pubblica che
rimettono all’autonomia delle singole amministrazioni la scelta a dimostrazione, come da noi
sempre sostenuto, della perfetta conciliabilità degli straordinari e dei buoni pasto con lo smartworking),
ma ha anche aggiunto una disponibilità a trovare soluzioni che diano un ristoro a chi
ha lavorato da remoto nei mesi scorsi. Abbiano sottolineato l’obbligo di disciplinare il diritto alla
disconnessione prevedendo, contestualmente, l’individuazione di eventuali fasce di contattabilità.
È stato anche chiarito che la strutturazione dello smart-working non determinerà il superamento
del telelavoro, ma si è evidenziata la necessità, su nostra richiesta, di rivedere l’accordo siglato
qualche anno fa, per attualizzarlo e renderlo fruibile da parte di tutto il personale senza perimetrazione a specifici profili.

Pur apprezzando le proposte dell’Amministrazione, abbiamo evidenziato la necessità che la
discussione avvenga su due piani: da un lato, vi sono gli aspetti organizzativi su cui è necessario
un confronto sindacale – come sta accadendo per la redazione del P.O.L.A. – ma dall’altro vi sono
elementi contrattuali – come ad es. il riconoscimento di permessi o la disciplina del diritto alla
disconnessione – su cui la contrattazione deve restare sovrana. Per questo, abbiamo proposto di
avviare – contestualmente alla discussione sul POLA – anche l’organismo paritetico per
l’innovazione, che è contrattualmente deputato a occuparsi proprio del lavoro agile.
Abbiamo inoltre chiesto se l’INPS si stia mettendo nelle condizioni preliminari per inserire
stabilmente il lavoro agile nella propria organizzazione, il che vuol dire completare l’acquisto di
PC a tutti i dipendenti che ne sono ancora sprovvisti e procedere a un ciclo di formazione
relativo alle modalità e alle conseguenze dell’attività svolta in modalità agile. Ci è stato,
pertanto, chiarito che attualmente il 62% dei dipendenti ha un PC fornito dall’amministrazione e
che tale percentuale salirà al 95% nel 2021 e al 100% nel 2022, a seguito della fornitura di
ulteriori PC. Inoltre, verrà dato anche il cellulare di servizio a buona parte del personale, così da
arrivare al 75% nel 2021 (abbiamo chiesto anche qui che si arrivi al 100% in modo da fornire a
tutto il personale una connessione alla rete i cui costi ancora oggi gravano sui colleghi).

Nel biennio 2021-2022 si stanno predisponendo anche attività formative mirate, per supportare
la transizione verso un inserimento stabile del lavoro agile.
Abbiamo inoltre chiesto di valutare una riorganizzazione dei propri spazi anche attraverso ipotesi
di co-working (ossia condivisione dei propri spazi lavorativi anche con lavoratori di altre
Amministrazioni) e di considerare anche che molti lavoratori hanno avuto problemi di
connessione, per cui si potrebbe valutare anche la possibilità di dotarli di strumentazione
apposita.
La discussione per noi proseguirà anche nella giornata odierna, in cui si dovrà discutere di
Sistema di Misurazione e Valutazione della Performance, perché l’inserimento del lavoro agile ha
un evidente impatto anche su questo aspetto.
In merito ai risparmi di spesa del bilancio 2020, ne abbiamo chiesto la loro quantificazione,
prima di discutere su quale possa essere la loro destinazione. Sul punto, l’Amministrazione ha
chiarito che ammontano a 10 milioni e mezzo, e che nelle loro intenzioni dovrebbero essere
destinati ad incrementare il fondo di ente e al Welfare aziendale, come previsto dalla norma,
anche se l’iter per renderli disponibili sarà lungo.

Infine, in merito alla campagna vaccinazione, l’Amministrazione ci ha informato che ha
provveduto a fare una ricognizione tra il personale dei CML per l’adesione volontaria alla
vaccinazione. Tale ricognizione è stata inviata al Ministero della Salute per la segnalazione alle
regioni del personale Inps che opera nel settore sanitario, all’inserimento nei relativi elenchi.
Contestualmente anche le Direzioni Regionali si attiveranno presso gli Assessorati Regionali alla
Salute, allo stesso scopo.

 

FP CGIL
Matteo Ariano
Antonella Trevisani

CISL FP
Paolo
Scilinguo

UIL PA
Sergio Cervo

CONFSAL/UNSA
Francesco
Viola

L’Agenzia si impegna al confronto su tutte le nostre richieste
Sospeso lo stato di agitazione

Alla luce delle reazioni dell’Agenzia di seguito alla proclamazione dello stato di agitazione di lunedi
scorso, avevamo deciso nella tarda serata di ieri di inasprire le iniziative unitarie di lotta.
L’Agenzia ha tuttavia assunto l’iniziativa, innegabilmente positiva, di convocarci presso la Direzione
Generale per un incontro, in via d’urgenza, finalizzato a valutare la sussistenza delle condizioni per
il superamento del conflitto.

Nel corso dell’incontro, franco e animato, abbiamo rappresentato tutte le ragioni della protesta, a
partire dalle critiche alla proposta di ridefinizione dei profili professionali.
A conclusione della discussione l’Agenzia – condividendo la nostra richiesta di sottoscrivere una
intesa utile a superare le motivazioni alla base delle nostre rivendicazioni – si è impegnata a
riaprire un dialogo costante, in grado di superare il conflitto e recuperare relazioni sindacali
corrette e partecipate.

Peraltro l’elemento più importante è che l’Agenzia si è impegnata a non adottare più la
Determinazione sui profili, se non a valle di un futuro confronto congiunto, mettendo al primo
posto dell’agenda il Contratto Integrativo per il quale siamo convocati venerdi 15 gennaio. A
seguire saranno calendarizzate le trattative per la chiusura del Fondo 2018 e per l’accordo a
stralcio del Fondo 2019, per l’accordo sulla mobilità volontaria del personale e per un incremento
retributivo da conseguire con uno stanziamento di fondi sulla voce “Indennità di
Amministrazione”.

Infine l’Agenzia si è impegnata ad affrontare in un apposito confronto la nostra richiesta di
discutere e definire future scelte organizzative (vedi un diversa struttura territoriale delle DID) e
di concordare un piano di acquisizioni di personale.
Abbiamo ritenuto – d’intesa con le nostre Segreterie Nazionali – visti gli indubbi, importanti passi
avanti fatti dall’Agenzia e visto il giudizioso superamento della decisione di pubblicare la
Determinazione sui profili professionali, di sospendere lo stato di agitazione proclamato lunedi 11
gennaio 2021, in attesa dell’esito delle trattative concordate.

Roma 13 gennaio 2021

 

                                                   FPCGIL                            CISLFP                                  UILPA
Iervolino                            De Caro – Fanfani             Procopio

Come noto lo scorso 30 dicembre abbiamo firmato le Linee guida per la disciplina del rapporto di lavoro dei dipendenti delle Ambasciate, Consolati, Legazioni, Istituti culturali ed Organismi internazionali in Italia che vi alleghiamo in copia firmata anche dalle controparti.

La Disciplina è frutto del lavoro unitario di Cgil, Cisl e Uil che ha prodotto una piattaforma molto avanzata rispetto alla precedente e che è stata condivisa dalle controparti. La Disciplina viene adeguata alle nuove norme, introducendo istituti importanti come le ferie solidali, il congedo per le vittime di violenza, l’adeguamento dell’istituto della malattia e del congedo parentale per favorire una maggiore condivisione dei tempi di vita e di lavoro dei genitori”. Inoltre vi è anche “un capitolo sul lavoro agile/smart working e si prevede la possibilità di protocolli sperimentali (da definire in sede di contrattazione di secondo livello) così come un sistema di relazioni sindacali con l’introduzione del diritto all’informazione e alla consultazione”. Vengono definite in maniera chiara le retribuzioni lorde tabellari e aggiornate con degli incrementi economici. Importante – aggiungono – la norma che stabilisce l’obbligatorietà per i datori di lavoro di emettere in tempistiche stringenti certificazioni per gli obblighi fiscali: infatti, a causa di comunicazioni errate dei datori di lavoro, i lavoratori di questo settore si trovano oggi a dover pagare cifre elevatissime all’erario, non per loro responsabilità, in tempi ristretti. A tal proposito vi comunichiamo che stiamo continuando  a fare pressioni affinché sia possibile una rateizzaizone delle somme dovute che possa dar respiro ai lavoratori coinvolti.

Vi chiediamo di diffonderla tra le lavoratrici ed i lavoratori interessati e restiamo a disposizione per ogni eventuale chiarimento.

Buon lavoro.

Nicoletta Grieco

Head of International Department FPCGIL

PCM: ennesimo e ultimo tentativo (inutile) per rinnovare il CCNL

dopo 12 anni.

 

Questo pomeriggio il presidente dell’Aran ha convocato nuovamente tutte le organizzazioni
sindacali della Presidenza del Consiglio per verificare se sussistano le condizioni previste dalla
legge per permettere la sottoscrizione di una intesa di rinnovo contrattuale.
Purtroppo, nulla è cambiato rispetto all’incontro del 23 dicembre scorso.
Snaprecom, Sipre e Ugl hanno confermato la loro indisponibilità alla sigla della pre-intesa (solo
con il 51 per cento di firmatari è possibile dichiarare raggiunta una intesa e avviare le procedure di
validazione da parte degli organi di controllo: Governo, MEF e Corte dei Conti) e, pertanto, il
presidente Naddeo ha dovuto dichiarare l’impossibilità di dare un contratto collettivo nazionale
di lavoro ai dipendenti della Presidenza del Consiglio.
Per parte nostra possiamo solo ribadire, per chiarezza nei confronti delle lavoratrici e dei
lavoratori, che non siamo in presenza di un contratto, cattivo e meno, ma di fronte al fatto, unico
nella storia dei contratti collettivi nel pubblico impiego, che un negoziato si esaurisce con
l’impossibilità di definire un ccnl.
Nel passato abbiamo assistito certamente a contratti collettivi non necessariamente sottoscritti
dall’unanimità delle organizzazioni sindacali ma a maggioranza. Oppure, all’impedimento di dare
vita ai negoziati per il blocco della contrattazione da parte dell’autorità politica (come è stato dal
2009 fino al 2018 per la generalità dei comparti pubblici).
Come Funzione Pubblica CGIL abbiamo sempre giudicato negativamente i governi che hanno
impedito l’esercizio della contrattazione perché hanno leso il diritto soggettivo e individuale non
dei sindacati ma dei lavoratori ad avere un contratto di lavoro.
Per questo possiamo solo dire che è singolare e paradossale che questo diritto venga negato ora
proprio da chi pretende di rappresentare proprio le lavoratrici e i lavoratori.
Non vogliamo giudicare il modo e le capacità delle altre organizzazioni sindacali nello svolgimento
del proprio ruolo. E’ uno stile che non ci appartiene e per questo non abbiamo partecipato nei
giorni scorsi allo scambio di comunicati tra organizzazioni sindacali.
Quello che di sicuro non tolleriamo è millantare ai lavoratori che siamo in presenza di un contratto
capestro (che non c’è: non certo per responsabilità di chi, invece, responsabilmente ma anche
facendo i conti con le regole e le condizioni date, ha cercato fino in ultimo di non danneggiare
oltre i lavoratori lasciati al palo dal 2009).
Abbiamo ribadito la nostra disponibilità a siglare una pre-intesa quando e se l’Aran dovesse
riconvocare le parti perché qualcuno ci avrà ripensato.
Alle lavoratrici e ai lavoratori possiamo solo ricordare, inviando nuovamente la nostra
comunicazione del 23 dicembre scorso, i contenuti di un testo che avrebbe potuto essere
un’ipotesi di accordo e che invece rimane l’ultimo atto dell’Aran a sancire l’incapacità del
negoziato di produrre risultati.
Rinnoviamo a tutte e tutti i nostri auguri di buon anno e confermiamo la nostra azione di
rappresentanza negli interessi concreti delle lavoratrici e dei lavoratori.

 

Il Segretario nazionale
Florindo Oliverio

Al Direttore dell’Agenzia
delle Dogane e dei Monopoli
Dott. Marcello MINENNA

E p.c.

Al Ministro dell’Economia
e delle Finanze
On.le Roberto GUALTIERI

Al Ministro della Funzione Pubblica
On.le Fabiana DADONE

Al Comitato di Gestione dell’Agenzia delle
Dogane e dei Monopoli

Al Direttore del Personale
Agenzia delle Dogane e dei Monopoli
Dott. Rocco FLORE

OGGETTO :Determinazione Direttoriale “Rimodulazione dei Profili Professionali del
personale dell’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli”. Diffida e proclamazione
dello stato di agitazione del personale.

Le scriventi OO.SS. prendono atto che la fase del “confronto” prevista dall’art. 5 del CCNL
Funzioni Centrali relativamente all’oggetto sia terminata senza che le considerazioni
rappresentate siano state in nessuna maniera prese in considerazione, sia nel merito sia per il
metodo inusuale con cui si è svolta.

Al riguardo specificano che non condividono i contenuti della proposta di Determinazione
Direttoriale di cui all’oggetto per come è stata formalmente presentata in data 18 dicembre 2020
dall’Amministrazione, ritendendola in netto contrasto con le disposizioni del CCNL Funzioni
Centrali vigente.

Il CCNL Funzioni Centrali, che fa espresso rinvio (art. 96) ai contratti precedenti (nel caso il
CCNL Comparto Agenzie Fiscali) in merito alla classificazione e all’ordinamento del personale,
ha istituito, con la finalità di armonizzare ed innovare i diversi sistemi nei quali è inquadrato il
personale dei comparti di provenienza, una apposita Commissione Paritetica presso l’Aran (art.
12) alla quale, e solo ad essa, è demandato tale compito.

Nello specifico il CCNL del Comparto Agenzie Fiscali (al quale comunque l’Agenzia delle
Dogane e dei Monopoli deve necessariamente far riferimento) in particolare individua (art. 17)
il sistema di classificazione in tre aree, stabilisce (art. 18) che per la individuazione dei profili
professionali si deve tenere conto di una “gestione più flessibile del personale” per “garantire la migliore
corrispondenza delle prestazioni dei dipendenti agli obbiettivi di ciascuna Agenzia” ed individua, tra i criteri di definizione dei profili, il “superamento dell’eccessiva parcellizzazione derivante dalla legge 312/1980 attraverso la costituzione di profili che contengano al loro interno attività tra loro simili” e la “semplificazione dei contenuti mansionistici attraverso l’utilizzazione di formulazioni più ampie”.

Inoltre il successivo art. 19 “Istituzione di nuovi profili”, dispone che l’inquadramento avvenga
“con il consenso degli interessati” tra coloro “in possesso dei requisiti culturale e professionali” e che
“svolgano già le relative mansioni”.
Ciò premesso la proposta di Direttoriale presentata appare in contrasto con tutti i sopra
richiamati riferimenti contrattuali.

Nella proposta presentata viene introdotta una “denominazione che qualifica un suffisso per il nuovo
profilo” interna alle fasce economiche (alla fascia F2 della prima Area, alle fasce F3-F4 della
seconda e terza Area viene attribuita la qualifica di “scelto”; alle fasce F5-F6 della seconda e terza
Area viene attribuita la qualifica di “esperto”) che di fatto entra nel merito del “sistema di
classificazione” introducendo una forma gerarchica tra dipendenti della stessa Area economica
che, come già segnalato in altre occasioni, non è nella competenza dei contratti di secondo
livello e pertanto non può essere regolamentata nell’ambito del “confronto” sui Profili
professionali. Se così non fosse allora non si comprenderebbe l’utilità di tale innovazione nella
declaratoria dei “Profili Professionali”.

In effetti l’attuale sistema di classificazione riconosce la progressiva crescita dell’esperienza
professionale dei dipendenti unicamente attraverso le fasce economiche all’interno di ciascuna
Area, senza alcuna ulteriore qualificazione gerarchica.
Peraltro una tale applicazione risulterebbe contradditoria in quanto un neo assunto in F3 della
seconda Area si vedrebbe assegnata una esperienza professionale che non avrebbe affatto, del
tutto identica rispetto al personale già in servizio da anni nella stessa fascia La Determinazione, all’art. 8, intende istituire 24 “nuovi profili in sostituzione di tutti quelli precedenti”, tra i quali alcuni inconferenti rispetto ai compiti istituzionali dell’Agenzia previsti dalle norme vigenti (D.lvo 300/1999) come quelli di “cuoco”, “meccanico”, “infermiere”, “architetto” ecc. che, a dotazione di personale invariata, diminuirebbero di fatto le professionalità utili alle attività strategiche di lotta all’evasione fiscale e accertamento dei reati extra-tributari di competenza dell’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli.

Tale scelta è in contrasto con quanto disposto dai sopra citati art. 17, 18, 19 del vigente CCNL del Comparto Agenzie Fiscali, oltre che per la eccessiva parcellizzazione delle nuove professioni, anche per la illogica attivazione di più profili descritti con declaratorie assolutamente sovrapponibili, quali quelli di assistente-tributarista-ragioniere, o quelli di funzionario-fiscalista-esperto di relazioni internazionali.
Infine le scriventi ritengono inaccettabile un inquadramento “ d ’ufficio ” , dunque assolutamente discrezionale, nei nuovi profili di tutto il personale “sulla base dei titoli di studio e professionali nonché della esperienza professionale maturata” senza un percorso chiaro e determinato tra la situazione pregressa e quella successiva, in evidente contrasto con il sopra citato art. 19 del vigente CCNL Agenzie Fiscali.
Le scriventi riscontrano con rammarico che, nonostante le valutazioni di cui sopra siano state più volte rappresentate durante la fase di confronto, l’Amministrazione abbia riproposto nei vari incontri sempre la stessa posizione, senza mai interloquire rispetto alle osservazioni poste sul tavolo dalle OO.SS., in tal modo dimostrando di non voler mantenere un sistema di relazioni sindacali improntato ad un dialogo approfondito ed attento ad una partecipazione consapevole, costruttiva e trasparente dei rappresentanti del personale.

Premesso quanto sopra le scriventi nel rivendicare il sistema di relazioni sindacali stabile e partecipativo previsto dal CCNL Funzioni Centrali, diffidano il Direttore dell’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli da adottare unilateralmente i nuovi profili professionali in contrasto con le disposizioni contrattuali e normative vigenti.

Le scriventi OO.SS. nel contempo proclamano immediatamente lo stato di agitazione di tutto il personale dell’Agenzia in attesa del richiesto ripristino di relazioni sindacali volte ad attivare un confronto costruttivo, senza il quale si vedranno costrette ad adottare iniziative di lotta ed azioni di protesta che saranno tempestivamente comunicate.

Roma 11 gennaio 2021

FPCGIL               CISLFP                           UILPA
Iervolino            De Caro – Fanfani          Procopio

COMUNICATO

Il 12 gennaio si sono riaperti i tavoli di contrattazione dopo la pausa natalizia.
Il primo argomento all’ordine del giorno era la prosecuzione della discussione sulla bozza di FRD 2020. Per quanto ci riguarda, abbiamo ribadito il nostro “no” a una ipotesi di accordo che continua a considerare solo alcune assenze equiparate e non anche altre, continuando a mantenere disposizioni discriminatorie e ingiuste, oltreché obsolete.
Si è poi discusso della quantificazione delle indennità da corrispondere ai titolari di PO. La nostra proposta è stata di iniziare a corrispondere cifre non troppo alte, non essendo esclusa la possibilità di aumentarle in un momento successivo, ricordando la nostra iniziale contrarietà a una graduazione così spinta delle PO, ossia su 4 fasce retributive.
Abbiamo poi evidenziato che il numero dei team rischia di essere troppo alto rispetto al numero di dipendenti in servizio, con ripercussioni sia sulla funzionalità degli uffici che sul FRD. Per questo, abbiamo chiesto un incontro con il DC Organizzazione, per discutere di: nuovo piano della performance, esiti delle selezioni per i responsabili di processo, procedura di selezione dei responsabili di team, ma anche dei criteri che portano alla creazione di team e sulla specificazione delle competenze e dei compiti sia dei responsabili di team che di processo, per delineare in modo chiaro la “linea di comando”. L’incontro è stato fissato per il prossimo 20 gennaio.
E’ stato rinviato al 28 gennaio l’incontro sugli incentivi agli ispettori. Come FP CGIL abbiamo chiesto che all’incontro sia presente anche il DC Tutela, anche per conoscere come INL intenda sviluppare la vigilanza nel 2021. Nel frattempo, abbiamo chiesto di sapere come siano stati distribuiti gli incentivi nel 2020, così da poter avere un quadro chiaro, prima di pensare a come distribuirli nel 2021.
Infine, abbiamo chiesto aggiornamenti sulle progressioni economiche e sulla consegna dei PC al personale non ispettivo: sul primo tema, l’Amministrazione ha comunicato che entro marzo la procedura sarà chiusa, mentre riguardo ai PC ci è stato risposto che proprio in questi giorni partirà la consegna.

 

Il Coordinatore nazionale FP CGIL INL
Matteo Ariano

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