#ConCorsiConTe, oggi (mercoledì 28 ottobre) in diretta facebook dalle ore 15 su fb.me/fpcgil e fb.me/concorsipubbliciconte – così come sulle pagine di Udu e Fpa – parliamo del nostro progetto concorsipubblici.fpcgil.it per informare e formare chi vuole entrare a far parte della Pubblica Amministrazione.

CAMBI DI PROFILO E VERIFICA ACCORDO 3 GIUGNO

Verifica dello stato di attuazione del Protocollo sulla sicurezza negli ambienti di lavoro sottoscritto in INPS lo scorso 3 giugno e cambi di profilo sono stati i due argomenti, con “digressioni” sul tema dello smart working, iscritti all’ordine del giorno della riunione di ieri del Tavolo nazionale sindacale.
Sul monitoraggio dell’efficacia delle misure previste dal Protocollo del 3 giugno abbiamo preso atto dei dati forniti dall’Amministrazione sia in merito agli accordi in materia di sicurezza delle sedi sottoscritti a livello territoriale (113 accordi firmati a fronte di 125 sedi monitorate tra Direzioni regionali/Direzioni di coordinamento metropolitano e Direzioni provinciali) sia in ordine agli acquisti effettuati in questi mesi di dispositivi di protezione individuale ed alla predisposizione delle misure di protezione nelle sedi. Dagli interventi dei rappresentanti della parte datoriale è emerso come, nel generale contesto di un aggravamento dell’epidemia da COVID-19 che ha fatto registrare nelle ultime settimane un brusco innalzamento della curva del contagio, non si siano ad oggi, merito anche del “vituperato” accordo del 3 giugno che qualcuno oggi vorrebbe irrefrenabilmente sottoscrivere attraverso la via di fuga del suo aggiornamento, sviluppati focolai maturati all’interno della comunità di lavoro essendo gli episodi di contagio, di cui quotidianamente dà conto la messaggistica Hermes, frutto di fattori esterni all’Istituto. In tale quadro registriamo positivamente, in corso di riunione è stata comunicata la firma della relativa determina, l’attivazione in Direzione generale del servizio di somministrazione di test diagnostici al personale su richiesta del datore di lavoro e del medico competente: l’auspicio è che l’iniziativa, come indicato nel messaggio Hermes n.3680, faccia da apripista per tutte le sedi dell’Istituto e sia replicata dalle Direzioni regionali e dalle Direzioni di coordinamento metropolitano in sinergia con i rispettivi Servizi Sanitari Regionali.
Nei nostri interventi abbiamo ribadito da un lato la necessità di un massiccio ricorso allo smart working come strumento di tutela della salute del personale in questa fase in ragione dell’effetto deflattivo che il lavoro agile produce sulla circolazione del virus, mitigando la mobilità delle persone, una misura che andrebbe ulteriormente implementata per tutto il personale dell’Istituto, compresa la dirigenza alla quale si chiede un presidio fisico h24, e dall’altro abbiamo richiamato la controparte ad una “minore timidezza” nell’applicazione del Protocollo del 3 giugno nei suoi aspetti sanitari e organizzativi.
Nel corso del confronto sono stati forniti ulteriori dati su:
– acquisti di dotazioni informatiche fondamentali per il decollo dello smart
working, 8.000 computer portatili che si aggiungono ai 9.500 già in dotazione allo scoppio dell’epidemia ai quali, si spera in tempi brevi, se ne aggiungeranno ulteriori 10.000 acquisiti attraverso il Sistema Dinamico di Acquisizione della Pubblica Amministrazione che è uno degli strumenti di negoziazione telematici previsti dal Codice dei Contratti Pubblici;
– implementazione del ricorso allo strumento del web meeting per l’ambito di informazione allo sportello con estensione a tutti gli utenti per l’attività di consulenza, oggi limitata agli intermediari ed agli utenti muniti di cassetto previdenziale aziende, e progressiva estensione della sperimentazione, oggi circoscritta a Veneto, Campania, Sardegna, Lombardia e Toscana, della stessa modalità di relazione con l’utenza per l’informazione di primo livello (abbiamo chiesto che si acceleri sull’estensione a tutto il territorio nazionale in modo da deflazionare ulteriormente l’accesso fisico agli sportelli).
Sul secondo argomento, i cambi di profilo, abbiamo preso atto dei prospetti aggiornati relativi alle richieste di accesso ai profili specialistici che registrano un incremento dei numeri dei pareri positivi espressi dal nucleo di valutazione (ricordiamo che la decisione finale spetta al Direttore generale) rispetto alla versione di luglio (72 pareri positivi sugli informatici rispetto ai precedenti 56 e 10 pareri positivi sui geometri-periti industriali rispetto ai precedenti 9, mentre è rimasto inalterato il quadro numerico sul profilo sanitario). Sempre sullo stesso tema la delegazione di parte datoriale ha ribadito che per le istanze di accesso al profilo amministrativo da parte del personale sanitario si procederà con decorrenza posticipata alla luce del più volte annunciato, ma ancora non realizzato, bando per il reclutamento in comando di 63 infermieri da altre amministrazioni pubbliche, mentre a breve saranno definite in termini positivi, stante il sostanziale atteggiamento “neutro” dell’INL, le richieste di accesso al profilo amministrativo da parte degli ispettori di vigilanza che avevano a suo tempo fatto domanda.

Roma, 27 ottobre 2020

FP CGIL
Matteo Ariano Antonella Trevisani

CISL FP
Paolo Scilinguo

CONFSAL/UNSA
Francesco Viola

Corona virus

Pubblichiamo la nota del Capo del Corpo in merito alle ulteriori disposizioni restrittive, per arginare l’emergenza sanitaria in atto queste interesseranno l’attività formativa, di esercitazione , di mantenimento, e di organizzazione dei settori del CNVVF

“Un accordo sbagliato, un’operazione di facciata, inutile e pericolosa, che serve solo a coprire le mancanze delle Regioni nell’organizzazione dell’assistenza territoriale”. Ad affermarlo è il segretario nazionale della Fp Cgil Medici, Andrea Filippi, in merito all’esito della trattativa alla Sisac, l’ente di contrattazione pubblica, per i test negli studi medici del territorio e la diagnostica di base, aggiungendo che: “Non è affidando i tamponi agli studi privati dei medici di medicina generale che si contribuisce ad  arginare la travolgente diffusione della pandemia”.

“Un accordo sbagliato perché – osserva il dirigente sindacale – non aiuta a risolvere il problema del tracciamento sul quale ormai siamo in un drammatico ritardo per ammissione delle Regioni stesse che, infatti, mentre affidano i tamponi ai medici con un finanziamento aggiuntivo di 30 milioni, dall’altra propongono di fare i tamponi solo ai sintomatici, mostrando grandi lacune nelle operazioni di tracciamento”.

Ma soprattutto, prosegue Filippi, “è un accordo pericoloso perché mina la salute di cittadini e medici che non possono garantire la sicurezza necessaria nei loro studi. È necessario uscire dalla logica dell’isolamento dei professionisti che dall’inizio della pandemia sono abbandonati senza mezzi di protezione, senza protocolli organizzativi, e senza sostegno multiprofessionale, per recuperare una logica di sistema e di organizzazione integrata”.

Questo accordo, inoltre, aggiunge, “lede l’immagine dei medici di medicina generale facendoli passare per dei mercenari che lavorano a cottimo, quando al contrario sono seri professionisti che chiedono di essere tutelati insieme ai cittadini e a tutti gli operatori sanitari e che non vogliono svendere la propria sicurezza e la vita per risorse economiche aggiuntive che il governo potrebbe spendere in modo più appropriato attrezzando luoghi sicuri in contesti integrati per fare i tamponi”, conclude Filippi.

‘Necessarie tutele e un piano ripartenza in sicurezza’

“La cultura è un bene comune, solidarietà e sostegno alla protesta promossa dalle lavoratrici e lavoratori dello spettacolo che il 30 ottobre saranno in piazza in tutta Italia per manifestare unitariamente, rivendicando misure straordinarie per un settore gravemente colpito dalla crisi indotta dall’emergenza Covid”. Ad affermarlo è la Fp Cgil Nazionale.

Le misure di contrasto alla pandemia, spiega il sindacato, “hanno inciso e stanno incidendo in maniera pesantissima su un settore fondamentale per lo sviluppo culturale del nostro paese, determinando grande sofferenza per migliaia di lavoratori, moltissimi dei quali non hanno ancora ricevuto le forme di sostegno al reddito promesse dal governo”.

La Fp Cgil, “nel condividere pienamente le ragioni della protesta”, esprime “piena solidarietà e sostegno alle lavoratrici ed ai lavoratori dello spettacolo e ritiene necessaria e urgente l’accoglimento della richiesta di istituire un tavolo permanente di confronto con il Mibact, il Ministero del Lavoro e le Associazioni di categoria volto ad individuare forme di finanziamento pubblico aggiuntivo che possano garantire maggiori e stabili tutele per i lavoratori ed un piano di ripartenza diffuso delle attività in sicurezza”, conclude.

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link con le foto

https://www.flickr.com/photos/94657608@N02/albums/72157716551587988 

Cultura: Cgil-Cgt-Pcs, protestiamo insieme per rafforzare servizio pubblico culturale
Sindacati Italia Francia e Gran Breragna insieme a difesa della cultura

Di fronte alla portata e alla gravità della crisi che colpisce il mondo della cultura, a causa della pandemia del Coronavirus e al conseguente rallentamento del turismo culturale e del commercio internazionale, ma anche a causa di disastrose scelte politiche degli ultimi anni a scapito del servizio pubblico culturale, abbiamo deciso di unire le forze”. Lo fanno sapere Fp Cgil, Cgt e Pcs, rispettivamente sindacati d’Italia, Francia e Gran Bretagna, aggiungendo che “ci vuole un atto di protesta collettiva e una resistenza costruttiva per trasformare e rafforzare il servizio pubblico culturale, questo è il senso del nostro appello”.

“Questo primo passo ne richiede altri – specificano e spiegano i sindacati di tre delle principali nazioni d’Europa -. Abbiamo appena contattato la Fsesp (Federazione europea dei sindacati del servizio pubblico), che riunisce tutti i sindacati d’Europa, per lavorare insieme su scala continentale sulle sfide del servizio pubblico culturale”.

Immediatamente e con urgenza ci impegniamo a lavorare e agire insieme per un servizio pubblico culturale trasformato e rafforzato, per un’occupazione stabile e condizioni di lavoro dignitose, per avere risorse all’altezza dei bisogni del settore. E contro la precarietà, il dumping sociale, la privatizzazione e lo sfruttamento spudorato dei dipendenti dei fornitori di servizi”, concludono Fp Cgil, Cgt, e Pcs.

Al Vice Capo D.A.P.
Dott. Roberto TARTAGLIA
Roma

Al D.G.P.R. – D.A.P.
Dott. Massimo PARISI
Roma

E, p.c. Al Direttore dell’Ufficio Relazioni Sindacali
Dott.ssa Ida DEL GROSSO
Roma

Oggetto: introduzione telefoni cellulari negli istituti penitenziari.

L’introduzione dei telefoni cellulari all’interno degli istituti penitenziari è un fenomeno in netta crescita, numeri alla mano, dall’inizio dell’anno i telefonini rinvenuti dalla Polizia penitenziaria sono stati più di 1760, ai quali si aggiungono i recenti rinvenimenti di uno smartphone e di due miniphone all’interno del carcere di Palermo grazie alle indagini con-dotte dal Nucleo Investigativo della polizia penitenziaria, insieme al Reparto territoriale dell’Ucciardone. Mentre nel 2019, i telefoni cellulari rinvenuti, erano stati circa 1200 e nel 218 meno di 400.
Le motivazioni? Una delle tante potrebbe essere la crisi socio-sanitaria che sta attraversando il nostro paese, la quale a cascata si ripercuote anche sul sistema penitenziario, ne sono una dimostrazione le rivolte così come il costante tentativo di introdurre telefoni cellulari negli istituti.
Per queste motivazioni chiediamo all’Amministrazione di accelerare l’input, dato con la nota Gdap dello scorso giugno, di rafforzare e strutturare azioni di contrasto all’introduzione di telefoni cellulari all’interno degli Istituti Penitenziari. Chiediamo di accelerare le procedure di acquisizione e manutenzione di apparecchiature e sistemi elettronici quali reti radio analogiche, reti radio digitali, rilevatori e inibitori di telefoni cellulari, apparati radiogeni per il controllo dei pacchi ecc, menzionati dall’Amministrazione.
Inoltre, le ricordiamo che anche le risorse umane sono importanti, sono coloro che utilizzano concretamente gli strumenti per il contrasto, quindi andrebbero non solo implementate, ma soprattutto formate sull’utilizzo della strumentazione.
Sempre nell’ottica di contrastare l’aumento di comportamenti criminale all’interno degli istituti, chiediamo di riflettere sull’importanza del messaggio che si darebbe se venisse effettivamente introdotta la valorizzazione dei circuiti detentivi secondo la logica della progressione premiale, modello già più volte rappresentato all’Amministrazione penitenziaria.
Certi di un cortese cenno di riscontro, si porgono cordiali saluti.

Il coordinatore nazionale
Fp Cgil Polizia penitenziaria
Stefano BRANCHI

1° Tavolo Tecnico su organici e assunzioni:
MA PER FP CGIL CISL FP E UIL PA DIPENDENTI GIÀ SOTTO LE 20.000 UNITÀ|

Si è svolto ieri il primo Tavolo Tecnico sugli organici, le assunzioni e il rilancio dell’area industriale.
Come si ricorderà il 30 luglio scorso il Ministro della Difesa aveva assunto l’impegno di istituire apposite sessioni di confronto tecnico per individuare soluzioni al rapido esodo di personale che sta pregiudicando le attività prestate dai lavoratori civili della Difesa, nonché per rilanciare l’area industriale attraverso forme di partecipazione tra pubblico e privato.
In apertura di riunione e con riferimento all’art 211 del cd “decreto rilancio”, che prevede la possibilità per soggetti pubblici e privati di utilizzare strutture del Ministero della Difesa per ricercare possibilità alternative di sviluppo produttivo ed occupazionale, l’amministrazione ha accolto la proposta di FP CGIL CISL FP e UIL PA di definire preventivi protocolli di intesa con le rappresentanze sindacali per ogni singola convenzione che sarà stipulata con Difesa Servizi Spa.
In tema di organici è ormai chiaro a tutti che si prospetta una deriva irreversibile se non si concretizza un piano massiccio di assunzioni in particolare nell’area tecnico industriale, ma non solo in quella.
FP CGIL CISL FP e UIL PA hanno specificato che se la vituperata Legge 244/12, rimasta ormai senza padri, fissa gli organici della Difesa a 20.000 unità entro il 2024, ad oggi questo limite, al netto degli ex militari transitati, è stato già raggiunto e superato e sussistono, dunque, le condizioni per far partire un immediato programma di assunzioni.
Lo strumento del corso concorso, della legge sull’apprendistato, della trasmissione delle conoscenze attraverso i dipendenti più anziani e delle tante volte richiamate Scuole Allievi Operai, sono elementi che il sindacato confederale ha nuovamente sollecitato e che intende affrontare quanto prima, perché sono almeno 5 anni che ne propone l’utilizzo.
L’amministrazione ha dato informazione dell’imminenza del concorso per 294 unità che in verità, sarebbe dovuto già uscire a settembre, ma è chiaro che questi numeri sono risibili rispetto al personale che sempre più numeroso va in pensione.
Il Sottosegretario ha dato poi notizia che le 315 unità da assumere nel triennio per l’Arsenale di Taranto rientrano all’interno del cd. “Cantiere Taranto” istituito, gestito e finanziato direttamente dal Governo per fronteggiare l’emergenza sociale di quel territorio, sostenendo anche, incalzato dalle scriventi OO.SS., che pari impegno dovrà essere garantito anche nei confronti dell’Arsenale di La Spezia e degli altri siti istituzionali.
FP CGIL CISL FP e UIL PA hanno richiamato il Sottosegretario a vigilare sull’impegno assunto dal Ministro di far sospendere le iniziative di ristrutturazione e le contrazioni di attività di singoli Comandi, nonché di intervenire subito sulle violazioni dei protocolli prodotte in tema di emergenza sanitaria su base locale, visto che diversi responsabili di Enti trascurano la salute dei lavoratori, peraltro segnalate prontamente ai vertici della forza armata responsabile che non ha ancora fornito riscontri.
Infine, con riferimento alla stabilizzazione dei dipendenti del Genio Campale, l’amministrazione ha precisato che inizialmente saranno internalizzate le 145 unità previste dal decreto “agosto” e che sarà fissato presso UdG un apposito tavolo tecnico con le OO.SS. per definire i criteri selettivi (non certamente il diploma) e le sedi di assegnazione.
Tale precisazione, da parte di FP CGIL CISL FP e UIL PA si è resa necessaria anche per sgombrare il campo da strumentalizzazioni e voci infondate diffuse ad arte tra i lavoratori, per i quali il sindacato confederale si impegnerà a garantire a tutti la stabilizzazione.
Vi terremo come sempre informati dell’evolversi della situazione.

FP CGIL                                            CISL FP                                  UIL PA
Francesco Quinti                                Massimo Ferri                       Sandro Colombi
Roberto De Cesaris                                  Franco Volpi

 

L’Accordo sul lavoro agile in fase Covid: la nostra valutazione.

Vi inviamo il testo dell’Accordo raggiunto ieri e che oggi sottoscriviamo definitivamente dopo un
confronto a volte aspro e sull’orlo della rottura.
Nel merito vale la pena di ricordare i suoi punti qualificanti:
– l’accordo riconosce e tutela tutti i benefici che l’attuale normativa prevede per i lavoratori
fragili;
– viene sostanzialmente detronizzata la percentuale massima del 50% che adesso diventa
quella minima;
– la valutazione delle attività smartabili riguarda l’insieme delle professionalità presenti
nel ministero, laddove il profilo professionale preveda competenze che si possono
svolgere anche da remoto;
– viene introdotto il principio di rotazione per cui tutti i lavoratori possono accedere
alle prestazioni in lavoro agile;
– vengono salvaguardate le prerogative sindacali di informazione preventiva e confronto
sull’organizzazione del lavoro agile;
– viene introdotto il coworking come forma di prestazione lavorativa in presenza per i
pendolari di media e lunga distanza, ovvero la possibilità di prestare la propria prestazione
lavorativa in un Ufficio dell’Amministrazione collocato in prossimità del proprio
domicilio;
– viene riconosciuta la possibilità in particolari casi di prestare la propria prestazione
lavorativa in modalità mista (parte in presenza e parte in smart), utile per i lavoratori
che devono effettuare sopralluoghi e verifiche tecniche;
– viene prevista la flessibilizzazione degli orari di ingresso in modo da impedire affollamenti
sui mezzi pubblici e nei luoghi di lavoro;
– c’è un impegno per la formazione dei lavoratori e dei dirigenti;
– vengono riconosciuti alcuni importanti diritti contrattuali: il buono pasto, la cui fruibilità
viene confermata anche con questo accordo, lo straordinario ed i permessi brevi
in particolari condizioni che ne richiedono l’utilizzo;
– vengono salvaguardati i tempi di valutazione della decisione e di rientro dal lavoro
agile in caso di revoca dello stesso da parte del dirigente, che è tenuto a motivare
la sua decisione
– l’accordo, considerato il susseguirsi di produzione normativa sulla pandemia, ha
una clausola di revisione immediata e di monitoraggio per valutarne il livello di applicazione
nei luoghi di lavoro.
Come si può notare l’accordo contiene tutti o quasi gli obiettivi raggiungibili sul piano della definizione
delle tutele dei lavoratori, ma non è l’accordo a regime sullo smart working ordinario, che
viene esplicitamente previsto in una fase successiva di negoziazione. Come dato negativo ancora si
registra un autentico buco nero, sia di risorse disponibili che di programmazione della spesa, rispetto
alla necessità di dotare i lavoratori degli strumenti tecnologici necessari al lavoro da remoto. Che
è una necessità strategica e strutturale per la stessa Amministrazione, considerata la valenza normativa
che il lavoro agile ha acquisito negli indirizzi governativi, e che pertanto diventerà uno degli
elementi centrali del confronto sulla sua introduzione ordinaria. Questo invece rimane un accordo
strettamente connesso con la necessità di garantire la tutela della salute dei lavoratori e dei cittadini
in una fase in cui si è deciso di continuare a mantenere aperti i luoghi della cultura ed è per questo
strettamente intrecciato con quanto previsto dai Protocolli sicurezza sottoscritti con il Ministero della
Funzione Pubblica e con il Mibact. Per questo, ed in considerazione della forte recrudescenza
della pandemia, rimane fondamentale l’impegno per garantirne la piena applicazione a tutti i livelli
e di conseguenza vi invitiamo alla massima attenzione ed al tempestivo intervento, qualora fosse
necessario, sulla fase applicativa, che sarà immediata.
Noi restiamo a disposizione per ogni utile chiarimento.

Claudio Meloni
FPCGIL Nazionale Mibact

Pubblichiamo la nota della Direzione Centrale per la Formazione in merito alla procedura corso basico per  specialista di elicottero

Con soddisfazione vi trasmettiamo la Dichiarazione congiunta che abbiamo sottoscritto con CGT Culture e PCS Culture Group. Un documento importante perchè pone le basi per un programma comune di azione in difesa dei lavoratori della cultura e che è stato costruito su una valutazione condivisa sulla qualità delle politiche culturali pubbliche adottate nei rispettivi paesi. Un segno concreto di solidarietà internazionale in un periodo di grave crisi strutturale di tutto il settore dei beni e delle attività culturali, i cui effetti non saranno purtroppo transitori e che già si stanno traducendo nei massicci licenziamenti che sono in atto nei circuiti museali statali della Gran Bretagna e che, in assenza di misure straordinarie, si estenderanno presto nell’indotto legato all’offerta dei servizi  culturali nel nostro Paese ed in Francia. Il percorso comune tracciato si propone di ampliare la riflessione sulla qualità delle politiche pubbliche europee messe in atto in questi anni, per rivendicare con forza una loro profonda revisione che riporti i servizi pubblici alla cultura al centro  delle prospettive di crescita dell’Europa sociale.
Claudio Meloni
FP CGIL Nazionale MIBACT
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