Una delegazione della FP CGIL si è recata martedì scorso nel carcere di Teramo per una visita nei luoghi di lavoro della Polizia Penitenziaria. La delegazione era composta dal Mauro Pettinaro della Segreteria Generale FP CGIL di Teramo, da Mirko Manna Coordinatore Nazionale Comparto Sicurezza FP CGIL, Gino Ciampa Coordinatore regionale FP CGIL per la Polizia Penitenziaria d’Abruzzo e Roberto Cerquitelli delegato locale del carcere di Teramo.

Il clima lavorativo che si respira nel carcere Castrogno è di attesa di un segnale che arrivi al più presto dal Provveditorato regionale e dal DAP. Uomini, Agenti, è questo che serve nell’immediato nel carcere teramano. Con una pianta organica (quella vecchia del 2017 non ancora aggiornata) di 210 Poliziotti penitenziari previsti, la forza effettiva di cui può disporre il Comandante Dirigente di Polizia Penitenziaria Livio Recchiuti, è di sole 140 unità, sempre più affaticate e motivate solo dal proprio senso del dovere e dello Stato, sostenute solo dall’appartenenza alle Istituzioni che sentono ancora di rappresentare. Serve però un segnale immediato che assegni temporaneamente, in emergenza, dei Poliziotti che potrebbero essere impiegati su base volontaria per dare una mano al Reparto di Teramo.

Come se non bastasse, su quel poco personale da impiegare, è in corso un piano di rientro delle ferie non godute negli anni precedenti che sta forzando i Poliziotti a rimanere a casa per intere settimane. Fermo restando tutte le motivazioni amministrative-contabili e le responsabilità che ricadono sulla Direttrice del carcere la Dott.ssa Lucia Di Feliciantonio, la delegazione FP CGIL ha espresso una possibile soluzione che sollevi la Direzione dalle responsabilità contabili e dia modo di impiegare al meglio quel poco personale nella forza disponibile.

La FP CGIL Polizia Penitenziaria, già dai primi incontri informali con il Capo del Personale il Dott. Parisi, solleverà il grave problema della carenza d’organico nel carcere di Teramo, e segnalando al Vice Capo DAP, di quanto questa situazione che si protrae da mesi stia minando il morale dei Poliziotti Teramani.

Teramo, 15 febbraio 2024

Pubblichiamo il decreto del Segretario Generale sul lavoro agile e la tutela del personale fragile.

p.la FP CGIL Nazionale

Susanna Di Folco

L’informativa sulle nuove linee guida per il lavoro a distanza riporta all’ordine del giorno le sperimentazioni in atto: quella sullo Smart Friday e quella su Lavoro da remoto. La FP CGIL ha ribadito in ogni sede le proprie obiezioni di merito e di metodo.

Metodo. La sperimentazione parte da un falso assunto, ovverosia quello per cui i due istituti devono essere declinati in un senso molto più conveniente a una delle due parti contrattuali, quella datoriale. Lavoro agile e lavoro da remoto nascono, in realtà, per contemperare le esigenze di entrambi gli attori del contratto individuale: il benessere personale della lavoratrice/del lavoratore e le esigenze di servizio.

Ora, constatato l’intenso sforzo profuso dalla pandemia in avanti, esiste qualcuno oggi in Istituto che possa dire che alla maggiore autonomia concessa ai singoli sia corrisposta una riduzione della produzione? Chiaramente no. Semmai è vero il contrario. Ci saremmo aspettati, allora, una maggiore libertà organizzativa, non la volontà irrigidire la fruizione dello smart, una restrizione incomprensibile.

La FP CGIL non è sorda alla salvaguardia dell’ambiente, al risparmio energetico, ai principi della mobilità sostenibile. Solo non crede ai tentativi di far cassa utilizzando questo specchietto per le allodole. Se le strategie non sono frutto di una politica condivisa tra le parti, ma di una riflessione isolata dell’Amministrazione che avoca a sé il diritto di scegliere come e quando lo smart va adottato, abbiamo un problema. Un problema che diventa ENORME se, istituendo il lavoro da remoto, l’accesso a esso passa dallo SPID personale del dipendente (cioè dalla sua identità privata) e non dalla matricola aziendale; un problema enorme che diventa IRRISOLVIBILE se i meccanismi di verifica o attestazione della presenza diventano invasivi.

Merito. Veniamo così alle obiezioni pratiche.

  1. È stata fatta una ricognizione degli impianti energivori per capire il consumo delle singole strutture immobiliari di INPS? Non ci risulta.

  2. È stato attivato un tavolo per il riconoscimento del buono pasto in regime di lavoro agile, come da nostra richiesta stante il parere non ostativo di ARAN e la dichiarata volontà (a parole) dell’INPS di valorizzare lo smart working? Non ci risulta.

  3. È stata fornita un’indicazione precisa dei risparmi attesi e di quanto potrebbe essere riversato nelle tasche di ciascun dipendente e con quali mezzi visto il tetto al Fondo del d.l. 75/2017? Non ci risulta.

  4. È stata garantita ai lavoratori delle aziende esterne a INPS, ma operanti nelle strutture interessate dalla sperimentazione, la continuità di reddito senza riduzioni di sorta dell’attività e senza l’intaccamento delle ferie? Non ci risulta.

  5. È stata adottata una linea di flessibilità, riconoscendo il venerdì quale giorno aggiuntivo ai titolari di contratto AULA? Non ci risulta (e su questo diamo atto all’Amministrazione di aver sempre escluso tale ipotesi, malgrado le libere interpretazioni di alcune organizzazioni).

  6. È stato adottato un correttivo sul ricorso allo SPID per l’accesso al lavoro da remoto, stante i protocolli di sicurezza dell’Istituto, il cui sacro rispetto non può però diventare un elemento di pericolo o di sovraesposizione della responsabilità individuale del dipendente? Non ci risulta.

  7. È stata fornita, in vista dell’incontro, una stima rispetto ai risparmi finora ottenuti dallo Smart Friday e alle adesioni sin qui registrate al lavoro da remoto? Non ci risulta.

Sono, queste, alcune delle osservazioni preliminari che abbiamo posto e continuiamo a porre. Con insistenza, per preservare quanto stabilito nei contratti collettivi, adesione volontaria compresa: non va dimenticato, infatti, che la CGIL non sottoscrisse gli accordi sullo smart working in INPS quando l’unico intento dell’Amministrazione sembrava quello di mettere limiti e paletti.

A distanza di tempo, dopo l’esperienza COVID, speriamo in una maggiore apertura.

Coordinatore nazionale FP CGIL INPS

Giuseppe Lombardo

Pubblichiamo la nota unitaria delle Strutture Regionali Fp Cgil VVF, Fns Cisl,Uil Pa VVF Confsal VVF e Usb riguardo la mancata pianificazione e organizzazione per la  formazione del personale

Pubblichiamo l’informativa della Direzione Centrale per le Risorse Umane riguardo la disposizione applicata “ferie solidali”

“Ieri, nel carcere di Sulmona durante i colloqui tra i detenuti e i propri familiari, un detenuto italiano si è scagliato all’improvviso contro un Poliziotto penitenziario tentando di afferrarlo per il collo e minacciandolo di morte.”

Lo comunica Gino Ciampa, Coordinatore regionale FP CGIL per la Polizia Penitenziaria d’Abruzzo.

“I riflessi del Poliziotto e gli altri colleghi intervenuti – prosegue Ciampa – hanno scongiurato il peggio, ma l’agente è stato comunque portato al pronto soccorso per una ferita alla testa guaribile in sette giorni, causata da una caduta durante la colluttazione. Il detenuto poi ha divelto delle gambe di un tavolino e le ha utilizzate per colpire gli altri Poliziotti, per fortuna senza causare altri feriti.”

Mirko Manna, Coordinatore Nazionale Comparto Sicurezza FP CGIL: “L’aggressione di ieri è una delle decine di eventi che si susseguono ogni giorno in tutte le carceri italiana. Lanciamo un appello al Ministro della Giustizia, Carlo Nordio, e al Capo del Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria Giovanni Russo, chiedendo una  convocazione immediata di un tavolo di confronto. L’obiettivo è discutere e implementare soluzioni efficaci per prevenire futuri eventi critici, garantendo così un ambiente di lavoro sicuro per il personale, non basta un manuale se poi non si dispongono corsi di formazioni e circolari attuative. La FP CGIL Polizia Penitenziaria ribadisce l’importanza di un impegno concreto da parte di tutte le istituzioni per affrontare con serietà le criticità del sistema carcerario, con la sicurezza dei lavoratori come prioritaria e non più procrastinabile.”

Sulmona, 14 febbraio 2024

OGGETTO: RICHIESTA DI INCONTRO URGENTE

Gentile Ministro,

Nel corso dell’ultimo incontro, avvenuto nell’ambito della mobilitazione culminata con uno sciopero fortemente partecipato da lavoratrici e lavoratori, Lei aveva dato mandato ai suoi collaboratori e ai vertici dell’INL di trovare soluzioni per la previsione di specifici interventi normativi ed economici a favore del personale, con l’impegno che ci saremmo rivisti entro il mese di gennaio.
Gennaio è passato ma nessun incontro c’è stato, alcuna novità per il personale ci sembra essere stata intrapresa e molti dei problemi sono ancora in attesa di rapida soluzione.
Innanzitutto, evidenziamo che il salario accessorio del personale dell’INL per il 2023 subirà una prima importante riduzione, a seguito dell’ingresso di centinaia di lavoratori e del persistente tetto ai relativi Fondi (in particolare, Fondo Risorse Decentrate e Decreto incentivi al personale ispettivo).
Nonostante l’ingente disponibilità economica dell’INL se non si riuscirà a incrementare in modo consistente tali Fondi, il salario accessorio del personale sarà dimezzato e gli sforzi fatti sinora per ridare dignità a questa amministrazione saranno stati inutili, con effetti disastrosi anche sull’attività di contrasto all’illegalità e sul controllo della sicurezza e della salute nei luoghi di lavoro, anche in relazione all’obiettivo di incrementare il numero delle ispezioni fissato in sede di PNRR, che si rischia di non raggiungere.
Permane, quindi, la difficoltà di scorrere le graduatorie, di reclutare personale soprattutto in alcuni ambiti territoriali, aumentano i carichi di lavoro del personale in servizio a fronte di una inevitabile contrazione delle retribuzioni, continua inesorabile l’emorragia di lavoratori verso altre amministrazioni più appetibili.
Spiace purtroppo rilevare che situazione analoga, se non più grave, contraddistingue anche il Ministero da Lei diretto che, ad oggi, dispone forse probabilmente del più basso trattamento accessorio nella PA. Questo impedisce di poter valorizzare in maniera adeguata il personale, allontanando nuovi ingressi. Aggiungiamo, anche, la situazione di grave incertezza prodotta dalla riorganizzazione del Dicastero, che ancora deve essere realizzata e i gravi passi indietro dei mesi scorsi sulla regolamentazione del lavoro agile, dopo che il Ministero si era contraddistinto come una delle eccellenze, in questo ambito. Infine, nessuna novità abbiamo avuto in merito alla stabilizzazione dei precari del PNRR e del Concorso Coesione Sud, rispetto ai quali il Ministero da Lei diretto è una delle ultime Amministrazioni a non aver avviato alcuna procedura, così come sono al palo le procedure di mobilità intercompartimentale che potrebbero dare unità di personale a una Amministrazione esangue.
Mentre gran parte delle Amministrazioni del comparto sono riuscite nei mesi scorsi – attraverso specifiche disposizioni normative frutto delle pressioni dei relativi Ministri – ad aumentare in modo consistente le retribuzioni dei propri lavoratori così da renderle più attrattive, al Ministero del Lavoro e all’INL sembra che fino ad oggi nessuno si sia posto il problema. Inutile ricordare che la fuga verso altre amministrazioni è purtroppo prassi anche per il Ministero.
Abbiamo riconosciuto il lavoro fatto in merito all’ignobile discriminazione legata al problema della perequazione dell’indennità di amministrazione dell’INL, nonostante non possiamo dirci completamente soddisfatti riguardo al riconoscimento degli arretrati, ma non possiamo in alcun modo ritenere chiuse le altre questioni che hanno dato origine alla mobilitazione dei mesi passati, che dovremo riprendere, in assenza di risposte a breve.
Chiediamo pertanto un incontro urgente per avere contezza delle soluzioni e della tempistica necessaria a sanare questa paradossale situazione.
Roma, 14 febbraio 2024

FP CGIL – M.ARIANO
CISL FP – M. CAVO
UILPA – I.CASALI
FLP – A. PICCOLI
CONFINTESA – FP – N. MORGIA
CONFSAL-UNSA – V. DI BIASI
USB P.I. – G. DELL’ERBA / V. SANTURELLI

Nella giornata del 13 febbraio è proseguito il confronto sulla direttiva missioni e sul regolamento per l’attribuzione degli incarichi di PO.

Rispetto alla direttiva missioni apprezziamo i passi in avanti finora svolti. Si tratta di un documento che potrà dare un’interpretazione univoca su un tema così rilevante. Riguardo al tema del riconoscimento dei 10 km, questo sembra emergere dal documento e ci auguriamo che, una volta che la direttiva sia approvata, si effettui una verifica riguardo alla sua omogenea applicazione in tutto il territorio, sia sul riconoscimento del rimborso anche al di sotto dei 10 km, sia su tutto il resto, anche al fine di non vanificare lo sforzo finora effettuato.

Un elemento di chiarezza si rende però ancora necessario: abbiamo chiesto che tutte le convenzioni assicurative cui l’INL finora ha aderito tramite il sistema CONSIP siano messe a disposizione di tutti i lavoratori, tramite pubblicazione in apposita sezione dell’Intranet. Così, ad esempio, si potrà sapere quante sono le convenzioni cui finora INL ha aderito (non si comprende, ad es., se sia ricompresa anche un’assicurazione per il terzo trasportato e in che termini).

Sul punto, riprendiamo quanto abbiamo recentemente scritto in un precedente comunicato: è importante rendere appetibile questo Ente. A tal fine, si potrebbe fare buon uso dell’art. 34 del CCNL, che prevede la possibilità che le Amministrazioni stipulino assicurazioni in favore dei dipendenti autorizzati all’uso del proprio veicolo, per coprire quei danni che non sono compresi nell’assicurazione obbligatoria.

La discussione è poi proseguita sul regolamento di attribuzione degli incarichi di PO. In questo caso, nonostante qualche luce, permangono le ombre. Abbiamo apprezzato che l’Amministrazione si sia resa disponibile a riformulare la parte relativa alla responsabilità del procedimento, laddove si tratti di procedimento ispettivo, evidenziando che in tal caso la responsabilità ultima è in capo all’ispettore.

Abbiamo anche apprezzato la rimodulazione dei punteggi attribuiti nella procedura, tesi a ridurre il valore dell’esperienza. In proposito, abbiamo proposto di addivenire a una soluzione speculare a quella già prevista nel regolamento vigente, per cui la ripartizione del punteggio tra esperienza e titoli da un lato e colloquio dall’altro è paritaria. Riteniamo, pertanto, che il peso attribuito all’esperienza pregressa debba ulteriormente essere limato in favore del colloquio pubblico, così da rendere il tutto più equilibrato.

Totale contrarietà abbiamo espresso rispetto all’eliminazione del vincolo coniugale e/o di parentela con il dirigente della sede o con un altro responsabile all’interno della stessa sede. Questo vincolo è tuttora presente nel regolamento attuale e in alcuni casi ha anche evitato che INL finisse alla ribalta delle cronache. Andarlo a togliere non solo sarebbe un pericoloso passo indietro rispetto alla

situazione attuale, ma potrebbe poi portare gli organi competenti a doversi interessare di spiacevoli situazioni, facendo fare a INL l’ennesima figuraccia che avrebbe potuto evitare.

Stesso discorso riguarda il tema della rotazione degli incarichi. Serve a poco scrivere che l’INL favorisce la rotazione del personale; è un po’ come dire che si è a favore della pace nel mondo, una petizione di principio priva di valore, se non viene poi effettivamente applicata nella quotidianità.

Proprio per questo, riteniamo che non si possa continuare a prorogare in eterno lo status quo e occorre iniziare a garantire sul serio la rotazione, da un lato lasciando la possibilità che nuove leve si affaccino e dall’altro non disperdendo le professionalità esistenti, ma convogliandole altrove.

Occorre darsi un dies a quo e farlo in modo certo, chiaro e una volta per sempre. Per noi quella data è perlomeno dalla data di operatività effettiva dell’INL e non certamente dopo, se vogliamo davvero iniziare ad avviare un percorso di trasformazione anche culturale e non prenderci in giro.

Abbiamo nuovamente contestato la graduazione degli incarichi, anche perché rischia di rappresentare una pericolosa ipoteca sulla successiva contrattazione, che dovrà occuparsene.

Infine, abbiamo chiesto che un minimo di trasparenza vi sia anche rispetto all’attribuzione dei team. In tal caso, senza immaginare procedure particolarmente pesanti, basterebbe prevedere che nel momento in cui il dirigente intende procedere all’attribuzione di uno o più team, lo comunichi al personale mediante un interpello interno alla sede, dando un termine per la presentazione delle domande, che sarà lui stesso a vagliare, tramite curriculum o eventuale colloquio. Questo consentirebbe almeno di dare pari opportunità e trasparenza.

Il terzo argomento all’ordine del giorno è stata la presentazione della direttiva sugli incentivi per le funzioni tecniche. Quanto al metodo, abbiamo contestato che la direttiva possa essere oggetto di sola informativa; in senso opposto va un recentissimo parere ANAC, il quale prevede che ai sensi dell’art. 1, comma 4, lett. b) del codice dei contratti pubblici, l’attribuzione degli incentivi debba avvenire secondo modalità previste dalla contrattazione collettiva.

Ad ogni modo, l’Amministrazione ha chiarito che finora non ha stanziato le relative somme e che il personale interessato per ora sarebbe comunque di pochissime unità. Si è però impegnata ad avviare un processo di coinvolgimento di varie unità. In proposito, abbiamo evidenziato come possa essere utile incrociare questa fase con quella relativa ai profili di ruolo, che pure dovremo andare a discutere, così come sarà importante avviare un’attività di formazione su questo tema, così da avere personale pronto a occuparsi di una materia così complessa e delicata e garantire ampia partecipazione.

Abbiamo poi chiesto che le OO.SS. ricevano un prospetto a consuntivo per conoscere il totale delle somme ripartite e il numero di unità destinatarie, al fine di verificare che vi sia stata una omogenea ripartizione degli incentivi tra gli addetti.

Infine, un inciso: la normativa in materia prevede che con il 20% delle somme accantonate l’ente acquisti beni e tecnologie per l’efficientamento informatico e l’implementazione delle banche dati. Ora, considerato che le somme per tali finalità sono già accantonate e utilizzate da INL (e su questo stendiamo una coperta pietosa), crediamo che possano essere meglio utilizzate secondo quanto dispone il successivo comma 7 dell’art. 45 del codice dei contratti pubblici: “Una parte delle risorse di cui al comma 5 è in ogni caso utilizzata:

  1. per attività di formazione per l’incremento delle competenze digitali dei dipendenti nella realizzazione degli interventi;

  2. per la specializzazione del personale che svolge funzioni tecniche;

  3. per la copertura degli oneri di assicurazione obbligatoria del personale”.

Questo darebbe un vero segnale di inversione di tendenza e magari, a differenza di quanto accade con i fondi del decreto incentivi al personale ispettivo destinati all’acquisto di beni strumentali, potremmo anche sapere come sono stati effettivamente spesi.

Coordinatore nazionale FP CGIL – INL

Matteo Ariano

Pubblichiamo il comunicato delle Strutture territoriali Fp Cgil VVF, Fns Cisl,Uil Pa VVF, Confsal VVF e Conapo con il quale evidenziano come le ripetute criticità, alle quali non si è avuta ancora alcuna risposta vedranno le lavoratrici e I lavoratori impegnati in iniziative di lotta

La Segreteria territoriale Fp Cgil chiede l’ incontro per  discutere  l’argomento ferie

Pubblichiamo il Decreto sui criteri di mobilità interna del personale amministrativo non dirigenziale.

p.la FP CGIL Nazionale

Susanna di Folco

In seguito all’evento critico verificatosi questa mattina al Carcere di Civitavecchia, dove un detenuto ha causato esplosioni lanciando bombolette incendiarie e barricandosi in cella, vogliamo esprimere la nostra vicinanza e i migliori auguri di pronta guarigione al nostro rappresentante CGIL, colpito direttamente dall’incidente.

Questo grave episodio sottolinea ancora una volta l’urgente necessità di rivedere e potenziare le misure di sicurezza a tutela del personale penitenziario. Fortunatamente la professionalità del Personale di Polizia è riuscito ripristinare l’ordine e la sicurezza senza ulteriori feriti.

Mirko Manna, Coordinatore Nazionale Comparto Sicurezza FP CGIL, insieme a Ciro Di Domenico, Coordinatore Regionale del Lazio, lanciano un appello al Ministro della Giustizia, Carlo Nordio, e al Capo del Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria Giovanni Russo, chiedendo una  convocazione immediata di un tavolo di confronto. L’obiettivo è discutere e implementare soluzioni efficaci per prevenire futuri eventi critici, garantendo così un ambiente di lavoro sicuro per il personale, non basta un manuale se poi non si dispongono corsi di formazioni e circolari attuative.

La FP CGIL Polizia Penitenziaria ribadisce l’importanza di un impegno concreto da parte di tutte le istituzioni per affrontare con serietà le criticità del sistema carcerario, con la sicurezza dei lavoratori come prioritaria e non più procrastinabile.

Civitavecchia, 10 febbraio 2024

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