A seguito della sospensione del gas per alcune sedi di servizio, pubblichiamo la nota del Coordinamento Provinciale Fp Cgil VVF con la quale evidenzia ancora una volta, la poca attenzione per le donne e degli uomini del Corpo
Ancora “Particella Pazza” informazione e divulgazione su Salute e Sicurezza del rispetto delle donne e degli uomini del Corpo…i PFAS
Pronti alla mobilitazione per difendere diritti lavoratori
Roma, 29 feb – “Il no di Palazzo Chigi alla richiesta di proroga delle graduatorie concorsuali del personale pubblico rischia di compromettere l’avvio del prossimo anno scolastico di asili nido e scuole dell’infanzia. Come Fp Cgil siamo pronti alla mobilitazione in difesa dei diritti di lavoratrici e lavoratori”. Lo scrive in una nota Tatiana Cazzaniga, segretaria nazionale Funzione pubblica Cgil, secondo la quale “bisogna tornare a investire sulla centralità della figura e del ruolo di educatrici ed educatori, e soprattutto bisogna rendere questa professione più attrattiva garantendo salari adeguati e continuità del servizio educativo”.
“Non aver previsto una proroga delle graduatorie nel Milleproroghe, nonostante fosse stato presentato un emendamento in tal senso – prosegue Cazzaniga – obbliga ora le amministrazioni a dover ricorrere alle procedure concorsuali, con un ulteriore dispendio di risorse ed un inevitabile allungamento dei tempi che provocherà enormi difficoltà all’organizzazione del servizio e, di conseguenza, alle famiglie. Se non si rinnovano le graduatorie sarà praticamente impossibile garantire l’inizio del prossimo anno scolastico”.
“Rimane sempre l’assoluta necessità di intervenire sullo squilibrio a livello di dotazione sul territorio per i residenti nelle aree del Mezzogiorno e nei Comuni più piccoli, gap che non potrà che aggravarsi ulteriormente. A livello regionale i livelli di copertura (posti per 100 bambini residenti nei servizi per la prima infanzia) variano da oltre il 40% in Umbria, Emilia Romagna e Valle d’Aosta, fino a valori al di sotto del 12% in Campania e Calabria. Ciò comporta un gravissimo impatto economico e sociale, e una ulteriore penalizzazione per le donne che saranno ancor meno sostenute da un servizio di assistenza all’infanzia sempre più lontano dalla media europea”, prosegue Cazzaniga.
“A tale proposito, è importante che gli amministratori utilizzino appieno le risorse del Fondo di solidarietà, un miliardo e 100 milioni dal 2024 al 2027, per assumere a tempo indeterminato”, conclude.
Il Ministro Schillaci, come d’altra parte il Governo di cui fa parte, non perde occasione per ricordare a tutti che IO SONO IO E VOI NON SIETE NIENTE.
Infatti, il 31 dicembre 2023, 20 lavoratori e lavoratrici (Tecnici della Prevenzione e Medici) sono stati licenziati inflessibilmente, dopo che per mesi erano state
promesse soluzioni tra le più fantasiose e rassicuranti.
Lo scorso 14 febbraio, su richiesta delle OO.SS. FP CGIL, CISL FP e UIL PA si è svolto un incontro con la D.ssa Di Quinzio, Capo della Segreteria del Ministro, e la D.ssa Campitiello, Capo della Segreteria Tecnica del Ministro, presente anche il Dr. Celotto e un Rappresentante del Sottosegretario On. Gemmato.
Nel corso della riunione era stato ribadito l’impegno del Ministro Schillaci per riassumere in servizio dei lavoratori licenziati, con una norma inserita in un Disegno di Legge governativo inerente alla “Semplificazione per il Giubileo”.
Un provvedimento che sarebbe dovuto passare per il Consiglio dei Ministri del giorno dopo e dopo l’approvazione, iniziare l’iter legislativo in Parlamento.
Nella interlocuzione avevamo chiesto se non fosse più opportuno un Decreto legge, vista la drammatica situazione anche economica dei lavoratori e delle
lavoratrici coinvolte.
Ci è stato risposto che non c’erano i termini né di competenza, né di urgenza.
Peccato che da quel 14 febbraio ci sono stati ben 3 Consigli dei Ministri (15, 21 e 26 febbraio), ma della norma promessa non c’è stata traccia.
Ma nell’ultimo Consiglio dei Ministri del 26 febbraio, nell’ambito del provvedimento inerente il PNRR, c’è stata una enorme sorpresa : al Ministero della Salute avremo un altro Direttore generale nell’ambito dell’Ufficio di Gabinetto “con compiti di consulenza e ricerca nell’ambito di analisi, valutazione delle politiche pubbliche e revisione della spesa in materia sanitaria nonché per coadiuvare e supportare l’organo politico nelle funzioni strategiche di indirizzo e di coordinamento delle articolazioni ministeriali nel settore delle politiche di bilancio”, a decorrere dal 1° giugno 2024, con una spesa pari a euro 171.734 per l’anno 2024 e a euro 294.400 annui a decorrere dal 2025.
PER IL 18° DIRETTORE GENERALE DEL MINISTERO DELLA SALUTE CI SONO TUTTI I REQUISITI DI NECESSITA’, URGENZA E COMPETENZA.
PER I LAVORATORI LICENZIATI NO.
Questa è la risposta del Ministro Schillaci alle richieste dei lavoratori del Ministero della Salute. Una occupazione capillare dei posti di potere strategicamente aumentati senza alcun riguardo per le Istituzioni e per le esigenze dell’amministrazione che si ritrova senza 20 lavoratori necessari al funzionamento degli Uffici territoriali.
i coordinatori nazionali Ministero della salute
Fp Cgil Cisl Fp Uilpa
Fabio Lupi Fabrizio Garroni Massimo Ausanio
Il Coordinamento Provinciale FP Cgil VVFnella nota che pubblichiamo chiede chiarimenti riguardo l’organizzazione della sala operativa
Il Coordinamento Provinciale Fp Cgil VVF scrivono al Demanio regionale e al Commissario straordinario in merito la nuova sede
Si è svolto oggi pomeriggio il confronto tra le organizzazioni sindacali e l’Amministrazione in merito alle nuove linee guida del lavoro a distanza che INPS intende adottare.
Al di là delle sperimentazioni in atto, su cui ci siamo soffermati in un recente comunicato, il documento presentato dall’Amministrazione ha degli evidenti punti di caduta che smentiscono l’apertura all’innovazione rivendicata da INPS e fanno semmai pensare a un evidente passo indietro, con alcuni elementi inaccettabili.
In apertura dei lavori abbiamo posto la questione dei progetti locali: diverse Direzioni regionali hanno presentato, nelle scorse ore, un’informativa. Come più volte richiesto, anche in condivisione con altre organizzazioni, abbiamo sollecitato nuovamente l’attivazione della fase di negoziazione a livello territoriale. L’art. 50 c. 4 del CCNL è chiaro: qualsiasi interpretazione non conforme da parte di INPS è in palese contrasto col dettato del contratto collettivo. L’esistenza di circolari o delibere che si scontrano contro questo indirizzo richiede un’immediata correzione di rotta e non esistono rilievi o note, pubbliche o riservate, che possano ribaltare la gerarchia delle fonti.
La FP CGIL non accetterà una tecnica dilatoria, non intende subordinare la fase della contrattazione all’adozione di un contratto integrativo che è di là da venire. Ripetiamo che al centro di tutto si pone un tema di relazioni sindacali.
LAVORO AGILE (o SMART WORKING)
Veniamo al merito dell’incontro odierno partendo dal lavoro agile.
INPS dimentica L’ADESIONE SU BASE VOLONTARIA. Identificando la platea di lavoratrici e lavoratori coinvolti, l’Amministrazione modifica la precedente dizione, cancellando il riferimento alla volontaria adesione del singolo. Una simile interpretazione va contro il dettato del contratto collettivo. La FP CGIL è pronta a ogni misura per tutelare le lavoratrici e i lavoratori da qualsiasi obbligo.
La fascia oraria di contattabilità viene fissata in almeno cinque ore giornaliere. Nell’impianto vigente, invece, la fascia andava concordata senza alcun limite minimo, essendo il lavoro agile legato al processo, non al tempo necessario alla realizzazione dell’attività. L’unico tetto imposto era quello massimo, per evidenti ragioni contrattuali.
L’Amministrazione elimina la programmazione plurimensile, che aveva consentito una certa elasticità, confermando il sostanziale irrigidimento del quadro generale.
L’accordo mensile dovrà stabilire il numero massimo di giornate fruibili o, in alternativa, IL NUMERO MINIMO DI GIORNATE DA RENDERE EFFETTIVAMENTE IN PRESENZA. Un clamoroso passo indietro che potrebbe creare non poche criticità, visto e considerato che nel documento non si parla di assenze neutralizzate (permessi sanitari, per gravi motivi, congedi, ecc…). Pensiamo a chi fruisce di un periodo continuativo di lavoro agile: una sopravvenuta influenza che riduce le giornate di presenza effettiva dichiarate in procedura crea un inadempimento su AULA?
Manca un riferimento ai dipendenti fragili. Per tali lavoratrici e lavoratori INPS dimostra di essere più realista del re. Non soltanto recepisce la direttiva Zangrillo con Hermes 861/2024, non soltanto non menziona i lavoratori fragili quali destinatari di trattamenti più tutelanti nelle linee guida, ma addirittura nello stesso messaggio sopra citato esclude il richiamo alle condizioni gravi in cui possono versare i familiari, andando oltre lo spirito della direttiva del Governo.
Sparisce il ristoro economico, peraltro mai erogato, che pure l’Amministrazione si era impegnata a versare sulla base dei risparmi conseguiti! Mentre prima l’Istituto si riservava di “riconoscere annualmente una somma omnicomprensiva e forfettaria a copertura delle spese generali per consumi sostenuti dai dipendenti nell’interesse esclusivo del datore di lavoro (connessione, elettricità e voci analoghe), non superiore a quella dell’importo medio annuo erogato a titolo di buono pasto o, ove previsto, il buono pasto”, oggi questa dizione non c’è più. Né si registra alcuna apertura sull’erogazione del buono pasto stesso, come richiesto a più riprese dalla FP CGIL.
In relazione alle attività si precisa che spetterà ai responsabili delle strutture organizzare le presenze in relazione alle esigenze di servizio. Noi chiediamo che le esigenze siano sempre “debitamente motivate” per evitare ogni disparità. Così come “debitamente motivato” deve essere, nel caso, l’esercizio del recesso da parte datoriale.
Analogamente chiediamo che il dipendente, ove debba rientrare in sede, sia richiamato in presenza non “il giorno prima” ma “ventiquattro ore prima”. La forma fa sostanza: già troppe volte è accaduto che un messaggio a tarda sera abbia costretto lavoratrici e lavoratori INPS a sacrificare le proprie esigenze all’ultimo minuto, senza adeguate motivazioni.
Un’altra prescrizione aggiuntiva, di cui abbiamo chiesto la pronta rimozione, è quella che identifica i destinatari del lavoro agile tenendo “conto delle prestazione rese e del comportamento tenuto negli anni precedenti“. Incomprensibile è poi l’esclusione dal lavoro agile per il personale in comando.
Con riferimento a medici, professionisti e dirigenti – infine – viene sancito il mantenimento della prevalenza in presenza della prestazione lavorativa. Una prescrizione post-brunettiana limitativa, pur al netto delle specificità dei ruoli. Per gli stessi, semmai, andrebbe chiarito meglio chi definisce l’accesso al lavoro agile.
LAVORO DA REMOTO
Il CCNL prevede dei meccanismi di controllo per attestare la presenza in servizio, ma la modalità con cui il controllo si esercita rivelano la volontà o meno d’investire in questo istituto. Serve, in tal senso, chiarezza: quanti controlli vengono effettuati in una giornata? Una codificazione della regola nelle linee guida è un’esigenza di trasparenza.
L’Amministrazione, peraltro, specifica a chiare lettere il proprio impegno a fornire “la strumentazione utile per lo svolgimento della prestazione lavorativa in modalità da remoto con vincolo di tempo, ex articolo 41, comma 2, del CCNL”. Malgrado tale disposizione, non viene superato il nodo relativo all’accesso tramite SPID.
È una questione tremendamente seria! Abbiamo chiesto formalmente che l’Amministrazione, ove non possa garantire un accesso tramite matricola, stipuli almeno un accordo con un Gestore dell’Identità SPID al fine del rilascio delle identità digitali di tipo 4, relative a persone fisiche che agiscono in qualità di dipendenti per conto dell’Amministrazione.
È una tutela PER TUTTI: per il dipendente, che ottiene l’identità digitale senza confondere la sfera pubblica e privata con i relativi rischi di data breach, e per i dirigenti, che possono in qualunque momento chiedere la revoca delle stesse credenziali. Diversamente, esistono dei rilievi che possono portare a un interessamento dell’Autorità Garante, tanto più se lo SPID – come avviene in INPS – è uno strumento ordinariamente utilizzato dai dipendenti per erogare prestazioni e servizi (sic).
Al netto delle limitazioni sulle giornate minime, per cui valgono le stesse regole relative al lavoro agile, abbiamo poi fatto presente che il lavoro da remoto è una nuova modalità organizzativa: esso non sostituisce il telelavoro, ma deve essere immaginato come un’alternativa. Un dato, questo, che sfugge all’Amministrazione, laddove si specifica che le linee guida saranno aggiornate a valle delle sperimentazioni in atto, “ai fini dell’eventuale superamento del telelavoro domiciliare e satellitare”.
BILANCIO
Il giudizio non può che essere critico, proprio perché l’Amministrazione conferma le sensazioni emerse nei precedenti incontri: si vuole concepire il lavoro a distanza come un risultato per INPS, a prescindere dalle necessità dei dipendenti dell’Istituto. Si sta, cioè, snaturando la funzione ultima del lavoro agile e del lavoro da remoto, trasformando tali istituti in una mera leva gestionale. È un limite culturale, oltre che organizzativo. Speravamo che il COVID avesse cambiato la visione d’insieme: a oggi è vero l’opposto, ma confidiamo nella volontà di dar senso e significato al confronto. Nel mentre rimaniamo in attesa di dati che possano consentire alle organizzazioni sindacali di valutare gli effetti della sperimentazioni in atto, ivi compresa quella dello Smart Friday.
PIANO FABBISOGNI
L’Amministrazione ha presentato un documento completo, individuando il fabbisogno sostenibile nel prossimo triennio al netto di modifiche normative. Pensiamo al superamento del ruolo a esaurimento del personale ispettivo, apparentemente imminente, laddove è fondamentale che le indicazioni del Governo siano raccolte celermente da INPS. Per questo continuiamo a sostenere l’opportunità di un confronto interno in materia.
Nondimeno già a regole attuali le criticità d’organico sono evidenti: avere una panoramica complessiva sul percorso assunzionale era un elemento centrale che richiedevamo a gran voce.
La FP CGIL insiste, in tal senso, per l’organizzazione di concorsi rapidi volti a sopperire alle carenze, concorsi realizzati su base macro-regionale. Servono regole chiare, per consentire a tutti i partecipanti di sapere a monte quale sarà la sede lavorativa, senza cedere alla tentazione di ridurre i servizi in alcune aree del paese, ridimensionando o smantellando l’attività di consulenza.
Resta la nota dolente dell’assenza di programmazione per la quarta area, per cui continueremo a chiedere un orizzonte chiaro.
Le parti si riuniranno nuovamente mercoledì prossimo.
Coordinatore nazionale FP CGIL INPS
Giuseppe Lombardo
Pubblichiamo la nota unitaria delle strutture territoriali Fp Cgil VVF Fns Cisl Uil Pa VVF Confsal VVF e Conapo riguardo le continue problematiche del servizio mensa veicolato
Al Direttore Generale
Dott. Vincenzo Caridi
Al Direttore Centrale Risorse Umane
Dott. Giuseppe Conte
per il tramite del Dirigente Area Relazioni Sindacali
Dott. Salvatore Ponticelli
OGGETTO: REVISIONE MESSAGGIO 861/2024 E TUTELA DEI FRAGILI
Con la pubblicazione del messaggio in oggetto, INPS ha registrato le disposizioni del Ministero per la Pubblica Amministrazione sull’accesso al lavoro agile per i fragili, ritenendo superata la contingenza pandemica e rimettendo la valutazione, al netto dei pareri espressi dai medici competenti, alla discrezionalità dei singoli dirigenti di struttura.
Questo indirizzo, adottato acriticamente, rappresenta già un pregiudizio alla categoria di lavoratrici e lavoratori più esposta, con buona pace delle rassicurazioni fornite sul punto alla platea degli interessati.
Una posizione che l’Amministrazione sembra in realtà avere da tempo, se è vero com’è vero che nelle nuove linee guida per il lavoro a distanza – oggi in discussione – manca qualunque riferimento ai dipendenti che operano in condizioni di fragilità.
Ma c’è di più: perché la direttiva siglata dal Ministro Zangrillo viene superata in termini restrittivi da una singolare interpretazione dell’Istituto. L’accesso, infatti, secondo quanto disposto nella direttiva può essere riconosciuto in via prioritaria a “chi versa in condizioni gravi, urgenti e non altrimenti conciliabili situazioni di salute, personali e familiari”. In INPS – cioè nell’Istituto che dovrebbe tutelare la genitorialità per definizione, lo stesso Istituto che sulle assegnazioni temporanee ha già dimostrato un evidente punto di caduta – le motivazioni familiari non vengono considerate.
È un approccio inaccettabile che peraltro si impone con decorrenza immediata.
La FP CGIL ritiene indispensabile agire in modo diverso e richiede alla Direzione Risorse Umane una profonda riformulazione del messaggio. L’auspicio che avevamo espresso era di avere un’estensione fino al 30 giugno, sulla scorta di quanto avvenuto in altre Amministrazioni: mai ci saremmo aspettati che proprio in INPS si adottasse, invece, un criterio ancor più restrittivo di quello voluto a livello politico dal Governo. Perché essere più realisti del re sulla pelle dei lavoratori fragili?
Coordinatore nazionale FP CGIL INPS
Giuseppe Lombardo
Pubblichiamo la nota del Coordinamento Regionale Fp Cgil VVF in merito le assegnazione per le isole minori del personale partecipante al goncorso Capo Squadra dec.2023
È stato segnalato a questa Organizzazione Sindacale che, a distanza di oltre una settimana dalla pubblicazione della circolare sul regime di lavoro agile per i lavoratori fragili, molti dirigenti continuano a tergiversare e ritardare la stipula degli accordi individuali, in attesa di fantomatiche FAQ esplicative da parte del DAG.
La conseguenza è che molti lavoratori fragili, su tutto il territorio nazionale, anche in condizioni di rischio per la propria salute, sono costretti a svolgere la propria attività lavorativa prevalentemente in presenza.
La FP CGIL vuole ribadire che la circolare del DAG del 19 febbraio scorso, oggetto di confronto con le organizzazioni sindacali, è autoapplicativa e non necessitava di alcun ulteriore atto di parte datoriale propedeutico alla sua immediata applicazione.
La circolare del 19 febbraio statuisce chiaramente che i dirigenti possono concedere il 100% di lavoro da remoto, in deroga al principio della prevalenza del lavoro in presenza, a quei lavoratori in possesso di una documentazione medica aggiornata che certifichi la presenza di una maggiore esposizione a rischi per la salute. La stessa Direttiva del Ministro Zangrillo, per altro, è cristallina in tal senso.
Situazioni di immobilismo non sono pertanto attribuibili all’incertezza applicativa della circolare del DAG, ma solo ed esclusivamente al perdurare di una visione eccessivamente burocratica delle modalità di lavoro da remoto di una parte della dirigenza MEF.
Dopo essermi attivato in prima persona nella giornata di ieri, il DAG ha oggi pubblicato le tanto attese FAQ. Si spera quindi che le pretestuose resistenze opposte ai lavoratori saranno infine superate. Chiediamo pertanto alla Capo del Dipartimento e al Direttore del Personale di vigilare con la massima attenzione sulla mancata tempestività della conclusione degli accordi individuali per il lavoro da remoto dei colleghi e delle colleghe fragili.
Invitiamo i dipendenti a segnalare alla FPCGIL i Dirigenti che si rifiutano di siglare l’accordo individuale per il 100% dello smart.
Il Coordinatore Nazionale
Andrea Mosca
A seguito del perdurare delle mancate relazioni sindacali il Coordinamento territoriale Fp Cgil proclama lo stato di agitazione