“Bene le parole del Ministro Grillo sull’importanza strategica della Medicina Generale in risposta alle inaccettabili e pericolose affermazioni del sottosegretario Giorgetti sulla presunta fine del rapporto fiduciario tra medico e paziente“. Ad affermarlo è il segretario nazionale della Fp Cgil Medici e Dirigenti Ssn, Andrea Filippi, aggiungendo che: “Per difendere il Servizio sanitario è necessario tutelare prima di tutto la relazione di cura che rappresenta, come afferma il Ministro della Salute, il fulcro su cui deve ruotare qualsiasi progetto di riordino del Servizio sanitario”.
Gli stessi medici promotori nel 1978 dell’istituzione del Servizio sanitario nazionale con la legge 833, ricorda Filippi, “affermavano che qualsiasi programma di riforma sanitaria doveva prima di tutto partire dal superamento del rapporto conflittuale tra operatori e cittadinanza; invece in questi anni abbiamo assistito a campagne denigratorie nei confronti dei professionisti della salute che, al contrario, hanno minato alle fondamenta la fiducia indispensabile all’alleanza che deve intercorrere nella relazione terapeutica”.
Per il sindacalista, “la strategia è molto chiara: attaccare il rapporto medico-paziente per distruggere il ‘fulcro’ di qualsiasi organizzazione sanitaria. L’inarrestabile crescita del fenomeno delle aggressioni a danno dei sanitari è proprio il risultato di questa campagna denigratoria che da anni si consuma a danno degli operatori con un violenza di gran lunga superiore a qualsiasi violenza fisica”. Secondo Filippi serve “ripartire dalla Medicina Generale per ricostruire quel rapporto fiduciario che negli anni è saltato, anche per il progressivo definanziamento sulla medicina del territorio e sulla prevenzione. È necessario un programma di riorganizzazione che, partendo dal consolidamento del rapporto di lavoro anche di dipendenza e possibilmente esclusivo dei Medici di Medicina Generale con il Servizio sanitario nazionale, favorisca una forte presa in carico della cittadinanza nei percorsi di salute, attraverso la forte valorizzazione del ruolo dei professionisti”, conclude.
Sin da subito dopo la firma del Nuovo CCNL, i tre Sindacati che non lo hanno firmato hanno sollevato e diffuso ovunque una mole di critiche sui suoi contenuti, addossando ai Sindacati firmatari ogni genere di responsabilità in ordine ai peggioramenti che a loro giudizio esso introdurrebbe. Tali critiche sono non solo approssimative e superficiali in generale, ma in alcuni loro aspetti anche completamente fuorvianti, in quanto non corrispondenti alla realtà dei fatti.
Negli ultimi giorni esse sono divenute tali da obbligare ad una risposta, perché rischiano di creare confusione e smarrimento in tutti i Dirigenti ai quali il Nuovo CCNL si applicherà, i quali non meritano, dopo oltre 10 anni di vacanza contrattuale, ulteriori frustrazioni o disorientamenti.
Proviamo dunque a fare chiarezza e sgomberare il campo dalle inesattezze nei dettagli delle “colpe” delle quali, con la firma di questo Nuovo CCNL, i Sindacati che lo hanno firmato, secondo le accuse loro rivolte, si sarebbero macchiati, mentre invece, con tale firma, si sono responsabilmente assunti il compito non facile di assicurare un contratto che altrimenti, nel clima anche politico che si sta oggi manifestando, come essi avevano ampiamente già informato i loro Iscritti, avrebbe rischiato di essere ulteriormente rimandato a data da destinarsi.
OSSERVAZIONI CRITICHE DELLA CIMO |
RISPOSTA SIGLE SINDACALI FIRMATARIE |
1^ Critica
“Ridimensiona pesantemente il ruolo delle rappresentanze sindacali in sede locale, nei fatti ridotte a semplici uditori delle iniziative datoriali, senza la possibilità di poter interloquire in proposito e incentivando il rinvio a “discipline legislative regionali”, anticamera dell’autonomia differenziata anche in materia contrattuale”. |
Risposta
Non è assolutamente vero. Il ridimensionamento del ruolo delle rappresentanze sindacali in sede locale non è affatto conseguenza del Nuovo CCNL, bensì dell’obbligato recepimento contrattuale di disposizioni imperative di Legge (D.Lgs. 75/2017, Legge Madia, etc.), contro le quali, all’epoca della loro emanazione, non si ricordano tante levate di scudi da parte di chi oggi critica e pontifica, mentre le OO.SS. firmatarie ne avevano sollevato le pesanti ricadute sui Pubblici Dipendenti.Anzi, è incontrovertibilmente vero il contrario: con il Nuovo CCNL, entro i limiti del possibile, tali disposizioni legislative sono state, e non poco, mitigate. |
2^ Critica
“Riorganizza la carriera del medico, ma ne stoppa la crescita con limitazioni quantitative eccessive degli incarichi dirigenziali più elevati, siano essi manageriali o professionali, inibendo la necessaria osmosi tra i due percorsi di sviluppo e lasciando il Direttore Generale libero di assegnare gli incarichi di maggior contenuto professionale senza aver preventivamente fissato le regole cui anche il medesimo deve soggiacere, affinché le sue scelte non risultino essere il mero esercizio dell’arbitrio, in barba alla tanto sbandierata, ma solo a parole, meritocrazia”. |
Risposta
È vero esattamene il contrario. Introduce la possibilità di attivare complessivamente circa 2.600 nuove posizioni di Altissima Professionalità a Valenza Dipartimentale, con retribuzione di posizione fissa pari alle U.O. Semplici a Valenza Dipartimentale, e circa 6.100 nuove posizioni di Alta Professionalità all’interno delle U.O. Complesse, con retribuzione di posizione fissa pari alle U.O. Semplici interne delle U.O. Complesse. |
3^ Critica
“Vincola la presenza in servizio nell’ambito di un orario di lavoro di fatto senza regole, la cui quantificazione media di 48 ore settimanali è incrementata fino ad un periodo di riferimento semestrale”. |
Risposta
Non è assolutamente vero. Il Nuovo CCNL non vincola affatto la presenza in servizio a 48 ore medie settimanali. Le 48 ore medie settimanali sono il limite massimo raggiungibile nel rispetto delle disposizioni della Comunità Europea e comunque devono essere rispettate le disposizioni sui riposi giornalieri e settimanali. L’unica cosa che è cambiata è la misura del periodo temporale che viene utilizzato per il calcolo della media, periodo temporale che semplicemente, potendo anche consentire una maggior flessibilità anche a favore dei Colleghi, è stato portato da 4 mesi a 6 mesi, mentre peraltro il D.Lgs. 66/2003, ben più ampiamente, prevede tale flessibilità fino a 12 mesi, che è stato ben ritenuto di non raggiungere. |
4^ Critica
“Consente che la pronta disponibilità possa essere utilizzata anche oltre gli attuali servizi notturno e festivo mantenendo un livello di sotto retribuzione della pronta disponibilità”. |
Risposta
Non è assolutamente vero. L’utilizzo diurno della P.D. non è stato affatto introdotto dal Nuovo CCNL, bensì è stato sempre contrattualmente possibile dal 1996 ad oggi. Il Nuovo CCNL, al contrario, non solo rende più chiaro il diritto alla remunerazione di tali P.D. “diurne”, ma riafferma con maggior forza il diritto al recupero orario di tutte le P.D. Questo perché, nel Nuovo CCNL, in considerazione delle risorse economiche limitate, si è fatta la scelta di concentrare le risorse sul disagio notturno e festivo lavorato, quindi sulle guardie. Non solo: il Nuovo CCNL introduce comunque la possibilità, in trattativa aziendale, di remunerare tutte le P.D. con indennità superiori a quelle stabilite a livello nazionale. |
5^ Critica
“Elimina il riposo di 11 ore consecutive qualora il dirigente medico sia chiamato in servizio di pronta disponibilità poiché la chiamata sospende (non interrompe) il riposo”. |
Risposta
Non è assolutamente vero. È la Legge che in questo caso sospende il riposo di 11 ore (L. 133/2008, art. 41, comma 4). Le ore mancanti vengono recuperate subito dopo la conclusione dell’attività in P. D. Il Nuovo CCNL ha inoltre introdotto un importantissimo principio finora mai normato, consistente nel fatto che dopo una P.D. notturna, il dirigente può riprendere il servizio solamente nel pomeriggio successivo. |
6^ Critica
“Trasforma dà diritto a concessione la fruizione di 15 giorni continuativi di ferie durante il periodo estivo”. |
Risposta
Non è assolutamente vero. Dal CCNL del 1996 i 15 gg. di ferie estive sono un diritto, salvo improvvise e importanti esigenze di servizio. Tale diritto è stato confermato. |
7^ Critica
“Esclude che l’aspettativa per l’assunzione di altro incarico, durante il relativo periodo di prova, sia un diritto ma la rende una concessione dell’amministrazione”. |
Risposta
Quest’accusa è surrettizia e fuorviante. Premesso che da sempre la Legge non ha mai previsto la concessione dell’aspettativa durante il periodo di prova per l’assunzione di altro incarico, tranne nei casi di assunzione di direttore di U.O.C., il Nuovo CCNL, pur non avendo potuto ristabilire un diritto contrattuale (all’aspettativa) degli altri Dirigenti, comunque nel tempo sempre meno rispettato, ne ha sancito chiaramente un altro, molto più essenziale (quello della certezza del posto di lavoro) e ne ha introdotto un altro, altrettanto importante (quello dell’esonero dal periodo di prova per i Dirigenti con anzianità di servizio superiore a 12 mesi, anche a tempo determinato! E/o con soluzione di continuità). Ribadito che il previgente articolato contrattuale (nel caso della Dirigenza Medica l’Art. 10 CCNL 10.2.2004, come integrato dall’art. 24 CCNL 3.11.2005, comma 8 lett. b), proprio in mancanza di basi legislative, è stato via via svuotato di applicabilità, il Nuovo CCNL, all’art. 12, prevede (c. 12) l’esonero dal periodo di prova dei “dirigenti che abbiano svolto periodi di rapporto di lavoro subordinato anche a tempo determinato e almeno superiori a dodici mesi o che lo abbiano già superato, in rapporti di lavoro subordinato anche a tempo determinato, nella medesima qualifica e disciplina, presso Aziende o Enti del comparto.”, nonché (c. 13) l’esonerabilità dei “dirigenti che abbiano svolto periodi di rapporto di lavoro subordinato anche a tempo determinato e almeno superiori a dodici mesi o che lo abbiano già superato, in rapporti di lavoro subordinato anche a tempo determinato, nella medesima qualifica e disciplina presso altra amministrazione pubblica”. |
8^ Critica
“Nella costituzione di fondi unici verticali per le categorie della dirigenza sanitaria cui si applica il contratto – non già armonizzati, secondo legge, ma unificati -, ammette che la retribuzione della dirigenza sanitaria non medica e della dirigenza infermieristica siano finanziate sostanzialmente con i fondi della dirigenza medica, stante la penuria delle loro dotazioni di provenienza”. |
Risposta
Non è assolutamente vero. Dai dati del Conto Annuale dello Stato, pubblicati dal Ministero Economia e Finanze, risulta che la posizione fissa media pro capite dei medici risulta la più bassa, in alcuni casi anche in modo significativo, rispetto a quella dei veterinari, della dirigenza sanitaria e della dirigenza delle professioni infermieristiche. Per un semplice principio dell’aritmetica elementare, il finanziamento delle retribuzioni di ciascuna categoria dirigenziale, anche a fronte di eventuali variazioni proporzionali tra le stesse, troverà quindi per la dirigenza medica, un equilibrio almeno invariato rispetto al panorama attuale. |
9^ Critica
“Prevede che la parte fissa della retribuzione di posizione, definita in valori identici per tutti i dirigenti dell’area, sia soggetta a cospicui squilibri tra i singoli dirigenti a seconda della categoria professionale di appartenenza e che il relativo finanziamento avvenga non già con il ricorso a nuove risorse ma attingendo a quelle già disponibili, svuotando in tal modo le risorse disponibili per finanziare gli elementi accessori della retribuzione”. |
Risposta
Non è assolutamente vero. Il nuovo CCNL prevede che la contrattazione integrativa aziendale può decidere di traslare nel fondo di posizione fino al 30% del fondo di risultato unico. Inoltre la traslazione di parte del fondo di posizione variabile aziendale nella parte fissa determina significativi vantaggi previdenziali e un significativo incremento del TFS (trattamento di fine servizio). Tutto ciò, quindi, costituisce un vantaggio concreto per tutta la dirigenza a cui si applica il Nuovo CCNL. |
Al Direttore della Direzione Generale del Personale Civile
dott.ssa Gabriella Montemagno
Roma
Al Capo di Stato Maggiore della Marina
Ammiraglio di Squadra Giuseppe Cavo Dragone
Roma
Al Capo di Stato Maggiore dell’Esercito
Generale di Corpo d’Armata Salvatore Farina
Roma
Al Capo di Stato Maggiore dell’Aeronautica
Generale di Squadra Aerea Alberto Rosso
Roma
OGGETTO: Risposta a quesito su ferie e assenze nell’orario multiperiodale Criticità e ritardi pagamenti
Egregi,
le scriventi sono costrette, ancora una volta, a sottoporre all’attenzione delle SS.VV. il perdurare
di serie criticità relative all’applicazione non omogenea di alcuni istituti contrattuali e l’inaccettabile
stato di confusione e inefficienza degli organi preposti alla elaborazione, trasmissione ed erogazione
delle retribuzioni del personale civile.
In particolare, queste OO.SS. devono rilevare:
a) La recente risposta ad un quesito, riferito ad un ente periferico, con cui la Direzione Generale,
ha fornito indicazioni interpretative sulle modalità di fruizione e recupero delle ferie durante
l’orario multiperiodale, senza tuttavia informare la catena gerarchica di comando, l’ente
interessato, e neppure le OO.SS, ha determinato confusione e incertezza tra i lavoratori
esponendoli a recuperi orari non dovuti, e non favorisce certo l’instaurarsi di corrette relazioni
sindacali.
b) L’applicazione della decurtazione stipendiale dell’assegno ad personam, percepito dagli ex
militari transitati nei ruoli civili, a causa della corresponsione dell’indennità di vacanza
contrattuale per l’anno 2019, in apparente contrasto con quanto disposto dalla circolare NoiPa
n. 031/2019 del 26.03.2019, la quale afferma testualmente che “l’attribuzione dell’indennità di
vacanza contrattuale non riassorbe gli importi di eventuali assegni in godimento con codice
520/004 – assegno personale pensionabile riassorbibile con contratto.”
c) L’inaccettabile protrarsi dei ritardi dell’accredito a tutti i dipendenti civili delle somme spettanti
relative a prestazioni già rese da tempo (straordinari 2018-2019, turni, rischio, reperibilità 2019,
ecc.) e del pagamento delle progressione economiche 2018, nonché la reiterata abitudine degli
elementi organizzativi preposti alla elaborazione dei dati stipendiali (quali ad esempio il CNA
Esercito), di accorpare in unica mensilità le decurtazioni addebitate al personale (assenza per
malattia, congedi parentali, scioperi, mancati recuperi dei permessi, ecc.) risalenti anche ai
cinque/sei mesi precedenti, come sta avvenendo ai dipendenti del CME Emilia Romagna di
Bologna.
Per quanto sopra, FP CGIL, CISL FP e UIL PA chiedono alle SS.VV.:
– di estendere a tutti i soggetti rappresentativi del personale civile e ai responsabili degli enti
delle FF.AA. le linee interpretative relative all’argomento di cui alla lettera a), chiarendo altresì
se le stesse ricomprendano anche altri tipi di assenza (malattia, donazione sangue, maternità, l.
104, ecc.);
– di evitare di intervenire con interpretazioni unilaterali su materie contrattuali in attesa della
definizione del CCNI normativo;
– di fornire chiare disposizioni circa l’applicabilità o meno della decurtazione dell’assegno ad
personam in ragione della erogazione dell’indennità di vacanza contrattuale, come esposto alla
lettera b), ordinando l’eventuale restituzione delle somme fin qui trattenute;
– di sollecitare l’urgente e non più differibile liquidazione delle somme arretrate dovute al
personale civile, come rappresentato alla lettera c), adoperandosi affinché il sistema
organizzativo responsabile degli stipendi sia una volta per tutte reso efficiente ed omogeneo.
In attesa di un immediato riscontro e riservandosi di attivare ogni iniziativa a sostegno di quanto
richiesto, le scriventi cordialmente salutano.
FP CGIL CISL FP UIL PA
F. QUINTI M. FERRI S. COLOMBI
R. DE CESARIS F. VOLPI
Direttore Centrale Risorse Umane
Dott. Giuseppe Mazzetti
SEDE
Oggetto: erogazione buoni pasto
Pervengono alle scriventi Organizzazioni Sindacali segnalazioni circa la mancata attribuzione dei buoni pasto ai dipendenti dell’Istituto nei tempi previsti dal contratto stipulato ai sensi della convenzione CONSIP.
Come già rappresentato in precedenti occasioni, tali ritardi si sono verificati e si verificano in modo sistematico e nel corrente mese di agosto sembrerebbero essere stati accentuati dalla chiusura per ferie delle ditte aggiudicatarie dei vari lotti.
Spiace dover tornare nuovamente su un tema che si sperava chiuso con le note vicende giudiziarie dello scorso anno, ma l’Istituto ha il dovere di denunciare gli inadempimenti contrattuali affinché CONSIP possa assumere le consequenziali determinazioni in ordine all’applicazione di penali, ovvero ricorrendone le condizioni, procedendo alla rescissione dei contratti in essere.
Certi di un immediato intervento si resta in attesa di conoscere gli esiti delle iniziative che verranno adottate in merito.
Roma, 22 agosto 2019
A. Mercanti M. Molinari D. Di Cristo F. Savarese
al Direttore Generale
Dott. Giuseppe Lucibello
Direttore Centrale Risorse Umane
Dott. Giuseppe Mazzetti
Oggetto: pagamento arretrati contrattuali CIE 2018.
Considerata la sottoscrizione del CIE 2018 intervenuta in data 18 marzo 2019, accordo peraltro già certificato dal Collegio dei Sindaci, le Scriventi chiedono l’erogazione con il mese di settembre delle competenze ancora non liquidate relativamente agli istituti innovati dalla contrattazione d’Ente.
La richiesta è avvalorata dalla condivisa valutazione circa il pieno rispetto da parte del nostro Contratto integrativo della vigente normativa,
tanto da trovare riscontro nelle chiarificazioni rese da codesta Amministrazione in risposta alle osservazioni formulate dai ministeri vigilanti.
Oltretutto, non essendo mai stata messa in discussione l’entità delle somme spettanti ai lavoratori non si vede ragione per procrastinarne la relativa corresponsione.
Roma 22 agosto 2019
Mercanti
M.Molinari
D.Di Cristo
F. Savarese
“I numeri ci dicono che a quelle previste dalla legge Fornero si sommano con quota 100 uscite tra i comparti della Pa dove il lavoro è più faticoso ma che paradossalmente sono proprio quelli che erogano servizi direttamente ai cittadini”. Così Serena Sorrentino, segretaria generale della Fp Cgil, commenta i primi dati ufficiali che l’Inps ha elaborato sulle richieste di uscita che partono dal mese di agosto, che è quello di avvio di Quota 100 nella P.a.
Per questo, prosegue, “ci vuole la proroga delle graduatorie degli idonei, la stabilizzazione dei precari e nuove assunzioni. Il ministro della Pa Bongiorno aveva totalmente sbagliato linea, altro che qualificazione e innovazione della Pa. La Pubblica amministrazione ha subito dalle politiche della Bongiorno un colpo mortale. L’anno che abbiamo perso si dovrà adesso recuperare con misure straordinarie per l’occupazione e, soprattutto, per la prossima finestra d’uscita andrebbe data certezza ai lavoratori su Tfs per il quale, a dispetto dei proclami passati, mancano ancora decreti attuativi”, conclude Sorrentino.
Pubblichiamo la nota inviata dal Coordinamento territoriale in merito all’assegnazione del personale tutor per le esigenze logistiche della struttura DCF
Pubblichiamo la richiesta d’incontro del Coordinamento regionale a seguito della emanazione della Circolare n° n.6/19 della Direzione Centrale per le Risorse Logistiche e Strumentali riguardo la gestione mensa
Pubblichiamo la richiesta di confronto del Coordinamento Regionale, riguardo le nuove innovazione che la Direzione Centrale per le Risorse Logistiche e Strumentali vuole adottare nei Comandi con la Circolare n.6/19 nell’ambito dell’organizzazione del lavoro del CNVVF
Al MIBAC
Sig. Ministro
On.le Albero Bonisoli
E, p.c.,:
Sig. Capo di Gabinetto
Dr.ssa Tiziana Coccoluto
Sig. Segretario Generale
Dr. Giovanni Panebianco
Sig. Direttore Generale Organizzazione
dr.ssa Marina Giuseppone
Oggetto: Schemi di DD.MM. di riorganizzazione del sistema museale e di identificazione delle posizioni dirigenziali.
Sig. Ministro,
la politique d’abord in questo caso, come del resto in molti altri nella storia recente di questo paese, ha condizionato la sua azione al punto tale da portarla ad emanare in fretta e furia due Decreti di riorganizzazione il 13 agosto chiedendo a noi parti sindacali di fornire un parere entro ferragosto, in modo tale da giustificare una premessa dei suoi decreti doverosa solo per legge, quale quella che prevede il “sentite le Organizzazioni Sindacali”. E, subito dopo, divulgare un video propagandistico che mette in evidenza le conseguenze della rottura del patto di governo, facendo intravvedere meraviglie per il personale del Ministero, messe in discussione dalla crisi, quasi a lanciare a noi un segnale per tenerci buoni.
Non faccia propaganda sulle assunzioni, i numeri non bastano a giustificarla, e questi nuovi reclutamenti sono solo un esercizio parziale quanto dovuto per evitare il definitivo tracollo organizzativo, vista la media anagrafica e la consistenza delle uscite per cessazione.
Vede, sig. Ministro, noi non barattiamo. Noi contrattiamo ed affidiamo alla contrattazione le istanze più nobili che nei servizi pubblici devono sempre coniugare i diritti dei lavoratori con quelli dei cittadini, in questo caso sanciti dall’articolo 9 della Costituzione. E certamente non baratteremo il giudizio su una riforma della riforma che, nella emanazione di questi Decreti, rivela la sua profonda debolezza ed incapacità di un serio progetto di riorganizzazione.
Vede, sig Ministro, pur nella nostra non condivisione di fondo all’impianto proposto, noi avevamo apprezzato la sua disponibilità al dialogo ed al confronto, in particolare sulla fase applicativa del DPCM ritenendo che in quella fase avremmo avuto la possibilità perlomeno di attenuare alcuni effetti perversi contenuti nel DPCM, effetti che invece si rivelano in tutte le loro connotazioni deleterie. In un colpo solo si è sterilizzato il metodo del confronto democratico, che aveva iniziato a prender forma persino nel Consiglio Superiore, e si è prodotto un assestamento burocratico che semplicemente peggiora le già disastrate premesse prodotte dal suo predecessore.
La sua gestione di questo Ministero si sta rivelando, e non solo per colpa della imminente crisi di governo, come una sequela di promesse mancate. Di cui noi siamo testimoni diretti: aveva annunciato che i nuovi Direttori dei Musei autonomi sarebbero stati selezionati con i criteri dei pubblici concorsi e nulla è avvenuto di nuovo, anzi si è addirittura utilizzata una delle normette per cui andava famoso il suo predecessore che prevede il rinnovo degli incarichi per altri quattro anni, senza che vi sia addotta alcuna motivazione e noi siamo assolutamente curiosi di vedere in sede di valutazione dell’operato dei dirigenti confermati quali sono gli obiettivi raggiunti. Aveva annunciato il ritorno delle Biblioteche storiche annesse ai circuiti di valorizzazione e invece ritroviamo la BIASA ancora affidata all’ex Polo Museale laziale e così certamente sarà per le altre Biblioteche storiche annesse ai Musei autonomi. Perpetuando un vero e proprio delitto contro il patrimonio culturale di cui lei, in tal modo, si rende corresponsabile.
Invece una promessa mantenuta è l’abbattimento del Parco dell’Appia Antica, operazione con la quale
si solo colpito l’anello debole di una catena senza intaccare per nulla gli effetti di un delitto perpetrato ai danni del patrimonio archeologico romano che continua a rimanere frammentato e sparso in differenti istituti, in grado solo di perpetuare per un biennio una guerra civile inutile per la definizione di logistiche strutturalmente insufficienti. Con che cosa verrà sostituito, con il Museo del Vittoriano? Che senso avrà questa operazione, se non quella di mortificare uno straordinario territorio in nome di una ritrovata ed incomprensibile operazione del tutto celebrativa dell’identità nazionale?
Lo stesso potremmo dire per l’abolizione degli altri Musei autonomi, dei quali solo per Villa Giulia si prefigura, ma si demanda ad una successiva fase, una soluzione di ricomposizione di quel territorio archeologico sconvolto dallo tsunami Franceschini. Ci domandiamo che senso ha invece l’accorpamento della Galleria dell’Accademia con gli Uffizi, se non quello della fagocitazione organizzativa.
Per il resto questi decreti hanno semplicemente confermato le peggiori previsioni: il territorio perde dirigenti a favore del centro che ormai ha assunto dimensioni stratosferiche, la distribuzione dei dirigenti non muta lo squilibrio operato verso i settori della Biblioteche e degli Archivi, nulla muta nella geografia delle SABAP, le famose Reti museali producono ulteriori improbabili accorpamenti ed ampliamenti di ambiti territoriali, mentre potevano essere una utile opportunità di rivedere il sistema museale sulla base di affinità dei percorsi culturali, rimane l’incredibile assoggettamento gerarchico degli Archivi di Stato alle Soprintendenze Archivistiche e spicca addirittura l’accorpamento incomprensibile sul piano organizzativo e scientifico dell’Archivio di Stato di Palermo con la Soprintendenza Archivistica. Per finire ai Segretariati distrettuali che si dovranno occupare di territori sempre più vasti, a sancire un ulteriore gravissimo arretramento della Stato dalla gestione della tutela del patrimonio storico culturale i cui effetti si vedranno meglio nell’arrembante logica dell’autonomia differenziata.
Vede, sig. Ministro, noi non sappiamo quale esito avrà la crisi di governo e se al suo posto subentrerà
un nuovo esponente politico che magari costringerà noi e la stressata macchina ministeriale ad un nuovo faticosissimo esercizio di applicazione di schemi ideologici, ma se l’emanazione di questi decreti era mirata a frenare nuove spinte “riformatrici”, allora ci ripensi, fa sempre in tempo a far ripartire il confronto democratico con noi e con il mondo della cultura che assiste sempre più sgomento a inaccettabili spettacoli mortificanti per tutto quello che il nostro inestimabile patrimonio rappresenta.
Distinti saluti
Fp Cgil Nazionale
Claudio Meloni
Informativa delibere Commissione nazionale formazione continua
il 25 luglio 2019 la Commissione nazionale per la formazione continua ha emanato due delibere, la
prima è in merito alla riduzione del debito formativo dei professionisti sanitari domiciliati o che svolgono la propria attività presso i comuni colpiti dagli eventi sismici degli anni 2016 e 2017 .
La seconda delibera , consente di usufruire di un bonus di 30 crediti, per la costruzione del dossier
formativo in autoformazione fino al 31/12/2019 per il triennio 2017-2019 e di ulteriori 20 crediti che
verranno assegnati al triennio successivo.
Pubblichiamo le delibere per veicolare l’informazione tra le lavoratrici ed i lavoratori.
Segreteria Nazionale FP CGIL
Barbara Francavilla
Roma, 08 Agosto 2019
Al Direttore
della Direzione Generale del Personale Civile
dr.ssa Gabriella Montemagno
Roma
Al Capo di Stato Maggiore della Marina
Ammiraglio di Squadra Giuseppe Cavo Dragone
Roma
Al Responsabile Generale del Servizo
Convenzione Consip B.P. n. 8 – Lotto 10
Sergio Pietro Tuomi Satriano
consip.ordini.MS.IT@sodexo.com
Milano
OGGETTO: criticità sulla utilizzazione dei buoni pasto presso gli esercizi convenzionati di
Taranto.
Egregi,
la scrivente è costretta a segnalare alla Vostra attenzione il perdurare delle difficoltà
nell’utilizzazione dei buoni pasto, distribuiti al personale civile dipendente dell’Arsenale di Taranto,
presso gli esercizi con sede nella medesima città e nel territorio circostante, convenzionati con la
società Sodexo Motivation Solutions Italia S.r.l. di Milano (titolare dei Lotti 5-10-11-12 della
Convenzione Consip Buoni Pasto ed. 8), nonostante le numerose precedenti segnalazioni e le
assicurazioni ricevute dalla suddetta società con lettera del 03 aprile 2019 (che si allega in copia).
Al riguardo si rammenta che il numero minimo di esercizi previsto dalla citata Convenzione è,
per il lotto n. 10 (Puglia/Basilicata), pari a 280 punti vendita, tra supermercati, ristoranti, bar, ecc., e che
il fornitore è obbligato a rispettare tutte le prescrizioni:
– dell’art. 4.1 del Capitolato Tecnico;
– dell’art. 6 della Convenzione, punto 1, lettere da a) a g) – in particolare: “assicurare la spendibilità
dei Buoni pasto negli Esercizi Convenzionati”, “inviare a ciascuna Unità Approvvigionante gli elenchi
riportanti le informazioni relative agli Esercizi Convenzionati, e provvedere ai successivi aggiornamenti
degli stessi, secondo quanto previsto nel paragrafo 4.1 del Capitolato tecnico”;
– dell’art. 3.2 della Guida alla Convenzione – in particolare deve garantire: “la presenza di almeno 1
Esercizio convenzionato ogni 15 soggetti aventi diritto al pasto (garantendo comunque un numero
minimo di 3 Esercizi per Sede di utilizzo), entro la distanza di 1 Km dalla medesima Sede di utilizzo”.
Pertanto, la sottoscritta O.S. esorta i destinatari della presente ad adoperarsi, ognuno per le
proprie competenze e responsabilità, affinché vengano esercitati tutti i controlli e le verifiche, ed
eventualmente applicati i correttivi e le penali per inadempimento contrattuale, previsti dalla
convenzione in argomento, al fine di ripristinare la coretta esecuzione delle prestazioni in carico alla
società Sodexo Motivation Solutions Italia S.r.l. di Milano.
Cordialmente,
Il Coordinatore Nazionale FP CGIL Ministero Difesa
Roberto De Cesaris