Trascorsa quasi una settimana dalla riunione del 23 gennaio u.s. tra Organizzazioni sindacali e Agenzia del demanio pensiamo possa essere utile, aldilà del “descrivere” quanto detto e accaduto, provare ad offrire un contributo complessivo alla discussione in atto.
Lo faremo partendo, naturalmente, dai temi affrontati durante l’incontro:
LAVORO AGILE
È ormai noto che nella Legge di Bilancio per il 2019 (legge n. 145/2018), al comma 486, venga individuata una nuova disposizione in materia di lavoro agile: «i datori di lavoro pubblici e privati che stipulano accordi per l’esecuzione della prestazione di lavoro in modalità agile sono tenuti in ogni caso a riconoscere priorità alle richieste di esecuzione del rapporto di lavoro in modalità agile formulate dalle lavoratrici nei tre anni successivi alla conclusione del periodo di congedo di maternità previsto dall’articolo 16 del testo unico delle disposizioni legislative in materia di tutela e sostegno della maternità e della paternità, di cui al decreto legislativo 26 marzo 2001, n. 151, ovvero dai lavoratori con figli in condizioni di disabilità ai sensi dell’articolo 3, comma 3, della legge 5 febbraio 1992, n. 104».
Tenendo conto dell’età media del personale dell’Agenzia, gli aspetti essenziali e le conseguenze sostanziali che tale nuova previsione –nella sua interpretazione letterale e slegata dal contesto- è in grado di produrre, sono fin da ora evidenti.
Va rilevato come una discussione critica e congiunta del legame che intercorre tra il concetto di riconoscimento della priorità previsto dalla norma e la centralità delle politiche di work-life balance, pari opportunità e inclusione previste dal CCNL sia necessaria per consentire una combinazione virtuosa dei diversi fattori in grado di generare ancora una volta un “valore condiviso” che possa realizzare un maggior benessere individuale e familiare oltre che un impatto positivo su produttività, innovazione ed efficienza.
La norma, che ha come destinatari esclusivi i datori di lavoro pubblici e privati che stipulano accordi per l’esecuzione della prestazione di lavoro in modalità agile, non spiega se “priorità”: vada intesa in senso “relativo” –quindi nell’individuazione di un punteggio rispetto al requisito che valorizza le due condizioni soggettive in combinazione anche di ulteriori requisiti (a titolo esemplificativo ma non esaustivo la distanza casa-lavoro) che ne completino il “profilo”- consentendo quindi di valorizzare il lavoro fatto al Tavolo negoziale negli ultimi mesi;
oppure, a prescindere da qualsiasi ulteriore requisito, vincoli le parti datoriali alla stipula di accordi che riconoscano in senso “assoluto” (e quindi esclusivo) la priorità unicamente a coloro che rientrano nelle due fattispecie individuate nel comma 486 in esame.
C’è da rilevare, sul punto, che il complessivo impianto normativo afferente il Lavoro Agile, ritiene “solo” auspicabile un accordo sindacale che disciplini nel dettaglio l’istituto consentendo, quindi, ad una ipotetica parte datoriale di sottoscrivere un accordo istitutivo con le Organizzazioni Sindacali mantenendo, al tempo stesso, la massima discrezionalità in capo a sé stessa in tema di criteri nelle priorità e negli aspetti organizzativi: in un contesto di “marcata autonomia datoriale” una norma che individui esclusivamente in capo ai datori di lavoro alcune priorità di riferimento –seppur parziali- non può che essere letta con una certa positività.
Questo passaggio rappresenta l’esperienza della maggior parte delle amministrazioni pubbliche e di parte di aziende private.
Quanto appena descritto non rappresenta, però, l’esperienza sindacale maturata in Agenzia: pur in presenza di alcuni limiti derivanti dal confronto –e quindi con la necessità di mediare- con la parte datoriale siamo stati in grado, attraverso un accordo sindacale, di disciplinare tutti gli aspetti relativi all’istituto: priorità e criteri nella composizione delle graduatorie, frequenza, attività, durata e gli aspetti legati alla verifica e controllo delle attività svolte. Scongiurando, pertanto, atti unilaterali e portando tutto il ragionamento su un piano che, come scritto poco sopra, potesse generare un “valore condiviso” con il fine, come detto, di realizzare un maggior benessere individuale e familiare oltre che un impatto positivo su produttività, innovazione ed efficienza.
La disposizione, ad una più attenta lettura non ha come destinatario il “Tavolo negoziale” bensì esclusivamente la Parte datoriale che non ritenesse opportuno –la norma lo consenteavviare un confronto “serio” con le Organizzazioni sindacali oltre la semplice previsione dello strumento; procedendo, quindi, da parte datoriale, alla stipula di accordi individuali con il singolo lavoratore dopo una semplice informativa alle Organizzazioni sindacali.
È da riportare nel giusto contesto, quindi, ogni ragionamento tendente a recepire in termini di priorità assoluta la casistica contenuta nel comma 486: nel nostro caso è il Tavolo negoziale che deve e può definire i destinatari del lavoro agile successivamente –come fatto- ad una attenta analisi delle necessità e della composizione della platea di potenziali destinatari in Agenzia.
Bene, quindi, l’attenzione rivolta alla genitorialità nei primissimi anni di vita della prole (come abbiamo fatto anche nell’ambito del rinnovo contrattuale) ma senza dimenticare, il carico familiare anche sopra i tre anni e i fenomeni di pendolarismo che, in Agenzia del demanio, con sedi esclusivamente regionali, non possono che essere considerati elementi di difficoltà nella conciliazione dei tempi vita-lavoro.
Riteniamo, come FP CGIL, che per queste ragioni -comprovate anche dagli ottimi risultati e dalle perfomance aziendali 2018- l’orizzonte in cui collocare l’istituto del lavoro agile debba essere quanto più ampio, consolidato, maggiormente diffuso nei valori e “sciolto e fluente” nella cultura organizzativa di questa Agenzia.
Questo significa certamente l’incremento di “postazioni” e di giornate mensili da fruire in questa modalità ma anche un vero ampliamento che possa abbracciare una pluralità di situazioni.
Le condizioni sembrano esserci tutte, manca, forse, ancora un po’ di coraggio.
ASSISTENZA SANITARIA INTEGRATIVA
L’Agenzia ha informato le OO.SS. che la Convenzione con MBA è scaduta ed è stata
prorogata per ulteriori 6 mesi in attesa di una nuova aggiudicazione mediante un bando
europeo con il criterio dell’offerta economica più vantaggiosa che dovrebbe proporre una più
ampia gamma di servizi e prestazioni per il personale (a solo titolo esemplificativo malattie
oncologiche etc..)
OCCUPAZIONE E RICORSO ALLA SOMMINISTRAZIONE LAVORO
A fronte delle recenti istruzioni espresse dal vertice dell’Agenzia che annunciano nuovi e
non trascurabili piani assunzionali mediante ricorso alla somministrazione lavoro in luogo del
maggiormente preferibile contratto ad assunzione diretta a tempo indeterminato/determinato,
come FP CGIL, abbiamo ribadito la necessità di attivare immediatamente un confronto nel
merito ed espresso, parallelamente, una certa preoccupazione per lo scenario che si andrà a
prefigurare sia dal punto di vista delle carenze organiche strutturali, sia dal punto di vista
economico-gestionale chiedendo ulteriori dettagli.
Sorprende come anche a fronte di incentivi economici finalizzati ad incentivare il lavoro
stabile da parte del Governo questo Ente preferisca contribuire ad alimentare la
precarizzazione del lavoro anche all’interno dell’Agenzia agendo in termini di svilimento dei
Diritti e delle Opportunità.
L’Ente, chiamato a dare risposta sul punto, a nostro giudizio non è stato in grado di dare
contenuto concreto a tale questione.
Sul punto, inoltre, non può essere nascosta la preoccupazione che manovre finalizzate ad integrare il personale interno esclusivamente attraverso la somministrazione lavoro (quindi non assunzioni dirette da parte dell’Ente) nel medio termine possa avere –tra gli effetti- la mancata applicazione degli accordi sindacali in tema di mobilità volontaria del personale tra le diverse articolazioni dell’Agenzia.
PREMIO DI RISULTATO E PART-TIME
Nell’ambito dell’incontro, per quanto riguarda il Premio di Risultato, abbiamo sottoscritto un accordo che prevede la remunerazione ai fini del premio di risultato delle assenze derivanti dalla fruizione dei permessi 104/92 per assistenza al figlio minore e per le lavoratrici che siano state vittime di violenza di genere.
Queste due fattispecie, che integrano le precedenti, aggiungono “un qualcosa in più” di forte valore sociale e rappresentano un passo avanti anche culturale nell’ambito dell’Agenzia del Demanio.
Per quanto attiene l’istituto del part-time la discussione è rimandata al prossimo incontro previsto per il giorno 6 febbraio p.v.
la Delegazione Trattante FP CGIL Coord. Agenzia del Demanio Fp Cgil Nazionale Elena Antonino – Annamaria Scarpati Daniele Gamberini
TIPOGRAFIE TRIBUTARIE? NO, GRAZIE!!!
Chiediamo più attenzione per i lavoratori delle Commissioni.
Abbiamo letto con molto interesse la delibera del Consiglio di Presidenza della Giustizia Tributaria numero 98/2019 del 22 gennaio u.s..
Troviamo condivisibili diversi concetti espressi in tale delibera, a partire dal fatto che riteniamo assolutamente giusto riconoscere l’aumento del compenso fisso mensile di 80 euro ai giudici, “anche al fine di compensare il sostenimento dei costi di natura informatica in ragione della prevista obbligatorietà, a decorrere dal 1° luglio 2019, dell’utilizzo delle modalità telematiche per la notifica e il deposito degli atti processuali, dei documenti e dei provvedimenti giurisdizionali”.
Lo sarebbe stato ancora di più se si fosse tenuto conto, un minimo, anche dei disagi del personale amministrativo.
Ancora più condivisibile, non fosse altro perché, a nostro giudizio, riguarda in modo più specifico i lavoratori delle segreterie delle Commissioni Tributarie, è la parte in cui si dice che “L’acquisto di hardware, software, connessioni veloci, stampanti, toner e carta, o l’attaccamento continuo ai video terminali con rischi per la vista, avrebbero meritato maggiore considerazione.”
Infatti se tutto questo vale per i giudici, a maggior ragione deve valere per i lavoratori delle CC.TT. che ormai trascorrono l’intera giornata lavorativa davanti agli schermi dei computer per completare i fascicoli telematici, scaricare file, verificare l’esattezza dei dati, correggere i frequentissimi errori e le anomalie o effettuare scansioni del cartaceo. É infatti indubbio che tale attività in breve tempo può
provocare disturbi alla vista, come è ormai assodato che questo tipo di attività contribuisce a far crescere lo stress da lavoro-correlato e causare alienazione.
Le cose condivisibili si fermano qui però, infatti, non troviamo condivisibile la richiesta che il CPGT fa al personale delle segreterie “In considerazione dell’eccezionalità del momento … , dovrà essere sempre assicurata da parte della segreteria, ove il giudice ne faccia richiesta, la stampa di atti e documenti depositati telematicamente, soprattutto laddove si tratti di ‘file’ di grandi dimensioni.”
L’introduzione del PTT aveva lo scopo di apportare vantaggi in termini di semplificazione, trasparenza degli adempimenti processuali e di durata del contenzioso, oltre all’abbattimento dei costi (meno carta, meno spazi, meno archivi materiali).
La richiesta che i giudici fanno va completamente dal lato opposto, costringendo le segreterie a stampare “soprattutto file di grandi dimensioni” vanificando di fatto parte dello scopo del PTT, senza considerare poi che stampare grossi quantitativi di documenti può portare a seri problemi di salute laddove gli uffici non sono attrezzati per farlo in sicurezza.
Appare curioso come cambiando gli attori cambiano anche i rischi, alcuni sono più delicati di altri.
Dopo il completamento del fascicolo telematico tramite la scansione del cartaceo, imposto entro 30 giorni in caso di depositi tramite il PTT, adesso si andrebbe a pretendere la stampa dei depositi telematici per il completamento del fascicolo cartaceo. Siamo davvero all’assurdo.
È mai possibile che qualcuno pensi che gli uffici di segreteria delle Commissioni Tributarie siano delle “stamperie”?
Duole rilevare come non vi sia stata sinora, né da parte dell’Amministrazione né da parte dei giudici, alcuna considerazione per il personale delle Commissioni che, da quando il PTT è attivo (dal 15 luglio 2017 su tutto il territorio nazionale, a conclusione di una graduale estensione iniziata il 1° dicembre 2015) deve far fronte a molteplici difficoltà e allo stesso tempo fornire assistenza a tutti gli attori
del processo tributario: giudici, contribuenti, professionisti ed enti impositori.
A proposito di assistenza, chi dovrà fare fronte alla ulteriore richiesta del CPGT? “A ciò deve aggiungersi, sul versante dell’assistenza informatica, la forte esigenza di avere una presenza di personale tecnico presso le sedi giudiziarie”.
Forse è il caso di istituire presso le CC.TT. la figura dei RIT, già prevista nelle RTS, in questo modo si inizierebbe a dare un minimo riconoscimento ad una delle tante figure professionali che abbiamo e che non vengono valorizzate a sufficienza.
Sulle diverse problematiche del PTT abbiamo chiesto più volte all’Amministrazione di essere ascoltati ma senza esito.
In compenso, le incombenze continuano ad aumentare.
È di queste ore l’introduzione di una nuova funzionalità sul SIGIT che prevede l’accesso temporaneo della parte non ancora costituita agli atti del contenzioso telematico, le istanze di accesso dovranno essere vagliate in tempi brevi e questo potrebbe rivelarsi un ulteriore aggravio per i lavoratori.
Un ultimo interrogativo: in tutto questo la Direzione della Giustizia Tributaria da che parte sta?
FP CGIL CISL FP UILPA
Americo FIMIANI Walter DE CARO Andrea G. BORDINI
Ill.mo Gen. Sergio Costa
Ministro dell’Ambiente e della
Tutela del Territorio e del Mare
Oggetto: richiesta di riavvio del Tavolo nazionale sulle Autorità di bacino distrettuali.
Le scriventi Organizzazioni sindacali chiedono un incontro urgente per riavviare il Tavolo
nazionale di partecipazione e di confronto, tra il Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio
e del Mare con le strutture nazionali di categoria di FP CGIL, CISL FP e UIL PA, sullo stato
attuativo dell’istituzione delle nuove Autorità di bacino distrettuali.
Il completamento della riforma delle Autorità, peraltro, costituisce un elemento
fondamentale per l’attuazione della priorità politica n. 4 individuata con il DM 66/2018, che
contempla altresì il rafforzamento del ruolo di indirizzo e coordinamento tecnico-amministrativo del
Ministero (nonché del controllo economico-finanziario nei confronti di tali Autorità).
La richiesta si fonda sulle problematiche, rilevate dalle scriventi, che insistono sulle
strutture delle cinque Autorità di bacino distrettuali peninsulari, nonché sulla positiva esperienza
passata del lavoro di confronto svoltosi presso il Ministero e sull’utilità dimostrata dallo strumento
partecipativo in oggetto, nella fase di predisposizione dei Decreti del Presidente del Consiglio dei
Ministri emanati in data 4 aprile 2018, dal quale sono scaturite soluzioni alle criticità e concrete
ricadute positive.
Al livello nazionale, comune a tutte le Autorità di bacino distrettuali, relativamente al
passaggio della gestione del personale dal comparto Funzioni Locali al comparto Funzioni
Centrali, l’ostacolo principale è rappresentato dall’apparente assenza di una regia nazionale in
grado di orientare gli enti suddetti verso omogenee scelte amministrative.
Si rappresenta infatti l’urgente necessità di un’interpretazione univoca – tra le varie
Autorità – della disciplina normativa del rapporto di lavoro del personale e, soprattutto, della parte
economica fissa (composizione del nuovo tabellare a partire dalle voci del trattamento fisse e
continuative percepite nel CCNL Funzioni Locali) e accessoria, difficoltà che appare superabile
solo mediante l’assunzione di un orientamento univoco che individui, valorizzandole, le
caratteristiche professionali dei lavoratori delle nuove Autorità e che possa garantire agli stessi un
passaggio ordinato dal vecchio contratto al nuovo.
Con riferimento al trattamento accessorio, lo storico dei fondi delle ex Autorità di bacino di
rilievo nazionale appare insufficiente per l’avvio efficace delle nuove Autorità distrettuali e in molti
casi addirittura incapiente a garantire il transito al nuovo CCNL Funzioni Centrali.
Dal momento che le nuove Autorità di bacino distrettuali sono a tutti gli effetti nuovi Enti
pubblici, il fondo di trattamento accessorio iniziale delle risorse stabili dovrà, ad avviso delle
scriventi, essere ricalcolato secondo valori medi riconducibili alla media del comparto di
contrattazione Funzioni Centrali.
Tra i lavoratori si rileva altresì la mancanza conoscitiva di ulteriori elementi fondamentali,
fra i quali, lo stato dell’arte della definizione delle intese con le Regioni per la determinazione
definitiva delle localizzazioni delle sedi.
In attesa di un cortese urgente riscontro, si inviano i migliori saluti.
FP CGIL CISL FP UILPA
Oliverio Marinelli Liberati
TUTTI INSIEME NON FAREMO UN PASSO INDIETRO
Come anticipato con comunicato indirizzato a tutto il personale, queste OO.SS. firmatarie del CCNL 2016-2018 Funzioni Centrali, in data 25 gennaio 2019 hanno incontrato i vertici di Istituto a seguito della convocazione pervenuta dopo l’invio della nota unitaria del 23 gennaio u.s. (che si allega), avente ad oggetto “Mobilitazione per mancato rispetto delle Relazioni Sindacali”.
Nel corso dell’incontro, che non è stato di contrattazione nonostante queste sigle sindacali, con la citata nota unitaria, avessero chiesto una convocazione rivolta all’immediata riapertura del tavolo negoziale, il Segretario generale ha confermato l’intenzione da parte del Consiglio di Presidenza di apportare modifiche al proprio Regolamento interno, al fine di estendere l’Indennità di diretta collaborazione, di cui al Decreto n. 25/2007, anche al personale ivi impiegato.
Le scriventi OO.SS. ribadendo l’assoluta disapplicazione delle norme contrattuali in materia di Relazioni Sindacali, e dopo aver stigmatizzato l’atteggiamento dell’Amministrazione di non aver dato alcun riscontro alle proprie richieste, e agli atti di diffida, finalizzate alla riapertura del tavolo negoziale per la definizione dell’Ipotesi di Accordo per la ripartizione del Fondo risorse decentrate (FRD 2018) e dell’Ipotesi di Accordo per le Progressioni economiche orizzontali (PEO 2018), nonché il mancato rispetto dell’Ipotesi di Accordo sui Sussidi (art. 80 del CCNL), con conseguente grave nocumento arrecato alle legittime aspettative dei lavoratori, e soprattutto di quelli più bisognosi, hanno messo in evidenza come l’erogazione dell’Indennità di Gabinetto anche in favore di altri potenziali beneficiari, in un momento come quello che attualmente vivono i lavoratori della Corte dei conti, rischi di accrescere, se non estesa attraverso analoghe iniziative anche a tutti gli altri
lavoratori, l’esistente disparità di trattamento tra il personale, accentuandone il relativo malcontento.
Al termine dell’incontro, nel corso del quale è stata illustrata la strategia che i Vertici di Istituto hanno intenzione di attuare per consentire alla Corte dei conti di rafforzare il proprio ruolo nel panorama istituzionale, e in cui queste OO.SS. hanno dichiarato di essere pronte, in assenza di iniziative concrete, ad intraprendere tutte le azioni di mobilitazione, arrivando anche a proclamare lo sciopero del personale della Corte dei conti qualora l’Amministrazione continui a disattendere quanto disciplinato dal CCNL 2016-2018 Funzioni Centrali in tema di Relazioni Sindacali e a non riprendere al più presto, nell’interesse delle lavoratrici e dei lavoratori dell’Istituto, la contrattazione sulle materie di cui agli artt. 7 e 80 del CCNL, il Segretario generale ha comunicato che riferirà in Consiglio di Presidenza quanto emerso nel corso dell’incontro.
Il Segretario generale, davanti alla determinazione dell’azione sindacale unitaria, ha fissato un incontro di contrattazione sui sussidi, calendarizzato per il 20 febbraio p.v., e si è dichiarato pronto a riaprire immediatamente la contrattazione sul trattamento accessorio (FRD 2018), con la data dell’incontro che sarà individuata già nel corso di questa settimana. Inoltre, ha dichiarato che gli effetti della legge n. 1345 del 1961 saranno congelati al 2017 e contestualmente riconosciuti a tutti, anche al personale immesso nei ruoli successivamente al suddetto anno.
Con l’impegno di seguire con massima attenzione l’evolversi della situazione, e vigilando sulla concreta attuazione di quanto concordato con i vertici di Istituto, queste OO.SS. annunciano l’Assemblea Generale del Personale per il giorno 1° febbraio 2019, alle ore 11, presso l’Aula Lamberti della Sede centrale – Roma.
Cordiali saluti
Roma, 28 Gennaio 2019
S. Di Folco A. Guarente A. Fucci U. Cafiero A. Benedetti F. Stefanangeli
Questa mattina, all’audizione informale sul disegno di legge in oggetto, presso la I Commissione
Affari Costituzionali del Senato, abbiamo argomentato la nostra posizione contraria all’utilizzo di
sistemi di video sorveglianza negli asili nido e nelle scuole dell’infanzia, (nonché presso le strutture
socio-assistenziali per anziani e disabili) chiedendo lo stralcio dell’art. 4 del disegno di legge.
Abbiamo, tra l’altro, sottoposto all’attenzione della Commissione come, il d.lgs. 65 del 2017, che
ha istituito il sistema integrato di educazione e istruzione da zero a sei anni, potrebbe essere la
base sulla quale investire, a partire dalla necessaria qualificazione e valorizzazione del personale dei
servizi educativi, e come i previsti Coordinamenti pedagogici siano importanti strumenti per
evitare i drammatici episodi degli ultimi tempi.
In allegato vi inviamo la memoria consegnata all’audizione.
p. Il comparto Funzioni locali
(Susanna Giuliani)
FATTI, NON PAROLE: IMPUGNATA DETERMINA 153/2018 SUI FABBISOGNI
Dando seguito a quanto preannunciato con il comunicato sindacale dello scorso 11 dicembre ed in assenza di un intervento, auspicato e sollecitato dalle scriventi organizzazioni sindacali (vedi lettera del 17 dicembre 2018 rivolta al Ministro del Lavoro, al Ministro per la Pubblica Amministrazione, al Presidente del Collegio dei Sindaci ed al Magistrato della Corte dei Conti delegato al controllo), dei soggetti istituzionali, interni ed esterni all’Istituto, deputati a svolgere una funzione di controllo,
abbiamo depositato presso il Tribunale Amministrativo del Lazio un ricorso per far dichiarare l’illegittimità ed il conseguente annullamento della determinazione presidenziale n. 153 del 30/11/2018 relativa alla definizione del Piano dei Fabbisogni di personale INPS per il triennio 2018/2020.
Le censure che noi rivolgiamo a quel documento sono non solo di carattere squisitamente giuridico ed a tutela del Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro dei diversi settori di inquadramento del personale, cosa che dovrebbe stare a cuore anche di chi sul fronte sindacale, avendo sottoscritto il CCNL, legittima con la propria partecipazione informative ex-post fatte dall’Amministrazione, in modo palesemente
illegittimo, in quanto rese dopo la formale adozione dei provvedimenti oggetto delle stesse comunicazioni (… 3. L’informazione deve essere data nei tempi, nei modi e nei contenuti atti a consentire ai soggetti sindacali di cui all’art.7, comma 3, di procedere a una valutazione approfondita del potenziale impatto delle misure da adottare ed esprimere osservazioni e proposte.), ma soprattutto di natura politica in quanto investono un documento che di fatto preclude per il futuro percorsi di
sviluppo professionale tra alcune aree ed all’interno delle stesse che condannano l’INPS per il futuro a mortificare le legittime aspettative di crescita professionale del suo personale.
Andiamo per gradi.
Sul piano prettamente giuridico, come abbiamo avuto modo di sottolineare nella lettera inviata agli Organi di controllo lo scorso 17 dicembre, l’adozione della determinazione n.153 del 30/11/2018 è avvenuta senza che vi sia stata la benché minima interlocuzione con le organizzazioni sindacali in palese violazione non solo del CCNL del comparto Funzioni Centrali 2016/2018 che prevede al contrario che
siano oggetto di informazione preventiva, nell’ambito dell’organismo paritetico per l’innovazione, tra gli altri argomenti, anche quello degli andamenti occupazionali delle singole amministrazioni, andamenti sui quali incide, è evidente, il contenuto del Piano dei fabbisogni del personale, ma anche del CCNL vigente dell’area VI, dirigenti, professionisti e medici, che richiede forme di confronto molto più stringenti della semplice informativa. A tali considerazioni si aggiunge, dulcis in fundo, un’ulteriore
violazione delle norme contrattuali dell’Area VI per le famiglie professionali del ramo legale, di quello statistico-attuariale e di quello tecnico-edilizio, rappresentata dallo stravolgimento dei rapporti tra primo e secondo livello differenziato di professionalità con inevitabili ed esiziali effetti sui percorsi di crescita degli stessi professionisti. Si tratta di motivi, sia quelli di carattere procedurale sia quelli di
carattere sostanziale, già rappresentati, formalmente e informalmente, ai Vertici dell’INPS senza alcun seguito: l’unica soluzione, extrema ratio, è stata l’impugnazione della determinazione presidenziale.
Per quanto riguarda le valutazioni extra-giuridiche della determinazione n.153/2018, avevamo già evidenziato, con il comunicato dello scorso 11 dicembre, la “cecità” delle scelte operate da un’Amministrazione che costruisce i fabbisogni di personale tagliando gli organici attuali (32 posti sulla dirigenza, tra prima e seconda fascia, 12 posti sul profilo del ramo tecnico-edilizio, 266 unità sul fabbisogno dell’area B) e fotografando l’attuale consistenza con il doppio risultato di frustrare da un lato le prospettive di crescita professionale del personale e dall’altro di esporre il nostro Istituto al rischio di incidere sulla “carne viva” degli organici, nel caso di eventuali scelte legislative di tagli nelle pubbliche amministrazioni. A tali valutazioni si aggiunge un’ultima considerazione che riguarda la costruzione complessiva del fabbisogno ideale a 31.155 unità: si tratta di una quantificazione che si colloca ampiamente al di sotto della soglia che la stessa Amministrazione comunicò, tempo addietro, come
espressione del famigerato parametro 124. In presenza di nuove ulteriori incombenze affidate all’INPS, reddito di cittadinanza ed aggravio di prestazioni pensionistiche da definire con “quota 100”, quel fabbisogno va radicalmente rivisto. Noi riteniamo sia possibile contemperare le legittime aspirazioni alla crescita professionale dei lavoratori dell’Istituto con la necessità di non bloccare i nuovi ingressi, di cui l’INPS ha urgenza, alla luce degli ulteriori compiti.
FP CGIL CISL FP UIL PA FIALP CISAL CIDA
Matteo ARIANO Paolo SCILINGUO Sergio CERVO Francesco VIOLA Lucio PALADINO
Pubblichiamo la nota del Ministero della Difesa.
Partecipa e vota, decidi il tuo futuro! L’11-12-13 febbraio si vota per l’elezione dell’Assemblea dei delegati del fondo Previdenza Cooperativa.
Cos’è?
Previdenza Cooperativa è il fondo pensione negoziale dei lavoratori, soci e dipendenti, delle Imprese Cooperative e dei lavoratori dipendenti addetti ai lavori di sistemazione idraulico-forestale ed idraulico-agraria. Lo scopo di Previdenza Cooperativa è quello di consentire agli iscritti di costruirsi una pensione complementare. Previdenza Cooperativa afferisce ai contratti nazionali di lavoro sottoscritti da Confcooperative, Legacoop e Agci con Cgil Cisl e Uil. Nato dalla fusione tra i preesistenti fondi Cooperlavoro, Previcooper e Filcoop, Previdenza Cooperativa è uno dei fondi pensione negoziali più grandi e patrimonializzati del Paese: il quinto per iscritti (112.000) e l’ottavo per patrimonio (1,9 miliardi di euro di attivo).
Cosa si vota?
L’Assemblea dei Delegati è formata da rappresentanti dei lavoratori e dei datori di lavoro (cosiddetti Delegati) che vengono eletti ogni tre anni e sono rieleggibili al massimo tre volte. Tra i compiti dell’Assemblea ci sono: l’elezione e la revoca dei componenti del Consiglio di Amministrazione e del Collegio dei Sindaci, l’approvazione del Bilancio d’esercizio. Ogni iscritto partecipa alla vita del Fondo pensione Previdenza Cooperativa attraverso l’elezione dei suoi rappresentanti.
Quando si vota?
Dall’11 al 13 febbraio 2019 i lavoratori e le imprese cooperative ed enti associati a Previdenza Cooperativa saranno chiamati ad eleggere i Delegati che li rappresenteranno nell’Assemblea del Fondo. I lavoratori potranno eleggere i 45 Delegati effettivi e i 45 Delegati supplenti indicati nella Lista unitaria dei candidati presentata da CGIL, CISL, UIL, esprimendo il proprio voto in forma elettronica.
Scegli la lista Cgil Cisl Uil
La Cgil è stata tra i promotori della nascita di Previdenza Cooperativa per garantire risparmi più sicuri e vantaggiosi. Avere assetti dimensionali più solidi e consistenti permette ai fondi di previdenza complementare di guadagnare in efficienza ed efficacia della gestione e di avere minori oneri.
Partecipare al voto, esercitare la democrazia, è importante per dare forza ai propri rappresentanti. Legalità e trasparenza, democrazia e partecipazione, competenza e futura, sono questi i nostri valori, questi i nostri obiettivi. Vota e partecipa perché è importante costruire il tuo futuro previdenziale, conoscere il valore del patrimonio accantonato, chi lo gestisce e come lo gestisce.
Come si vota?
Per votare l’aderente fra l’11 e il 13 febbraio 2019 dovrà: collegarsi al sito www.previdenzacooperativa.it, selezionare “Elezione Assemblea dei Delegati”, inserire le credenziali di voto (il Codice Fiscale MAIUSCOLO e il “Codice Elettorale”) inviate per posta nei giorni scorsi, una volta entrato nel seggio elettronico l’elettore potrà prendere visione della Lista Unitaria e seguite le istruzioni di voto fino a “Il voto è stato registrato”.
In alternativa, si potrà votare per corrispondenza, restituendo la scheda elettorale per posta all’indirizzo indicato sulla busta preaffrancata acclusa ai certificati elettororali.
Sarà possibile votare on line dalle 00.00 dell’11 febbraio fino alle ore 23.59 del 13 febbraio 2019.
Il certificato elettorale è stato inviato agli indirizzi presenti nelle anagrafiche del fondo pensione. Nel caso in cui non fosse stato recapitato è possibile reperirlo, le istruzioni sul sito www.previdenzacooperativa.it
Firmato definitivamente il contratto nazionale Anffas 2017/2019, che si rivolge a lavoratori che si occupano della tutela dei diritti di persone con disabilità. Dopo l’intesa raggiunta lo scorso 19 dicembre, il testo è stato sottoposto all’esame delle lavoratrici e dei lavoratori che lo hanno approvato con il 98% dei consensi.
Tante le novità introdotte con il nuovo contratto: aumento salariale, il rafforzamento delle relazioni sindacali, miglioramento dell’orario di lavoro e della malattia, l’ampliamento del diritto alla formazione. Ma anche diverse migliorie in tema di unioni civili, congedi parentali e matrimoniali e molte altre questioni.
Pubblichiamo la nota unitaria delle OO.SS. Regionali, Fp Cgil VVF, Fns Cisl e Uil Pa VVF, riguardo la proclamazione dello stato d’agitazione, indetto per i mancati pagamenti, che da oltre un anno spettano al personale intervenuto per i tragici eventi sismici che hanno colpito l’isola.
Dott. Francesco Basentini
Capo Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria
p.c. On.leVittorio Ferraresi
Sottosegretario alla Giustizia
Le recenti direttive e le successive diversificate disposizioni emanate da codesto Dipartimento, interessando l’organizzazione ed il funzionamento degli uffici sia a livello territoriale sia più specificamente a livello di sede centrale, impongono a queste organizzazioni sindacali di intervenire al fine di avviare un confronto con codesta amministrazione che le stesse auspicano inizi nel più breve termine possibile.
Prescindendo, al momento, da una valutazione politico-sindacale sui contenuti delle “linee programmatiche del capo DAP”, trasmesse solo per conoscenza alle scriventi organizzazioni sindacali il 5 dicembre scorso, CGIL CISL e UIL rilevano che negli ordini di servizi sin qui emanati il personale delle funzioni centrali è stato quasi completamente ignorato e, per tale motivo, mortificato a discapito dell’impegno profuso ogni giorno da questi lavoratori nelle strutture penitenziarie territoriali e centrali e della circostanza che il sistema penitenziario è configurato e si regge su una pluralità di “professioni e saperi” che rendono possibile l’erogazione di un servizio strategico e complesso quale è quello reso dall’amministrazione penitenziaria. In particolare CGIL CISL e UIL riscontrano la discontinuità con la ratio della riorganizzazione dell’amministrazione penitenziaria, avvenuta solo nel 2015, la quale ha confermato il ruolo centrale nel sistema dell’esecuzione penale del personale delle funzioni centrali in ragione delle competenze possedute ed ha ribadito la validità del sistema delle relazioni sindacali delineato dalla legge e dal contratto come strumento idoneo a corroborare l’efficienza e l’efficacia del servizio reso dall’amministrazione. Inoltre CGIL CISL e UIL osservano come nelle disposizioni dipartimentali di cui in premessa sia presente la trattazione di argomenti quali la rotazione del personale negli uffici e non di altri, molto più importanti, quali la mobilità del personale e la piena digitalizzazione delle procedure.
Considerata la rilevanza delle problematiche e l’assenza di un qualsivoglia confronto con le organizzazioni sindacali fino ad oggi, CGIL CISL e UIL chiedono con urgenza la convocazione di un incontro.
Confidando in un positivo riscontro, si porgono distinti saluti
FP CGIL CISL FP UIL PA
Lamonica Marra Amoroso
Stiamo infatti parlando di lavoratori che garantiscono gli stessi servizi della sanità pubblica, in strutture a cui peraltro gran parte della cittadinanza si rivolge, spesso con turni di lavoro ai limiti della ragionevolezza, a fronte di un carico di lavoro sempre molto pesante, e senza nuove assunzioni in programma. Eppure da ben 12 anni hanno il contratto di lavoro bloccato. E un contratto fermo vuol dire stipendi fermi, risorse bloccate e mancanza di tutele. E con un’unica garanzia: delle trattative (per questo rinnovo tanto auspicato) dai tempi biblici.
Grazie alle mobilitazioni, le trattative, ancora in corso, hanno quantomeno subito un’accelerata. Proprio in questi giorni – e nei prossimi – si terranno infatti ancora altri incontri per portare alla luce le rivendicazioni di questi lavoratori: un contratto di lavoro, forti relazioni sindacali, stipendi adeguati, turni di lavoro dignitosi, assunzioni e tutele. Quello che ogni lavoratore, in qualunque settore e in qualunque condizione, dovrebbe poter dare per scontato.