Richiesta unitaria di audizione in merito all’indagine conoscitiva per la ridefinizione dei profili e degli ambiti occupazionali delle figure di educatori e di pedagogisti. A chiederlo in una lettera inviata al Presidente della VII commissione Istruzione Pubblica e Beni Culturali del Senato e ai Capi Gruppo di palazzo Madama sono i segretari generali di Fp Cgil, Cisl Fp e Uil Fpl, Serena Sorrentino, Maurizio Petriccioli e Michelangelo Librandi.
In basso il testo della lettera
Egregio Presidente, Egregi Senatori,
in merito alle professioni di educatore professionale socio-sanitario, educatore professionale socio- pedagogico e pedagogista, riteniamo doveroso pronunciarci.
Il quadro normativo di queste professioni è in evoluzione, dopo anni di scelte controverse, a tutti i livelli istituzionali, che hanno prodotto croniche e gravi incertezze al sistema dei servizi di welfare.
Si attendevano provvedimenti che risolvessero finalmente le lacune legislative del nostro ordinamento, ma, con le ultime due leggi di bilancio, si è scelto di produrre ulteriore frammentazione, sancendo la netta separazione dei profili e dei percorsi formativi degli educatori, pur mantenendo le rispettive competenze largamente sovrapponibili.
Queste scelte, che prevedono anche articolati percorsi di riconoscimento e di riqualificazione diversi per i vari profili ed a totale carico dei lavoratori, non hanno affatto risolto le criticità, ma, anzi, hanno riprodotto buona parte delle incertezze per i lavoratori e per i cittadini fruitori dei servizi.
È nostra convinzione che, per la complessità dei bisogni sociosanitari, socioassistenziali e socioeducativi, ci sia bisogno di percorsi integrati di presa in carico globale, valorizzando anche le buone esperienze pregresse, senza prescindere dalla ricomposizione del mondo del lavoro, a partire dalla riunificazione dei profili educativi, nel rispetto della qualità delle prestazioni e dei servizi per i cittadini.
Chiediamo, pertanto, di essere ascoltati in sede di audizione formale per esporre le nostre osservazioni in merito.
Certi della Vostra sensibilità e disponibilità, cogliamo l’occasione per inviare cordiali saluti.
I segretari generali di Fp Cgil, Cisl Fp e Uil Fpl, Serena Sorrentino, Maurizio Petriccioli e Michelangelo Librandi.
Roma, 22 gennaio 2019
Al Presidente della VII Commissione Istruzione Pubblica e Beni Culturali
del Senato della Repubblica
Ai Capi Gruppo del Senato della Repubblica
Oggetto: richiesta unitaria di Audizione in merito all’indagine conoscitiva per la ridefinizione dei profili e degli ambiti occupazionali delle figure di educatori e di pedagogisti.
Egregio Presidente, Egregi Senatori,
in merito alle professioni di educatore professionale socio-sanitario, educatore professionale socio-pedagogico e pedagogista, riteniamo doveroso pronunciarci.
Il quadro normativo di queste professioni è in evoluzione, dopo anni di scelte controverse, a tutti i livelli istituzionali, che hanno prodotto croniche e gravi incertezze al sistema dei servizi di welfare.
Si attendevano provvedimenti che risolvessero finalmente le lacune legislative del nostro ordinamento, ma, con le ultime due leggi di bilancio, si è scelto di produrre ulteriore frammentazione, sancendo la netta separazione dei profili e dei percorsi formativi degli educatori, pur mantenendo le rispettive competenze largamente sovrapponibili.
Queste scelte, che prevedono anche articolati percorsi di riconoscimento e di riqualificazione diversi per i vari profili ed a totale carico dei lavoratori, non hanno affatto risolto le criticità, ma, anzi, hanno riprodotto buona parte delle incertezze per i lavoratori e per i cittadini fruitori dei servizi.
È nostra convinzione che, per la complessità dei bisogni sociosanitari, socioassistenziali e socioeducativi, ci sia bisogno di percorsi integrati di presa in carico globale, valorizzando anche le buone esperienze pregresse, senza prescindere dalla ricomposizione del mondo del lavoro, a partire dalla riunificazione dei profili educativi, nel rispetto della qualità delle prestazioni e dei servizi per i cittadini.
Chiediamo, pertanto, di essere ascoltati in sede di audizione formale per esporre le nostre osservazioni in merito.
Certi della Vostra sensibilità e disponibilità, cogliamo l’occasione per inviare cordiali saluti.
FP CGIL
Serena Sorrentino
CISL FP
Maurizio Petriccioli
UIL FPL
Michelangelo Librandi
Abbiamo preso atto della proposta dell’ Amministrazione che alleghiamo.
Pur prendendo atto di alcuni punti di avanzamento, in particolare per quel che concerne la parte relativa all’ “esame”, che nel caso di specie dovrà basarsi su test a risposta multipla appositamente pubblicati sul sito istituzionale del Mit e condividendo l’ inserimento del punto 4 relativo ad un bonus da erogarsi a tutti i dipendenti utilmente collocati nelle graduatorie 2010, ma non beneficiari di progressioni, abbiamo ribadito la necessità di iscrivere il presente accordo nell’alveo di un ragionamento pluriennale che debba, necessariamente, vedere l intera platea dei lavoratori del Mit beneficiare delle progressioni economiche orizzontali.
Abbiamo proposto in merito ai titoli di studio di diversificare il punteggio in relazione al titolo posseduto per l area di apparenza e per il profilo per cui si concorre.
Si è ribadito da ultima la necessità di chiudere rapidamente l’accordo per poter consentire l’erogazione del beneficio dal 1 gennaio 2019. In tale ottica abbiamo invitato l’Amministrazione a farsi carico di presentare una proposta che possa raccogliere il massimo del consenso possibile tra le Organizzazioni Sindacali.
Nel prosieguo della discussione, siamo stati informati in merito alla stabilizzazione dei distacchi, che ad oggi risultano essere complessivamente 948. L’intendimento è di stabilizzare tutti coloro che al 2009 erano distaccati da almeno dieci anni. Come Fp Cgil abbiamo proposto un meccanismo annuo mobile di scorrimento fino alla necessaria rideterminazione dei carichi di lavoro.
Si è affrontato da ultimo il tema dei passaggi di area anche alla luce dei concorsi che sono stati banditi o che intendono bandirsi a breve. Come Fp Cgil abbiamo ribadito che, in prima battuta, su quei concorsi dovrebbe essere riservato il 50%dei posti al personale avente titolo in servizio al Mit; in ogni caso utilizzare la clausola del 20% sul 50% dei posti complessivi prevista dal Decreto Madia e valevole solo per gli anni 2018 2019 2020.
Coordinatore Nazionale Mit Fp Cgil
Paolo Camardella
Al Sottosegretario con delega al personale
On.le Vittorio Ferraresi
Al Capo Dipartimento dell’Organizzazione Giudiziaria
dr.ssa Barbara Fabbrini
Oggetto: Situazioni Uffici NEP di Torino e Napoli.
Gentile Sottosegretario e gentile Capo Dipartimento,
Il tavolo tecnico convocato per l’UNEP sta proseguendo i propri lavori con spirito costruttivo e
positivo. Le varie sensibilità rappresentate stanno trovando una sintesi nella prospettiva di un
rilancio degli uffici NEP, attraverso la modernizzazione e l’implementazione di nuove funzioni,
nell’ottica di offrire un contributo al progresso del sistema-giustizia.
Questa ricerca incrocia nel suo cammino anche il completamento del percorso del 21 quater, che
rappresenta un passaggio importantissimo dal passato al futuro e di cui auspichiamo al più presto
la definizione, constatando con apprensione l’approssimarsi della data fissata per la sua
conclusione (30 giugno p.v.), come stabilito negli accordi del 26 aprile 2017 e successive
disposizioni normative.
Nel frattempo siamo costretti a rilevare in taluni ambiti locali rigurgiti di conflittualità, spesso
generati da scelte sbagliate delle amministrazioni territoriali, che fanno emergere velenose code
del passato e rischiano di arrecare nocumento al clima collaborativo finora registrato.
In particolare ci preoccupano le situazioni degli UNEP di Torino e Napoli.
Nel capoluogo piemontese il dirigente UNEP omette di riorganizzare come dovuto l’ufficio a
seguito del 21 quater. Nel far ciò, persiste con modalità di ripartizione delle indennità di trasferta
che la stessa presidenza ha ordinato di modificare, a seguito di reclamo dei lavoratori. E’ facile
immaginare quale danno si stia creando sia sotto il profilo retributivo al personale penalizzato, sia
in generale ai rapporti interpersonali e alle condizioni lavorative. Questa intollerabile
disapplicazione di disposizioni superiori da parte del dirigente UNEP va subito sanata con gli
strumenti che Codesto Ministero ritiene più adeguati.
Per quanto riguarda la sede di Napoli, di recente è stato introdotto un criterio di definizione delle
graduatorie di sede fortemente penalizzante gli ufficiali giudiziari (attuali ed ex), in quanto
l’esperienza lavorativa pregressa non viene assolutamente considerata. Anche questo
provvedimento ha generato grossi malumori e sta nuocendo ai rapporti tra i lavoratori e quindi al
servizio.
Crediamo che, ferma restando l’autonomia di sede, alcune direttive di massima dovrebbero essere
impartite a livello centrale, per fare in modo che sia assecondato il processo di transizione,
superando le antinomie del passato. In particolare:
1) Le grandi sedi da tempo hanno implementato la piena interfungibilità delle funzioni esterne tra
funzionari ed ufficiali giudiziari. Questo si è tradotto in una maggiore efficienza del servizio e in una
semplificazione contabile. Assecondare il percorso del 21 quater, a nostro avviso, significa
assegnare gli atti di esecuzione a tutti coloro che sono risultati idonei al concorso.
Ad ogni modo ai promossi vanno immediatamente assegnate le funzioni di esecuzione ed essi
vanno inclusi nelle corrispondenti tabelle di riparto, pena ricorsi certamente fondati, come sta
avvenendo nella citata sede di Torino.
2) Per quanto riguarda la questione delle graduatorie di sede, a nostro avviso vanno ricercate
soluzioni di compromesso che consentano a ciascuno di veder valorizzato il proprio percorso
professionale. Un esempio orientativo può essere lo spirito della graduatoria adottata presso la
sede di Milano, che ha – tra l’altro – resistito anche a ricorsi in sede giudiziaria. Ad ogni modo va
tenuto conto che il principio di graduatoria, indipendentemente dai criteri adottati, configgendo con
il principio di uguaglianza tra i lavoratori (che riteniamo più importante da valorizzare), debba
essere adoperato cum grano salis, come criterio residuale, privilegiando criteri predeterminati di
rotazione tra i servizi, acciocché non si determino eccessivi privilegi o handicap per gruppi di
lavoratori.
Infine teniamo a sottoporre all’attenzione di Codesta Amministrazione – come sarà fatto anche nel
tavolo tecnico – la necessità di un attento monitoraggio di taluni disegni di legge in materia di
giustizia, che rischiano di generare effetti perniciosi non solo alla professionalità degli ufficiali
giudiziari, ma anche e soprattutto nei confronti dei cittadini: in particolare ci riferiamo all’ipotesi di
attribuire poteri di esecuzione (e addirittura di formazione dello stesso titolo!) al procuratore di
parte creditrice.
Distinti saluti
Fp Cgil Nazionale
Claudio Meloni
Al Ministro della Giustizia
On.le Alfonso Bonafede
e, p.c.,
Al Sottosegretario con delega al personale
On.le Vittorio Ferraresi
Al Capo Dipartimento dell’Organizzazione Giudiziaria
dr.ssa Barbara Fabbrini.
Oggetto: Emendamento 4.12 al DDL S.989 di conversione D.L. 135/2018.
Le scriventi organizzazioni sindacali esprimono la più viva preoccupazione per l’emendamento 4.12 al DDL S.989 di conversione del DL 135 del 14 dicembre 2018, al momento in discussione al Senato.
Detto emendamento mira ad introdurre un istituto ad oggi sconosciuto nel nostro ordinamento, ovvero la possibilità per la parte istante, tramite l’avvocato, di dare in proprio esecuzione diretta a un provvedimento giudiziale di rilascio immobile. La preoccupazione è anche dovuta al fatto che, malgrado la sua evidente improponibilità, lo stesso ha ricevuto parere non ostativo da parte della Commissione Giustizia.
Sono evidenti le distorsioni che si possono creare e i rischi di abuso, per lo più in danno di soggetti “deboli” (gli stessi soggetti che la modifica dell’art. 560 cpc in corso di elaborazione mira in qualche maniera a tutelare).
In una nota del 20 novembre 2008 l’Ufficio Legislativo di Codesto Ministero, esprimendo un autorevole parere su una vicenda diversa (la proposta di liberalizzazione della professione di ufficiale giudiziario), ma taluni profili di analogia con la situazione attuale, osservava: “Suscita perplessità la possibilità…di rimettere alle parti la scelta del libero professionista al quale rivolgersi per chiedere di esercitare poteri pubblici giurisdizionali e paragiurisdizionali attinenti alla sfera della sovranità nazionale. Ciò senza che siano previste sufficienti garanzie di terzietà, di indipendenza e di trasparenza dell’operato del professionista medesimo”, aggiungendo che ciò sarebbe “difficilmente conciliabile con l’esercizio di funzioni giurisdizionali o paragiurisdizionali, tanto più se si tiene conto dei pericoli, per le predette garanzie, derivanti dall’esercizio privato di siffatti pubblici poteri in delicati ambiti territoriali.”
Nel condividere appieno queste osservazioni e preoccupazioni per lo Stato di Diritto, crediamo
che esse siano valide anche oggi per tutte le proposte orientate in direzione dell’esternalizzazione di pubbliche funzioni giurisdizionali e paragiurisdizionali, come quella citata o altre in attesa di discussione (ad esempio il DDL C. 1475, riguardo ai pignoramenti presso terzi)
Nell’ultimo periodo abbiamo aperto un confronto sindacale per l’ammodernamento e il potenziamento del ruolo dell’ufficiale giudiziario, nonché per l’applicazione concreta di leggi e strumenti già oggi esistenti, ma inattuati. Un tavolo tecnico è stato all’uopo istituito e sta procedendo nei i lavori con spirito collaborativo e costruttivo. Appare evidente la discrasia delle sopradescritte iniziative legislative con tale percorso condiviso.
Chiediamo pertanto:
1) un chiarimento da parte del Ministro sulla tematica specifica e sui progetti di mediolungo
periodo per l’UNEP;
2) un intervento dell’Ufficio Legislativo coerente con gli orientamenti espressi in
passato;
3) l’integrazione del tavolo tecnico in corso con un membro della segreteria del
gabinetto, per raccordare il percorso tecnico con quello politico;
4) la piena attuazione dell’art.492 bis CPC.
Infine si deve rappresentare che un mancato intervento sulla vicenda in questione – assai urgente, stante la ristretta tempistica per la conversione del DL – non potrà che essere interpretato come una chiusura anticipata e forzata del tavolo di lavoro (vanificato di fatto dall’iniziativa legislativa) e condurre le scriventi alla valutazione delle conseguenti iniziative da intraprendere.
Nel restare in attesa di cortese riscontro si porgono distinti saluti.
Confsal- Unsa FPCGIL CISL FP UILPA Confintesa FP
Battaglia Meloni Marra Amoroso Ratti
Al Ministero della Giustizia
Sig. Sottosegretario con delega al personale
On.le Vittorio Ferraresi
e, p.c.,:
Al Ministro della Giustizia
On.le Alfonso Bonafede
Al Sig. Capo di Gabinetto
Dr. Fulvio Baldi
Alla Direzione Generale del Personale
sig. DG dr.ssa Barbara Fabbrini
Oggetto: Piano occupazione precari Ministero della Giustizia.
Gentile Sottosegretario,
la presente per richiamare nuovamente la Sua attenzione sulla ormai nota vicenda dei lavoratori
tirocinanti degli Uffici Giudiziari.
Sappiamo che detta tematica, anche alla luce di quanto emerso durante l’incontro che ci ha
concesso lo scorso dicembre, resta all’attenzione Sua e di Codesta Amministrazione per il
contributo che negli anni il bacino dei tirocinanti ha garantito agli Uffici nei quali erano stati
utilmente impiegati. Abbiamo certamente apprezzato l’approvazione della norma in legge di
stabilità che potrebbe risultare decisiva ai fini di una soluzione efficace della annosa vertenza.
La volontà di non prorogare più alcun progetto formativo ministeriale e di porre fine, così, alla
partecipazione dei tirocinanti al cosiddetto Ufficio del Processo, rende, tuttavia, ancor più
necessaria ed urgente l’individuazione di valide soluzioni sia per garantire normali standard di
efficienza ai presidi di giustizia (i cui vertici hanno già evidenziato, con numerose note, l’importanza
di detti lavoratori ormai ben inseriti nel processo lavorativo), sia per consentire al personale
precario formatosi negli anni, anche tramite percorsi regionali, laddove attivati, il naturale
inserimento al lavoro, aspettativa, quest’ultima, più che legittima tenuto conto dell’unica ratio dello
strumento formativo utilizzato in questi anni, il tirocinio. La complessità del processo da mettere in
atto, tramite il coinvolgimento dei centri per l’impiego, si lega pertanto alla necessità di definire
tempi celeri e certi per la sua conclusione.
Il contesto normativo e finanziario, a legislazione vigente, Le consentirebbe di garantire, entro il
2021 al massimo, anche tramite opportuni raccordi con altri Enti pubblici, in particolare le Regioni
interessate dal bacino complessivo, una soluzione definitiva per tutti i circa 2500 tirocinanti che
hanno, a vario titolo, supportato il personale amministrativo degli Uffici Giudiziari. Alla scrivente
O.S. preme evidenziare che il bando per 300 operatori giudiziari debba necessariamente essere
integrato con degli ulteriori inserimenti, determinatisi sia con le facoltà straordinarie di assunzioni
previste dalla manovra di bilancio, che con quelle ordinarie, stante la dichiarata deroga, per quel
che riguarda le assunzioni straordinarie, al blocco dell’avvio delle assunzioni, fissato, per legge, al
prossimo novembre.
Per tali motivi, sig. Sottosegretario, questa O.S. ritiene opportuno un nuovo confronto urgente con
la S.V. al fine di poter verificare gli strumenti da adottare per l’assunzione di questi lavoratori già
formati.
Distinti Saluti.
Fp Cgil Nazionale
Claudio Meloni
Comunicazione vertenza contrattuale Fp Cgil Medici e Dirigenti SSN
La Fp Cgil Medici e Dirigenti SSN unitariamente a tutte le OO.SS di categoria ha ufficialmente
sospeso lo sciopero previsto per il prossimo 25 gennaio, a seguito degli incontri tenuti in questa
settimana con la Conferenza delle Regioni, con il Comitato di settore, con il Ministero della Pa e
con il Ministero della Salute.
La vertenza sostenuta da decine di migliaia di lavoratori per il rinnovo contrattuale dei Dirigenti
del servizio sanitario fermo da 11 anni e unico a non essere ancora stato rinnovato, registra
importanti risultati che ci inducono a riprendere le trattative, mantenendo lo stato di agitazione fino all’effettiva sottoscrizione del contratto collettivo nazionale 2016/2018.
– Abbiamo finalmente ricevuto garanzia dalla Regioni della disponibilità delle risorse economiche
per tutto il 2018 destinate al rinnovo contrattuale.
– Nella legge di bilancio è stata finalmente inserita l’indennità di esclusività nella massa salariale
creando un sistema contrattuale premiante per i Dirigenti che svolgo la loro attività in regime di
esclusività per il SSN, un risultato frutto di anni di protesta che ha coinvolto migliaia di lavoratori
in assemblee e sit in.
– Sono stati sbloccati i fondi per un parziale recupero della Retribuzione individuale di anzianità a
beneficio del disagio lavorativo che affligge gli operatori del SSN e abbiamo ricevuto garanzie dal
Ministro della Salute per l’avvio di un tavolo tecnico con il Governo per il recupero della restante
parte della RIA ancora oggi sottratta dai fondi dei lavoratori.
Dopo una lunga e faticosa vertenza che ha attraversato 2 sciopero e numerosi sit in, Governo e
Regioni hanno dato garanzie economiche e politiche per l’avvio della fase conclusiva della
contrattazione.
Inoltre apprendiamo che nel decreto semplificazione è stato inserito un emendamento che se
tradotto in legge dovrebbe finalmente sbloccare il tetto della spesa per il personale sanitario
imposto alle Regioni dal 2010 e fermo al 2004 meno 1,4%.
Lo sciopero è quindi sospeso per non gravare sull’utenza e sui lavoratori in una fase in cui ci sono
le condizioni per chiudere il contratto dei Dirigenti Medici e Sanitari e per avviare un piano
assunzionale che dia ristoro al servizio sanitario flagellato da anni di definanziamento e di tagli al
personale.
La vertenza dei lavoratori continua con le assemblee su tutti i territori ed in tutte le Aziende a
partire dal 25 gennaio prossimo e fino alla concreta realizzazione dei risultati raggiunti, pronti a
riattivare la mobilitazione se le promesse non dovessero essere mantenute. Attendiamo fatti
concreti con una calendario serrato di trattativa subito dopo la traduzione in legge del decreto
semplificazione prevista per la metà Febbraio.
FP CGIL Medici e Dirigenti SSN
Andrea Filippi
“Dopo i risultati raggiunti nell’intesa con le Regioni del 16 gennaio in tema di risorse contrattuali e dopo le garanzie ricevute dal Ministero della Pa sullo sblocco del contratto dei dirigenti del Servizio sanitario nazionale nell’incontro del 17 gennaio, registriamo oggi anche l’impegno del ministro Grillo a riavviare al più presto la trattativa anche con la costituzione di un tavolo tecnico per affrontare il tema della retribuzione individuale di anzianità sottratta dai fondi dei dirigenti della sanità”. Ad affermarlo è il segretario nazionale della Fp Cgil Medici e dirigenti Ssn, Andrea Filippi.
Alla luce di questi risultati, osserva, “ci sono oggi le condizioni per sospendere lo sciopero e per non gravare sui cittadini e sui lavoratori, ma non siamo ancora soddisfatti: dobbiamo avere certezza che gli impegni siano rispettati. Lo sciopero è per ora quindi sospeso ma manteniamo lo stato di agitazione con assemblee in tutti i luoghi di lavoro. Non dimentichiamo poi che il problema vero su cui il governo deve intervenire è quello delle carenze di personale che stanno piegando il Servizio sanitario nazionale”, conclude Filippi.
INCONTRO DEL 17 GENNAIO
Il 17 gennaio si è tenuto incontro avente ad oggetto diversi argomenti.
Ci è stata presentata un’ipotesi di FUA 2018 che però abbiamo giudicato insufficiente, perché manca una vera e propria ipotesi di CCNI, tesa a recepire le novità del nuovo CCNL delle Funzioni Centrali ed è assente, pertanto, una visione organica che rappresenti plasticamente un salto di qualità e una nuova prospettiva. Per questo, nei prossimi giorni presenteremo una nostra piattaforma unitaria, che vada in quella direzione.
Per le stesse ragioni, abbiamo ritenuto di rinviare la discussione sulla proposta di riordino degli incentivi al personale ispettivo che ci è stata avanzata, pur apprezzando il lavoro svolto.
Quello che riteniamo urgente fare è introdurre misure organizzative che segnino una discontinuità, accompagnate da collegate e conseguenti misure di carattere economico, così da disegnare complessivamente un nuovo assetto. Per questo, abbiamo chiesto conto degli esiti del lavoro prodotto lo scorso anno da un gruppo di studio – interno all’Amministrazione – che superava il c.d. “Modello Gambacciani”, introduceva forme di lavoro in team e ridisegnava l’organizzazione interna degli uffici.
Restiamo, quindi, in attesa di conoscere con urgenza il nuovo modello che si intende costruire, in quanto una totale riorganizzazione dell’INL è il presupposto da cui partire.
Nel corso della riunione ci è stato anche garantito che il pagamento del FUA 2017 arriverà a febbraio, laddove gli accordi siano stati già siglati, mentre per gli altri slitterà a marzo.
La prossima riunione avrà ad oggetto: stabilizzazione dei distacchi in essere e fissazione di criteri per la mobilità del personale; CCNI 2018; attualizzazione dei profili professionali esistenti, passo propedeutico all’avvio dei concorsi. A quest’ultimo proposito, abbiamo chiesto l’attuazione dei percorsi di progressione verticale – previsti dal decreto “Madia” – fino al 20% del fabbisogno assunzionali, che possono essere attuati dalle amministrazioni entro l’anno 2020. Misura ancor più necessaria in vista di un possibile scenario di ulteriore drammatica carenza di personale con profili ispettivi e soprattutto amministrativi, che potrà definirsi con il ricorso alla c.d. “quota 100” per il pensionamento. Abbiamo altresì chiesto che i bandi di concorsi per nuove assunzioni prevedano una quota da riservare al personale interno che, secondo la normativa in vigore, può essere al massimo del 50% dei posti a concorso.
FP CGIL CISL FP UIL PA
Matteo Ariano Antonella La Rosa Bruno Di Cuia
Pubblichiamo condividendone i contenuti il comunicato del Coordinatore Regionale riguardo la vertenza della sede di Norcia.
Pubblichiamo, a seguito delle richieste pervenute dal territorio, la nota inviata al Direttore Centrale per la Formazione, riguardo le difficoltà di compilazione e di lettura dei titoli per la partecipazione alla ricognizione per Formatori Professionali.
Pubblichiamo la nomina del Dott. Gianluca Di Pietro come nuovo Segretario Generale dell’O.N.A.