Pubblichiamo ipotesi Accordo firmata OO.SS.  il 23 ottobre 2018

Incontro Terzo Settore – Trattativa Anffas

Lunedì 5 novembre u.s. è proseguita la trattativa con l’associazione Anffas.
Dopo ampia discussione sul tema dei rapporti di lavoro a termine sono stati posti i limiti percentuali dettati dalla legge sull’accesso a tali tipologie.
Il limite massimo su contratto a tempo determinato è stato individuato nel 20% e sui contratti di somministrazione a tempo determinato il 15%.
Questi tetti, rappresentano la quota massima e non possono essere superati, il cumulo delle due tipologie di rapporti di lavoro non potrà comunque superare il 30% della forza lavoro assunta a tempo indeterminato.
Sull’istituto della malattia, si è concordato che qualora vi fossero delle decurtazioni di rimborso operate da Inps e, quindi, nel caso di ricovero ospedaliero del dipendente e nel caso di lavoratore senza prole, l’associazione procederà ad integrare l’indennità fino al raggiungimento, in questi casi, del 100% della retribuzione.
Sui livelli minimi di garanzia in caso di sciopero si è concordato di mantenere l’attuale articolo contrattuale e di affrontare il tema attraverso un protocollo operativo entro tre mesi dalla sottoscrizione del rinnovo.
A conclusione del negoziato, Anffas ha poi affrontato il tema degli aumenti economici, più volte sollecitato dalle OOSS, ed ha quantificato la propria proposta su incrementi tabellari e su una tantum, per i periodi pregressi; questa proposta, però, non soddisfa le richieste delle OOSS, perché non è in linea con i rinnovi già sottoscritti in questo periodo.
L’associazione ha proposto di rinviare la trattativa al 4 Dicembre, prima data utile dopo la loro assemblea nazionale, e si è impegnata a rivedere la proposta presentata, anche se ha poi aggiunto come non tutte le associate abbiano oggi la capienza per rispettare questa offerta, per noi insufficiente.
Vi terremo aggiornati sul prosieguo della trattativa.

 

FP CGIL                       CISL FP            UIL FPL
Michele Vannini            Franco Berardi    Bartolomeo Perna

Cooperative sociali, facciamo il punto

L’Assemblea Nazionale Unitaria dei quadri e dei delegati della Cooperazione Sociale di ieri è stato
un importante momento di incontro e confronto, molto partecipato, con le lavoratrici ed i
lavoratori di una parte importante di questo settore.
Dopo aver analizzato e discusso l’andamento di una difficile trattativa che si prolunga ormai da
oltre due anni, con approfondimento di merito sui temi più importanti e oggetto di confronto, il
dibattito ha evidenziato la necessità di proseguire verso i seguenti obbiettivi:
–  il rinnovo del #CCNL in tempi rapidi e con un aumento economico adeguato;
–  NO ai #contrattipirata con regole chiare di applicazione;
–  certezza ed esigibilità della contrattazione di secondo livello e conferma dell’Elemento di
Garanzia Retributiva ;
–  risposte per gli #EducatoriProfessionali e il riconoscimento delle professionalità acquisite sul
campo;
– Tutela delle lavoratrici e dei lavoratori con le #clausolesociali e il rafforzamento dell’art.37
“cambi di gestione”;
– certezza riguardo l’Assistenza sanitaria integrativa.
Le OO.SS. insieme a tutti i lavoratori si dichiarano pronti ad una grande mobilitazione affinché non
si perda più tempo e finalmente arrivino risposte adeguate su temi cruciali sia per i lavoratori che
per la qualità dei servizi alla comunità.
#CooperativeSociali #TerzoSettore

FP CGIL       CISL FP         UIL FPL
Michele Vannini       Franco Berardi     Bartolomeo Perna

Pubblichiamo il Decreto legislativo 6 ottobre 2018, n. 127  riguardante “Disposizioni recanti modifiche al decreto legislativo 8 marzo 2006, n. 139, concernente le funzioni e i compiti del Corpo nazionale dei vigili del fuoco, nonché al decreto legislativo 13 ottobre 2005, n. 217, concernente l’ordinamento del personale del Corpo nazionale dei vigili del fuoco, e altre norme per l’ottimizzazione delle funzioni del Corpo nazionale dei vigili del fuoco ai sensi dell’articolo 8, comma 1, lettera a), della legge 7 agosto 2015, n. 124, in materia di riorganizzazione delle amministrazioni pubbliche”, al decreto legislativo 8 marzo 2006, n. 139, recante “Riassetto delle disposizioni relative alle funzioni ed ai compiti del Corpo nazionale dei vigili del fuoco a norma dell’articolo 11 della legge 29 luglio 2003, n. 229” e al decreto legislativo 13 ottobre 2005, n. 217  recante“Ordinamento del personale del Corpo nazionale dei vigili del fuoco a norma dell’articolo 2 della legge 30 settembre 2004, n. 252”.

 

 

Pubblichiamo il Bollettino Ufficiale del personale del Ministero dell’Interno contenente il decreto n° 235 del 07.111.2018 della graduatoria finale relativa al concorso a C.S. con decorrenza 01.01.2017

Pubblichiamo la convenzione stipulata tra il Dipartimento per le Libertà Civili e l’Immigrazione ed il Dipartimento dei Vigili del Fuoco riguardo il presidio antincendio VVF presso l’Hotspot in Lampedusa.

SELEZIONE P.O.E.R.: ORMAI PROSSIMO IL BANDO

Dopo i recenti incontri con il nuovo direttore generale Antonino Maggiore è emersa l’esigenza da parte del nuovo vertice di ridefinire qualche aspetto della riorganizzazione varata dal precedente direttore, con particolare riferimento agli Uffici Centrali, ma soprattutto è emersa l’importante novità in merito ai criteri di selezione delle nuove figure professionali delle POER.
E’ stata rappresentata, infatti, l’esigenza che la selezione delle POER, inizialmente prevista attraverso un colloquio e la valutazione dei titoli fosse “rafforzata” da una prova preselettiva. Pertanto, ai già previsti max 15 punti per i titoli e ai max 15 punti per il colloquio la prova preselettiva avrà a sua volta un max di 15 punti con uno sbarramento della “sufficienza” che sarà a breve definito dalla stessa Agenzia.
I limitati spazi di confronto sulla materia che la legge non riserva alla contrattazione non ha consentito neanche di dettagliare molto di più di quanto in sintesi esposto.
Critiche e perplessità, in tal senso, sono state rappresentate dal fronte sindacale in particolare per la circostanza che si sta delineando una selezione ibrida che mischia i connotati di una procedura concorsuale con aspetti prettamente legati a formule di interpello.
Infatti, fortemente criticato è stato l’intenzione di prevedere, alla fine delle descritta procedura di selezione, dei “range” di voti tra cui individuare i candidati a cui assegnare gli incarichi “non necessariamente, quindi, a colui che riporta il voto complessivo più alto”… comprenderete le nostre non sono semplici “perplessità”.
La definizione delle nuove figure professionali delle POER, pari a quasi 1.500 incarichi, costituirà il nuovo assetto gestionale dell’Agenzia delle Entrate pertanto, a parere delle Scriventi, sarebbe stato opportuno predisporre procedure di selezione che non prestino facilmente il fianco a una serie di ricorsi.
Di fatto è ormai prossimo il primo bando che riguarderà tutte le 1.252 posizioni POER previste dalla riorganizzazione nelle Direzioni Regionali e Provinciali (escluso la D.P. di Bolzano). Seguirà, successivamente, il bando per le posizioni previste negli Uffici Centrali che porteranno complessivamente sul territorio nazionale un numero pari a 1.483 POER.
Per la predisposizione delle prove scritte preselettive sono già al lavoro 5 commissioni a livello centrale mentre saranno 10 le commissioni, composte a livello interregionale, che valuteranno le prove dei candidati.
La tipologia di incarichi e le relative prove scritte saranno coerenti con la tipologia di “famiglia professionale” (es.: controllo, legale e riscossione, consulenza, servizi fiscali, servizi catastali, servizi pubblicità immobiliare, Staff, ecc.).
Il funzionario interessato potrà, quindi, scegliere di concorrere fino a due tipologie di incarico (famiglie professionali) e/o due regioni (o uffici centrali) a prescindere dalla sede di servizio.
Gli incontri con il vertice dell’Agenzia sono stati l’occasione anche di essere informati sul prossimo (così dichiarato) emanazione di un bando concorsuale a 160 posti da dirigente (di cui 10 riservati per posizioni inerente i servizi catastali) nonché il riavvio della vecchia procedura “concorsuale” a 175 posti da dirigente dopo che, quest’ultima, sarebbe uscita dopo anni da numerose vicissitudini legati ai
molti ricorsi.
In merito al concorso specifico a 175 posti abbiamo rappresentato la nostra contrarietà a che venga ripreso (dopo oltre 10 anni!) in quanto ormai non più attinente alle effettive esigenze dell’amministrazione e assolutamente incoerente come criteri di selezione. Infatti, stride, anche a confronto con la tipologia di selezione prevista per le POER, sostenere la legittimità di un concorso a dirigente in cui è previsto il solo colloquio orale e che ha visto definito, da parte delle commissioni preposte, una valutazione irrisoria dei titoli dei candidati che, oltre ad essere non più attinenti con quanto recentemente stabilito per decreto dalla Funzione Pubblica, elude il giusto equilibrio del punteggio da attribuire ai titoli stessi rispetto a quello della prova orale che diverrebbe così unica prova “selettiva”.

Roma, 6 novembre 2018

FP CGIL              CISL FP                UIL PA             CONFSAL/UNSA
Boldorini                Silveri               Cavallaro                     Sempreboni

Dott.ssa Elisabetta Trenta
Signora Ministro,

siamo certi rammenterà che in occasione del primo, e finora purtroppo, unico breve incontro avuto
tra le parti lo scorso 19 Luglio, le scriventi organizzazioni sindacali – che insieme rappresentano circa il 92% del personale civile della difesa sindacalizzato – Le rappresentarono l’urgenza di intervenire su talune rilevanti criticità, peraltro contenute, insieme alla trattazione di molte altre importanti questioni, nel documento riassuntivo che Le facemmo pervenire prima della predetta riunione.
La più importante delle quali – quella afferente i drammatici bisogni assunzionali manifestati in particolare dall’area operativa e tecnico industriale della Difesa, di cui Lei stessa si fece carico nell’ambito dell’intervento successivamente prodotto avanti le Commissioni difesa di Camera e Senato in seduta comune – fu proprio quella che in seguito è divenuta centrale nel dibattito politico e nell’azione di governo che ha ispirato l’assunzione di taluni provvedimenti di carattere straordinario per la P.A. inseriti nella legge di bilancio 2019, stando almeno alla bozza che è stata licenziata dal Consiglio dei Ministri e resa pubblica.
Nel corso dell’incontro tenuto tra le parti lo scorso 26 ottobre presso il Gabinetto, i Suoi Consiglieri
e diretti collaboratori che hanno presieduto alla riunione ci hanno informato dell’elaborazione, e successivo invio al Dipartimento della Funzione Pubblica, di un piano straordinario di fabbisogno di personale civile messo a punto dalla Difesa che avrebbe dovuto conseguire l’assunzione di oltre 2.000 dipendenti, stante probabilmente anche la richiesta in tal senso avanzata dagli Stati maggiori.
Notizia accolta con grande soddisfazione dalle scriventi organizzazioni sindacali, che in tempi non sospetti, e in numerose altre occasioni avevano avuto modo di soffermarsi sulla gravità del problema generato alla Difesa, sia per effetto del blocco del turn over over imposto dalle misure attuate dai governi che si sono fin qui succeduti alla guida del Paese, sia per le conseguenze prodotte dalla legge n. 244 del 2012, che di fatto non ha realizzato alcun risultato tangibile tra quelli sperati, evidenziando in tutte le sedi istituzionali l’assoluta necessità di realizzare invece concretamente, accanto al piano ordinario triennale dei fabbisogni, un programma straordinario di assunzioni volto alla soluzione della annose problematiche che stanno ormai riducendo drammaticamente la potenziale capacità produttiva industriale dello Stato nella Difesa.
Invece, con nostra grande sorpresa e malumore, abbiamo dapprima appreso e poi materialmente
constatato che sulla bozza di DEF approvato dal Consiglio dei Ministri trasmesso alle competenti
commissioni parlamentari per il consueto iter non c’è alcuna traccia degli stanziamenti economici destinati alle assunzioni nel Ministero della Difesa, mentre trovano piena soddisfazione i piani assunzionali presentati da altri Ministeri e Pubbliche Amministrazioni.
Confidavamo in ben altro risultato, signora Ministro, inutile girarci attorno, vengono ancora una volta tradite le aspettative ingenerate dall’assunzione di impegni precisi e circostanziati da parte del vertice
politico del dicastero della Difesa che i lavoratori – da noi sempre puntualmente informati – non sono
disposti a tollerare oltre senza manifestare pubblicamente il proprio forte e condivisibile dissenso.
In ragione di quanto sopra esposto, e nelle more delle decisioni che queste OO.SS. riterranno necessario assumere a tutela delle lavoratrici e dei lavoratori rappresentati, Le chiediamo di fissare un urgente incontro tra le parti al fine di poter almeno assumere ogni utile informazione al riguardo.

 

       Fp Cgil                                           Cisl Fp                           Uil Pa                            Confsal Unsa
Francesco Quinti        Massimo Ferri/Franco Volpi    Sandro Colombi      Gianfranco Braconi

 

Si mette in crisi occupazione, a rischio 50 mila lavoratori sistema immigrazione

 

La fiducia sul decreto sicurezza è una scelta sbagliata, presa su uno dei provvedimenti più ingiusti di questo governo“. Così la Fp Cgil Nazionale in merito al decreto sicurezza in oggi al Senato e alla questione di fiducia posta, sottolineando come “gli effetti del decreto si respirino già, attraverso diverse iniziative restrittive: le circolari coprifuoco e controllo pacchi a Firenze, la mancata apertura a Roma di un centro d’accoglienza di migranti e richiedenti in seguito ad un presidio di neofascisti e leghisti, l’azzeramento del progetto ‘Integrazione’ da parte del Viminale”.

Nel decreto inoltre, osserva la Funzione Pubblica Cgil, “c’è il taglio delle risorse che ricadrà anche sulle spalle delle lavoratrici e lavoratori impiegati, tra pubblico e privato, nel settore dell’accoglienza, come denunciammo alla nostra iniziativa Palermo ‘Uecare’. Il lavoro degli operatori e degli assistenti sociali rischia di esserne snaturato: un ruolo volto all’inclusione sociale e che invece rischia di trasformarsi, rendendo questi lavoratori veri e propri controllori degli ospiti dei centri”.

Inoltre, continua la categoria dei servizi pubblici della Cgil, “non solo si produce una riduzione dei diritti dei richiedenti asilo, ma si mettono in crisi anche i livelli occupazionali degli operatori che agiscono nel settore immigrazione, che stimiamo possa tradursi in circa 50 mila lavoratori a rischio. Pesanti potrebbero essere le ripercussioni sul sistema della cooperazione sociale che in questi anni ha garantito, insieme al pubblico, i servizi necessari per l’accoglienza e l’inclusione. La riduzione del costo per ospite dai 35 euro attuali a 19/26 euro secondo la dimensione del centro di accoglienza, sulla base di contratti tipo elaborati insieme all’Anac, impediranno l’erogazione di servizi efficaci ed efficienti e rappresentano un serio pericolo per l’occupazione”.

Per queste ragioni, “in vista dell’incontro tra il ministro dell’Interno Salvini e le istituzioni locali, abbiamo scritto ai vertici della Conferenza delle Regioni, dell’Anci e dell’Upi, per sostenere l’allarme lanciato da diversi amministratori locali circa gli effetti che il decreto produrrà sui servizi e sul lavoro“. Infine, sul punto della sicurezza, “la situazione non è migliore: si aggiungono altre fattispecie per l’applicazione del Daspo urbano, si allarga l’utilizzo del taser alla polizia locale, si inaspriscono le sanzioni relative alle occupazioni e ai blocchi stradali mentre, al contrario, nell’ambito delle misure per il contrasto alle organizzazioni mafiose, si inseriscono norme quantomeno pericolose, come quella che dà la possibilità a soggetti privati di acquistare beni confiscati alla mafia, nonostante sia conosciuta la capacità delle organizzazioni criminali di agire attraverso intermediari per la riacquisizione di immobili o aziende sequestrate”, conclude la Fp Cgil.

 

Guarda la nostra video inchiesta sul lavoro nei servizi per l’immigrazione: ‘migr[A]zioni’

SOTTOSCRITTO IN VIA DEFINITIVA IL CCNI PARTE ECONOMICA 2018
 PER IL MINISTERO DIFESA

AL VIA IL PAGAMENTO IMMEDIATO DEL 50% DEL FONDO
STRAORDINARIO DI 21 MILIONI PER IL PERSONALE CIVILE

Sottoscritto in via definitiva il Contratto Integrativo – parte economica – del Ministero della Difesa sulle distribuzione delle risorse economiche relative all’anno 2018, le cui disposizioni, dunque, entrano in vigore da oggi, 7 novembre.
Smentiti anche in questa circostanza, i profeti di sciagura che speravano in una bocciatura degli organi di controllo all’ipotesi di accordo che non avevano potuto sottoscrivere ed al suo tentativo coraggioso di distribuire, entro l’anno, parte del fondo straordinario di 21 milioni da NOI ottenuto per il personale civile del Ministero Difesa.
Ed invece no! MEF e Funzione Pubblica hanno dato il via libera definitivo, rendendo possibile il pagamento entro il prossimo mese di dicembre, di un acconto del 50% del fondo, pari a € 303,60 pro capite della somma complessiva individuale disponibile di € 607,21, utilizzando la Performance Organizzativa.
Il Contratto sottoscritto ieri recepisce le disposizioni del CCNL delle Funzioni Centrali del 12 febbraio 2018 su diversi istituti economici ed indennità che, o si rinnovano integralmente (turnazioni) o che vengono confermate, con alcune precisazioni migliorative nella struttura conosciuta da anni (rischio, reperibilità, sede disagiata, ecc.).
Le risorse destinate al Fus di sede per il 2018 sono pari ad una somma pro capite di € 132,94, mentre la somma destinata alla performance individuale è pari ad € 67,84.
Le risorse complessivamente destinate al Fus ed alla performance individuale sono necessariamente contenute, per la scelta di realizzare velocemente le progressioni economiche (il cui bando è atteso da un giorno all’altro), nell’accordo stralcio che, come è indicato nell’intesa, sono previste anche per il 2019, ovviamente nei numeri consentiti dalle risorse disponibili.
Se l’ importo irrisorio destinato alla Performance individuale consentirà di depotenziare il suo macchinoso meccanismo di ripartizione, la nuova classificazione del personale prevista dal CCNL, che dovrebbe vedere luce forse entro l’anno, consentirà di rendere finalmente giustizia al personale della prima area come da tempo ormai stanno chiedendo le scriventi al vertice politico, ovviamente nelle more delle azioni che comunque queste OO.SS metteranno in campo prossimamente.
Infine, e come già preannunciato, vi informiamo che il direttore generale del personale ci ha comunicato che a giorni uscirà il bando di mobilità.
Contrattiamo diritti, ed alle chiacchiere fuori luogo preferiamo contrapporre i fatti, e quelli sono ineludibili.

 

            Fp Cgil                             Cisl Fp                                         Uil Pa                     Confsal Unsa
Francesco Quinti          Massimo Ferri/Franco Volpi       Sandro Colombi      Gianfranco Braconi

Appuntamenti a Milano, Roma e Napoli, al centro proposte per una ‘Pa migliore’

 

‘Contrattiamo Diritti’. Giovedì 8 novembre Fp Cgil, Cisl Fp, Uil Pa e Uil Fpl promuovono tre grandi assemblee unitarie interregionali a Milano, Roma e Napoli. Tre appuntamenti con al centro la rivendicazione dell’avvio del confronto per il rinnovo dei contratti nazionali 2019-2021 delle Funzioni Locali, della Sanità Pubblica e delle Funzioni Centrali, insieme al sostegno alle proposte contenute nel documento unitario approvato dagli esecutivi unitari delle categorie, dal titolo ‘Contrattiamo Diritti’. Sono undici punti per una Pa migliore, che mettono al centro un maggiore investimento pubblico per la crescita e lo sviluppo del Paese, passando per più occupazione e più risorse, e che i sindacati vorrebbero sottoporre al governo anche in vista dell’approvazione della legge di Bilancio.

Questi gli appuntamenti. A Milano, alla presenza del segretario confederale della Cgil, Roberto Ghiselli, e del segretario generale della Uil Fpl, Michelangelo Librandi, presso la Sala Valente del Tribunale Civile in via Freguglia 14 a partire dalle ore 10. A Roma, dove sarà presente la segretaria generale della Cisl, Annamaria Furlan, la segretaria generale della Fp Cgil, Serena Sorrentino, e il segretario generale della Cisl Fp, Maurizio Petriccioli, presso la Sala della Protomoteca del Campidoglio in piazza del Campidoglio 55 dalle ore 10. E, infine, a Napoli, con il segretario confederale della Uil, Antonio Foccillo, e il segretario generale della Uil Pa, Nicola Turco, presso l’Auditorium Regione Campania al Centro Direzionale di Napoli, Isola C3, in viale della Costituzione 80, sempre dalle ore 10.

Assunti alcuni impegni rispetto alle richieste che abbiamo avanzato in passato e che mandano un segnale al personale di Polizia Penitenziaria. Impegni che però non sono risolutivi dei problemi prospettati. Ci preoccupa invece il silenzio sulle risorse da stanziare per il rinnovo del contratto di lavoro e sul riordino delle carriere“. Così il responsabile della Fp Cgil Polizia Penitenziaria al termine della incontro con il sottosegretario alla Giustizia, Jacopo Morrone.

“In materia di sicurezza e funzionalità delle strutture penitenziarie – fa sapere Prestini – si prevede di stanziare 2 milioni per il 2018, 15 per il 2019 e 25 a partire dal 2020, quando solo per la manutenzione degli istituti penitenziari servirebbero 40 milioni ogni anno. Per contrastare il fenomeno del sovraffollamento delle carceri sono in discussione accordi con i paesi di origine dei detenuti per far scontar loro la pena in patria, accordi il cui esito non è affatto scontato, e si potrebbero ottenere 5.000 nuovi posti convertendo in istituti penitenziari caserme dismesse. Riteniamo che se non viene potenziato il ricorso alle misure alternative alla detenzione, anche questa soluzione risulterà insufficiente e potrebbe portarci ad una nuova condanna della Cedu”.

Prospettato inoltre, prosegue Prestini, “un piano di assunzioni che oltre a recuperare le unità perse per i pensionamenti, dovrebbe portare nel 2019 ad assumere 800/900 poliziotti in più rispetto agli anni precedenti. Ci preoccupa che le nostre richieste di chiarimenti sulle risorse stanziate per il rinnovo del contratto del comparto sicurezza e difesa e per il riordino delle carriere non abbiano trovato risposta. Così come ci preoccupa che il sottosegretario, malgrado la nostra insistenza, non abbia preso impegni sulle richieste avanzate dal personale che sta effettuando il corso per vice ispettori, se non quello di convocare una riunione specifica sul tema”, conclude.

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