“Doveva essere un gioiello del Ministero della Difesa, con attività uniche e ricercate dal mercato ma, purtroppo, l’Agenzia Industrie Difesa si sta trasformando in un disastro. Nessuno firma gli atti negoziali e neppure il Contratto Integrativo dei dipendenti dopo che il Direttore Generale, il cui mandato è scaduto, è andato via senza farlo”. Ad affermarlo sono Fp Cgil, Cisl Fp e Uil Pa che lanciano un ennesimo grido di allarme.
“Il risultato – spiegano i sindacati – è che i dipendenti da un anno non percepiscono le indennità necessarie per garantire la continuità produttiva e non potranno neppure fare le progressioni economiche orizzontali, mentre perderanno il lavoro i tanti lavoratori somministrati. È un disastro annunciato, frutto amaro di una politica che da anni si è mostrata disattenta verso stabilimenti di lavoro che pure garantiscono attività preziose per il Paese”.
“Purtroppo – osservano – sono caduti nel vuoto gli appelli di oltre un anno fa del sindacato confederale, affinché non si modificassero improvvisamente gli assetti gestionali e finanziari dell’Agenzia Industria Difesa. Ma noi non staremo a guardare: nei prossimi giorni riuniremo in assemblea i lavoratori di tutti gli stabilimenti per organizzare manifestazioni permanenti di protesta”, concludono Fp Cgil, Cisl Fp e Uil Pa.
Grande successo di partecipazione dei lavoratori alle assemblee e ai presidi organizzati in tutta Italia.
Il Vice Ministro Leo riceve una delegazione sindacale e promette interventi. Fino all’incontro promessoci prima di Natale manteniamo lo stato di agitazione.
Grande prova di maturità dimostrata oggi da tutti i lavoratori dell’Agenzia delle Entrate e dell’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli – che ringraziamo – con la massiccia partecipazione a tutti i presidi e le assemblee che sono state organizzate sull’intero territorio nazionale.
Nell’ambito della manifestazione/presidio fatta a Roma a piazza Mastai, siamo stati ricevuti dal Vice Ministro dell’Economia e delle Finanze, On. Maurizio Leo che, come in occasione dell’incontro del 1 agosto scorso, conferma la volontà di voler trovare una soluzione, ma si limita a proposte risolutive non applicabili nel breve periodo.
Infatti la proposta che è stata portata sul tavolo è di inserire nel futuro provvedimento di attuazione della delega fiscale, una norma per recuperare in modo strutturale le somme che ogni anno ci vengono sottratte.
Abbiamo fatto presente al Vice Ministro che la soluzione prospettata è ancora distante, soprattutto per le tempistiche, dalle nostre richieste. Abbiamo ribadito quindi la necessità – non più rinviabile – di avere segnali concreti rispetto alla semplice manifestazione di volontà, per cui ci siamo dichiarati disponibili ad accettare una possibile norma a regime ma solo a patto che nell’immediato si trovi anche una soluzione transitoria per recuperare una parte consistente delle risorse tagliate e renderle immediatamente esigibili a inizio dell’anno prossimo.
Abbiamo ricordato infatti al Vice Ministro che a tutt’oggi una gran parte dei lavoratori delle due agenzie deve ancora avere corrisposto il salario accessorio del 2021, e non vogliamo che mentre aspettiamo il perfezionamento di una norma a regime che nella migliore delle ipotesi si applicherebbe all’annualità 2024, nel frattempo continuassimo a subire i tagli di migliaia di euro sul salario accessorio per tutto il 2022 e il 2023.
Il Vice Ministro ha preso quindi l’ulteriore impegno a far predisporre un provvedimento con il quale recuperare parte delle somme ipotizzando di far leva sul gettito che produrranno alcune attuali provvedimenti di natura fiscale quale, ad esempio, la c.d. “rottamazione” in corso. Pertanto abbiamo richiesto e concordato una nuova riunione prima di Natale nella quale ci dovranno presentare la bozza di provvedimento e l’iter per la sua attuazione.
Aspettiamo quindi il nuovo appuntamento e, consapevoli di tutte le difficoltà che ancora ci sono per poter raggiungere gli obiettivi che ci siamo prefissi, manteniamo in atto lo stato di agitazione, pronti a inasprire le nostre azioni qualora dalle promesse non si concretizzino i fatti.
Ogni riforma, ogni passo verso la lotta all’evasione fiscale funziona se alla base ci sono lavoratori motivati e fortemente professionalizzati. Se invece a fronte di un sistema che prevede obiettivi estremamente performanti vengono annualmente sottratte risorse necessarie, il meccanismo si inceppa. Attualmente per il raggiungimento degli obiettivi i fondi vengono erogati con una mano e completamente tagliati con l’altra. Ma allora, se non si inverte immediatamente il trend, il senso di appartenenza dei lavoratori andrà a decrescere e con esso l’efficienza del fisco.
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FP CGIL |
CISL FP |
UIL PA |
CONFSAL/UNSA |
FLP |
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Gamberini Iervolino |
De Caro |
Cavallaro Procopio |
Sempreboni |
Patricelli Sperandini |
Nella serata del 23 novembre 2023, presso la Casa Circondariale di Viterbo, il personale di Polizia Penitenziaria, coordinato dal Comandante di Reparto, Dirigente Aggiunto Mara Foti, ha condotto una perquisizione in alcune stanze di una sezione di ‘alta sicurezza’, dedicata agli affiliati alla criminalità organizzata.
Giustizia: Fp Cgil, bene Commissione europea su proroga contratti Ufficio Processo
“Decisione europea è primo passo. Ora investire su percorso di stabilizzazione per tutti i funzionari in legge di bilancio”
Roma, 25 nov – “Ieri la Commissione Europea ha deciso di approvare la richiesta di proroga dei contratti a tempo determinato dei Funzionari Addetti all’Ufficio per il Processo fino al prossimo 30 giugno 2026. É una prima notizia importante, che premia il lavoro delle lavoratrici e dei lavoratori fin qui impegnati nei palazzi della giustizia italiani per lo smaltimento degli arretrati e la realizzazione dell’UPP”. Lo scrive in una nota Florindo Oliverio, segretario nazionale Fp Cgil (funzioni centrali).
“Del resto – ha osservato – non si dubita che l’Europa spinga sull’Ufficio per il processo considerandolo decisivo per ammodernare, e mettere al passo con i più importanti paesi dell’Unione, la giustizia del nostro Paese. Ora attendiamo il provvedimento legislativo che il nostro governo dovrà adottare per tradurre in azione concreta la decisione della Commissione Europea”.
“Per questo”, ha ricordato Oliverio, “un mese fa abbiamo chiesto pubblicamente al viceministro della Giustizia di inserire un emendamento già nella legge di bilancio per prorogare i contratti in scadenza a settembre 2024 per tutta la durata dei progetti PNRR e rideterminare il numero dei posti da mettere a concorso con il secondo bando già previsto per coprire le vacanze conseguenti alle rinunce che in questo anno e mezzo si sono registrate”.
Per Oliverio, però, “la proroga non è il traguardo della mobilitazione nostra e dei funzionari UPP. Abbiamo anche chiesto che nella stessa legge di bilancio possa già definirsi il percorso di stabilizzazione per tutti i funzionari, così come sta già accadendo in questi giorni per effetto della norma, introdotta dalla legge di bilancio approvata lo scorso dicembre per il 2023, che prevede la trasformazione dei rapporti di lavoro da tempo determinato a tempo indeterminato per i funzionari che hanno lavorato ai progetti PNRR per almeno quindici mesi”.
“Sarebbe incomprensibile, infatti, che questa possibilità, che già sta interessando funzionari di altri ministeri, sia impedita in un ministero dove più alto è il bisogno di innovazione e maggiormente si sono abbattuti i tagli di organico degli ultimi anni. Infine – ha concluso – chiediamo ai vertici del ministero della Giustizia di muovere spediti verso l’innovazione e l’ammodernamento organizzativo e tecnologico attraverso l’applicazione del contratto collettivo e la definizione delle nuove famiglie professionali per tutto il personale”.
Pubblichiamo la nota unitaria delle Strutture Territoriali Fp Cgil VVF, Fns Cisl e Uil PA VVF riguardo la richiesta di applicazione dell’ art. 14 del D.P.R. 121 del 2022
“In Italia muore una donna ogni 3 giorni. Siamo già a 106 vittime dall’inizio dell’anno.
La radice della nostra società è patriarcale.
Anche nel mondo del lavoro c’è un problema di sopraffazione e di subordinazione. Nel conflitto gerarchico vi è spesso una forza agìta dai vertici maschili nei confronti delle donne che ricoprono posizioni subordinate. C’è, inoltre, una pesante discriminazione sulle pensioni, sui salari, sulla scelta del ricorso al part-time. Attraverso la nostra piattaforma di genere proviamo ad evidenziare che nella contrattazione devono essere inserite le politiche di genere, rispettando e valorizzando le differenze. Per anni abbiamo proposto politiche di parità. Oggi parliamo di politiche che affrontano la differenza.
Più complesso è affrontare il problema delle molestie e delle violenze. Non è un problema normativo, abbiamo molte leggi. È un problema culturale. Da un lato il patriarcato, dall’altro la cultura imprenditoriale e politica, che dominano il nostro Paese, stanno costruendo una società in cui c’è una tolleranza eccessiva delle molestie.
Domani ci saranno tantissime manifestazioni. Per affermare un principio: c’è una generazione che ha scelto di fare rumore, di rompere il silenzio. Non siamo più disponibili a subire soprusi, violenze, molestie.
La sindacalizzazione è una delle risposte, perché è un’azione di emancipazione, perché non tutte conoscono i propri diritti.
Come lavoratori pubblici abbiamo una funzione sociale importante: il sostegno psicologico, l’educazione e l’istruzione, la prevenzione, l’assistenza. Noi ci sentiamo investiti di una responsabilità: che i servizi pubblici rispondano a questi bisogni.
Ma non basta intervenire nei servizi pubblici. Abbiamo bisogno di cambiare il rapporto tra uomo e donna nella società.
Pubblichiamo la nota di convocazione del Dipartimento per trattare due argomenti: pronta disponibilità e RLS
Con grande soddisfazione abbiamo potuto constatare che dopo le innumerevoli richieste avanzate da parte della scrivente Organizzazione sindacale nazionale FPCGIL del MUR, l’Amministrazione ha finalmente pubblicato il Decreto con il quale si dispone la stabilizzazione di 16 unità di personale attualmente in servizio presso la Direzione Generale dell’Unità di Missione per l’attuazione degli interventi del PNRR MUR, in possesso dei requisiti previsti, tra i quali, in particolare, aver maturato 15 mesi di servizio al MUR.
Confidiamo che l’amministrazione si attivi – quanto prima – anche per la definizione delle altre questioni che risultano ancora “appese” a causa dell’uscita dal dicastero del Direttore generale pro tempore e che abbiamo sollecitato nella riunione dello scorso 6 novembre 2023 e che qui riassumiamo brevemente: la definizione dei criteri propedeutici all’emanazione del bando per le progressioni verticali; l’erogazione delle somme a valere sul FRD 2021 entro il corrente anno, la sottoscrizione dell’Ipotesi di Contratto a valere sul FRD 2022; l’apertura del tavolo per la definizione delle procedure relative alle progressioni economiche a valere sul FRD 2023.
Roberta Sorace
Coordinatrice nazionale FPCGIL MUR
Ad oggi sono trascorsi 25 giorni dallo sciopero del personale dell’Ispettorato e 31 giorni dall’ultimo incontro con il vertice politico del Ministero e il vertice dell’INL.
L’iter del DL 145/23 -il famoso decreto nel quale avrebbe dovuto essere inserito l’emendamento sul riconoscimento degli arretrati della perequazione -sta andando avanti.
Da indiscrezioni abbiamo saputo che l’emendamento del Governo che il vertice politico aveva promesso per iniziare a risolvere almeno una delle questioni, quella degli arretrati, non c’è.
Qualcuno ritiene necessario informare i rappresentanti dei lavoratori o sono tutti spariti? Tutti struzzi con la testa sotto la sabbia?
Eppure, tutti i Prefetti d’Italia già dal 29 ottobre sapevano che “il sig. Ministro ha fornito ampie rassicurazioni in merito all’impegno del Governo alla soluzione del problema degli arretrati della perequazione“.
A questo punto, valuteremo di fare una nota di rettifica a tutte le Prefetture per dire che dal 29 ottobre le ampie rassicurazioni si sono perse chissà dove. Suggeriamo di provare a cercare in qualche cassetto o corridoio del MEF.
Alle lavoratrici e ai lavoratori ribadiamo la necessità di proseguire con la mobilitazione in tutte le sue forme, soprattutto considerando che –proprio per effetto della protesta in atto –l’INL non sta raggiungendo gli obiettivi.
Coordinatore nazionale FP CGIL – INL
Matteo Ariano
Pubblichiamo la nota del Dipartimento in merito le indicazioni sul trattamento di trasferta e riconoscimento buoni pasto. Applicazione dell’art 14 del D.P.R. 17 giugno 2022, n. 121
Pubblichiamo la nota della fp Cgil VVF riguardo la richiesta di chiarimenti per la scadenza dei termini del doppio brevetto specialità nautiche
Si è svolto, tra martedì e mercoledì, il confronto tra Organizzazioni sindacali e Amministrazione in relazione al nuovo sistema di misurazione e valutazione delle performance. Il progetto, anticipato da un’informativa trasmessa lo scorso 17 novembre, è stato illustrato alle rappresentanze nei suoi elementi innovativi.
L’Amministrazione, presentando il suo modello, ha illustrato la finalità di fondo: riuscire a rappresentare all’esterno il valore pubblico che INPS produce. Ventuno milioni di pezzi di omogeneizzato per i cittadini non hanno un significato d’impatto, sono numeri che generano confusione. Il fine, dunque, è tradurre in valori apprezzabili l’azione di tutto l’Istituto. Da qui la volontà di presentare non un indice, ma un sistema di valore pubblico, anche in coerenza con l’Agenda 2030 del Paese.
Come FP CGIL abbiamo sospeso per adesso il nostro giudizio. Il sistema proposto, infatti, presenta molti aspetti innovativi e alcune criticità che abbiamo segnalato, nella speranza che il confronto sia davvero foriero di interventi migliorativi, anche in relazione al passato recente e alle critiche che ponemmo l’anno scorso sull’ancoraggio della valutazione all’indice di giacenza.
Elementi positivi
Sicuramente tarare il sistema di valore pubblico sui benefici portati alla collettività rende l’intero impianto di monitoraggio della produzione meno autoreferenziale e rappresenta un’innovazione cui guardiamo favorevolmente.
Anche l’idea di parametrare l’attività automatizzata rappresenta, in questo quadro, un valore aggiunto: i processi di digitalizzazione sono frutto di uno sforzo realizzato dall’Istituto che ha una ricaduta sui servizi erogati all’utente finale. La loro mancata valorizzazione rappresentava un’anomalia cui era giusto porre finalmente rimedio.
Infine la decisione di rimettere la valutazione in materia di sussidiarietà alla Direzione generale, con l’obiettivo di garantire omogeneità di servizio agli utenti a prescindere dalla zona geografica nella quale si collocano, è un altro elemento che dà coerenza all’impianto.
Elementi critici
Registriamo, tuttavia, alcune difficoltà, su cui abbiamo esortato l’Amministrazione a fornire chiarimenti/intervenire. In particolare:
In merito alla revisione del sistema di clusterizzazione, abbiamo fatto presente la necessità di avviare una “operazione trasparenza”, ossia di specificare in maniera chiara gli elementi alla base della classificazione delle sedi. Se per le “dimensioni della struttura” e per i “volumi della domanda di servizio” l’interpretazione è intuitiva, lo stesso non possiamo dire per gli “elementi territoriali caratterizzanti”, le “peculiarità del territorio” (non sono la stessa cosa?) e il “benessere sociale”. Questi tre concetti devono essere spiegati perché, poi, l’appartenenza a un cluster ha delle ricadute evidenti per le Direzioni territoriali.
Con riferimento al cruscotto qualità e impatto va attuata un’analoga operazione chiarificatrice in merito all’introduzione dell’indice sintetico di valore pubblico nei parametri monitorati. Di quali elementi consta? Quanto incide?
Veniamo così all’incentivo ordinario: il pensionamento del parametro 124 non rende chiaro come verrà calcolato il nuovo indice di produttività obiettivo, che sarà diverso da regione a regione. Si fa riferimento ai prodotti STAR, quelli che avranno un impatto sull’utente esterno, ma non ci vengono indicati quali saranno. È chiaro che l’introduzione di elementi di manutenzione che consentano l’adozione di correttivi in corso d’opera è auspicabile, ma non vorremmo avere obiettivi che variano (troppo, magari creativamente) nel tempo.
Sempre in riferimento all’incentivo ordinario segnaliamo due anomalie: la prima concerne la soglia di scostamento tollerata, che a nostro avviso deve rimanere identica a quella attuale. Analogamente evidenziamo come sussista un cono d’ombra nel range di risultato tra 100 e 101: la Direzione territoriale che dovesse raggiungere quota 100,7 a quale parametro di liquidazione avrebbe diritto? 100 o 110?
Un ultimo appunto, infine, sulla sussidiarietà: affinché si possa ottenere il supporto di un’altra sede, vengono declinate alcune condizioni, tra esse c’è un generico riferimento all’obiettivo assegnato dell’indice di deflusso. Anche qui serve maggior chiarezza.
Per quanto riguarda professionisti e medici abbiamo ricordato la peculiarità delle attività demandate a tutte le famiglie professionali presenti in Istituto. Peculiarità che hanno fatto sì che già negli anni scorsi la stessa Amministrazione abbia ritenuto inapplicabile ai professionisti il parametro 124, per approdare ad un sistema di valutazione per progetti che, tuttavia, non ha impedito il fiorire di risultati di performance negativi sul territorio, nonostante l’eccezionale sforzo profuso in condizione di cronica insufficienza di organico. Abbiamo pertanto ribadito la necessità di impiantare, all’interno del nuovo sistema di valutazione, dei sottosistemi con regole proprie, che tengano conto delle specificità dei diversi prodotti delle attività professionali. Ed abbiamo altresì richiesto che i lavori dell’Amministrazione al riguardo siano accompagnati dal lavoro di appositi tavoli tecnici sindacali che aiutino l’Amministrazione a individuare criteri, metodologie e parametri idonei a rilevare l’effettiva produttività di tali figure professionali, così come ad individuare le situazioni di maggiore e particolare sofferenza lavorativa. L’Amministrazione ha riferito che l’orizzonte temporale di questa azione sarà tutto il 2024 e ha assicurato, al contempo, di voler svolgere tale attività attraverso il più ampio e costante confronto.
Infine, abbiamo annotato un’anomalia. Posto quanto abbiamo già detto sulla valutazione individuale del personale, chi crede in un sistema di valutazione deve codificare un modello anche per i Dirigenti. L’adozione non solo di un sistema verticale, top/down, ma anche di un sistema dal basso verso l’alto, bottom/up, è necessaria e rappresenta uno dei suggerimenti contenuti nelle Linee Guida 2019 del Dipartimento della Funzione Pubblica.
Coordinatore nazionale FP CGIL INPS
Giuseppe Lombardo