Viviamo in un Paese con quasi 6 milioni di persone in povertà assoluta. Siamo nei primi posti nelle classifiche europee per rischio di marginalità sociale, con i salari tra i più bassi d’Europa, l’assenza di un #salariominimo e pensioni spesso ridicole, mentre si diffondono sempre più contratti precari, part time involontario e l’assenza di politiche di welfare.

In questi anni il Reddito di Cittadinanza ha svolto un ruolo decisivo in termini di protezione sociale e ha evitato circa un milione di poveri in più, come ci riportano i dati di Banca d’Italia.

Ha inoltre sostenuto una rilevante fascia della popolazione permettendogli di superare la soglia di povertà e arrivare a fine del mese.

Eppure, è stato approvato il decreto lavoro, un provvedimento che, da una parte con una impostazione punitiva nei confronti delle persone povere prevede, in sostituzione al RdC, solo un sussidio per poche situazioni di fragilità, restringendo di molto la platea.

Dall’altra precarizza ulteriormente il mercato del lavoro con la liberalizzazione di contratti a tempo determinato e l’estensione dei voucher, come da mesi denuncia la campagna @civuoleunreddito che alle misure presenti nel Dl Lavoro oppone un reddito garantito che contrasti la povertà assoluta e relativa e un mondo del lavoro tutelato, per una vita degna.

Ora che il Dl Lavoro è legge e 910 mila famiglie rischiano di rimanere senza alcuna misura di contrasto alla povertà, cosa cambierà nel nostro Paese? Quali effetti su chi vive del proprio lavoro?

Se ne parlerà con:
🔺Pasquale Tridico, economista, ex presidente @inps_social
🔻Serena Sorrentino segretaria generale Funzione Pubblica @cgilnazionale
🔺Walter Massa, presidente @arcinazionale
🔻Stefano Tassinari, Vicepresidente @acli_roma_aps
🔺@claudiapratelli , Assessora alla Scuola e al Lavoro di @roma