dadone sindacati

I lavoratori attendono risposte su risorse, assunzioni e contratti

“Bene l’apertura di Fabiana Dadone ai sindacati per discutere della situazione del pubblico impiego, ma il tempo passa e i lavoratori sono in attesa di risposte. Per questo proseguiremo con assemblee e iniziative di mobilitazione e saremo disposti a intensificare l’azione sindacale se non riceveremo a breve un riscontro concreto su assunzioni, risorse e contratti”. Questa la posizione di Fp Cgil, Cisl Fp, Uil Fpl e Uil Pa sulle dichiarazioni rilasciate da Fabiana Dadone, Ministro della Funzione Pubblica, questa mattina durante la presentazione del rapporto Cnel sui servizi della Pa.

“La Pubblica Amministrazione sta assistendo a un vero e proprio esodo di lavoratori, dovuto al blocco delle assunzioni degli ultimi anni e all’introduzione di Quota 100 che vanno a incidere su un personale con un’età media molto elevata – fanno sapere le categorie di Cgil Cisl e Uil dei servizi pubblici -. Basti pensare che l’età media è di circa 51 anni e i dipendenti sotto i 30 anni di età rappresentano appena il 2,8% del totale. Le uscite previste per i prossimi due anni sono di circa 500 mila persone. È quindi necessario procedere con un nuovo piano straordinario di assunzioni che non garantisca solo il ricambio generazionale ma che intensifichi i servizi pubblici, con un 30% di assunzioni oltre il numero di pensionamenti previsti”. Questo il quadro della situazione fornito da i segretari generali delle quattro categorie: Serena Sorrentino (Fp Cgil), Maurizio Petriccioli (Cisl Fp), Michelangelo Librandi (Uil Fpl) e Nicola Turco (Uil Pa).

“Abbiamo già annunciato le prossime mobilitazioni: quella dei dipendenti delle Agenzie Fiscali, prevista per i prossimi 23 gennaio e 6 febbraio, e lo stato di agitazione dei 5 mila lavoratori dell’Inl. Saranno solo le prime di una serie di iniziative sindacali che metteremo in campo se non riceveremo un serio e immediato riscontro per intervenire su risorse, assunzioni e contratti nel pubblico impiego”, concludono.

stato agitazione Entrate e Dogane e Monopoli

Gravissime carenze di personale e mancate risorse per salario accessorio

“È stato di agitazione per il personale dell’Agenzie delle Entrate e delle Dogane e Monopoli, a causa delle gravissime carenze di personale e delle mancate risorse per il salario accessorio, oltre che per diversi problemi organizzativi”. È quanto dichiara la Funzione Pubblica Cgil in merito alle criticità delle due agenzie, insieme a Cisl Fp, Uil Pa, Confsal Unsa e Flp.

“Gravissime carenze di personale, con carichi di lavoro oramai non più sostenibili, deficit di risorse finanziarie da destinare al salario accessorio accompagnato da ritardi intollerabili nell’erogazione, significative difficoltà organizzative sono solo alcune delle gravi problematiche esistenti e su cui il Governo ha scelto di non intervenire”, fa sapere la categoria dei servizi pubblici della Cgil.

“La situazione ha superato ampiamente i limiti della tollerabilità traducendosi in pesanti criticità operative che, oggettivamente, impediranno alla macchina fiscale il raggiungimento dell’obiettivo della lotta all’evasione ed elusione fiscale nonché le funzioni basilari per la Ue e per la sicurezza del nostro Paese. Per questo insieme agli altri sindacati proclamiamo lo stato di agitazione del personale dell’Agenzia delle Entrate e dell’Agenzia delle Dogane e Monopoli”, conclude la Fp Cgil.

Lavoratori pubblici sempre meno e più anziani, con contratti scaduti. Sabato 8 giugno in piazza a Roma perché ‘Il Futuro è Servizi Pubblici’

Sempre meno e più anziani, con retribuzioni che risentono dei lunghi anni di blocco dei contratti, risorse al minimo per i prossimi rinnovi. È il quadro dei Servizi Pubblici che rischiano di implodere, sotto il peso di scelte politiche che li hanno svuotati.

In un report di Fp Cgil, Cisl Fp, Uil Fpl e Uil Pa sui numeri che disegnano lo stato dei Servizi Pubblici le ragioni della manifestazione in programma sabato 8 giugno in piazza del Popolo, a Roma, dal titolo ‘Il Futuro è Servizi Pubblici’, a difesa del valore dei servizi pubblici. L’appuntamento è alle ore 9 in piazza della Repubblica, con un corteo che arriverà fino in piazza del Popolo dove si terranno gli interventi conclusivi. Parteciperanno anche i segretari generali confederali Maurizio Landini, Annamaria Furlan e Carmelo Barbagallo.

Numero di dipendenti, età media e pensionamenti

Secondo una rielaborazione del Conto Annuale fatta dalle categorie dei servizi pubblici di Cgil, Cisl e Uil emerge che dal 2008 al 2017 ci sia stato un grave fenomeno di decrescita del numero di lavoratori nel pubblico impiego. Infatti, nel giro di appena 9 anni c’è stata una riduzione di personale pari al 7,5%, complessivamente 257.661 unità. In Italia 13 lavoratori su 100 lavorano nel pubblico, 7 persone in meno rispetto alla Francia, dove gli impiegati pubblici sono 20 su 100. Inoltre, il personale dei servizi pubblici ha un’età media che negli anni è avanzata, passando dai 47 anni medi del 2001 ai 51 anni del 2017. Attualmente, i dipendenti che superano i 60 anni di età sono 394 mila; sono invece 658 mila quelli tra i 55 e i 59 anni di età. Secondo le stime, dunque, nei prossimi tre anni saranno almeno 500 mila i pensionamenti previsti (anche in relazione all’entrata in vigore di Quota 100), rimpiazzati unicamente da 33 mila assunzioni straordinarie previste dalla legge di Bilancio 2019. Assunzioni che non saranno immediate ma cui, al contrario, si procederà nei prossimi 5 anni.

 

Retribuzione

Nell’elaborazione dei dati del Conto Annuale, un piccolo focus è stato dedicato alla retribuzione media complessiva dei dipendenti pubblici. Ciò che ne è emerso è che negli ultimi 9 anni, dal 2010 ad oggi, la crescita delle retribuzioni si è sostanzialmente arrestata. Infatti, nel 2010 la retribuzione media di un dipendente pubblico era di 34.687 euro, nel 2017 si è persino scesi a 34.491 euro. Il costo della vita aumenta e le retribuzioni rimangono ferme.

Contratti

Per quanto riguarda i contratti nazionali di lavoro del pubblico impiego, secondo le risorse stanziate dalla legge di Bilancio per il 2019, sono previsti – fanno sapere i sindacati – degli incrementi molto contenuti. In percentuale, gli incrementi previsti sono dell’1,3% per il 2019, 1,65% per il 2020 e 1,95% per il 2021. Sottolineano le categorie che lo scorso rinnovo contrattuale (2016-2018), aveva previsto un incremento del 3,48%, cui risultò un aumento medio di 85 euro lordi. Il previsto incremento dell’1,95% consentirebbe, dunque, aumenti inferiori.

Per quanto riguarda, invece, i contratti privati, di settori che erogano servizi pubblici, molti di questi sono fermi da diversi anni. È il caso, per esempio, della sanità privata, con un contratto bloccato dal 2006, e che interessa una platea di 300 mila lavoratori, tra infermieri, radiologi, operatori socio-sanitari, fisioterapisti e tutti i professionisti della salute. Così come la gran parte dei contratti del terzo settore, per circa 400 mila lavoratori, sono in attesa di rinnovo.

Conclusioni

Quello che emerge è un quadro dei servizi pubblici nel nostro paese al collasso, in mancanza di risorse adeguate per fornire servizi efficienti e di qualità ai cittadini. Una tendenza di svalutazione e delegittimazione che va invertita attraverso investimenti adeguati per il rinnovo dei contratti e un piano straordinario di assunzioni che sopperisca all’elevato numero di pensionamenti. Per questo saremo in piazza, per difendere il valore dei servizi pubblici. Perché non c’è futuro senza lavoro. E non c’è uguaglianza senza servizi pubblici.

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