Comunicazione della Commissione – Solidarietà in materia di salute: riduzione delle disuguaglianze sanitarie nell’UE

18 Luglio 2011

Comunicazione della Commissione – Solidarietà in materia di salute: riduzione delle disuguaglianze sanitarie nell'UE

Anche se il livello medio della salute nell’UE ha continuato a migliorare negli ultimi decenni, esistono ancora importanti differenze in materia di salute tra le persone che vivono in parti diverse dell’UE e tra i gruppi più favoriti e meno favoriti della popolazione, che in alcuni casi sono addirittura aumentate. Le differenze esistenti tra gli Stati membri sono, ad esempio, un livello cinque volte superiore di decessi di bambini al di sotto dell’anno di età, una differenza di 14 anni di speranza di vita alla nascita per gli uomini e la differenza di 8 anni per le donne. Esistono anche grandi differenze in materia di salute tra regioni, zone rurali e urbane e quartieri.

In tutta l’UE è presente un chiaro gradiente sociale in campo sanitario, per cui le persone con un livello d’istruzione più basso, una classe professionale più bassa o un livello di reddito minore hanno la tendenza a morire più giovani e a registrare un maggior numero di problemi sanitari. I lavoratori che svolgono prevalentemente mansioni manuali o ripetitive di routine hanno condizioni di salute peggiori di quelli che svolgono compiti non manuali e meno ripetitivi.
 
Le differenze nella speranza di vita alla nascita tra i gruppi socioeconomici più bassi e più elevati raggiungono i 10 anni per gli uomini e i 6 anni per le donne. Vi è inoltre un’importante dimensione di genere: le donne vivono più a lungo degli uomini, ma possono passare una parte maggiore della vita in cattiva salute. I gruppi vulnerabili e socialmente esclusi, come le persone provenienti da ambienti migratori o appartenenti a minoranze etniche, le persone disabili o quelle senza fissa dimora hanno livelli di salute particolarmente carenti. Ad esempio, i Rom hanno una speranza di vita stimata inferiore di 10 anni rispetto al resto della popolazione. Le cattive condizioni di salute di questi gruppi possono essere dovute all’inadeguatezza degli alloggi, alle carenze nutrizionali e ai comportamenti che si ripercuotono sulla salute, oltre che alla discriminazione, alla stigmatizzazione e agli ostacoli incontrati nell’accedere ai servizi sanitari e di altro tipo.

Molti in Europa hanno perciò espresso la loro preoccupazione per la portata e per le conseguenze delle disuguaglianze in materia di salute che esistono sia all’interno degli Stati membri che tra di loro. Il Consiglio europeo del giugno 2008 ha sottolineato l’importanza di ridurre le differenze in materia di salute e speranza di vita che esistono tra gli Stati membri e al loro interno. Nel 2007 la Strategia sanitaria dell’UE ha dichiarato l’intenzione della Commissione di continuare a lavorare al fine di ridurre le disuguaglianze in materia di salute.

Tale intenzione è stata ribadita nella comunicazione della Commissione del 2008 su un’agenda sociale rinnovata nella quale si ribadiscono gli obiettivi sociali fondamentali dell’Europa attraverso l’uguaglianza delle opportunità e l’accesso alla solidarietà.

Considerando che le disuguaglianze in materia di salute non sono solo un prodotto del caso ma che sono fortemente influenzate dalle azioni degli individui, dei governi, delle parti interessate e delle comunità, esse non sono inevitabili. L’azione destinata a ridurre le disuguaglianze sanitarie deve avere ad oggetto i fattori che hanno un impatto disuguale sulla salute della popolazione in modo da evitare l’influenza di tali fattori, in particolare attraverso politiche pubbliche.

La lotta contro le disuguaglianze in materia di salute è un processo di lungo periodo. Le azioni descritte nella presente comunicazione sono destinate a stabilire un contesto per un’azione di grande portata in questo ambito. Sulla base della presente comunicazione e delle future discussioni nell’ambito del Consiglio, la Commissione ha intenzione di lavorare attivamente, in collaborazione con gli Stati membri e con le parti interessate nel prossimo futuro. Nel 2012 sarà redatta una prima relazione sull’evoluzione della situazione.

Enzo Bernardo Ufficio Internazionale Fp Cgil

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