Consulta nazionale di Protezione civile: Il capro espiatorio la protezione civile? Noi non ci stiamo e non lo permetteremo

20 Gennaio 2017

Comunicato

Il capro espiatorio la protezione civile? Noi non ci stiamo e non lo permetteremo

Apprendiamo, da alcune agenzie
di stampa che, a fronte del perdurare della sequenza sismica nell’ Italia
Centrale, si vuole speculare politicamente sulla pelle delle popolazioni
colpite dai tragici eventi, screditando le migliaia di lavoratori e lavoratrici
che stanno dando il massimo, ininterrottamente, sulle zone colpite dal sisma
fin dal 24 agosto del 2016.

Non ci meraviglia che a farlo
sia quella parte del mondo politico che usa il megafono Bertolaso unitamente
alla simultanea e solita veemenza verbale di alcuni politici. L’abusato schema
della macchina del fango che si ripete.
Attacchi volgari contro chi, da
5 mesi ormai, lavora assiduamente con costanza e con grande spirito di servizio. Pensiamo, a ragione, che il livore e furore ideologico intriso di cattiva
fede dei vecchi e nuovi paladini della protezione civile SPA, sia determinato,
in gran parte, proprio dal fatto che il “sistema tiene”, nonostante le
numerose scosse telluriche che ne saggiano la consistenza della risposta ogni
volta.
Una di quelle scosse, è bene
ricordarlo, è assimilabile a quella dell’Irpinia 1980 che fece migliaia di morti.

Un sistema coeso, trasparente,
vicino alle popolazioni, ai sindaci e fedele alle istituzioni quello attuale e
non autarchico, arrogante, autoritario e irrispettoso delle istituzioni, come
quello della fu SPA. Forse è proprio questa differenza di visione/gestione
politica e sociale, pur con tutti i limiti che non ci sfuggono, che alimenta la
fornace del livore che ha messo in moto la solita e rodata macchina del fango
di cui sopra.
La campagna elettorale, mai
sopita, non tocchi i lavoratori e le lavoratrici della sanità, dei vigili del
fuoco, delle Forze armate, delle Forze di polizia, dei gruppi nazionali di
ricerca scientifica, dell’Istituto nazionale di geofisica ed altre istituzioni
di ricerca, della Croce rossa italiana, delle organizzazioni di volontariato,
del Corpo nazionale soccorso alpino-CNSA (CAI), dei lavoratori e lavoratrici
delle Regioni, delle Province, dei Comuni e degli enti pubblici e privati e del
dipartimento della protezione civile della PCM: in una parola del servizio
nazionale di protezione, garantito dalla legge.
Quel servizio pubblico e per
questo gratuito per i cittadini/e che evidentemente gli indomiti
paladini della protezione civile SPA volevano e vogliono abolire, degni figli
di quella scellerata politica delle privatizzazioni/estrenalizzazioni che ha
letteralmente raso al suolo il sistema Paese che ora, evidentemente, presenta
il conto dappertutto. Ai paladini della SpA, in particolare, vogliamo
ricordare, che le lacune che oggi denunciano sono frutto proprio della loro concezione
di servizio, che ha deresponsabilizzato il livello locale, disintegrando quella
filiera di gestione e coordinamento che si era faticosamente costruita dal
Friuli in poi.
Quei paladini che hanno solo
gestito grandi eventi ed “emergenze” fittizie e mediatiche, lautamente
finanziate come quelle del traffico, delle gare velistiche e simili; quelli che
volevano far saltare ponte Sisto a Roma durante una fisiologica piena del
Tevere, che hanno approfittato delle emergenze per consistenti assunzioni nello
Stato senza concorso degli amici degli amici piazzandoli nei punti delicati e
nevralgici delle istituzioni. I cavalieri della protezione civile SPA che hanno
poi rivelato la loro vera consistenza professionale e amore per il Paese nella
gestione del tragico terremoto aquilano. 

Si vergognino invece di
pontificare ed ergersi a competenti perché competenti non sono e non lo sono
mai stati.
Noi non lasceremo che si
ritorni a quell’andazzo, lo abbiamo ostacolato allora e lo faremo oggi più
determinati che mai.

 
Roma 19.1.16 

CONSULTA NAZIONALE DI PROTEZIONE CIVILE

 
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