Coord. Penitenziario: situazione degli Istituti – Fp Cgil Lombardia

18 Luglio 2011

FP CGIL LOMBARDIA

 
COMUNICATO SULLA SITUAZIONE DEGLI ISTITUTI E SERVIZI D.A.P. DELLA LOMBARDIA

 

La scrivente O.S., nella crescente esigenza di sicurezza avvertita dai cittadini, segnala lo stato di difficoltà in cui si svolge il delicato servizio dell’esecuzione penale interna ed esterna alle strutture penitenziarie.
L’endemica e costante carenza degli organici, attestata per la polizia penitenziaria su un numero di circa mille unità, ed in misura proporzionalmente maggiore, per quello del comparto ministeri – educatori, assistenti sociali, contabili, operatori amministrativi – ha condotto il sistema ad una gestione emergenziale, evitandone il collasso solo grazie all’impegno straordinario di tutto il personale e all’impiego surrettizio dei poliziotti penitenziari in compiti non istituzionali. Oltre a cio’, i distacchi di questi operatori, che hanno raggiunto l’inaccettabile numero di quasi 600 unità fuori dalla Lombardia, determina che i reparti detentivi siano gestiti con personale operativo assolutamente insufficiente a fronteggiare tutte le difficoltà quotidiane, aumentate dall’impiego di poliziotti penitenziari anche nei servizi di traduzione e piantonamento.
Questi distacchi, oltre a rispondere per buona parte a logiche inaccettabili e clientelari (esclusi quelli legittimi ex art.7), sono incentivati anche dalla mancanza di una seria politica abitativa a favore degli operatori (accordi con l’Aler, edilizia dedicata, sostegni in varie forme).
A tutto ciò si aggiunge la carenza determinata dall’impiego di personale della polizia penitenziaria in altri servizi non istituzionali dentro il territorio regionale (AA.GG., Magistratura di Sorveglianza e Tribunale di Sorveglianza, C.M.O. ecc.).
Questa grave situazione determina anche una condizione di insicurezza e di pericolosità nello svolgimento della propria funzione per gli operatori all’interno degli Istituti: garantire l’ordine, la disciplina e la sicurezza, mandato istituzionale di chi opera nelle carceri, con questi numeri diventa possibile solo al prezzo di sforzi individuali, di sacrifici e forti rischi, non si sa per quanto tempo reiterabili.
L’area penale esterna vede inoltre lo studio di una bozza di decreto regolamentare in applicazione dell’art.71 O.P.:
– senza poter contare sull’apporto di psicologi e criminologi in misura adeguata;
– senza disporre di risorse concrete da utilizzare per il reinserimento socio lavorativo degli utenti;
– senza prevedere un indispensabile preliminare coinvolgimento della Magistratura di Sorveglianza, degli Enti Locali, del terzo settore e della società civile sulla base di un progetto condiviso.
La realtà concreta degli UEPE della Lombardia, vede una drammatica insufficienza degli organici, peraltro precedentemente fronteggiata in assenza di concorsi, grazie alla mobilità intercompartimentale, quella che oggi è bloccata per mancanza di finanziamenti dedicati.
Le carenze sono visibili negli UEPE di Pavia, di Como, di Milano, Mantova, tutte rappresentate più volte da questa O.S. e ad oggi irrisolte.
Il processo di decentramento degli uffici sul territorio si arresta per mancanza di personale tecnico ed amministrativo, spesso attingendo di volta in volta dagli istituti penitenziari. Gli operatori attendono mesi prima di avere il rimborso delle missioni per gli spostamenti di servizio…
Gli istituti non versano in migliore situazione, sostenendo il carico di dover surrogare le carenze degli organici propri ed altrui sia con personale di polizia penitenziaria che con contabili ed operatori amministrativi.
Questa è la situazione, non sanabile con la mera costruzione di nuove strutture penitenziarie o attivazioni estemporanee di reparti o padiglioni già esistenti – a cui peraltro non viene concessa dall’ultima finanziaria adeguata copertura economica – né con il solo riposizionamento delle esigue forze in campo; anche perché l’emergenza dal punto di vista strutturale è presente in quasi tutti i plessi della Lombardia, alcuni dei quali versano, come peraltro denunciato dalla CGIL in più occasioni, in condizioni che in qualsiasi struttura differente verrebbero definite “inagibili”. A questo si aggiunge la completa inefficienza e talora la mancanza di sistemi adeguati di sicurezza che, se attivati, comporterebbero un risparmio in termini di risorse umane e, ovviamente, una maggiore sicurezza.
Inoltre, in maniera non meno problematica per tutto il sitema carcerario, grazie alla riduzione dei fondi operata con la finanziaria, c’è una strutturale impossibilità ad agire mancando dei più elementari strumenti di lavoro (mezzi di trasporto insufficienti ed obsoleti, divise adeguate, carta, supporti informatici ecc.).
Siamo qui dunque ad invitare l’Amministrazione centrale ad aprire nell’immediato un serio e proficuo confronto sulle questioni rappresentate, così come già concretamente avviato a livello regionale lombardo, nell’ottica di un corretto ed efficace funzionamento sia dell’azione dell’esecuzione penale sia della sicurezza dei cittadini.

Milano, 19 febbraio 2009

La FP CGIL Lombardia
Comparto Ministeri e Sicurezza

 
 
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