Dip. Sindacale: Fondi di previdenza complementare

18 Luglio 2011

Fondi di previdenza complementare – nota

 

A prescindere dai fatti e dal contenuto degli accordi, alcuni non esitano, per fini strumentali, a diffondere notizie che sviano dalla corretta e doverosa informazione in merito ai Fondi pensionistici complementari ed a tal fine, irresponsabilmente, diffondono valutazioni negative sul lavoro fino ad oggi compiuto per l’avvio della previdenza integrativa nei settori Ministeri, Enti pubblici non economici, Sanità ed Autonomie Locali.

La facile demagogia contenuta in alcuni comunicati diffusi recentemente è contraria ad un approccio razionale e consapevole nei confronti di una materia articolata quale è quella dei Fondi pensionistici complementari che, ricordiamo, sono uno strumento principalmente rivolto alle lavoratrici ed ai lavoratori più giovani, ma che potrebbe rivelarsi non meno interessante anche per chi ha ancora pochi anni di lavoro prima della pensione.
Riassumere, così come è stato fatto, con uno slogan negativo le finalità, le caratteristiche e le potenzialità dei Fondi pensionistici complementari è quanto di più dannoso possa essere arrecato ai lavoratori ed in particolare a quelli più giovani.

A ragione crediamo non sia il caso di alimentare ulteriori incertezze nei lavoratori consci anche che sulla previdenza complementare non si tratti di una partita fra chi ideologicamente è contrario o favorevole, ma semplicemente se questo strumento in mano ai lavoratori saprà rispondere alle loro aspettative.
A tal proposito e per amor di trasparenza ci preme evidenziare quella che riteniamo sia la caratteristica principale dei Fondi pensionistici complementari per il settore del lavoro pubblico:
–  L’adesione al Fondo è volontaria e individuale;
–  Non esiste nessun obbligo di scegliere se aderire o meno al Fondo e non si applica la regola del silenzio/assenso;
–  L’adesione ai Fondo, volontaria e individuale, può avvenire in qualsiasi momento nel corso della propria vita lavorativa.

Come è nostro costume nel rapporto con le lavoratrici ed i lavoratori suggeriamo ad essi, per quando sarà, una attenta valutazione di interesse e di convenienza previa conoscenza dei sistemi di funzionamento e di finanziamento dei Fondi senza dimenticare, ad esempio, le percentuali di contribuzione aggiuntiva a carico del solo datore di lavoro ed a favore di ogni singolo aderente al Fondo.
Dopo la firma degli accordi, avvenuta nel 2007, per l’istituzione del Fondo per i Comparti Ministeri, Enti pubblici non economici, PCM, ENAC e CNEL e del Fondo per i Comparti Sanità e Autonomie locali, oggi all’ARAN il tema in discussione è la stesura dei relativi Statuti.

Solo una volta completato tale lavoro si potranno avviare i Fondi e, successivamente, la campagna informativa per la raccolta delle adesioni e, oltre gli obblighi che competono agli organi del Fondo, sarà cura anche nostra attivare capillarmente una preventiva campagna di informazione con il solo scopo di supportare i lavoratori verso una scelta consapevole tenendo sempre ben presente che, non ci stanca remo mai di dirlo, l’adesione sarà volontaria e individuale.
Vista l’importanza e la delicatezza dell’argomento consideriamo ingeneroso e poco costruttivo presumere, come fanno altri, di poter liquidare con poche righe analisi e valutazioni sulla necessità dei Fondi pensionistici complementari; sarebbe molto più costruttivo ed a favore dei lavoratori convogliare le energie verso una richiesta al Governo, così come sta facendo la CGIL, di omogenizzare il trattamento fiscale delle prestazioni dei Fondi complementari pubblici a quello previsto per il settore privato anziché demonizzare il sistema per partito preso.

Roma, 15 ottobre 2008

p. il Dipartimento sindacale FP CGIL
il Coordinatore Nazionale

(V. Di Biasi)

 
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