Giustizia Minorile: Lettera al Capo Dipartimento

18 Luglio 2011

Lettera al Capo Dipartimento

 

 
Roma, 10 dicembre 2006

Al Sig. Capo del Dipartimento per la Giustizia Minorile
Dr. Bruno Brattoli

Egregio Dr. Brattoli,
finalmente dopo quattro mesi di assenza, il Dipartimento per la Giustizia Minorile ha nuovamente una direzione compiuta. L’assenza del Capo Dipartimento è coincisa con le procedure di riorganizzazione della struttura del Ministero della Giustizia e crediamo che non sia un caso se tra tutti i Dipartimenti, proprio quello della giustizia minorile risulti, nella proposta avanzata dal Gabinetto del Ministro, il più penalizzato.

Nella sostanza viene proposta un’architettura organizzativa che non produce i risparmi richiesti dalla Legge 133, ma che, invece, sicuramente prevede un tipo di organizzazione sicuramente inefficace ed inefficiente, in cui alla struttura centrale del Dipartimento vengono tolti poteri sulla gestione del personale e dei beni e servizi che vengono demandati al Dipartimento dell’Organizzazione Giudiziaria.

Non solo, per rendere il processo più lineare, il personale civile della struttura centrale dovrebbe essere gestito dalla Direzione Generale del Personale del DOG, mentre il personale civile periferico dovrebbe dipendere dalle costituenti Direzioni regionali od interregionali del DOG, competenti per territorio. Per semplificare l’organizzazione è stato anche previsto che il personale del comparto sicurezza del DGM, polizia penitenziaria ed alcuni funzionari a cui è stato riconosciuto dal Consiglio di Stato il diritto ad accedere al trattamento previsto per i dirigenti penitenziari ed i connessi beni e servizi sarebbeo gestiti a livello centrale dal Dipartimento per l’ Amministrazione Penitenziaria ed a livello periferico dai Provveditorati Regionali della stessa Amministrazione penitenziaria degli adulti.

I Centri per la Giustizia Minorile, la prima articolazione effettivamente decentrata del Ministero della Giustizia, in questo quadro verrebbero soppressi, dovendo passare anche tutta la materia trattamentale, compresa ad esempio la compilazione delle tabelle vittuarie per i minorenni ristretti negli istituti penali per i minorenni, nella competenza delle articolazioni regionali del DOG.

E’ stata, inoltre prevista a livello centrale una fantomatica direzione generale che dovrebbe assumere in se le materie relative alla formazione del personale, peraltro nella formulazione proposta di competenza delle articolazioni periferiche del DAP e del DOG, delle autorità centrali e delle relazioni internazionali.

Molto si potrebbe ironizzare su un modello organizzativo come quello proposto -sicuramente nel merito sarebbe interessante acquisire l’opinione del Ministro della Funzione Pubblica – se non fosse per il fatto che stiamo parlando di una questione della massima serietà: la chiusura della giustizia minorile in Italia.

Rispetto a questo, così come già accaduto in precedenti occasioni, dobbiamo esprimere la nostra ferma contrarietà. La giustizia minorile costituisce uno dei pochi organismi di eccellenza del Ministro della Giustizia: ha prodotto innovazione – non è un caso che quasi tutte le misure recentemente proposte dal Ministro della Giustizia per la riforma della procedura penale vengano ormai da oltre un decennio utilizzate con successo dall’ordinamento minorile – e soprattutto ha raggiunto il suo obiettivo istituzionale cioè la riduzione della recidiva, ricordiamo che la carcerizzazione dei minorenni è ormai residuale in virtù dell’efficacia delle misure sostitutive ed alternative previste e dell’efficienza del personale che al sostegno di tali misure partecipa, e la conseguente produzione di prevenzione della devianza adulta. In questo senso la giustizia minorile già contribuisce alla produzione di risparmio, limitando l’uso di risorse che altrimenti dovrebbero essere destinate ai contesti carcerari degli adulti.

Esprimiamo la nostra ferma contrarietà alla chiusura della giustizia minorile, perché la giustizia minorile avendo acquisito tutte le previsioni proposte dai trattati internazionali costituisce per l’Italia un alto fattore di civiltà, non solo giuridica ed un modello di organizzazione sempre più adottato da altre nazioni.

Noi siamo convinti che uno stato che intenda proteggere i giovani non dovrebbe risparmiare sulle strutture che dei giovani si occupano, soprattutto su quelle che operano in settori delicati quali sono i contesti della devianza giovanile, siamo, infatti, sicuri che quanto speso per la giustizia minorile costituisce un investimento, un risparmio per il futuro.

Se, tuttavia, si decidesse comunque di procedere a dei risparmi anche sulla giustizia minorile, vogliamo ricordarLe che anche il Ministro della Giustizia il 26 novembre in sede di audizione nella Commissione Giustizia della Camera dei Deputati ha dichiarato “di essere contrario all’incorporazione” dei servizi del DGM in altri organismi del Ministero, secondo il nostro parere una delle due Direzioni Generali previste per il Dipartimento dovrebbe continuare ad occuparsi dei beni e del personale della giustizia minorile, mentre risparmi effettivi potrebbero sicuramente derivare dalla riorganizzazione territoriale e quindi da una riduzione dei Centri per la Giustizia Minorile.

Su questi obiettivi fossero da Lei condivisi, sicuramente troverebbe al Suo fianco la nostra organizzazione.

Infine, e non per ultimo, Le rappresentiamo che sono attualmente in corso le procedure di stabilizzazione del personale a tempo determinato della giustizia minorile. Sarebbe opportuno che tali procedure fossero concluse entro il mese di dicembre per consentire finalmente a tutti i lavoratori, dopo oltre dieci anni di precarietà, di stabilizzare un rapporto di lavoro che è essenziale per il buon funzionamento di molti servizi della giustizia minorile.

Nell’augurarle un buon lavoro Le porgiamo i nostri distinti saluti.

Il Coordinatore nazionale
FP CGIL Giustizia Minorile

Gianfranco Macigno

 
 

 
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