Inps: la dirigenza dell’Inps sotto il controllo del Presidente “padrone”

18 Luglio 2011

Comunicato


LEGIONE STRANIERA

 

La convocazione di 34 persone già selezionate dalla Praxi al fine di un’assunzione come dirigenti art. 19, 6comma, presso il nostro Ente, è l’ultimo tassello di un processo di “personalizzazione” dell’INPS da parte del Presidente.

La sempre maggiore influenza di KPMG, la scelta di Dirigenti fuori da ogni logica di valutazione professionale, il controllo della comunicazione, dell’audit (trasformato in corpo di polizia interna) e il costante tentativo di scavalcare ogni tipo di confronto, rientrano in una chiara strategia del presidente commissario, di gestire e controllare direttamente l’Istituto, svuotandolo, inoltre,di compiti e strategie ad appannaggio dei privati con un esborso di denaro pubblico non indifferente e non del tutto giustificabile.

La creazione di una sua legione controllabile sotto ogni punto di vista, si scontra, purtroppo, con una Dirigenza che allo stato attuale sembra vivere della paura di ripercussioni da parte del “padre padrone”.

In questo non idilliaco contesto 20 sedi pilota in tutta Italia stanno sperimentando il nuovo modello organizzativo con non poche difficoltà.

Molte delle sedi sperimentali denunciano:

Un ritorno all’antico con una maggiore parcellizzazione dei processi produttivi.
L’impossibilità di fare formazione causa la scarsità di personale e l’enorme mole di lavoro.
Problematiche relative alle procedure informatiche a supporto del nuovo modello.
Difficoltà nella gestione dei flussi contabili.
Difficoltà nella gestione accentrata del personale
Strutture delle sedi che non supportano il modello di front office cosi come progettato con i cittadini che continuano a vagare per la sede.
E molto altro ancora.

Le sedi pilota continuano a dare servizi gestendo ognuna a modo proprio la fase sperimentale, obbligati dalla inadeguatezza del modello teorico, modificando sul campo il modello originario e trasformandolo in altro.

Lo scopo della sperimentazione è proprio quello di provare un modello studiato a tavolino e vedere se funziona e se non funziona cambiarlo.

Come CGIL abbiamo ritenuto opportuno firmare accordi relativi alla riorganizzazione dell’Ente, che ricordiamo è stata una scelta unilaterale dell’Amministrazione imposta anche da disposizioni normative, per far si che il personale tutto fosse in grado di partecipare attivamente alla fase di riorganizzazione attraverso le proprie OO.SS..
Non è un caso che in quegli accordi venga costantemente ribadito il coinvolgimento delle OO.SS. a ogni livello e soprattutto che il modello prefigurato è un modello flessibile e non rigido.

Noi vogliamo essere parte attiva e non passiva della riorganizzazione e pretendiamo il rispetto degli accordi e il coinvolgimento del personale alle scelte organizzative dell’Amministrazione.

Chiediamo, pertanto, visto che l’attuale fase sperimentale è più caotica che mai e che non tutte le sedi sono partite allo stesso modo, un prolungamento del periodo di sperimentazione e l’istituzione di un osservatorio nazionale sulla fase sperimentale.

Per quel che concerne un ulteriore allargamento delle Sedi sperimentali siamo fermamente contrari.
L’Istituto appartiene ai cittadini non al Presidente, e prima di procedere a qualsiasi ampliamento del nuovo modello occorre che il nuovo assetto sia tarato alla perfezione e garantisca l’erogazione dei servizi in modo migliore del vecchio modello.

Se cosi non fosse allora è evidente che per il Presidente l’Istituto non è altro che una vetrina per mettersi in mostra e raggiunger vette ancor più alte. Utilizzerebbe l’INPS per “spottoni” pubblicitari e poi una volta andato via, verso più prestigiosi incarichi, lascerebbe alle sue spalle solo macerie.

Roma, 20 aprile 2010
 
 

p. il Coordinamento Nazionale FP CGIL INPS
Oreste Ciarrocchi

 
 

 
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