Le cattive notizie per i dirigenti medici e veterinari portate dalla Legge 133

18 Luglio 2011

Le cattive notizie per i dirigenti medici e veterinari portate dalla Legge 133

 
Il DL 112 (la manovra d’estate del Governo) è purtroppo ieri diventata Legge (la n. 133 del 21 agosto 2008 pubblicata sulla G.U. n.195 del 21/08/08, Supp.Ord.n°196) e porta ai medici e veterinari pubblici tante cattive notizie:

* Riduce di circa 9 mld i fondi per la sanità programmati per il triennio 2009-2011.

* Subordina l’accesso al finanziamento dovuto alle Regioni, ad un nuovo Patto da sottoscrivere entro il 31 ottobre 2008, che dovrà prevedere, tra l’altro- oltre alla reintroduzione dell’odioso ticket anche per gli esenti nelle Regioni in deficit – una riduzione dei posti letto, dei medici e di tutto il peronale, e conseguentemente dei relativi fondi integrativi, nonchè la fissazione dei parametri per le strutture semplici e complesse, verosimilmente tendenti ad una loro sensibile riduzione.

* Abolisce per i medici ospedalieri il diritto al riposo di 11 ore di riposo consecutivo ogni 24 ore e il tetto massimo delle 48 ore di lavoro settimanali.

* Nell’ambito del lavoro flessbile vieta alle aziende di utilizzare il medesimo medico con più tipologie contrattuali per periodi superiori al triennio nell’arco dell’ultimo quinquennio.

* Limita il turn over nel 2009 ad un medico ogni 10 cessati dal servizio nel 2008.

* Riduce del 10% rispetto al 2004 le risorse per la contrattazione integrativa.

* Allunga i tempi per la definitiva approvazione del contratto nazionale, prevedendo in caso di certificazione non positiva della Corte dei Conti la riapertura delle trattative.

* Decurta la retribuzione nei primi 10 giorni di assenza per malattia, escludendo solo quelle dovute ad infortuni sul lavoro, a causa di servizio, a ricovero ospedaliero o in day hospital, nonché le patologie gravi che richiedano terapie salvavita. E se il medico si riammala nello stesso anno, i 10 giorni riscattano! Inoltre, al contrario di quanto sbandiera Brunetta, i risparmi li incamera l’azienda e non possono essere utilizzati per incrementare i fondi della contrattazione integrativa. Costringe i medici malati a non uscire di casa dalle 8 alle 13 e dalle 14 alle 20.

* Conferisce alle aziende – nel caso di raggiungimento di 40 anni di contributi compresi i riscatti – di poter “risolvere” il rapporto di lavoro con un preavviso di sei mesi. La norma non vale per i professori universitari e i magistrati.

* Infine, attribuisce alle aziende anche la possibilità di negare la richiesta di mantenimento in servizio per un periodo massimo di un biennio oltre i limiti di età per il collocamento a riposo (cioè da 65 a 67 anni).

Se non ci saranno fatti nuovi, non possiamo che confermare i tre giorni di sciopero e la manifestazione nazionale a Roma, già annunciati per ottobre unitariamente alle altre organizzazioni sindacali mediche.

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