Medici – Gravissimi ritardi sugli Ospedali Psichiatrici Giudiziari. Governo e Regioni accelerino la chiusura

18 Luglio 2011

NEWS

Gravissimi ritardi sugli Ospedali Psichiatrici Giudiziari. Governo e Regioni accelerino la chiusura

 
Comunicato stampa di Cecilia Taranto, Segretaria Nazionale Fp Cgil
 

La scandalosa situazione nella quale versano i cinque Ospedali
Psichiatrici Giudiziari, ancora di fatto gestiti dal Ministero della
Giustizia, è il frutto avvelenato di un disimpegno del Governo
sull’applicazione della legge di riforma della sanità penitenziaria. La
battaglia di civiltà assunta dal Presidente della Commissione
Parlamentare d’inchiesta sul Ssn, sen. Ignazio Marino, per la chiusura
degli ospedali psichiatrici giudiziaria è anche nostra.
A più di due anni e mezzo dalla riforma, il Governo non ha completato le
procedure per l’assunzione da parte del SSN dell’assistenza sanitaria in
carcere.
Il dipartimento dell’amministrazione penitenziaria continua a esercitare
responsabilità improprie e illegittime: nelle regioni a statuto
speciale, l’assistenza sanitaria, la cura e la prevenzione sono ancora
assicurate dall’amministrazione carceraria e il ritardo sul processo di
chiusura degli Opg è enorme, come denunciato dalla commissione parlamentare.
Queste le responsabilità politiche.
Ma il Governo, i Ministri Alfano e Tremonti, aggiungono a queste
responsabilità politiche quelle morali: solo a settembre del 2010 le ASL
hanno ricevuto i fondi per il 2009, mentre mancano ancora quelli per
l’anno in corso. Il Governo fa cassa sulla salute dei detenuti, non
destinando alle ASL nemmeno i soldi che il Ministero della Giustizia
spendeva per l’assistenza sanitaria prima della riforma: fino al 2007 si
spendevano circa 350 milioni, solo in parte trasferiti alle regioni.
Nessuna certezza, inoltre, per quanto riguarda la copertura dei
finanziamenti per il 2011.
Non si è riusciti nemmeno a completare un riforma a costo zero. Siamo al
“sotto zero”.
E’ vergognoso che ciò avvenga su un tema, la salute, e su un settore, le
carceri, sui quali normalmente si misura il grado di civiltà di un paese
democratico.

 

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