Miur: documento di protesta sulla manovra degli Uffici del MIUR della Toscana

18 Luglio 2011

Documenti dai territori

MINISTERO ISTRUZIONE UNIVERSITA’ E RICERCA
 

Le RSU insieme ai lavoratori dell’USR della Toscana esprimono parere contrario alla manovra finanziaria annunciata e in via di pubblicazione sulla G.U.

– Una manovra pesantissima che coinvolge i giovani, i lavoratori dipendenti, che determina il licenziamento di decine di migliaia di precari, taglia le risorse alle regioni e quindi al welfare, toglie autonomia e linfa agli enti di ricerca. Questa manovra aggrava sempre più la crisi, scaricandone i costi sul mondo del lavoro nel suo complesso. Una vera e propria manovra di classe, condita con alcune insignificanti misure demagogiche (taglio del 10% dello stipendio dei politici).
– Colpisce indiscriminatamente il lavoro pubblico, svilendo il nostro ruolo come servizio indispensabile per la vita del paese. Dopo la lunghissima propaganda denigratoria del Ministro della funzione pubblica, che ha criminalizzato tutti, senza operare nessun efficace risanamento dei servizi, che ci ha dipinti come fannulloni e peso per la società, oggi si può annunciare senza temere alzate di scudi o
solidarietà da parte dell’opinione pubblica,che fino al 2013 non ci verrà riconosciuto nessun incremento stipendiale, che non sarà erogato il salario accessorio , che nel nostro comparto è già ben poca cosa!
– Attraverso noi si colpirà, se ce ne fosse ancora bisogno, la scuola pubblica mettendo definitivamente in discussione il suo ruolo formativo e garante per l’accesso di tutti all’istruzione. Ma un paese che decide in poche ore di tagliare associazioni e fondazioni culturali è un paese che ha deciso, per volontà del suo governo, di fare a meno della cultura e quindi di avere uno sguardo corto sul futuro, anzi di non averlo affatto.
– la responsabilità della crisi finanziaria ricade quindi interamente sulle categorie deboli e, come dice Epifani, questa è “… una manovra caratterizzata da una forte iniquità sociale, in cui il grosso dei sacrifici è sulle spalle dei lavoratori pubblici, ma anche privati e senza alcuna misura di sostegno a occupazione e investimenti… chi ha un reddito di un milione l’anno non viene toccato, chi invece guadagna poco più di mille euro non potrà andare in pensione. Questo dà il segno dell’iniquità di questa manovra”. Non potremmo dirlo con parole migliori e
soprattutto non possiamo accettare la richiesta di ulteriori sacrifici senza che ci sia la prospettiva futura di un paese migliore con la garanzia di un futuro dignitoso per i giovani.

31 maggio 2010

RSU e lavoratori dell’U.S.R. e degli Uffici Territoriali della Toscana

 
 
 

 
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