Nota n. 4 sui processi di stabilizzazione

18 Luglio 2011

Nota n. 4 sui processi di stabilizzazione

Alle segreterie regionali, territoriali,
di area metropolitana
LORO SEDI

Dopo la sottoscrizione da parte delle Regioni e delle Autonomie Locali del Patto per il Lavoro Pubblico siglato tra Governo e Sindacati, si avvia una nuova fase di riordino delle Pubbliche Amministrazioni che, così come scritto negli accordi stipulati, dovrà rimette al centro di questo processo la qualità dei servizi, l’organizzazione del lavoro, la crescita e la valorizzazione professionale degli addetti, la semplificazione delle procedure, dando vita così ad una azione di rilancio della funzione sociale del servizio pubblico.

Questi obiettivi fondano il proprio presupposto su alcune condizioni nodali:

1. La determinazione dei risparmi di spesa intervenendo sui costi complessivi di gestione per tagliare soprattutto laddove esistono sprechi, duplicazioni ed inutili passaggi procedurali, affidamenti all’esterno di attività riferite al core delle singole amministrazioni.
2. il reinvestimento di parte dei risparmi ottenuti per favorire la crescita e la valorizzazione professionale degli addetti e per sostenere le assunzioni di personale precario.
3. Nuove dotazioni organiche per consentire sia le stabilizzazioni, in base a piani occupazionali concordati con il sindacato, che le progressioni di carriera del personale coinvolto nei processi di riqualificazione, e riordino delle attività.

La stabilizzazione del precariato non può prescindere dal progetto complessivo di riorganizzazione di ciascuna amministrazione; altrimenti forte sarebbe il rischio di rendere tali assunzioni avulse dai processi di razionalizzazione ed ottimizzazione previsti per tutta la P.A., fondati sul riconoscimento del ruolo e del valore del lavoro pubblico.
Entrando nel merito delle problematiche fin qui riscontrate nell’applicare la Finanziaria, segnaliamo che alcune amministrazioni si stanno orientando ad indire concorsi pubblici per stabilizzare i propri precari, in maniera diversa da quanto previsto dalla stessa.
Al fine di evitare equivoci interpretativi ribadiamo che le modalità di stabilizzazione partono dal presupposto che non si tratta di nuove assunzioni ( per le quali ci sarebbe l’obbligo del concorso, escluse le categorie che richiedono l’assunzione diretta tramite collocamento), bensì della trasformazione di rapporti di lavoro a tempo determinato, in atto da almeno tre anni, in lavoro stabile .
Il personale precario ha già sostenuto, al tempo dell’assunzione, prove selettive e concorsuali che ne hanno verificato la capacità ed il possesso dei requisiti professionali necessari per poter lavorare nella Pubblica Amministrazione.
E’ evidente quindi l’inutilità di espletare ulteriori selezioni per accertare il possesso di requisiti già appurati.
Solo nel caso in cui i lavoratori in questione non abbiano espletato alcuna prova la norma prevede l’ avvio di una procedura selettiva volta ad accertare il possesso dei requisiti professionali e culturali necessari; in ogni caso non attraverso concorso pubblico perchè, lo ripetiamo, non si tratta di nuove assunzioni.
Segnaliamo inoltre alcune difficoltà che si potranno incontrare nel corso delle stabilizzazioni del personale medico e veterinario precario che, come è noto è equiparato alla dirigenza.

Per quanto ci riguarda evidenziamo innanzitutto :

– L’avvenuto riconoscimento dei curricula professionali, di ricerche e pubblicazioni, dottorati e specializzazione al momento dell’assunzione.
– L’espletamento della professione, pur con contratti a termine, è strettamente incardinata nella struttura sanitaria e/o ospedaliera con una presenza strutturata al pari del personale medico inquadrato.

Tali condizioni ben evidenziano la necessità di dare al più presto certezza e dignità ad un lavoro altamente qualificato che comporta grandi responsabilità nei confronti degli assistiti; per questa ragione questi lavoratori, al pari di tutti gli altri precari, hanno diritto ad essere stabilizzati dopo anni ed anni di una attività svolta senza tutele, diritti contrattuali, e possibilità di crescita professionale.
Con la consapevolezza che su questi lavoratori pende l’obbligo del concorso ai fini dell’accesso, riteniamo ragionevole ipotizzare che per i medici ed i veterinari che non sono mai entrati in nessuna graduatoria in seguito ad un concorso pubblico per dirigenti del Ssn, solo per questo caso, la trasformazione del rapporto di lavoro debba essere accompagnata da una prova selettiva concorsuale; non pubblica perché rientrante nelle fattispecie previste dalla Finanziaria per la stabilizzazione del precariato. 
Nel riconfermare la disponibilità del Centro Nazionale nei confronti delle strutture in indirizzo per la risoluzione delle problematiche che si potrebbero determinare nel corso delle trattative per la stabilizzazione del personale precario, ricordiamo il nostro invito ad inviare gli accordi di stabilizzazione stipulati e le relative modalità di attuazione al fine di socializzare e fare condividere nel modo più ampio le esperienze già maturate.

p. la Segreteria Nazionale Dipartimento Welfare
Mauro Beschi
Dipartimento Welfare- Diritti, Lavoro Politiche del Lavoro
Gian Guido Santucci

Roma 28 marzo 2007

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