Sicurezza – Polizia Penitenziara – Relazioni sindacali C.R. Mamone

18 Luglio 2011

Relazioni sindacali C.R. Mamone

 

 
Prot.n. CS 55/2007 del 26.02.2007

Al Capo del Dipartimento A.P. Pres. Ettore Ferrara
Al Vice Capo del Dipartimento A.P. Dr. Di Somma
Al Vice Capo del Dipartimento A.P. Dr. D’Alterio
Al Direttore Generale del Personale e della Formazione Dr. Massimo De Pascalis
Alla Segreteria regionale Fp Cagliari
Alla Segreteria comprensoriale FP Nuoro
Ai Delegati ed iscritti FP CGIL Polizia penitenziaria Mamone

Relazioni sindacali C.R. Mamone.

Egregio Presidente,
considerevoli e – purtroppo – quasi sempre infruttuosi sono stati gli interventi prodotti dalla Fp Cgil in questi ultimi anni sulla gestione della Casa di reclusione di Mamone e, in particolare, sull’assenza di un corretto sistema di relazioni sindacali improntato al dialogo costruttivo, al rispetto delle parti e, soprattutto, delle regole stabilite.
Ciò probabilmente – a giudizio della scrivente O.S. – anche per la scarsa propensione del Provveditorato regionale di Cagliari a declinare sul territorio di propria competenza linee di indirizzo chiare ed inequivocabili sul tema, a verificarne puntualmente l’osservanza e l’applicazione, al fine di incrementare e mantenere elevata l’efficienza dei servizi istituzionali congiuntamente al miglioramento delle condizioni di lavoro e alla crescita professionale degli operatori della Polizia penitenziaria, portatori di diritti oltre che di doveri.
Uno dei rari segnali fatti pervenire in questi ultimi tempi da quella Direzione generale, infatti, riguarda il recente infruttuoso sforzo compiuto al tavolo regionale per dirimere solo l’ultima delle numerose questioni che permangono tuttora irrisolte presso l’istituto di Mamone: la pretesa della direzione – contrastata da questa O.S. – di istituzionalizzare il ricorso al lavoro straordinario programmato, peraltro vietato dal vigente Accordo nazionale quadro.
In qull’occasione, sotto l’egida del Provveditore, le parti erano riuscite a trovare un accordo che definiva chiaramente i criteri e le modalità di organizzazione del lavoro, escludendo a priori la possibilità di ricorrere a sistemi di programmazione del servizio che comportassero prestazioni lavorative straordinarie, per quanto poi assoggettate a recupero.
Tempo e fatica sprecati, a giudicare dalle notizie pervenute in questi giorni alla Fp Cgil, che raccontano di una incomprensibile quanto intollerabile marcia indietro di quella direzione, tesa esclusivamente ad imporre la propria volontà sull’organizzazione del lavoro, facendosi così beffe delle norme vigenti, delle istanze degli operatori coinvolti, del sindacato e soprattutto di codesta Amministrazione, che aveva garantito per il raggiungimento dell’accordo.
Comportamenti che reputavamo ormai superati, ma che se riproposti senza alcun intervento di reprimenda, la direbbero lunga sulla capacità di codesta amministrazione di assumere le proprie responsabilità rispetto a gestioni che si atteggiano ad intolleranza manifesta, anziché sulla corretta regolazione dei rapporti che assicurino il rispetto per la dignità del personale, per le rappresentanze dei lavoratori e per le forme di partecipazione sindacale contrattualmente garantite.
A distanza di anni dalla smilitarizzazione del Corpo, dalla sindacalizzazione della Polizia penitenziaria, dalla statuizione di regole democratiche e dalla contrattazione delle condizioni di lavoro, c’è evidentemente chi ancora considera il proprio ruolo come una concessione di un privilegio feudale, ai cui poteri devono sottomettersi i lavoratori e le rappresentanze sindacali senza pretendere di confrontarsi sulle ricadute della gestione e sull’organizzazione del lavoro.
In considerazione di quanto sopra e, anche, di quanto già largamente segnalato a codesto Dipartimento nel passato, la Fp Cgil reputa ormai inevitabile chiederLe di approfondire seriamente la valutazione della problematica esposta e procedere al tempestivo avvicendamento della predetta direzione; ciò al fine di ristabilire quanto prima un sereno clima lavorativo – oggi reso davvero impossibile – che favorisca la ripresa di un dialogo corretto e costruttivo tra le parti, di riproporre il mantenimento di adeguate e partecipate condizioni di lavoro, di garantire il rispetto delle norme pattizie vigenti e, soprattutto, dei diritti del personale operante.
Del resto, fino ad oggi questa O.S. ha sempre responsabilmente evitato di assumere atteggiamenti di chiusura e scontro nei rapporti con quella direzione, preferendo privilegiare – anche quando oggettivamente non ne sussistevano i presupposti – il ricorso al dialogo costruttivo. Ora basta, però!
L’eventuale assenza dei necessari, auspicati provvedimenti da parte codesta Amministrazione centrale sulla questione – possibilità che auspichiamo possa essere del tutto remota – costringerà la Fp Cgil a valutare tutte le iniziative sindacali ritenute necessarie a tutelare i diritti e la dignità professionale del personale di Polizia penitenziaria in servizio presso quella sede.
Si resta in attesa di cortese urgente riscontro.
Cordialmente

Il Coordinatore nazionale FP CGIL Polizia penitenziaria
Francesco Quinti

 

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