Roma, 12 luglio 2011
Al Capo del DAP
Pres. F. Ionta
Al Vice Capo del DAP
Dott. E. di Somma
Al Direttore Generale
del Personale e della Formazione
Dott. R. Turrini Vita
Al Direttore Generale
dell’Esecuzione Penale Esterna
D.ssa L. Culla
e, per conoscenza
All’Ufficio per le Relazioni Sindacali
Dssa P Conte
Oggetto: problematiche del sistema dell’esecuzione penale esterna – UEPE
Che il sistema penitenziario sia precipitato in una crisi culturale, politica ed istituzionale senza precedenti è oramai un dato di fatto.
Così come è un dato di fatto che il sistema dell’esecuzione penale trova la sua immediata e maggiore rappresentazione nella drammatica ed inumana condizione delle carceri, contenitore di gravi problematicità gestite malamente, con pressapochismo da un apparato istituzionale miope e/o incapace tanto da dover oggi fare i conti con una vera e propria crisi umanitaria determinata dal sovraffollamento incontrollabile degli istituti penitenziari per la maggior parte angusti e fatiscenti e da una grave carenza di risorse umane ed economiche che porta a vanificare i principi della carta costituzionale cui si riferisce il mandato istituzionale.
Il sistema dell’esecuzione penale, però, non si caratterizza esclusivamente per la detenzione intramuraria. Allo stesso appartiene, quale parte integrante del sistema penitenziario, il settore degli UEPE (uffici per l’esecuzione penale esterna) cui sono demandati per Legge gli interventi di osservazione e di trattamento in ambiente esterno per l’applicazione e l’esecuzione delle misure alternative, delle sanzioni sostitutive e delle misure di sicurezza, nonchè gli interventi per l’osservazione e il trattamento dei soggetti ristretti negli istituti ed il coordinamento delle attività di competenza nell’ambito dell’esecuzione penale con quella delle istituzioni e dei servizi sociali che operano sul territorio.
Un settore complesso ed importante, dunque, le cui competenze sfuggono non solo all’immaginario collettivo ma, purtroppo, anche agli addetti ai lavori soprattutto se ne sono i massimi responsabili istituzionali.
Le gravissime problematiche che interessano gli UEPE e tutti gli operatori del settore sono state più volte rappresentate da questa O.S. ai vertici dell’amministrazione e, dalla periferia numerose a tutt’oggi sono le mobilitazioni avviate sui territori che denunciano il grave disagio operativo e professionale delle lavoratrici ed i lavoratori divenuto intollerabile e fortemente insostenibile
Gravissima è la carenza di risorse umane notevolmente inadeguate ai carichi di lavoro sempre più gravosi.
Alcuni dati: a fronte di un organico previsto di 55 dirigenti di esecuzione penale attualmente ne sono in servizio solo 38, numero assolutamente insufficiente a coprire i 57 uffici dei quali 37 dirigenziali e di questi 11 sono gli UEPE senza dirigente. Gli assistenti sociali risultano essere in organico 1077 unità a fronte delle 1507 con una carenza di 430 unità.
Una situazione evidentemente drammatica che, con i previsti tagli degli organici e delle risorse economiche, con il blocco del turn over e delle assunzioni (l’ultimo concorso risale a più di dieci anni fa), a breve comporterà la paralisi totale del sistema.
Se a ciò aggiungiamo la gravissima carenza di risorse economiche e strumentali tali da compromettere l’espletamento del compito istituzionale demandato agli UEPE, possiamo senz’altro affermare che il blocco del sistema è già in corso.
Lascia basiti l’atteggiamento dell’amministrazione che, invece di avanzare un progetto organico mirato ad arginare con urgenza l’imminente devastante deriva che investe tutto il sistema dell’esecuzione penale, interviene con disposizioni inique e vessatorie (vedi circolare sull’orario di lavoro o la disposizione discriminante relativa al part-time) le quali, oltre a non tener conto dello status quo, gravano in maniera persecutoria sul già esiguo numero di lavoratori e sul loro disagio operativo, mortificandone i bisogni personali e familiari e gli aspetti professionali.
Alle numerose denunce di malessere del settore da tempo rappresentate ai vertici dell’amministrazione, all’oramai acclamato stato di agitazione del personale, indetto dalla nostra OS e non solo, che a macchia d’olio si sta estendendo alle varie sedi territoriali, ha fatto seguito solo qualche timido intendimento che però non trova nell’immediato alcuna incisiva e seria soluzione .
Crediamo sia venuto il momento di dire basta, basta ai falsi annunci e alle false aspettative (vedi ad es. il progetto Master finanziato dalla cassa per le ammende, ecc. ) è ora di interventi concreti e urgenti a tutto campo che non possono essere procrastinati ulteriormente.
A tal proposito sarebbe interessante conoscere se i gruppi di lavoro la cui istituzione è stata annunciata nel documento programmatico presentato nel corso dell’incontro con le OO.SS. del dello scorso aprile, abbiano avviato i lavori su specifiche tematiche tra le quali”la riforma della disciplina delle misure alternative”e le cui risultanze dovrebbero contribuire alla formulazione di proposte per il miglioramento del sistema dell’esecuzione penale.
Sarebbe oltremodo interessante conoscere i tempi che necessari per la formulazione di un eventuale progetto .
Ebbene Presidente, il personale penitenziario, la popolazione detenuta, la società civile, non possono più attendere.
La CGIL FP chiede, pertanto, che venga avviato a breve un tavolo di confronto sulla questione degli UEPE, sulla loro specificità istituzionale e sui lavoratori agli stessi afferenti, e comunica sin d’ora che ulteriori differimenti riguardo la sua definizione, ci vedrà costretti ad intraprendere tutte le iniziative di prerogativa sindacale necessarie per tutelare i lavoratori e per sostenere il diritto all’esercizio del loro mandato istituzionale.
In attesa di sollecito riscontro si porgono cordiali saluti.
La Coordinatrice Nazionale DAP
Lina Lamonica