Inpdap: documento coordinamento regionali Puglia del 18 novembre

01 Dicembre 2011

 
 

Dai territori

 

  
COORDINAMENTO REGIONALE INPDAP PUGLIA

LO SFASCIO
 

Non mi è mai piaciuta l’idea dell’uomo solo al comando, del “ghe pensi mi”. Non solo per ragioni ideologiche, è chiaro, ma anche perché nessuno può avere, in organizzazioni complesse come l’INPDAP, il vero polso della situazione e nello stesso tempo anche le soluzioni, senza avere mai un serio confronto con i problemi e con gli operatori – che saremmo poi noi. Ad alimentare questa spirale autoreferenziale c’è anche una Dirigenza, di prima e seconda fascia, allineata e coperta sulle posizioni del “manovratore”, chiunque sia il manovratore e, peggio, qualsiasi siano le posizioni. La meritocrazia in INPDAP per anni ha significato questo ed è mancato proprio nel Management quella spinta a cambiare, a condividere, a partecipare e coinvolgere tutti per migliorare l’istituto, ad esporsi per il “bene comune” anche a costo delle proprie tranquille carriere, mortificando a volte risorse e competenze, per inseguire riorganizzazioni velleitarie, con programmi altrettanto velleitari di cui l’ultimo in ordine di tempo è la valutazione e la performance.
Tuttavia, dopo la firma del CCIE 2011, operata da una sola Sigla Sindacale, la CISL, e dopo la lettera del Direttore Generale Dr. Pianese, non posso consentire che venga offesa anche l’intelligenza delle persone, dei colleghi con cui ogni giorno lavoro. L’uomo solo al comando aveva bisogno di portare a casa il risultato dell’approvazione di questo CCIE, con dentro tutte quelle cose che ci stanno – e che tutte le Sigle, tranne la CISL, hanno ritenuto altamente inaccettabili – per i suoi padrini Sacconi e Brunetta. Era il suo compitino – che niente ha a che fare con il miglioramento e la tenuta di questo Istituto – e lo ha fatto, con l’approvazione del 23% scarso del personale dell’Ente. Ammesso ma non concesso che chi ha firmato per la CISL rappresenti oggi, dopo – scusate l’espressione – l’appecoramento costante degli ultimi anni alle posizioni dell’Amministrazione – o del governo – una percentuale così alta di lavoratori. Non credo proprio.
Anzi, per essere maligno credo che la Cisl avesse avuto assicurazioni che le elezioni RSU 2011 non ci sarebbero più state. Peccato per Pianese e la Cisl, ma nel frattempo, Brunetta, Sacconi  sono andati a casa insieme a Berlusconi, l’esempio ispiratore del nostro DG. Che quindi dichiara: “… Quello appena firmato è un contratto che, auspico non solo nella valutazione dell’Amministrazione, risponde, nell’attuale quadro normativo ed economico del Paese, alle esigenze dei colleghi. Giuridicamente completo, non è un contratto politicamente debole….” Ma ci vuoi convincere?! Ma quando mai. C’è uno sfascio dilagante, una organizzazione capotica ed a volte senza senso, scricchiolii continui che annunciano la frana, l’INPS che incombe, l’informatica che non funziona e ci vieni a parlare del CCIE come del toccasana che risponde alle nostre esigenze. Come si fa a dire che non è un contratto politicamente debole quello firmato da una sola sigla che adesso disperatamente sta cercando di convincere i colleghi con riunioni a raffica che era cosa buona e giusta, oltre che conveniente? Se lo era veramente perché non confrontarsi prima con i lavoratori e con le altre Sigle? E perché le altre sigle, sedute allo stesso tavolo, non lo hanno capito? Si, è vero, la L. 150 ha riformato la L. 165 e non servirebbe più che un contratto venga firmato dalle OO.SS. rappresentative del 50% + 1 dei lavoratori. Ma c’è qualcuno che pensa che la L. 150 possa reggere proprio in questa parte alle eccezioni di costituzionalità già impiantate? Non credo ci sia qualche imbecille che possa pensare che sia possibile da parte di una Amministrazione anche con l’1% di una Sigla X di ritenere valida una concertazione che tratta di fondi che sono nostri! E che dire delle affermazioni della dirigente Regionale CISL INPDAP Puglia quando afferma, come se fosse un vanto, che a questo punto tutti noi delle altre Sigle non possiamo sederci al tavolo delle trattative?! Ma se questa è la posizione della CISL rispondo che è un ONORE per le altre Sigle non sedersi con loro ad un tavolo minoritario e nel quale loro NON RAPPRESENTANO PIU’ I LAVORATORI, ma altri interessi che niente ha che fare con la tutela degli stessi! E’ un autogol pazzesco per loro aver firmato l’accordo! Un CCIE che introduce, non su somme aggiuntive come previsto dall’accordo firmato da CISL e UIL, una valutazione economica differenziata con i nostri fondi, “…perché elemento ineludibile in una evoluta e sofisticata organizzazione quale è quella dell’l’Inpdap.”
            Sull’evoluta e sofisticata organizzazione non mi soffermo perché lo viviamo tutti i giorni con quale difficoltà cerchiamo di rendere alla nostra utenza servizi anche a dispetto delle discrasie informatiche, delle carenze della nostra banca dati, dei problemi organizzativi. Quello è il campo d’azione di un buon Direttore Generale. Ma, come diceva Longanesi, gli Italiani preferiscono le inaugurazioni alla manutenzione. E quindi vai con questo reality INPDAP, inaugurazioni di Campus, stand alla festa dell’Amicizia, valutazione, progetti di medio termine – assolutamente privi di realtà – come il piano triennale della performance, all’interno del quale non sono contenuti solo obiettivi strategici di carattere produttivo. ma l’accelerazione che l’Amministrazione vuole imprimere all’automazione delle prestazioni. Sì, ragazzi. Da qui a due anni, con l’utilizzo della versione più sofisticata di SIN, si vuole arrivare all’erogazione della prestazione che inizia con il sistema che attinge direttamente dalla banca dati le informazioni e le elabora fino all’emissione del provvedimento. L’operatore avrà l’unico ruolo di raccogliere i fogli e verificare. Bellissimo. Peccato che la banca dati dell’Inpdap sia quella che conosciamo e ci vorrà almeno un quinquennio per renderla passabilmente accettabile. Se ci lavorano pure le Amministrazioni. Vogliamo scommettere? Altrimenti nisba!
            Lo sapeva questo, egregio Direttore Generale? E che dire sui numeri previsti nel ritocco all’organico di alcune Sedi piccole. Ma lo sa che sotto i 15, 16 dipendenti una Sede non può strutturalmente esistere per rispondere alle esigenze dell’utenza? Non era questo il compito insito nel suo ruolo, cioè quello di organizzare l’Istituto per meglio rispondere ai suoi stakeholders? O questo vale solo per i convegni e le sue spiritose comparsate?
            E che dire dell’idea di lavorare al centro tutti i tfr, tfs, ips e riliquidazioni annesse?! Magnifica. Libera qualche risorsa – perché nel frattempo tra leggi capestro e norme sulle pensioni non sono più molti i collocati a riposo – e consente di utilizzare gli esuberi del centro. Ma se sul tfr non c’è molta difficoltà a riconvertire risorse, su prestazioni che includono buonuscita ed ips non è così semplice operare nel breve periodo lo sviluppo delle competenze necessarie, rinunciando da subito a quello delle periferie. Lo sapeva questo? Glielo hanno riferito? Perché poi quell’utenza che adesso gestiamo direttamente se la prende con noi. E le faccine brutte, le mettono nei nostri urp. Se si limitano solo a questo…
Voglio poi aggiungere qualcosa a quando il Direttore Generale dice: “… non è peregrino ricordare che … la Corte dei Conti la quale, a norma di legge, non certificherebbe mai un CCIE che non comprendesse un adeguato sistema di valutazione delle performance e dell’apporto individuale. …il Contratto 2010, sottoscritto da tutte le OO.SS., fu alla fine ratificato con l’impegno di inserire la valutazione e la valorizzazione del merito nella tornata contrattuale successiva. Al limite si tratterebbe di mantenere impegni liberamente sottoscritti.”
Certo. Non siamo contrari e non osteggiamo in linea di principio nessun sistema di valutazione. Non certo questo modello ridicolo, scientificamente improponibile, unilateralmente proposto dall’Amministrazione ed elaborato dall’INPDAP, come se fosse l’arma finale di brunettiana memoria – eh sì, caro Dr. Pianese, ei fu – contro i lavoratori. Ed i cui meccanismi sono custoditi come un segreto di stato tanto che solo la dirigenza è stata informata al riguardo. Si parla di un mitico algoritmo, apparso in sogno di qualche Mente eccelsa dell’Istituto (sic), in corso di sicuro deposito all’Ufficio Brevetti, che misurerà in maniera esatta il nostro apporto lavorativo  individuale. Che c’è? Avete paura di un confronto serio? Ma Dr. Pianese, fate le persone serie. Ormai Brunetta e Sacconi non ci sono più. Il giocattolo che avevate preparato per loro, per farvi belli ai loro occhi, è una bufala colossale. Elsa Fornero è una studiosa, competente. Se Le fate vedere questa cosa vi manda a dirigere le faccende domestiche di casa vostra.
E’ finito la reality “l’Inpdap dei Fumosi” o “Grande Inpdap”. Ed è finito il mondo delle imposizioni senza confronto. Ci sono dei sacrifici da fare, mio caro Direttore Generale. Uno di questi comporta di lasciare perdere i sogni di gloria – a nostre spese – ed impegnarsi, con l’apporto costruttivo di tutte le parti, a costruire modelli organizzativi, meccanismi di valutazione, piano della performance discussi condivisi con tutti, in particolare con i lavoratori che sono l’INPDAP MIGLIORE! Ed allora si metta a lavorare seriamente invece di giocare a fare il Direttore Generale ed a sparare cazzate. Se non è capace, se non vede lo sfascio che sta contribuendo notevolmente a creare, se non si rende conto che non è più tempo di lettere al personale o proclami – di fuffa per intenderci – segua l’esempio del suo mentore. L’altro del “ghe pensi mi”. Prima che lo “spread” tra l’Inpdap ed i bisogni dell’utenza diventi così elevato da superare il punto di non ritorno. 
 

IL COORDINATORE REGIONALE
    Spinelli Francesco Antonio
                                                                                                                         

BARI, 18 novembre 2011

 

 
 
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