MIBAC: Effetto spending sul Mibac dopo il maxiemendamento – comunicato

01 Agosto 2012

 

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EFFETTO SPENDING SUL MIBAC DOPO IL MAXIEMENDAMENTO

 

  
COMUNICATO 

Il D.L. 95/12,  decreto sulla spending review, è arrivato al suo giro di boa con l’approvazione del Senato dietro l’ennesima fiducia posta dal Governo accompagnato da un maxiemendamento che in parte modifica le previsioni iniziali. Alcune di queste modifiche sono il frutto di una battaglia emendativa che ha posto in luce decisioni incomprensibili che avrebbero comportato gravi rischi occupazionali per i lavoratori interessati ed un grave vulnus all’organizzazione del Ministero tramite la iniziale previsione di soppressione dell’Istituto per i Beni Sonori e Audiovisivi.
Naturalmente le modifiche intervenute non modificano il giudizio di fondo sull’intera operazione: si tratta di tagli lineari, fatti con l’accetta, che comporteranno una sensibile riduzione dei servizi primari ai cittadini, come la salute e l’istruzione, che mortificano l’occupazione nel pubblico impiego, riducono la presenza dello stato sul territorio, producono ulteriori impoverimenti dei nostri salari con il prolungamento del blocco dei rinnovi contrattuali, accrescono le divisioni tra i lavoratori e non incidono minimamente sulle prospettive di sviluppo del nostro paese, perpetuando una situazione di crisi economica i cui indicatori sono evidenti nelle previsioni di decrescita del PIL e della occupazione.
Sono questi i motivi fondamentali che hanno indotto la FPCGIL e la UIL PA ad indire lo sciopero generale del 28 settembre 2012 in risposta ad una politica economica iniqua e vessatoria verso i servizi ed i lavoratori pubblici.
 

Tagli al costo del lavoro.
 
Il decreto convertito al Senato conferma il taglio del costo del lavoro del 10% del personale e del 20% dei dirigenti. Un provvedimento che rimette punto a capo la questione dell’occupazione al MIBAC e che è del tutto contraddittoria rispetto alla decisione, attuata nel decreto cosiddetto “Salva Italia”, di non procedere al taglio dell’organico MIBAC. L’effetto di questo taglio sarà l’azzeramento quasi totale delle vacanze in organico. La previsione attuale del fabbisogno teorico, pari a complessive 22232 unità si ridurrà a circa 19.000 – 19.050 unità di personale previste a fronte di una dotazione organica presente alla data attuale pari a 18.950 unità. Resta in piedi, teoricamente, la possibilità di accedere alle assunzioni previste per il 2013, sulla base delle autorizzazioni contenute nel decreto Salva Italia, ma naturalmente il taglio dell’organico, unitamente alle ridotte previsioni di uscite per pensionamento a seguito della riforma Fornero ed all’inserimento, sia pure in extra organico del personale proveniente dagli enti dismessi, non consente di poter  fare previsioni adeguate sulla creazione di posti in organico in quantità tali da consentire una ripresa delle politiche occupazionali al MIBAC. Pertanto siamo in presenza di un taglio pesante, in parte attenuato dalla mancata creazione di esuberi, che rischia di avere un effetto esiziale sulle già ridotte al lumicino capacità organizzative dei servizi che il ministero è chiamato a garantire. Va sottolineato, inoltre, che le procedure di messa in pensionamento anticipato, nonché le altre misure previste dal decreto(collocamento in altre amministrazioni o messa in disponibilità con stipendio ridotto), riguardano solo le situazioni in cui si determineranno gli esuberi.
Pesante è invece il taglio del 20% delle funzioni dirigenziali, che determinerà un esubero tra gli stessi. La logica del taglio lineare in questo caso non tiene conto di alcuni fattori di buon senso, per esempio il rapporto numerico tra dirigente e dipendenti, che al MIBAC è tra i più alti tra i ministeri. La conseguenza sarà una ulteriore razionalizzazione dell’apparato periferico, con pesanti riflessi sulla operatività sul territorio. Anche in questo caso la portata di questo taglio andrà vagliata unitamente ad altre previsioni contenute nel decreto che contemplano la riorganizzazione su base regionale e interregionale delle strutture ministeriali territoriali, il ruolo di coordinamento e controllo che si vuole assegnare agli Uffici Territoriali di Governo e la prevista, sia pure in tempi differiti, riduzione della Province.
 

Società in house.
 
Il maxiemendamento salva le società in house che operano per interessi generali e nel campo dei beni culturali. Pertanto viene a cadere la previsione di soppressione dell’ALES, anche se l’insieme delle norme previste costringerà l’Amministrazione ad una adeguata riflessione su ruolo e funzioni di questa società in riferimento alle attività che può svolgere. Noi riteniamo estremamente importante il fatto che siano tutelati i livelli occupazionali ed in particolare adesso chiediamo che per i lavoratori inseriti in questa società venga applicato un contratto di lavoro più adeguato e coerente alle sue funzioni e che venga finalmente risolta la questione della tipologia del rapporto di lavoro, applicando il tempo indeterminato a tutti i suoi dipendenti.
Viene mantenuta invece la soppressione di Arcus, con la decorrenza rinviata al 1 gennaio 2014. Uno dei pochi aspetti positivi del decreto, che opera una reinternalizzazione di funzioni e risorse per gli investimenti nei progetti di tutela e valorizzazione del nostro patrimonio, sottraendola ad una gestione che certo non ha brillato per trasparenza gestionale.
 

Centro Sperimentale e Istituto per i beni sonori e audiovisivi.
 
Il maxiemendamento semplicemente cassa l’intera operazione. Una vittoria per tutto il movimento della società civile, dei lavoratori, degli artisti e degli intellettuali che si sono mobilitati con noi per combattere questa assurda decisione. Una vittoria della società civile ed una ennesima pessima figura del MIBAC, che aveva avviato una processo così delicato in modo inaccettabile per superficialità e mancanza di conoscenza della proprie strutture interne. Ci si chiede quale sia il livello di governance della organizzazione se nemmeno si conosce la dimensione organizzativa andando a chiedere la soppressione di uno degli Istituti più prestigiosi che il Mibac possiede. Un sacrificio per poter acquisire una parte della Fondazione Centro Sperimentale di Cinematografia, che avrebbe subito la perdita della Cineteca Nazionale. Quindi noi esprimiamo soddisfazione per essere riusciti, insieme a tanti, a fermare questa operazione, ma rimangono pesanti interrogativi sulla gestione del Ministero e sulla spregiudicatezza con la quale si pianificano operazioni di questa portata.

 
SPOIL SYSTEM ALL’ITALIANA – NO DELLA CORTE DEI CONTI

In appendice a questa breve disanima del decreto sulla spending vogliamo informarvi che la Corte dei Conti del Lazio ha rigettato le nomine dei dirigenti della SBAP Lazio e dell’Etruria Meridionale, dichiarandole illegittime. Le motivazioni ricalcano in parte le critiche che a suo tempo abbiamo mosso verso i criteri utilizzati per queste nomine. Quindi la Corte dei Conti ha stabilito che quelle nomine non sono state fatte rispettando la legge e pertanto dovrebbe ripartire la procedura di messa  a bando dei posti non assegnati. Noi manteniamo al riguardo il condizionale: le nomine certamente hanno avuto una procedura illegittima perchè lo dice il supremo organo di controllo amministrativo, adesso ci auguriamo che l’Amministrazione, a partire dal Ministro,  faccia tesoro di questa esperienza anche se giungono segnalazioni di comportamenti che semplicemente tendono a reiterare la medesima procedura e i dirigenti la cui nomina è stata invalidata per il momento restano al loro posto con delega del Direttore Regionale.
Sig. Ministro, non ci ha mai risposto sulla questione, adesso ci attendiamo da Lei un intervento finalizzato al ripristino della legge: i criteri di scelta dei dirigenti qualificano l’azione di una amministrazione e quella di chi la dirige. Ed anche in questo caso, come per la soppressione della Discoteca di Stato (a noi piace chiamarla così), non ha fatto una bella figura. La vicenda della nomina dei dirigenti in questo Ministero rimane ancora una questione di spoil system all’italiana, tranne qualche lodevole eccezione. E per fortuna c’è ancora  qualcuno in questo paese che ci ricorda che le regole vanno rispettate: allora rispettatele!
Roma, 1 agosto 2012
 

FP CGIL MIBAC
Claudio Meloni


 
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