MIBAC: blocco contrattazione – affossate le aperture straordinarie del 1 maggio e della notte dei musei

15 Aprile 2013

 
 

Affossate dall'Ufficio Centrale di Bilancio le aperture straordinarie del primo maggio e della notte dei musei: è giunto il momento di aprire la vertenza nazionale sui beni culturali

 

 

Oggi abbiamo tenuto una riunione del tavolo nazionale con all’ordine del giorno l’apertura straordinaria del primo maggio e la notte dei musei.
Riunione che purtroppo si è conclusa con un nulla di fatto, a causa dell’indisponibilità degli organi di controllo a registrare il normale accordo di contrattazione che noi da 15 anni stipuliamo sulle iniziative di valorizzazione. La motivazione è nota, ed è riferita alla singolare interpretazione normativa che oggi nega al sindacato la sua ragion d’essere, ovvero la contrattazione,  limitando le nostre prerogative ad una semplice presa d’atto accompagnata da una transazione economica, nella quale dovremmo mettere solo a disposizione dei dirigenti le quote FUA destinate ai progetti. Di conseguenza nessun livello negoziale può essere previsto, a livello nazionale ed a livello locale. Una pretesa inaccettabile, sulla quale l’Amministrazione ha dapprima tentato di metterci la solita classica pezza a colori, prevedendo all’interno della circolare applicativa una sorta di esame congiunto a livello locale sull’articolazione del progetto. Per poi successivamente dover esplicitamente sottolineare l’assurdità di condizioni poste da organi esterni afflitti da cecità burocratica ed ammettere di conseguenza l’impossibilità a proseguire in un confronto condizionato pesantemente da intrusioni esterne di burocrati che ignorano del tutto la specificità del MIBAC e l’importanza dell’offerta culturale determinata dai nostri accordi integrativi di produttività.  A seguito di una telefonata effettuata come ennesimo tentativo presso l’irremovibile Direttrice dell’Ufficio Centrale di Bilancio, la quale ha ulteriormente negato qualunque possibilità di registrazione dell’impegno di spesa in presenza di accordo negoziale tra le parti.
Una esemplare situazione kafkiana che comporta come prima conseguenza l’impossibilità di aprire il primo maggio ed ancora più l’impossibilità di avere questo anno una normale programmazione dell’offerta di fruizione del nostro patrimonio culturale.
Nel corso della riunione abbiamo avuto peraltro il piacere della presenza della Direttrice alla Valorizzazione, dr.ssa Buzzi, la quale ha illustrato le sue scelte invitandoci alla collaborazione e precisando, tra le altre cose, che la notte dei musei è una iniziativa che le è stata specificamente richiesta dal Ministro della Cultura francese. Nella speranza di avere anche noi un Ministro, con tutto il rispetto per l’attuale che però è in regime di prorogatio, vogliamo suggerire alla Direttora di rivolgersi alla sua omologa Direttrice dell’Ufficio Centrale di Bilancio con la richiesta del Ministro francese, non certo a noi, che siamo stati sempre disponibili al confronto ed alla stipula di accordi di produttività. Abbiamo altre osservazioni da fare alla Direttora, ce le riserviamo in altra occasione per motivare il nostro dissenso dalla visione economicistica che ci è parso di cogliere nella sua impostazione programmatica.

Per tornare all’argomento nel corso della riunione abbiamo peraltro chiesto lumi sui fondi propri dell’amministrazione, quelli allocati nel capitolo 1321, con i quali l’anno scorso avevamo finanziato i progetti. Ebbene, manco a dirlo la programmazione economica su queste risorse è bloccata, potete immaginare da chi. Ed il sempre più imbarazzato DG Guarany ci ha dovuto comunicare in sostanza che sempre la sempre più celebre Direttrice dell’Ufficio Centrale di Bilancio ha posto le condizioni per la programmazione di queste risorse ai fini delle iniziative di valorizzazione, ovvero che l’utilizzo dei fondi non debba essere concordato con noi, non essendo fondi FUA.   Quindi l’utilizzo di lavoratori in attività eccedenti la normale prestazione ordinaria per la cui retribuzione si applicano istituti e norme contenute nel CCNL e nel Contratto Integrativo non può avere concordanza sindacale in quanto i fondi provengono da risorse extra FUA mentre per i fondi FUA noi dovremmo semplicemente firmare una transazione economica senza nessuna possibilità di verifica del congruo utilizzo delle risorse, della corretta applicazione dell’accordo e del raggiungimento degli obiettivi. Tutto questo accanimento peraltro non ci risulta prassi all’interno del MEF, ove la distribuzione dei fondi di produttività continua tranquillamente a svolgersi secondo i più classici canoni negoziali, con accordi di produttività firmati e regolarmente registrati. La Direttrice dell’Ufficio Centrale di Bilancio presso il Mibac lo sa? E visto che parliamo di MEF, cosa aspettano a dare le risorse per pagare i lavoratori le prestazioni già effettuate? Lo abbiamo ricordato al DG: non accetteremo ritardi ingiustificati sulla famigerata linea del cedolino unico.
Insomma, non siamo più solo alla politica del rigore, ormai siamo al rigor mortis del Mibac, vittima di organi burocratici esterni che adesso stanno persino impedendo la programmazione ordinaria delle attività. E che stanno invadendo e ledendo l’autonomia gestionale del Ministero, pretendendo di dettarne le linee gestionali ed utilizzando il controllo solo in termini di interdizione.
Per questo abbiamo apprezzato quello che il DG ci ha comunicato dopo il colloquio che immaginiamo aspro con la Direttrice UCB e un altro inutile tentativo  di colloquiare con i vertici del Ministero della Funzione Pubblica, non rintracciabili per impegni concomitanti. Il dottor Guarany ha espresso forte critica verso il comportamento degli organi di controllo preannunciando una richiesta di intervento del Ministro presso il suo omologo della Funzione Pubblica e, aggiungiamo noi, del MEF. Una iniziativa che apprezziamo e consideriamo positiva.
Così come consideriamo un fatto assolutamente positivo la compattezza che oggi il tavolo sindacale nazionale ha dimostrato nel respingere fermamente l’attacco alla contrattazione integrativa. E che sfocia, come primo atto, in una lettera aperta indirizzata ai vertici istituzionali dello Stato ed all’opinione pubblica che vi alleghiamo e che viene sottoscritta da quasi tutte le sigle sindacali del Ministero.
 

NOI NON CI STIAMO.
Inizia da oggi un percorso di mobilitazione dei lavoratori del Mibac, una vertenza nazionale unitaria che noi non abbiamo nessuna intenzione di restringere alla mera difesa del contratto integrativo e dei nostri accordi di produttività. Per quello che ci riguarda occorre avviare iniziative di lotta e mobilitazione finalizzate a porre al centro la questione del funzionamento del Ministero come una delle condizioni che possono dare prospettive di sviluppo al nostro disastrato paese. E di conseguenza porre la questione di un piano per il lavoro e i diritti nei nostri cicli lavorativi. Buona  e tanta Occupazione, riconoscimento professionale degli addetti, diritto alla certezza dei tempi rapidi di retribuzione del salario accessorio, riorganizzazione dei cicli lavorativi, revoca dei tagli al costo del lavoro ed aumento delle dotazioni di bilancio Mibac, individuazione corretta del fabbisogno professionale, integrazione nell’organico dei lavoratori comandati, diritti alla stabilizzazione nel Ministero dei lavoratori ALES, riorganizzazione dei cicli lavorativi con investimenti di risorse nei piani di modernizzazione tecnologica degli apparati, in particolare quelli, obsoleti, di sicurezza, reinternalizzazione delle attività core, diritti alla tutela normativa, salariale e sindacale dei lavoratori paraprofessionali ed esternalizzati.
Questi, ed altri, sono i punti programmatici sui quali ci vogliamo confrontare. E se le nostre vere controparti attualmente sono sfuggenti e risiedono in luoghi estranei al Ministero questi punti li porremo all’attenzione dell’opinione pubblica, alla quale chiederemo in primis di condividere la lotta contro chi, consapevolmente o inconsapevolmente, sta affossando anche l’ultimo bastione di funzionamento del Ministero, quello che consente, ancora oggi, di fruire ampiamente dello straordinario patrimonio culturale che il Ministero gestisce direttamente. Questo dopo aver ridotto la tutela e la conservazione ad un esercizio di pochi, generosi ed incrollabili lavoratori Mibac e di tanti, sfruttati, collaboratori esterni.
In allegato a questa nota troverete la lettera aperta unitaria inviata alle Istituzioni ed un documento della FP CGIL della Campania e di Napoli che avvia una vertenza territoriale sul funzionamento del Ministero. È importante che analoghe iniziative interessino anche gli altri territori, in particolare quelli con i quali abbiamo discusso delle condizioni di progressivo degrado dei servizi, con contestuale interessamento degli organi di stampa. Ed è importante allargare per quanto possibile, in riferimento allo stato specifico dei rapporti con le altre sigle esistenti, il fronte unitario delle iniziative. Nei prossimi giorni comunicheremo, e formalizzeremo con la discussione nel Coordinamento Nazionale, le iniziative che unitariamente assumeremo a livello nazionale.
Infine vi alleghiamo la bozza di accordo che ci è stata proposta.
Roma, 12 aprile 2013 

FP CGIL NAZIONALE MIBAC
Claudio Meloni

 
 
 
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