Sicurezza/Polizia Penitenziaria – News Fp Cgil del 23 ottobre 2013.

23 Ottobre 2013

News Fp Cgil del 23 ottobre 2013.

Sentenza Shock dal tribunale di Brescia

Sentenza storica dal Tribunale di Brescia, oggi si è “rivoluzionata” una delle parti dolenti dell’ordinamento penitenziario per l’operato della Polizia Penitenziaria stessa. Succede poco più di un anno e mezzo fa che all’istituto Bresciano di Canton Mombello evade un detenuto ( 26 febbraio 2012) e si avvia un processo a carico dell’Assistete di Polizia Penitenziaria in servizio di sorveglianza al momento. A Canton Mombello è in vigore dal 2010 la “Vigilanza Dinamica” e questo regime di sorveglianza, unito alla carenza di personale, secondo il Tribunale di Brescia, sono sufficienti per invalidare la “colpa del custode”, così viene archiviato il processo con una sentenza senza precedenti, ma che sicuramente costituisce un atto normativo di assoluta importanza per il Corpo di Polizia Penitenziaria

Carenza polizia penitenziaria Sulmona, sospese le lezioni scolastiche per i detenuti

SULMONA. Saltate le lezioni di agraria per i detenuti del carcere di Sulmona.
I docenti dell’Istituto “Serpieri” non hanno potuto tenere il corso per mancanza, a detta della Direzione del penitenziario, di poliziotti penitenziari deputati al mantenimento dell’ordine ed alla salvaguardia della sicurezza.
La notizia arrivata all’istituto scolastico da una telefonata giunta dal penitenziario ha suscitato grande stupore tra i responsabili dell’istituzione scolastica tant’è che si era pensato ad uno scherzo. Per fugare ogni dubbio gli stessi responsabili dell’Istituto pratolano hanno provveduto a richiamare il carcere per avere conferma. Cosa che puntualmente è avvenuta e che come è ovvio accada in questi casi ha parecchio interrogato gli stessi responsabili del “Serpieri”.
Al di là della gravità della situazione creatasi circa la sospensione dalle lezioni, resta l’aspetto grave della situazione carceraria la quale, seppur resa edotta ai quattro venti da decine e decine di comunicati stampa e manifestazioni di protesta, non è stata mai colta con favore dai dirigenti dell’amministrazione penitenziaria i quali nulla hanno fatto per porvi rimedio. Delle 310 unità di polizia penitenziaria operanti nel non lontano 2010 ed in un contesto di sicurezza sicuramente meno esigente, si è passati alle 246 attualmente in servizio per una pianta organica che in maniera del tutto unilaterale il Provveditorato di Pescara, all’inizio del 2013, aveva portato a 271 unità in luogo delle 328 del D.M. del 2001. Cosa ancor più grave potrebbe accadere nei prossimi giorni allorquando, in occasione dell’incontro che le organizzazioni sindacali di categoria terranno con il provveditore regionale, si dovrà discutere di un ulteriore taglio di personale di circa 100 unità che il Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria ha voluto effettuare sull’intero organico abruzzese e che potrebbe ancor di più far assottigliare l’organico di Sulmona.
Fonte: http://www.primadanoi.ithttp://www.primadanoi.it


Evasione dal carcere di via Burla arrestato il secondo fuggitivo.

Taulant Toma, 29 anni, si trova ora detenuto a Liegi, in Belgio. Era scappato lo scorso febbraio con il compagno di cella Valentin Frrokaj, ergastolano già catturato ad agosto a Vignate
E’ stato arrestato Taulant Toma, l’albanese di 29 anni condannato per rapina a mano armata ed evasione, evaso dal carcere di Parma lo scorso febbraio insieme all’ergastolano Valentin Frrokaj, già catturato ad agosto a Vignate, nel milanese. La notizia dell’arresto è stata comunicata dalla Direzione centrale per i servizi antidroga del ministero degli Interni.
Il Nucleo Centrale Investigativo della Polizia Penitenziaria e il Reparto di Polizia penitenziaria di Parma, unitamente alla Squadra Mobile di Parma, in questi mesi ha collaborato alle indagini con ingente dispiegamento di forze, consentendo di rintracciare l’evaso e di trarlo in arresto lo scorso 11 settembre, in esecuzione del mandato di cattura europeo emesso dalle autorità italiane. Ora Toma è detenuto a Liegi (Belgio), in procinto di essere estradato in Italia dove deve espiare la pena definitiva.
“Al Nic – dichiara il Capo del Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria, Giovanni Tamburino – ancora una volta va il merito di aver messo in campo le forze migliori per contribuire al felice esito dell’operazione”. Toma era stato condannato per una precedente evasione dal carcere di Terni il 9 ottobre 2009, il 22 dicembre era stato catturato dagli uomini del Nic in collaborazione con gli uomini del Commissariato Venezia-Garibaldi di Milano, in un residence di Casarile.
Fonte: http://parma.repubblica.ithttp://parma.repubblica.it

I familiari di Stefano Cucchi trovano l’accordo per il risarcimento con l’ospedale

Morì mentre si trovava ricoverato all’Ospedale Sandro Pertini di Roma il geometra romano Stefano Cucchi, a una settimana dal suo arresto per droga. Ora Fabio Anselmo, legale della famiglia Cucchi, ha formalizzato con gli avvocati della struttura sanitaria l’accordo per il risarcimento danni. Si mantiene il riserbo per le cifre, in attesa che vengano definiti gli ultimi dettagli. Stando a quanto si è appreso, le ultime firme saranno apposte al più tardi fra due giorni. Il risarcimento porterà a una sorta di “contrazione” degli atti d’appello e verrà a mancare la parte civile nei confronti dei medici mentre i genitori, la sorella e i nipoti di Stefano Cucchi appellerano la parte della sentenza con la quale la III Corte d’assise di Roma assolse gli agenti della polizia penitenziaria. L’accusa sosteneva che il giovane era stato “pestato” mentre si trovava in attesa dell’udienza di convalida del suo arresto, nelle celle di sicurezza della Città giudiziaria di Roma. In seguito, era stato abbandonato a se stesso dai medici del Pertini. Secondo la sentenza di primo grado, però, morì per malnutrizione.
Fonte: http://tuttacronaca.wordpress.comhttp://tuttacronaca.wordpress.com

Sassari: aiuto’ tre detenuti nel tentativo di evadere da carcere Alghero, arrestato.

E’ ritenuto il responsabile di aver tentato di far evadere tre detenuti dal carcere di Alghero (Ss) e responsabile di corruzione per atto contrario ai doveri d’ufficio. Con queste accuse stamani è stato arrestato dal Reparto di Polizia Penitenziaria del carcere e dalla Polizia di Alghero Giovanni Pirisi, 42enne algherese, docente presso la stessa struttura carceraria. Il 14 gennaio scorso, tre albanesi: un 30enne, un 26enne, un 47enne, sono stati sorpresi dalla Polizia Penitenziaria durante un tentativo di evasione dal carcere di Alghero e furono bloccati sulle mura di cinta mentre si accingevano a discendere con una corda di fortuna.
Fonte: http://www.adnkronos.comhttp://www.adnkronos.com


Sky TG24 nell’inferno del carcere di Poggioreale.

L’inchiesta del canale all news sulla struttura di Napoli, la più affollata d’Italia: ospita oltre 2.640 detenuti, il doppio di quelli che potrebbe contenere. Il direttore Teresa Abate: “Sarebbe auspicabile una misura di clemenza”
Le telecamere di Sky TG24 sono entrate nel carcere più affollato d’Italia, quello di Poggioreale a Napoli per mostrare la difficile condizione in cui vivono oltre 2.640 detenuti, il doppio di quelli che potrebbe contenere (guarda il video in alto). L’inchiesta, a cura di Alessandra Del Mondo, documenta la vita nel penitenziario. Ci sono addirittura celle con 11 persone costrette a convivere in pochi metri quadrati. Anche fare la doccia ogni giorno è un lusso per la maggior parte di loro.
“La capienza regolamentare dell’Istituto è di 1503 posti – racconta il direttore del carcere Teresa Abate”, e aggiunge: “Sarebbe auspicabile una misura di clemenza, sarebbe un atto concreto, ma dopo andrebbe accompagnata da interventi di altro tipo. Bisogna eliminare alcune leggi, come la Fini Giovanardi, bisogna rivedere la Cirielli”.
Poggioreale è il termometro di una situazione italiana (la mappa). A leggere la Corte Europea dei diritti umani la situazione è disumana e degradante. Le carceri del nostro paese potrebbero ospitare 45 mila e passa detenuti. Nelle celle ce ne sono 65mila: molti stranieri, altrettanti in attesa di giudizio, cioè in attesa di sapere da un giudice se davvero devono scontare una condanna o se invece sono innocenti.
Nonostante il grande impegno per umanizzare il carcere, la direzione dell’istituto di pena deve fare i conti con la carenza di fondi. C’è anche chi non ce la fa a superare la dura prova della detenzione. Da qui l’alto numero di suicidi, di malattie gravi e la denuncia di condizioni disumane e degradanti. Una situazione che l’Europa ha già sanzionato e che riguarda non solo i carcerati ma anche chi deve garantirne la sicurezza: gli agenti della polizia penitenziaria.
“Abbiamo un decreto ministeriale del 2001 che prevede 946 unità – dice il responsabile della Polizia penitenziaria del carcere Salvatore D’Avanzo – in forza attualmente ce ne sono 754. Un agente controlla a volte a anche 100 detenuti”.
Fonte: http://tg24.sky.ithttp://tg24.sky.it
Link Video Carcere Poggioreale:
http://tg24.sky.it/tg24/cronaca/2013/10/21/skytg24_poggioreale_sovraffollamento_carceri.htmlhttp://tg24.sky.it/tg24/cronaca/2013/10/21/skytg24_poggioreale_sovraffollamento_carceri.html

Tentano di introdurre droga nel carcere di Trani, arrestate due persone dalla Polizia Penitenziaria

Spaccio di stupefacenti con l’aggravante di averli introdotti in un istituto penitenziario. Queste le accuse con cui la Polizia Penitenziaria, su convalida del sostituto procuratore di turno, Mirella Conticelli, ha arrestato due persone.
I fatti sono avvenuti nel carcere di Trani. I familiari del detenuto avevano introdotto la droga dopo avere eluso i primi controlli. Tuttavia, l’agente della sala colloqui s’era insospettito per un insolito movimento compiuto dalla donna, che, pensando di non essere vista, avrebbe estratto qualcosa dai pantaloni, all’altezza della cinta, e l’avrebbe passata velocemente al fratello.
Un movimento che non è sfuggito al poliziotto, il quale, a quel punto, ha sotto posto la donna a perquisizione: La donna è stata così trovata in possesso di due dosi di marijuana, già confezionate e, probabilmente, pronte per essere smerciate a qualcuno che ne aveva fatto richiesta.
A dispetto della flagranza del reato, ha negato di avere ceduto la droga al fratello, mentre il nipote s’è addossato la responsabilità di averla introdotta in carcere per cederla allo zio: da qui l’arresto di entrambi, con il giovani rimasto nello stesso carcere, e condotto in cella, e la donna, a sua volta, dirottata nel carcere femminile.
Fonte: radiobombo.com

Carcere di Massama ad Oristano , riaperto il padiglione ad alta sicurezza

Dovevano arrivare la scorsa settimana, ma dei problemi tecnici ne avevano fatto slittare la partenza. Ieri sera, con un volo charter, sono arrivati 43 detenuti nel nuovo carcere di Massama. La maggior parte sono in regime di alta sorveglianza. Tra loro ci sarebbe anche Rocco Morabito, uno dei più potenti boss della ‘ndragheta calabrese. Non ci sono solo italiani ma anche musulmani e cinesi. L’aereo è arrivato nel primo pomeriggio all’aeroporto di Elmas, proveniente da Milano. Un volo speciale predisposto dal ministero della Giustizia e coperto dal massimo riserbo. Questa volta lo spiegamento di forze è stato molto meno evidente del passato proprio per evitare gli sguardi indiscreti. Prima delle 15 i detenuti sono stati fatti salire su un autobus della polizia penitenziaria. Con l’ausilio di una robusta scorta di agenti, l’automezzo è partito alla volta di Oristano. Un’ora dopo circa il bus ha lasciato la 131 e ha imboccato la provinciale con direzione il carcere di Massama. Controllati da decine di agenti i nuovi ospiti sono entrati in carcere e dopo le relative immatricolazioni sono stati trasferiti al terzo piano della struttura riservata proprio ai detenuti ad alta sorveglianza. Si tratta del reparto sottoposto alcuni mesi fa ai lavori di ristrutturazione. Proprio in quella parte del carcere erano state riscontrate delle lesioni al tetto che avevano causato infiltrazioni d’acqua. Dopo tante polemiche e numerosi rinvii alla fine, come previsto e annunciato, sono sbarcati anche ad Oristano i primi detenuti ad alta sorveglianza. I dettagli del loro trasferimento erano stati studiati qualche settimana fa dallo stesso ministro della Giustizia, Anna Maria Cancellieri. La conferma della sua presenza non era dovuta infatti sola alla visita di Papa Francesco. In quell’occasione avrebbe riunito i direttori delle carceri isolane tra i quali il responsabile del penitenziario di Massama, Pierluigi Farci. Alla fine quindi il primo tassello si è chiuso: nonostante le proteste e le interpellanze parlamentari, mafiosi e camorristi sono arrivati nell’isola. I nuovi ospiti del carcere di Massama sono persone che hanno avuto condanne per reati di mafia e che sono stati affiliati alle cosche pur non essendo tra gli elementi di spicco della criminalità organizzata, rimangono dei detenuti particolari con alle spalle rapporti che si possono tranquillamente definire pericolosi per infiltrazioni anche nel tessuto sociale del territorio.Non sarà facile avere conferme ma le indiscrezioni confermerebbero che tra loro ci possa essere Rocco Morabito, uno dei figli di Giuseppe “U Tiradrittu”, finito in carcere a marzo scorso dopo un blitz che ha portato all’arresto di 20 persone affiliate alla ‘ndrangheta con interessi in mezza Europa. La presenza di esponenti della malavita organizzata a Massama confermerebbe le qualità di sicurezza della nuova struttura nella quale proprio di recente sono arrivati anche i primi rinforzi. Molti degli agenti, sono sardi, rientrati dopo anni di lavoro nelle carceri di mezza Italia. Alcuni di loro, di recente, sono stati sottoposti ad addestramenti speciali proprio per essere pronti ad affrontare i nuovi detenuti ad alta sorveglianza. Occorrerà ora vedere se il loro arrivo scatenerà nuove proteste da parte di alcune forze politiche contrarie al loro arrivo in Sardegna

Redazione CGIL Polizia Penitenziaria

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